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In due giorni di raid israeliani su Gaza uccisi 20 palestinesi

In due giorni di raid israeliani su Gaza uccisi 20 palestinesiRoma, 10 mag. (askanews) – Sono 20 i palestinesi rimasti uccisi in due giorni di raid aerei israeliani nella Striscia di Gaza, tra cui cinque bambini e quattro donne. Lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità di Gaza, riferendo anche di 42 feriti.

Dopo i raid aerei di ieri, costati la vita a 15 persone, l’aviazione israeliana è entrata nuovamente in azione oggi, prenendo di mira sempre obiettivi del gruppo palestinese Jihad islamica, ritenuto responsabile del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza della scorsa settimana. Nei primi raid lanciati ieri sono stati uccisi tre leader dell’organizzazione. L’aviazione israeliana è entrata nuovamente in azione oggi, prendendo di mira circa 53 obiettivi, soprattutto siti di lancio, a cui le organizzazioni palestinesi hanno risposto sparando 270 razzi e colpi di mortaio. Stando a quanto precisato dalle forze israeliane, 65 sono caduti nella Striscia di Gaza, mentre 62 sono stati intercettati dal sistema Iron Dome, tre sono atterrati in aree urbane, mentre il resto è finito in zone aperte senza causare danni.

Stando alla valutazione fatta dalla difesa israeliana, i razzi e i colpi di mortauo sono stati lanciati solo dall’organizzazione Jihad islamica, senza alcun coinvolgimento di Hamas. Ieri, secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Israele aveva inviato messaggi ad Hamas tramite l’Egitto, minacciando di prendere di mira i leader dell’organizzazione che governa Gaza qualora si fosse schierata con Jihad islamica. Oggi, in un colloquio avuto con i sindaci delle città del sud di Israele, il premier Benjamin Netanyahu ha rimarcato che Israele “è pronto sia ad ampliare l’operazione in corso sia a infliggere pesanti colpi a Gaza, ora e in futuro”.

Putin ha richiamato “per addestramento” i militari russi della riserva

Putin ha richiamato “per addestramento” i militari russi della riservaMilano, 10 mag. (askanews) – Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla convocazione nell’anno in corso dei russi della riserva per l’addestramento militare: “Decido di richiamare nel 2023 i cittadini della Federazione Russa che sono nella riserva per sottoporsi ad addestramento militare nelle Forze Armate della Federazione Russa, nelle Truppe della Guardia Nazionale della Federazione Russa, nelle agenzie di sicurezza dello Stato e nel Servizio di Sicurezza Federale” si legge nel documento pubblicato.

Santoro (Limes): anche senza Erdogan luna di miele con Ue sarà breve

Santoro (Limes): anche senza Erdogan luna di miele con Ue sarà breveRoma, 10 mag. (askanews) – La vera incognita del post-presidenziali in Turchia, al di là dell’attesa per i risultati del primo turno e del probabile ballottaggio, che dovrebbe vedere la sfida tra il leader dell’opposizione unita Kemal Kilicdaroglu e il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan, sarà la tenuta del Paese, la stabilità o instabilità che verrà generata dal cambio al vertice di uno stato che negli ultimi 20 anni Erdogan ha dipinto a sua immagine e somiglianza. In questo contesto, spiega l’analista Daniele Santoro, coordinatore Turchia e mondo turco di Limes, la strategia geopolitica turca, che si basa sulla riconquista della centralità e della leadership regionale non cambierebbe ma nel breve periodo, se vincesse Kilicdaroglu ‘si potrebbe verificare un riavvicinamento tra Ankara e l’Ue, una breve luna di miele analoga a quella avuta con Erdogan all’inizio del suo mandato, dal 2002 al 2011’ ma, avverte, ‘ma se guardassimo al medio e lungo periodo scopriremmo che il problema non è Erdogan e il suo autoritarismo ma la Turchia con le sue grandissime ambizioni, che cerca di portare avanti e realizzare destabilizzando’ l’area geografica che la circonda, tra cui Mediterraneo e Balcani.

