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Il fondatore di Wagner voleva rivelare a Kiev la posizione delle truppe russe (l’Ucraina rifiutò)

Il fondatore di Wagner voleva rivelare a Kiev la posizione delle truppe russe (l’Ucraina rifiutò)Roma, 15 mag. (askanews) – Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo mercenario Wagner, si è offerto di rivelare la posizione delle truppe russe al governo ucraino, ha riferito domenica il Washington Post, citando documenti dell’intelligence statunitense.

In cambio del ritiro dei suoi soldati dall’area da parte dell’Ucraina, Prigozhin a gennaio si era offerto di comunicare ai servizi di intelligence ucraini le posizioni delle forze russe, ha riferito il WP aggiungendo che Kiev ha rifiutato.

Elezioni Turchia, sarà ballottaggio: Erdogan si ferma al 49,3%

Elezioni Turchia, sarà ballottaggio: Erdogan si ferma al 49,3%Roma, 15 mag. (askanews) – Alle elezioni presidenziali in Turchia sarà ballottaggio tra il presidente turco uscente Recep Tayyip Erdogan e il principale sfidante, leader della coalizione dei sei partiti di opposizione, Kemal Kilicdaroglu.

Con lo spoglio arrivato al 98,55%, la situazione vede infatti Erdogan avanti con il 49,34% dei voti, Kilicdaroglu con il 45% e il terzo sfidante Sinan Ogan con il 5,23%. Protrebbe essere quest’ultimo, secondo gli analisti, il “kingmaker” nel secondo turno di ballottaggio, previsto per il 28 maggio.

Turchia, sfida all’ultimo voto: Erdogan verso ballottaggio con Kilicdaroglu

Turchia, sfida all’ultimo voto: Erdogan verso ballottaggio con KilicdarogluRoma, 14 mag. (askanews) – Si profila un ballottaggio per le presidenziali in Turchia. Il presidente turco uscente Recep Tayyip Erdogan, partito da quasi il 60% delle preferenze all’inizio dello scrutinio, è sceso lentamente ma – sembra – inesorabilmente fino sotto la soglia del 50% che gli sarebbe valsa la riconferma al primo turno. Così, quando è stato scrutinato oltre il 92% delle schede, Erdogan si attesta al 49,86% e il principale sfidante, leader della coalizione dei sei partiti di opposizione, Kemal Kilicdaroglu al 44,3%. Pesano i risultati ancora non completi dei grandi centri, come Istanbul, Ankara e Smirne, dove l’opposizione tende a raccogliere più voti.

Salvo sorprese dell’ultima ora, visto che la matematica lascia aperto ogni scenario, il secondo turno è previsto per il 28 maggio. L’affluenza al primo turno ha sfiorato il 90% degli aventi diritto. Anche l’agenzia privata Anka, che aveva già pubblicato il sorpasso di Kilicdaroglu con il 47% dei voti conteggiati a metà pomeriggio, ha stimato nuove percentuali che prospettano un ballottaggio in cui Kilicdaroglu dovrà conquistare gli indecisi per poter battere Erdogan che è in vantaggio con il 48,8%.

Al terzo posto, intorno al 5,3% il terzo sfidante, Sinan Ogan che si è già intestato il ruolo di ago della bilancia: “C’è un’alta probabilità che le elezioni vadano al secondo turno” e “i nazionalisti turchi e i kemalisti sono la chiave di queste elezioni”. Sarà una lotta all’ultimo voto, hanno fatto capire entrambi i contendenti, che hanno chiesto ai sostenitori di restare a vigilare sullo scrutinio. “Gli osservatori elettorali e i funzionari del consiglio elettorale non dovrebbero mai lasciare i loro posti”, ha twittato Kilicdaroglu. “Stanotte non dormiremo, gente mia”.

“Il fatto che le elezioni del 14 maggio si siano svolte sotto forma di una grande celebrazione della democrazia con pace e tranquillità è un’espressione della maturità democratica della nostra Turchia”, ha scritto in un comunicato pubblicato su Twitter il presidente uscente. “Mentre le elezioni si sono svolte in un’atmosfera così positiva e democratica e il conteggio dei voti è ancora in corso, cercare di annunciare i risultati in fretta significa usurpare la volontà nazionale” e “chiedo a tutti i miei sostenitori e compagni di rimanere nei seggi, qualunque cosa accada, fino a quando i risultati non saranno ufficialmente definiti”. Oggi si è votato anche per le elezioni legislative. Lo scrutinio è leggermente più indietro rispetto a quello delle presidenziali: secondo i dati preliminari con oltre l’80% delle schede conteggiate l’Alleanza del popolo, di cui fa parte il partito di governo Giustizia e Sviluppo (Akp) ottiene la maggioranza dei 600 seggi del Parlamento. L’alleanza Akp-Mhp è in vantaggio e raccoglie 315 seggi, il partito Repubblicano almeno 168, mentre l’alleanza di sinistra Lavoro e libertà il 9%.

