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Michel: il Consiglio Ue ha deciso di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldavia

Michel: il Consiglio Ue ha deciso di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la MoldaviaBruxelles, 14 dic. (askanews) – “Il Consiglio europeo ha deciso di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldavia”. Lo annuncia su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

“Il Consiglio – aggiunge – ha concesso lo status di candidato alla Georgia. E l’Ue avvierà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo per prendere una tale decisione. Un chiaro segnale di speranza per la loro gente e per il nostro continente”, conclude.

Quattro membri di Hamas arrestati in Germania: pianificavano attentati contro istituzioni ebraiche in Europa

Quattro membri di Hamas arrestati in Germania: pianificavano attentati contro istituzioni ebraiche in EuropaRoma, 14 dic. (askanews) – Quattro membri di Hamas sono stati arrestati con l’accusa di aver pianificato attacchi contro istituzioni ebraiche in Europa, hanno riferito in una nota i pubblici ministeri tedeschi.

Tre dei sospettati, dopo l’arresto sono stati portati in carcere a Berlino e un altro nei Paesi Bassi, secondo la procura. Secondo le autorità di sicurezza, in Germania, Paesi Bassi e Danimarca sono stati arrestati diversi presunti membri di Hamas che avrebbero pianificato attacchi contro istituzioni ebraiche in Europa, scirve la Welt.

Il procuratore generale federale di Karlsruhe ha precisato che gli arrestati sono sospettati di “appartenenza ad un’organizzazione terroristica straniera”. Secondo l’inchiesta i sospettati dovevano traspore armi a Berlino da tenere pronte per possibili attacchi contro le istituzioni ebraiche in Europa. Gli arrestati sono Abdelhamid Al A. e Ibrahim El-R., nati in Libano, il cittadino egiziano Mohamed B. e il cittadino olandese Nazih R.

In particolare, scrive ancora la Welt, Abdelhamid Al A.avrebbe ricevuto istruzioni dai dirigenti di Hamas in Libano per organizzare gli attentati. La Welt ha appreso dagli ambienti della sicurezza che le autorità avevano preso di mira gli arrestati già dall’estate.

Bce lascia i tassi invariati, Lagarde avverte: non abbiamo assolutamente parlato di tagli, non abbassare la guardia

Bce lascia i tassi invariati, Lagarde avverte: non abbiamo assolutamente parlato di tagli, non abbassare la guardiaRoma, 14 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha confermato i livelli di tutti i tassi ufficiali per l’area euro. La decisione, arrivata al termine del Consiglio direttivo, è in linea con le attese di mercati e analisti. Così, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta quindi al 4,50%, il tasso sui depositi resta al 4% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%.

Nella conferenza stampa esplicativa, la presidente della Bce Christine Lagarde ha però subito chiarito le aspettative in merito al futuro andamento dei tassi. Scusandosi per la bassa tonalità della sua voce, la presidente della Bce, Christine Lagarde ha riferito di essere “in via di guarigione dal Covid” durante la conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, “ma non sono contagiosa”, ha precisato sottolineando di avere voluto comunque partecipare in presenza all’incontro. E durante la conferenza stampa Lagarde ha chiarito la linea: al Consiglio direttivo di oggi alla Bce “non abbiamo assolutamente discusso di tagli dei tassi”. Piuttosto si parlava finora di aumenti ai tassi e “tra aumenti e tagli ci sta tutta una fase, non passi dallo stato solido a quello gassoso senza prima attraversare lo stato liquido”, è l’immagine che ha usato.

“Dovremmo abbassare la guardia? No, assolutamente no”, ha sintetizzato la sua riposta a chi le chiedeva indicazioni sulla tempistica dei possibili futuri tagli dei tassi. “Le nostre decisioni – ha ribadito – dipendono dai dati, non dal tempo”. Alla Bce, ha infine sottolineato “non abbiamo una recessione nel nostro scenario previsionale di base. E non puntiamo a provocare una recessione. Il nostro obiettivo è la stabilità dei prezzi”.

