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Israele ad Hamas: sette giorni di tregua in cambio della liberazione di 35 ostaggi

Israele ad Hamas: sette giorni di tregua in cambio della liberazione di 35 ostaggiRoma, 22 dic. (askanews) – Israele ha proposto ad Hamas una pausa umanitaria di una settimana in cambio della restituzione di 35 ostaggi detenuti dal movimento integralista islamico palestinese, tra i quali feriti, donne e anziani. Lo ha riferito la Cnn, citando un alto funzionario statunitense.

Il funzionario si è rifiutato di commentare se il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, abbia risposto all’ultima proposta di Israele sul rilascio degli ostaggi. Il gruppo di 35 ostaggi potrebbe includere i tre uomini anziani rapiti dal kibbutz Nir Oz, nel sud di Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza, che sono apparsi di recente in un video diffuso dall’ala militare di Hamas. Nel frattempo, i funzionari statunitensi continuano a credere che ci sia la possibilità di ottenere il rilascio di altri ostaggi, malgrado ieri Hamas abbia dichiarato che non accetterà alcun colloquio per uno scambio di prigionieri fino a quando Israele non avrà terminato la sua operazione militare nella Striscia di Gaza.

Il 7 ottobre, Hamas ha lanciato un attacco missilistico su larga scala contro Israele dalla Striscia di Gaza, mentre i suoi combattenti hanno violato il confine, aprendo il fuoco contro i militari e i civili. Di conseguenza, oltre 1.200 persone in Israele sono state uccise e altre 240 sono state rapite. Israele ha lanciato attacchi di rappresaglia, ha ordinato il blocco totale di Gaza e ha lanciato un’incursione di terra nell’enclave palestinese con l’obiettivo dichiarato di eliminare i combattenti di Hamas e salvare gli ostaggi. Oltre 20mila persone sono state uccise finora a Gaza a causa degli attacchi israeliani, secondo le autorità locali. Il 24 novembre, il Qatar ha mediato un accordo tra Israele e Hamas per una tregua temporanea e lo scambio di alcuni prigionieri e ostaggi, oltre alla consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Il cessate-il-fuoco è stato prorogato più volte ed è scaduto il 1 dicembre.

Ministro Tajani in Albania: auguri a Gdf e incontro con Edi Rama

Ministro Tajani in Albania: auguri a Gdf e incontro con Edi RamaTirana, 22 dic. (askanews) – Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, è arrivato oggi a Tirana, in Albania, per essere vicino ai militari italiani impegnati nelle missioni all’estero in occasione delle festività natalizie e portare loro gli auguri a nome del Governo. Al suo arrivo a Tirana, Tajani è stato accolto dall’omologo Igli Hasani, con cui ha avuto un breve colloquio all’aeroporto.

Tajani visiterà il Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza (Nufrom) di base a Durazzo. Nata inizialmente per contrastare il traffico di esseri umani, la missione dei nostri finanzieri, che opera in Albania da 26 anni, svolge un ruolo di primo piano nel contrasto ai traffici illeciti via mare e nella formazione delle forze di polizia albanesi. A Tirana, successivamente, il Vicepremier incontrerà il Primo Ministro albanese, Edi Rama. “Il rapporto con l’Albania è d’importanza strategica per l’Italia”, ha commentato Tajani alla vigilia della missione, “e intendiamo rendere la nostra cooperazione in materia migratoria un modello di riferimento”. Tajani ha inoltre aggiunto che “le relazioni italo-albanesi sono estremamente ricche e articolate: vogliamo dare seguito al lavoro che stiamo facendo per rafforzare la cooperazione in ambito economico e continueremo a sostenere l’Albania nel processo di adesione all’Unione europea”.

Il Vicepremier si recherà anche al porto di Shengjin per effettuare un sopralluogo nell’area dove sorgerà il centro per l’identificazione dei migranti, così come previsto dal Protocollo sulla cooperazione in materia migratoria Italia-Albania, sottoscritto a Roma lo scorso 6 novembre. In serata, prima del rientro a Roma, svolgerà una breve visita all’Università Cattolica Nostra Signora del Buonconsiglio.

Tunnel sotto la manica chiuso per sciopero, tutti i treni sospesi

Tunnel sotto la manica chiuso per sciopero, tutti i treni sospesiRoma, 21 dic. (askanews) – Uno sciopero inaspettato dei dipendenti francesi di Eurotunnel, la società che gestisce il tunnel sotto la Manica, ha portato alla chiusura della struttura, nella quale non transitano più treni da giovedì a mezzogiorno. Tutti i treni Eurostar che circolano nel tunnel così come le navette che trasportano auto e camion sono bloccati fino a nuova disposizione, mentre sono già iniziate le prime partenze per le vacanze.

