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Israele: sono 224 gli ostaggi in mano ad Hamas a Gaza

Israele: sono 224 gli ostaggi in mano ad Hamas a GazaRoma, 26 ott. (askanews) – E’ salito a 224 il numero degli ostaggi in mano ad Hamas nella Striscia di Gaza, identificati da Israele. Lo hanno riferito le Forze di difesa israeliane, spiegando che altri due prigionieri sono stati identificati nelle ultime 24 ore.

Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto che 309 membri dell’esercito sono stati confermati morti. “Purtroppo i numeri vengono aggiornati in base alle informazioni di intelligence a nostra disposizione. Stiamo continuando le incursioni a Gaza per identificare le vittime e gli ostaggi”, ha aggiunto.

Maine, riservista spara in un ristorante e al bowling: almeno 16 morti. Prosegue la caccia all’uomo

Maine, riservista spara in un ristorante e al bowling: almeno 16 morti. Prosegue la caccia all’uomoRoma, 26 ott. (askanews) – Prosegue nel Maine la caccia all’uomo che nella notte italiana ha aperto il fuoco in un ristorante e in una sala bowling di Lewiston, facendo una strage. Il principale sospettato e ricercato dalle forze di polizia è Robert Card, 40enne istruttore di armi da fuoco della Riserva dell’Esercito degli Stati Uniti. L’uomo è “armato e pericoloso”, hanno avvertito gli agenti, mentre rimane grande confusione sul numero preciso delle vittime e dei feriti.

Secondo quanto riportato in un primo momento dalla Cnn, almeno 22 persone sono morte e altre 50 sono rimaste ferite. Il bilancio, che non trova alcuna conferma ufficiale, almeno al momento, è stato rivisto al ribasso dalla Bbc, secondo cui avrebbero perso la vita almeno 16 perosne. Per la Nbc, i morti sarebbero invece tra 15 e 20, per il New York Times, almeno 7. Due funzionari delle forze dell’ordine hanno invece detto all’Associated Pres che almeno 16 persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite, e che il bilancio sarebbe destinato a salire. Tuttavia, Michael Sauschuck, commissario del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Maine, ha rifiutato di fornire una stima specifica nel corso di una conferenza stampa in cui ha parlato di “situazione fluida”.

Incursione delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza: colpite posizioni di Hamas

Incursione delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza: colpite posizioni di HamasRoma, 26 ott. (askanews) – L’esercito israeliano ha reso noto, sulla sua radio militare, di avere effettuato un’incursione “relativamente ampia” nella Striscia di Gaza per attaccare le posizioni di Hamas durante la notte.

Questa operazione, che è stata confermata dall’esercito anche su X, è stata effettuata “in preparazione alle prossime fasi del combattimento”. L’operazione, ha spiegato l’Idf, ha coinvolto soldati a terra, ma anche carri armati, per colpire “diverse cellule terroristiche, infrastrutture e siti di lancio di missili”. Le truppe sono ora tornate in Israele, hanno assicurato le forze armate dello Stato ebraico. Nell’operazione compiuta nel Nord di Gaza, in preparazione alle successive fasi del combattimento contro Hamas, “i carri armati e la fanteria delle forze armate israeliane hanno colpito numerose cellule terroristiche, infrastrutture e postazioni di lancio di missili anticarro”. E’ quanto precisa l’esercito dello Stato ebraico su X.

“Da allora i soldati sono usciti dall’area e sono tornati in territorio israeliano”, hanno aggiunto i militari.

Uomo spara sulla folla, strage nel Maine: 22 morti, oltre 50 feriti

Uomo spara sulla folla, strage nel Maine: 22 morti, oltre 50 feritiRoma, 26 ott. (askanews) – Almeno 22 persone sono morte per diverse sparatorie nello stato del Maine, nel nord-est degli Stati Uniti. Il sospettato, che avrebbe agito da solo, è stato identificato ma è ancora in fuga, armato e percoloso, hanno avvertito le autorità, e le forze dell’ordine sono impegnate in una caccia all’uomo. Il sospetto sarebbe in possesso di un fucile da guerra e la scorsa estate sarebbe stato in cura per problemi mentali.