Parlamento vota per riconoscimento genitorialità in tutta la Ue

Parlamento vota per riconoscimento genitorialità in tutta la UeRoma, 14 dic. (askanews) – La genitorialità stabilita da un Paese UE dovrebbe essere riconosciuta automaticamente in tutta l’UE Il non riconoscimento è possibile solo per motivi rigorosamente definiti e dopo una valutazione individuale, per evitare discriminazioni Un nuovo certificato europeo di filiazione per ridurre i costi e la burocrazia Giovedì, il Parlamento ha sostenuto il riconoscimento della genitorialità in tutta l’UE, indipendentemente da come un bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha.

Con 366 voti a favore, 145 contrari e 23 astensioni, i deputati hanno dato parere positivo alla proposta di legge sul riconoscimento delle decisioni e sull’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione. L’obiettivo è di garantire che la genitorialità, cosi come è stabilita in un Paese dell’UE, sia riconosciuta automaticamente anche negli altri Stati membri, per offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione. Nessuna modifica alle leggi nazionali sulla famiglia

Secondo quanto previsto nel testo approvato dai deputati, quando si tratta di stabilire una genitorialità a livello nazionale, i Paesi UE potranno continuare a decidere se accettare situazioni specifiche, come ad esempio la maternità surrogata, ma saranno tenuti comunque a riconoscere la genitorialità così come stabilita da un altro Paese dell’UE, indipendentemente da come il bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha. Gli Stati membri avrebbero la possibilità di non riconoscere la genitorialità se manifestamente incompatibile con l’ordine pubblico e solo in casi ben definiti. Ogni situazione dovrà essere considerata individualmente per garantire che non vi siano discriminazioni, ad esempio nei confronti dei figli di genitori dello stesso sesso.

Certificato europeo di filiazione I deputati hanno approvato l’introduzione del certificato europeo di filiazione, volto a ridurre la burocrazia e a facilitare il riconoscimento della genitorialità nell’UE. Pur non sostituendo i documenti nazionali, potrà essere utilizzato al loro posto e sarà accessibile in tutte le lingue dell’UE e in formato elettronico.

Citazione “Nessun bambino dovrebbe essere discriminato a causa della famiglia di appartenenza o del modo in cui è nato. Attualmente, i bambini possono perdere i loro genitori, dal punto di vista legale, quando entrano in un altro Stato membro. Questo è inaccettabile. Con questo voto, ci avviciniamo all’obiettivo di garantire che se si è genitori in uno Stato membro, si è genitori in tutti gli Stati membri”, ha dichiarato la relatrice Maria-Manuel Leitão-Marques (S&D, Portogallo) dopo il voto in plenaria. Prossimi tappe Dopo aver consultato il Parlamento, i governi dell’UE dovranno trovare un accordo, all’unanimità, sulla versione finale della normativa. Contesto Due milioni di minori potrebbero attualmente trovarsi in una situazione in cui i loro genitori non sono riconosciuti come tali in un altro Paese UE. Mentre il diritto comunitario già prevede il riconoscimento della filiazione nell’ambito dei diritti del bambino nell’UE, ciò non vale per i diritti del minore nell’ambito del diritto nazionale. Il Parlamento ha anche chiesto il riconoscimento transfrontaliero delle adozioni nel 2017. La proposta di regolamento della Commissione che è stata votata mira a colmare le lacune esistenti e a garantire che tutti i bambini possano godere degli stessi diritti in ogni Stato membro.

Meta annuncia il lancio in Europa di Threads, rivale di Twitter

Meta annuncia il lancio in Europa di Threads, rivale di TwitterNew York, 14 dic. (askanews) – L’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg ha annunciato, giovedì, il lancio di Threads, l’app rivale di Twitter, “a più paesi in Europa”, con l’intenzione di espandere il mercato oltre gli Stati Uniti.

Al momento del suo lancio iniziale, in luglio, Threads era stato reso disponibile per la maggior parte dei mercati di tutto il mondo, ma non nell’Unione Europea a causa delle norme stringenti sulla protezione dei dati nei servizi online. Gli utenti nell’UE possono scegliere di creare un profilo Threads collegato al proprio account Instagram o di utilizzarlo senza un profilo per cercare account, sfogliare e condividere contenuti, ma senza la possibilità di creare un post o interagire con i contenuti.

