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Ue, raggiunto accordo su migranti, von der Leyen: “storico”

Ue, raggiunto accordo su migranti, von der Leyen: “storico”Milano, 20 dic. (askanews) – Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è un “accordo storico”. I paesi dell’UE e i membri del Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa sulla riforma della legge europea sugli immigrati e sui richiedenti asilo. La von der Leyen ha ringraziato la vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson.

A sua volta Johansson definisce su X l’accordo un “momento storico”, sottolineando l’intera notte di trattative. La riforma porta con sé, tra le altre cose, l’accelerazione dei controlli all’ingresso e la possibilità di istituire centri di attesa nelle zone di frontiera, oltre a un meccanismo obbligatorio di solidarietà tra i paesi membri a beneficio degli Stati sotto pressione migratoria.

Inoltre, l’accordo prevede l’accelerazione dell’espulsione dal Paese di coloro che hanno ricevuto una domanda di asilo negativa. Prima di entrare in vigore, le riforme giuridiche devono ancora essere approvate formalmente della plenaria del Parlamento europeo e del Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue

WWF: “Von der Leyen contro rigorosa protezione del lupo in Europa”

WWF: “Von der Leyen contro rigorosa protezione del lupo in Europa”Roma, 20 dic. (askanews) – Contro ogni evidenza scientifica, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto di declassare lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, da specie “rigorosamente protetta” (Allegato II) a specie “protetta” (Allegato III). Lo afferma in un comunicato il WWF, sottolineando la sua assoluta contrarietà alla proposta e invita gli Stati membri dell’UE a respingerla.

La Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa è la più antica convenzione al mondo nel campo della conservazione della natura ed è in vigore dal 1979. È considerata la fonte originaria di diritto internazionale che ha portato all’adozione della Direttiva Habitat dell’UE, pietra miliare dei programmi di conservazione europei, si legge nel comunicato dell’organizzazione ambientalista. “Questa è una decisione grave, senza alcuna giustificazione scientifica, motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni e che hanno permesso la ripresa numerica e spaziale delle popolazioni di lupo in molti paesi dell’UE – ha dichiarato Isabella Pratesi, direttrice del programma di Conservazione del WWF Italia – La Presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per il suo tornaconto politico, dando eco ai tentativi dei suoi alleati politici di strumentalizzare il lupo come capro espiatorio dei problemi socio-economici delle comunità rurali e del settore zootecnico. Questo approccio è inaccettabile e può creare un pericoloso precedente”.

La mossa di von der Leyen rappresenta un’inversione di rotta nelle politiche di conservazione che hanno fino ad oggi caratterizzato l’Ue – si legge nel testo – ed è dettata da motivi puramente politici. A sostegno di questa interpretazione, lo scorso novembre l’UE aveva respinto il tentativo della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, sostenendo che, sulla base dei dati più recenti, il lupo non aveva raggiunto uno stato di conservazione favorevole nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue. Questo ripensamento è ancora più ingiustificato – scrive ancora il WWF – se si considera che i risultati dell’analisi approfondita della Commissione sulle popolazioni di lupi nell’Ue, pubblicata oggi, non forniscono alcuna prova scientifica che lo stato della popolazione dei lupi sia cambiato in modo significativo nel giro di un anno. Questo annuncio è anche in contrasto con l’opinione pubblica, così come rilevato dall’indagine recentemente pubblicata sulla percezione delle comunità rurali riguardo la coesistenza con i grandi carnivori. I risultati mostrano che il 68% degli abitanti delle zone rurali ritiene che i lupi debbano essere rigorosamente protetti e più di due terzi (72%) concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con l’uomo e le sue attività.