“Abbiamo 22 morti confermati e molti, molti feriti”, ha detto alla CNN Robert McCarthy, un funzionario di Lewiston, luogo in cui ha avuto luogo la tragedia. “I nostri ospedali non sono attrezzati per gestire questo tipo di sparatorie”, ha aggiunto, precisando che ci sono stati tra i 50 e i 60 feriti. Il Central Maine Medical Center di Lewiston ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “sta rispondendo a una sparatoria di massa con numerose vittime” e si sta coordinando con gli ospedali della zona per ricoverare i pazienti. La polizia ha diffuso nella notte italiana un bollettino con l’identità del presunto assassino ed ha pubblicato diverse foto del principale sospettato sulla propria pagina Facebook. “Le forze dell’ordine stanno cercando di individuare Robert Card, nato il 4 aprile 1983, sospettato degli omicidi”, ha detto su Facebook la polizia del Maine, precisando che si tratta di un uomo “armato e pericoloso”. Si ritiene che sia un istruttore di armi da fuoco della Riserva dell’Esercito degli Stati Uniti.

Le sparatorie hanno avuto luogo in tre luoghi diversi, una pista da bowling, un ristorante e un centro logistico di un supermercato Walmart. “Incoraggiamo tutte le aziende a chiudere i battenti mentre indaghiamo”, ha reso noto l’ufficio dello sceriffo. Il presidente americano Joe Biden è stato subito informato della situazionem ed ha parlato con diversi rappresentanti del Maine, tra cui il governatore Janet Mills, offrendo tutto il sostegno federale necessario, secondo la Casa Bianca. Agli abitanti di questa cittadina di 36.000 residenti è stato dato ordine di non uscire di casa. “C’è un assassino attivo a Lewinston”, ha detto la polizia sul social network X. “Per favore, restate in casa con le porte chiuse. Se vedete attività o individui sospetti, chiamate il 911”, i servizi di emergenza, hanno insistito le forze dell’ordine.

Le autorità locali hanno anche pubblicato la foto di un’auto bianca, chiedendo ai cittadini di contattarli se avessero riconosciuto il veicolo. L’auto sarebbe stata avvistata a Lisbon, cittadina a circa 8 miglia a sud-est da Lewiston. Le scuole intanto rimarranno chiuse oggi, ha detto un funzionario del distretto scolastico. “Sono inorridito dagli eventi di Lewiston questa sera”, ha detto in una nota il rappresentante del Maine, Jared Golden. “È una situazione travolgente. Non abbiamo mai sperimentato nulla di simile”, ha testimoniato Cynthia Hunter, che vive a Lewiston dal 2012. Lewiston fa parte della contea di Androscoggin e si trova a circa 35 miglia (56 km) a nord della città più grande del Maine, Portland, nel nord-est degli Stati Uniti.

Gaza, Macron annuncia l’invio di una nave militare per “sostenere” gli ospedali

Gaza, Macron annuncia l’invio di una nave militare per “sostenere” gli ospedaliRoma, 25 ott. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato l’invio di una nave militare, in partenza da Tolone nelle prossime 48 ore, per “sostenere” gli ospedali della Striscia di Gaza. Nella conferenza stampa tenuta al Cairo con l’omologo egiziano Abdel Fattah al Sisi, Macron ha anche annunciato l’invio in Egitto di un aereo carico di aiuti medici per Gaza, il cui arrivo è previsto per domani. “Altri seguiranno”, ha aggiunto il leader francese, citato dalla France presse.

Adesione Svezia a Nato, richiesta già all’esame Parlamento turco

Adesione Svezia a Nato, richiesta già all’esame Parlamento turcoMilano, 25 ott. (askanews) – La commissione per gli affari esteri del Parlamento turco ha ricevuto la candidatura della Svezia alla Nato e sta cominciando ad esaminare la questione. Il disegno di legge – che approva il protocollo di adesione della Svezia al Trattato Nord Atlantico – è stato “firmato dal presidente del parlamento Numan Kurtulmus e deferito alla commissione affari esteri”, spiega Anadolu. Il tutto proprio alla vigilia del vertice Ue dove, in linea di principio, potrebbe esserci un incontro tra Viktor Orbßn e il primo ministro svedese Kristersson a Bruxelles, riferisce l’ungherese Atv. Come noto, Turchia e Ungheria sono gli ultimi due alleati che devono dare luce verde per l’ingresso di Stoccolma.

Ora, il fatto che lunedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan abbia presentato al parlamento il disegno di legge sulla ratifica dell’adesione della Svezia alla NATO può accelerare il processo di adesione della Svezia alla NATO, costringendo così il governo ungherese ad agire se non vuole l’adesione della Svezia alla NATO, scrive la stampa ungherese, dando per certo che il Parlamento ungherese sarà l’ultimo a ratificare. Ieri il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg – incontrando il primo ministro svedese Ulf Kristersson – si è detto “lieto che siamo riusciti ad affrontare le legittime preoccupazioni della Turchia in materia di sicurezza in modo da consentire all’adesione della Svezia di andare avanti. Sono ansioso di accogliere la Svezia come alleato a pieno titolo della NATO nel prossimo futuro”, ha spiegato.

