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Israele, tensione con Hezbollah e sfida ad Hamas: nessuna tregua

Israele, tensione con Hezbollah e sfida ad Hamas: nessuna treguaRoma, 17 ott. (askanews) – Nessuna tregua: Israele prepara “le nuove fasi della guerra”. Alla vigilia dell’arrivo di Joe Biden – il presidente degli Stati Uniti sarà domani nello Stato ebraico -, le forze armate israeliane confermano che l’ipotesi di un cessate il fuoco con gli estremisti palestinesi di Hamas è ancora lontana, anche se la nuova offensiva “potrebbe essere qualcosa di diverso” dall’invasione di terra annunciata nei giorni scorsi. In attesa del via libera delle autorità di governo, le operazioni militari sono proseguite tutta la notte. Almeno 200 obiettivi di Hamas e Jihad islamica sono stati colpiti nella Striscia: si tratta di quartier generali, una banca e diversi tunnel utilizzati dai miliziani islamisti. Secondo fonti del ministero della Sanità palestinese a Gaza, i raid avrebbero preso di mira in particolare le località di Khan Younis, Rafah e Deir el-Balah, nel sud del territorio governato da Hamas: almeno 71 sarebbero le vittime. Tra loro, molte famiglie sfollate dalla città di Gaza. In uno dei raid su Gaza hanno perso la vita anche il responsabile di Hamas per i valichi della Striscia, Fouad Abu Btihan, e alcuni suoi familiari.

Sul fronte settentrionale, invece, i militari israliani avrebbero sventato un tentativo di infiltrazione di presunti “terroristi” dal Libano, che avrebbero voluto piazzare un ordigno oltre il confine. Quattro persone sono state uccise, ha confermato un portavoce militare. Gli scontri sono proseguiti poi in mattinata. Hezbollah ha lanciato un missile anticarro e altri proiettili di mortaio sulla città di Metula, provocando due feriti. Israele ha risposto al fuoco, colpendo alcuni obiettivi in Libano. Circa 600.000 persone, intanto, sono finora fuggite dal nord di Gaza, dove rimangono attualmente circa 100.000 palestinesi, stando ai dati diffusi da Israele. “Devono e dovrebbero andarsene”, ha detto il portavoce delle forze armate, Jonathan Conricus, spiegando che Hamas – che ha invitato la gente a restare – ha avuto un “effetto ritardante” sull’abbandono della regione. Molti di coloro che si sono diretti a Sud sperano di uscire attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Una via di fuga che il governo italiano auspica possano imboccare anche i dodici connazionali attualmente a Gaza. “Speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e arrivare in Egitto. Le trattative sono in corso, questa è la priorità”, ha confermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io, sottolineando che “Isarele ha diritto a difendersi, quindi a colpire Hamas”. Ma è necessario fare in modo che non ci siano conseguenze sulla popolazione civile che non ha nulla a che vedere con Hamas, ha sottolineato il titolare della Farnesina. “Dobbiamo chiaramente dire che i palestinesi non sono Hamas. E gli esponenti di Hamas non sono i palestinesi. Hamas è un’organizzazione criminale e terroristica che ha fatto quello che i nazisti hanno fatto contro gli ebrei”. Da parte sua, il re di Giordania Abdallah – reduce da una visita in Italia – ha avvertito che “l’intera regione è sull’orlo del baratro” ed messo in guardia contro il tentativo di spingere i rifugiati palestinesi in Egitto o Giordania, aggiungendo che la situazione umanitaria deve essere affrontata all’interno di Gaza e in Cisgiordania. “Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi di fatto sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto”, ha detto oggi in una conferenza stampa dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. Il capo del governo tedesco – che oggi è atteso in visita in Israele – ha chiesto invece di prevenire un’escalation in Medio Oriente ed ha avvertito “espressamente” il movimento sciita Hezbollah e l’Iran “a non intervenire nel conflitto”. Poche ore dopo, da Teheran sono però giunte parole di fuoco del Grande Ayatollah, Ali Khamenei. “La leadership israeliana deve essere processata per i suoi crimini contro i palestinesi a Gaza”, ha denunciato la Guida suprema. Quanto alla Francia, il presidente Emmanuel Macron ha parlato di “discussioni intense” per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Una dichiarazione giunta poche ore dopo la pubblicazione di un video da parte del movimento islamico, che ha mostrato una donna franco-israeliana di 21 anni trattenuta con la forza nella Striscia. “Mi recherò nella regione quando potremo ottenere un accordo concreto per frenare l’escalation”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo. “La Francia è pienamente impegnata per far liberare i nostri ostaggi così come tutti gli altri”, ha aggiunto, definendo “odioso, inaccettabile” che vi siano persone in mano all’organizzazione terroristica.