Per il WWF proposta indebolisce il ruolo dell’Ue come partner affidabile e leader nei forum internazionali, oltre a mettere in dubbio l’autenticità dei suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi globali di biodiversità. Solo un anno fa, la Presidente von der Leyen aveva pronunciato un’importante dichiarazione a sostegno dell’accordo storico sull’azione globale per la natura per il 2030, insieme al resto della comunità internazionale. L’annuncio di oggi mette in discussione questi impegni internazionali dell’UE. Una modifica alla Convenzione di Berna richiede una decisione del Consiglio e quindi una maggioranza qualificata degli Stati membri per approvare la proposta della Commissione. All’inizio del 2023, 12 Ministri dell’Ambiente hanno scritto al Commissario Sinkevicius assumendo una chiara posizione contro il declassamento dello status di protezione del lupo. L’Italia al contrario – ricorda l’organizzazione ambientalista – con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha recentemente presentato un documento, sostenuto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia, in cui ignorando le più recenti evidenze scientifiche che soottolineano quanto gli abbattimenti non rappresentino una soluzione a lungo termine per la mitigazione dei conflitti con la zootecnia, viene chiesto alla Commissione Ue di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, lupo compreso, nel quadro della Direttiva Habitat.

In diverse regioni europee è stata dimostrata che la coesistenza tra lupo e attività umane è possibile grazie a misure preventive efficaci, come l’installazione di diversi tipi di recinzioni, l’utilizzo di cani da guardiania per il bestiame e altre tecniche innovative in sperimentazione negli ultimi anni. Le linee guida dell’Unione Europea consentono agli Stati membri di risarcire pienamente agricoltori e allevatori per i danni causati da specie protette, come il lupo, e di rimborsare interamente i costi di investimento per le misure di prevenzione. Anche il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) potrebbe fornire un sostegno alla coesistenza, ma gli Stati membri non hanno sfruttato appieno questa opportunità di finanziamento. La proposta di diminuire il grado di protezione del lupo e di aprire a modalità di gestione cruente rappresenta dunque una strategia inaccettabile e populista, che mette a serio rischio il futuro della conservazione di una specie chiave degli ecosistemi europei senza risolvere i potenziali conflitti.

Refugees Welcome Italia: nuovo patto Ue pietra tombale diritto asilo

Refugees Welcome Italia: nuovo patto Ue pietra tombale diritto asiloRoma, 20 dic. (askanews) – ll Consiglio e il Parlamento dell’Ue hanno trovato un accordo sui cinque punti principali del Patto su Migrazioni e Asilo, che definirà il futuro delle politiche europee in materia. “Il compromesso raggiunto non è un ‘momento storico’, come alcuni esponenti politici hanno affermato in queste ore, ma rappresenta una pagina nera nella storia dell’Ue. È il fallimento di un’idea di Europa in grado di garantire protezione e sicurezza a chi fugge da guerre e persecuzioni”: lo denuncia Refugees Welcome Italia in un comunicato.

L’accordo – prosegue l’associazione indipendente – è l’ennesima riproposizione di un approccio securitario da “fortezza Europa” che ha ampiamente dimostrato di essere fallimentare e che rischia di compromettere seriamente l’esercizio del diritto di asilo. “Invece di introdurre soluzioni in grado di garantire una maggiore protezione alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, – si legge nel testo – questo patto rischia di dar vita ad un sistema disumano, costoso e inefficace, con un impatto devastante sui diritti umani e sul sistema di protezione in materia di asilo. Migliaia di persone, inclusi bambini e bambine, rischiano di essere trattenute in quelli che sono di fatto centri di detenzione alle frontiere”. Refugees Welcome Italia spiega che il Patto prevede “l’uso obbligatorio delle procedure di frontiera, che si tradurrà in situazioni di detenzione prolungata con limitato accesso ad assistenza legale, l’incremento dei respingimenti alla frontiera che hanno causato negli anni gravi violenze e violazioni dei diritti umani, il rafforzamento delle politiche di esternalizzazione con il coinvolgimento nella gestione dei flussi migratori di Paesi terzi, l’espansione della nozione di ‘Paese terzo sicuro’ che consentirà di rimpatriare forzatamente le persone in paesi che sicuri non sono, la normalizzazione dell’uso arbitrario della detenzione per migranti (compresi bambini e famiglie), l’uso della profilazione razziale. Nessuna forma di solidarietà che possa risolvere i problemi strutturali del sistema di accoglienza e garantire una equa ridistribuzione delle persone in arrivo”.

