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Giovedì la prima udienza davanti alla Corte internazionale con l’accusa ad Israele di genocidio

Giovedì la prima udienza davanti alla Corte internazionale con l’accusa ad Israele di genocidioRoma, 10 gen. (askanews) – La Corte internazionale di giustizia (Cig) terrà domani la prima udienza del caso presentato dal Sudafrica contro Israele per presunte violazioni della Convenzione sul genocidio nel conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Stando a quanto reso noto dalla Cig, l’udienza si terrà dalle 10 alle 13 e vedrà l’intervento del Sudafrica, seguito il giorno dopo, nello stesso orario, da quello di Israele.

La Cig è un tribunale con sede all’Aia incaricato di risolvere le controversie legali tra Stati, da non confondere con la Corte penale internazionale (Cpi, che ha sempre sede all’Aia) che può occuparsi della responsabilità individuale per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio. Nelle 84 pagine di denuncia presentate dal Sudafrica lo scorso mese si afferma che Israele avrebbe violato la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio” del 1948, un trattato internazionale sottoscritto da Israele, Sudafrica e dalla maggior parte degli altri paesi. Il trattato descrive il genocidio come “atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale”. Nella sua denuncia, rilanciata da Human Rights Watch (Hrw), il Sudafrica afferma che Israele ha violato la Convenzione commettendo genocidio contro i palestinesi di Gaza e fallendo nel prevenirlo, anche non chiamando a rispondere alti funzionari israeliani delle loro dichiarazioni di incitamento diretto e pubblico al genocidio.

Il Sudafrica sostiene inoltre che gli “atti di genocidio” dovrebbero essere collocati “nel contesto più ampio della condotta di Israele nei confronti dei palestinesi durante i suoi 75 anni di apartheid, i suoi 56 anni di occupazione belligerante del territorio palestinese e i suoi 16 anni di blocco a Gaza”. Come sottolinea Hrw, il caso potrebbe richiedere anni per arrivare a una sentenza definitiva. Tuttavia, il Sudafrica ha chiesto alla corte di ordinare quelle che vengono definite “misure provvisorie” e “come questione di estrema urgenza” di proteggere il popolo palestinese a Gaza da ulteriori danni e garantire il rispetto da parte di Israele della Convenzione sul genocidio. Il Sudafrica afferma che i palestinesi di Gaza hanno “urgente e forte bisogno della protezione della Corte”.

Quindi al centro delle due udienze in programma domani e venerdì ci sarà proprio la richiesta di queste misure provvisorie, su cui la Corte potrebbe pronunciarci nell’arco di una settimana o un mese. Tra le misure chieste dal Sudafrica figurano una sospensione immediata delle operazioni militari israeliane a Gaza e provvedimenti volti a scongiurare la distruzione e a garantire la conservazione delle prove relative al caso, come il via libera all’accesso a Gaza di missioni conoscitive, mandati internazionali e altri organismi.

Tedros (Oms): a dicembre morte oltre 10mila persone per Covid-19

Tedros (Oms): a dicembre morte oltre 10mila persone per Covid-19Roma, 10 gen. (askanews) – Più di 10mila persone sono morte a dicembre a causa del Covid-19 in circa 50 nazioni e il numero di ricoveri e di casi gravi è aumentato rispettivamente del 42 e del 62 per cento rispetto a novembre. Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Nel mese di dicembre, l’Oms ha riportato quasi 10mila decessi a causa del Covid-19, e i ricoveri sono aumentati del 42 per cento rispetto a novembre, oltre a un aumento del 62 per cento dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva”, ha dichiarato.

