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M.O., Pentagono: non siamo in guerra con Houthi, azioni difensive

M.O., Pentagono: non siamo in guerra con Houthi, azioni difensiveMilano, 19 gen. (askanews) – Gli Stati Uniti non sono in guerra con i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen, nonostante i ripetuti attacchi contro obiettivi appartenenti al gruppo, dice un portavoce del Pentagono. “Non cerchiamo la guerra. Non intendiamo dire che siamo in guerra. Non vogliamo vedere una guerra regionale”, ha detto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh. Ha poi sottolineato che gli Houthi continuano a lanciare missili da crociera e missili antinave contro marinai innocenti e navi mercantili nel Mar Rosso. E parla di “azioni difensive” intraprese “in conformità con gli ordini permanenti del Segretario e del Presidente, riflettendo il diritto intrinseco a difenderci da un attacco o dalla minaccia di un attacco imminente” ha aggiunto.

I ribelli yemeniti Houthi intanto – secondo la Afp – hanno rivendicato questa mattina presto gli attacchi contro una nave mercantile americana in transito nel Golfo di Aden, un nuovo attacco del gruppo filo-iraniano che, secondo Washington, non ha però causato alcun danno. “Le forze navali delle forze armate yemenite (così viene chiamato il braccio armato degli Houthi, ndr) hanno effettuato un’operazione mirata contro una nave americana, la Chem Ranger, nel Golfo di Aden con diversi missili antinave, alcuni dei quali hanno centrato l’obiettivo”, hanno affermato in una nota. Il comando militare americano in Medio Oriente (Centcom) ha confermato che gli Houthi avevano effettivamente preso di mira, ma con “due missili”, la nave mercantile Chem Ranger senza però raggiungerla come sostengono i ribelli.

L’equipaggio “ha visto i missili colpire l’acqua vicino alla nave” e “non ci sono state segnalazioni di feriti o danni”, ha aggiunto Centcom. Secondo il sito specializzato Marine Traffic, la Chem Ranger è una petroliera americana battente bandiera delle Isole Marshall che si è trovata nei giorni scorsi al largo delle coste dello Yemen. L’Agenzia britannica per la sicurezza marittima (UKMTO) ha segnalato un incidente a 115 miglia nautiche a sud-est della città di Aden con un’esplosione a 30 metri dalla nave e ha precisato che un drone era stato rubato nelle vicinanze.

M.O., Netanyahu: contrario a creazione Stato palestinese

M.O., Netanyahu: contrario a creazione Stato palestineseRoma, 18 gen. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è contrario a qualsiasi ipotesi di creazione di uno Stato palestinese e ha informato l’Amministrazione Biden di questa sua posizione: lo ha reso noto lo stesso Netanyahu nel corso di una conferenza stampa tenuta a Tel Aviv.

“In qualsiasi futuro accomodamento Israele deve poter controllare la sicurezza di tutta la regione ad ovest del Giordano, e questo contrasta con l’idea di sovranità: non c’è nulla da fare. Il Primo ministro deve essere in grado di dire no ai nostri amici”, ha concluso. Di fatto, Netanyahu – al di là dell’impegno a conseguire una “vittoria totale” su Hamas, non importa quanto tempo sia necessario – ha sempre evitato fino ad ora di specificare quali siano i suoi piani per lo status dei Territori palestinesi una volta terminato il conflitto.

Un’ambiguità che gli è stata contestata anche all’interno del governo di unità nazionale, con gli alleati centristi che hanno più volte chiesto che la questione venga discussa nell’ambito dell’esecutivo, minacciando in caso contrario di rompere la coalizione – e come sempre più frequente, Netanyahu è comparso in conferenza stampa da solo.

M.O., Netanyahu: cessate-il-fuoco sarebbe messaggio debolezza

M.O., Netanyahu: cessate-il-fuoco sarebbe messaggio debolezzaRoma, 18 gen. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “un cessate-il-fuoco” a Gaza rappresenterebbe un “messaggio di debolezza” e che non scenderà a compromessi se non per la “vittoria totale su Hamas”.

