La posizione della Commissione Ue sul conflitto tra Israele e HamasBruxelles, 25 ott. (askanews) – La posizione della Commissione europea sul conflitto in corso in Israele e nella Striscia di Gaza è quella ufficiale espressa dall’ambasciatore dell’Ue all’Onu, Olof Skoog, a nome dei Ventisette e dell’Unione, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ieri a New York. E’ questa la risposta che ha dato il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer, a una giornalista che chiedeva di chiarire la linea dell’Ue, dopo le divergenze emerse recentemente, durante il briefing quotidiano per la stampa oggi a Bruxelles.
Un altro portavoce, Peter Stano, responsabile per la Politica estera, ha poi riassunto i punti principali della dichiarazione dell’ambasciatore all’Onu. “Le priorità per l’Ue – ha detto Stano – sono: fermare il lancio dei razzi di Hamas, la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas, il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale umanitario (e in particolare le Convenzioni di Ginevra, ndr), l’accesso urgente degli aiuti umanitari a Gaza e la loro consegna” agli abitanti della Striscia. Inoltre, ha aggiunto il portavoce, sempre riferendo sulla dichiarazione dell’ambasciatore all’Onu, “l’Ue vuole contribuire allo sforzo internazionale per riprendere i negoziati di pace con l’obiettivo ‘due popoli, due Stati’”.
Rispondendo a un’altra domanda, Stano ha poi precisato che l’Ue per ora “non chiede il cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza “per il semplice motivo che Hamas continua a colpire obiettivi civili in Israele” con il lancio senza sosta dei suoi razzi. “Hamas ha scatenato una guerra terroristica contro Israele, ha preso più di 200 ostaggi, e noi sosteniamo il diritto di Israele di difendersi da questi continui attacchi, e insistiamo sul fatto che questo deve essere fatto in linea con il diritto umanitario internazionale”, ha continuato il portavoce.
“I civili devono essere protetti e assistiti con gli aiuti umanitari, non devono essere obiettivo degli attacchi, e il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato”, ha concluso Stano. La dichiarazione dell’ambasciatore Skoog su questo punto, in realtà, è ancora più netta: “Condanniamo tutti gli atti diretti contro i civili e chiediamo la loro protezione, soprattutto dei bambini, ed esortiamo le parti a dar prova di moderazione e ricordare loro i propri obblighi ai sensi dei principi universali del diritto internazionale umanitario”.
“Chiediamo – precisa ancora l’ambasciatore – la protezione delle strutture mediche, delle scuole e delle sedi delle Nazioni Unite, nonché di altre infrastrutture destinate a facilitare la fornitura di assistenza umanitaria. Tutte le infrastrutture civili devono essere protette”.
Erdogan dice che Hamas non è gruppo terroristico. “Difende la sua terra”Roma, 25 ott. (askanews) – “Hamas non è un’organizzazione terroristica, ma un gruppo di liberazione e di mujaheddin che lotta per proteggere le proprie terre e i propri cittadini”. E’ quanto ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un incontro con il suo partito, secondo quanto riferisce l’agenzia Anadolu. “Avevamo un progetto per andare in Israele, è stato annullato, non andremo”.
“Non abbiamo alcun problema con lo Stato di Israele, ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse da Israele e il modo in cui agisce come organizzazione piuttosto che come Stato, e non lo faremo”.“Quasi la metà delle persone uccise negli attacchi israeliani a Gaza è rappresentata da bambini. Anche questo bilancio mostra che l’obiettivo è la brutalità premeditata per commettere crimini contro l’umanità”, ha insistito Erdogan. “Gli attacchi israeliani a Gaza sono una situazione che indica sia omicidio che malattia mentale”.