Nel frattempo il Giappone ha annunciato la fornitura di 10 milioni di dollari in assistenza di emergenza ai civili di Gaza, “attraverso le organizzazioni internazionali”. Una di queste, l’Agenzia di soccorso dell’Onu, ha però denunciato l’estrema difficoltà in cui è costretta a operare e i sanguinosi costi pagati, in termini di vite umane, dall’inizio dell’escalation, il 7 ottobre. “Almeno 17 membri del personale dell’agenzia” Onu “sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani”, è stato spiegato, sottolineando anche che quasi 400.000 palestinesi hanno cercato rifugio nelle strutture e un numero imprecisato di sfollati interni rimane attualmente nelle scuole dell’Unrwa nel nord della regione governata da Hamas. (di Corrado Accaputo)

A vigilia visita Biden Israele sfida Hamas: nessuna tregua. Tensione con Hezbollah

A vigilia visita Biden Israele sfida Hamas: nessuna tregua. Tensione con HezbollahRoma, 17 ott. (askanews) – Nessuna tregua: Israele prepara “le nuove fasi della guerra”. Alla vigilia dell’arrivo di Joe Biden – il presidente degli Stati Uniti sarà domani nello Stato ebraico -, le forze armate israeliane confermano che l’ipotesi di un cessate il fuoco con gli estremisti palestinesi di Hamas è ancora lontana, anche se la nuova offensiva “potrebbe essere qualcosa di diverso” dall’invasione di terra annunciata nei giorni scorsi. In attesa del via libera delle autorità di governo, le operazioni militari sono proseguite tutta la notte. Almeno 200 obiettivi di Hamas e Jihad islamica sono stati colpiti nella Striscia: si tratta di quartier generali, una banca e diversi tunnel utilizzati dai miliziani islamisti. Secondo fonti del ministero della Sanità palestinese a Gaza, i raid avrebbero preso di mira in particolare le località di Khan Younis, Rafah e Deir el-Balah, nel sud del territorio governato da Hamas: almeno 71 sarebbero le vittime. Tra loro, molte famiglie sfollate dalla città di Gaza. In uno dei raid su Gaza hanno perso la vita anche il responsabile di Hamas per i valichi della Striscia, Fouad Abu Btihan, e alcuni suoi familiari.

Sul fronte settentrionale, invece, i militari israliani avrebbero sventato un tentativo di infiltrazione di presunti “terroristi” dal Libano, che avrebbero voluto piazzare un ordigno oltre il confine. Quattro persone sono state uccise, ha confermato un portavoce militare. Gli scontri sono proseguiti poi in mattinata. Hezbollah ha lanciato un missile anticarro e altri proiettili di mortaio sulla città di Metula, provocando due feriti. Israele ha risposto al fuoco, colpendo alcuni obiettivi in Libano. Circa 600.000 persone, intanto, sono finora fuggite dal nord di Gaza, dove rimangono attualmente circa 100.000 palestinesi, stando ai dati diffusi da Israele. “Devono e dovrebbero andarsene”, ha detto il portavoce delle forze armate, Jonathan Conricus, spiegando che Hamas – che ha invitato la gente a restare – ha avuto un “effetto ritardante” sull’abbandono della regione.

