L’Agenzia internazionale per l’energia: la domanda di combustibili fossili sarà al picco prima del 2030Roma, 24 ott. (askanews) – La domanda di petrolio, carbone e gas naturale è destinata a raggiungere il picco prima della fine di questo decennio, con la quota dei combustibili fossili nella fornitura energetica mondiale che scenderà al 73% entro il 2030, dopo essere stata “ferma per decenni intorno all’80%”. Lo ha pronosticato l’Agenzia internazionale per l’energia nel suo World Energy Outlook 2023.
È in corso anche una trasformazione nel modo in cui il pianeta viene alimentato, con la “fenomenale crescita delle tecnologie energetiche pulite” come l’energia eolica, solare, le pompe di calore e le auto elettriche che giocano un ruolo fondamentale, secondo una dichiarazione che accompagna il rapporto. Anche le emissioni di anidride carbonica legate all’energia raggiungeranno il picco entro il 2025. Nonostante questi cambiamenti epocali, l’AIE afferma che sono necessari maggiori sforzi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, obiettivo dell’accordo di Parigi.
L’organizzazione con sede a Parigi prevede “quasi 10 volte più auto elettriche sulle strade di tutto il mondo” nel 2030, con “una quota di fonti rinnovabili nel mix elettrico globale prossima al 50%” dal 30% circa di oggi. Tra le altre cose, le pompe di calore – così come altri sistemi di riscaldamento elettrico – sono avviate a superare le caldaie che utilizzano combustibili fossili. “Se i paesi mantenessero i loro impegni nazionali in materia di energia e clima in tempo e in toto, i progressi nell’energia pulita sarebbero ancora più veloci”, afferma l’Agenzia.
“Tuttavia, sarebbero necessarie misure ancora più forti per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi”, ha aggiunto. “Allo stato attuale, la domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo elevata per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi”, si legge nella nota. Il rapporto dell’Aie afferma che il suo scenario sulla base delle politiche dichiarate è ora “associato a un aumento della temperatura di 2,4 gradi nel 2100 (con una probabilità del 50%)”.
L’Onu sollecita un flusso di aiuti a Gaza senza ostacoliMilano, 24 ott. (askanews) – L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha chiesto un flusso senza ostacoli di assistenza umanitaria a Gaza.
“Chiediamo un flusso continuo e senza ostacoli di assistenza umanitaria e medica per continuare ad arrivare a Gaza”, ha affermato Tamara Alrifai, portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) secondo Haaretz. “I camion arrivati finora sono solo un rivolo di fronte agli immensi bisogni della gente per strada”, ha aggiunto.
Tajani: il conflitto in Medio Oriente non sarà brevissimoRoma, 24 ott. (askanews) – “Il conflitto non sarà brevissimo, ma bisogna fare di tutto perché l’Iran e il Libano siano tenuti fuori”, “la situazione è complessa e può cambiare da un momento all’altro, di minuto in minuto”: lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Start su Sky Tg24, ricordando che “il diritto di Israele di difendersi è stato riconosciuto anche ieri all’Ue” e che “Hamas non è il popolo palestinese. “E’ giusto che Hamas sia colpita da Israele perchè attacca Israele e usa come scudo i palestinesi”, ha aggiunto il ministro. “Stiamo lavorando in tutti i modi possibili per garantire la sicurezza degli italiani a Gaza, che sono seguiti con grande attenzione. Sappiamo che grazie ai convogli umanitari, hanno ricevuto qualcosa da mangiare e da bere. Ci sono notizie abbastanza confortanti sui nostri concittadini” nell’area, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, dopo aver ricordato che oltre agli ostaggi in mano ad Hamas “c’è un gruppo di italiani abbastanza consistente nel nord” della Striscia, “in uno dei luoghi bersagliati da Hezbollah”. “L’ambasciata al Cairo è pronta ad andare a recuperare i nostri connazionali quando ci sarà l’apertura del valico di Rafah”, ha aggiunto Tajani.
