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Medio Oriente, il direttore dell’ospedale al Shifa: la situazione è catastrofica

Medio Oriente, il direttore dell’ospedale al Shifa: la situazione è catastroficaRoma, 13 nov. (askanews) – Le condizioni all’interno dell’ospedale di al Shifa a Gaza sono “catastrofiche” e le unità essenziali stanno collassando, ha detto alla Cnn il direttore dell’ospedale Mohammad Abu Salmiya secondo cui dentro al nosocomio sono ancora rifugiate 7.000 persone, insieme a 1.500 pazienti e al personale medico.

L’ospedale ha chiesto all’esercito israeliano 600 litri di carburante ogni ora per alimentare i suoi generatori, ma l’esercito non ha ancora risposto, ha aggiunto. Ieri, le forze israeliane avevano reso noto di aver consegnato 300 litri di carburante all’ingresso del complesso ospedaliero, ma che Hamas aveva impedito all’ospedale di riceverli. Abu Salmiya ha spiegato alla televisione Al Arabya che il personale era troppo spaventato per andare a prenderlo e che “i 300 litri di carburante offerti non sono sufficienti per far funzionare l’ospedale per 30 minuti”. “Non c’è più acqua, cibo, latte per bambini e neonati… la situazione in ospedale è catastrofica”, ha detto Abu Salmiya.

Spagna, mercoledì e giovedì il dibattito sulla fiducia a Sanchez

Spagna, mercoledì e giovedì il dibattito sulla fiducia a SanchezRoma, 13 nov. (askanews) – La presidente del Congresso dei deputati spagnolo, Francina Armengol ha confermato le date in cui si terrà il dibattito sull’investitura di Pedro Sánchez, segretario generale del partito Socialista spagnolo e presidente ad interim del governo: l’appuntamento è fissato per mercoledì 15 novembre e giovedì 16 novembre. Sanchez, dopo aver incassato l’appoggio degli indipendentisti catalani di Junts al termine di un difficile negoziato, ha ora i voti necessari per ottenere la fiducia e restare al governo nonostante l’opposizione dei Popolari che ieri sono scesi in piazza in tutto il Paese.

La scorsa settimana Sanchez e gli indipendentisti hanno raggiunto un’intesa sulla base dello scambio tra governabilità e amnistia anche per il leader di Uniti per la Catalogna Carles Puigdemont che dovrebbe poter tornare in patria. Intanto, l’accordo tra Psoe e gli indipendentisti catalani di Junts è stato messo nuovamente all’indice dai Popolari. La direzione nazionale del Pp ha dichiarato che “la piazza ieri ha condannato” Sanchez, poiché “due milioni di spagnoli” hanno parlato “forte e chiaro” nei 52 capoluoghi di provincia della Spagna dove sono scesi in piazza contro la legge sull’amnistia e il resto degli accordi per l’investitura.

In un’intervista su Antena3 raccolta da Servimedia, il coordinatore generale del Pp, Elías Bendodo, si è detto soddisfatto della “risposta massiccia e pacifica” della piazza “di fronte alle enormi bugie di Sanchez” per continuare a restare a La Moncloa. Bendodo ha preso poi le distanze dalle manifestazioni davanti alla sede socialista di Ferraz: “Condanniamo ogni tipo di violenza”, ha detto, ricordando che il Pp non convoca né partecipa a questo tipo di proteste e che in quelle indette ieri in tutta la Spagna contemporaneamente “non ci sono stati scontri”. (con fonte Servimedia)

Guerra in Medio Oriente, Borrell: l’Ue chiede pause umanitarie immediate a Gaza

Guerra in Medio Oriente, Borrell: l’Ue chiede pause umanitarie immediate a GazaBruxelles, 13 nov. (askanews) – “Ieri abbiamo lavorato tutto il giorno per pubblicare una dichiarazione a 27, e sono lieto di dire che siamo riusciti a mettere insieme i 27 Stati membri in una dichiarazione comune; sapete quanto è stato difficile presentare un approccio completamente unito le ultime volte, dopo il voto alle Nazioni unite, dove i Paesi Ue hanno votato in modi diversi. A questo ho lavorato tutto il weekend”. Lo ha sottolineato oggi a Bruxelles l’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, parlando alla stampa al suo arrivo al Consiglio Esteri, dove il conflitto in corso a Gaza è il primo punto in agenda.

