Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Raid israeliano con i droni a Jenin: tre persone uccise

Raid israeliano con i droni a Jenin: tre persone ucciseRoma, 25 ott. (askanews) – Tre persone sono state uccise oggi in Cisgiordania dopo che l’esercito israeliano ha lanciato un attacco con droni contro un gruppo di palestinesi armati che “hanno sparato e lanciato ordigni esplosivi”. Lo hanno riferito fonti sanitarie citate dall’Afp.

Più di 20 persone sono rimaste ferite nell’attacco, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando Wissam Bakr, direttore dell’ospedale governativo di Jenin. L’esercito israeliano ha affermato in un comunicato di aver svolto “attività antiterrorismo” nell’area, ma non ha menzionato le vittime. Ha affermato di avere risposto a un attacco da parte di quelli che ha definito “terroristi armati”, che “hanno sparato e lanciato ordigni esplosivi contro le forze di sicurezza israeliane”. In risposta, uno dei suoi droni d’attacco ha “colpito i terroristi!. “Non è stato segnalato alcun ferito tra le forze di sicurezza israeliane”, hanno reso noto le forze armate.

Usa, Emmer ritira candidatura a speaker Camera

Usa, Emmer ritira candidatura a speaker CameraRoma, 24 ott. (askanews) – Il deputato Tom Emmer del Minnesota, il repubblicano numero 3 alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha ritirato la sua candidatura alla carica di speaker di questo ramo del Parlamento poche ore dopo essersi assicurato la nomina del suo partito diviso, e dopo che una rapida reazione da destra, inclusa quella dell’ex presidente Donald J. Trump, ha pregiudicato le sue possibilità di essere eletto.

La brusca uscita di scena di Emmer segnalato – sottolinea il New York Times – che i repubblicani sono più lontani che mai dal superare una situazione di stallo che ha lasciato il Congresso senza leader paralizzandolo per tre settimane. Ciò ha reso Emmer il terzo repubblicano questo mese ad essere scelto per guidare il partito, solo per vedere la sua poco dopo la sua candidatura crollare in un ciclo apparentemente infinito di elezioni del G.O.P. rancori, conflitti di personalità e spaccature ideologiche. Nelle ultime settimane i repubblicani sono riusciti a respingere tutti e tre i loro principali leader.

La Camera dei rappresentanti è oramai stata paralizzata per gran parte del mese mentre i repubblicani litigano su chi dovrebbe essere al comando, anche se le guerre infuriano all’estero e si avvicina la chiusura del governo.

Medio Oriente, Blinken all’Onu: l’unica soluzione è creare due Stati per due popoli. Aiutateci a costruirla

Medio Oriente, Blinken all’Onu: l’unica soluzione è creare due Stati per due popoli. Aiutateci a costruirlaNew York, 24 ott. (askanews) – “L’unica strada verso una pace e una sicurezza durature nella regione. L’unico modo per uscire da questo orribile ciclo di violenza è creare due Stati per due popoli”, Così ha dichiarato il segretario di stato americano Antony Blinken intervenendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu che si sta tenendo a New York sulla crisi in Medio Oriente dopo l’attacco di Hamas ad Israele lo scorso 7 ottobre, specificando che nessuno si fa “illusioni su quanto sarà difficile raggiungere una soluzione a due Stati”, ma ha invitato a non “rinunciare alla pace”.

“Aiutateci a costruire quella soluzione. Aiutateci a prevenire la diffusione della guerra” ha ribadito il segretario di Stato, che ha aggiunto: “Non ci sarebbe vittoria più grande per Hamas di permettere alla sua brutalità di portarci sulla via del terrorismo e del nichilismo. Non dobbiamo lasciare che Hamas possa scegliere per noi”.

