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Biden: perseguiamo la pace, 100 milioni di dollari per Gaza e Cisgiordania

Biden: perseguiamo la pace, 100 milioni di dollari per Gaza e CisgiordaniaRoma, 18 ott. (askanews) – “Dobbiamo perseguire la pace, il cammino che porti a due popoli che coesistono in pace e armonia, la soluzione a due Stati. Lavoriamo affinché Israele possa vivere in armonia con i paesi vicini”, ha detto il presidente americano Joe Biden in conferenza stampa da Tel Aviv.

“Chiedo a Israele, alla comunità globale, che la Croce Rossa Internazionale possa visitare gli ostaggi” ha anche affermatro, tra le altre cose, Biden, aggiungendo l’annuncio di “100 milioni di dollari di nuovi finanziamenti statunitensi per l’assistenza umanitaria sia a Gaza che in Cisgiordania. Questo finanziamento sosterrà più di 1 milione di sfollati palestinesi colpiti dal conflitto, compresi i bisogni di emergenza a Gaza”.

Israele evacua le ambasciate in Marocco ed Egitto

Israele evacua le ambasciate in Marocco ed EgittoRoma, 18 ott. (askanews) – Israele ha evacuato il personale delle proprie ambasciate a Rabat, in Marocco, e al Cairo, in Egitto, alla luce delle manifestazioni sulla situazione a Gaza e il timore che possano degenerare. Lo riferisce il quotidiano Yediot Ahronoth, precisando che lo stato di massima allerta è stato annunciato in tutte le ambasciate israeliane nel mondo e che sono stati disposti trasferimenti da paesi sensibili a paesi più sicuri. Il personale diplomatico non deve uscire dalle proprie abitazioni se non necessario.

Gaza, proteste e scontri in Turchia e a Tunisi. L’Egitto proclama 3 giorni di lutto

Gaza, proteste e scontri in Turchia e a Tunisi. L’Egitto proclama 3 giorni di luttoRoma, 18 ott. (askanews) – Manifestazioni in Turchia e a Tunisi, il giorno dopo la strage (non ancora chiarito del tutto da parte di chi) a un ospedale a Gaza. Migliaia di manifestanti si sono riuniti nuovamente oggi davanti all’ambasciata francese a Tunisi, per esprimere la loro rabbia contro l’attacco mortale contro un ospedale nella città palestinese di Gaza che ha provocato centinaia di morti. “Il licenziamento dell’ambasciatore è un dovere”, hanno scandito i manifestanti che accusano la Francia, così come gli Stati Uniti, di essere “alleati dei sionisti” nella guerra tra Israele e Hamas, secondo quanto osservato dai giornalisti dell’AFP.

Manifestazioni si sono tenute in diverse città della Turchia dopo il bombardamento di ieri all’ospedale Al-Ahli di Gaza con scontri tra polizia e dimostranti a Istanbul e Adana. Secondo quanto riferito da Hurriyet, a Istanbul la polizia è intervenuta con spray al peperoncino per disperdere la folla che si era radunata davanti al consolato israeliano, accusando Israele dell’attacco. Le autorità hanno poi riferito di 63 persone ferite, tra cui 43 agenti di polizia, e di altre cinque arrestate. Ad Ankara, migliaia di persone si sono radunate davanti all’ambasciata israeliana, dove la polizia ha respinto il tentativo di alcuni manifestanti di entrare nella sede diplomatica. Nella città di Adana, nel sud della Turchia, una folla si è radunata davanti al consolato Usa e la situazione è degenerata quando alcuni manifestanti hanno lanciato sassi e bombe molotov, innescando scontri con la polizia. Due agenti sono rimasti feriti. Ieri il Consiglio di Sicurezza nazionale israeliano ha invitato gli israeliani presenti in Turchia di abbandonare con urgenza il Paese per il rischio di attentati terroristici. Dal canto suo, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha dichiarato oggi tre giorni di lutto in tutto l’Egitto a seguito all’esplosione all’ospedale.