“Oggi è un giorno drammatico per chi cerca di protezione in Europa. Il patto è un compromesso politico fatto sulla pelle delle persone che non affronta alla radice le questioni irrisolte, ma perpetua una logica securitaria e pericolosa che causerà ancora più sofferenza. Qualsiasi riforma del sistema di asilo dovrebbe porre al centro i diritti delle persone, per questo l’accordo tradisce i valori fondanti dell’Unione europea”, ha commentato Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.

Ue, Commissione propone downgrade status protezione lupi

Ue, Commissione propone downgrade status protezione lupiMilano, 20 dic. (askanews) – La Commissione Europea presenta una proposta di decisione del Consiglio volta ad adeguare lo status di protezione del lupo ai sensi della Convenzione internazionale di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali europei, di cui sono parti l’UE e i suoi Stati membri.

Secoondo la presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame. Per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto maggiore flessibilità. Lo status di protezione del lupo ai sensi della Convenzione è stato stabilito sulla base dei dati scientifici disponibili al momento dei negoziati della Convenzione nel 1979. Sulla base di un’analisi approfondita sullo status del lupo nell’UE, anch’essa pubblicata oggi, la Commissione propone di rendere il lupo “protetto” anziché “strettamente protetto”.

Fa seguito all’annuncio della Commissione nel settembre 2023 che, sulla base dei dati raccolti, deciderà su una proposta volta a modificare, ove opportuno, lo status di protezione del lupo e ad aggiornare il quadro giuridico, per introdurre, ove necessario, ulteriori flessibilità.

Ue raggiunge accordo su migranti, von der Leyen: “storico”

Ue raggiunge accordo su migranti, von der Leyen: “storico”Milano, 20 dic. (askanews) – Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è un “accordo storico”. I paesi dell’UE e i membri del Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa sulla riforma della legge europea sugli immigrati e sui richiedenti asilo. La von der Leyen ha ringraziato la vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson.

A sua volta Johansson definisce su X l’accordo un “momento storico”, sottolineando l’intera notte di trattative. La riforma porta con sé, tra le altre cose, l’accelerazione dei controlli all’ingresso e la possibilità di istituire centri di attesa nelle zone di frontiera, oltre a un meccanismo obbligatorio di solidarietà tra i paesi membri a beneficio degli Stati sotto pressione migratoria.

Inoltre, l’accordo prevede l’accelerazione dell’espulsione dal Paese di coloro che hanno ricevuto una domanda di asilo negativa. Prima di entrare in vigore, le riforme giuridiche devono ancora essere approvate formalmente dal Consiglio europeo, composto dai capi di Stato.

Francia, approvata legge su immigrazione con notevoli restrizioni

Francia, approvata legge su immigrazione con notevoli restrizioniMilano, 20 dic. (askanews) – Dopo una lunga lotta politica in Francia, ieri sera è stata approvata una nuova legge sull’immigrazione con notevoli restrizioni. Particolarmente severo il giudizio di Liberation oggi: “Implosione. Legge sull’immigrazione: all’Assemblea un governo in crisi cerca di salvare la faccia” titola Libé. Mentre secondo Le Figaro, il ministro della Sanità Aurélien Rousseau ha presentato le sue dimissioni. Ma a France 2 Francois Bayrou, capo del partito centrista Modem e uno dei partiti chiave della coalizione di Macron, ha affermato che il suo partito continua a sostenere il governo di Elisabeth Borne.

Il disegno di legge sull’immigrazione è stato adottato dall’Assemblea nazionale con 349 voti favorevoli e 186 contrari. Tra le altre cose, la nuova legge limita i benefici sociali per gli stranieri, inasprisce la legislazione sugli studenti stranieri e fissa quote per il numero di immigrati. “Il testo sull’immigrazione è stato votato in via definitiva”, ha subito registrato il ministro degli Interni Gérald Darmanin, su X (ex Twitter). Libé ha scelto come immagine per illustrare la notizia una foto di Marine Le Pen e Sébastien Chenu che sorridono, seduti in emiciclo. “Gli 88 deputati del Raggruppamento Nazionale hanno comunque votato a favore del testo. L’astensione delle truppe lepeniste, ovviamente, non avrebbe impedito la sua adozione”, precisa.