Molti di coloro che si sono diretti a Sud sperano di uscire attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Una via di fuga che il governo italiano auspica possano imboccare anche i dodici connazionali attualmente a Gaza. “Speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e arrivare in Egitto. Le trattative sono in corso, questa è la priorità”, ha confermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io, sottolineando che “Isarele ha diritto a difendersi, quindi a colpire Hamas”. Ma è necessario fare in modo che non ci siano conseguenze sulla popolazione civile che non ha nulla a che vedere con Hamas, ha sottolineato il titolare della Farnesina. “Dobbiamo chiaramente dire che i palestinesi non sono Hamas. E gli esponenti di Hamas non sono i palestinesi. Hamas è un’organizzazione criminale e terroristica che ha fatto quello che i nazisti hanno fatto contro gli ebrei”. Da parte sua, il re di Giordania Abdallah – reduce da una visita in Italia – ha avvertito che “l’intera regione è sull’orlo del baratro” ed messo in guardia contro il tentativo di spingere i rifugiati palestinesi in Egitto o Giordania, aggiungendo che la situazione umanitaria deve essere affrontata all’interno di Gaza e in Cisgiordania. “Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi di fatto sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto”, ha detto oggi in una conferenza stampa dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. Il capo del governo tedesco – che oggi è atteso in visita in Israele – ha chiesto invece di prevenire un’escalation in Medio Oriente ed ha avvertito “espressamente” il movimento sciita Hezbollah e l’Iran “a non intervenire nel conflitto”. Poche ore dopo, da Teheran sono però giunte parole di fuoco del Grande Ayatollah, Ali Khamenei. “La leadership israeliana deve essere processata per i suoi crimini contro i palestinesi a Gaza”, ha denunciato la Guida suprema.

Quanto alla Francia, il presidente Emmanuel Macron ha parlato di “discussioni intense” per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Una dichiarazione giunta poche ore dopo la pubblicazione di un video da parte del movimento islamico, che ha mostrato una donna franco-israeliana di 21 anni trattenuta con la forza nella Striscia. “Mi recherò nella regione quando potremo ottenere un accordo concreto per frenare l’escalation”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo. “La Francia è pienamente impegnata per far liberare i nostri ostaggi così come tutti gli altri”, ha aggiunto, definendo “odioso, inaccettabile” che vi siano persone in mano all’organizzazione terroristica. Nel frattempo il Giappone ha annunciato la fornitura di 10 milioni di dollari in assistenza di emergenza ai civili di Gaza, “attraverso le organizzazioni internazionali”. Una di queste, l’Agenzia di soccorso dell’Onu, ha però denunciato l’estrema difficoltà in cui è costretta a operare e i sanguinosi costi pagati, in termini di vite umane, dall’inizio dell’escalation, il 7 ottobre. “Almeno 17 membri del personale dell’agenzia” Onu “sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani”, è stato spiegato, sottolineando anche che quasi 400.000 palestinesi hanno cercato rifugio nelle strutture e un numero imprecisato di sfollati interni rimane attualmente nelle scuole dell’Unrwa nel nord della regione governata da Hamas. (di Corrado Accaputo)

L’Ayatollah Khamenei chiede di processare i leader di Israele per i crimini a Gaza

L’Ayatollah Khamenei chiede di processare i leader di Israele per i crimini a GazaRoma, 17 ott. (askanews) – La Guida suprema iraniana Ali Khamenei, ha affermato oggi che la leadership israeliana dovrebbe essere processata per i suoi “crimini contro i palestinesi”: lo ha riferito oggi la televisione di Stato, riportando le parole dell’Ayatollah.

“Nessuno può affrontare i musulmani e le forze della resistenza se i crimini del regime sionista contro i palestinesi continuano… il bombardamento di Gaza deve cessare immediatamente”, ha detto Khamenei. “I funzionari del regime sionista dovrebbero essere processati per i loro crimini contro i palestinesi a Gaza”, ha aggiunto.

Polonia, PiS primo partito, ma alleanza formata da Tusk oltre 53%

Polonia, PiS primo partito, ma alleanza formata da Tusk oltre 53%Milano, 17 ott. (askanews) – I dati definitivi diffusi sui canali ufficiali dalla Commissione elettorale nazionale polacca mostrano una vittoria di Pirro per il partito conservatore sinora al potere a Varsavia, Diritto e giustizia (PiS) che prende la percentuale maggiore come singolo partito, ma rimane schiacciato dalla coalizione delle forze democratiche di opposizione (Coalizione Civica, Terza via, Nuova Sinistra) che insieme vanno ben oltre il 53%. Esce ridimensionata anche l’estrema destra di Confederazione, che tuttavia entra in Parlamento.