Borrell (Ue): denunciare l’uccisione di civili a Gaza come in Israele

Borrell (Ue): denunciare l’uccisione di civili a Gaza come in IsraeleBruxelles, 18 ott. (askanews) – L’Unione europea deve assolutamente evitare di dare l’impressione di usare due pesi e due misure, quando deplora le vittime civili di un conflitto come quello in corso in Israele e a Gaza, e denunciare le violazioni del diritto umanitario internazionale da qualunque parte provengano, altrimenti perderà l’autorità morale necessaria per essere ascoltata a livello internazionale. E’ quanto ha detto, in sostanza, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, nella sua replica durante il dibattito nella plenaria dell’Europarlamento sul conflitto tra Hamas e Israele.

L’Alto Rappresentante ha anche criticato duramente quanti continuano a mettere in dubbio gli aiuti dell’Ue allo sviluppo e alle infrastrutture civili palestinesi, in base al sospetto che quei fondi siano in parte sviati per finanziare le attività di gruppi terroristici come Hamas. “Allo stesso modo in cui possiamo dire che è una tragedia abominevole uccidere 270 giovani che stavano celebrando la vita”, durante gli attacchi terroristici di Hamas in Israele, ha domandato Borrell, “non possiamo dire anche che è una tragedia altrettanto riprovevole che siano morti sotto le bombe 700-800 bambini a Gaza? Non possiamo dire le due cose insieme? Perché se denuncio una tragedia, questo mi dovrebbe togliere la forza morale per denunciare un’altra? Al contrario, me la dà: la forza morale per condannare qualcosa – ha sottolineato l’Alto Rappresentante – ce l’ho se condanno allo stesso modo un’altra cosa uguale che è stata fatta in un altro luogo, da altra gente, magari più vicina a me. E se non comprendiamo questo non possiamo essere utili per tentare di risolvere il conflitto”.

“Gli Stati membri dell’Ue – ha ricordato Borrell – sono stati d’accordo nel dire, in un comunicato congiunto insieme ai Paesi del Golfo” la settimana scorsa “che sospendere le forniture di acqua a una comunità sotto assedio è contrario a diritto internazionale, non possiamo accettarlo. Non possiamo accettare che sia così, anche queste cose devono essere prese in conto quando si valuta un conflitto”. “Raccomando di leggere il dizionario pratico del diritto umanitario, in cui si dice chiaramente – ha rilevato l’Alto Rappresentante – che privare della fornitura di base di acqua una comunità umana sotto assedio è contrario al diritto internazionale”, e questo vale “in Ucraina come a Gaza, e se non siamo capaci di dirlo in entrambi i luoghi manchiamo della autorità morale necessaria perché la nostra voce sia ascoltata”, ha avvertito Borrell.

Biden a Netanyahu: Usa con Israele, strage ospedale a Gaza “non vostra”

Biden a Netanyahu: Usa con Israele, strage ospedale a Gaza “non vostra”Roma, 18 ott. (askanews) – “Voglio che il mondo sappia da che parte stanno gli Stati Uniti”. Joe Biden siede al fianco di Benjamin Netanyahu all’hotel Kempinsky di Tel Aviv. E’ arrivato da pochi minuti in Israele per ribadire il sostegno del suo Paese allo Stato ebraico. Nessun tentennamento: tra Israele e Hamas, gli Usa stanno dalla parte del suo storico alleato nella regione. Anche se “Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese”, sottolinea Biden, davanti alle telecamere, prima del colloquio privato e della riunione del gabinetto di guerra israeliano, a cui prenderà parte.