La legge inoltre rende più restrittiva la concessione della cittadinanza francese ai figli di stranieri e consente di negare la cittadinanza francese a coloro che hanno la doppia cittadinanza condannati per reati gravi. Il governo di centrodestra del presidente Emmanuel Macron è arrivato alla legge ora approvata, in parte spinto da tattiche elettorali e in parte dalla pressione dell’opposizione.

Iran, impiccata all’alba l’ex sposa bambina Samira Sabzian

Iran, impiccata all’alba l’ex sposa bambina Samira SabzianRoma, 20 dic. (askanews) – Samira Sabzian, ex sposa bambina in carcere in Iran da anni e condannata alla pena capitale per avere ucciso suo marito, è stata impiccata questa mattina all’alba nella Repubblica islamica. Lo riferisce l’ong Iran Human Rights.

Il direttore dell’organizzazione, Mahmood Amiry-Moghaddam, ha confermato su X che Samira è stata “impiccata”, un’esecuzione avvenuta “davanti al mondo intero come testimone”. “Samira è stata vittima di anni di apartheid di genere, matrimoni precoci e violenza domestica, e oggi è vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto”, ha scritto il direttore di Iran Human Rights. “Un regime che si è sostenuto esclusivamente uccidendo e instillando paura”. “Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica Islamica devono essere ritenuti responsabili di questo crimine”, ha insistito Amiry-Moghaddam. “Come altre vittime della macchina delle esecuzioni del regime, Samira era tra i membri più vulnerabili della società senza voce. Una campagna di una settimana non è stata sufficiente per salvarla. Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone che rischiano di diventare vittime della macchina omicida per preservare la sopravvivenza del regime”, ha concluso.

Sabzian si era sposata quando aveva 15 anni e quattro anni dopo, nel 2013, aveva ucciso il marito. Da allora si trovava in carcere. Solo di recente aveva potuto vedere i suoi due figli, dopo avere rinunciato a lungo a incontrarli per ottenere la clemenza della famiglia del marito.

M.O., Wp: Israele valuta cessate il fuoco di due settimane

M.O., Wp: Israele valuta cessate il fuoco di due settimaneRoma, 20 dic. (askanews) – Israele starebbe prendendo in considerazione un cessate il fuoco della durata di almeno due settimane, seguito da un graduale ritiro delle truppe israeliane, soprattutto nel nord di Gaza, nel tentativo di rilanciare un accordo per il rilascio degli ostaggi: è quanto si legge oggi sul Washington Post.

Secondo quanto riferito, fonti ufficiali israeliane e americane sarebbero interessate a riprendere le trattative per un accordo con Hamas, attraverso la mediazione del Qatar, con l’obiettivo di liberare il maggior numero dei 129 ostaggi israeliani ancora tenuti prigionieri a Gaza. Il quotidiano spiega che Israele starebbe valutando la possibilità di accettare un lungo cessate il fuoco che potrebbe durare circa due settimane, per consentire ad Hamas di localizzare gli ostaggi e restituirli a Israele.

Usa 2024, Trump escluso da primarie Colorado per l’assalto a Capitol Hill

Usa 2024, Trump escluso da primarie Colorado per l’assalto a Capitol HillRoma, 20 dic. (askanews) – Donald Trump è stato escluso dalle primarie del partito repubblicano in Colorado per la nomination per la Casa Bianca 2024 dalla Corte Suprema dello Stato che ha applicato il quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che impedisce l’elezione alle cariche pubbliche di funzionari responsabii di atti di “inserruzione o rivolto” contro le istituzioni della Repubblica, contestando il coinvolgimento dell’ex presidente nell’assalto al Campidoglio del 6 Gennaio 2021. La decisione della Corte Suprema del Colorado è stata assunta a maggioaranza. E’ la prima volta nella storia repubblicana americana che il Comma 3 del 14esimo Emendamento viene utilizzato per contestare la legittimità di una candidatura alla Casa Bianca. Trump ha già annunciato tramite i portavoce della sua campagna, ricorso contro l’esclusione, con richiesta di sospensione della clamorosa esclusione disposta dalla Corte suprema del Colorado