La Bce dice che la stretta del credito bancario è più netta del previstoRoma, 24 ott. (askanews) – La contrazione del credito bancario nell’area euro prosegue e più rapidamente del previsto. Nel terzo trimestre si è verificata una “consistente diminuzione” della domanda di prestiti da parte delle imprese, in parallelo a cali della domanda per mutui e sul credito al consumo delle famiglie. Lo riporta la Bce nella sua indagine periodica (Bank lending survey) secondo cui nel periodo in esame – tra il 15 settembre e il 2 ottobre, presso un campione di 157 banche – gli istituti hanno riportato un ulteriore inasprimento dei criteri di concessione del credito, più forte di quanto essi stessi prevedessero nell’indagine precedente.
La quota netta di banche che ha riportato strette sulle erogazioni di prestiti si è infatti attestata al 12%, solo marginalmente in calo rispetto al 14% del precedente trimestre. Secondo la Bce “l’inasprimento accumulato dal 2022 è stato rilevante”. Nel terzo trimestre la quota netta di inasprimento è stata dell’11% sui mutui e del 16% sul credito al consumo e “in entrambi i casi ha superato di molto le precedenti aspettative”.
Queste dinamiche riflettono la stretta di politica monetaria effettuata dalla stessa Bce, sia mediante continui aumenti dei tassi di interesse – ne ha decisi 10 in maniera consecutiva dall’estate del 2022 – sia di fatto drenando ingenti quantitativi di liquidità dal mercato, mediante operazioni sulle aste di rifinanziamento a lungo termine alle banche (Tltro). A contribuire a spingere gli istituti di credito alla serrata hanno pesato, secondo l’indagine “maggiori percezioni di rischio collegate alle prospettive dell’economia e alle situazioni specifiche dei creditori e meno tolleranza, da parte delle banche, sia sul sul rischio che sulle posizioni di scarsa liquidità”.
Infine, secondo le banche consultate l’effetto positivo per i loro margini sui tassi di interesse (derivante dai recenti aumenti dei tassi ufficiali) dovrebbe “gradualmente abbattersi”. L’indagine viene pubblicata a due giorni da un nuovo consiglio direttivo della Bce, che dopo questa stretta monetaria senza precedenti nella storia dell’istituzione ora dovrebbe arrestare la manovra rialzista sui tassi di interesse. Le decisioni di politica monetaria verranno annunciate alle 14 e 15 di giovedì.
L’emiro del Qatar Al Thani: nessuna libertà di “uccisione incondizionata” a IsraeleRoma, 24 ott. (askanews) – L’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, ha affermato oggi che a Israele non dovrebbe essere dato il via libera per “l’uccisione incondizionata”.
Nel suo discorso annuale per l’apertura del Consiglio consultivo della Shura dello stato arabo del Golfo, Al Thani ha affermato che i combattimenti tra Israele e Hamas rappresentano una pericolosa escalation che minaccia la regione e il mondo. “Diciamo basta. A Israele non dovrebbe essere dato il via libera per l’uccisione incondizionata”, ha detto Al Thani. “La pericolosa escalation minaccia la regione e il mondo”, ha aggiunto il leader di Doha, vicino ai palestinesi e mediatore per il rilascio degli ostaggi di Hamas.
Israele non farà entrare carburante a Gaza, Hamas lo usa per alimentare i razziRoma, 24 ott. (askanews) – Israele non concederà il permesso di trasportare carburante nella Striscia di Gaza poiché teme che il gruppo palestinese Hamas possa rubarlo e utilizzarlo per alimentare i razzi lanciati contro lo Stato ebraico: lo ha ribadito opggi Mark Regev, consigliere senior del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
“La decisione del governo è che il carburante non entrerà perché sarà rubato da Hamas e sarà usato da loro per alimentare i razzi che verranno lanciati su Israele per uccidere la nostra gente”, ha detto Regev alla Cnn. Regev ha ricordato che una piccola quantità di carburante è stata fatta entrare attraverso il valico di Rafah al confine tra Egitto e Gaza, ma è stata rubata. Israele ritiene che il carburante sia stato utilizzato per scopi militari.