Il primo ministro dello Stato ebraico definisce il movimento palestinese “i nuovi nazisti, peggio dell’Isis”. Poi si rivolge con parole al miele al suo ospite, ringraziato pubblicamente per il sostegno. “C’è solo una cosa migliore di avere un vero amico come lei, presidente, ed è la sua presenza qui, profondamente commovente”, afferma Netanyahu, chiedendo a Washington, alla comunità internazionale, al “mondo civile” di “unirsi per sconfiggere” il movimento estremista palestinese. “Posso assicurarle presidente che Israele è unito e che sconfiggerà Hamas. La civiltà prevarrà nel Paese e nella regione”. Biden ascolta con attenzione, si dice “molto rattristato” delle “atrocità” compiute dal movimento al governo nella Striscia di Gaza, che fanno apparire l’Isis “forse più ragionevole”. Quindi accusa il gruppo estremista della strage di ieri all’ospedale al-Ahli: “da quello che ho potuto vedere, è stata fatta dall’altra parte, non da voi”, anche se “molti la pensano diversamente”, sottolinea. Una versione che sin dalle ore immediatamente successive all’attacco è stata ribadita con ostinazione da tutte le autorità israeliane competenti. “Nessun razzo israeliano ha colpito l’ospedale di Gaza”, hanno ripetuto le forze armate dello Stato ebraico, respingendo “categoricamente” ogni accusa di responsabilità nella strage alla struttura ospedaliera nella Striscia. A provocare centinaia di vittime civili, secondo quanto spiegato in conferenza stampa da un portavoce militare, sarebbero stati i “terroristi della Jihad Islamica”. E gli esperti non avrebbero rilevato danni strutturali agli edifici vicini né crateri compatibili con un attacco aereo israeliano.

A sostenere le accuse dei militari, ci sarebbero “prove verificate” dall’intelligence di Israele, ovvero “una conversazione tra agenti di Hamas” in cui qualcuno afferma che il lancio sarebbe arrivato “dal cimitero dietro l’ospedale”, ma “la sua traiettoria ha fallito ed è caduto sulla struttura ospedaliera”. Il dialogo è stato declassificato e reso pubblico dalle autorità competenti. “Stanno dicendo che pezzi del missile sono locali, non come quelli israeliani… Ma che Dio li benedica, non avrebbero potuto trovare un altro posto dove esplodere?” afferma una voce, secondo la traduzione i24News English. “Ti sto dicendo che è la prima volta che vediamo un missile come questo cadere ed è per questo che diciamo che appartiene alla Pij”, la Jihad islamica Palestinese. A questo punto, qualcuno chiede: “Cosa?”, e la prima voce risponde: “stanno dicendo che appartiene alla Jihad islamica palestinese”. “Ed è nostro?”, “Sembra di sì”. Insomma, secondo Israele, Hamas sapeva “con assoluta certezza che si trattava di un razzo lanciato dalla Jihad islamica palestinese”, un loro “errore”. Anche per questo avrebbe lanciato “una campagna mediatica globale con un numero gonfiato di vittime”, ha detto il portavoce Daniel Hagari, confermando che condivideranno con gli Stati Uniti i materiali di intelligence a disposizione di Israele. “È impossibile sapere cosa sia successo con la rapidità con cui Hamas ha affermato di saperlo”, ha quindi precisato, spiegando che “questo avrebbe dovuto essere un primo segnale di avvertimento” sulle responsabilità reali dell’attacco.

L’ospedale, situato nel centro di Gaza City, ospitava migliaia di sfollati che erano stati evacuati con la forza dal nord della Striscia. Molte vittime sono ancora sotto le macerie, ha spiegato il ministero della Sanità del governo di Hamas. Il numero dei morti e dei feriti “supera le capacità delle squadre mediche e delle ambulanze” e “i medici hanno eseguito interventi chirurgici a terra e nei corridoi, alcuni di loro senza anestesia”. Molte persone “sono ancora in attesa di essere operate, e le équipe mediche stanno cercando di salvare loro la vita in terapia intensiva”. Hamas, che controlla l’enclave, ha detto che più di 500 persone sono state uccise dai bombardamenti sull’ospedale. Il ministero della Sanità palestinese aveva precedentemente affermato che le stime preliminari indicavano un numero di vittime tra le 200 e le 300. La comunità internazionale si è detta “inorridita” dalle immagini giunte da Gaza ed ha condannato fermamente la strage. Diversi paesi arabi hanno assunto posizioni analoghe, ma hanno accusato duramente Israele per l’esplosione. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha detto che “è giunto il momento dell’unità globale dell’umanità contro questo regime usurpatore, più odiato dell’Isis, e la sua macchina omicida”. “Il tempo è finito”, ha aggiunto.

