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Il ministero della Salute di Gaza: bombe sull’ospedale, almeno 500 morti

Il ministero della Salute di Gaza: bombe sull’ospedale, almeno 500 mortiRoma, 17 ott. (askanews) – Secondo il ministero della Salute nella Striscia di Gaza, sono morte almeno 500 persone in un attacco israeliano all’ospedale battista Al Ahli. Lo scrive al Arabiya. L’ospedale si trova nel centro di Gaza e dava rifugio alle famiglie durante i continui bombardamenti israeliani su Gaza.

L’esercito israeliano ha reso noto che sta indagando su quanto accaduto all’ospedale Al Ahali di Gaza City, lo ha detto il portavoce delle forze di difesa israeliane Daniel Hagari, citato dal Times of Israel. Hagari ha precisato di non avere ancora tutte le informazioni a disposizione e di non sapere se l’esplosione si stata causata da un attacco israeliano. “Ci sono molti attacchi aerei, molti lanci di razzi falliti e molte notizie false da parte di Hamas”, ha detto.

Nuove tazzine d’artista per illycaffè, firmate da Lee Ufan

Nuove tazzine d’artista per illycaffè, firmate da Lee UfanMilano, 17 ott. (askanews) – illycaffè ha presentato la nuova illy Art Collection firmata dall’artista e accademico Lee Ufan. Di origine coreana e residente in Giappone, Lee Ufan è uno dei fondatori dell’avanguardia Mono-Ha (Scuola delle cose), movimento artistico anticonformista fondato sullo studio della natura e dei materiali grezzi o lavorati dall’uomo, che si sviluppò a Tokyo alla fine degli Anni ’60. Lee riflette sui dualismi che poi esprime attraverso l’uso calibrato delle sue pennellate all’interno di uno spazio definito o lasciando dialogare gli elementi artificiali e naturali tra di loro. Attivo a livello internazionale, è considerato tra i più importanti artisti post-minimalisti dell’Asia.

La continua ricerca dell’essenzialità si riflette anche nei decori della sua ultima illy Art Collection che si richiama alla pittura riduzionista fatta di linee e pennellate fluide, dove anche il gesto assume un ruolo importante. Attraverso questi tratti l’artista esprime il suo concetto di incontro, quel momento nel tempo e nello spazio in cui il pennello incontra la tela. La superficie della tazzina illy Art Collection non viene dipinta totalmente, Lee Ufan conserva lo spazio necessario per fare nascere un legame tra la porcellana bianca e la sua creazione. È anche il suo modo di invitarci a una riflessione sull’importanza della moderazione e della semplicità, un invito a prestare attenzione all’ambiente che ci circonda, a concentrarsi su ciò che Lee chiama “il mondo così com’è”. Tutta la sua arte è imbevuta di filosofia: la genesi di ogni opera è avvolta in lunghe fasi meditative di grande concentrazione, in un atto di creazione che è quasi più vicino alla performance, perché concepito dall’artista come un momento di incontro, una via privilegiata per ricercare e rivelare la realtà oltre l’apparenza. “Siamo molto felici di avere realizzato questa illy Art Collection con Lee Ufan, un artista che ci ha conquistato per la sua capacità di descrivere concetti complessi attraverso l’essenzialità dei tratti – dichiara Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di illycaffè – con il decoro di queste tazzine l’artista ha voluto offrirci idealmente lo spazio fisico e temporale da dedicare alle persone e all’ambiente che ci circonda, una pausa caffè da vivere con la semplicità che ci trasmette il suo pensiero artistico”.

“La pennellata con la quale ho decorato la illy Art Collection esprime le relazioni e la loro natura complessa, relazioni che dobbiamo riuscire a semplificare per coglierne la vera energia e potere – racconta Lee Ufan – Connessioni che si creano anche grazie ad una tazzina di caffè e al rituale che ha costruito intorno alle relazioni umane, producendo momenti di incontro e di socializzazione vera”. La illy Art Collection firmata Lee Ufan sarà presentata in anteprima alla fiera d’arte contemporanea internazionale di Frieze London il prossimo 11 ottobre.

Morto nell’attacco di Hamas ad un kibbutz uno dei tre italo-israeliani dispersi

Morto nell’attacco di Hamas ad un kibbutz uno dei tre italo-israeliani dispersiRoma, 17 ott. (askanews) – E’ morto Eviatar Moshe Kipnis, cittadino italiano-israeliano di 65 anni, irreperibile da sabato 7 ottobre dopo l’attacco terroristico contro il kibbutz di Be’eri, in Israele. Lo ha reso noto il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. L’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv è già in contatto con la famiglia per assicurare loro ogni possibile assistenza in questo difficile momento.