Lo sciopero, indetto dai sindacati francesi, ha portato “alla completa interruzione del servizio e alla chiusura dei nostri terminal in Francia e nel Regno Unito”, ha affermato in un comunicato Getlink, la società madre di Eurotunnel. “Le organizzazioni sindacali hanno rifiutato il bonus eccezionale di 1.000 euro annunciato a fine anno dalla direzione e hanno indetto uno sciopero per chiederne il triplo”, ha continuato la direzione. L’annuncio della cancellazione dei treni pomeridiani dalla stazione di St-Pancras a Londra per Parigi, Bruxelles e Amsterdam ha provocato il panico tra i passeggeri, secondo un giornalista dell’AFP presente sul posto. I tanti viaggiatori che progettavano di tornare in Francia o in Belgio per le vacanze si sono precipitati ai loro telefoni per provare a cambiare il biglietto per il giorno successivo, o per prenotare velocemente uno dei voli ancora disponibili dalla capitale britannica. La compagnia Eurotunnel ha consigliato a tutti gli utenti di X di rinviare il proprio viaggio.

Gli agenti dell’accoglienza e quelli della sicurezza della stazione, che sembravano colti di sorpresa, hanno dovuto allontanare i passeggeri che avevano già superato i controlli di sicurezza e si trovavano sulla banchina.

Società, le parole che hanno definito il mondo nel 2023

Società, le parole che hanno definito il mondo nel 2023Roma, 21 dic. (askanews) – Il 2023 è stato un anno pieno di avvenimenti, le cui implicazioni si sono spesso avvertite anche a livello internazionale: dall’inflazione al peggioramento dell’emergenza climatica all’escalation dei conflitti geopolitici internazionali. Sono stati però anche mesi colmi di innovazioni tecnologiche e nuovi trend, tra la popolarizzazione dell’intelligenza artificiale e il fenomeno “Barbenheimer”.

Questi, informa una nota, sono solo alcuni degli elementi i che hanno caratterizzato il panorama di quest’anno, ciascuno accompagnato da termini e espressioni peculiari entrate a far parte del dibattito pubblico; così gli esperti e le esperte di Babbel – la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni live e su app – propongono l’annuale retrospettiva linguistica, un viaggio nel tempo attraverso l’analisi di alcune delle parole protagoniste dell’anno trascorso. “Come sempre, il nostro impegno nell’analizzare i mesi passati e nell’elaborare la retrospettiva ha come obiettivo quello di raccogliere i termini che, illustrando fenomeni e eventi di rilievo, siano in grado di restituire un’immagine dei tempi che viviamo”, ha spiegato Sofia Zambelli, linguista e Curriculum Manager di Babbel Live. “Da linguista è poi interessante osservare come la lingua d’uso e lo slang mutino nel tempo, seguendo l’evoluzione del contesto extralinguistico e rivelandone sfumature talvolta inattese e sorprendenti”.

Il clima, l’ambiente e i disastri naturali: un anno da record Luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media mondiale che ha superato, per la prima volta nella Storia, i 17 gradi celsius. Anche gli oceani e i mari hanno vissuto quello che esperti e esperte chiamano un “annus horribilis”: sempre nel mese di luglio, le acque del Mediterraneo hanno raggiunto la temperatura superficiale di 30 gradi, di 5 punti percentuali sopra la media, mettendo a serio rischio gli equilibri che caratterizzano gli ecosistemi marini. Sono stati molti anche gli eventi catastrofici che hanno interessato le varie parti del mondo, accompagnati da un lessico specifico soggetto a variazioni locali.

Wildfire: letteralmente “fuoco selvaggio”, “fuoco non domato”, questo termine si usa nel mondo anglosassone per descrivere gli incendi, in particolare quelli boschivi; quest’anno, purtroppo, specialmente nei mesi di luglio e agosto, durante i quali molte zone del Mediterraneo, tra cui Grecia e Italia, si sono trovate in fiamme, il termine è stato menzionato molto spesso nei media. Stato di emergenza: nel 2023 sono state protagoniste di gravi alluvioni numerose regioni d’Italia, tra cui Emilia Romagna, Toscana e Marche. L’impatto di tali inondazioni, manifestatesi con una forza senza precedenti, è stato tale da richiedere la dichiarazione, per dodici mesi a partire da agosto, dello “stato di emergenza”. Tale condizione giuridica speciale, invocata in presenza o in imminenza di eventi catastrofici come terremoti, incendi, crisi sanitarie e alluvioni, permette di ricorrere a misure straordinarie al fine di proteggere cittadini e cittadine e riparare eventuali danni. Ciarán: questa la denominazione conferita al ciclone che, nel mese di novembre, si è abbattuto con particolare veemenza su Regno Unito, Francia, Spagna e Italia, con venti che hanno superato i 200 chilometri orari; Ciarán è un nome proprio maschile di origine irlandese, e significa “piccolo buio”, “piccolo oscuro”.