Meta, durante questi mesi ha lavorato per creare una versione web dell’app, un feed “following”, la possibilità di modificare un post e di effettuare ricerche con parole chiave, fino alla funzione di taggare gli argomenti.

Meta annuncia lancio in Europa di Threads, app rivale di Twitter

Meta annuncia lancio in Europa di Threads, app rivale di TwitterNew York, 14 dic. (askanews) – L’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg ha annunciato, giovedì, il lancio di Threads, l’app rivale di Twitter, “a più paesi in Europa”, con l’intenzione di espandere il mercato oltre gli Stati Uniti.

Al momento del suo lancio iniziale, in luglio, Threads era stato reso disponibile per la maggior parte dei mercati di tutto il mondo, ma non nell’Unione Europea a causa delle norme stringenti sulla protezione dei dati nei servizi online. Gli utenti nell’UE possono scegliere di creare un profilo Threads collegato al proprio account Instagram o di utilizzarlo senza un profilo per cercare account, sfogliare e condividere contenuti, ma senza la possibilità di creare un post o interagire con i contenuti.

Meta, durante questi mesi ha lavorato per creare una versione web dell’app, un feed “following”, la possibilità di modificare un post e di effettuare ricerche con parole chiave, fino alla funzione di taggare gli argomenti.

La Bce conferma i tassi (e taglia le stime dell’inflazione) ma annuncia un taglio dello stock di titoli

La Bce conferma i tassi (e taglia le stime dell’inflazione) ma annuncia un taglio dello stock di titoliRoma, 14 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha confermato i livelli di tutti i tassi ufficiali per l’area euro. La decisione giunge al termine del Consiglio direttivo ed è in linea con le attese di mercati e analisti. A sorpresa, ha invece da subito preannunciato che dalla seconda metà del 2024 intende avviare una manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati sul piano anticrisi Covid Pepp, mentre una manovra in tal senso è già in corso sul programma App.

Finora la Bce aveva sempre riaffermato che intendeva rinnovare l’integralità dei titoli in portafoglio sul Pepp fino a fine 2024. Ora, invece, dice che intende ridurre gli stock mediamente per 7,5 miliardi di euro al mese nel secondo semestre e che metterà fine ai rinnovi di bond da fine 2024. Intanto il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta quindi al 4,50%, il tasso sui depositi resta al 4% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%.

L’inflazione nell’eurozona ha mostrato continue attenuazioni e ora, al 2,4% a novembre dista meno di mezzo punto percentuale dall’obiettivo ufficiale dell’istituzione (2% simmetrico). La Bce afferma di attendersi una momentanea risalita nei mesi a venire. Al tempo stesso i tecnici dell’istituzione hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l’area valutaria: al 5,4% quest’anno, al 2,75 sul 2024 e al 2,15 sul 2025.

I tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l’area euro, stimano ora una media del 5,4% quest’anno, un 2,7% nel 2024 e 2,1% nel 2025 e poi un ulteriore calo all’1,9% nel 2026. Per l’inflazione di fondo (al netto di energia, alimentari ed altre voci) i tecnici della Bce stimano 5% quest’anno, 2,7% nel 2024, 2,3% del 2025 e 2,1% del 2026. Le nuove previsioni sono state riferite contestualmente alle decisioni del Consiglio direttivo. Lo scorso settembre la Bce aveva ritoccato al rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 5,6%, al ribasso al 3,2% quella sul 2024 e aveva limato l’attesa sul 2025 al 2,1%.

I tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso anche le previsioni di crescita economica dell’area euro per quest’anno, allo 0,6%, e per il prossimo, allo 0,8%, mentre hanno confermato al +1,5% l’attesa di crescita del Pil dell’area sul 2025, indicando lo stesso livello anche sul 2026. Lo scorso settembre la Bce aveva rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’area euro allo 0,7% su quest’anno, al +1% sul 2024 e al +1,5% sul 2025.