Nelle ultime 24 ore Israele ha ucciso tre leader di Hamas e colpito 400 obiettiviRoma, 24 ott. (askanews) – Il portavoce delle Forze armate israeliane ha annunciato che l’esercito ha ucciso nella notte tre vice comandanti di Hamas. Secondo quanto spiegato, nelle ultime 24 ore gli aerei da combattimento israeliani hanno colpito più di 400 obiettivi militari nella Striscia di Gaza, compresi quartier generali operativi e aree di raccolta di Hamas, nonché agenti armati che si stavano preparando ad attaccare Israele. Il governo di Hamas ha annunciato questa mattina in un comunicato che almeno 140 persone sono state uccise durante un’altra notte di attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Il movimento islamico palestinese ha denunciato anche “centinaia di feriti” e “decine di case distrutte”. Ieri, nel suo ultimo bilancio generale, il governo di Hamas ha annunciato che più di 5.000 persone, tra cui più di 2.000 bambini, sono state uccise dall`inizio della guerra, il 7 ottobre.
Biden torna a chiedere a Netanyahu di garantire gli aiuti umanitari a GazaMilano, 24 ott. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha telefonato al premier israeliano Benjamin Netanyahu sottolineando “la necessita di garantire gli aiuti umanitari urgenti a Gaza”, lo ha fatto sapere la Casa Bianca. Come scrive il Guardian, il colloquio è avvenuto dopo che un convoglio di 20 camion ha avuto il permesso di entrare nella Striscia dall’Egitto attraverso il valico di Rafah. Le Nazioni Un ite hanno comunque precisato che il carburante non era inserito tra questi aiuti e le riserve palestinesi so no previste in esaurimento nell’arco di due giorni. Secondo l’ONU per la sopravivenza dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza, dei quali 1,4 milioni sono ora senza una casa, servirebbero 100 camion di aiuti al giorno.
Guerra in Medio Oriente, Borrell: fermare la catastrofe umanitaria, garantire l’accesso agli aiutiBruxelles, 23 ott. (askanews) – Condannare il terrorismo di Hamas, ma allo stesso tempo affrontare la catastrofe umanitaria dell’assedio di Gaza da parte di Israele; esigere da Israele che rispetti il diritto internazionale umanitario; aumentare l’accesso degli aiuti umanitari attraverso Rafah, alla frontiera tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, consentendo anche il passaggio di carburante per alimentare i generatori elettrici e i dissalatori per l’acqua potabile; restare in relazione e collaborare con i paesi arabi per scongiurare un allargamento del conflitto; rilanciare il processo politico di pace con l’obiettivo dei due Stati. Sono i punti essenziali indicati dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Affari esteri svoltosi oggi a Lussemburgo.
Borrell, che ha parlato per buona parte in spagnolo, ha iniziato con un omaggio all’enorme sofferenza del popolo ebraico nella storia, che si ripete oggi con gli attacchi terroristici di Hamas. “Credo – ha detto – che nessuno meglio del popolo ebraico possa sapere quanti danni un essere umano può arrecare a un altro essere umano. Nessuno più del popolo ebraico, che ha sofferto così tante persecuzioni nel corso dei secoli, per conoscere i danni che possono essere causati malignamente cercando di nuocere e far soffrire a un essere umano i peggiori trattamenti. La lunga storia del popolo ebraico, soprattutto in Europa, ci fa comprendere fino a che punto la sofferenza possa essere tanto orribile quanto quella causata da questo attacco di Hamas”.“Ma allo stesso tempo – ha continuato – dobbiamo affrontare la catastrofe umanitaria che si sta sviluppando a Gaza, ed entrambe le cose devono essere fatte insieme: condannare gli attacchi terroristici ed evitare il più possibile la crisi umanitaria. E per questo è fondamentale che sia possibile per gli aiuti umanitari accedere a Gaza, e raggiungere le persone che ne hanno bisogno.