Se il 2022 ha visto l’inizio della guerra in Europa, il 2023 ne ha purtroppo testimoniato la continuazione; in contemporanea, l’escalation del conflitto in Medio Oriente ha innescato reazioni in tutto il mondo. In Italia, dove si è discusso intensamente di diritti civili e sociali, i recenti avvenimenti hanno portato una rinnovata attenzione su questioni cruciali. War fatigue: letteralmente “affaticamento da guerra” o “stanchezza da guerra”, negli ultimi mesi questa espressione ha cominciato ad apparire nei media internazionali in relazione alla guerra in Ucraina – anche nelle varianti “Ukraine war fatigue” e “Ukraine fatigue”. Il riferimento è al progressivo disinteressamento da parte dell’Occidente nei confronti delle sorti dell’Ucraina: a quasi due anni dall’invasione russa molti cittadini e cittadine temono di non poter più contare sull’appoggio promesso. Ceasefire: letteralmente “cessate il fuoco”, questa espressione inglese è stata adottata in tutto il mondo in seguito all’aggravarsi della situazione palestinese nell’autunno del 2023. Chi invoca il “ceasefire” chiede che vengano sospese tutte le attività militari per un determinato periodo di tempo nella zona colpita dal conflitto. Questo provvedimento può essere dichiarato unilateralmente o negoziato tra le parti in conflitto e mira a garantire la pace, almeno in via temporanea. “Mamma, distruggi tutto”: “Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto”: recita così la poesia dell’ attivista peruviana Cristina Torre Càceres divenuta virale a metà novembre in reazione alla notizia della morte della ventiduenne Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Questo assassinio ha marcato il 103esimo femminicidio registrato in Italia nel 2023 e ha spinto attivisti e attiviste, soprattutto donne, a chiedere l’impegno immediato di governo e cittadini nel contrastare questo fenomeno sistemico profondamente radicato nella società. Sono stati molti gli eventi e i fenomeni che hanno attirato l’attenzione della collettività, anche nel 2023. Eccone alcuni, secondo gli esperti e le esperte di Babbel. Deepfake: il 2023 è stato l’anno del boom mediatico dell’intelligenza artificiale, con il lancio di numerosi nuovi strumenti resi accessibili al pubblico e il conseguente diffondersi di una grande quantità di neologismi. Tra questi, il termine “deepfake” ha fatto il giro del web quando hanno cominciato ad apparire online video e immagini sintetici manipolati digitalmente per sostituire in modo convincente le sembianze di una persona con quelle di un’altra. Secondo gli esperti di Babbel, il termine è una parola macedonia che unisce “deep learning” – una tecnica di machine learning con la quale il computer impara a fare ciò che viene naturale all’essere umano – e “fake”, “falso, contraffazione”. Coronation: il 6 maggio 2023, a settant’anni da quella della madre, l’incoronazione di Charles III, Re del Regno Unito e degli altri 14 regni del Commonwealth, è stata in grado di attirare l’attenzione di molti spettatori anche al di fuori dello Stato insulare. Tra gli ospiti dell’Abbazia di Westminster si sono potuti contare i membri di altre famiglie reali d’Europa, leader politici internazionali, attori e pop star, tra cui Katy Perry, Lionel Richie e Nick Cave. Sommergibile: il 18 giugno 2023 si perdevano le tracce del sommergibile Titan con a bordo cinque persone, tra equipaggio e turisti, diretti ad esplorare il relitto del Titanic, a circa quattro chilometri sotto il livello del mare. Nei giorni prima del ritrovamento dei primi resti riconducibili al sottomarino dell’azienda statunitense OceanGate, avvenuto quasi una settimana dopo la sua sparizione, i media del mondo intero ne hanno documentato meticolosamente la ricerca. Nel pieno dell’Antropocene, l’era dominata dall’essere umano, capita che gli animali facciano sentire la propria presenza in maniera inattesa e talvolta scomoda – complice anche, naturalmente, il cambiamento climatico. Granchio blu: ha fatto parlare di sé nei mesi estivi questo piccolo crostaceo originario dell’Atlantico la cui espansione nel Mediterraneo continua a destare molta preoccupazione: definito infatti come una specie aliena invasiva, questo organismo rischia di decimare numerose specie autoctone, mettendo a rischio l’equilibrio dell’ecosistema marino. L’animale prende il nome, com’è facile intuire, dalla sua caratteristica colorazione azzurra, la quale lo rende particolarmente