M.O., min.palestinese Salute: sale a 1.200 bilancio morti a GazaRoma, 12 ott. (askanews) – Il ministero della Sanità palestinese ha rivisto ancora al rialzo il bilancio delle vittime: sono 1.200 i morti da quando Israele ha iniziato gli attacchi aerei nella zona, in rappresaglia al devastante attacco dei militanti di Hamas sabato.
Il bilancio da entrambe le parti ammonta ora a quasi 2.500 vittime. In precedenza, le forze di difesa israeliane avevano affermato che 1.200 israeliani sono stati uccisi nel weekend. Intanto, l’Onu ha annunciato che sono oltre 338.000 gli sfollati a Gaza.
Putin in Kirghizistan, primo viaggio all’estero da mandato CpiRoma, 12 ott. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato in Kirghizistan per la sua prima visita ufficiale all’estero da quando la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto contro di lui.
Oggi è previsto un incontro con il suo omologo kirghiso Sadyr Japarov, domani Putin parteciperà al vertice dei leader della Comunità degli Stati Indipendenti che riunirà diverse ex repubbliche sovietiche, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldova, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Ucraina. Il vertice di Bishkek si svolgerà senza Ucraina e Moldova.
Il parroco di Nazareth: soffriamo con gli ebrei aggrediti e con bambini e donne di GazaRoma, 11 ott. (askanews) – “La situazione è triste, vediamo il terrore sui volti della gente. Sentiamo i caccia e i missili, le sirene che suonano. Ho appena ricevuto un messaggio delle autorità che chiedono a tutta la popolazione, qui al Nord, di non uscire dalle abitazioni perché c’è il rischio che arrivino droni o deltaplani o paracaduti dalla frontiera Nord. C’è preoccupazione per la possibile estensione del conflitto anche qui a Nord”. E’ il racconto ad askanews di padre Ibrahim Alsabagh, francescano della Custodia di Terra Santa, per oltre 8 anni parroco di Aleppo e ora parroco a Nazareth.
“Gli attacchi potrebbero arrivare fino a noi dal Libano – dice – e c’è il grande rischio e la paura che il conflitto si estenda. Vediamo i corpi senza vita, la distruzione, la sofferenza di tanti, già la sentiamo nel cuore. La violenza richiama sempre altra violenza. Come dice il Papa – prosegue padre Ibrahim – alla fine del conflitto non ci sono vincitori. La guerra è sempre una sconfitta”. “Mi metto nei panni di chi vive nei Kibbutz, sulle frontiere di Gaza, che hanno sofferto la perdita dei loro figli con questa violenza inaccettabile da parte di questi gruppi di fondamentalisti e terroristi. Dall’altra parte mi metto nei panni degli abitanti di Gaza che vivevano già il terrore di questi gruppi che controllavano tutto. Soffriamo con l’ebreo aggredito e con il bambino o la donna di Gaza. Tutti sono i nostri vicini, soffriamo e preghiamo per tutti”, conclude il francescano.
Guterres (Onu): consentire l’ingresso a Gaza di acqua e ciboNew York, 11 ott. (askanews) – “Il personale delle Nazioni Unite lavora 24 ore su 24 per sostenere la popolazione di Gaza. E mi rammarico profondamente che alcuni miei colleghi abbiano già pagato il prezzo più alto. Occorre consentire l’ingresso a Gaza di beni essenziali salvavita, tra cui carburante, cibo e acqua. Abbiamo bisogno di un accesso umanitario rapido e senza ostacoli. Ora”: lo ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in una brevissima conferenza stampa che tenuto pochi minuti fa al Palazzo di vetro a New York.
Guterres ha detto che 200.000 palestinesi sono ospitati in 92 strutture di accoglienza e che “il personale delle Nazioni Unite lavora 24 ore su 24 per sostenere la popolazione di Gaza”. Il segretario generale ha espresso rammarico per la morte dei colleghi dell’Onu che hanno “già pagato il prezzo più alto”. “Non c’è tempo da perdere. Ogni momento conta”, ha concluso Guterres.