Ghebreyesus ha aggiunto che questi dati provengono da meno di 50 Paesi e che il resto degli stati non li comunica più all’organizzazione. “Malgrado il Covid-19 non sia più un’emergenza sanitaria globale, il virus continua a circolare, a mutare e a uccidere. I dati provenienti da varie fonti riflettono un aumento della trasmissione della malattia nel mese di dicembre, a causa dei raduni di massa durante il periodo festivo, nonché della variante JN.1, che ora è l’opzione più comunemente segnalata in tutto il mondo”, ha dichiarato il responsabile dell’organizzazione. La scorsa settimana, il funzionario ha esortato tutte le persone a indossare le mascherine e a vaccinarsi contro il Covid-19 a causa dell’aumento dei casi in molti Paesi nel giro di poche settimane. Al 17 dicembre 2023, si erano registrati più di 772 milioni di casi confermati di coronavirus e più di 7 milioni di morti in tutto il mondo. A maggio Tedros Adhanom Ghebreyesus ha indicato che il numero effettivo di decessi dovuti al Covid-19 era di almeno 2 milioni.

Amazon e Twitch tagliano centinaia di posti di lavoro

Amazon e Twitch tagliano centinaia di posti di lavoroNew York, 10 gen. (askanews) – Il gigante dell’e-commerce Amazon ha annunciato il licenziamento di centinaia di dipendenti nelle sue divisioni Prime Video e MGM Studios.

Mike Hopkins, che supervisiona quelle divisioni, ha inviato una nota ai membri dello staff informandoli dei tagli dell’organico, secondo una copia del documento visionato dalla CNBC. Hopkins ha dichiarato che la società ha deciso i tagli per “dare priorità ai nostri investimenti per il successo a lungo termine della nostra attività”. I licenziamenti arrivano lo stesso giorno in cui l’unità di live streaming Twitch di Amazon ha annunciato che taglierà 500 posti di lavoro. A partire dalla fine del 2022 e proseguendo fino al 2023, la società di Jeff Bezos ha avviato i più grandi licenziamenti della sua storia, tagliando più di 27.000 posti di lavoro in quasi ogni area dell’azienda.

Tajani: lavoriamo per rafforzare la presenza Ue nel Mar Rosso

Tajani: lavoriamo per rafforzare la presenza Ue nel Mar RossoRoma, 10 gen. (askanews) – L’Italia sta lavorando per “rafforzare la presenza dell’Unione europea” nel Mar Rosso dove si trova “un’ennesima minaccia” a causa degli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi alle navi civili e commerciali che seguono la rotta. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso del Question Time sottolineando come queste minacce rafforzino la necessità di un’”autentica difesa comune europea”.

L’Italia sta lavorando per “un’azione diplomatica a tutto campo” con i colleghi del G7 per intervenire nel Mar Rosso dove gli attacchi dei ribelli filo-Iran “destano gande preoccupazione”. “Magari l’Italia potesse da sola risolvere la crisi in Medio Oriente. Temo che sia un potere che nessuno al mondo ha. Ma dall’inizio della crisi innescata dalle barbarie di Hamas, siamo in costante contatto con i principali partner della regione e alleati di Ue, G7 e Nato”, ha detto Tajani annunciando che, sarà “presto in una nuova missione nell’area” per lavorare “sulla diplomazia” ed “evitare l’estensione del conflitto”, ottenere “la liberazione di tutti gli ostaggi”.Come G7 c’è accordo per una “pressione congiunta sulle parti in conflitto per limitare le vittime civili ed evitare che situazione umanitaria si aggravi ancora”.

 

G7, Tajani: presidenza Italia pone al centro di agenda l’Africa

G7, Tajani: presidenza Italia pone al centro di agenda l’AfricaRoma, 10 gen. (askanews) – Il G7 a presidenza italiana “ci offre l’occasione per porre anche l’Africa al centro dell’agenda” per proporre un “cambio di paradigma con i partner africani” e portare avanti la “visione del Piano Mattei che dovrà integrarsi nel Piano Marshall europeo per l’Africa”, ha detto al Question Time il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che i partner del G7 concordando sulla necessità di affrontare e contrastare le “cause dei flussi migratori”, “consapevoli del nesso tra sviluppo e migrazioni”.