riconoscibile. JJ4, Amarena e Bambotto: le orse JJ4 e Amarena e il cervo Bambotto sono stati protagonisti di alcuni episodi che hanno riacceso le discussioni in merito alla convivenza tra animali selvatici ed essere umano, nonché all’impatto del cambiamento climatico sull’habitat di molte specie. Nell’aprile di quest’anno il plantigrado JJ4, per proteggere i propri cuccioli, ha attaccato e ferito a morte un runner in Trentino-Alto Adige; dopo le proteste dei movimenti ambientalisti ed antispecisti si stanno ancora valutando alcune opzioni alternative all’abbattimento, come il trasferimento in un altro Paese. L’orsa Amarena e il cervo Bambotto, ben conosciuti dalle rispettive comunità locali per la loro docilità, sono stati invece vittime di brutali uccisioni in Abruzzo e Veneto nell’autunno 2023, suscitando lo sgomento di gran parte dell’opinione pubblica. Punaises: di tutt’altra pasta la specie invasiva che sta tormentando la Francia — quella delle cimici dei letti. Curiosa l’origine del loro nome francese: secondo gli esperti di Babbel, la parola punaises deriverebbe infatti dal latino putinasius, “che puzza”, a sua volta costituito dall’unione di putere (“puzzare”) e nasus (“naso”). Il riferimento connotativo è all’odore sgradevole spesso associato a questi fastidiosi insetti. Come ogni anno, la retrospettiva linguistica di Babbel ha una sezione dedicata alla pop culture. Se in quella del 2022 spiccavano parole come “corsivo” e “Eurovision”, quest’anno è caratterizzata da riferimenti a cinema e musica leggera internazionale. Barbenheimer e Barbiecore: il 21 luglio 2023 uscivano nelle sale, in contemporanea, i tanto attesi blockbuster “Barbie”, per la regia di Greta Gerwig, e “Oppenheimer” di Christopher Nolan. L’annuncio del lancio in sincrono di queste due pellicole agli antipodi ha dato adito a dibattiti e meme, con molti che si chiedevano se guardarli entrambi subito e, se sì, in quale ordine – e con quale outfit. Il fenomeno ha avuto una risonanza tale da guadagnarsi una denominazione specifica declinata in diversi neologismi sincratici, tra i quali Barbenheimer, Oppenbarbie, Barbieheimer e Boppenheimer. “Barbie”, in particolare, ha portato con sé anche una serie di trend e tendenze, sia online che offline, tra cui l’estetica Barbiecore, che trae ispirazione dai look tra il pop e il kitsch dominati dai toni del rosa shocking e del fucsia caratteristici della leggendaria bambola statunitense. Swifties e la Taylor Tax: il 2023 è stato anche l’anno di debutto dell’”Eras tour” della popstar internazionale Taylor Swift, tanto atteso dai cosiddetti “swifties”, la comunità affiatata di fan della cantautrice. La denominazione è, dal 2017, un marchio registrato: la musicista si è occupata infatti personalmente della questione, assicurando alla sua fandom un particolare status, nonché un’identità nel panorama mediatico, dove Taylor Swift – e ciò che le gira attorno – fa spesso parlare di sé. Ha fatto discutere a tal proposito negli scorsi mesi il costo di alcuni biglietti dei concerti rivenduti a cifre esorbitanti: allo scopo di contrastare questo tipo di speculazione tipica del mercato secondario l’IRS, l’equivalente statunitense dell’agenzia delle entrate, ha proposto la cosiddetta “Taylor Tax”: la mancata dichiarazione dei profitti derivanti dalla rivendita dei biglietti dei concerti potrebbe far incorrere in severi controlli da parte del fisco. O’ Mar For (Mare Fuori): ambientata in un carcere minorile di Napoli, Mare Fuori è stata una delle serie televisive italiane più di successo del 2023, offrendo uno scorcio sulla vita nell’istituto penitenziario minorile e analizzando le molteplici sfaccettature del capoluogo campano e della sua cultura. Il nome della serie è tratto dalla sigla (“O’ Mar For”), cantata in dialetto napoletano da uno dei protagonisti (Edoardo, interpretato da Matteo Paolillo): la canzone, che vanta oltre 45 milioni di ascolti su Spotify, si apre con un’altra espressione ormai entrata nella cultura pop, “Appicc n’ata sigarett…” (“Accendi un’altra sigaretta…”). L’uscita della terza stagione a febbraio e gli aggiornamenti sulle riprese della quarta hanno catturato l’attenzione dei media e conquistato milioni di telespettatori nel 2023. La popolarità della serie è stata tale da aver ispirato anche un musical, attualmente in tour nei principali teatri italiani, e da aver contribuito in maniera significativa alla popolarità di Napoli come meta turistica2.