Netanyahu ha affermato – si legge su Haaretz – che “contrariamente a quanto dicono, la guerra continua su tutti i fronti” e ha promesso che continuerà fino a quando non saranno restituiti tutti gli ostaggi, Hamas sarà sconfitto e la Striscia di Gaza sarà smilitarizzata. “Fermare la guerra senza raggiungere i nostri obiettivi danneggerà la sicurezza di Israele per generazioni, creerà un messaggio di debolezza e il prossimo massacro sarà solo una questione di tempo”, ha dichiarato il premier dello stato ebraico. Netanyahu ha aggiunto che Israele controllerà la sicurezza della Striscia di Gaza anche dopo la fine della guerra e controllerà tutto quello che vi entra.

Crea il suo Sanremo, l’iniziativa di RaiNews.it

Crea il suo Sanremo, l’iniziativa di RaiNews.itRoma, 18 gen. (askanews) – Aspettando la 74ma edizione del Festival di Sanremo, RaiNews.it presenta uno speciale che permetterà agli utenti di creare e ricreare il proprio puzzle della storia del Festival della canzone italiana.

Una bacheca digitale di foto, video, audio e fatti che hanno colpito la memoria e le emozioni di tutti. Dalle immagini in bianco e nero degli esordi a quelle delle ultime edizioni. Sarà possibile vedere, filtrare e mixare gli elementi e condividerli sui social. E persino segnalare le proprie memorie da aggiungere. Lo speciale “Crea il tuo Sanremo” di RaiNews.it è diviso in categorie: non solo l’ordine cronologico delle decadi dal 1950 al 2020, ma anche i momenti indimenticabili, le meteore, i volti iconici e i look, senza tralasciare i ribelli che hanno animato le serate del Festival. Incrociando filtri e decadi, apparirà e si ricreerà ogni volta un collage diverso di immagini e suggestioni.

Il look spregiudicato di Achille Lauro, quello da educanda di una giovane Gigliola Cinquetti, gli abiti vaporosi degli anni Cinquanta e la memorabile mise punk con cui Anna Oxa si presentò la prima volta al Festival. E ancora, si potrà spaziare dalla performance di Domenico Modugno alla farfallina di Belen, da Adriano Celentano che canta dando le spalle al pubblico alla prima di Vasco Rossi nel 1982 con “Vado al Massimo” al leader degli U2 Bono Vox che scende dal palco per inchinarsi davanti a Mario Merola. Parte integrante del progetto sono i contributi postati sui social ufficiali di RaiNews. Reel e caroselli, in cui verranno condivise le storie più peculiari e le immagini più belle, saranno alternati alle interazioni con gli utenti, a cui chiederemo di contribuire suggerendo quali personaggi e storie vorrebbero vedere inseriti nella bacheca. Lo speciale, a cura del desk Interactive Storytelling della redazione RaiNews.it, vivrà prima, durante e dopo la 74° edizione del Festival di Sanremo, e sarà integrato con la home page dedicata al Festival che ospiterà la copertura multimediale dell’evento, dai servizi dei Telegiornali alle interviste, i backstage e le maratone in diretta delle conferenze stampa, delle prove e delle serate.

Spagna, camera riforma costituzione, abolita parola “disabile”

Spagna, camera riforma costituzione, abolita parola “disabile”Roma, 18 gen. (askanews) – La Sessione Plenaria del parlamento spagnolo ha approvato il disegno di legge concordato tra PSOE e PP per riformare l’articolo 49 della Costituzione, con 312 voti a favore e 32 contrari, al fine di eliminare l’espressione “disabile” e sostituirla con “persone con disabilità’.

Tutti i partiti tranne Vox hanno sostenuto la proposta di riforma, che ora proseguirà la sua elaborazione al Senato. Il nuovo testo prevede, tra gli altri punti, la sostituzione del termine ‘disabile’ con l’espressione ‘persone con disabilità’, l’obbligo dei poteri pubblici di “attuare le politiche necessarie a garantire la piena autonomia personale e l’inclusione sociale in ambienti universalmente accessibili” del gruppo e un’attenzione particolare ai minori e alle donne con disabilità. In questo modo, la Costituzione si allinea ai trattati internazionali firmati dalla Spagna e, in particolare, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