La Giordania ha annullato il vertice previsto per oggi tra il presidente americano Joe Biden e i leader di Giordania, Egitto e Autorità palestinese, denunciando “i massacri israeliani”: “ora non può fermare la guerra” e questo era l’obiettivo del vertice, ha fatto notare il ministro degli Esteri Ayman Al-Safadi. Ma secondo quanto fatto trapelare dalla Casa Bianca, Biden parlerà al telefono con il presidente egiziano e il leader dell’Anp sul volo di ritorno a Washington. Invece, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha detto che tornerà a Ramallah per un incontro urgente della leadership palestinese. Roma, 18 ott. (askanews) – Da parte sua, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha spiegato che “non esistono scusanti per colpire un ospedale con civili”. “I fatti vanno verificati e i responsabili chiamati a rispondere davanti alla giustizia”, ha dichiarato, intervenendo alla plenaria dell’europarlamento a Strasburgo, descrivendo il massacro nell’ospedale di Gaza City come “un inferno di fuoco” e una “tragedia senza senso che ha sconvolto tutti”. L’obiettivo dell’Ue resta comunque evitare un’ulteriore escalation. “Questo conflitto purtroppo si sta convertendo in un conflitto tra il mondo musulmano e il mondo cristiano, e noi questo non ce lo possiamo permettere”, ha confermato il capo della diplomazia europea, Josep Borrell. “Dobbiamo fare uno sforzo gigantesco per riuscire a evitare questa deriva, evitare che il conflitto si estenda alla frontiera con il Libano”. (di Corrado Acccaputo)

Borrell (Ue): bisogna impedire un conflitto tra il mondo islamico e quello cristiano

Borrell (Ue): bisogna impedire un conflitto tra il mondo islamico e quello cristianoBruxelles, 18 ott. (askanews) – “Stamattina ho ascoltato la voce della Moschea di al-Azhar al Cairo, e mi ha suscitato una enorme preoccupazione, perché questo conflitto purtroppo si sta convertendo in un conflitto tra il mondo musulmano e il mondo cristiano, e noi questo non ce lo possiamo permettere, perché la sicurezza delle nostre strade dipende da questo. E perché gli equilibri geopolitici mondiali dipendono anch’essi da questo. Dobbiamo fare uno sforzo gigantesco per riuscire a evitare questa deriva, evitare che il conflitto si estenda alla frontiera con il Libano”. E’ l’allarme lanciato oggi a Strasburgo dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, durante il dibattito nella plenaria dell’Europarlamento sul conflitto tra Hamas e Israele.

“In questi momenti tragici – ha detto Borrell – penso che l’Unione europea dovrebbe basare la sua risposta su quattro principi: la fermezza” con la chiara condanna del terrorismo di Hamas, “l’umanità”, con il rispetto del diritto internazionale umanitario, perché “anche le guerre hanno delle regole”, e questo significa che “non possiamo rendere tutta la popolazione di gaza responsabile per le azioni di Hamas”, e poi “la coerenza e una condotta politica attiva di fronte a questo conflitto”.“Dobbiamo fare in modo – ha indicato l’Alto Rappresentante – che le azioni degli Stati membri, di ciascuno di essi, siano compatibili con un’azione comune dell’Unione, e che le politiche comunitarie lo siano anch’esse, e questo pone la questione degli aiuti all’autorità palestinese e la questione degli aiuti umanitari per le vittime di Gaza”.

“Ero a Gaza quando si furono i bombardamenti del 2008 – ha ricordato Borrell -, e da allora o assistito a quattro guerre di questo tipo, e temo che se non porremmo fine a questa spirale di violenza, questo si ripeterà di nuovo fra qualche anno. Dobbiamo affrontare il conflitto israelo-palestinese. La pace tra Israele e i paesi arabi, anche se è una buona notizia, non reca la pace automaticamente tra Israele e la Palestina”. E se non ci sarà pace con i palestinesi “non ci sarà un esercito sufficientemente potente da garantire la pace per Israele”, ha sottolineato.“Ma la pace – ha osservato ancora l’Alto Rappresentante – non verrà da sé, bisognerà costruirla. Riconosciamo che la comunità internazionale, di cui noi siamo parte, non ha fatto tutto quello che avrebbe dovuto affinché gli accordi di Oslo, che hanno già 30 anni, fossero tradotti nella pratica. Proclamiamo tutti i giorni la soluzione dei due Stati ma, come mi ha detto il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite, cosa facciamo per realizzarla, oltre che per proclamarla?” “Da Oslo a oggi – ha proseguito Borrell – si è moltiplicato per tre il numero dei coloni israeliani nei territori occupati, mentre lo spazio per un possibile Stato palestinese si è andato riducendo in un labirinto di chiazze non collegate fra di loro. E per quanto ci sembri lontana questa soluzione, per quanto sembri difficile, non abbiamo alternative. Perché qual è l’alternativa? Se non ci sono due Stati ce ne può essere solo uno; e come si vivrebbe dentro questo Stato, in che condizioni gli uni e gli altri? Se abbiamo soltanto una soluzione, mobilitiamo tutte le nostre energie politiche e L’Europa ne ha tante, per costruirla”.