Crosetto ringrazia Mattarella per “valori” trasmessi “ogni giorno”

Crosetto ringrazia Mattarella per “valori” trasmessi “ogni giorno”Milano, 21 dic. (askanews) – “Voi siete le gambe su cui questi valori camminano e le braccia con cui questi valori sono trasferiti dall’Italia al resto del mondo”. Lo ha detto in un collegamento in videoconferenza con i militari italiani impegnati nei teatri operativi in Italia e all’estero, il ministro della Difesa Guido Crosetto, negli auguri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro stesso. Valori di “libertà, rispetto” e “valori universali”, ha precisato il ministro, “e in questo, anche grazie a quello che lei, Presidente, (e ai valori che) ogni giorno ci fa vedere”, ha aggiunto rivolgendosi a Mattarella.

“La cosa più difficile da imparare sono i valori: quelli che nei momenti bui, ci aiutano”, ha aggiunto Crosetto. “E noi nei prossimi periodi vivremo e stiamo vivendo, momenti drammatici, eventi in cui non ci può aiutare l’esperienza, perché l’esperienza non esiste. Ci muoviamo quindi solo sulla base dei valori, solo sulla base di quello che riteniamo giusto, solo sulla base che alcune persone più di altre sanno insegnarci con la vita, più che con le parole” ha detto. “Lei signor Presidente ha rappresentato e continua a rappresentare il saldo perno sul quale la nostra democrazia e anche la nostra Difesa possono contare” ha detto Crosetto. “Per ricordarci nei momenti bui, che si susseguono anche nelle democrazie, quale sia la via, la luce, il punto d’arrivo che tutti noi dobbiamo perseguire”. Nella sede del Comando operativo di vertice interforze erano presenti il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ed il comandante del Covi, generale Francesco Figliuolo.

La Difesa per lo Stato è “un luogo di sicurezza, di tranquillità, di aiuto, di solidità, di sostegno alle libere istituzioni. È il fondamento e la base della democrazia, è la sua terzietà, il suo essere sempre fedele nei secoli – rubo il motto all’Arma dei Carabinieri – e in quello che consente a una democrazia di sentirsi sicura, mai in pericolo, sempre difesa, sempre accettata, qualunque sia l’idea, il sesso, il colore della pelle. Questo è la Difesa. La Difesa è il presidio a quei valori che non cambiano e non mutano al mutare dei governi. Di quei valori che si sono tramandati”, ha aggiunto il ministro. “USO TERMINE FAMIGLIA QUANDO PARLO DI DIFESA”

“In questi giorni difficili ho pensato di ricordarmi – a nome di tutti voi, di tutti noi – dei figli di quelle persone che sono scomparse in servizio quest’anno” ha detto Crosetto. “I bambini – ha proseguito – di quelle persone riceveranno un regalo, portato da due Carabinieri, Presidente della Repubblica, a nome di tutto il personale della Difesa. Perché era giusto che a Natale la Difesa si sostituisse al padre che hanno perso. Me lo ha ricordato una bambina di 9 anni quando al funerale del papà mi ha detto: ‘papà mi aveva promesso degli orecchini’. Ecco glieli fornirà la Difesa, Presidente. Perché essere una famiglia significa questo”. Crosetto ha chiesto ai militari “lontani” che considerassero il gesto del regalo di Natale, come un gesto “fatto da ognuno di voi, perché questo significa essere una famiglia: la consapevolezza che nei momenti di difficoltà si è vicini, non si è abbandonati” ha spiegato.

Francia, Macron difende legge migranti ma il paese è spaccato

Francia, Macron difende legge migranti ma il paese è spaccatoMilano, 21 dic. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha difeso vigorosamente la controversa legge sull’immigrazione definendola “uno scudo che ci mancava”, nonostante le critiche. Ma in molti non sembrano d’accordo con lui: da esponenti del suo stesso governo, sino ai sindacati e persino il suo predecessore Francois Hollande. Il quadro è di un Paese spaccato con iter d’emergenza avviato: di questo testo, approvato con i voti del lepeniano Rassemblement National – e definito da Marine Le Pen una “vittoria ideologica” – si occuperà il Consiglio Costituzionale, organismo creato con la Quinta Repubblica che potrebbe cambiare il corso degli eventi, ma che in passato si è dimostrato poco propenso a cambiare il corso degli eventi. Entro un mese dovrà prendere una decisione.

Macron è stato ospite di “C à vous” su France 5 ieri mercoledì 20 dicembre. Ha definito la legge “utile”, ma ha diversificato il discorso spostandosi anche su altri temi come la fine della vita o le molestie informatiche. Per Macron alcune disposizioni della legge sui migranti “anche se non piacciono, non giustificano il blocco di tutto”. La Francia ha “un problema di immigrazione” ma non è “sopraffatta”, dice. Il presidente però ha dovuto ammettere che non sia “falso” che il testo contenga “disposizioni da Rassemblement National”, lepeniane insomma, specificando che la legge mira “in modo molto chiaro” a scoraggiare l’immigrazione clandestina. E replica: “Penso che tutte le brave persone che mi spiegano: ‘quello che state facendo non è giusto’, queste siano tutte persone che hanno governato il Paese per 40 anni e chi ha fatto cosa?”, ha affermato il capo dello Stato.

Poi ribalta la frittata, e con un certo spregiudicato acume politico, risponde a chi lo accusa di aver ottenuto il sostegno lepeniano per approvare la sua legge sull’immigrazione: per evitare che RN salga al potere si “deve affrontare i problemi che la alimentano”, assicurando che l’adozione della legge sull’immigrazione costituisce “una sconfitta” per il partito di Marine Le Pen. La questione non è secondaria e preoccupa anche una ‘mente’ della gauche come Aquilino Morelle: Le Pen ha buone probabilità di essere eletta alla presidenza della Repubblica nel maggio 2027, secondo l’ex consigliere di Francois Hollande ne “La parabola dei ciechi” (Grasset). Per evitare lo scenario di una presenza all’Eliseo del presidente del gruppo RN all’Assemblea nazionale, è necessario, secondo Morelle , combattere i flagelli che causano la sventura francese: deindustrializzazione, immigrazione “du fait accompli” e la deriva federalista dell’Unione Europea. Morelle ha spiegato più ampiamente il tutto in un’intervista qualche giorno fa, su Le Figaro, dal titolo “Il ‘razzismo sociale’ dei neoborghesi spinge i francesi tra le braccia della Rn”.