Ucraina, Zelensky al Consiglio europeo: l’Europa non ricada nell’indecisione, non è il momento di esitare

Ucraina, Zelensky al Consiglio europeo: l’Europa non ricada nell’indecisione, non è il momento di esitareBruxelles, 14 dic. (askanews) – “E’ molto importante che oggi l’Europa non ricada nell’indecisione. Nessuno vuole che l’Europa venga vista come inaffidabile oppure incapace di prendere le decisioni per cui si è preparata”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando in collegamento al Consiglio europeo di Bruxelles.

“Oggi – ha aggiunto – è un giorno speciale. E questo giorno passerà alla nostra storia. Che sia un bene o un male per noi, la storia catturerà tutto. Ogni parola, ogni passo, ogni azione e inazione. Chi ha combattuto per cosa. Quest’anno non abbiamo commesso alcun errore. Nemmeno uno. L’Europa ha vissuto quest’anno con dignità. Non c’è stata codardia, né indecisione. E Putin non ha guadagnato nulla nel corso dell’anno. Né nelle battaglie contro l’Ucraina, né nei suoi tentativi di dividere e umiliare gli europei. Ha perso tutto quest’anno. È fondamentale che abbia perso non solo in Ucraina, ma in ogni aspetto della vita europea. L’Europa ha mantenuto la sua unità. L’Europa non ha permesso che i suoi cittadini venissero trascinati in nessuna delle crisi che il Cremlino ha sempre sognato. Voi tutti avete capito che ora non è il momento delle mezze misure o delle esitazioni. L’Europa ha preso decisioni forti e le ha attuate in modo efficace. Sono grato per tale forza dell’Europa”.

Ucraina, Putin: ci sono 617mila soldati russi al fronte

Ucraina, Putin: ci sono 617mila soldati russi al fronteMilano, 14 dic. (askanews) – Ci sono 617 mila uomini al fronte e la situazione relativa alla disponibilità di droni per le truppe russe al fronte della guerra con l’Ucraina “sta migliorando”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in diretta tv. Putin ha sottolineato tuttavia che la situazione non è semplice, anche a causa della lunghezza del fronte che secondo la stima di Putin è di oltre 2000 km.

Putin rispondeva all’inviato di guerra del Primo Canale Dmitry Kulko che gli ha chiesto della carenza di droni. Il leader della Federazione Russa ha detto che la situazione sta migliorando e ha chiesto al giornalista di ammettere che ciò è vero. Kulko si è detto d’accordo e Putin ha parlato dell’aumento della fornitura e della produzione di droni. Putin ha anche parlato della situazione con le compagnie militari private parlando di una “lacuna” creata dal Ministero della Difesa. “C’è un problema. E penso che queste siano lacune che non avrebbero dovuto essere consentite dal ministero della Difesa”, ha detto il capo dello Stato, rispondendo alla domanda di un combattente a cui è stato negato il certificato di veterano di combattimento.

La situazione relativa all’assegnazione dello status di veterano ai soldati di compagnie militari private è una lacuna consentita dal ministero della Difesa della Federazione Russa, ha detto Putin. “Abbiamo avuto una mobilitazione parziale, abbiamo chiamato a raccolta 300.000 persone” ha detto Putin. “I ragazzi stanno combattendo bene, molto bene. Quattordici eroi della Russia. Penso che 244.000 siano nella zona di operazione militare speciale” ha aggiunto. “Dopodiché, abbiamo iniziato una campagna per attirare persone su base volontaria per firmare contratti con le forze armate. Ieri sera mi è stato detto che ne erano arrivati 486.000”, ha chiosato.