Meta, 42 Stati Usa accusano: crea dipendenza in bambini e teenager

Meta, 42 Stati Usa accusano: crea dipendenza in bambini e teenagerRoma, 24 ott. (askanews) – Un gruppo bipartisan di 42 procuratori generali di altrettanti Stati Usa ha annunciato di aver citato in giudizio Meta per le funzionalità che creano dipendenza rivolte a bambini e adolescenti. I procuratori generali di 33 stati hanno intentato una causa federale contro Meta nel distretto settentrionale della California, mentre altri 9 procuratori stanno presentando istanza nei propri stati, secondo un comunicato dell’ufficio del procuratore generale di New York Letitia James.

Non è la prima volta che un’ampia coalizione di autorità giudiziarie statali Usa si unisce per attaccare Meta. Nel 2020, 48 stati e territori hanno citato in giudizio la società su basi antitrust, al fianco di una denuncia separata della Federal Trade Commission. Meta ha progettato i suoi prodotti Facebook e Instagram per mantenere i giovani utenti più a lungo sulle piattaforme e per farli ritornare ripetutamente, sostengono i procuratori. Secondo la denuncia federale, Meta a questo scopo si è avvalsa della progettazione dei suoi algoritmi, delle notifiche e degli avvisi molto numerosi e dello scorrimento “infinito” dei feed della piattaforma. L’azienda usa anche funzionalità che secondo i magistrati hanno un impatto negativo sulla salute mentale degli adolescenti attraverso i paragoni sociali o la promozione della dismorfia corporea, come i “like” o i filtri fotografici.

Il ricorso federale accusa inoltre Meta di aver violato il Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) raccogliendo dati personali di utenti sotto i 13 anni senza il consenso dei genitori. Secondo i procuratori Meta è ben consapevole degli effetti negativi che la sua architettura potrebbe avere sui suoi giovani utenti. “Sebbene Meta abbia pubblicamente negato e minimizzato questi effetti dannosi, non può invocare in modo credibile l’ignoranza”, ha scritto l’ufficio di James in un comunicato stampa. “I documenti di ricerca interni di Meta mostrano la consapevolezza che i suoi prodotti danneggiano i giovani utenti. In effetti, gli studi interni commissionati da Meta – e tenuti riservati fino a quando non sono stati divulgati da un informatore e segnalati pubblicamente – rivelano che Meta è a conoscenza da anni di questi gravi danni associati al tempo trascorso dai giovani utenti sulle sue piattaforme”.

L’ex dipendente di Facebook Frances Haugen ha suscitato scalpore 2021 dopo aver fatto trapelare documenti interni dell’azienda che rivelavano ricerche interne sui suoi prodotti. Una serie di documenti sull’impatto di Instagram sugli adolescenti ha rilevato che “il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano a disagio con il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio”, ha riferito il Wall Street Journal prima che Haugen rendesse nota la sua identità. “Condividiamo l’impegno dei procuratori generali nel fornire agli adolescenti esperienze online sicure e positive e abbiamo già introdotto oltre 30 strumenti per supportare gli adolescenti e le loro famiglie”, ha affermato il portavoce di Meta Andy Stone in una nota. “Siamo delusi dal fatto che, invece di lavorare in modo produttivo con le aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all’età per le numerose app utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali abbiano scelto questa strada.”

Tra gli stati che hanno intentato causa federale ci sono California, Colorado, Louisiana, Nebraska, New York, Carolina del Sud, Washington e Wisconsin.

Guterres: attacchi di Hamas non nascono dal nulla. La replica di Israele: giustificazione “scioccante”

Guterres: attacchi di Hamas non nascono dal nulla. La replica di Israele: giustificazione “scioccante”Roma, 24 ott. (askanews) – Gli attacchi di Hamas contro Israele non nascono dal nulla, considerando che i palestinesi sono sottoposti a 56 anni di “occupazione soffocante”. Lo ha sottolineato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aprendo la riunione speciale del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla crisi in Medio Oriente.

“Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”, ha affermato, sottolineando che “le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi” del movimento integralista islamico palestinese. “E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”, ha aggiunto Guterres. Guterres si è detto inoltre “profondamente preoccupato per le chiare violazioni del diritto umanitario internazionale a cui stiamo assistendo a Gaza”.