Nel frattempo Kurtulmus conferma che la commissione ha ricevuto il dossier. Ciò accade dopo che Erdogan ha inviato all’Assemblea nazionale la domanda considerata un grande passo avanti per gli svedesi. Lunedì Erdogan ha firmato la richiesta e l’ha consegnata al parlamento stesso. Kurtulmus ha annunciato il giorno dopo che avrebbe fatto la sua parte non appena tornato ad Ankara dopo un viaggio a Praga. E lo ha fatto: ha firmato il documento che trasmette la richiesta svedese alla commissione per gli affari esteri.

I normali procedimenti richiedono l’esame della commissione per gli affari esteri, il contributo della commissione di difesa e un voto dell’Assemblea. Se il processo segue il normale corso dell’esame della commissione per gli affari esteri, dei commenti della commissione per la difesa e di un voto nella Grande Camera dopo che la commissione per gli affari esteri ha espresso la sua opinione, si prevede che il processo durerà dalle quattro alle sei settimane, secondo al giornalista turco Gulderer Sonomut.

Nel documento si afferma, secondo l’agenzia di stampa statale turca Anadolu, che Svezia e Finlandia sono stati i due partner più stretti della Nato e che i paesi hanno collaborato strettamente con l’alleanza prima di presentare domanda di adesione. Nel rapporto si sottolinea anche l’accordo che Turchia, Finlandia e Svezia hanno concluso a Madrid e il nuovo accordo in cui è stata inclusa anche la NATO a Vilnius: “È chiaro che l’adesione della Svezia alla NATO sarà una priorità per l’Europa, compresa la Turchia” e che ciò contribuirà a rafforzare la sicurezza, scrive Anadolu riferendosi all’accordo. Tuttavia il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjßrtó , presentandosi ieri al Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York, ha annunciato che il parlamento turco si trova ora “dove è stato per molti mesi quello ungherese” per quanto riguarda la ratifica dell’adesione della Svezia alla NATO. E secondo lui non è cambiato nulla rispetto alla ratifica dell’adesione. Affinché il parlamento ungherese possa votare definitivamente sulla ratifica, i gruppi Fidesz e KDNP devono dare il segnale verde. Szijjßrtó ha annunciato di aver parlato durante la giornata con il collega turco Hakan Fidan, il quale lo ha informato che la ratifica dell’adesione della Svezia alla Nato è stata sottoposta al Parlamento di Ankara.

Guterres (Onu): a Gaza serve il cessate fuoco per gli aiuti e il rilascio degli ostaggi

Guterres (Onu): a Gaza serve il cessate fuoco per gli aiuti e il rilascio degli ostaggiRoma, 25 ott. (askanews) – “Per alleviare le sofferenze, rendere più semplice e sicura la consegna degli aiuti e facilitare il rilascio degli ostaggi, ribadisco il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato” nella Striscia di Gaza: è quanto ha scritto oggi su X il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ricordando “colleghi e partner umanitari dell’Onu a Gaza che rischiano la vita per fornire aiuti a chi ne ha bisogno”. Sono 35 gli operatori Onu rimasti uccisi nell’enclave palestinese dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, il 7 ottobre scorso. In un precedente post, Guterres ha definito i pochi aiuti umanitari arrivati finora nella Striscia di Gaza “una goccia di in un oceano di bisogni”.

Migranti, von der Leyen ai 27: rafforzare missione navale Irini

Migranti, von der Leyen ai 27: rafforzare missione navale IriniBruxelles, 25 ott. (askanews) – “Per rafforzare il controllo delle frontiere esterne, gli Stati membri, su proposta dell’Alto Rappresentante” per la Politica estera e di sicurezza comune, potrebbero prendere in considerazione il rafforzamento dei compiti dell’operazione Irini (la mission navale dell’Ue, ndr),dando maggiore priorità alla lotta al traffico e alla tratta di esseri umani nel Mediterraneo attraverso una maggiore sorveglianza aerea” Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una lettera sul tema dell’immigrazione, inviata ai leader dell’Ue in vista del Consiglio europeo che si svolge domani e venerdì a Bruxelles.