LA DESTRA E LA SINISTRA “Abbiamo introdotto il concetto di priorità nazionale: questo è probabilmente ciò che più preoccupa la sinistra e i macroniani che hanno accettato tutte queste concessioni”, ha detto il vicepresidente dell’Assemblea nazionale e deputato del Rassemblement Sébastien Chenu all’emittente Bfm. “Questo testo è in linea con ciò che abbiamo sempre difeso”, ha sottolineato. “Se il Consiglio Costituzionale ‘disfa’ questa legge, significa che è la Costituzione che deve essere cambiata e andare verso un referendum”, ha aggiunto.

La questione è enorme, non soltanto per la politica francese. E mentre la stampa è sugli scudi, torna a commentare Francois Hollande l’ex presidente (e in passato ‘capo’ di Macron-ministro). Interrogato sui sondaggi favorevoli a questa legge, Hollande ritiene che la “missione” del capo dello Stato “è non cedere all’opinione pubblica”, consiglia. E anche i sindacati non sono d’accordo: ospite della Rmc, Sophie Binet, segretaria generale della CGT, ha annunciato che il sindacato “sta lavorando a grandi azioni” contro la legge sull’immigrazione, incitando alla “disobbedienza civile”. Intanto Liberation apre oggi con questo titolo: “Legge sull’immigrazione. Istruzione superiore: ‘Abbiamo bisogno di studenti stranieri’”. Libé cita cinque rettori che si preoccupano per l’influenza della legge sulla ricerca francese e per l’attrattiva dei loro corsi. “Il disegno di legge sull’immigrazione, votato martedì 19 dicembre all’Assemblea nazionale, comprende due misure che colpiscono gli studenti stranieri, che in Francia sono stati circa 400.000 durante l’ultimo anno accademico” si legge. Tra queste tasse più alte di iscrizione universitaria per chi non proviene dall’Ue. (di Cristina Giuliano)

Russia, politica citata dopo annuncio candidatura presidenziali

Russia, politica citata dopo annuncio candidatura presidenzialiRoma, 21 dic. (askanews) – Ekaterina Duntsova, 40 anni, una politica russa indipendente e giornalista, è stata citata in giudizio dalla giustizia russa dopo aver dichiarato di volersi candidare alle elezioni presidenziali (17 marzo 2024), secondo l’Afp.

Duntsova ha dichiarato che i pubblici ministeri della città di Rzhev, 200 chilometri a ovest di Mosca, l’hanno convocata dopo l’annuncio della sua candidatura e per aver criticato il governo in carica in un post. La politica russa ha dichiarato sui social che a quasi due anni dall’inizio della guerra in Ucraina la Russia “si sta allontanando dai diritti e dalle libertà, dall’amore e dalla pace, da un bel futuro”.

Duntsova, giornalista e deputata municipale di Rzhev, ha detto di non nutrire illusioni sulle sue possibilità alle elezioni presidenziali per cui ancora il presidente Vladimir Putin non ha annunciato la candidatura, che però è data per scontata, come la vittoria. Per avere la possibilità di presentarsi al voto, la candidata deve prima raccogliere 300.000 firme dagli elettori aventi diritto. Ieri ne aveva “più di 10.000”. “Sono davvero un’idealista (…) Voglio credere che questa sia la strada da percorrere”, ha detto.

Patto di stabilità, accordo unanime all’Ecofin sulla riforma

Patto di stabilità, accordo unanime all’Ecofin sulla riformaRoma, 20 dic. (askanews) – I ministri delle Finanze dell’Ue hanno raggiunto, durante una riunione straordinaria del Consiglio Ecofin via teleconferenza in corso questo pomeriggio, un accordo politico sulla revisione delle regole della “governance economica”, ovvero sulla riforma del Patto di stabilità. Lo afferma la presidenza di turno spagnola dell’Ue con un tweet sul suo account X (ex Twitter), definendo le nuove regole “equilibrate, realistiche, adatte alle sfide attuali e future”.

“Abbiamo un accordo politico. E’ una buona notizia per l’Europa”, ha affermato la ministra dell’Economia della Spagna Nadia Calvino, puntualizzando che l’accordo è stato unanime. Una prima reazione all’accordo viene dalla ministra delle Finanze dei Paesi Bassi, Sigrid Kaag. “Sono felice che, dopo una lunga discussione e difficili negoziati, ora abbiamo raggiunto un buon accordo sulle regole di bilancio dell’Ue. È importante – afferma Kaagche queste regole forniscano una base solida per i bilanci nazionali e che tutti le rispettino. Questo è il punto d’interesse comune di tutti gli Stati membri”.

