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Google licenzia centinaia di lavoratori

Google licenzia centinaia di lavoratoriNew York, 11 gen. (askanews) – Il motore di ricerca Google ha annunciato, mercoledì, il licenziamento di centinaia di lavoratori dei suoi team hardware, Google Assistant e quelli dei software interni. Anche i cofondatori di Fitbit, James Park ed Eric Friedman, lasceranno l’azienda nell’ambito della riorganizzazione, poiché Google ha integrato le funzionalità Fitbit nel proprio marchio di hardware Pixel.

“Durante la seconda metà del 2023, alcuni dei nostri team hanno apportato modifiche per diventare più efficienti, lavorare meglio e per allineare le proprie risorse alle maggiori priorità di prodotto”, ha dichiarato un rappresentante di Google in una nota. La riduzione del personale del team Assistant avviene mentre Google sta lavorando per rivitalizzare il progetto di ultima generazione della tecnologia di Intelligenza Artificiale. Alphabet, la società madre di Google ha tagliato 12.000 posti di lavoro nel 2023, ovvero circa il 6% del personale. Secondo i documenti normativi, alla fine di settembre la società contava 182.381 dipendenti. Prima dei licenziamenti dello scorso anno impiegava fino a 190.711 lavoratori, oltre a decine di migliaia di appaltatori.

Abuso d’ufficio, la Commissione Ue: impatta sulla lotta alla corruzione

Abuso d’ufficio, la Commissione Ue: impatta sulla lotta alla corruzioneBruxelles, 11 gen. (askanews) – La Commissione europea, che sta monitorando il processo legislativo in corso in Italia, con il Ddl Nordio, riguardo alla ridefinizione dei reati contro la pubblica amministrazione e all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, ha avvertito oggi che certe modifiche potrebbero avere un impatto negativo sull’efficacia della lotta alla corruzione.

“La lotta alla corruzione è un’alta priorità per la Commissione europea, che nel maggio scorso ha adottato delle proposte su questo”, ha ricordato il portavoce dell’Esecutivo comunitario Christian Wigand, responsabile per la Giustizia, durante il briefing quotidiano per la stampa oggi a Bruxelles, rispondendo a una domanda sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio in Italia. “Siamo al corrente – ha continuato Wigand – della proposta legislativa in Italia che intende modificare le misure che regolano i reati contro la pubblica amministrazione. Come abbiamo spiegato nel nostro Rapporto sulo stato di diritto del luglio 2023, i cambiamenti proposti porterebbero – ha rilevato il portavoce – a decriminalizzare importanti forme di corruzione, e potrebbero avere un impatto sull’effettiva individuazione dei casi di corruzione e sulla lottaácontroádiáessa”.

“Il processo legislativo è in corso e noi continuiamo a seguirne gli sviluppi”, ha concluso il portavoce della Commissione.

Israele risponde venerdì all’Aia alle accuse di genocidio

Israele risponde venerdì all’Aia alle accuse di genocidioRoma, 11 gen. (askanews) – Israele risponderà venerdì alle accuse di genocidio a Gaza presentate oggi dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Il ministro della Giustizia sudafricano Ronald Lamola ha accusato Israele di aver “passato il limite” e di aver fatto soffrire i palestinesi dal 1948: “La violenza e la distruzione in Palestina non sono iniziate il 7 ottobre, ma sono 76 anni che subiscono violenza”, ha detto Lamola davanti alla Corte, in apertura dell’udienza.

“Nessun attacco, per quanto grave, può giustificare una violazione della convenzione, sia sul piano della legge che della moralità. Israele ha oltrepassato questo limite e ha violato la convenzione (sul genocidio)”, ha affermato il ministro. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha detto martedì che non c’è “niente di più atroce e assurdo” delle affermazioni del Sudafrica. Israele presenterà un caso “usando l’autodifesa”, ha detto, per dimostrare che sta facendo “il massimo” in “circostanze estremamente complicate” per evitare vittime civili a Gaza.

Radio3, Wikiradio cambia formato, dal 16 la nuova programmazione

Radio3, Wikiradio cambia formato, dal 16 la nuova programmazioneRoma, 11 gen. (askanews) – Wikiradio. Le voci della Storia Dal 16 gennaio alle ore 14 andrà in onda il nuovo formato della storica trasmissione di Rai Radio3

Per dodici anni Wikiradio, la trasmissione di Radio3 che va in onda alle 14 dal lunedì al venerdì, ha raccontato quotidianamente una vicenda storica accaduta proprio quel giorno. Settimana dopo settimana, ha costruito un’enciclopedia radiofonica realizzata impastando nuove fonti e materiali del passato. Dopo dodici anni, la trasmissione si rinnova. Dal 16 gennaio nasce Wikiradio. Le voci della Storia, la nuova enciclopedia di Radio3 che riorganizza la memoria storica attenendosi a cinque categorie ricorrenti ogni settimana: il lunedì è riservato ai discorsi, il martedì alle immagini fotografiche, il mercoledì agli influencer nella Storia (ovvero personaggi che per qualche motivo cambieranno il corso degli eventi), il giovedì ai carteggi, il venerdì ai luoghi (raccontati attraverso la testimonianza di chi li ha attraversati in momenti cruciali). Ogni giorno studiosi, storici, esperti e critici, a partire da un documento sonoro, dalla descrizione di un’immagine o dalla lettura di un testo, raccontano il nostro recente passato per un pubblico appassionato, curioso, interessato a riflettere, comprendere e interpretare il presente attraverso la conoscenza approfondita della storia. Wikiradio non è solo un’enciclopedia sonora, ma anche un omaggio alla storia orale, che quotidianamente aiuta a preservare, divulgare e attualizzare grazie anche al supporto del prezioso archivio Rai, baule di voci e suoni originali del passato.