“Ci sono stati i primi convogli, ma – ha lamentato Borrell – molto ridotti; prima della guerra a Gaza arrivavano cento camion al giorno, ora ne arrivano venti, quando i bisogni sono molto maggiori. Questi primi convogli sono un segnale positivo, ma devono aumentare in velocità e quantità, e devono fornire medicine e cibo”.“I ministri – ha aggiunto – sono stati d’accordo sul fatto che dovranno fornire anche il combustibile necessario per il funzionamento dei dissalatori e la produzione di elettricità. Perché fondamentalmente – ha spiegato l’Alto Rappresentante – l’acqua a Gaza viene ottenuta da pozzi o dissalatori dell’acqua di mare. E come funzionano questi impianti? Funzionano con l’elettricità. E come viene prodotta l’elettricità? È generata con il carburante. Se non c’è il combustibile non c’è l’elettricità, se non c’è l’elettricità non c’è l’acqua. E se vogliamo l’accesso all’acqua per la popolazione di Gaza – ha sottolineato -, dobbiamo essere favorevoli anche alla fornitura del carburante necessario a tale scopo, attraverso i convogli di aiuti umanitari”.
“Ecco perché il sostegno all’Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ndr) è essenziale; e devo rammaricarmi – ha detto l’Alto Rappresentante – della morte di quasi 30 agenti dell’Unrwa nell’esercizio delle loro funzioni” durante questo assedio. “Il sostegno alla popolazione di Gaza è essenziale. E gli Stati membri, i ministri, hanno concordato che questo sostegno finanziario sia mantenuto e continuato, in linea con le risorse di bilancio che gli sono dedicate”.“Abbiamo anche studiato le relazioni con altri attori internazionali. Bisogna evitare – ha avvertito Borrell – un’escalation regionale. È chiaro che la Russia sta cercando di trarre vantaggio da questa situazione attraverso massicce campagne di disinformazione”.
“Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo finale, che è la soluzione a due Stati. Ma se ne parla da trent’anni, e ogni volta sembra allontanarsi, al punto che il numero dei coloni nei territori della Cisgiordania si è triplicato nei trent’anni trascorsi dagli accordi di Oslo”, ha ricordato l’Alto Rappresentante.Con i ministri dei Ventisette, ha continuato, “abbiamo discusso delle prospettive di pace nella regione e deciso che l’Europa deve impegnarsi a rilanciare un processo politico. Ne avevamo lanciato uno che ci ha portato a un importante incontro a New York durante l’Assemblea generale Onu di settembre, ma dopo quello che è successo gli obiettivi di questo progetto sono troppo brevi; dobbiamo rivitalizzare, rafforzare le nostre ambizioni, alzarne il livello. Dovremo approfondire le relazioni con i nostri colleghi dei Paesi arabi per vedere entro quale perimetro l’azione politica può fermare questo ciclo di violenza”.“Questa – ha ricordato ancora Borrell – è la quinta guerra che vedo a Gaza, e ho sentito dire molte volte ‘questa volta la finiremo a Hamas’. L’ho sentito troppe volte”.“È importante, come ha affermato il presidente Biden, tenere conto anche della situazione del popolo palestinese a Gaza. Credo – ha osservato – che il discorso del presidente Biden alla nazione americana, alla vigilia del nostro vertice di Washington, contenesse elementi molto importanti riguardo alla moderazione che è necessaria nella risposta a un attacco brutale come quello subito da Israele”.“Ebbene, poiché non c’è dubbio che il presidente Biden sia amico di Israele, permettetemi – ha concluso Borrell – di fare mie le parole che ha detto riguardo alla necessità di dimostrare la nostra volontà di salvare anche le vite dei palestinesi, e che Israele faccia la guerra secondo le regole della guerra”.
Erdogan firma: ok all’adesione della Svezia nella Nato. Il primo ministro svedese: non vediamo l’oraRoma, 23 ott. (askanews) – Il presidente turco Racip Tayyip Erdogan ha firmato il protocollo di adesione della Svezia alla Nato che è stato trasmesso al parlamento turco. Lo ha reso noto l’ufficio per le comunicazioni turche, citato dall’agenzia di stampa Anadolu.
Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha dichiarato che il suo Paese “non vede l’ora di diventare membro della Nato” dopo che Recep Tayyip Erdogan ha firmato il protocollo per l’adesione della Svezia nella Nato, trasmettendolo al parlamento turco per la ratifica. “Sono lieto di sapere che il presidente turco Erdogan ha consegnato i documenti di ratifica al parlamento turco”, ha scritto su X, l’ex Twitter, il premier, “Ora spetta al parlamento occuparsi della questione”.