Von der Leyen: è il momento di alzarci per difendere la democrazia

Von der Leyen: è il momento di alzarci per difendere la democraziaMilano, 14 mag. (askanews) – “Ogni generazione ha il suo momento in cui deve alzarsi per difendere la democrazia e ciò in cui crede. Per noi quel momento è arrivato. E proprio come i coraggiosi combattenti per la libertà hanno cambiato il volto del nostro continente poco più di 30 anni fa, oggi siamo noi a decidere come sarà la nostra Europa in futuro”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen durante il suo discorso per la consegna del premio Carlo Magno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Massicci attacchi russi sulle principali città dell’Ucraina

Massicci attacchi russi sulle principali città dell’UcrainaMilano, 14 mag. (askanews) – Massicci attacchi russi la notte scorsa in Ucraina. L’esercito russo ha sferrato un attacco sulla capitale Kiev respinto dalla controffensiva ucraina che ha intercettato e distrutto 14 droni di vario tipo.

Un raid missilistico ha colpito la regione di Kharkiv, nell’area Orientale del Paese, danneggiando infrastrutture e abitazioni di civili ma senza provocare vittime. Nel mirino delle forze russe anche la regione di Kherson: stando a quanto dichiarato dal governatore dell’oblast Oleksandr Prokudin, le forze russe hanno sparato 90 volte nelle ultime 24 ore, lanciando 434 proiettili di artiglieria pesante, Grad MLRS, carri armati, lanciagranate, droni e aviazione.

Zelensky a Berlino ringrazia la Germania per il sostegno

Zelensky a Berlino ringrazia la Germania per il sostegnoRoma, 14 mag. (askanews) – “Prima visita in Germania dall’inizio dell’aggressione russa: abbiamo discusso la situazione attuale e la grande cooperazione fra Germania e Ucraina. La Germania continuerà a sostenere l’Ucraina politicamente, militarmente e finanziariamente per tutto il tempo necessario”: lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo profilo di Twitter. “Ringrazio la Germania per il suo grande sostegno militare, economico e finanziario di fronte alla guerra di aggressione russa”, ha concluso.

Concluso il terzo Festival Internazionale della Geopolitica Europea

Concluso il terzo Festival Internazionale della Geopolitica EuropeaRoma, 13 mag. (askanews) – Si è conclusa con successo la Terza Edizione del Festival Internazionale della Geopolitica Europea, svoltosi a Venezia Mestre presso il Museo del Novecento – M9. La terza giornata dei lavori si è aperta con un video messaggio di Emma Bonino, già Ministro degli Esteri e Commissaria europea, incentrato sulle dinamiche contemporanee dell’Europa, l’importanza di tutelare i diritti umani con gli strumenti giuridici della Corte Penale Internazionale e con un approfondimento specifico sugli errori commessi nel complesso scacchiere politico della Libia.