Una numerosa delegazione del Comitato spagnolo dei rappresentanti delle persone con disabilità (Cermi) ha applaudito il risultato dalla tribuna, dove ha seguito la votazione. GRAZIE DI CUORE

Dopo il dibattito, il presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha preso la parola rivolgendosi ai rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità presenti, ai quali ha rivolto “un sentito ringraziamento” per aver promosso la riforma. “Questo merito è vostro e solo vostro”, e ha chiesto “perdono per tanti anni in cui la Costituzione” ha chiamato questa categoria du oersibe con il termine ‘disabile’. “Sono consapevole che siamo in ritardo”, ha ammesso, sottolineando come, con questa modifica dell’articolo 49, “riconosciamo che le persone con disabilità sono soprattutto persone e, quindi, soggetti di diritti”.

Ha ammesso che “cambiare una parola non significa cambiare la realtà, ma questo era necessario”. “Riconosciamo quindi che la disabilità non impedisce giuridicamente l’esercizio della piena autonomia, ma sono piuttosto l’ambiente e le barriere, gli ostacoli” a discriminare. “È tempo di trasformare l’uguaglianza formale in uguaglianza reale, le parole in azioni”, ha affermato. La deputata Lourdes Méndez ha espresso a nome di Vox il rifiuto di questa proposta di riforma. A suo avviso questo accordo tra PP e PSOE “serve ad attenuare la debolezza di un governo che dipende dai capricci dei suoi partner nazionalisti”. Per questo ha chiesto “spiegazioni” al PP riguardo al suo cambio di posizione, dato che questa formazione si era opposta alla riforma nella scorsa legislatura. Con fonte Servimedia

Il Financial Times: c’è un piano arabo da offrire a Israele per fermare la guerra e creare uno Stato palestinese

Il Financial Times: c’è un piano arabo da offrire a Israele per fermare la guerra e creare uno Stato palestineseRoma, 18 gen. (askanews) – Gli Stati arabi starebbero lavorando a un’iniziativa per garantire un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza come parte di un piano più ampio che potrebbe offrire a Israele una normalizzazione delle relazioni se accettasse passi “irreversibili” verso la creazione di uno Stato palestinese. Secondo quanto si legge sul Financial Times, un alto funzionario arabo ha detto che sperano di presentare il piano – che potrebbe includere la proposta di formalizzazione dei legami tra l’Arabia Saudita e Israele – entro poche settimane, nel tentativo di porre fine alla guerra tra Israele e Hamas e prevenire lo scoppio di un conflitto più ampio in Medio Oriente.

Funzionari arabi avrebbero discusso il piano con i governi statunitense ed europeo, che dovrebbero accettare di riconoscere formalmente uno Stato palestinese, o sostenere la piena adesione dei palestinesi all’Onu. “Il vero problema è che c’è bisogno di speranza per i palestinesi, non possono essere solo benefici economici o la rimozione dei simboli dell’occupazione”, ha detto la fonte citata dal quotidiano finanziario. Martedì il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, ha detto che Riad avrebbe “certamente” riconosciuto Israele come parte di un accordo politico più ampio. “Siamo d’accordo sul fatto che la pace regionale include la pace per Israele, ma ciò potrebbe avvenire solo attraverso la pace per i palestinesi, ottenuta attraverso uno Stato palestinese”, ha detto ad un panel al World Economic Forum di Davos.

M.O., Herzog a Davos mostra foto di Kfir: compie un anno, liberiamolo

M.O., Herzog a Davos mostra foto di Kfir: compie un anno, liberiamoloRoma, 18 gen. (askanews) – Dopo 104 giorni di prigionia da parte di Hamas, l’ostaggio più giovane in mano al gruppo estremista palestinese, Kfir Bibas, compie oggi un anno. A ricordarlo a tutti, durante il suo interventyo al Forum economico mondiale, è stato il presidente israeliano Isaac Herzog, che ha mostrato una foto del bambino ai partecipanti.