Iran, Hamas e Guterres, i tre fronti aperti di IsraeleRoma, 25 ott. (askanews) – “Le istruzioni per gli atti di terrorismo arrivano da un solo luogo, l’Iran”. Mentre sul piano diplomatico non si placano le polemiche per le parole del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, accusato da Israele di giustificare gli attacchi di Hamas, lo stato ebraico torna a puntare il dito contro il suo più potente nemico nella regione: la Repubblica islamica d’Iran. Secondo il portavoce delle forze armate Daniel Hagari, Teheran sosterrebbe il movimento estremista palestinese con soldi, tecnologia e addestramento. “Quando i rappresentanti iraniani in Iraq, Yemen e Libano agiscono, ciò avviene su ordine dell’Iran”, ha detto oggi in conferenza stampa. Un’accusa che giunge mentre il movimento sciita libanese Hezbollah conferma in una dichiarazione che il suo leader Hassan Nassrallah ha incontrato in Libano il capo della Jihad islamica palestinese Ziad Nahleh e il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri.
Una riunione, organizzata per discutere i modi in cui “l’asse della resistenza” dovrebbe agire per ottenere una “vera vittoria” a Gaza, e sugellata da una foto emblematica, che li mostra seduti in una stanza, proprio sotto le immagini, appese a un muro, del padre spirituale della Repubblica islamica, l’Ayatollah Khomeini, e del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei. Quest’ultimo, stamane, ha accusato gli Stati Uniti di “complicità” nei crimini perpetrati da Israele a Gaza. Lo Stato ebraico “si sta vendicando contro i civili perché ha fallito e fallirà contro la resistenza”, ha commentato, aggiungendo che “le visite dei leader di Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Francia mostrano la loro preoccupazione per il collasso di Israele”. Nell’attesa del via libera delle autorità di governo all’operazione di terra, rimandata di qualche giorno, Hagari ha intanto ribadito l’appello delle forze armate israeliane ai residenti del Nord di Gaza affinché si spostino verso Sud, aggiungendo che non dovrebbero ascoltare Hamas che dice loro di non abbandonare le loro abitazioni. Secondo il portavoce israeliano, si tratterebbe comunque di uno spostamento solo tenmporaneo; alla fine della guerra, tutti i palestinesi sfollati potranno tornare nel Nord della Striscia, ha precisato. D’altra parte, l’esercito continua a prendere di mira i suoi obiettivi nell’area. Nelle ultime ore sono state colpite centinaia di postazioni di Hamas, inclusi tunnel, quartier generali militari, depositi di armi, lanciatori di mortai e lanciamissili anticarro. I soldati dello Stato ebraico, in particolare, hanno puntato l’apparato operativo di emergenza di Hamas, considerato responsabile proprio della creazione di quei blocchi che hanno impedito agli abitanti di Gaza di evacuare verso aree più sicure nel sud della Striscia.
Secondo Hamas sono state almeno 80 le vittime palestinesi per gli attacchi della notte. Tra loro, ha reso noto lo Shin Bet, ci sarebbe anche il comandante del battaglione settentrionale Khan Yunis di Hamas, Tisir Mbasher, considerato vicino ad alti funzionari del gruppo estremista palestinese, incluso il capo del braccio militare, Muhammad Deif.Ma nelle ultime ore l’esercito israeliano è stato impegnato su almeno altri due fronti. Nel Nord ha risposto al lancio di due razzi dalla Siria, caduti in campo aperto. I raid aerei dello Stato ebraico, giunti in risposta all’attacco, hanno colpito lanciatori di missili e un radar vicino a Qarfa, nella regione di Daraa, e i magazzini della 12a Brigata corazzata a Izraa. Almeno otto militari siriani sono morti, secondo la stampa locale. In Cisgiordania, invece, i militari hanno lanciato un attacco con droni contro un gruppo di palestinesi armati che “hanno sparato e lanciato ordigni esplosivi”. Tre persone hanno perso la vita, più di 20 sono rimaste ferite, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Fornendo un bilancio complessivo delle vittime, il ministero della Sanità palestinese ha aggiunto che almeno 103 residenti sono morti negli attacchi di Israele in Cisgiordania dal 7 ottobre scorso. Si tratta solo di una piccola parte di quella che la regina Rania di Giordania ha definito alla Cnn “una catastrofe”. Proprio nel giorno in cui il presidente francese Emmanuel Macron è in visita ad Amman, per discutere della crisi mediorientale con il re Abdallah prima di recarsi al Cairo ed essere ricevuto dal presidnete Al Sisi, Rania ha accusato i leader dell’Occidente di un “evidente doppio standard” per non aver