In una nota il ministero degli Esteri ha spiegato che le autorità israeliane hanno certificato attraverso l’esame del Dna il decesso di Eviatar Moshe Kipnis, dato per disperso dopo l’attacco lanciato da Hamas contro Israele. Nell’esprimere le condoglianze ai familiari” di Eviatar Moshe Kipnis, “il vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ribadisce il massimo impegno del Governo per rintracciare gli altri due cittadini italo-israeliani tutt’ora irreperibili”, si legge in una nota del ministero.

“Con grande tristezza confermo il decesso di Eviatar Moshe Kipnis, cittadino italo-israeliano disperso dopo l’attacco terroristico di Hamas in Israele. Sono vicino alla famiglia, in particolare ai suoi due figli che ho conosciuto durante la mia missione a Tel Aviv”, ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Terrorismo, Tajani: non drammatizzare né abbassare guardia

Terrorismo, Tajani: non drammatizzare né abbassare guardiaMonza, 17 ott. (askanews) – “Non bisogna abbassare la guardia, non bisogna drammatizzare, la nostra intelligence lavora in Italia e all’estero, le forze dell’ordine sono all’opera per prevenire e reprimere quando necessario. Tutti i siti più a rischio sono presidiati, facciamo tutto ciò che serve”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a margine di un incontro con i vertici di Assolombarda, a proposito del rischio terrorismo legato alla situazione in Medio Oriente.

L’Ucraina ha usato missili statunitensi Atacms contro bersagli russi

L’Ucraina ha usato missili statunitensi Atacms contro bersagli russiRoma, 17 ott. (askanews) – Kiev ha utilizzato missili statunitensi a lungo raggio di tipo Atacms per colpire nove elicotteri russi nell’Ucraina orientale: è quanto riporta il sito di Politico, precisando che i missili sono stati consegnati nelle ultime settimane.

La fornitura dei missili Atacms segnala un cambio di passo nella strategia dell’Ammnistrazione Biden, fino ad ora restia alla consegna di questo genere di armi alle forze ucraine dati i rischi di escalation del conflitto.

Terrorismo, Piantedosi: la vigilanza è alta. In Italia oltre 28mila obiettivi sensibili, di cui 205 israeliani

Terrorismo, Piantedosi: la vigilanza è alta. In Italia oltre 28mila obiettivi sensibili, di cui 205 israelianiRoma, 17 ott. (askanews) – Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella informativa urgente alla Camera ha parlato dell’operazione antiterrorismo avvenuta oggi a Milano. “Una conferma del livello di attenzione è l’arresto, avvenuto oggi a Milano, ad opera della polizia di Stato di due persone di origine egiziana (una delle quali di cittadinanza italiana), per reati di terrorismo. Al momento – ha sottolineato il ministro non risultano evidenze concrete e immediate di rischio terroristico per quanto riguarda l’Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione, in quanto la minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida e non sempre definibile”. “Uno dei principali fattori scatenanti dei flussi è costituito dai conflitti armati. E in questo momento, come noto, alle porte dell’Europa ce ne sono due, la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese, entrambi incerti e suscettibili di provocare un impatto sulle dinamiche dei flussi, senza dimenticare che il conflitto in Medio Oriente reca con sé anche il rischio di innescare radicalizzazioni islamiste come solo pochi giorni fa è avvenuto in Francia con l’assassinio di un insegnante da parte di un fanatico islamista e ieri sera a Bruxelles con l’uccisione di due cittadini svedesi”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nell’informativa urgente del Governo sull’incremento dei flussi migratori.

Riguardo all’aumento del rischio di radicalizzazioni e terrorismo, Piantedosi ha reso noto che “a seguito dell’attacco subito da Israele, ho immediatamente disposto un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili presenti sul territorio nazionale”. In particolare, “è stata effettuata una ricognizione degli obiettivi sensibili in Italia – ha sottolineato il titolare del Viminale – che sono stati quantificati in oltre 28.000, 205 dei quali israeliani, in prevalenza sedi diplomatiche o centri religiosi”. “L’azione del governo, sin dal suo insediamento, si è incentrata su ogni forma di contrasto all’immigrazione irregolare, anche in relazione ai possibili profili di rischio di infiltrazione terroristica nei flussi. I recenti tragici avvenimenti – ha aggiunto il responsabile del Viminale – impongono una rinnovata e più elevata attenzione in particolare attraverso il potenziamento delle attività interforze per i controlli delle frontiere e di quelle effettuate dalle task-force operanti nelle principali aree di sbarco e negli hotspot nazionali”.

