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Gli Usa hanno inviato a Kiev oltre un miliardo di munizioni sequestrate all’Iran

Gli Usa hanno inviato a Kiev oltre un miliardo di munizioni sequestrate all’IranRoma, 5 ott. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno inviato all’Ucraina circa 1,1 milioni di munizioni sequestrate dall’Iran lo scorso anno. Lo ha annunciato il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), che supervisiona le operazioni in Medio Oriente, affermando che i proiettili sono stati confiscati da una nave diretta nello Yemen a dicembre.

Le munizioni sarebbero state originariamente sequestrate dalle forze navali statunitensi su una nave apolide denominata MARWAN 1 il 9 dicembre. Il governo degli Stati Uniti ne ha acquisito la proprietà a luglio attraverso un processo noto come confisca civile, mediante il quale un bene può essere sequestrato se si ritiene che il suo proprietario sia coinvolto in attività criminali. In questo caso, la denuncia è stata avanzata contro il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran, un ramo delle forze armate iraniane incaricato di preservare il governo del paese: Teheran sostiene i ribelli Houthi in lotta con le forze lealiste in Yemen dal 2014.

Usa hanno inviato a Kiev 1,1 mld munizioni sequestrate all’Iran

Usa hanno inviato a Kiev 1,1 mld munizioni sequestrate all’IranRoma, 5 ott. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno inviato all’Ucraina circa 1,1 milioni di munizioni sequestrate dall’Iran lo scorso anno. Lo ha annunciato il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), che supervisiona le operazioni in Medio Oriente, affermando che i proiettili sono stati confiscati da una nave diretta nello Yemen a dicembre.

Le munizioni sarebbero state originariamente sequestrate dalle forze navali statunitensi su una nave apolide denominata MARWAN 1 il 9 dicembre. Il governo degli Stati Uniti ne ha acquisito la proprietà a luglio attraverso un processo noto come confisca civile, mediante il quale un bene può essere sequestrato se si ritiene che il suo proprietario sia coinvolto in attività criminali. In questo caso, la denuncia è stata avanzata contro il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran, un ramo delle forze armate iraniane incaricato di preservare il governo del paese: Teheran sostiene i ribelli Houthi in lotta con le forze lealiste in Yemen dal 2014.

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide a settembre ha raggiunto un nuovo record

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide a settembre ha raggiunto un nuovo recordRoma, 5 ott. (askanews) – Secondo l’Agenzia spaziale europea il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto un nuovo record a settembre, con una dimensione quasi tre volte più grande di quella del Brasile.

“Le misurazioni effettuate dal satellite Copernicus Sentinel-5P mostrano che il buco dell’ozono sopra l’Antartide di quest’anno è uno dei più grandi mai registrati. Il buco (…) ha raggiunto una dimensione di 26 milioni di chilometri quadrati il 16 settembre 2023. Si tratta di circa tre volte il Brasile”, ha affermato l’entità in un comunicato stampa.

Ue, l’accordo dei 27 sull’ultimo testo del Patto immigrazione

Ue, l’accordo dei 27 sull’ultimo testo del Patto immigrazioneBruxelles, 4 ott. (askanews) – Alla fine, i rappresentanti degli Stati membri dell’Ue sono stati all’altezza delle aspettative, sottoscrivendo oggi a Bruxelles, a maggioranza qualificata, un’intesa sulla proposta di regolamento relativa allo “stato di crisi” migratoria e alle “situazioni di forza maggiore”, che era il tassello mancante per completare il complesso mosaico del Patto Ue sull’immigrazione e l’asilo.

Giusto in tempo per dare ai capi di Stato e di governo dell’Ue, che si incontrano domani e venerdì in un vertice informale a Granada, in Spagna, l’occasione di felicitarsene, e rivendicare questo successo che apre la strada ora a un serrato negoziato co-legislativo ((“trilogo”) con il Parlamento europeo e la Commissione, per poter arrivare finalmente all’adozione di tutti i testi del pacchetto, probabilmente già entro la fine dell’anno (più di tre anni dopo he erano stati proposti), e quasi certamente entro la fine di questa legislatura europea. Era “l’ultimo miglio” da percorrere dopo la svolta dell’8 giugno scorso, a Lussemburgo, quando i ministri dell’Interno approvarono, a maggioranza qualificata, la loro posizione negoziale su altri due regolamenti fondamentali del Patto, rispettivamente sulla gestione dell’immigrazione e dell’asilo e sulle procedure di asilo.