Sindaca di Parigi: a luglio farò il bagno nella Senna

Sindaca di Parigi: a luglio farò il bagno nella SennaRoma, 10 gen. (askanews) – La sindaca di Parigi ha annunciato che a luglio nuoterà nel fiume dove si svolgeranno le gare di triathlon. Sarebbe la dimostrazione che l’inquinamento della Senna è stato messo sotto controllo. Nel 1990, Jacques Chirac disse praticamente la stessa cosa senza mai mantenere la sua promessa. Anne Hidalgo potrebbe quindi tuffarsi nella Senna poco prima dei Giochi Olimpici (26 luglio – 11 agosto) e un anno prima dell’apertura di tre aree balneari nel fiume a Parigi, ha annunciato mercoledì.

A luglio “faremo il bagno nella Senna”, ha detto durante i suoi saluti al Municipio, invitando il prefetto regionale Marc Guillaume ad accompagnarla in questo “tuffo storico”, “a più di 30 anni dalla promessa di Jacques Chirac. Nel 1990, Jacques Chirac, allora sindaco di Parigi, promise di “fare il bagno nella Senna davanti a testimoni” entro il 1993, ma l’ex presidente non mantenne mai il suo impegno.

“Tutti dicevano che era impossibile, ce l’abbiamo fatta”, ha detto Anne Hidalgo, che ha annunciato, nel luglio 2023, l’apertura per l’estate 2025 di tre stabilimenti balneari pubblici nella capitale, a Bercy, a Grenelle tra l’Île Saint-Louis e il Marais. L’annuncio è stato dato da quest’ultimo luogo, durante un’immersione degli assossori all’urbanistica Emmanuel Grégoire e allo sport Pierre Rabadan. La sindaco socialista non ha fatto il grande passo.

Il nuoto nella Senna, già praticato sotto l’Ancien Régime, fu vietato a Parigi un secolo fa (1923) da un decreto prefettizio, e una brigata fluviale vigila costantemente per impedire le immersioni. I Giochi Olimpici devono inaugurare la riunione del nuoto con la Senna: le gare di triathlon e di nuoto in acque libere partiranno dal ponte Alexandre-III che collega il Grand Palais a Les Invalides.

Ma gli organizzatori delle Olimpiadi di Parigi hanno dovuto affrontare gravi delusioni l’estate scorsa durante alcuni eventi di prova. Prima dell’annullamento delle due gare di triathlon (paralimpico e misto), erano state le gare di nuoto in acque libere a dover essere annullate a causa dell’inquinamento causato da un insolito episodio di pioggia estiva. Dal 2016, lo Stato e gli enti locali dell’Ile-de-France hanno investito circa 1,4 miliardi di euro per rendere balneabili la Senna e la Marna, i suoi principali affluenti.

Blinken: gli Usa per “passi tangibili” verso uno Stato palestinese

Blinken: gli Usa per “passi tangibili” verso uno Stato palestineseRoma, 10 gen. (askanews) – Gli Stati uniti sostengono “passi tangibili” verso la creazione di uno Stato palestinese, ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken nell’incontro con il presidente dell’Autorità palestinese Abi Mazen a Ramallah, ribadendo la posizione di Washington secondo cui uno Stato palestinese deve convivere con Israele, “vivendo in pace e sicurezza”. Lo ha riferito in una nota il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

Blinken ha chiesto a Israele di consegnare le entrate fiscali dovute ai palestinesi: Stati Uniti ritengono che “tutte le entrate fiscali palestinesi riscosse da Israele dovrebbero essere costantemente trasferite all’Autorità palestinese in conformità con gli accordi precedenti”.

