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Usa 2024, Biden: Trump è il chiaro favorito tra i repubblicani

Usa 2024, Biden: Trump è il chiaro favorito tra i repubblicaniRoma, 16 gen. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha riconosciuto che il suo predecessore alla Casa Bianca, Donald Trump, si sta affermando come il chiaro favorito del fronte repubblicano per una candidatura in vista delle presidenzaili del 5 novembre.

“Sembra che Donald Trump abbia appena vinto l’Iowa. In questo momento è chiaramente il favorito dall’altra parte”, ha scritto Biden sul suo account X, dopo la notizia della vittoria del magnate repubblicano al caucus in Iowa. Il presidente ha esortato coloro che si oppongono all’”estremismo” di Trump a fare delle donazioni per la campagna elettorale democratica per la rielezione di Biden e della vicepresidente Kamala Harris.

Usa, Trump vince caucus in Iowa: “Ora uniamoci e raddrizziamo il mondo”

Usa, Trump vince caucus in Iowa: “Ora uniamoci e raddrizziamo il mondo”Roma, 16 gen. (askanews) – Dopo avere vinto il caucus dell’Iowa, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato in un discorso che è tempo che gli americani si uniscano e “raddrizzino il mondo”.

“Penso davvero che questo sia il momento in cui tutti nel nostro Paese si uniscano. Vogliamo unirci, che siate repubblicani, democratici, liberali o conservatori, sarebbe così bello se potessimo unirci e raddrizzare il mondo, risolvere i problemi e trovare soluzione a tutta la morte e la distruzione a cui stiamo assistendo”, ha detto Trump. Il magnate repubblicano si è anche congratulato con gli altri contendenti alla nomina repubblicana, il governatore della Florida Ron DeSantis, che secondo le proiezioni avrebbe conquistato il secondo posto, l’ex ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Nikki Haley e l’imprenditore Vivek Ramaswamy.

Secondo i risultati riportati dai principali quotidiani e network del Paese, Trump ha ricevuto il 51% dei voti, DeSantis si è piazzato al secondo posto con il 21% e Haley al terzo posto con il 19% delle preferenze. L’Iowa invierà 40 delegati alla Convention nazionale repubblicana, in programma dal 15 al 18 luglio a Milwaukee, nel Wisconsin. Alla convention voteranno complessivamente 2.500 persone. Per ottenere la nomina presidenziale del partito repubblicano, un candidato ha bisogno dei voti di 1.215 delegati.

Usa 2024, Cnn: Trump vince i caucus in Iowa

Usa 2024, Cnn: Trump vince i caucus in IowaRoma, 16 gen. (askanews) – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha vinto i caucus dell’Iowa, secondo le proiezioni del network televisivo statunitense Cnn. In quella che è la prima tappa della corsa per la nomination del Partito repubblicano in vista delle elezioni presidenziali del 2024, i suoi rivali Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina, e Ron DeSantis, governatore della Florida, combattono per il secondo posto. Al momento la Cnn attribuisce a Trump 16 delegati (sui 40 che in totale si possono ottenere in Iowa), 4 ciascuno ai due principali rivali, 16 ancora non assegnati.

M.O, attacco missilistico iraniano a Erbil: “Colpita base Mossad”

M.O, attacco missilistico iraniano a Erbil: “Colpita base Mossad”Roma, 15 gen. (askanews) – Un fitto bombardamento condotto con droni e missili ha colpito la città curda di Erbil in Iraq. L’aeroporto è stato chiuso al traffico aereo. A rivendicare l’attacco, citato fra gli altri dai quotidiani israeliani Haaretz e The Times of Israel, ma anche dall’account Twitter Iran Observer, è stato il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, secondo cui ad essere colpito sarebbe stato il quartier generale del Mossad, il servizio segreto israeliano, e basi del “terrorismo anti-iraniano”.

Hamas: due degli ostaggi in video sono morti nei raid israeliani. Gallant: solo pressione militare li libererà

Hamas: due degli ostaggi in video sono morti nei raid israeliani. Gallant: solo pressione militare li libereràRoma, 15 gen. (askanews) – Le Brigate al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rilasciato oggi un video che mostra quelli che sembrerebbero i corpi senza vita dei due ostaggi israeliani che erano apparsi nel video diffuso ieri, ossia Yossi Sharabi, 53 anni, e Itay Svirsky, 38. Stando a quanto riportato da Al Jazeera, nel video diffuso oggi il terzo ostaggio apparso ieri, Noa Argamani, 26 anni, afferma di essere rimasta ferita in un attacco aereo israeliano che avrebbe causato la morte di Sharabi, mentre Svirsky sarebbe morto in un altro attacco aereo.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in una conferenza stampa ha affermato che solo la pressione militare su Hamas potrà portare ad un nuovo accordo sugli ostaggi. “Se l’incendio si ferma, il destino degli ostaggi sarà segnato per molti anni nella prigionia di Hamas. Senza pressione militare, nessuno ci parlerà. Solo da una posizione di forza gli ostaggi potranno essere liberati”, ha detto, citato dal Times of Israel.