“Questo è Kfir Bibas. Kfir oggi festeggia un anno dalla sua nascita. Esattamente un anno fa, è nato dai suoi genitori, Shiri, sua madre, e suo padre, Yarden. Suo fratello è Ariel,” ha detto Herzog. “Non si sa dove si trovi. Sappiamo che è stato rapito da Hamas. Sappiamo che questi barbari terroristi hanno preso lui, sua madre, suo fratello e suo padre. Sappiamo che stanno attraversando l’inferno e non sappiamo dove si trovino”, ha insistito. “Il nemico”, ha insistito il presidente israeliano, secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, “sta sostanzialmente sostenendo lo jihadismo, celebrando e glorificando il terrore, celebrando e glorificando il rapimento di Kfir Bibas”. “Da qui, da questo incredibile palcoscenico mondiale, invito l’intero universo a lavorare senza fine per liberare Kfir e tutti gli ostaggi che sono lì”, ha concluso.

Il presidente israeliano Herzog a Davos: soluzione due Stati? Prima servono garanzie di sicurezza

Il presidente israeliano Herzog a Davos: soluzione due Stati? Prima servono garanzie di sicurezzaRoma, 18 gen. (askanews) – Nella Striscia di Gaza “dobbiamo andare a negoziare con chi potrebbe essere un potenziale partner”. Lo ha sottolineato il presidente israeliano, Isaac Herzog, nel suo intervenuto al World Economic Forum di Davos.

Lo Stato ebraico, ha affermato, vuole un “futuro in cui possiamo vivere insieme, Gaza può essere gestita bene

Il Pakistan lancia missili in Iran, colpito villaggio al confine. La Cina si offre come mediatore

Il Pakistan lancia missili in Iran, colpito villaggio al confine. La Cina si offre come mediatoreRoma, 18 gen. (askanews) – Il Pakistan ha condotto raid all’interno dell’Iran contro i militanti Baluchi, due giorni gli attacchi iraniani in territorio pakistano. Lo hanno riferito fonti dell’intelligence pakistana ai media. Secondo i media iraniani diversi missili hanno colpito un villaggio nella provincia iraniana del Sistan-Baluchistan intorno alla città di Saravan, vicino al confine con il Pakistan, provocando diversi morti, tra cui donne e bambini. “Due uomini sono stati uccisi nell’attacco missilistico di questa mattina in uno dei villaggi di confine di Saravan, portando il bilancio delle vittime a nove”, spiega l’agenzia di stampa ufficiale Irna, citando Alireza Marhamati, vice governatore della provincia iraniana del Sistan-Baluchistan. In precedenza i media iraniani avevano riportato la morte di tre donne e quattro bambini, tutti non iraniani.

Il ministero degli Esteri pachistano ha confermato che l’aeronautica del Paese ha effettuato una serie di attacchi militari “altamente coordinati” contro un commando ribelle all’interno del territorio dell’Iran in cui “sono stati uccisi un certo numero di terroristi” in un’operazione “basata su attività di intelligence”, secondo quanto riferito in una nota. Il ministero ha precisato che le sue azioni erano mirate solo ai “terroristi” conosciuti come Sarmachar. “Questa azione è una manifestazione della ferma determinazione del Pakistan nel proteggere e difendere la propria sicurezza nazionale da tutte le minacce”, ha affermato il ministero degli Esteri. Il Pakistan ha affermato di “rispettare pienamente” la “sovranità e l’integrità territoriale” dell’Iran e che “l’unico obiettivo dell’atto di oggi era il perseguimento della sicurezza e dell’interesse nazionale del Pakistan, che è fondamentale e non può essere compromesso”. Karachi “continuerà a prendere tutte le misure necessarie per preservare la sicurezza e l’incolumità” del suo popolo.

Intanto, la Cina si è offerta come mediatore tra Iran e Pakistan dopo i reciproci bombardamenti nella zona di frontiera. La Cina è pronta a svolgere un ruolo costruttivo nella mediazione di una soluzione pacifica tra Pakistan e Iran dopo gli scontri transfrontalieri di questa settimana, ha detto il console generale cinese a Karachi, Yang Yundong. “La Cina vorrebbe chiedere al Pakistan e all’Iran di svolgere un ruolo costruttivo per risolvere le differenze tra i due paesi”, ha detto Yang all’emittente pachistana Geo. Il diplomatico cinese ha descritto il Pakistan e l’Iran come i paesi più importanti nella regione e nel mondo musulmano, ed ha espresso la speranza di una soluzione pacifica e diplomatica delle tensioni.