Conflitto Israele-Hamas, l’appello del segretario generale Onu GuterresNew York, 11 ott. (askanews) – “Mi rivolgo a tutte le parti e a coloro che hanno influenza su di esse di evitare ulteriori escalation e ricadute” del conflitto in corso tra Israele e Hamas: così si è espresso il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in una brevissima conferenza stampa tenuta al Palazzo di vetro a New York. “Sono preoccupato per il recente scontro a fuoco lungo la linea blu e per i recenti attacchi segnalati dal sud del Libano”, ha continuato Guterres.
“Chiedo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza. I civili devono essere protetti in ogni momento. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato”, ha detto il segretario dell’Onu, inorridito dalle “le immagini di violenza” dell’attacco ad Israele. Guterres ha raccomandato che non siano “mai presi di mira tutti gli ospedali, le scuole e le cliniche” e ha ringraziato l’Egitto per l’opera di mediazione.
Onu: 11 nostri operatori uccisi a Gaza, cessino i combattimentiRoma, 11 ott. (askanews) – Jenifer Austin, vice direttore a Gaza dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha riferito di “11 colleghi dell’Unrwa uccisi dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza”. “Tra loro c’erano cinque insegnanti delle scuole dell’Unrwa, un ginecologo, un ingegnere, un consulente psicologico e tre membri del personale di supporto – ha precisato in una nota – alcuni sono stati uccisi nelle loro case con le loro famiglie”. “Il personale delle Nazioni Unite e i civili devono essere protetti in ogni momento durante il conflitto. Chiediamo che i combattimenti finiscano per risparmiare altre vite civili”, è l’appello lanciato da Austin.
M.O., l’attacco di Putin agli Usa su escalation in Medio OrienteMilano, 11 ott. (askanews) – Nella sua ennesima arringa contro gli Stati Uniti e contro i Paesi Ue, alla plenaria della Settimana energetica russa, il presidente Vladimir Putin affronta per la prima volta dallo scoppio dell’attuale guerra israelo-palestinese la questione mediorientale. Ecco quali sono stati i punti principali:
PORTAEREI USA, IRAN E DETERRENZA Non le manda a dire alla Casa Bianca, manifestando una certa insofferenza per la Gerald R. Ford, la più potente portaerei al mondo, che ieri il presidente americano Joe Biden ha annunciato in rotta verso Israele. Putin ha detto di non capire “perché gli Stati Uniti stiano trascinando lì portaerei dal Mar Mediterraneo, una, e ne hanno annunciato la seconda: non vedo davvero il senso. Cosa pensano di bombardare il Libano? O Cosa? O semplicemente hanno deciso di spaventare qualcuno, ma ci sono persone che non hanno più paura di nulla. Non è necessario risolvere i problemi in questo modo, ma cercare soluzioni di compromesso”.
“Fatemi essere chiaro: non abbiamo spostato la portaerei per Hamas”, aveva detto ieri il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan, precisando che è stato fatto “per inviare un chiaro messaggio di deterrenza ad altri stati o attori non statali che potrebbero cercare di ampliare questa guerra”. Putin ha definito infondate le accuse contro l’Iran di coinvolgimento nell’aggravamento del conflitto israelo-palestinese. “Spero che il buonsenso prevalga”, ha dichiarato. “Come al solito le prove non ci sono”, ha detto. Parole pronunciate mentre il segretario di Stato americano Antony Blinken è atteso in Medio Oriente con la priorità assoluta di trasmettere un messaggio di deterrenza, in gran parte rivolto all’Iran e ai gruppi sostenuti dall’Iran come Hezbollah, per impedire lo scoppio di una guerra più ampia. Gli Usa hanno parlato di complicità ma non di prove. E tuttavia ieri Biden ha definito l’attacco di Hamas “male assoluto”, ha riaffermato il sostegno degli Stati Uniti a Israele e ha lanciato un evidente avvertimento all’Iran e ai gruppi sostenuti dall’Iran contro lo sfruttamento del conflitto: “non fatelo”.