Ucraina, Crosetto: sarà un inverno di guerra. La proroga degli aiuti è una scelta di coerenza

Ucraina, Crosetto: sarà un inverno di guerra. La proroga degli aiuti è una scelta di coerenzaRoma, 10 gen. (askanews) – “Purtroppo la controffensiva estiva ucraina non ha dato i risultati sperati” e quello che si prospetta è un “inverno di guerra”, con la “prevedibile” offensiva russa, che potrebbe essere “particolarmente dura, con attacchi massicci, con missili e droni, contro obiettivi militari e civili. Lo ha detto oggi alla Camera il ministro della Difesa Guido Crosetto, precisando che la controffensiva ucraina ha avuto “un andamento generoso ma irregolare, non riuscendo a liberare aree significative” in mano alle forze russe. La proroga annuale degli aiuti italiani all’Ucraina è “una scelta di coerenza e sostegno”, in linea con gli impegni presi a livello internazionale, ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto, durante le comunicazioni alla Camera, precisando che gli aiuti serviranno a “rafforzare solo e soltanto le capacità difensive delle forze armate ucraine”. “Il sostegno deve continuare finché non cessaranno gli attacchi russi”, ha aggiunto Crosetto.

Francia, Attal “Macron Boy” potrebbe mettere in ombra il presidente

Francia, Attal “Macron Boy” potrebbe mettere in ombra il presidenteMilano, 10 gen. (askanews) – “Completato il trasferimento dei poteri da Élisabeth Borne, Gabriel Attal si è recato nel Pas-de-Calais, colpito dalle inondazioni, per il suo primo viaggio come Primo Ministro”. Così la tv e la radio francese hanno registrato il primo passo del loro popolarissimo neopremier, descritto oggi dalla stampa parigina come il “clone” di Emmanuel Macron che però secondo qualcuno potrebbe rischiare di metterlo “in ombra”.

Attal è partito sicuramente con il piede giusto: il suo primo passo è comunque un chiaro segnale di forte contatto con la popolazione. Molti abitanti di Clairmarais aspettavano ieri sera al freddo il primo ministro. “Nessuno vi dimenticherà”, ha promesso Attal ai cittadini di Clairmarais, esprimendo loro la “solidarietà” della nazione, dopo che negli ultimi giorni le inondazioni hanno reso la vita difficile agli abitanti della zona. Visita popolare quindi, ma la carta stampata si scatena su di lui, descritto come un “Macron boy” alla carica di primo ministro, per una “scommessa audace” che pone “il sosia politico del presidente” a capo del governo.

“Gabriel Attal, l’uomo del presidente”, titola La Depeche du Midi, “Sulla scia del presidente”, afferma La Croix. Liberation va oltre, descrivendolo nel titolo come un “Macron Primo Ministro”, accompagnato da un testo che descrive il più giovane capo del governo della Quinta Repubblica come un “sosia politico al governo”. Se per Paul Quinio, su Libé, questa nomina “riconosce il fatto che nulla cambia nella ‘Macronia’”, Vincent Trémolet de Villers, su Le Figaro, accoglie con favore “una scommessa coraggiosa” da parte del capo dello Stato. Un sentimento condiviso da Jean-Christophe Ploquin su La Croix che, titolando “Il richiamo della giovinezza”, la vede come “una nuova importante assunzione di rischio per il Presidente della Repubblica”.

Eppure secondo altri analisti il più giovane capo del governo della Quinta Repubblica – il primo apertamente gay – gode di una popolarità alle stelle che alla fine potrebbe mettere in “ombra” il capo dello Stato. La tv Bfm sottolinea che il capo del governo più giovane dal 1958 gode di una popolarità alle stelle. “Un profilo che non si vedeva dal 2017. Proponendo Attal alla guida del governo questo martedì, Emmanuel Macron sta facendo la sua parte per rilanciare un secondo mandato quinquennale in difficoltà” spiega la tv. Ma aggiunge: “diversi pezzi grossi del governo non apprezzano la promozione”.

Scontri, saccheggi e violenza: caos in Ecuador. Dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”

Scontri, saccheggi e violenza: caos in Ecuador. Dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”Roma, 10 gen. (askanews) – Uomini pesantemente armati hanno preso d’assalto lo studio di un’importante emittente televisiva dell’Ecuador durante una trasmissione in diretta, spingendo il presidente del paese a dichiarare lo stato di “conflitto armato interno” nel mezzo di una serie di attacchi apparentemente coordinati in tutto il paese sudamericano. Le forze speciali della polizia hanno successivamente arrestato tutti gli uomini armati mascherati che hanno invaso la sede della rete TC Televisión nella più grande città dell’Ecuador, Guayaquil, intorno alle 14, ora locale, di ieri.