“Dovremmo inoltre lavorare costantemente – continua von der Leyen – per sostenere i paesi partner nel rafforzamento delle loro frontiere, non solo ai confini sfruttati per le partenze irregolari verso l’Ue, ma anche ai punti di ingresso dei migranti alle frontiere terrestri”. “La nostra priorità – aggiunge la presidente della Commissione – dovrebbe essere anche quella di stabilire un partenariato strategico e reciprocamente vantaggioso con l’Egitto. Il ruolo dell’Egitto è vitale per la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente, poiché ospita un numero crescente di rifugiati e abbiamo la responsabilità di sostenerlo. Inoltre, le pressioni sui partner nelle nostre immediate vicinanze rischiano di essere esacerbate, e quindi il continuo sostegno e impegno con Turchia, Giordania e Libano sono particolarmente importanti”.

“Dobbiamo affrontare la migrazione irregolare alla radice” sottolinea von der Leyen – e lavorare a stretto contatto con i partner per affrontare le loro sfide così come le nostre, in modo globale. Il Memorandum d’intesa con la Tunisia ne è un chiaro esempio e stiamo accelerando i lavori per attuare pienamente tutti e cinque i pilastri” del Memorandum. “Dobbiamo affrontare le cause dell’immigrazione irregolare sostenendo l’istruzione, la creazione di posti di lavoro e l’adattamento climatico” nei paesi d’origine e di transito. “Allo stesso tempo, dobbiamo rafforzare la capacità dei nostri partner di condurre efficaci operazioni di sorveglianza delle frontiere e di ricerca e salvataggio. Stiamo fornendo – riferisce la presidente della Commissione – supporto a molti partner chiave con attrezzature e formazione per aiutare a prevenire attraversamenti di frontiera non autorizzati. Tutte e cinque le navi promesse alla Libia sono state consegnate e vediamo l’impatto dell’aumento dei pattugliamenti. Nell’ambito del Memorandum d’intesa con la Tunisia, abbiamo consegnato pezzi di ricambio alla guardia costiera tunisina che mantiene operative 6 imbarcazioni, mentre altre saranno riparate entro la fine dell’anno. Si prevede che nei prossimi mesi ne verranno consegnati altri ai paesi del Nord Africa”.

“Il nostro sostegno all’Oim e all’Unhcr – ricorda von der Leyen – rimane indispensabile: proteggere i migranti lungo le rotte da situazioni non sicure e riportarli a casa con un sostegno per ricostruire le loro vite, è una parte essenziale per limitare i movimenti successivi”. “Continueremo a rafforzare il nostro approccio su misura per sviluppare partenariati che possano dimostrare l’interesse reciproco di collaborare con l’Ue per prevenire l’immigrazione irregolare che mette a rischio così tante vite. Ciò deve essere fatto lungo tutte le rotte migratorie. In particolare, sulla rotta del Mediterraneo occidentale e dell’Atlantico, dobbiamo continuare a promuovere e rafforzare la nostra cooperazione sulla gestione della migrazione con il Senegal e la Mauritania, sulla base di un approccio globale”, conclude von der Leyen.

M.O., Ft: crescono timori per “assenza piano” dopoguerra a Gaza

M.O., Ft: crescono timori per “assenza piano” dopoguerra a GazaRoma, 25 ott. (askanews) – Israele deve ancora definire un piano dettagliato riguardo alla Striscia di Gaza una volta terminato il conflitto e questo sta alimentando il timore all’interno del governo israeliano e a Washington che l’operazione di terra israeliana contro Hamas nell’enclave palestinese possa iniziare senza un’adeguata preparazione per il dopoguerra. E’ quanto scrive il Financial Times, citando “diverse fonti al corrente delle discussioni” secondo cui Israele è impegnato, attraverso “diversi corpi militari israeliani e analisti esterni, a sviluppare una strategia per Gaza dopo la prevista offensiva terrestre”.

“Circa due settimane dopo i devastanti attacchi di Hamas, rimangono molte domande irrisolte sulla strategia di uscita di Israele e sugli obiettivi del dopoguerra”, scrive il quotidiano della City, e secondo alcune fonti “gli Stati Uniti hanno espresso direttamente le loro preoccupazioni a Israele”. “Non esiste un piano per il ‘giorno dopo’. Il sistema (israeliano) non ha ancora deciso – ha detto una fonte al Ft – gli americani sono impazziti quando hanno capito che non c’era nessun piano”.

In quelle che sono state descritte come conversazioni approfondite con funzionari israeliani, i funzionari americani hanno incoraggiato le controparti a pensare a come raggiungere i loro obiettivi militari, nel caso in cui i piani originali fallissero, e a immaginare il giorno dopo. “Siamo interessati a vedere settori e seguiti”, ha detto un funzionario americano, usando la terminologia militare per i diversi piani di battaglia e scenari post-invasione.