“Per i Paesi Bassi è fondamentale che con questo accordo si proceda verso una riduzione del debito ambiziosa e sostenibile. Questo accordo prevede regole di bilancio che incoraggiano le riforme, con spazio per gli investimenti, e adattate alla situazione specifica dello Stato membro interessato. Funzionano in modo anticiclico, al fine di non interrompere la potenziale crescita economica. Inoltre, occorre anche rispettare meglio le regole, cosa che troppo spesso è stata un problema in passato”, conclude la ministra olandese.

Patto di stabilità, accordo franco-tedesco alla base del compromesso

Patto di stabilità, accordo franco-tedesco alla base del compromessoBruxelles, 20 dic. (askanews) – Saranno le autorità italiane a decidere e comunicare la loro posizione sulla proposta di compromesso per la riforma del Patto di stabilità Ue, che verrà discussa questo pomeriggio dai ministri delle Finanze dei Ventisette durante una riunione straordinaria dell’Ecofin in videoconferenza; ma i tecnici del Tesoro e il ministro italiano dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, sono stati in contatto costante con il Ministero francese delle Finanze e con il ministro Brune Le Maire, anche “ieri sera dopo cena e ancora stamattina”, per essere informati sull’accordo conseguito tra Francia e Germania sui punti controversi della proposta di riforma; e da Roma c’è stata “una reazione positiva” (“un retour positif”). E’ quanto hanno affermato stamattina da Parigi fonti di Bercy (il ministero delle Finanze francese).

Le fonti hanno confermato l’accordo “al 100%” raggiunto ieri sera dal ministro francese Bruno Le Maire con il collega tedesco Christian Lindner, e precisato i dettagli sugli elementi che restavano ancora controversi della riforma. Sostanzialmente, in confronto all’ultimo testo di compromesso che era stato discusso all’Ecofin della settimana scorsa, nell’accordo franco-tedesco (che sarà probabilmente fatto proprio dalla presidenza di turno spagnola dell’Ecofin e sottoposta all’approvazione dei Ventisette) ci sono due modifiche e un conferma.

Innanzitutto, c’è la questione del cosiddetto “centro di controllo (Art.2 del Regolamento sul “braccio correttivo”): per i paesi con rapporto debito/Pil superiore alla soglia del 60%, è stata ridotta allo 0,3% del Pil annualmente (rispetto al precedente 0,5%), e allo 0,6% cumulativamente (rispetto al precedente 0,75%) la deviazione massima consentita dai percorsi di aggiustamento basati sulla limitazione della spesa primaria netta. Il secondo elemento riguarda la cosiddetta “clausola di salvaguardia della resilienza del deficit” (Art. 6ter del Regolamento sul “braccio preventivo”), per gli Stati membri con debito oltre la soglia del 60% del Pil. Quando hanno già ridotto il deficit/Pil sotto il 3%, questi paesi che devono continuare a ridurlo per costituire un “margine di manovra di bilancio”, fino a raggiungere l’1,5% (se hanno il debito oltre il 90% del Pil) o il 2% (se il debito/Pil è sotto il 90%).

Il punto controverso qui era il parametro relativo alla velocità dell’aggiustamento richiesto: nell’accordo franco-tedesco, è stato aumentato allo 0,4% lo sforzo strutturale di miglioramento annuale del bilancio primario, e allo 0,25% se si fanno investimenti e riforme, rispetto alle cifre indicate in precedenza, rispettivamente dello 0,3% e 0,2%. In cambio di queste ulteriori concessioni ai tedeschi (finalizzate anche a convincere il resto dei paesi “frugali”, Austria, Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca) è stata concordata una clausola di flessibilità temporanea (per gli anni 2025, 2026 e 2027), chiesta dalla Francia e appoggiata dall’Italia, sull’aumento della spesa per gli interessi sul debito, come fattore mitigante rispetto all’aggiustamento strutturale minimo annuale dello 0,5 del Pil (Art.3 del Regolamento sul “braccio correttivo”), richiesto ai paesi con un disavanzo oltre il 3% del Pil e sotto procedura per deficit eccessivo.