Ecco nel dettaglio i risultati delle elezioni legislative di domenica 15 ottobre, ai quali Andrzej Duda, presidente della Polonia (con un passato nel PiS), deve dare seguito affidando l’incarico di formare un nuovo esecutivo: Diritto e Giustizia (PiS) 35,38%. (7.640.854 voti)

Coalizione Civica (Po, guidato da Donald Tusk) 30,70% (6.629.402 voti) Terza via (Polonia 2050 – Partito popolare polacco) 14,40% (3.110.670 voti)

Nuova Sinistra 8,61%. (1.859.018 voti) Confederazione (Konfederacja Wolnosc i Niepodleglosci) 7,16% (1.547.364 voti)

Altri candidati non hanno superato la soglia elettorale (5% per i partiti, 8% per le coalizioni). I dati della Commissione elettorale nazionale mostrano che l’affluenza alle urne alle elezioni del Sejm (camera bassa) è stata del 74,38% e alle elezioni del Senato del 74,31%. La Commissione elettorale nazionale ha riferito che alle elezioni del Sejm sono stati espressi 21.596.674 voti. Alle elezioni del Senato sono stati espressi 21.402.998 voti.

L’attentatore di Bruxelles in un video fatto a Genova

L’attentatore di Bruxelles in un video fatto a GenovaRoma, 17 ott. (askanews) – L’attentatore che ha ucciso due persone di nazionalità svedese ieri sera a Bruxelles sarebbe quantomeno transitato in Italia, anche se non vi sono conferme per ora delle indiscrezioni su un suo approdo iniziale a Lampedusa dalla Tunisia.

In uno screenshot tratto da un video di un suo profilo Facebook, poi oscurato, si evince che è stato a Genova, forse di passaggio per recarsi in Francia. Il profilo oscurato è intitolato a Slayem Slouma, probabilmente l’alias utilizzato dal 45enne tunisino identificato come Abdesalem Lassoued.

Attentatore di Bruxelles in un video ripreso a Genova

Attentatore di Bruxelles in un video ripreso a GenovaRoma, 17 ott. (askanews) – L’attentatore che ha ucciso due persone di nazionalità svedese ieri sera a Bruxelles sarebbe quantomeno transitato in Italia, anche se non vi sono conferme per ora delle indiscrezioni su un suo approdo iniziale a Lampedusa dalla Tunisia.

In uno screenshot tratto da un video di un suo profilo Facebook, poi oscurato, si evince che è stato a Genova, forse di passaggio per recarsi in Francia. Il profilo oscurato è intitolato a Slayem Slouma, probabilmente l’alias utilizzato dal 45enne tunisino identificato come Abdesalem Lassoued.

Tajani: al momento nessuna minaccia terroristica diretta all’Italia

Tajani: al momento nessuna minaccia terroristica diretta all’ItaliaRoma, 17 ott. (askanews) – “Il livello di guardia” sul terrorismo in Italia “è già stato alzato da qualche giorno”: “stiamo tenendo tutto sotto controllo” e le forze dell’ordine, di sicurezza e dell’intelligence “lavorano con attività di prevenzione”, “tant’è che oggi sono state arrestate due persone accusate di terrorismo” a Milano. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io. “In questo momento non ci sono minacce dirette verso l’Italia, ma può esserci sempre qualche fondamentalista esagitato che agisce da solo, qualche cane sciolto. La prevenzione è massima e si continua a vigilare, ma non abbiamo segnalazioni di pericoli imminenti”, ha aggiunto Tajani, spiegando che si sta facendo “di tutto” perché gli italiani “possano vivere in sicurezza”, “anche con controlli su immigrati” affinché non ci siano “terroristi infiltrati”.

Il sospetto attentatore di Bruxelles è stato “neutralizzato”: chi è Abdesalem L.