L’Unicef: Gaza è il posto più pericoloso al mondo per un bambino

L’Unicef: Gaza è il posto più pericoloso al mondo per un bambinoRoma, 19 dic. (askanews) – “La Striscia di Gaza è il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino. E giorno dopo giorno, questa brutale realtà viene rafforzata. Nelle ultime 48 ore, il più grande ospedale che era rimasto pienamente funzionante è stato bombardato due volte. Quell’ospedale, Al Nasser a Khan Younis, non solo ospita un gran numero di bambini già gravemente feriti negli attacchi alle loro case, ma anche centinaia di donne e bambini che cercano sicurezza”. E’ quanto ha detto oggi il portavoce dell’Unicef, James Elder, rimarcando durante il briefing stampa al Palazzo delle Nazioni di Ginevra che “bambini e famiglie non sono al sicuro negli ospedali. Non sono al sicuro nei rifugi. E di certo non sono al sicuro nelle cosiddette zone ‘sicure’, perché queste cosiddette zone sicure sono tutt’altro che sicure”.

“Le parti in conflitto hanno ovviamente l’obbligo di prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere la popolazione civile. In questo caso, una delle precauzioni prese è l’evacuazione. Cioè il trasferimento nelle cosiddette zone ‘sicure’. Come ha detto l’Onu più di un mese fa, queste zone non possono essere sicure né umanitarie se dichiarate unilateralmente. Inoltre, secondo il diritto internazionale, il luogo in cui si evacuano le persone deve avere risorse sufficienti per la sopravvivenza – strutture mediche, cibo e acqua. In altre parole, queste cosiddette zone sicure non sono sicure solo quando sono libere dai bombardamenti, ma anche quando queste condizioni – cibo, acqua, medicine, protezione – sono soddisfatte”, ha spiegato il portavoce dell’Unicef. “Tuttavia, nelle attuali condizioni di assedio, è impossibile garantire aiuti adeguati per queste zone. Ho visto di persona questa realtà – ha continuato – queste zone sono piccoli lembi di terra brulla, o angoli di strada, o edifici costruiti a metà, senza acqua, senza servizi, senza ripari dal freddo e dalla pioggia. E, criticamente, senza servizi igienici. Attualmente a Gaza c’è in media un bagno per 700 bambini e famiglie. Se si trasferiscono le famiglie in luoghi dove non ci sono servizi igienici, decine di migliaia di persone ricorreranno ai secchi o alla defecazione a cielo aperto. E così, senza acqua e servizi igienici, né ripari, queste cosiddette zone sicure sono diventate zone di malattia”.

“I casi di diarrea nei bambini sono oltre 100.000. Le malattie respiratorie acute fra i civili sono oltre 150.000. Entrambi i numeri sono una grossolana sottovalutazione della triste realtà – ha sottolineato Elder – con l’aumento della malnutrizione tra i bambini di Gaza, le malattie diarroiche stanno diventando mortali”. E ancora, “più di 130.000 dei bambini più vulnerabili di Gaza (quelli di età compresa tra 0 e 23 mesi) non vengono allattati e non ricevono pratiche alimentari complementari adeguate all’età, compresa l’integrazione di micronutrienti. In uno scenario del genere – e in assenza di acqua sicura, cibo e servizi igienici sufficienti, che solo un cessate il fuoco umanitario può portare – i bambini morti a causa delle malattie potrebbero superare quelli uccisi dai bombardamenti”.

“Mentre parliamo, la consegna degli aiuti è una questione di vita o di morte per i bambini di Gaza e le condizioni per fornire tali aiuti non sono soddisfatte – ha concluso – un cessate il fuoco umanitario immediato e duraturo è l’unico modo per porre fine all’uccisione e al ferimento dei bambini e alla loro morte per malattie, e per consentire la consegna urgente di aiuti salvavita disperatamente necessari”.