Successivamente è intervenuto Antonio Parenti, Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, che ha approfondito l’attualità europea e i nuovi e probabili scenari dell’Italia nell’era dell’aggressione russa all’Ucraina, ricordando la visita per la prima volta in Italia del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dall’inizio dell’invasione russa. Successivamente, estremamente seguito e apprezzato è stato l’intervento di Renato Brunetta, già ministro della Pubblica Amministrazione del Governo Draghi e Presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità che ha partecipato al Festival Internazionale della Geopolitica Europea, in un importante momento di confronto e condivisione per far conoscere, alle tante personalità italiane e internazionali, la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità e i tanti progetti innovativi e sostenibili avviati per rilanciare la Città. All’autorevole panel di lavoro, insieme a Renato Brunetta, hanno partecipato Marco Alverà, AD Tes; Marco Sesana, General Manager Generali; Vincenzo Marinese, Vice Presidente di Confindustria Veneto Est e Claudio Cerasa, Direttore del quotidiano “Il Foglio”. “La geopolitica, generalmente, traccia dei confini tra la cooperazione e la conflittualità. Le logiche conflittuali o competitive contrastano con la sostenibilità e solo pensando al futuro si possono superare tali dinamiche, ma il futuro non vota oggi. Venezia in tale ottica è un esempio eccezionale, una città unica all’interno di una laguna, creata spendendo una quantità enorme di risorse. Risorse generate dagli stessi veneziani, che si sono affermati geopoliticamente come un esempio di strategia commerciale, culturale ed economica. Attraverso la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità vorrei riproporre le stesse logiche con le tecnologie di oggi, la cantieristica innovativa, le innovazioni, la scelta della cultura e mettendo insieme modernità e sostenibilità”, ha ribadito Renato Brunetta. In conclusione, vi è stata la lettura del messaggio di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha salutato i lavori del Festival ricordando anzitutto la brutale aggressione russa contro l’Ucraina e le sue conseguenze sulla sicurezza dell’Europa e sugli approvvigionamenti energetici, alimentari e di altre materie prime critiche in tutto il mondo. “Queste conseguenze aggravano anche crisi e fattori di instabilità già presenti in altre aree geografiche vicine all’Italia, nei Balcani, nel Mediterraneo, in Africa, e alimentano povertà, terrorismo, migrazioni. Nel continuare a sostenere l’Ucraina con alleati e partner, in Europa, nell’Alleanza Atlantica e nel G7, il Governo italiano è impegnato a difendere i valori che definiscono la nostra stessa identità: democrazia, libertà, giustizia, diritti e centralità della persona. Questi valori sono la nostra stella polare, guidano la nostra azione per assicurare stabilità e prosperità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri”, ha ribadito il ministro degli Esteri. Il Festival è giunto alla conclusione della sua terza edizione con un originalissimo contributo artistico, pianoforte e voce, di Carlotta Melchiori, artista soprano che ha tenuto un’esecuzione, in anteprima assoluta, dell’ “Inno dei Diritti dell’Umanità”, in italiano e in inglese.

Aiuti all’Ucraina, Zelensky: grazie, l’Italia è dalla parte giusta

Aiuti all’Ucraina, Zelensky: grazie, l’Italia è dalla parte giustaRoma, 13 mag. (askanews) – “Grazie”. Volodymyr Zelensky lo ripete più volte durante le dichiarazioni alla stampa previste dopo il suo incontro di oggi con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Il ringraziamento all’Italia e agli italiani – “vorrei abbracciarli uno a uno” – non è solo di circostanza. Il presidente ucraino, in visita a Roma, apprezza davvero il “sostegno continuamente offerto a tutti i livelli” al suo Paese, sin dall’inizio del conflitto, nel febbraio 2022. “Non è mutato con i governi”, sostiene. “Non lo dimenticheremo mai”. Ma in quel “grazie” ribadito a perdifiato c’è molto di più che un senso di gratitudine per quanto già fatto: c’è l’invito ad andare oltre, nel sostegno militare e in quello civile. Soprattutto nella prima fase della ricostruzione, quella a breve termine, considerata più urgente. “L’Italia ci ha aiutato a superare questo inverno, ma dobbiamo preararci al prossimo”, dice. “Il nostro vicino spara sulle scuole e sugli asili nido”, bisogna riportare indietro le famuiglie e i bambini deportati in Russia, a cui “insegnano a odiare l’Ucraina”. “Mi concentrerei su salute, istruzione, energia, e sulle case per gli sfollati”, insiste Zelensky. Bisogna fare “molto”, “vediamo l’Italia come partner nell’assistenza, non solo da un punto di vista finanziario, ma anche dell’assistenza tecnica”, sottolinea, delineando nettamente i campi di intervento più immediati.