“In questo dato specifiche direttive per l’intensificazione di ogni raccordo informativo tra le forze di polizia e le agenzie di intelligence, al fine di monitorare l’evoluzione del conflitto e i suoi possibili riflessi sui flussi migratori, sugli ingressi e sulle presenze nel territorio nazionale”, ha concluso Piantedosi.

L’allarme del World Food Programme: a Gaza restano solo 4 o 5 giorni di cibo

L’allarme del World Food Programme: a Gaza restano solo 4 o 5 giorni di ciboNew York, 17 ott. (askanews) – Oltre alla grave carenza d’acqua, Gaza sta esaurendo le scorte alimentari e nei negozi resta cibo sufficiente solo per pochi giorni. L’allarme è stato lanciato dal Programma alimentare mondiale (WFP), che registra le difficoltà di raggiungere i magazzini dove sarebbero stipate derrate alimentari per due settimane.

Quattro dei cinque depositi di cibo si trovano nella parte di Gaza, a cui lo stato di Israele ha imposto l’evacuazione dei residenti. La mancanza di carburante e di elettricità ne sta rendendo difficile la distribuzione e la conservazione. La sfida più grande per l’agenzia ONU è riuscire a raggiungere i negozi per portare il cibo necessario.

La Difesa Usa ha allertato 2.000 militari per il possibile schieramento in Medio Oriente

La Difesa Usa ha allertato 2.000 militari per il possibile schieramento in Medio OrienteRoma, 17 ott. (askanews) – Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha posto circa 2.000 militari e una serie di unità in allerta attraverso un ordine di preparazione allo schieramento in Medio oriente, ha affermato il Dipartimento della Difesa americano secondo quanto scrive Haaretz.

L’ordine “aumenta la capacità del dipartimento della Difesa di rispondere rapidamente all’evoluzione del contesto di sicurezza in Medio Oriente. Non è stata presa alcuna decisione di schierare alcuna forza in questo momento”, si legge in una nota. “Il segretario continuerà a valutare la nostra posizione in termini di forze e rimarrà in stretto contatto con alleati e partner”, si legge ancora nella comunicazione secondo cui Austin ha esteso il dispiegamento di uno dei due gruppi d’attacco delle portaerei vicino a Israele.

Biden andrà in Israele ma anche in Giordania e vedrà al Sisi e Abu Mazen

Biden andrà in Israele ma anche in Giordania e vedrà al Sisi e Abu MazenRoma, 17 ott. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden, atteso domani in Israele, si recherà anche in Giordania dove discuterà della crescente crisi umanitaria di Gaza con il re Abdullah II, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen. Lo scrive il Washington Post.

Il quotidiano americano riferisce anche che i funzionari statunitensi hanno aspettato per annunciare il viaggio del presidente Biden in Israele finché lunedì sera non hanno ricevuto l’impegno da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu su un pacchetto umanitario. Una volta ottenute le assicurazioni a Tel Aviv, il segretario di Stato Antony Blinken ha fatto l’annuncio, secondo due fonti vicine al dossier rimaste anonime. Il WP parla di una riunione di sette ore e mezza tra funzionari israeliani e statunitensi per definire il tema: oltre sette ore in cui i funzionari si sono passati documenti da due stanze separate a proposito dell’invio di aiuti a Gaza e la creazione di zone sicure per i civili palestinesi.

Israele, tensione con Hezbollah e sfida ad Hamas: nessuna tregua

Israele, tensione con Hezbollah e sfida ad Hamas: nessuna treguaRoma, 17 ott. (askanews) – Nessuna tregua: Israele prepara “le nuove fasi della guerra”. Alla vigilia dell’arrivo di Joe Biden – il presidente degli Stati Uniti sarà domani nello Stato ebraico -, le forze armate israeliane confermano che l’ipotesi di un cessate il fuoco con gli estremisti palestinesi di Hamas è ancora lontana, anche se la nuova offensiva “potrebbe essere qualcosa di diverso” dall’invasione di terra annunciata nei giorni scorsi. In attesa del via libera delle autorità di governo, le operazioni militari sono proseguite tutta la notte. Almeno 200 obiettivi di Hamas e Jihad islamica sono stati colpiti nella Striscia: si tratta di quartier generali, una banca e diversi tunnel utilizzati dai miliziani islamisti. Secondo fonti del ministero della Sanità palestinese a Gaza, i raid avrebbero preso di mira in particolare le località di Khan Younis, Rafah e Deir el-Balah, nel sud del territorio governato da Hamas: almeno 71 sarebbero le vittime. Tra loro, molte famiglie sfollate dalla città di Gaza. In uno dei raid su Gaza hanno perso la vita anche il responsabile di Hamas per i valichi della Striscia, Fouad Abu Btihan, e alcuni suoi familiari.