I palestinesi “hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti, tormentata dalla violenza, la loro economia soffocata, la loro gente sfollata e le loro case demolite”, ha aggiunto, “Le loro speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite”. “In un momento cruciale come questo”, ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, “è fondamentale essere chiari sui principi, a partire da quello fondamentale del rispetto e della protezione dei civili”.

Le dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres non sono piaciute affatto a Israele L’ambasciatore dello stato ebraico presso l’Onu, Gilad Erdan, ha attaccato aspramente le affermazioni del numero 1 del Palazzo di Vetro, affermando che dimostrano come sia “completamente scollegato dalla realtà della nostra regione”. Ha aggiunto che le sue osservazioni rappresentano una giustificazione “scioccante” per il terrorismo e gli omicidi.

Guerra in Medio Oriente, il segretario generale Onu Guterres: è necessario il cessate-il-fuoco umanitario immediato

Guerra in Medio Oriente, il segretario generale Onu Guterres: è necessario il cessate-il-fuoco umanitario immediatoRoma, 24 ott. (askanews) – In Medio Oriente è più che mai necessario un immediato cessate-il-fuoco umanitario, “per alleviare le grandi sofferenze, rendere più facile e sicura la consegna degli aiuti e facilitare il rilascio degli ostaggi”. Lo ha sottolineato di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il segretario generale, Antonio Guterres.

“La situazione in Medio Oriente si fa di ora in ora più drammatica. La guerra a Gaza infuria e rischia di estendersi a tutta la regione”, ha aggiunto il numero uno del Palazzo di Vetro.

Macron in Israele: serve coalizione internazionale contro Hamas

Macron in Israele: serve coalizione internazionale contro HamasMilano, 24 ott. (askanews) – Gli israeliani “non si sentano soli”: giornata intensa per il capo di Stato francese, Emmanuel Macron che oggi si candida a diventare il primo leader occidentale a incontrare Abu Mazen nel quartier generale dell’Autorità Palestinese dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, dopo una giornata intensa tra Tel Aviv e Gerusalemme prima con l’omologo israeliano Isaac Herzog e poi con un intenso faccia a faccia con il premier Benjamin Netanyahu.

Accanto a quest’ultimo Macron ha proposto di “costruire una coalizione internazionale” contro Hamas o di utilizzare eventualmente quella di “Inherent Resolve” che già combatte contro lo Stato islamico in Iraq e Siria, ampliandola per includere la lotta contro il gruppo paramilitare palestinese islamista, sunnita e fondamentalista. Coalizione già esistente insomma, guidata dagli Usa e da altri Paesi ma senza Israele. Ma i contorni dell’operazione non sono chiari e interpellato, l’Eliseo ha spiegato che “l’idea è quella di attingere all’esperienza della Coalizione internazionale contro Isis e vedere quali aspetti possono essere replicati contro Hamas”. Intanto dalla Francia l’opposizione si scatena proprio sull’onda delle dichiarazioni sulla coalizione e il leader di France Insoumise (Lfi), Jean-Luc Mélenchon, ha bocciato la proposta Macron che interpreta così in un tweet: “significa che la Francia partecipa alla guerra contro Hamas. Dove? Quando? A Gaza? Adesso? Allora dov’è il cessate il fuoco?”. Insomma le parole del capo di stato odierne porterebbero a concetti ben lontani da quella “fine della colonizzazione” in Cisgiordania prefigurata dall’Eliseo giusto ieri, nel delineare i temi della visita del presidente.

INHERENT RESOLVE La coalizione internazionale auspicata da Macron – secondo la ben informata BfmTv – si potrebbe sviluppare sullo stesso modello di quella che attualmente guida l’operazione internazionale “Inherent Resolve” in Medio Oriente.