In sostanza, l’aumento della spesa per gli interessi sul debito, dovuta a eventuali aumenti dei tassi d’interesse o al nuovo debito contratto sui mercati per finanziare gli investimenti e le riforme, sarà preso in considerazione dalla Commissione e dovrebbe permettere di diminuire di uno o due decimi di punto (in termini di Pil) la correzione annuale richiesta. Nel complesso, il nuovo Patto di stabilità che si profila appare molto più rigoroso e “tedesco”, meno “su misura” per ogni paese e anche molto meno semplificato, di quello proposto dalla Commissione, con l’aggiunta delle nuove clausole di salvaguardia su debito (Art. 6bis del Regolamento sul “braccio preventivo”)e deficit e dei nuovi parametri di correzione minima e deviazione massima nei percorsi di aggiustamento, per i quali tuttavia resta l’elemento centrale della proposta dell’Esecutivo comunitario, l’indicatore basato sulla sostenibilità del debito e sul controllo della spesa pubblica. Per l’Italia, comunque, nel complesso c’è un indubbio vantaggio rispetto alle regole dell’attuale Patto di stabilità, che prevede in particolare la regola, mai applicata, della riduzione annuale di 1/20 dell’eccedenza del debito/Pil rispetto alla soglia del 60% (ovvero, con il debito al 140%, una diminuzione del 4% all’anno), e un “obiettivo di medio termine” che in pratica consisterebbe in un azzeramento del deficit/Pil. Ora, invece, il nuovo “obiettivo di medio termine” per il deficit viene fissato all’1,5%, e il debito dovrà ridursi solo dell’1% all’anno.

Francia, Macron porterà testo migranti a Consiglio costituzionale

Francia, Macron porterà testo migranti a Consiglio costituzionaleMilano, 20 dic. (askanews) – Votata dal Parlamento francese, la legge sull’immigrazione non ha ancora concluso il suo iter legislativo: il presidente Emmanuel Macron trasmetterà il testo – che ha già provocato le dimissioni di un ministro mentre esulta l’estrema destra – al Consiglio costituzionale questa sera per garantire la regolarità del testo. Il Consiglio è un organo di estrema importanza, creato con la nascita della Quinta Repubblica e che non trova per funzioni e poteri un corrispondente nell’ordinamento giuridico italiano.

Un Macron accigliato viene raccontato dalla fedele emittente Bfm durante il consiglio dei ministri. Se il capo dello Stato non ha menzionato le dimissioni di Aurélien Rousseau, ha comunque criticato i membri dell’ala sinistra del governo senza nominarli. “Chi dubita e non ha mai combattuto, veramente non ha lezioni da impartire”, avrebbe detto Macron. “Non è un testo che ci disonora”, avrebbe anche aggiunto. La legge è stata approvata con il sostegno della destra e viene definita una vittoria per la rivale di Macron, Marine Le Pen. “Affrontare il tema dell’immigrazione è anche pericoloso perché siamo in maggioranza relativa nell’Assemblea nazionale, vale a dire che non possiamo decidere da soli” ha dichiarato il portavoce Olivier Véran, che ha anche parlato di “tema divisivo per eccellenza che porta con sé verità e falsità”.

Il punto centrale della legge è che gli stranieri devono essere in Francia da cinque anni per avere diritto alle prestazioni sociali, requisito che viene ridotto a 30 mesi per coloro che lavorano. Il ministro della Sanità Aurelien Rousseau ha già presentato le sue dimissioni mentre il governo ha manifestato delle perplessità su alcune misure concesse alla destra, prima e durante la “folle soirée” in Parlamento – così l’ha definita l’imperturbabile Afp – che ha visto il testo, ampiamente approvato al Senato, e votato in Assemblea con 349 sì e 186 contrari su 573, ma 59 deputati della maggioranza che hanno votato contro o si sono astenuti. Grande lo sdegno trasversale sulla stampa francese questa mattina. E anche l’esecutivo non appare rassegnato.

Nel merito, la premier Elisabeth Borne ha riconosciuto a France Inter che ci sono “disposizioni” sulle quali “abbiamo espresso i nostri dubbi ai repubblicani” sulla loro costituzionalità. Più secco e meno diplomatico il ministro dell’Interno Gérald Darmanin. Il testo contiene “misure manifestamente e chiaramente contrarie alla Costituzione”, ha dichiarato ieri davanti al Senato Darmanin secondo la tv francese Bfm. “Il Consiglio costituzionale farà il suo dovere, ma la politica non è fare l’avvocato prima degli avvocati. La politica consiste nello sviluppare norme e vedere se sono conformi o meno alle nostre esigenze”, ha detto il ministro dell’Interno. Il Consiglio costituzionale ha ora un mese per prendere una decisione. Ciò non può quindi costituire oggetto di alcun ricorso. Poi la promulgazione del testo, passaggio obbligato, spetta al Presidente della Repubblica Emmanuel Macron al quale appartiene tale autorità. Il Capo dello Stato ha 15 giorni di tempo per firmare la presente promulgazione prima della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Una delle ultime carte nelle mani dell’opposizione, e in particolare della sinistra, è invece un referendum di iniziativa condivisa. La consultazione popolare dovrà essere prima presentata al Consiglio Costituzionale che dovrà convalidarlo. Concretamente il testo dovrà essere sostenuto almeno da un quinto dei deputati del Parlamento (185 deputati e senatori). Se sarà ritenuto valido dai Saggi, il referendum dovrà essere sostenuto da un decimo degli elettori iscritti nelle liste elettorali, ovvero da circa 4,8 milioni di cittadini.