Il nuovo fomat di Wikiradio sarà presentato il 15 gennaio 2024 in un luogo rappresentativo: la Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, a Roma. Quel giorno la prima trasmissione della nuova stagione sarà eccezionalmente realizzata in diretta. Dalle 14 alle 15 cinque esperti – Umberto Gentiloni, Alessandra Mauro, Maria Cristina Marcuzzo, Francesco Fiorentino, Arnaldo Colasanti – presenteranno cinque fonti storiche risalenti a un anno cruciale, il 1946: il discorso di Alcide De Gasperi alla conferenza di pace pronunciato il 10 agosto a Parigi, lo scatto di Margaret Bourke-White di Gandhi all’arcolaio, il pensiero dell’economista J.M. Keynes, il carteggio tra Hannah Arendt e il drammaturgo Hermann Broch, la fondazione della Casa della cultura di Milano.

E’ iniziata all’Aia l’udienza sulle accuse di genocidio a Israele

E’ iniziata all’Aia l’udienza sulle accuse di genocidio a IsraeleRoma, 11 gen. (askanews) – Si è aperta presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia l’udienza per esaminare il caso sollevato dal Sudafrica contro Israele, accusato di genocidio del popolo palestinese durante le sue operazioni militari nella Striscia di gaza.

L’udienza si è aperta con le dichiarazioni solenni dei due giudici ad hoc del Sudafrica e di Israele. Dikgang Moseneke rappresenta il Sudafrica e Aharon Barak, ex capo della corte suprema israeliana, difende la causa dello Stato ebraico. 

Borsa, Tokyo chiude in rally: Nikkey sopra 35mila, nuovo record dal 1990

Borsa, Tokyo chiude in rally: Nikkey sopra 35mila, nuovo record dal 1990Milano, 11 gen. (askanews) – La borsa di Tokyo ha chiuso in rally la seduta, in attesa dei dai sull’inflazione americana, in arrivo nel pomeriggio italiano. L’indice Nikkei ha concluso le contrattazioni in rialzo dell’1,88% a 35.049 punti, mettendo a segno un nuovo record dal 1990. Si tratta della quarta seduta consecutiva positiva per la piazza di Tokyo questa settimana. A spingere il mercato le prospettive positive dell’economia giapponese a fronte di un indebolimento dello yen.

Il presidente dell’Ecuador Noboa è sicuro che “il Paese uscirà vittorioso da questo conflitto”

Il presidente dell’Ecuador Noboa è sicuro che “il Paese uscirà vittorioso da questo conflitto”Roma, 11 gen. (askanews) – Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha affermato che il paese uscirà vittorioso nel conflitto armato interno che sta vivendo negli ultimi giorni, in occasione di un messaggio alla nazione trasmesso nella notte. “Siamo convinti che usciremo vittoriosi da questo conflitto”, ha affermato dopo aver riferito di esplosioni, incendi di automobili, rapimenti di guardie carcerarie e la morte di 14 persone, tra cui almeno due poliziotti.

Noboa ha accolto con favore l’approvazione della cosiddetta “Legge No More Blackouts”, il suo secondo progetto urgente in materia economica, con il sostegno di 131 dei 137 membri dell’Assemblea nazionale, che ha definito “un voto storico”. Ha affermato che il sostegno dei cittadini e dei partiti politici è essenziale per uscire dall’oscurità e generare giorni migliori per tutti. “Arrendetevi al male, mai, lottate instancabilmente, sempre”, ha concluso nel suo messaggio. Questa settimana, il governo ha istituito lo stato di emergenza per 60 giorni e il coprifuoco nazionale per controllare la situazione, dopo aver appreso della fuga di un leader della banda criminale Los Choneros, Adolfo Macías, alias Fito, che stava scontando 34 anni di carcere. Macías è accusato di reati quali omicidio e traffico di droga ed è considerato alleato del cartello di Sinaloa in Messico. A ciò si è aggiunta la fuga da un altro carcere di Fabricio Colón Pico, noto tra i leader della banda Los Lobos, anche lui con un numero significativo di anni da scontare per diversi reati.

In un altro decreto, il presidente ha ammesso l’esistenza di un conflitto armato interno e ha elencato alcuni gruppi criminali classificati come terroristi che saranno perseguiti dalle forze di sicurezza. Nell’ultima notte, intanto, sono stati segnalati atti di violenza in diverse zone del Paese, come a Quito (nord), la capitale, dove sono stati collocati esplosivi in depositi di rifiuti ed è stato registrato un attacco a un’unità di polizia. La radio La Calle Habla ha registrato una presunta sparatoria nel carcere della provincia di Esmeraldas (nord), mentre diversi media digitali hanno riferito dell’ingresso di un convoglio militare nel cantone di Durßn, uno dei più colpiti dalle violenze.