Putin svela numeri guerra in Ucraina e critica Usa “imperialisti”

Putin svela numeri guerra in Ucraina e critica Usa “imperialisti”Milano, 14 dic. (askanews) – Gli “obiettivi” della guerra in Ucraina per la Russia non cambiano e la guerra finirà solo quando Mosca li avrà raggiunti. Nulla di nuovo in questo dal presidente russo, Vladimir Putin che però nella odierna e lunga “linea diretta” tv di oltre 4 ore con la nazione – in format allargato a conferenza stampa di fine anno – ha rivelato alcune cifre che sinora non erano mai state ufficializzate. Ha detto in particolare quante persone sono impegnate nell’invasione e quanto lungo è considerato il fronte. Secondo Putin la Russia ha attualmente un totale di “617 mila persone” che combattono in Ucraina. “Combattono bene i ragazzi”, ha dichiarato. Ha inoltre affermato che oltre ai 300 mila uomini mobilitati in servizio lo scorso anno, altri 486 mila si sono arruolati volontariamente come soldati a contratto.

Putin ha anche parlato della situazione a Gaza, descrivendola come una “catastrofe” che si sta svolgendo su una scala che “non assomiglia per niente a quella dell’Ucraina”. Ha sottolineato il “ruolo guida” del leader turco Recep Tayyip Erdogan nei negoziati sulla Striscia di Gaza. Peraltro Erdogan aveva tentato di assumere un ruolo guida anche per la guerra in Ucraina, ma senza evidente successo. E proprio mentre il leader russo parlava, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa presso la sede dell’Alleanza a Bruxelles, ha avvertito nuovamente: “Se Putin vince in Ucraina, c’è il rischio reale che la sua aggressione non finisca lì”.

“Il flusso dei nostri uomini pronti a difendere con le armi in mano gli interessi della Patria non diminuisce”, ha detto Putin quasi in risposta alla Nato, invece che alla domanda in studio. “In tutto entro la fine dell’anno gli uomini saranno poco meno di mezzo milione. Perché avremmo bisogno di una mobilitazione?”, ha chiesto retoricamente. Tuttavia non ha fornito cifre sulle perdite militari, non ha detto se nel suo novero sono considerati anche i caduti, ma ha rivelato che i figli di persone all’interno della sua cerchia “stretta” hanno combattuto per le cosiddette compagnie militari private, e un certo numero di persone “vicine a me” sono morte. In passato, l’ormai altrettanto morto Evgenij Prigozhin, padrone ribelle della compagnia di mercenari Wagner, aveva rivelato che il figlio maggiore del portavoce di Putin, Dmitry Peskov aveva combattuto tra le sue fila. Mentre secondo l’intelligence Usa i caduti russi sono nell’ordine dei 315 mila. Quanto agli Usa, Putin ha mostrato il suo solito volto minaccioso. La corrispondente del New York Times Valerie Hopkins gli ha chiesto cosa vorrebbe in cambio la Russia per liberare il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich e l’ex marine Paul Whelan. Putin l’ha gelata: “Per quanto riguarda un possibile scambio… vogliamo raggiungere un accordo, e tale accordo deve essere reciprocamente accettabile e soddisfare entrambe le parti”, ammettendo che è in corso comunque un dialogo.

“Gli Usa sono importanti e necessari”, ma la loro politica “imperialistica nuoce in primis a loro”, secondo Putin perchè se vogliono l’impero devono comportarsi da tale. La Russia, da parte sua, si dice pronta a ristabilire le relazioni con gli Stati Uniti. Ma secondo Putin non ci sono ancora le condizioni fondamentali per ripristinare le relazioni tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti; devono prima iniziare a “rispettare” Mosca, ha affermato il capo della Federazione Russa. Putin ha anche parlato di “colpo di stato” in Ucraina, compiuto prima dell’ascesa di Zelensky secondo lui, e sempre secondo lui necessario per creare un conflitto, “lo hanno fatto i nostri ‘amici’ degli Stati Uniti” – ha sottolineato – e “gli europei hanno fatto finta di non sapere nulla”, ha osservato il presidente.

Il capo di stato russo ha parlato durante la “linea diretta con la nazione”, un programma trasmesso in tv ma anche via radio e social da ormai oltre 20 anni in Russia. L’ultima domanda è toccata ad Andrei Kolesnikov, storico giornalista ombra del presidente russo e capo del pool del Cremlino. Gli ha chiesto che cosa rimpiange. Putin gli ha risposto lapidario: della troppa fiducia riposta nei partner occidentali. (Di Cristina Giuliano)