Un testo di compromesso sul regolamento sullo stato di crisi migratoria era stato presentato dalla presidenza spagnola di turno del Consiglio Ue il 25 luglio, e poi modificato il 28 settembre scorso, quando al Consiglio Ue di Bruxelles i ministri dell’Interno sembravano pronti ad approvare il testo a maggioranza qualificata, ma vi hanno temporaneamente rinunciato per evitare di lasciar fuori l’Italia, uno dei paesi più in prima linea, che non accettava un’aggiunta dell’ultimo momento riguardante il ruolo delle Ong. Il testo modificato presentato oggi ha ottenuto l’approvazione di 22 Stati membri, fra cui Italia e Germania, con il voto contrario solo di Polonia e Ungheria (scontato, perché questi due paesi non riconoscono il principio, sancito dai Trattati Ue, del voto a maggioranza invece dell’unanimità nel campo dell’immigrazione irregolare) e con l’astensione di Repubblica ceca, Slovacchia e Austria.

Il regolamento sulle crisi prevede che, una volta riconosciuto lo stato di emergenza migratoria, vi sia una procedura semplificata e tempistiche più brevi per l’attivazione del meccanismo di “solidarietà obbligatoria”, con quote di redistribuzione dei migranti irregolari fra gli Stati membri, o, a scelta, la “sponsorizzazione dei rimpatri” per aiutare i paesi più esposti ai flussi. La proposta, inoltre, consente di ritardare fino a quattro settimane la registrazione delle richieste di asilo, per dare più flessibilità alle amministrazioni nazionali sotto pressione a causa dei forti aumenti degli arrivi. Il compromesso finale in Consiglio è stato raggiunto con due modifiche del testo che la presidenza spagnola aveva proposto precedentemente, e che rappresentano in sostanza una concessione alla Germania e una all’Italia. Significativamente, la concessione all’Italia costituisce anche una rinuncia per la Germania.

Nel dettaglio, la Germania ha fatto eliminare l’articolo 5 che avrebbe introdotto, durante le situazioni di crisi migratoria conclamata, una deroga alle normali condizioni materiali di accoglienza dei richiedenti asilo, riducendole al soddisfacimento dei soli bisogni essenziali (cibo, acqua, abiti, cure mediche e alloggio temporaneo). I tedeschi temevano che questo avrebbe comportato condizioni inadeguate di accoglienza, soprattutto per le persone più vulnerabili. L’Italia, invece, ha ottenuto che fosse cancellato dall’articolo 1b del regolamento un riferimento favorevole (voluto dai tedeschi) alle Ong attive nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare dei migranti irregolari. Il testo rimosso precisava, in sostanza, che le Ong non possono essere considerate responsabili di “strumentalizzazione” delle pressioni migratorie, una dinamica che l’Ue ha conosciuto in un passato recente ad opera di paesi terzi come la Bielorussia alle frontiere polacche, il Marocco ai confini spagnoli, o la Turchia nei riguardi della Grecia. Proprio in base alle esperienze passate, la “strumentalizzazione” è stata aggiunta come possibile fattore da considerare per decretare lo stato di crisi migratoria. Per l’esattezza, il riferimento favorevole alle Ong era formulato in questi termini: “Le operazioni di aiuto umanitario non dovrebbero essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non c’è lo scopo di destabilizzare l’Unione o uno Stato membro”. Da notare che il testo cancellato dall’articolo 1b sotto pressione degli italiani compare sostanzialmente identico in un “considerando” del regolamento (il 6c). La differenza di collocazione è però importante: un articolo di un regolamento ha carattere giuridicamente vincolante, mentre un considerando ha finalità interpretativa e non prescrittiva. Nel pomeriggio di oggi, la presidenza spagnola del Consiglio Ue, i negoziatori del Parlamento europeo sul Patto migratorio e la Commissione europea hanno accolto molto favorevolmente l’intesa. “Saluto con favore – ha commentato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – il successo dell’accordo politico tra gli Stati membri sulla proposta di regolamento sulle crisi (migratorie, ndr). Questo è un vero e proprio fattore di cambiamento (“game changer”, ndr) che ci consente ora di avanzare nei negoziati con il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. Uniti, potremo realizzare il Patto prima della fine di questa legislatura europea”. Durante un dibattito in plenaria del Parlamento europeo, stamattina a Strasburgo, il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas aveva sollecitato gli Stati membri a trovare l’intesa, a comprenderne la necessità, sottolineando che “gli eventi recenti dimostrano che abbiamo bisogno del Patto su immigrazione e asilo. E ne abbiamo bisogno ora”, perché, aveva avvertito, “è la mancanza di un sistema europeo d’immigrazione e asilo il più grande ‘pull factor’”, il maggior fattore di attrazione dell’immigrazione irregolare. I negoziatori del Parlamento europeo, da parte loro, dopo l’accordo dei Ventisette hanno annunciato l’immediata cessazione del blocco dei negoziati su due altri regolamenti del Patto migratorio già approvati dal Consiglio, quelli sull’Eurodac (la banca dati Ue per i migranti e le richieste d’asilo) e quello sullo “Screening” (per l’identificazione, i controlli sanitari e di sicurezza, le impronte digitali e la registrazione nella banca dati dei migranti in arrivo). Il congelamento dei negoziati era stato deciso come forma di pressione sul Consiglio per spingerlo a trovare l’intesa sul regolamento delle crisi e per dissuaderlo dalla tentazione di “spacchettare” le diverse misure del Patto migratorio, approvando solo quelle non controverse. Il Parlamento europeo ha confermato ancora una volta il suo impegno a finalizzare la riforma del sistema di immigrazione e asilo entro la fine di questo ciclo legislativo. Infine, proprio oggi l’Agenzia Frontex per le frontiere esterne dell’ Ue ha diffuso i dati che confermano il forte aumento di arrivi via mare lungo la rotta del Mediterraneo centrale (da Tunisia e Libia verso l’Italia), con 11.625 migranti irregolari da gennaio ad agosto, il 93% in più rispetto all’anno scorso, mentre sulle altre rotte ci sono state diminuzioni dal 5 al 19 per cento, salvo che per il Mediterraneo occidentale, che ha registrato un incremento degli arrivi comunque molto minore, del 14%.