Nata nel 2014, riunisce 80 Paesi in lotta contro l’Isis. Per la Francia, si tratta dell’operazione “Chammal”, lanciata il 19 settembre 2014 e che fornisce in particolare “sostegno militare alle forze irachene impegnate nella lotta contro Isis”, indica il Ministero delle Forze Armate francesi sul suo sito web. Sul posto, gli aerei da combattimento Rafale (fino a poco tempo fa anche i Mirage 2000). L’operazione prevede anche una componente di addestramento per circa 600 soldati iracheni. “Per Israele, il coinvolgimento francese in una coalizione internazionale del tipo Inherent Resolve potrebbe quindi assumere – spiega BfmTv, considerata da sempre tra i media più vicini a Macron – la forma di attacchi aerei, ma anche della mobilitazione della flotta francese nel Mediterraneo e ad Abu Dhabi, o anche di mezzi aerei e di intelligence di stanza in Giordania”. Resta da vedere – si fa notare – se altri paesi chiave di questa coalizione internazionale, a cominciare dagli Stati Uniti, vorranno partecipare ad una nuova coalizione dello stesso tipo per combattere Hamas. Secondo le informazioni di BfmTv, finora ci sarebbe stato un coordinamento nelle dichiarazioni dei diversi alleati occidentali sulla questione del Medio Oriente.

LA REAZIONE DI ISRAELE Sull’altro lato Netanyahu senza commentare direttamente le parole del suo ospite, ha pronunciato un discorso particolarmente duro. Forse il più determinato dall’inizio del conflitto, e caratterizzato da un significativo parallelismo tra il nemico di oggi e i responsabili dell’Olocausto. Per lui quelli di Hamas “sono i nuovi nazisti” e i bambini ebrei in questi sanguinosi giorni sono stati costretti a “nascondersi nelle soffitte” proprio “come Anna Frank”, mentre i terroristi di Hamas imperversavano in tutto il sud all’inizio di questo mese. Lo riporta Times of Israel. Non solo: il mitragliamento di ebrei innocenti da parte di Hamas è paragonabile alla fucilazione di massa di quasi 34.000 ebrei a Babyn Yar di Kiev nel 1941, ha aggiunto, definendo l’attacco il peggiore vissuto da Israele dalla seconda guerra mondiale. I registri e il tono dei due leader erano molto vicini, quasi coincidenti. Se per l’israeliano “Hamas è pericoloso per la civiltà”, il capo di Stato francese ha assicurato alla popolazione israeliana la “solidarietà” e l’ “emozione” della Francia, stimando che con 30 francesi morti, l’attentato costituisce “una pagina nera nella nostra stessa storia”. “I nostri due paesi sono legati dallo stesso lutto”, ha dichiarato Macron, insieme con il primo ministro israeliano. Ricordando che 9 sono ancora ostaggi. Macron ha anche invitato l’Iran, potente sostenitore di Hamas, e i suoi alleati regionali, gli Hezbollah libanesi e gli Houthi nello Yemen, a “non correre il rischio di aprire nuovi fronti”, invocando “un deciso rilancio del processo politico con i palestinesi”, in un momento in cui il rischio di un inasprimento del conflitto preoccupa la comunità internazionale.

Guerra in Medio Oriente, arrestata attrice arabo-israeliana: accusata di sostenere Hamas

Guerra in Medio Oriente, arrestata attrice arabo-israeliana: accusata di sostenere HamasRoma, 24 ott. (askanews) – La polizia israeliana ha arrestato la nota attrice arabo-israeliana Maisa Abd Elhadi con l’accusa di “espressioni di elogio e incitamento all’odio” per un post su Instagram sull’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso.