Sul fronte settentrionale, invece, i militari israliani avrebbero sventato un tentativo di infiltrazione di presunti “terroristi” dal Libano, che avrebbero voluto piazzare un ordigno oltre il confine. Quattro persone sono state uccise, ha confermato un portavoce militare. Gli scontri sono proseguiti poi in mattinata. Hezbollah ha lanciato un missile anticarro e altri proiettili di mortaio sulla città di Metula, provocando due feriti. Israele ha risposto al fuoco, colpendo alcuni obiettivi in Libano. Circa 600.000 persone, intanto, sono finora fuggite dal nord di Gaza, dove rimangono attualmente circa 100.000 palestinesi, stando ai dati diffusi da Israele. “Devono e dovrebbero andarsene”, ha detto il portavoce delle forze armate, Jonathan Conricus, spiegando che Hamas – che ha invitato la gente a restare – ha avuto un “effetto ritardante” sull’abbandono della regione. Molti di coloro che si sono diretti a Sud sperano di uscire attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Una via di fuga che il governo italiano auspica possano imboccare anche i dodici connazionali attualmente a Gaza. “Speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e arrivare in Egitto. Le trattative sono in corso, questa è la priorità”, ha confermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io, sottolineando che “Isarele ha diritto a difendersi, quindi a colpire Hamas”. Ma è necessario fare in modo che non ci siano conseguenze sulla popolazione civile che non ha nulla a che vedere con Hamas, ha sottolineato il titolare della Farnesina. “Dobbiamo chiaramente dire che i palestinesi non sono Hamas. E gli esponenti di Hamas non sono i palestinesi. Hamas è un’organizzazione criminale e terroristica che ha fatto quello che i nazisti hanno fatto contro gli ebrei”. Da parte sua, il re di Giordania Abdallah – reduce da una visita in Italia – ha avvertito che “l’intera regione è sull’orlo del baratro” ed messo in guardia contro il tentativo di spingere i rifugiati palestinesi in Egitto o Giordania, aggiungendo che la situazione umanitaria deve essere affrontata all’interno di Gaza e in Cisgiordania. “Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi di fatto sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto”, ha detto oggi in una conferenza stampa dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. Il capo del governo tedesco – che oggi è atteso in visita in Israele – ha chiesto invece di prevenire un’escalation in Medio Oriente ed ha avvertito “espressamente” il movimento sciita Hezbollah e l’Iran “a non intervenire nel conflitto”. Poche ore dopo, da Teheran sono però giunte parole di fuoco del Grande Ayatollah, Ali Khamenei. “La leadership israeliana deve essere processata per i suoi crimini contro i palestinesi a Gaza”, ha denunciato la Guida suprema. Quanto alla Francia, il presidente Emmanuel Macron ha parlato di “discussioni intense” per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Una dichiarazione giunta poche ore dopo la pubblicazione di un video da parte del movimento islamico, che ha mostrato una donna franco-israeliana di 21 anni trattenuta con la forza nella Striscia. “Mi recherò nella regione quando potremo ottenere un accordo concreto per frenare l’escalation”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo. “La Francia è pienamente impegnata per far liberare i nostri ostaggi così come tutti gli altri”, ha aggiunto, definendo “odioso, inaccettabile” che vi siano persone in mano all’organizzazione terroristica.

Nel frattempo il Giappone ha annunciato la fornitura di 10 milioni di dollari in assistenza di emergenza ai civili di Gaza, “attraverso le organizzazioni internazionali”. Una di queste, l’Agenzia di soccorso dell’Onu, ha però denunciato l’estrema difficoltà in cui è costretta a operare e i sanguinosi costi pagati, in termini di vite umane, dall’inizio dell’escalation, il 7 ottobre. “Almeno 17 membri del personale dell’agenzia” Onu “sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani”, è stato spiegato, sottolineando anche che quasi 400.000 palestinesi hanno cercato rifugio nelle strutture e un numero imprecisato di sfollati interni rimane attualmente nelle scuole dell’Unrwa nel nord della regione governata da Hamas. (di Corrado Accaputo)