Gli Houthi contro la risoluzione dell’Onu: solo “un gioco politico”

Gli Houthi contro la risoluzione dell’Onu: solo “un gioco politico”Roma, 11 gen. (askanews) – Un portavoce dei ribelli Houthi dello Yemen ha affermato oggi che la risoluzione delle Nazioni Unite sulla navigazione nel Mar Rosso è un “gioco politico” e che sono gli Stati Uniti a violare il diritto internazionale. Il Consiglio di Sicurezza ha chiesto al gruppo sostenuto dall’Iran di porre immediatamente fine agli attacchi alle navi ed ha messo in guardia contro l’escalation delle tensioni, appoggiando implicitamente una task force guidata dagli Stati Uniti a difesa del diritto alla navigazione nell’area.

Secondo gli Usa sono ‘infondate’ le accuse a Israele di genocidio

Secondo gli Usa sono ‘infondate’ le accuse a Israele di genocidioRoma, 11 gen. (askanews) – “Le accuse secondo cui Israele sta commettendo un genocidio sono infondate. In effetti, sono coloro che attaccano violentemente Israele che continuano a chiedere apertamente l’annientamento di Israele e lo sterminio di massa degli ebrei”, afferma in una nota il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matt Miller, ripreso dal Times of Israel.

L’amministrazione Biden, dunque, ribadisce la sua opposizione all’udienza della Corte internazionale di giustizia nella quale Israele è accusato di genocidio, alla vigilia del procedimento dell’Aia richiesto dal Sudafrica. “Il genocidio – prosegue Miller – è uno degli atti più atroci che qualsiasi entità o individuo possa commettere, e tali accuse dovrebbero essere formulate solo con la massima cautela”,áaggiunge. “Israele ha il diritto di difendersi dagli atti terroristici di Hamas – atti che Hamas ha promesso di ripetere ancora e ancora finché Israele non sarà completamente distrutto. Israele sta operando in un ambiente eccezionalmente difficile a Gaza, uno spazio di battaglia urbano in cui Hamas si inserisce e si nasconde intenzionalmente dietro i civili”, continua.

Pur ribadendo la sua condanna dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, Miller afferma che gli Stati Uniti si aspettano ancora che Israele “rispetti il diritto internazionale umanitario nelle sue operazioni contro Hamas”. Sottolinea inoltre la sensazione diffusa a Washington secondo cui l’IDF non ha fatto abbastanza finora per proteggere i civili, invitando Israele a “cercare più modi per prevenire danni ai civili e a indagare su accuse credibili di violazioni del diritto internazionale umanitario quando si presentano”.

Miller sembra anche fare riferimento al dispiacere degli Stati Uniti per le richieste dei legislatori israeliani alla punizione collettiva e allo sfollamento di massa dei palestinesi, che hanno contribuito a costruire la causa del Sud Africa contro Israele. “Continuiamo a condannare la retorica disumanizzante da tutte le parti”, afferma il portavoce del Dipartimento di Stato.

M.O., Blinken: Usa lavorano con altri Paesi per questione ostaggi

M.O., Blinken: Usa lavorano con altri Paesi per questione ostaggiRoma, 10 gen. (askanews) – Gli Stati Uniti stanno lavorando con Israele e altri Paesi del Medio Oriente per risolvere la questione degli ostaggi nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken.

“Stiamo facendo tutto il possibile, lavorando ovviamente con gli israeliani, con il Qatar, con l’Egitto, con i Paesi che hanno rapporti di un tipo o di un altro con Hamas, per rimettere la questione in carreggiata e continuare a riportare a casa gli ostaggi”, ha dichiarato Blinken a Msnbc in un’intervista. L’intervista è stata registrata durante il viaggio di Blinken in Israele all’inizio della settimana ed è stata trasmessa oggi. Blinken ha espresso ottimismo sul fatto che il movimento integralista palestinese Hamas negozierà il rilascio degli ostaggi che trattiene. “Siamo riusciti in passato, nel bel mezzo di questo conflitto, a liberare più di un centinaio di ostaggi, e sono convinto che possano e vogliano impegnarsi in questo senso, e questo è un aspetto su cui siamo intensamente concentrati con il Qatar e con l’Egitto”, ha detto Blinken.

Il 7 ottobre, Hamas ha attaccato Israele dalla Striscia di Gaza uccidendo circa 1.200 militari e civili e rapendone circa 240. Israele ha lanciato attacchi massicci su Gaza, ha stabilito un blocco totale e poi ha lanciato un’invasione di terra nell’enclave palestinese con l’obiettivo dichiarato di eliminare Hamas e salvare gli ostaggi. Secondo le autorità locali, finora a Gaza sono stati uccisi più di 23mila palestinesi e feriti circa 58mila a causa degli attacchi israeliani.