Armati di pistole, fucili, mitragliatrici, granate e candelotti di dinamite, alcuni uomini hanno invaso lo studio durante il telegiornale El Noticiero. Con le telecamere che trasmettevano in diretta, gli assalitori sono stati mostrati dalle telecamere, mentre alcuni dipendenti si sdraiavano sul pavimento e si sentiva qualcuno gridare “Non sparare!”, prima che il segnale venisse finalmente interrotto. Il quotidiano El Universo ha riferito che giornalisti e operatori, in preda al panico, al panico hanno inondato i gruppi di messaggistica con richieste di aiuto. “Vogliono ucciderci tutti. Aiutateci”, si legge in un messaggio. Alina Manrique, responsabile delle notizie per TC Television, ha detto che si trovava nella sala di controllo, di fronte allo studio, quando un gruppo di uomini mascherati è entrato nell’edificio. Uno degli uomini le ha puntato una pistola alla testa e le ha detto di sdraiarsi sul pavimento, ha spiegato all’Associated Press. “Sono ancora sotto shock”, ha detto Manrique in un’intervista telefonica. “Tutto è crollato. Tutto quello che so è che è ora di lasciare questo Paese e andare molto lontano”.

Il comandante della polizia César Zapata ha poi riferito al canale televisivo Teleamazonas che gli agenti hanno sequestrato le armi e gli esplosivi che gli uomini armati avevano con sé e che 13 persone sono state arrestate, dicendo: “Questa è un’azione che dovrebbe essere considerata un atto terroristico”. Le scene scioccanti trasmesse in diretta televisiva sono arrivate mentre i gruppi criminali lanciavano un’ondata di terrore in tutto l’Ecuador, in mezzo a nuovi scoppi di violenza nelle carceri del paese. Ci sono state segnalazioni non confermate di uomini armati entrati in un’università di Guayaquil e di saccheggi nel centro di Quito, così come video sui social media hanno mostrato apparentemente il linciaggio di alcune guardie carcerarie tenute in ostaggio da detenuti. Poco dopo l’assalto alla stazione televisiva, nel frattempo il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa ha emesso un decreto che designava 20 bande di trafficanti di droga come gruppi terroristici e autorizzava l’esercito ecuadoriano a “neutralizzare” le fazioni criminali “entro i limiti del diritto umanitario internazionale”. La decisione è arrivata solo un giorno dopo che Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza in seguito alla fuga dal carcere del leader della banda più pericolosa del paese.

Mentre migliaia di soldati e poliziotti cercavano Adolfo Macías, alias Fito – il leader condannato della potente banda di narcotrafficanti Los Choneros – il caos è esploso dentro e fuori le carceri in un’apparente dimostrazione di forza da parte delle bande della criminalità organizzata. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Jaime Vela Eraso martedì, a seguito di una riunione del consiglio di sicurezza, ha dichiarato 22 gruppi criminali che operano nel paese come “obiettivo militare” e ha detto che non ci sarebbero stati negoziati con loro. “Daniel Noboa, il presidente della Repubblica, ci ha fissato una missione molto chiara nel suo decreto n. 111. D’ora in poi, ogni gruppo terroristico identificato nel suddetto decreto diventerà un obiettivo militare. Il presente e il futuro del nostro paese è in gioco e nessun atto di terrorismo ci farà arrendere. Non ci ritireremo né negozieremo”, ha detto in un discorso video pubblicato dalla presidenza ecuadoriana su X. Il Perù, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza lungo il confine settentrionale con l’Ecuador. Il primo ministro Alberto Otarola ha sottolineato che la dichiarazione di emergenza prevede lo schieramento di un numero imprecisato di truppe dell’esercito per sostenere le forze di polizia e che anche i ministri della Difesa e degli Interni si recheranno alla frontiera.