Zelensky arriva in Italia da presidente di un Paese in guerra. E non fa nulla per nasconderlo. Anche l’abbigliamento è il consueto: al suo arrivo a Ciampino indossa la solita mimetica verde militare. Un cambio al volo all’Hotel Parco dei Principi, la maglia diventa nera, e via al Quirinale, dove ad attenderlo c’è il presidente Sergio Mattarella. Al Colle gli onori sono quelli che spettano a un capo dello Stato: picchetto e inni nazionali. Zelensky poggia la mano destra sul cuore sulle note di quello ucraino, poi la stretta di mano in favore dei fotografi e il colloquio. Circa trenta minuti durante i quali il presidente incassa la conferma del sostegno italiano a Kiev. “Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace. Siamo aperti a tutti i contributi internazionali ma la guerra la stiamo subendo sul nostro territorio e la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”, spiega Zelensky durante l’incontro con Mattarella. “Tutto il territorio”, tiene a rimarcare Zelensky. E non è un’indicazione di poco conto. La posizione dell’Ucraina è da sempre la stessa: nessun eventuale negoziato di pace può prevedere concessioni territoriali a Mosca. Di eventuali negoziati di pace il presidente ucraino parlerà anche in Città del Vaticano, con Papa Francesco. La Santa Sede ha annunciato un tentativo di mediazione che starebbe procedendo nel massimo riserbo. Kiev considera “appropriata” la mediazione del Pontefice soprattutto sulle questioni umanitarie, compreso il sostegno al processo di scambio dei prigionieri, il ritorno dei bambini ucraini deportati e la registrazione di tutti i cittadini ucraini trasferiti illegalmente nella Federazione Russa. D’altra parte, a Mosca la visita di Zelensky al Santo Padre è stata accolta con una certa irritazione. Il Cremlino per ora non commenta, mentre analisti e osservatori, ospitati da testate di fede nazionalista, la valutano anticipatamente poco significativa e costruttiva. “Zelensky va per la photo opportunity. La decisione è stata presa dagli Stati Uniti. L’Occidente, volendo, potrà al massimo proporre un cessate il fuoco, ma senza la fine del conflitto”, secondo Vladimir Bruter, dell’Istituto Internazionale di ricerche politiche.

Viceversa, nella considerazione di Kiev, l’Italia e la sua premier Giorgia Meloni hanno “una comprensione chiara e sistematica” della guerra, “hanno capito che si tratta in primo luogo di preservare un ordine mondiale stabile e di resuscitare il diritto internazionale”. Una consapevolezza in continuità con il suo predecessore a Palazzo Chigi, Mario Draghi. Lo stesso Zelensky lo conferma con le sue parole, in un messaggio su Telegram postato anche in italiano: “l’Italia era ed è dalla parte giusta, dalla parte della verità in questa guerra. Ci stiamo muovendo nella direzione della vittoria. Vittoria che significa la pace per il nostro Stato”, precisa, dopo essersi detto “grato per la posizione coerente” sul sostegno all’Ucraina. “L’obiettivo comune” – così lo definisce il consigliere politico del presidente Mykhailo Podolyak – è porre fine alla guerra il prima possibile. Ma secondo Kiev ciò sarà realizzabile solo a una condizione: “che le armi necessarie siano consegnate in tempo”. Ecco allora l’altro tema caldo della visita di Zelensky in Italia e di quella, attesa, in Germania. “Apprezziamo l’assistenza importante militare che dà al nostro Paese la capacità di resistere all’aggressione russa. La chiave del nostro successo sul campo di battaglia è la ricezione tempestiva dell’assistenza necessaria”, sono le parole del presidente ucraino. Ciò di cui l’Ucraina ha più bisogno oggi sono missili a lungo raggio, aerei d’attacco e da combattimento, grandi quantità di proiettili e sistemi di difesa antiaerea.

La Germania ha già risposto all’appello. Proprio mentre Zelensky poggiava i suoi scarponi sul suolo italiano, da Berlino è arrivato l’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2,7 miliardi di euro. Il ministero della Difesa tedesco ha spiegato che gli aiuti dovrebbero includere una varietà di hardware militare, 20 veicoli corazzati Marder, 30 carri armati Leopard, 4 unità di fuoco IRIS-T-SLM, oltre a 200 droni da ricognizione e un grande quantitativo di munizioni. “Noi tutti”, ha avvertito il ministro Boris Pistorius, “auspichiamo una rapida fine di questa terribile guerra, ma sfortunatamente questo non è ancora in vista. La Germania fornirà quindi tutto l’aiuto possibile, finché sarà necessario”. Una decisione che arriva mentre i ministri delle Finanze dei paesi del G7 hanno deciso di aumentare il loro sostegno economico e di bilancio per l’Ucraina per il 2023 e l’inizio del 2024 a 44 miliardi di dollari, e dopo che martedì gli Stati Uniti hanno svelato la fornitura di nuovi aiuti da 1,2 miliardi di dollari, intesi a “rafforzare le sue difese aeree” e a “sostenere il suo fabbisogno di munizioni di artiglieria” in vista della controffensiva dell’Ucraina contro le forze russe. L’operazione ucraina non sarebbe ancora iniziata, sebbene le forze di Kiev abbiano già annunciato di avere guadagnato circa due chilometri di territorio nell’area di Bakhmut, e lo stesso Zelensky nei giorni scorsi ha detto che “serve più tempo”, in modo da ricevere tutte le forniture promesse. In caso contrario, ha avvertito, potrebbero verificarsi pesanti perdite tra gli ucraini, e questo sarebbe “inaccettabile”. (Di Corrado Accaputo).