“Raggiungeremo tutti gli ostaggi e sconfiggeremo Hamas; sia i nostri nemici che i nostri amici guardano i risultati e ci mettono alla prova”, ha aggiunto.

Guterres: preoccupano gli scontri sulla Blue Line e l’aumento delle tensioni nel Mar Rosso, rischio escalation

Guterres: preoccupano gli scontri sulla Blue Line e l’aumento delle tensioni nel Mar Rosso, rischio escalationRoma, 15 gen. (askanews) – “Niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”: lo ha detto oggi il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un intervento alla stampa in occasione dei 100 giorni dall’attacco di Hamas in Israele e dell’inizio della guerra nella Striscia di Gaza.

Guterres ha rimarcato come “la situazione umanitaria a Gaza è indicibile, nessun luogo e nessuno sono è al sicuro”, rilanciando l’appello per “un cessate il fuoco umanitario immediato” in modo da “garantire che aiuti sufficienti arrivino dove sono necessari” e “per facilitare il rilascio degli ostaggi” detenuti da Hamas. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha inoltre ammonito sul rischio che il protrarsi del conflitto nella Striscia di Gaza possa portare a un’escalation nella regione, sottolineando in particolare di essere “seriamente preoccupato per gli scontri a fuoco quotidiani lungo la Blue Line” tra Israele e gruppo libanese Hezbollah, e invitando quindi le parti a “smettetela di giocare con il fuoco”.

“Le tensioni stanno aumentando nel Mar Rosso e oltre e presto potrebbe essere impossibile contenerle – ha sottolineato in un discorso alla stampa al Palazzo di Vetro – sono seriamente preoccupato per i quotidiani scontri a fuoco lungo la Blue Line. Questo rischia di innescare una più ampia escalation tra Israele e Libano e avere conseguenze profonde sulla stabilità della regione”. “E’ mio dovere rivolgere questo messaggio semplice e diretto a tutte le parti: smettetela di giocare con il fuoco lungo la Blue Line, allentate le tensioni e mettete fine alle ostilità nel rispetto della Risoluzione Onu 1701”, è stato l’appello di Guterres, secondo cui “più a lungo continua il conflitto a Gaza, maggiore è il rischio di escalation ed errori”. “Non possiamo vedere in Libano quello che stiamo vedendo a Gaza”, ha concluso il capo delle Nazioni Unite.

Raid Usa e britannici contro i ribelli Houthi, Sunak: legittima difesa, per difendere la libertà di navigazione

Raid Usa e britannici contro i ribelli Houthi, Sunak: legittima difesa, per difendere la libertà di navigazioneRoma, 15 gen. (askanews) – Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha respinto quella che ha definito una “narrativa maligna” secondo cui gli attacchi aerei contro gli Houthi hanno a che fare con la guerra di Israele a Gaza.

In un intervento ai Comuni, Sunak ha sottolineato che gli Houthi hanno attaccato le navi da guerra britanniche e americane il 9 gennaio, dopo altri attacchi alle navi commerciali. È stato “il più grande attacco alla Royal Navy da decenni”, ha detto. Sunak ha proseguito dicendo che il Regno Unito, insieme agli Stati Uniti, hanno reagito per legittima difesa e per difendere la libertà di navigazione, come ha sempre fatto la Gran Bretagna.

Il premier britannico ha detto anche che la valutazione iniziale è che tutti i 13 obiettivi dell’attacco aereo sono stati colpiti con successo. “Non ci sono prove di vittime civili. È stata prestata molta attenzione ad evitarli”, ha rimarcato. Sunak ha aggiunto che nel proteggere la navigazione internazionale, il Regno Unito sostiene il diritto internazionale. “L’attacco degli Houthi alle spedizioni internazionali ha messo a rischio vite innocenti. Hanno tenuto in ostaggio un equipaggio per quasi due mesi e stanno causando crescenti disagi economici. Il commercio globale non può operare in tali condizioni. I cargo e le petroliere devono fare una deviazione di cinquemila miglia attorno al Capo di Buona Speranza”, ha concluso Sunak.