Dal Checco (Assafrica): con Piano Mattei grandi benefici per Italia

Dal Checco (Assafrica): con Piano Mattei grandi benefici per ItaliaRoma, 18 gen. (askanews) – Italia e Africa, Italia e Medio Oriente. Rapporti decennali che, nonostante le difficili congiunture geopolitiche, vanno avanti e prospettano opportunità di crescita, win-win, con approcci nuovi e innovativi. Particolare interesse desta il continente africano anche grazie al Piano Mattei, che il governo presenterà alla Conferenza Italia-Africa a fine gennaio, e promuove il Continente e l’internazionalizzazione ad esso collegata in un’ottica nuova, come spiega il presidente di Confindustria Assafrica&Mediterraneo Massimo Dal Checco intervistato da askanews.

“Tutto il mondo sta andando a investire in Africa – sottolinea Dal Checco – e i Paesi del continente, i diversi governi, si trovano a un bivio, devono scegliere tra andare più verso il mondo occidentale, ma con regole molto severe in termini di sostenibilità ed etica del modo di lavorare, oppure andare verso un mondo dove le regole sono meno puntuali che è quel mondo cinese, russo e dei Paesi non in linea con principi dell’Occidente. Questa è una scelta che sarà fatta a macchia di leopardo” e il 2024 “sarà un anno in cui vedremo come queste traiettorie verranno definite e confidiamo che quel modo di lavorare che abbiamo noi occidentali, e spero a maggior vantaggio italiano, possa portare dei benefici per tutto il nostro mondo industriale”. Un obiettivo che potrà essere raggiunto anche grazie al Piano Mattei. “Il modo di lavorare italiano è completamente diverso” da quello di russi e cinesi “e da questo anche il nome della strategia. Mattei era riuscito con la nostra Eni a essere molto più competitivo delle Sette sorelle americane, che gestivano il petrolio e nonostante Mattei avesse in mano una società più piccola riuscì a conquistare in maniera importante fette di territorio in Africa, perché lasciava in termini di alleanze e partnership metà della ricchezza che veniva prodotta sul territorio”, evidenzia il presidente della più anziana Confindustria estera, con oltre 140 associati, attiva da oltre 40 anni in 70 Paesi di Medio Oriente, Mediterraneo e Africa.

“Questo modo di fare business in termini non predatori ha portato un riconoscimento molto importante sia in termini di crescita della società che di relazioni con le comunità locali. E questo modo di lavorare è un po’ la filosofia di questo Piano Mattei: riuscire ad avere grandi opportunità per le nostre imprese e creare una serie di relazioni con le persone africane che abbiano continuità nel tempo”, aggiunge. Per fare questo, però, bisogna attivare percorsi virtuosi e attrattivi prima dei diretti concorrenti: Russia, Cina e anche Turchia: “Chi è cresciuto tantissimo negli ultimi 10 anni è la Turchia, che ha avuto un ruolo importantissimo sul mercato economico africano e ha avuto una crescita molto sostenuta ed è stato un vero competitor, nuovo, perché c’era ma non così presente – spiega il presidente di Assafrica e Mediterraneo – La Cina, d’altra parte, ha conquistato una parte molto importante dell’Africa ma con regole tutte loro, non essendo obbligata a seguire le regole Occidentali e con una quantità di denaro spropositata. Sono cresciuti molto dove hanno trovato governi corrotti o deboli nella gestione della parte finanziaria. La Cina ha un modo di lavorare completamente diverso dal nostro. Soprattutto quando si tratta di grandi opere portano tutto dalla Cina, anche la manodopera, non lasciando nessun tipo di ricchezza al territorio. E se per caso devono fare manutenzioni pluriennali lasciano lì la comunità cinese per questo tipo di lavoro”.