ENERGIA Putin ha detto che “non è noto se sarà possibile in qualche modo calmare la situazione nel prossimo futuro” in Medio Oriente, “ma dobbiamo lottare per questo, perché l’espansione della zona di conflitto può portare a gravi conseguenze. A proposito, anche nel settore energetico”.
SOLUZIONE “DUE STATI PER DUE POPOLI” Il leader del Cremlino ha dichiarato che la Russia ha “sempre sostenuto l’attuazione delle decisioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, tenendo presente innanzitutto la creazione di uno Stato palestinese sovrano e indipendente”. Il riferimento è alla risoluzione 478 del 1982 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che prevede “la creazione di uno stato palestinese indipendente entro i confini del 1967 con capitale Gerusalemme est, che viva in pace e sicurezza con Israele”. AIUTI E PROBLEMI Putin ha accusato gli Stati Uniti di aver “cercato di sostituire la soluzione dei problemi politici fondamentali con una sorta di sussidio materiale” e in particolare di sostituire “la soluzione dei problemi fondamentali della Palestina con aiuti umanitari”. Putin ha sottolineato che “senza risolvere le questioni politiche fondamentali, la principale delle quali è la creazione di uno Stato palestinese sovrano”, è impossibile – secondo lui – risolvere il problema nel suo insieme. Mentre Putin finiva di parlare è giunta la notizia della preparazione di una visita del leader palestinese Abu Mazen in Russia. Una data precisa sarà concordata tempestivamente, hanno fatto sapere dal Cremlino.
Mohammed Deif ha iniziato a pianificare l’attacco a Israele nel maggio 2021Roma, 11 ott. (askanews) – E’ stato Mohammed Deif, sopravvissuto a sette attentati israeliani, a pianificare l’operazione Al-Aqsa Flood lanciata sabato scorso contro Israele e costata la vita finora a oltre 1.200 persone. Lo ha riferito alla Reuters una fonte vicina ad Hamas nella Striscia di Gaza e una fonte della sicurezza israeliana ha confermato al quotidiano Ynet che Deif è stato direttamente coinvolto nella pianificazione e negli aspetti operativi dell’attacco.
Secondo la fonte vicina ad Hamas, è stato nel maggio 2021 che Deif ha iniziato a pianificare l’operazione: “Tutto è partito dalle scene e dai video dell’assalto di Israele alla moschea Al Aqsa durante il Ramadan, con i fedeli picchiati, aggrediti, e anziani e giovani trascinati giovani fuori dalla moschea. Tutto questo ha acceso e alimentato la rabbia”. Sopravvissuto a sette attacchi israeliani, l’ultimo nel 2021, Deif parla raramente e non appare mai in pubblico. Così, quando la tv di Hamas ha annunciato che avrebbe parlato sabato, i palestinesi sapevano che stava succedendo qualcosa di importante. “Oggi la rabbia di Al Aqsa, la rabbia del nostro popolo e della nostra nazione sta esplodendo. Nostri mujahedeen (combattenti), oggi è il vostro giorno per far capire a questo criminale che il suo tempo è finito”, ha detto Deif nel messaggio registrato.
La fonte vicina ad Hamas ha spiegato che la decisione di preparare l’attacco è stata presa da Deif, che comanda le Brigate Al Qassam di Hamas, e da Yehya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, precisando però: “Ci sono due cervelli, ma una sola mente”. La stessa fonte ha confermato quindi quanto detto ieri all’Associated Press dal leader di Hamas in esilio a Beirut, Ali Barakeh, ossia che dell’operazione erano al corrente solo pochissimi leader di Hamas.