condannato la morte di civili sotto i bombardamenti israeliani. “Ci viene detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un’intera famiglia, sotto la minaccia delle armi, ma va bene bombardarli a morte? Voglio dire, qui c’è un evidente doppio standard”, ha detto. “Le persone in tutto il Medio Oriente, inclusa la Giordania” sono “semplicemente scioccate e deluse dalla reazione del mondo”, ha commentato. “Il 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto di difendersi e ha condannato l’attacco avvenuto”, ma “nelle ultime due settimane…stiamo vedendo il silenzio nel mondo,” ha insistito la regina, secondo la quale “è la prima volta nella storia moderna che si verifica una tale sofferenza umana e il mondo non chiede nemmeno un cessate il fuoco”. “Il silenzio è assordante, e per molti nella nostra regione rende complice il mondo occidentale”. Intanto, non si placano le polemiche per le ultime dichiarazioni del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che hanno creato grande indignazione in Israele, perché intese come una sorta di giustificazione del brutale attacco di Hamas. L’ambasciatore alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, che ha chiesto le dimissioni del leader Onu, ha confermato che lo stato ebraico negherà i visti ai funzionari del Palazzo di Vetro. “Abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario generale per gli Affari umanitari Martin Griffiths”, ha spiegato Erdan. “È giunto il momento di dare loro una lezione”, ha confermato alla radio militare, dopo che Guterres aveva detto che gli attacchi di Hamas non nascono dal nulla, considerando che “i palestinesi sono sottoposti a 56 anni di occupazione soffocante”. Il segretario Onu questa mattina è tornato sulla questione con un post su X che secondo la stampa israeliana avrebbe avuto l’intento di attenuare le polemiche. Di fatto, però, Guterres ha ribadito un paio di concetti già espressi ieri. “Le lamentele del popolo palestinese non possono giustificare gli orribili attacchi di Hamas”, ha scritto Guterres, che poi ha aggiunto: “Quegli orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.
Domani pomeriggio la crisi a Gaza sarà in cima all’agenda del vertice dei capi di Stato e di Governo europei. Alla vigilia della riunione, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha scritto ai primi ministri e presidenti di tutta l’Unione per esprimere “grave preoccupazione” per l’escalation delle violenze e la situazione umanitaria nella Striscia. “Dobbiamo discutere, in primo luogo, su come garantire con urgenza l’effettiva fornitura di aiuti umanitari e l’accesso ai bisogni più elementari. In secondo luogo, dobbiamo impegnarci, in un fronte unito e coerente, con i partner per evitare una pericolosa escalation regionale del conflitto”, ha sottolineato. Secondo Michel bisogna poi “rilanciare il processo di pace basato sulla soluzione dei due Stati”, che “è l’unica via da seguire”. “Infine”, ha concluso il presidente del Consiglio Ue, si dovranno “affrontare gli effetti di questo conflitto nell’Ue, esaminando le sue implicazioni per la coesione delle nostre società, la nostra sicurezza e i movimenti migratori”. (di Corrado Accaputo)
Il New York Times confuta il video dell’ospedale di Gaza presentato da IsraeleMilano, 25 ott. (askanews) – Un video presentato dall’esercito israeliano come prova che un razzo palestinese ha colpito l’ospedale Al-Ahli a Gaza viene confutato dal New York Times che afferma come la sequenza mostrerebbe in realtà un altro razzo. “Diversi video sincronizzati mostrano un proiettile, precedentemente identificato dalle autorità israeliane come un razzo palestinese, lanciato da Israele e fatto esplodere vicino al confine Israele-Gaza” scrive la testata.
La deflagrazione avvenne a ridosso della visita del presidente americano Joe Biden in Israele e provocò la cancellazione dell’incontro tra Biden e Abu Mazen. Hamas non ha prodotto resti di munizioni israeliane né alcuna prova fisica a sostegno della sua affermazione che Israele è responsabile. Il giornale Usa ha esaminato il videoclip proveniente da una diretta su Al Jazeera. Mostra un razzo apparentemente lanciato da Gaza che si disintegra a mezz’aria: “un’analisi visiva dettagliata del New York Times conclude che il video – tratto da una telecamera di Al Jazeera trasmessa in live streaming la notte del 17 ottobre – mostra qualcos’altro. Molto probabilmente il missile visto nel video non è quello che ha causato l’esplosione in ospedale”. Secondo Israele, il razzo è caduto sull’ospedale.