Le forze di sicurezza israeliane hanno precisato sul proprio account X che l’attrice è finita in manette per il post che mostra la foto di un bulldozer che rompe la recinzione che circonda la Striscia di Gaza, con il commento “Let’s go Berlin style” (seguiamo lo stile berlinese, ndr). Come ricorda il quotidiano israeliano Haaretz, la scorsa settimana il procuratore di Stato, Amit Aisman, ha dato il suo sostegno a “indagini, detenzioni e processi contro chiunque esprima lode o sostegno per le atrocità”. E sono decine gli israeliani, in maggioranza arabi, fermati e arrestati per dichiarazioni fatte su Gaza dal 7 ottobre scorso: 40 quelli arrestati, altri interrogati e ammoniti.

M.O., Macron da Netanyahu, Tajani: “14 gli italiani a Gaza”

M.O., Macron da Netanyahu, Tajani: “14 gli italiani a Gaza”Roma, 24 ott. (askanews) – L’esercito israeliano è “pronto e determinato” per la prossima fase della guerra ed è in attesa di istruzioni politiche. Nessuna speranza di tregua a breve termine, dunque, neppure per agevolare la già difficile trattativa in corso per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, mediata da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Non lascia spazio a dubbi di sorta il portavoce delle Forze armate dello Stato ebraico, Daniel Hagari, che prevede “settimane di combattimenti”, proprio mentre fonti governative israeliane indicano che l’attesa operazione di terra a Gaza potrebbe essere rinviata di qualche giorno. E una guerra “non brevissima” si attende anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, la cui priorità resta “portare in salvo gli ostaggi”. Sono 14 gli italiani a Gaza, mentre al confine con il Libano c’è ancora “un gruppo di connazionali abbastanza consistente”. E’ “uno dei luoghi bersagliati da Hezbollah”, ha precisato il ministro, che ha indicato in circa 18.000 i connazionali presenti in Israele, “che vedono passare razzi e missili sulle loro teste”.

Tajani ha discusso con alcuni di loro durante una riunione all’Unità di crisi della Farnesina, e in due diversi interventi a Sky e Radio Uno ha sottolineato che “bisogna fare di tutto perché l’Iran e il Libano siano tenuti fuori” dal conflitto. Le minacce di Teheran e gli sporadici attacchi di Hezbollah sono al momento solo dei “segnali politici” di “sostegno” ad Hamas, ma “non ancora una dichiarazione di guerra”, ha spiegato il titolare della Farnesina. Con il movimento sciita libanese in particolare si resta nell’ambito di “attacchi e risposte proporzionate”, che comunque destano “preoccupazione” e impongono di “mantenere l’attenzione alta”. Saranno poi le Nazioni Unite, eventualmente, a decidere se cambiare le regole d’ingaggio dei militari di Unifil, in caso di ulteriore e pericoloso allargamento del conflitto. Nella notte, intanto, Israele ha continuato a bombardare i suoi obiettivi nella Striscia, colpendo oltre 400 postazioni di Hamas, facendo almeno 140 vittime e “centinaia di feriti”, con “decine di abitazioni distrutte”. Negli ultimi giorni, l’esercito israeliano ha intensificato i suoi attacchi contro questa enclave palestinese di 362 km2, dove sono ammassati 2,4 milioni di palestinesi; un assedio che li sta privando di cibo, acqua ed elettricità almeno dal 9 ottobre scorso, 48 ore dopo il brutale attacco di Hamas allo Stato ebraico. Gli aiuti internazionali hanno cominciato ad arrivare sabato, attraverso l’Egitto, con una cinquantina di camion carichi di beni di prima necessità. Troppo pochi per l’Onu, secondo cui ne servirebbero almeno 100 al giorno.