L’Ue ha continuato a lavorare, ha ricordato ancora l’Alto Rappresentante, “per rilanciare un processo che ci possa condurre alla soluzione dei due Stati”. Ma ora “dobbiamo aumentare questo sforzo. Nelle Nazioni Unite abbiamo 60 paesi che si sono espressi a favore di questa soluzione, quindi impegniamoci qui e oggi. Questa sarebbe la migliore maniera di onorare i morti di entrambe le parti: costruire la pace fra loro. E questo può avvenire solo nell’architettura politica che è già stata concordata, che già c’è nelle risoluzioni delle Nazioni Unite, e che richiede l’impulso politico che l’Europa può contribuire a dare”.“Oggi, nel Consiglio di sicurezza dell’Onu si continuerà a discutere una risoluzione presentata ieri dal Brasile” che si voterà oggi. “Ciò che voteremo nel Consiglio di sicurezza e il modo in cui comunicheremo la nostra posizione politica su questo conflitto determinerà il ruolo dell’Europa nel mondo per molti anni”, ha concluso Borrell.

 

Oltre 5mila visitatori alla Roma Jewelry Week

Oltre 5mila visitatori alla Roma Jewelry WeekRoma, 18 ott. (askanews) – Cala il sipario sulla terza edizione della Roma Jewelry Week, la manifestazione ideata e curata dall’architetto Monica Cecchini, in scena nella Città Eterna con mostre diffuse di arte orafa, conferenze, talk e incontri dai Mercati di Traiano al Museo Napoleonico, fino a Palazzo Valentini e Palazzo Braschi. Oltre 5mila i visitatori dell’iniziativa che, promossa dall’associazione Incinque Open Art Monti, quest’anno ha visto la collaborazione organizzativa e logistica del Municipio I – Roma Centro, grazie all’assessore alla cultura Giulia Silvia Ghia, con la collaborazione di Alessandro Onorato, assessore capitolino ai grandi eventi, sport, turismo e moda e della Direzione dei Musei civici della Sovrintendenza capitolina Ilaria Miarelli Mariani.

Il tema del 2023 è “Second Life”: in linea con la nuova evoluzione tecnologica. La rassegna si pone come obiettivo quello di approcciare queste tematiche con uno sguardo riflessivo che non fugga dal presente e riesca a dialogare con il futuro. La conferenza “Dalla via della seta a Venezia” di Alessio Boschi, jewelry designer apprezzato in tutto il mondo, si è svolta a Palazzo Venezia grazie alla collaborazione di Edith Gabrielli direttrice del VIVE-Palazzo Venezia, con l’assessorato alla cultura del Municipio I Roma Centro. Attesa, dopo Madrid e Sofia, l’esposizione nel prestigioso sito archeologico dei Mercati Traianei con alcune delle creazioni svelate nel corso della mostra “Il prezioso cammino di Dante – La Divina Commedia” nei gioielli di Percossi Papi. Hanno accolto l’invito nella suggestiva location, per la cerimonia di consegna del “Premio Incinque Jewels”, vinto da Francesco Ridolfi, Simone Cipolla, Igor Quagliata e l’artista messicana Paula Guzman, La Presidente del Primo Municipio Lorenza Bonaccorsi, la dottoressa Lucia Cianciulli della Sovrintendenza Capitolina, l’attrice Amanda Sandrelli, il presidente della sezione moda di Unindustria Lazio Stefano Dominella, Barbara Brocchi, coordinatrice del dipartimento di design del gioiello Ied-Roma insieme agli studenti dell’Istituto, gli artisti Alessandro Arrigo e Myriam Bottazzi, la blogger e influencer Giorgia Zoppolato, nota come MissGiò, l’orafo e argentiere Claudio Franchi, , i designer Ivan Barbato, Maria Patrizia Marra, Rossella Ugolini, Cristiana Perali, Fontanagioielli. Ospiti d’eccezione Milano Faschion &Jewels che ha premiato Chiara Fenicia e Anna Pinzari, Teilor con il premio a Lisa Dal Pont e Francesca Pallaoro, Elena Donati, e Luca Daverio che ha premiato Angela Gentile.