Il sospetto attentatore di Bruxelles è stato “neutralizzato”: chi è Abdesalem L.Roma, 17 ott. (askanews) – Un uomo è stato “neutralizzato” questa mattina nel corso di un’operazione di polizia a piazza Eugène Verboekhoven, nel comune di Schaerbeek, in Belgio. Non è ancora certo che si tratti dell’attentatore di ieri a Bruxelles, anche se ne è fortemente sospettato. Durante le perquisizioni sarebbe stata trovata un’arma che potrebbe essere stata utilizzata durante l’assalto. Sulle sue sorti c’è al momento grande incertezza. Secondo alcuni organi di stampa locali, come Le Soir, che citano fonti della procura, l’uomo sarebbe stato ucciso. Ma la ministra dell’Interno ha precisato che l’uomo sarebbe in rianimazione. La procura belga ha confermato a La Libre che l’uomo è stato posto in stato di arresto. La sua identificazione formale richiederà tempo ma si ritiene che si tratti dell’assassino, aggiunge il quotidiano.

Il sospetto ricercato per l’attentato di ieri sera a Bruxelles è Abdesalem L., un tunisino di 45 anni che ha chiesto asilo in Belgio a novembre 2019 ed era noto a polizia e servizi segreti, ha confermato il responsabile della Giustizia, Vincent Van Quickenborne. Secondo il ministro, era attenzionato perchè sospettato di traffico di droga e di esseri umani, di soggiorno illegale e per un attentato alla sicurezza dello Stato. In ogni caso era stato segnalato nel 2016 da “un servizio di polizia straniero”, in base a notizie non confermate, di un profilo radicalizzato e dell’intenzione di partire per una zona di conflitto per la jihad. “Non vi era alcuna indicazione concreta di radicalizzazione”, ha sottolineato Van Quickenborne. Da quest’anno, tuttavia Abdesalem L. è stato nuovamente monitorato: “L’uomo è stato avvistato una volta in una moschea a Bruxelles nel giugno 2022. All’inizio di quest’anno avrebbe minacciato sui social media un ospite di un centro di asilo”. La persona minacciata l’ha denunciato, sostenendo che Abdesalem era stato condannato per terrorismo in Tunisia, ma anche di questo non vi è conferma, anzi, secondo i servizi belgi l’uomo non è stato condannato per terrorismo in Tunisia, ma per reati di diritto comune.

La sua domanda di asilo era stata respinta nel 2020.

La ministra dell’Interno: il sospetto attentatore di Bruxelles è in rianimazione

La ministra dell’Interno: il sospetto attentatore di Bruxelles è in rianimazioneRoma, 17 ott. (askanews) – La ministra dell’Interno Annelies Verlinden ha detto che l’uomo “neutralizzato” dalla polizia, durante un’operazione a piazza Eugène Verboekhoven, nel comune di Schaerbeek, in Belgio, sarebbe in rianimazione. La procura belga ha confermato a La Libre che l’uomo è stato arrestato.

L’identificazione formale richiederà tempo ma si ritiene che si tratti dell’assassino, aggiunge il quotidiano, ricordando che sarebbe stata ritrovata un’arma, quella utilizzata nella sparatoria mortale. L’uomo è stato colpito al petto durante l’operazione. È stato ricoverato all’ospedale Saint-Luc, dove si trova in rianimazione.

Le Soir: il sospetto attentatore di Bruxelles è stato ucciso dalla polizia

Le Soir: il sospetto attentatore di Bruxelles è stato ucciso dalla poliziaRoma, 17 ott. (askanews) – Un sospetto è stato ucciso nel corso di una vasta operazione di polizia attorno a piazza Eugène Verboekhoven, nel comune di Schaerbeek. L’intera zona è stata transennata ed evacuata, riferisce Le Soir. Le informazioni sono state confermate dal sindaco ad interim di Schaerbeek, Cécile Jodogne, secondo la quale per il momento “non esiste alcuna conferma dell’identità della persona”.

Da parte sua, la procura federale ha confermato che un sospettato è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, ma che non è ancora possibile stabilire se si tratti o meno di Abdesalem L., il presunto autore dell’attacco di ieri a Bruxelles. La “Cage aux Ours”, nome comunemente attribuito all’area delle perquisizioni, si trova a pochi passi dall’ultima abitazione conosciuta del sospetto attentatore.