Colpita una nave Usa al largo dello Yemen

Colpita una nave Usa al largo dello YemenRoma, 15 gen. (askanews) – Una nave è stata colpita oggi da un missile al largo dello Yemen e secondo l’agenzia di sicurezza marittima Ambrey, citata dalla Reuters, sarebbe un cargo di proprietà Usa, battente bandiera delle Isole Marshall.

L’agenzia britannica Ukmto ha riferito in precedenza di una nave colpita da missile a 95 miglia nautiche a sud-est della città di Aden. Secondo Ambrey, il missile ha causato un incendio nella stiva, ma non sono state segnalate vittime.

Nasce Associazione Setteottobre, per diritto difesa Israele e tutela valori democratici

Nasce Associazione Setteottobre, per diritto difesa Israele e tutela valori democraticiRoma, 15 gen. (askanews) – “Per il diritto di Israele di difendersi. Per la salvaguardia dei valori delle democrazie occidentali”. E’ nata la nuova associazione Setteottobre, presieduta da Stefano Parisi, con gli obiettivi di “contrastare la marea montante del negazionismo, delle falsificazioni e dell’odio antisemita, di riaffermare il diritto di Israele a difendersi e lavorare per la tutela dei valori democratici”, spiega una nota.

L’associazione sarà presentata pubblicamente domenica 21 gennaio a Roma, al Teatro Sala Umberto (in via della Mercede 50), a partire dalle ore 10:30. Protagonisti dell’appuntamento saranno gli israeliani Attila Somfalvi analista politico del think tank INSS di Tel Aviv, e Ali Waked, direttore del canale arabo iNEWS24, insieme all’esperto di geopolitica Alexandre del Valle, che insegna presso l’IPAG Business School di Parigi e l’università Luiss di Roma). Durante la manifestazione ci saranno anche testimonianze e interventi da parte dei soci di Setteottobre, mentre a Parisi spetterà il compito di trarre le conclusioni della mattinata e di indicare la roadmap delle prossime iniziative già in cantiere. “Dal 7 ottobre non si torna più indietro: non solo per l’orrendo massacro perpetrato dai terroristi di Hamas contro inermi cittadini israeliani, ma per la violenta reazione antisemita che ne è scaturita e che abbiamo visto nelle scuole, nelle università e nelle piazze delle città europee e americane”, ha commentato il presidente della neonata associazione, che poi ha continuato: “Una reazione sostenuta dall’indifferente ambiguità di tanta élite occidentale, silente nei riguardi della propaganda che trasforma le vittime in carnefici, schierandosi di fatto con terroristi, nazisti e violenti regimi oscurantisti”. Di fronte a tutto ciò – ha concluso Parisi – “ci siamo convinti che non si può rimanere inermi davanti al rischio della fine dei principi democratici, della libertà della persona, del benessere comune e della solidarietà tra i popoli. Si stanno unendo a noi tante persone che hanno a cuore Israele e i nostri valori”.

Setteottobre è stata promossa, tra gli altri, anche da Anita Friedman, Daniele Scalise, Andrée Ruth Shammah, Luigi Mattiolo, Pier Luigi Battista, Ilaria Borletti e Gabriele Albertini. Oltre 200 le adesioni pervenute ad oggi, fra cui quelle di Claudio Pagliara, David Meghnagi, Costanza Esclapon, Claudia Mancina, Alessio D’Amato e Massimiliano Fedriga. Nel programma, accanto a un’estesa attività di comunicazione e informazione, sono previsti, tra gli altri, progetti specifici per le scuole, osservatori sull’antisemitismo e sull’odio antioccidentale, l’assistenza legale per coloro che sono stati vittima di atti antisemiti. Di seguito il testo del manifesto dell’associazione:

“Il pogrom del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas e Jihad islamica in Israele ha sconvolto le coscienze di tutti coloro che hanno a cuore e difendono il patrimonio civile, sociale, umano e politico delle democrazie liberali. È questo il risultato di una lunga ed efferata strategia del terrore che ha colpito la popolazione civile e si è alimentata di un odio feroce, di oscene ed esplicite rivendicazioni di “morte agli ebrei” con il proposito di cancellare l’”entità sionista”. Crimini accompagnati in Occidente da anni di irresponsabile minimizzazione, da inammissibili giustificazioni oltre che da una vile acquiescenza, fino a giungere alla legittimazione del terrorismo islamico. Importanti settori dei nostri sistemi di comunicazione e istruzione hanno, da parte loro, adottato ambiguità, manipolazioni e inganni che si esprimono in linguaggi evasivi capaci di deformare la realtà, convalidare le fonti contraffatte e tollerare le tesi più aberranti fino a trasformare le vittime in carnefici. Dal 7 ottobre nessuno potrà mai più dire – come molti dopo la Shoah – di non sapere perché oggi siamo stati tutti testimoni dell’abisso, travolti dalle immagini che lo raffigurano, dalle urla straziate delle vittime e da quelle spietate dei boia. La libertà di pensiero e informazione, la libertà di religione, di riunione e associazione, la libertà alla vita privata e familiare, alla sicurezza, alla giustizia, alla certezza del diritto, non sono concetti astratti né conquiste eterne e noi riconosciamo nello Stato di Israele l’avamposto di quei valori in una regione dove essi o sono negati o sono condannati a una fragile sopravvivenza. Gli attacchi che subisce lo Stato ebraico che ha piena legittimità di esistere, vivere entro confini sicuri e difendersi, riguardano direttamente le nostre collettività e singolarmente ognuno di noi, uomo e donna che sia, giovane e vecchio, credente e ateo. Difendere oggi quelle libertà costate la vita a milioni di persone che ci hanno preceduto significa combattere le ipocrisie, le ambiguità e le falsità che da anni in Occidente contribuiscono a demolire i valori fondanti delle nostre democrazie, giustificando il terrorismo islamico e incoraggiando l’antisemitismo. Abbiamo dato vita all’associazione Setteottobre in quanto cittadini consapevoli e responsabili, intenzionati a combattere il negazionismo e le false notizie, perseguire l’esaltazione del terrorismo e dell’antisemitismo, contrastare le ideologie totalitarie, promuovere lo studio e la difesa delle radici e dei valori delle nostre democrazie”.

P.Mattei,Gpe: mettere in campo azioni concrete su istruzione in Africa

P.Mattei,Gpe: mettere in campo azioni concrete su istruzione in AfricaRoma, 15 gen. (askanews) – Nei Paesi a basso reddito, 7 bambini su 10 non sono in grado di leggere una semplice storia a 10 anni. Il numero di bambini e giovani non scolarizzati è salito a 250 milioni. La situazione è particolarmente grave in Africa e le bambine sono ancora le più indietro. Tra le raccomandazioni inserite nel Piano Mattei, approvato la scorsa settimana dal Parlamento, c’è l’impegno del governo a intraprendere le opportune iniziative per evidenziare l’importanza del tema dell’istruzione per il futuro dello sviluppo sostenibile sia nella cornice strategica del Piano che in sede di Conferenza Italia-Africa, così come nel corso della Presidenza italiana del G7 nel 2024 e c’è l’impegno anche a prevedere un’apposita sessione dedicata, nell’ambito della Conferenza Italia-Africa, che vede la partecipazione dell’Unesco, della Global Partnership for Education (GPE), e di Education Cannot Wait (ECW).

Una previsione che Laura Frigenti, Ceo della Global Partnership for Education, commenta così: “la Global Partnership for Education accoglie con favore l’attenzione del Governo italiano per l’istruzione nel prossimo vertice Italia-Africa a Roma il 28 e il 29 gennaio 2024 e per la centralità che l’Africa avrà durante la Presidenza italiana del G7. Un passo in avanti verso una società più giusta con l’impegno del governo verso il rispetto dell’Agenda globale Onu per lo sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, che mira a garantire un’istruzione di qualità inclusiva e equa per tutte e tutti”. L’istruzione è un filo comune di tutto il 2024: l’anno inizia con il Vertice Italia-Africa e prosegue con il vertice dell’Unione Africana che lancerà l’anno africano dell’Istruzione e poi le Ministeriali e il Summit G7 a Presidenza italiana.

Per la Gpe “è tempo di spostare la nostra prospettiva sull’istruzione che la considera una spesa a quella che la interpreta come un investimento strategico. Se tutte le ragazze ricevessero 12 anni di istruzione, la ricchezza del capitale umano potrebbe aumentare di 15-30 mila miliardi di dollari. Un solo anno in più di istruzione può aumentare il potenziale di guadagno di una donna del 20%, consentendo alle famiglie di essere più resilienti, con una migliore sicurezza economica e alimentare, riducendo a sua volta i fattori di spinta alla migrazione. Per questo è così importante puntare sull’istruzione delle ragazze, che in moltissimi Paesi, non viene considerata prioritaria. La Gpe è pronta a sostenere la presidenza G7 nel suo partenariato con l’Africa sull’istruzione per mettere in campo azioni concrete”.