Secondo un’altra fonte regionale sentita dalla Reuters, anche l’Iran, pur sapendo di un’importante operazione in preparazione, non nè conosceva tempi o dettagli. L’operazione non è stata discussa in nessuna sala operativa congiunta che coinvolgesse Hamas, la leadership palestinese, i militanti libanesi Hezbollah e l’Iran, ha aggiunto la fonte, rimarcando: “Era un cerchio molto ristretto”. Il piano messo a punto da Deif ha previsto un lungo periodo dedicato a fuorviare Israele, a fargli credere che Hamas non fosse interessato a scatenare un conflitto e si stesse concentrando invece sullo sviluppo economico della Striscia di Gaza. E così mentre Israele iniziava a fornire incentivi economici ai lavoratori di Gaza, i combattenti del gruppo venivano addestrati, spesso sotto gli occhi dell’esercito israeliano, ha detto una fonte vicina ad Hamas.
“Ci siamo preparati per questa battaglia per due anni”, ha rimarcato Ali Baraka, capo delle relazioni esterne di Hamas.
ExxonMobil acquista per 60 miliardi dollari PioneerNew York, 11 ott. (askanews) – Exxon Mobil ha siglato mercoledì un accordo da 59,5 miliardi di dollari per l’acquisto di Pioneer Natural Resources: il più grande accordo nel settore del petrolio e del gas degli ultimi vent’anni, che lega il futuro del colosso energetico ai combustibili fossili, nonostante l’insistenza di molti politici di investire in energia pulita.
L’accordo, a 253 dollari per azione, valorizza Pioneer con un premio di quasi il 7% rispetto al suo valore di chiusura di circa 55,4 miliardi di dollari martedì. Ciò consolida lo status di Exxon come attore dominante nel settore americano del fracking nel Texas occidentale, dove Pioneer ha molti più siti di trivellazione rispetto a quasi tutti i suoi rivali. L’accordo, che dovrebbe concludersi nei primi mesi del 2024, è il più consistente messo in atto dalla compagnia petrolifera, dalla fusione da 75 miliardi di dollari con Mobil alla fine degli anni ’90. Concentrando la sua produzione vicino a casa, Exxon scommette effettivamente che la politica energetica degli Stati Uniti non si muoverà contro i combustibili fossili in modo significativo, nonostante l’amministrazione Biden incentivi le case automobilistiche a passare all’elettrico.
Oxfam: assedio Gaza può generare catastrofe umanitariaRoma, 11 ott. (askanews) – L’assedio su Gaza rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria, lasciando senza cibo, acqua, elettricità e carburante centinaia di migliaia di civili allo stremo, dopo 16 anni di blocco.
È l’allarme lanciato da Oxfam, dopo l’annuncio del Governo israeliano, in risposta agli spaventosi attacchi di Hamas, avvenuti in uno dei giorni più tristi e letali nella storia di Israele. Un’escalation di violenza che ha già provocato oltre 2.000 morti nel Paese e a Gaza, tantissimi feriti e che arriva dopo un anno in cui si sono già registrate molte vittime in Cisgiordania e nella Striscia. Una situazione che ha costretto Oxfam a sospendere tutte le attività di aiuto umanitario e allo sviluppo nella Striscia.
“Siamo inorriditi da quanto sta accadendo ed è accaduto negli ultimi giorni. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – La violenza non apre mai la strada per la Pace. Per questo chiediamo al Governo italiano e alla comunità internazionale di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici disponibili per arrivare a un immediato cessate il fuoco. La decisione di attuare un ‘assedio totale’ da parte del Governo israeliano, che si somma al blocco in corso, costituisce una punizione collettiva nei confronti di una popolazione civile, che non ha alcuna responsabilità per quanto successo. E’ un atto illegale secondo il diritto internazionale e rischia di alimentare ulteriormente questa crisi”.