Macron arriva al Cairo, tour in M.O. costellato da mille tensioni

Macron arriva al Cairo, tour in M.O. costellato da mille tensioniMilano, 25 ott. (askanews) – Per Emmanuel Macron il complesso viaggio in Medio Oriente continua – tra fortissime tensioni politiche e la guerra in corso – questo pomeriggio in Egitto, tappa oggi annunciata e raggiunta, in un tour più ampio per prevenire l’escalation militare, dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre e rilanciare il “processo di pace” per la creazione di uno Stato palestinese. Oggi pomeriggio Macron incontra al Cairo il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, dopo aver visto in mattinata ad Amman il re Abdullah II di Giordania.

Non è un mistero che il conflitto tra Israele e Hamas sia un tema esplosivo in Francia, un paese dalla lunga storia coloniale che ospita le più grandi comunità ebraiche e arabo-musulmane d’Europa e dove le minacce si moltiplicano. Anche solo con attacchi di singoli estremisti, come da ultima l’uccisione di un insegnante ad Arras per mano di un uomo che gridava: “Allah Akbar” e che risultava già schedato. Il tour internazionale non ha offerto tuttavia a Macron grandi opportunità sinora per mettersi in luce in un ruolo di mediazione internazionale, mentre si moltiplicano le critiche nei confronti della posizione occidentale: il Qatar e la Turchia, ad esempio, – che hanno canali di comunicazione con Hamas e dicono di stare lavorando con i partner regionali per disinnescare il conflitto – hanno denunciato la politica dei “doppi standard” di alcuni paesi occidentali nella guerra tra Israele e Hamas. E il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha “annullato” tutti i suoi programmi di viaggio in Israele nonostante il recente riavvicinamento con la Turchia.

Questa mattina ci sono stati chiari “segnali che la posizione del monarca giordano – Re Abdullah incontrato oggi da Macron – nei confronti di Israele si sta irrigidendo di fronte al continuo assalto a Gaza”, afferma France 24 in un commento. Dopo il faccia a faccia Macron-Abdullah è arrivato un comunicato del Regno: “Il Re ha invitato la comunità internazionale a fare pressione urgentemente su Israele affinché fermi la guerra, protegga i civili e ponga fine all’assedio della Striscia”. Il tutto dopo le critiche pronunciate dalla regina Rania di Giordania che accusa l’Occidente di “doppio standard evidente” e mentre il bilancio delle vittime aumenta nella Gaza sotto assedio. “Chiediamo lo stop totale delle violenze e un cessate il fuoco”. Così il leader palestinese Abu Mazen in un incontro con il presidente francese. “Per me è stato essenziale tornare a Ramallah per incontrare il presidente dell’Autorità Palestinese” ha scritto Macron su X. “Le mie condoglianze alle vittime israeliane e palestinesi uccise dopo l’attacco terroristico di Hamas, che è una tragedia per israeliani e palestinesi” ha aggiunto.

Ieri in Cisgiordania Macron ha soprattutto voluto mostrare che il suo sostegno non è in una sola direzione. “Una vita palestinese vale come una vita israeliana”, ha insistito, invitando Israele a misurare la sua risposta agli attacchi senza precedenti di Hamas. “Vedo, sento la sofferenza delle popolazioni civili a Gaza”, ha aggiunto mentre gli abitanti di Gaza si ritrovano intrappolati nei bombardamenti israeliani contro Hamas. “La esortiamo, presidente Macron, a porre fine a questa aggressione”, gli ha risposto Abu Mazen. Ieri nella prima tappa in Israele, Macron aveva presentato le condoglianze a un “Paese amico, addolorato di fronte all’atto terroristico più terribile della vostra storia”, ma ha anche fatto discutere avanzando la richiesta di una coalizione internazionale contro Hamas sul modello di quella esistente contro l’Isis: feroce la reazione del leader del partito della sinistra radicale La France Insoumise (LFI), Jean-Luc Mélenchon. L’idea è approvata dalla destra classica, che tuttavia riconosce la difficoltà, ed è criticata dalla sinistra e dall’estrema destra. Macron “ha tirato fuori un annuncio dal cappello”, lo ha criticato il presidente del Raggruppamento Nazionale (di estrema destra) Jordan Bardella su Franceinfo, denunciando la “vaghezza” della proposta.

I morti intanto continuano ad aumentare dal 7 ottobre: sul versante israeliano sono state uccise più di 1.400 persone, soprattutto civili massacrati da Hamas, oltre agli ostaggi rapiti da Hamas. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza invece, dall’inizio degli incessanti bombardamenti da parte dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza, più di 5.700 palestinesi, per lo più civili, sono stati uccisi. (di Cristina Giuliano)