Secondo le autorità sanitarie locali, nell’esplosione di martedì 17 ottobre sono morte 471 persone. In precedenza l’e-service francese aveva riferito che non vi era alcuna indicazione che l’attacco fosse israeliano. L’ONU ha chiesto un’indagine sull’attacco. “Capire cosa sia successo è particolarmente complicato perché Israele e Hamas si sparano a vicenda dall’inizio della guerra” scrive il Nyt.
Spagna, Sumar: governo Sanchez più vicino, Podemos non dirà di noRoma, 25 ott. (askanews) – Definito un accordo di massima tra il Psoe del premier uscente Sanchez e la sinistra di Sumar, la strada per un nuovo governo a guida socialista sembra più sgombra. Oggi Sumar esprime la convinzione che anche l’altra sinistra, quella di Podemos, non avrà “alcun problema” a sostenere la nuova legislatura.
La portavoce di Sumar al Congresso dei Deputati, Marta Lois, ha infatti dichiarato che il suo partito è “convinto che Podemos non avrà alcun problema a sostenere questa legislatura”, nonostante il partito abbia definita “insufficiente” l’accordo di governo tra Psoe e Sumar. La Lois ha puntualizzato che il gruppo parlamentare di Sumar “è plurale, diverso”, perché “in esso sono inserite forze diverse”, tuttavia, ha previsto che Podemos “non avrà alcun problema a sostenere questa legislatura”, dato che quelle previste dall’accordo di governo “sono misure ambiziose condivise anche da questa forza politica”.
Inoltre, ha garantito che i negoziatori di Sumar, a cominciare da Nacho Álvarez, tuttora segretario alla politica di Podemos, “hanno lavorato anche a partire dal dialogo interno” e “trasmesso ai partiti tutte le informazioni necessarie”. Lois ha così ridimensionato le obiezioni del Ministro dell’Uguaglianza e Segretaria dell’Azione Governativa di Podemos, Irene Montero, che ieri da Bruxelles ha dichiarato di non essere a conoscenza dei dettagli dell’accordo. Lunedì il portavoce dell’esecutivo di Podemos, Pablo Fernández, ha testimoniato che il partito era “informato” dello sviluppo dei negoziati, e in virtù di tale informazione ha potuto qualificarne il contenuto come “insufficiente”.
In una successiva intervista a Radio Catalunya, raccolta sempre da questa agenzia, il portavoce del partito Movimiento Sumar, Ernest Urtasun, ha detto inoltre che la maggioranza governativa è stata raggiunta grazie al “buon risultato” di Sumar nelle elezioni generali dopo la battuta d’arresto nelle elezioni municipali, e che ciò è stato ottenuto con “generosità da parte di tutti”. Per questo ha chiesto “che tutti continuino a remare nella stessa direzione” per “andare avanti con la legislatura” e “che non si pensi sempre alle nostre questioni interne ma a risolvere i problemi dei cittadini”. Fonte Servimedia
Secondo Al Jazeera ci sono 7mila feriti negli ospedali di Gaza che rischiano di morireMilano, 25 ott. (askanews) – Sono 7.000 i feriti negli ospedali di Gaza a rischio di vita, ha detto ad Al Jazeera il ministero della Sanità di Gaza.
Gli ospedali ora rischiano di rimanere senza elettricità. Il motivo è che sono in gran parte alimentati da generatori di emergenza. E presto finirà il carburante. Anche l’organizzazione umanitaria delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi in Medio Oriente afferma che dovranno interrompere gli aiuti oggi stesso, se non riceveranno nuove consegne di benzina e diesel.
Dopo le parole di Guterres Israele ha deciso di negare i visti ai funzionari dell’OnuRoma, 25 ott. (askanews) – L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha affermato che Israele negherà i visti ai funzionari delle Nazioni Unite dopo le osservazioni del segretario generale Antonio Guterres che hanno creato grande indignazione nel Paese, perché intese come una sorta di giustificazione del brutale attacco di Hamas.