Papa Francesco a Zelensky: grazie per questa visita

Papa Francesco a Zelensky: grazie per questa visitaRoma, 13 mag. (askanews) – “La ringrazio per questa visita”. Così Papa Francesco ha accolto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, all’arrivo in Vaticano. Il presidente ucraino ha risposto: “E’ un grande onore”, con la mano sul cuore e un segno di saluto chinando la testa, all’ingresso dello studio nell’Aula Paolo VI. Francesco lo stava aspettando, gli ha stretto la mano e, quindi, insieme sono entrati nello studio per il colloquio privato. La visita è durata oltre un’ora e Zelensky, dopo il faccia a faccia con il Papa, ha incontrato il segretario per i rapporti con gli Stati, Paul Gallagher. Tra i doni che il Papa ed il presidente ucraino si sono scambiati c’è anche un’icona della Madonna costruita con alcuni resti di giubbotti anti-proiettile. Da parte sua, invece, il Pontefice ha donato al suo ospite una scultura in rame raffigurante rami di ulivo, simbolo di pace.

Zelensky ringrazia l’Italia: siete dalla parte giusta

Zelensky ringrazia l’Italia: siete dalla parte giustaRoma, 13 mag. (askanews) – “Grazie”. Volodymyr Zelensky lo ripete più volte durante le dichiarazioni alla stampa previste dopo il suo incontro di oggi con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Il ringraziamento all’Italia e agli italiani – “vorrei abbracciarli uno a uno” – non è solo di circostanza. Il presidente ucraino, in visita a Roma, apprezza davvero il “sostegno continuamente offerto a tutti i livelli” al suo Paese, sin dall’inizio del conflitto, nel febbraio 2022. “Non è mutato con i governi”, sostiene. “Non lo dimenticheremo mai”. Ma in quel “grazie” ribadito a perdifiato c’è molto di più che un senso di gratitudine per quanto già fatto: c’è l’invito ad andare oltre, nel sostegno militare e in quello civile. Soprattutto nella prima fase della ricostruzione, quella a breve termine, considerata più urgente. “L’Italia ci ha aiutato a superare questo inverno, ma dobbiamo preararci al prossimo”, dice. “Il nostro vicino spara sulle scuole e sugli asili nido”, bisogna riportare indietro le famiglie e i bambini deportati in Russia, a cui “insegnano a odiare l’Ucraina”. “Mi concentrerei su salute, istruzione, energia, e sulle case per gli sfollati”, insiste Zelensky. Bisogna fare “molto”, “vediamo l’Italia come partner nell’assistenza, non solo da un punto di vista finanziario, ma anche dell’assistenza tecnica”, sottolinea, delineando nettamente i campi di intervento più immediati.

Zelensky arriva in Italia da presidente di un Paese in guerra. E non fa nulla per nasconderlo. Anche l’abbigliamento è il consueto: al suo arrivo a Ciampino indossa la solita mimetica verde militare. Un cambio al volo all’Hotel Parco dei Principi, la maglia diventa nera, e via al Quirinale, dove ad attenderlo c’è il presidente Sergio Mattarella. Al Colle gli onori sono quelli che spettano a un capo dello Stato: picchetto e inni nazionali. Zelensky poggia la mano destra sul cuore sulle note di quello ucraino, poi la stretta di mano in favore dei fotografi e il colloquio. Circa trenta minuti durante i quali il presidente incassa la conferma del sostegno italiano a Kiev. “Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace. Siamo aperti a tutti i contributi internazionali ma la guerra la stiamo subendo sul nostro territorio e la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”, spiega Zelensky durante l’incontro con Mattarella. “Tutto il territorio”, tiene a rimarcare Zelensky. E non è un’indicazione di poco conto. La posizione dell’Ucraina è da sempre la stessa: nessun eventuale negoziato di pace può prevedere concessioni territoriali a Mosca. Di prospettive negoziali il presidente ucraino parlerà anche in Città del Vaticano, con Papa Francesco. La Santa Sede ha annunciato un tentativo di mediazione che starebbe procedendo nel massimo riserbo. Kiev considera “appropriata” la mediazione del Pontefice soprattutto sulle questioni umanitarie, compreso il sostegno al processo di scambio dei prigionieri, il ritorno dei bambini ucraini deportati e la registrazione di tutti i cittadini ucraini trasferiti illegalmente nella Federazione Russa.