Tajani a Riad: “C’è voglia d’Italia, opportunità da non perdere”

Tajani a Riad: “C’è voglia d’Italia, opportunità da non perdere”Riad, 4 ott. (askanews) – Riaffermare l’amicizia tra Italia e Arabia Saudita, ribadire la natura strategica della cooperazione tra i due Paesi, rafforzare il partenariato economico. Con questi obiettivi, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è giunto oggi a Riad per una visita di due giorni ricca di appuntamenti. Al suo arrivo nella capitale saudita, il titolare della Farnesina è stato accolto dal ministro degli Investimenti, Khalid Al Falih, con cui aveva già avuto un incontro a inizio settembre a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio. “Vogliamo incrementare il numero delle nostre imprese che lavorano” in Arabia Saudita, “vogliamo esportare il nostro saper fare”, ha confermato il titolare della Farnesina al collega del governo di Riad.

In Arabia Saudita, ha sottolineato Tajani “c’è grande voglia di lavorare con l’Italia, di investire e di essere presenti nel nostro territorio nazionale, così come quella di accogliere qui investimenti da parte del nostro Passe”. Insomma, il clima è “positivo” e l’Italia “non può permettersi di perdere questa opportunità”. “Vogliamo essere più presenti e fare accordi che siano frutto di un partenariato strategico che ci permetta di fare un salto di qualità”, ha insistito. L’Arabia Saudita, d’altra parte, è un partner economico di grande importanza per l’Italia nel Golfo, il Paese della penisola arabica con cui intrattiene le relazioni più longeve. L’interscambio commerciale è in fase di espansione ed è cresciuto nel 2022 del 40% rispetto all’anno precedente, raggiungendo gli 11,5 miliardi di euro. L’Italia rappresenta il 9° fornitore dell’Arabia Saudita. E nel settembre scorso Roma e Riad hanno sottoscritto un Memorandum sulla promozione degli investimenti diretti, a conferma dell’importanza che il governo italiano attribuisce a possibili nuovi investimenti sauditi in Italia in settori di rilevanza strategica.

In Arabia Saudita, poi, esiste già una significativa presenza di imprese italiane, in particolare nei settori energetico, industriale e infrastrutturale. Ma il governo ritiene che ci siano notevoli margini di crescita della cooperazione bilaterale. D’altra parte, il grande piano di sviluppo saudita Vision 2030, secondo Tajani, potrebbe offrire interessanti opportunità per le aziende italiane in diversi settori, e in particolare turismo, innovazione, intelligenza artificiale, energie rinnovabili e intrattenimento. Non è un caso, dunque, che al suo arrivo a Riad, presso la residenza dell’ambasciatore italiano, Tajani abbia incontrato un gruppo di rappresentanti delle nostre imprese, attive nei settori difesa, aerospazio, mobilità, infrastrutture, progettazione architettonica, energia, petrolchimica, sanità ed ICT. Tra i presenti, esponenti di Leonardo, Elettronica, Fincantieri, Webuild, FS, Italconsult, Proger, Manens-Tif, Tenaris, Marie Technimont, Gruppo San Donato ed Almaviva. Ma anche l’ex Ct della nazionale e attuale commissario tecnico dell’Arabia Saudita, Roberto Mancini. A tutti gli esponenti dell’imprenditoria italiana, Tajani ha assicurato che “il governo li accompagna e li segue” anche in questo Paese, sottolineando “l’importanza” che l’esecutivo attribuisce alla “diplomazia della crescita”.