Brindisi alla galleria “Incinque Open Art Monti”, fra gli ospiti la storica del gioiello Bianca Cappello, la giornalista Laura Astrologo Porché e Massimo Basile Ceo di Mb Media Consulting, Media partner dell’evento, la dottoressa Maria Rita Delli Quadri di Roma&Roma S.r.l., il console camerlengo del Nobil Collegio Sant’Eligio Aldo Vitali.

Von der Leyen: la solidarietà a Israele è il punto di partenza

Von der Leyen: la solidarietà a Israele è il punto di partenzaBruxelles, 18 ott. (askanews) – L’Europa deve riconoscere il dolore di Israele per gli atroci attacchi terroristici di Hamas, e il suo diritto a difendersi, solo così “avremo la credibilità di affermare che Israele dovrebbe reagire come una democrazia, in linea con il diritto umanitario internazionale. E che è fondamentale proteggere le vite dei civili, anche e soprattutto nel mezzo di una guerra”.

E’ il punto centrale dell’intervento della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante il dibattito nella plenaria dell’Europarlamento sul conflitto tra Hamas e Israele, oggi a Strasburgo. Von der Leyen ha spiegato in questo modo il suo atteggiamento, molto criticato da più parti non per la solidarietà a Israele ma per l’appoggio incondizionato alla sua reazione agli attacchi terroristici di Hamas, senza menzionare (almeno fino allo scorso weekend) la necessità che sia rispettato il diritto internazionale umanitario nell’assedio di Gaza. “In quest’ora tragica – ha detto la presidente della Commissione -, dobbiamo tutti raddoppiare i nostri sforzi per proteggere i civili dalla furia di questa guerra”, e con gli attacchi terroristici a Bruxelles e Arras, “vediamo, tragicamente, che il terrore sta riemergendo di nuovo. Gli atroci attacchi terroristici di Hamas contro Israele, ciò che abbiamo visto nel kibbutz di Kfar Aza, solo il male puro. Il sangue, testimone dell’orrore, le case bruciate, i giocattoli abbandonati dei bambini, che nessun bambino toccherà più. I terroristi di Hamas hanno massacrato oltre 1.400 uomini, donne, bambini e neonati. Per un solo motivo: perché erano ebrei, o semplicemente perché vivevano nello Stato di Israele”.

“Israele – ha continuato von der Leyen – ha il diritto all’autodifesa, in linea con il diritto internazionale. I militanti di Hamas sono terroristi. E anche il popolo palestinese soffre di questo terrore, e dobbiamo sostenerli. E non c’è alcuna contraddizione – ha rilevato – tra essere solidali con Israele e agire in risposta ai bisogni umanitari dei palestinesi”. “Ho visitato Israele molte volte nella mia vita, ma questa volta ho visto una nazione profondamente scioccata. Mi ha colpito sentire la stessa richiesta da parte di tutte le persone con cui ho parlato, dal presidente Herzog, dal primo ministro Netanyahu e da tutte le forze del governo unitario, dalle famiglie dei rapiti. Tutti hanno chiesto solidarietà e parole chiare. E questo – ha affermato la presidente della Commissione – è il minimo che possiamo fare per il popolo di Israele”.