D’altra parte, a Mosca la visita di Zelensky al Santo Padre è stata accolta con una certa irritazione. Il Cremlino per ora non commenta e ha ribadito più volte di non essere al corrente di una iniziativa di pace vaticana, mentre analisti e osservatori, ospitati da testate di fede nazionalista, la valutano anticipatamente poco significativa e costruttiva. “Zelensky va per la photo opportunity. La decisione è stata presa dagli Stati Uniti. L’Occidente, volendo, potrà al massimo proporre un cessate il fuoco, ma senza la fine del conflitto”, secondo Vladimir Bruter, dell’Istituto Internazionale di ricerche politiche. Viceversa, nella considerazione di Kiev, l’Italia e la sua premier Giorgia Meloni hanno “una comprensione chiara e sistematica” della guerra, “hanno capito che si tratta in primo luogo di preservare un ordine mondiale stabile e di resuscitare il diritto internazionale”. Una consapevolezza in continuità con il suo predecessore a Palazzo Chigi, Mario Draghi. Lo stesso Zelensky lo conferma con le sue parole, in un messaggio su Telegram postato anche in italiano: “l’Italia era ed è dalla parte giusta, dalla parte della verità in questa guerra. Ci stiamo muovendo nella direzione della vittoria. Vittoria che significa la pace per il nostro Stato”, precisa, dopo essersi detto “grato per la posizione coerente” sul sostegno all’Ucraina.

“L’obiettivo comune” – così lo definisce il consigliere politico del presidente, Mykhailo Podolyak – è porre fine alla guerra il prima possibile. Ma secondo Kiev ciò sarà realizzabile solo a una condizione: “che le armi necessarie siano consegnate in tempo”. Ecco allora l’altro tema caldo della visita di Zelensky in Italia e di quella, attesa, in Germania. “Apprezziamo l’assistenza importante militare che dà al nostro Paese la capacità di resistere all’aggressione russa. La chiave del nostro successo sul campo di battaglia è la ricezione tempestiva dell’assistenza necessaria”, sono le parole del presidente ucraino. Ciò di cui l’Ucraina ha più bisogno oggi sono missili a lungo raggio, aerei d’attacco e da combattimento, grandi quantità di proiettili e sistemi di difesa antiaerea. La Germania ha già risposto all’appello. Proprio mentre Zelensky poggiava i suoi scarponi sul suolo italiano, da Berlino è arrivato l’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2,7 miliardi di euro. Il ministero della Difesa tedesco ha spiegato che gli aiuti dovrebbero includere una varietà di hardware militare, 20 veicoli corazzati Marder, 30 carri armati Leopard, 4 unità di fuoco IRIS-T-SLM, oltre a 200 droni da ricognizione e un grande quantitativo di munizioni. “Noi tutti”, ha avvertito il ministro Boris Pistorius, “auspichiamo una rapida fine di questa terribile guerra, ma sfortunatamente questo non è ancora in vista. La Germania fornirà quindi tutto l’aiuto possibile, finché sarà necessario”.

Una decisione che arriva mentre i ministri delle Finanze dei paesi del G7 hanno deciso di aumentare il loro sostegno economico e di bilancio per l’Ucraina per il 2023 e l’inizio del 2024 a 44 miliardi di dollari, e dopo che martedì gli Stati Uniti hanno svelato la fornitura di nuovi aiuti da 1,2 miliardi di dollari, intesi a “rafforzare le sue difese aeree” e a “sostenere il suo fabbisogno di munizioni di artiglieria” in vista della controffensiva dell’Ucraina contro le forze russe. L’operazione ucraina non sarebbe ancora iniziata, sebbene le forze di Kiev abbiano già annunciato di avere guadagnato circa due chilometri di territorio nell’area di Bakhmut, e lo stesso Zelensky nei giorni scorsi ha detto che “serve più tempo”, in modo da ricevere tutte le forniture promesse. In caso contrario, ha avvertito, potrebbero verificarsi pesanti perdite tra gli ucraini, e questo sarebbe “inaccettabile”. (di Corrado Accaputo)