“In questa dichiarazione comune dei 27 – ha continuato Borrell – chiediamo pause immediate, al plurale, non una sola ma diverse pause; e c’è anche un aggettivo, ‘immediate’, pause immediate per stabilire corridoi umanitari per affrontare la terribile situazione della popolazione di Gaza”. “Chiediamo a Israele di fare prova della massima moderazione al fine di salvare le vite dei civili; e condanniamo l’uso che fa Hamas della popolazione e degli ospedali come scudi, ma esprimiamo anche la nostra preoccupazione per la terribile situazione degli ospedali che hanno subito un pesante impatto dai bombardamenti”.

“Gaza – ha insistito l’Alto Rappresentante – ha bisogno di più aiuti, da tutti i punti di vista: acqua, carburante, cibo. Questi aiuti sono disponibili, stanno a alle frontiere e aspettano di entrare”. Nella dichiarazione comune dei Ventisette pubblicata ieri sera, l’Ue si dice “seriamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza”.

“L’Ue – si legge – si unisce alle richieste di pause immediate delle ostilità e della creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità di accesso ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata, in modo che gli aiuti umanitari possano raggiungere in sicurezza la popolazione di Gaza”. “In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 26 ottobre – prosegue la dichiarazione – l’Ue ribadisce il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. L’Ue chiede un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e aiuti per raggiungere le persone bisognose attraverso tutte le misure necessarie”.

Inoltre, “l’Ue rinnova l’appello ad Hamas per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. È fondamentale che al Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) venga concesso l’accesso agli ostaggi”. “L’Ue – si legge ancora nella dichiarazione – condanna l’uso degli ospedali e dei civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento. Queste ostilità stanno avendo un grave impatto sugli ospedali e stanno causando terribili perdite di civili e di membri del personale medico”. “L’Ue sottolinea che il diritto internazionale umanitario prevede la protezione degli ospedali, delle forniture mediche e dei civili all’interno degli ospedali”, ricorda la dichiarazione, aggiungendo che “gli ospedali devono essere riforniti immediatamente delle forniture mediche più urgenti e i pazienti che necessitano di cure mediche urgenti devono essere evacuati in sicurezza. In questo contesto, esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione per garantire la protezione dei civili”. “L’Ue e i suoi Stati membri – conclude la dichiarazione – continueranno a lavorare a stretto contatto con i partner internazionali, le Nazioni Unite e altre agenzie, nonché i paesi della regione, per fornire un flusso sostenuto di assistenza e facilitare l’accesso a cibo, acqua, assistenza medica, carburante e fornire riparo” alla popolazione di Gaza.

L’Idf: a Gaza trovate armi in scuole e moschee. Tra gli ostaggi di Hamas anche un bambino americano di 3 anni

L’Idf: a Gaza trovate armi in scuole e moschee. Tra gli ostaggi di Hamas anche un bambino americano di 3 anniRoma, 13 nov. (askanews) – Le Forze di difesa israeliane affermano che le truppe di terra continuano a trovare armi e infrastrutture di Hamas durante i raid nella Striscia di Gaza, anche all’interno di scuole, moschee e case di miliziani del gruppo estremista. Lo scrive il Times of Israel.

Le truppe della 401a Brigata che operano alla periferia del campo di al-Shati hanno individuato infrastrutture di Hamas nell’Università di Al-Quds e un deposito di esplosivi all’interno della moschea di Abu Bakr, secondo una nota dell’Idf. Le truppe della 551esima Brigata di Riserva hanno fatto irruzione nella casa di un anziano operativo della Jihad islamica palestinese nell’area di Beit Hanoun e hanno trovato un deposito di armi anche nella camera da letto di un bambino. In un altro raid a Beit Hanoun, le truppe hanno scoperto un tunnel, materiali di intelligence e armi.