Dal Checco sottolinea come l’intera zona di competenza di Assafrica&Mediterraneo copra un’area vastissima da dividere in diversi settori per essere meglio compresa. Prima di tutto tra Medio Oriente e Africa, “due mondi abbastanza differenti” e poi nelle tre aree del continente africano, che hanno situazioni e condizioni spesso distanti. “Il Medioriente è un’area in fortissima evoluzione” con un’attenzione “alla sostenibilità nonostante siano ancora basati su vecchie fonti energetiche”, ma gli investimenti “che verranno fatti in particolare in Arabia Saudita nei prossimi anni sono enormi, si parla di tre trilioni di dollari, cifre anche difficili da scrivere”. In questa area del mondo, secondo Dal Checco, “la qualità di tutto ciò che viene offerto dall’Italia è molto apprezzata, sia in termini classici, la moda il cibo, il modello dell’hospitality, che già conosciamo, ma anche in termini di competenze ingegneristiche c’è un riconoscimento molto forte a differenza di qualche anno fa quando si guardava di più al mondo anglosassone”.

L’area dell’Africa, invece, pone “differenze enormi da una nazione all’altra e non solo per macroaree”, “abbiamo l’area del Mediterraneo dove dopo la Primavera araba ancora si soffre in alcune nazioni: si va dal Marocco che si può considerare una regione europea per il modello che ha, alla Libia dove sappiamo che ci sono problemi un po’ più gravi. La ripartenza dell’area mediterranea è più complicata”. “Poi abbiamo l’area del Sahel che è l’area più critica perché è quella dove ci sono più terre rare, miniere di metalli preziosi e anche governi più deboli”, quindi “qui si concentra la parte più predatoria” e “c’è una forte presenza russa anche di mercenari che destabilizzare i governi”. Infine, “l’area subsahariana, che è molto differente se ha avuto influenze francesi, anglosassoni, spagnole o portoghesi, ma che è un’area che dal 2000 è in crescita di una media tra il 6-7% anno, e anche durante il periodo pandemico non hanno mai avuto grandi crisi e il Pil non è mai andato in terreno negativo”, questa è “un’area di forti opportunità che ha purtroppo una narrativa, anche in Italia, sbagliata, se ascoltiamo soltanto la stampa si fa di tutta l’erba un fascio, raccontando di un’Africa tutta in difficoltà, ma così non è, tant’è che tutti i Paesi vanno a fare investimenti in questo Continente e in particolare nell’area subsahariana”. Dal Checco sottolinea: “Il lavoro che abbiamo fatto come Confindustria in questi anni è stato sensibilizzare le imprese a vedere cosa si poteva fare, e lo abbiamo fatto anche con l’aiuto delle grandi aziende italiane che sono nostre associate, come Eni, Enel, Webuilt, Saipem” tra le altre, e grazie “agli oltre 40 anni di lavoro i rapporti con i governi si sono consolidati tantissimo. Questo consolidamento è quello che poi oggi porta i risultati, perché nell’ultimo anno ho incontrato tra presidenti e primi ministri almeno 10-12 leader dell’area, persone che decidono i veri investimenti in questi Paesi”. Negli ultimi anni, Confindustria Assafrica&Mediterraneo ha siglato più di venti accordi e Memorandum of Understanding (MoU) con associazioni imprenditoriali, camere di commercio e agenzie per la promozione degli investimenti dei paesi dell’Africa e del Medio Oriente, al fine di promuovere e rafforzare la collaborazione economica, industriale e commerciale con queste regioni. “Abbiamo un vantaggio fortissimo in questo momento – conclude Dal Checco – anche grazie alla velocità di reazione durante la crisi energetica, quando, in meno di quattro mesi, appoggiandosi ai partner in Medio oriente e in Africa, l’Italia è riuscita a ripristinare una fornitura a cui avevamo dovuto rinunciare da parte russa. Questa velocità con cui Eni nello specifico è riuscita a reagire, ha permesso al governo di pensare a un nuovo sviluppo dell’Africa” che punta, tra le altre cose, a vedere in modo diverso anche il “problema dell’immigrazione, che pur essendo inevitabile, potremmo gestire in modo più ordinato”, “facendo formazione, insegnando l’italiano e creando partnership win-win”. “Se la maggior parte dell’Africa cresce secondo questi principi anche l’immigrazione del futuro sarà un’immigrazione diversa da quella a cui siamo abituati oggi che è senza competenze”, fa notare Dal Checco. (di Daniela Mogavero)