Ma Riad, per l’Italia, gioca un ruolo di primo piano anche su altri dossier. Per una soluzione della guerra in Ucraina, ad esempio, l’Arabia saudita ha organizzato una conferenza a Gedda, che Tajani ha definito un “momento di svolta” grazie alla partecipazione della Cina, che può avere un ruolo decisivo per indirizzare il conflitto su un percorso di pace. Inoltre, il governo saudita può fornire un contributo decisivo anche per il controllo dei flussi migratori dall’Africa, continente sui cui ha indirizzato numerosi investimenti per la crescita. E a dividere Roma e Riad non sarà neppure il prossimo annuncio sulla città che ospiterà l’Expo 2030. Le due città sono in corso assieme alla sudcoreana Budan. “Non sarà un ostacolo” nei rapporti di amicizia tra Italia e Arabia Saudita, ha confermato il ministro. Se il dialogo su questo dossier “sarà un po’ più complicato”, ha insistito il titolare della Farnesina, certamente “non toccherà assolutamente le relazioni tra i nostri paesi” e “non ha nulla a che vedere con il partenariato strategico che vogliamo costruire”. La questione, ha concluso Tajani, “non sarà un ostacolo tra i due paesi, che hanno un rapporto di amicizia. Non vedo elementi che possano rappresentare qualche nube nei rapporti tra Roma e Riad”.

Sinodo, Papa Francesco: no al chiacchiericcio, dite le cose in faccia

Sinodo, Papa Francesco: no al chiacchiericcio, dite le cose in facciaCittà del Vaticano, 4 ott. (askanews) – Il chiacchiericcio e la maldicenza “sono il male della Chiesa” nonchè “l’anti-Spirito Santo”. Per questo nel Sinodo occorre dire le “cose in faccia”. A chiederlo ai 464 partecipanti al Sinodo dei vescovi aperto a Roma oggi, è stato Papa Francesco nel suo discorso, tutto a braccio, pronunciato in apertura dei lavori dell’assise nell’Aula Paolo VI in Vaticano.

Ribadendo che il senso dell’assise sinodale sarà quello di “fare spazio nel nostro cuore allo Spirito” e che non si tratta di “un parlamento, o di una riunione per la pastorale della Chiesa”, Francesco ha affermato che “questo è un Sinodo per caminare insieme. Nel programma abbiamo fatto molte cose, come la consultazione con il popolo di Dio, ma chi prende in mano tutto questo è lo Spirito Santo, e se lui non c’è non ci sarà – ha ripetuto – un buon risultato”. “Non rattristiamo lo Spirito Santo”, ha poi detto il Papa che ha consegnato ai partecipanti al Sinodo alcuni testi di uno dei padri della Chiesa, come San Basilio. “E anche in questo Sinodo, – ha poi aggiunto – occorre discernere le tante voci che vengono dallo Spirito da quelle che non lo sono e che sono, invece, mondane”. “A mio avviso la malattia che è più brutta e che oggi si vede nella Chiesa e che va contro lo Spirito, è la mondanità spirituale”. “Uno spirito non santo ma di mondanità”, lo ha definito Francesco, verso il quale occorre avere molta attenzione. “State attenti a questo. Che non prendano il posto dello Spirito Santo cose mondane, anche buone, come il buon senso… questo certamente aiuta, ma lo Spirito Santo va oltre. Dobbiamo imparare a vivere nella nostra Chiesa lo Spirito Santo”, ha ripetuto.

“Poi voglio dire che in questo Sinodo, anche per fare posto allo Spirito Santo, c’è la priorità dell’ascolto. La vecchia tradizione ci parla della ‘tristezza dello Spirito Santo’. E’ una delle cose che più rattrista lo Spirito Santo sono le vuote parole, le parola mondane. E’ una certa abitudine umana: il chiacchiericcio”, ha aggiunto il Pontefice. “Il chiacchiericcio è l’anti-Spirito Santo, va contro. E’ una malattia molto frequente fra noi e le vuote parole rattristano lo Spirito Santo”. Chiacchiere e maledicenza che rappresentano “la malattia più comune nella Chiesa. E se noi non lasciamo che Lui ci guarisca da questa malattia, difficilmente un cammino sinodale sarà buoono. Almeno qui dentro, – ha poi concluso rivolgendosi ai partecipanti all’assise – se tu non sei d’accordo con quel vescovo, con quello che dice quella suora o con quel laico là diglielo in faccia perchè questo è un Sinodo per dire la verità non per fare chiacchiericcio sotto un tavolo”.