Anche gli italiani bloccati nell’area hanno ricevuto “qualcosa da mangiare e da bere”, ha precisato Tajani, che ha parlato di “7 connazionali” presenti nella Striscia, assieme ad “altri 7 con doppia cittadinanza italo-palestinese e 4-5 familiari con passaporto solo palestinese, soprattutto bambini”. “Solo un’italiana vuole rimanere” a Gaza, “perché è un’operatrice della Croce Rossa e lo ritiene un suo dovere”, ha detto il ministro. Ciò che continua a mancare nella Striscia, invece, è il carburante. Israele ne impedisce la consegna per timore che possa essere sottratto da Hamas e utilizzato per alimentare i lanci di razzi contro lo Stato ebraico. “Quel poco che è stato consegnato lo hanno già rubato”, ha fatto sapere il governo. Roma, 24 ott. (askanews) – E mentre la guerra prosegue, la diplomazia internazionale continua a muoversi per impedire un’ulteriore escalation del conflitto e un allargamento regionale che risulterebbe catastrofico. La priorità è sempre quella di salvare gli ostaggi in mano ad Hamas. Un’urgenza ribadita nuovamente oggi dal Cremlino e confermata anche dal presidente francese Emmanuel Macron. “Tutti, senza distinzione” devono essere riconsegnati, ha detto. L’inquilino dell’Eliseo è arrivato in Israele per incontrare le famiglie delle persone disperse, il presidente Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu, e si recherà poi a Ramallah, dove sarà ricevuto dal presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. A fronte delle immagini di “violenza pura e crudeltà” dei giorni scorsi, durante il suo incontro con il capo dello Stato francese, Netanyahu ha insistito sul fatto che Hamas rappresenta “una minaccia alla civiltà”. Macron, da parte sua, ha evidenziato la necessità di costruire una coalizione contro il movimento estremista palestinese, che ieri ha rilasciato altri due ostaggi, Yocheved Lifshitz, 85 anni, e Nurit Kuper, 79 anni, entrambi di nazionalità israeliana e provenienti dal Kibbutz Nir Oz. “Ho passato l’inferno. Non avremmo mai pensato che sarebbe successo questo”, ha detto oggi Lifshitz, confermando di avere camminato per chilometri lungo “un gigantesco sistema di tunnel, come ragnatele”. “Non c’era distinzione tra vecchi e giovani. È stato molto doloroso. Mi hanno colpito alle costole e mi hanno reso difficile respirare”, ha dichiarato negli stessi minuti in cui Macron ha iniziato il suo incontro con Netanyahu.

Il premier d’Israele è stato nuovamente sollecitato nelle ultime ore dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden sulla “necessità di garantire aiuti umanitari urgenti a Gaza”. Mentre dichiarazioni di fuoco sono arrivare da Doha, tradizionalmente vicina ad Hamas e con un ruolo importante di mediazione nella trattativa per il rilascio di tutte le persone trattenute con la forza a Gaza. “Diciamo basta. A Israele non dovrebbe essere dato il via libera per l’uccisione incondizionata”, ha detto l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani. “La pericolosa escalation minaccia la regione e il mondo”. Un rischio che va evitato anche per la Cina. Il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi ha confermato al suo omologo Eli Cohen che la Cina resta impegnata per una soluzione del conflitto, ma ha anche chiesto a Israele di adottare misure efficaci per proteggere la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni cinesi. “Tutti i paesi hanno il diritto all’autodifesa, ma dovrebbero rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere la sicurezza dei civili”, ha commentato. (di Corrado Accaputo)

Appello di Macron a Netanyahu: “Costruire una coalizione contro Hamas”

Appello di Macron a Netanyahu: “Costruire una coalizione contro Hamas”Milano, 24 ott. (askanews) – Israele il 7 ottobre ha subito “l’atto terroristico peggiore della vostra storia” e per questo serve costruire una coalizione contro Hamas. Lo ha detto incontrando il primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme il presidente francese Emmanuel Macron.

“Violenza pura e crudeltà. L’atto che avete subito oltrepassa qualsiasi comprensione”, ha aggiunto Macron. “Una pagina nera della nostra storia”, ha detto. “Hamas è un gruppo terroristico che ha come obiettivo la distruzione dello stato di Israele”, ha dichiarato Macron, facendo appello a costruire una “coalizione” contro Hamas. La lotta tuttavia “non può essere senza regole” soprattutto perché condotta da democrazie.