“Questo orrore richiede una risposta unitaria da parte nostra. Come esseri umani, come difensori di un mondo libero, come cittadini d’Europa, dove l’odio, il terrore e il razzismo non hanno posto. L’Europa sta al fianco di Israele in questo momento buio. Questo – ha indicato von der Leyen – è il punto di partenza essenziale. E credo che fosse importante far passare questo messaggio di solidarietà di persona, in Israele, a pochi giorni dall’attentato di Hamas”. “Solo se riconosciamo il dolore di Israele e il suo diritto a difendersi – ha sottolineato la presidente della Commissione – avremo la credibilità di affermare che Israele dovrebbe reagire come una democrazia, in linea con il diritto umanitario internazionale. E che è fondamentale proteggere le vite dei civili, anche e soprattutto nel mezzo di una guerra. Dobbiamo prima ascoltare, se vogliamo essere ascoltati. E infatti, durante la mia visita, ho discusso degli sforzi di Israele per proteggere le vite dei civili. Da parte nostra non ci possono essere esitazioni: l’Europa sarà sempre dalla parte dell’umanità e dei diritti umani”. Von der Leyen ha poi riferito sull’azione della Commissione per affrontare la situazione umanitaria a Gaza, “che peggiora di ora in ora”.

“Gli aiuti umanitari devono raggiungere urgentemente i palestinesi. Per questo motivo – ha detto – abbiamo deciso di triplicare immediatamente i nostri aiuti umanitari ai civili di Gaza. E abbiamo lanciato un ponte aereo umanitario dell’Ue verso l’Egitto, per portare forniture salvavita alle organizzazioni umanitarie sul campo a Gaza. I primi due voli avranno luogo già questa settimana, trasportando carichi umanitari dell’Unicef. Abbiamo schierato il nostro personale e stiamo lavorando con le agenzie delle Nazioni Unite per garantire che questi aiuti possano raggiungere chi ne ha bisogno”. “L’Unione europea – ha ricordato – è sempre stata il maggiore donatore internazionale alla Palestina. E questo non cambierà. Ma con l’evolversi della situazione sul campo, è anche essenziale rivedere con urgenza e attenzione la nostra assistenza finanziaria alla Palestina”. “I finanziamenti dell’Ue – ha affermato von der Leyen – non sono mai andati e non andranno mai ad Hamas o ad altre entità terroristiche. Ciò che Hamas ha fatto non ha nulla a che vedere con le legittime aspirazioni del popolo palestinese. È stato positivo, perciò, ascoltare le chiare parole del presidente Abbas pronunciate domenica sera”. Mahmoud Abbas aveva affermato domenica che le politiche e le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese, e che solo le politiche, i programmi e le decisioni dell’Autorità palestinese (a cui va gran parte dell’aiuto dell’Ue) lo rappresentano legittimamente.

Attacco con bombe molotov a una sinagoga di Berlino, Scholz: “sono sconvolto”

Attacco con bombe molotov a una sinagoga di Berlino, Scholz: “sono sconvolto”Milano, 18 ott. (askanews) – Nella mattina una sinagoga nel centro di Berlino è stata attaccata con bombe molotov mentre nella capitale tedesca stanno aumentando gli episodi di antisemitismo in seguito all’escalation di violenza in Medio Oriente. La comunità di Kahal Adass Jisroel ha detto sui social che la sua sinagoga nel quartiere Mitte della città è stata attaccata con due ordigni incendiari. La polizia ha confermato l’incidente.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato durante una visita al Cairo di essere “sconvolto” dall’incidente avvenuto nella sinagoga.

Biden: le atrocità di Hamas fanno sembrare l’Isis forse più ragionevole

Biden: le atrocità di Hamas fanno sembrare l’Isis forse più ragionevoleRoma, 18 ott. (askanews) – “Voglio che il mondo sappia da che parte stanno gli Stati uniti. Sono state compiute atrocità che fanno sembrare l’Isis forse più ragionevole”. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nelle dichiarazioni precedenti al suo colloquio con il premier israeliano Benjmain Netanyahu a Tel Aviv. “L’America è in lutto con voi, sta piangendo con voi, gli americani sono preoccupati perché sanno che questo non è un mare facile in cui navigare, ma sanno che Israele rispondendo a questi attacchi sta continuanado a rassicurare” tutti, ha insistito Biden. “E noi vogliamo rassicurare che voi abbiate ciò di cui avete bisogno”.