Trump esce dalla lista Forbes dei 400 statunitensi più ricchi

Trump esce dalla lista Forbes dei 400 statunitensi più ricchiNew York, 4 ott. (askanews) – L’ex presidente Usa Donald Trump è uscito dalla lista Forbes 400 che elenca gli americani più ricchi del Paese. A dichiararlo è stata la stessa rivista citando tra le cause la perdita di valore del 90% di partecipazione nella piattaforma Truth Social e il calo di valutazione degli edifici di Trump a San Francisco e a New York. Trump, con una fortuna stimata di 2,6 miliardi di dollari, è a 300 milioni di dollari al di sotto dei criteri stabiliti dalla classifica Forbes 400. La rivista ha spiegato che il patrimonio dell’ex presidente è diminuito di oltre 600 milioni di dollari in un anno. E’ la seconda volta in 3 anni che Trump viene estromesso dalla classifica.

Usa, +1,2% ordini alle fabbriche ad agosto, meglio di stime

Usa, +1,2% ordini alle fabbriche ad agosto, meglio di stimeNew York, 4 ott. (askanews) – Ad agosto, gli ordini alle fabbriche negli Stati Uniti sono cresciuti, oltre le attese. Il dipartimento del Commercio ha reso noto che il dato ha registrato un rialzo dell’1,2% a 586,1 miliardi di dollari, dopo il -2,1% di luglio. Le attese erano per un rialzo dello 0,2%.

Al netto dei trasporti, il dato è cresciuto dell’1,4%. Escludendo la difesa, un’altra categoria volatile, il dato ha guadagnato lo 0,8%. Il dato di luglio è stato rivisto e confermato a -2,1%, cioè a 579,4 miliardi.

Usa, +89.000 posti lavoro settore privato settembre,meno di stime

Usa, +89.000 posti lavoro settore privato settembre,meno di stimeNew York, 4 ott. (askanews) – L’occupazione nel settore privato statunitense pur essendo aumentata in settembre, ha registrato un forte calo nelle assunzioni. Secondo il rapporto mensile redatto da Automatic Data Processing (Adp), l’agenzia che si occupa di preparare le buste paga, lo scorso mese sono stati creati 89.000 posti di lavoro rispetto al mese precedente, mentre le previsioni erano per la creazione di 160.000 posti di lavoro. Il dato di agosto è stato rivisto da +177.000 a +180.000. I salari sono cresciuti del 5,9% su base annuale, come nel mese precedente, mostrando un costante calo.

Il settore ospitalità e intrattenimento è quello che ha maggiormente contribuito alla risalita dell’occupazione nel mese scorso, registrando un aumento di 92.000 posti di lavoro. I servizi professionali hanno registrato un calo di assunzioni di 32.000. Cali importanti sono stati registrati nel settore manifatturiero -12.000 e in quello dei trasporti -13.000. Le società con meno di 50 dipendenti hanno aggiunto 95.000 posizioni, quelle con oltre 500 lavoratori hanno perso 83.000 posti di lavoro, quelle di medie dimensioni hanno aggiunto 72.000 posti. E’ il ritmo di crescita più lento registrato da gennaio 2021.

Patto Ue su immigrazione e asilo, l’Italia ha votato a favore

Patto Ue su immigrazione e asilo, l’Italia ha votato a favoreRoma, 4 ott. (askanews) – Fonti diplomatiche a Bruxelles confermano che l’Italia ha votato a favore del nuovo testo sul patto immigrazione e asilo e in particolare sul regolamento sulle crisi migratorie che non si era risuciti ad approvare all’ultimo riunione del consiglio affari interni la settimana scorsa.

Secondo le fonti “si è tornati a un testo più equilibrato, come quello che era stato presentato dalla presidenza spagnola di turno del consiglio Ue nel luglio scorso”. Una delle modifiche apportate dopo la riunione di Luglio che non erano piaciute all’Italia riguardava il ruolo delle Ong, ed era stata sostenuta dal governo tedesco.

L’accordo è stato raggiunto oggi nella riunione dei rappresentati permaneNti degli stati membri presso la Ue (Coreter) che prepara a livello tecnico il consiglio dei ministri dell’Unione. Contro l’accordo si sono espresse solo Polonia e Ungheria, mentre Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria (che a luglio erano contrarie) si sono astenute.