Dopo lo stop di Hamas alla trattativa per la liberazione degli ostaggi, il presidente USA Joe Biden ha discusso con l’emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani della guerra a Gaza e degli sforzi compiuti dal Qatar per liberare gli ostaggi. In un resoconto della telefonata, la Casa Bianca ha rivelato che uno degli ostaggi detenuti è un bambino americano di 3 anni i cui genitori sono stati uccisi da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre in Israele.

“I due leader hanno convenuto che tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza ulteriori ritardi”, ha dichiarato la Casa Bianca. Nella telefonata di domenica, Biden ha “affermato la sua visione di un futuro Stato palestinese in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco con uguale stabilità e dignità. Ha osservato che Hamas è stato a lungo un ostacolo a questo risultato”, si legge ancora nella dichiarazione della Casa Bianca.

Zelensky teme l’inverno: l’Ucraina deve prepararsi agli attacchi russi alle infrastrutture

Zelensky teme l’inverno: l’Ucraina deve prepararsi agli attacchi russi alle infrastruttureRoma, 13 nov. (askanews) – L’Ucraina deve “prepararsi” agli attacchi russi alle infrastrutture quest’inverno, ha avvertito il presidente Volodymyr Zelensky: “Dobbiamo prepararci alla possibilità che il nemico aumenti il numero di attacchi di droni o missili sulle nostre infrastrutture”, ha detto nel suo discorso quotidiano.

“Tutta la nostra attenzione deve concentrarsi sulla difesa (…) su tutto ciò che l’Ucraina può fare per aiutare il nostro popolo a superare l’inverno”, ha aggiunto. L’Ucraina ha ricevuto importanti sistemi di difesa aerea dai suoi alleati occidentali, compresi i Patriots di fabbricazione statunitense. “Purtroppo (lo scudo aereo) non protegge ancora completamente l’intero territorio. Stiamo lavorando per migliorarlo ulteriormente”, ha aggiunto Zelensky.

Gran Bretagna, Indi Gregory è morta

Gran Bretagna, Indi Gregory è mortaRoma, 13 nov. (askanews) – “Indi Gregory è morta questa notte alle 1.45 inglesi”. Lo scrive su X Simone Pillon, l’avvocato italiano della famiglia Gregory.

Indi è morta nell’hospice per malati terminali dopo essere stata trasferita dall’ospedale Queen Medical Service per ordine della Corte di Appello di Londra. Sabato era iniziato il distacco progressivo delle macchine vitali che tenevano in vita la piccola di otto mesi. Per il sup trasferimento all’ospedale Bambino Gesù di Roma era tornata a fare un appello venerdì la premier Giorgia Meloni, dopo che il governo le aveva riconosciuto la cittadinanza italiana. Al capezzale della piccola Indi nell’hospice i due genitori “disperati per il dolore e indignati per il comportamento della magistratura inglese”, aveva detto al telefono l’avvocato italiano della famiglia Gregory Simone Pillon. La Corte inglese aveva dato tempo fino a lunedì per procedere al distacco delle macchine che tengono in vita Indi, raccomandando però di ridurre al minimo le sofferenza della neonata. Da qui la decisione dell’avvio già sabato delle procedure di distacco.

M.O., gli Stati Uniti hanno colpito siti iraniani in Siria

M.O., gli Stati Uniti hanno colpito siti iraniani in SiriaRoma, 13 nov. (askanews) – L’esercito statunitense ha dichiarato di aver effettuato attacchi aerei contro due basi iraniane nel sud-est della Siria, dopo i recenti attacchi contro il proprio personale militare in Siria e in Iraq.

Il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha dichiarato che gli attacchi sono stati condotti contro siti “utilizzati dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran (IRGC) e da gruppi affiliati all’Iran”. In una dichiarazione riportata dalla BBC ha affermato che “gli attacchi sono stati condotti contro una struttura di addestramento e un rifugio sicuro rispettivamente vicino alle città di Abu Kamal e Mayadin. Il Presidente non ha priorità più alta della sicurezza del personale statunitense e ha diretto l’azione di oggi per chiarire che gli Stati Uniti difenderanno se stessi, il loro personale e i loro interessi”.