“A causa delle sue osservazioni ci rifiuteremo di rilasciare visti ai rappresentanti delle Nazioni Unite”, ha detto Erdan alla radio dell’esercito. “Abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario generale per gli affari umanitari Martin Griffiths”, ha spiegato Erdan. “È giunto il momento di dare loro una lezione”.
Il leader di Hezbollah ha incontrato i capi di Hamas e Jihad Islamica in LibanoRoma, 25 ott. (askanews) – Il capo di Hezbollah, Hassan Nassrallah, ha incontrato il capo della Jihad islamica palestinese Ziad Nahleh e il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri. Lo riferisce il quotidiano Haaretz, che pubblica una foto dell’incontro.
Secondo una dichiarazione di Hezbollah, i leader dei tre gruppi hanno discusso degli ultimi eventi nella Striscia di Gaza, compresi gli scontri in corso al confine tra Libano e Israele.Nassrallah, Nahleh e Al -Arouri hanno inoltre convenuto di continuare il coordinamento e il monitoraggio regolare degli sviluppi su base quotidiana e regolare, si aggiunge nella dichiarazione del movimento sciita libanese. Secondo quanto si legge sul quotidiano israeliano, i leader di Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica avrebbero anche discusso il modo in cui “l’asse della resistenza” dovrebbe agire per ottenere una “vera vittoria” a Gaza. In una fotografia diffusa durante l’incontro, e pubblicata dal quotidiano, si vedono Nassrallah, Nahleh e Al-Arouri seduti davanti a delle foto, appese a un muro, del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, e del padre spirituale della Repubblica islamica, l’Ayatollah Khomeini.
Guterres: le rimostranze dei palestinesi non giustificano HamasRoma, 25 ott. (askanews) – Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha publicato oggi su X un messaggio in cui ribadisce due concetti espressi ieri all’Onu, durante una dichiarazione che ha destato indignazione in Israele e polemiche in tutto il mondo. “Le lamentele del popolo palestinese non possono giustificare gli orribili attacchi di Hamas”, ha scritto Guterres, che poi ha aggiunto: “Quegli orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.
Le dischiarazioni social di Guterres, hanno trovato molto spazio sui quotidiani israeliani. Secondo il Times of Israel si tratta del tentativo di Guterres di “rimangiarsi le osservazioni” fatte all’Onu. Guterres ieri aveva detto che gli attacchi di Hamas contro Israele non nascono dal nulla, considerando che “i palestinesi sono stati sottoposti a 56 anni di occupazione soffocante” e che “le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi” del movimento integralista islamico palestinese.
“E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”, aveva aggiunto Guterres.
Rania di Giordania accusa: c’è un “doppio standard” dell’Occidente sui civili mortiRoma, 25 ott. (askanews) – La regina Rania di Giordania ha accusato i leader occidentali di un “evidente doppio standard” per non aver condannato la morte di civili sotto i bombardamenti israeliani a Gaza, mentre la guerra di Israele contro Hamas minaccia di destabilizzare le relazioni tra i leader americani e arabi.
Parlando alla Cnn, Rania ha detto che “le persone in tutto il Medio Oriente, inclusa la Giordania” sono “semplicemente scioccate e deluse dalla reazione del mondo a questa catastrofe che si sta svolgendo”. “Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a un evidente doppio standard nel mondo”, ha aggiunto. “Il 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto di difendersi e ha condannato l’attacco avvenuto… ma quello che stiamo vedendo nelle ultime due settimane… stiamo vedendo il silenzio nel mondo,” ha insistito la regina.”Questa è la prima volta nella storia moderna che si verifica una tale sofferenza umana e il mondo non chiede nemmeno un cessate il fuoco”, ha aggiunto Rania. “Quindi il silenzio è assordante – e per molti nella nostra regione rende complice il mondo occidentale”.
“Ci viene detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un’intera famiglia, sotto la minaccia delle armi, ma va bene bombardarli a morte? Voglio dire, qui c’è un evidente doppio standard”, ha commentato ancora. “È semplicemente scioccante per il mondo arabo”.