Mercoledì scorso, gli Stati Uniti avevano lanciato un “attacco di autodifesa” contro quello che secondo loro era un deposito di armi utilizzato dall’IRGC e dai suoi affiliati nella regione di Maysulun, nella Siria orientale.

L’esercito israeliano: l’operazione si è estesa in profondità all’interno della città di Gaza

L’esercito israeliano: l’operazione si è estesa in profondità all’interno della città di GazaRoma, 13 nov. (askanews) – L’operazione di terra israeliana si è estesa in profondità all’interno della città di Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce dell’esercito, il contrammiraglio Daniel Hagari, in un briefing.

Le forze di fanteria e di ingegneria da combattimento hanno raggiunto la periferia del campo profughi di Al-Shati a Gaza, ha detto Hagari. Nel frattempo, le forze dell’esercito si sono coordinate con la Marina israeliana per fare irruzione nell’area del porto turistico di Gaza. “Stanno circondando completamente l’area”, ha detto Hagari, per il quale l’esercito israeliano sta “localizzando i lanciatori di razzi a lungo raggio puntati su Israele”.

Mentre distruggevano piattaforme di lancio anticarro, tunnel e infrastrutture del terrore, Hagari ha detto che le forze israeliane hanno arrestato presunti membri di Hamas, che sono stati riportati in Israele per le indagini.

M.O.,Borrel:l’Unione Europea chiede pausa umanitaria immediata

M.O.,Borrel:l’Unione Europea chiede pausa umanitaria immediataRoma, 12 nov. (askanews) – “La UE è seriamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza” e “si unisce alle richieste di una pausa immediata delle ostilità e della creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata, in modo che gli aiuti umanitari possano raggiungere in sicurezza la popolazione di Gaza”. Lo dichiara l’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrel.

“In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 26 ottobre – sottolinea Borrel- la Ue ribadisce il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario”. E “chiede un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e aiuti per raggiungere le persone bisognose attraverso tutte le misure necessarie, compresi i corridoi umanitari e le pause per i bisogni umanitari. A questo proposito, accogliamo con favore i risultati della conferenza umanitaria del 9 novembre tenutasi a Parigi”. L’UE, inoltre “rinnova l’appello ad Hamas per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. È fondamentale che al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) venga concesso l’accesso agli ostaggi”. E “condanna l’uso degli ospedali e dei civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento. Queste ostilità stanno avendo un grave impatto sugli ospedali e stanno causando un terribile tributo ai civili e al personale medico. L’UE sottolinea che il diritto internazionale umanitario prevede la protezione degli ospedali, delle forniture mediche e dei civili all’interno degli ospedali. Gli ospedali devono inoltre essere riforniti immediatamente delle forniture mediche più urgenti e i pazienti che necessitano di cure mediche urgenti devono essere evacuati in sicurezza. In questo contesto, esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione per garantire la protezione dei civili”.

“La Ue e i suoi Stati membri – conclude Borrell- continueranno a lavorare a stretto contatto con i partner internazionali, le Nazioni Unite e altre agenzie, nonché i paesi della regione per fornire un flusso sostenuto di assistenza e facilitare l’accesso a cibo, acqua, assistenza medica, carburante e riparo”.

Netanyahu: potrebbe esserci un accordo per la liberazione ostaggi

Netanyahu: potrebbe esserci un accordo per la liberazione ostaggiMilano, 12 nov. (askanews) – “Potrebbe esserci” un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi rapiti in Israele il 7 ottobre. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una intervista a “Meet the Press” di NBC News pubblicata negli Stati Uniti. “Penso che meno ne parlo, più aumentano le possibilità che si concretizzi”, ha ammesso il capo del governo israeliano che è stato incalzato dai cronisti ha ribadito che “potrebbe esserci” e che qualsiasi accordo sarebbe “il risultato delle pressioni militari” su Gaza.

“Questa è l’unica cosa che potrebbe creare un accordo e se un accordo è disponibile. Ne parleremo quando sarà disponibile. Lo annunceremo se sarà possibile”. Netanyahu ha tagliato corto quando gli è stato chiesto se il governo israeliano sapesse dove si trovano gli ostaggi: “Sappiamo molto, ma non voglio andare oltre”.