‘Questo desiderio di recuperare lo status perso con la fine dell’Impero ottomano non verrebbe meno, perché è un sentimento molto presente anche nell’elettorato dell’opposizione’, spiega Santoro ad askanews. Per le presidenziali di domenica, Erdogan ‘è partito più svantaggiato nei sondaggi ma nelle ultime settimane è in rimonta’ anche se ‘la cosa più probabile è che vinca il suo rivale’. Nell’eventualità di una riconferma di Erdogan al potere, ‘sul piano internazionale verrebbe confermata e anche accentuata la postura turca degli ultimi anni, perché il successo del capo di stato uscente sarebbe la conferma e la legittimazione della strategia internazionale dal Caucaso alla Libia’. Nel caso in cui, invece, dovesse prevalere Kilicdaroglu, candidato dei sei partiti di opposizione che si sono uniti in una sola coalizione nazionale, ‘in termini strategici cambierebbe poco’. L’opposizione, sul fronte della politica estera, ‘ha fatto da spalla a Erdogan e al suo governo e alla politica della Patria blu: sull’Ucraina, anche il Partito Repubblicano del popolo (Chp) concorda che si debba mantenere una posizione bilanciata, Kiev è un partner strategico di grande importanza anche nell’industria della Difesa, in cui sono state sviluppate molte collaborazioni come per i droni Bayraktar, e per la sua collocazione geografica. D’altra parte Ankara non potrebbe alienarsi i rapporti con la Russia anche per ragioni energetiche’.

L’esperto aggiunge che cambierebbe poco anche per quanto riguarda ‘il sostegno all’Azerbaigian contro l’Armenia in Caucaso, o ancora per le dispute con la Grecia, perché Kilicdaroglu ha ribadito più volte che la proiezione della ‘Turchia Blu’ e le sue rivendicazioni sulle zone marittime sono sacrosante’. Da tenere d’occhio, però, la ‘fase di assestamento’ in caso di vittoria del rivale di Erdogan, ‘l’incognita maggiore’: ‘L’instabilità interna che potrebbe seguirne avrebbe ripercussioni sulla capacità della Turchia di preservare le sue posizioni nei vari quadranti, di respingere attacchi in Libia o di gestire la presenza militare in Siria. Kilicdaroglu dovrebbe gestire apparati statali a lui ostili, perché Erdogan in 20 anni ha colonizzato lo stato. Si rischiano forti tensioni interne, possiamo immaginare azioni di disturbo dei servizi segreti legati fortemente a Erdogan, tentati colpi di stato. Di certo la cosa più difficile da immaginare, infatti, è che Erdogan accetti la sconfitta e si ritiri’. Un altro elemento che potrebbe variare, ma soltanto nel breve periodo, è il rapporto tra Ankara e Bruxelles: secondo Santoro Kilicdaroglu ‘cercherebbe di riavvicinarsi all’Ue, come fece Erdogan nella vittoria del 2003, facendo riforme interne che soddisfacevano le richieste europee, ma che il capo di stato usò per smantellare il potere dei militari e affermare il suo. Il candidato dell’opposizione farebbe allo stesso modo, presentando politiche di democratizzazione e ripristino dello stato di diritto per purgare gli elementi più vicini a Erdogan e predisporre apparati di intelligence e militari più affidabili’.

‘Questo – avverte l’analista – comporterebbe anche un rischio per l’Occidente: se oggi la narrazione delle relazioni tra Turchia e Ue racconta che Erdogan è un dittatore e il suo autoritarismo fa sì che il processo di adesione sia stato bloccato, con la sconfitta del presidente turco mancherebbe questo pretesto’ e diventerebbe evidente ‘che il problema non è Erdogan ma la Turchia’. A quel punto ‘respingere nuovamente la Turchia’ guidata da Kilicdaroglu, ‘avrebbe conseguenze deleterie’ e ‘per i turchi sarebbe chiaro che il problema non è l’autocrazia del suo attuale capo di stato ma la Turchia stessa’. Venendo a mancare ‘il capro espiatorio’ dopo aver perso la Turchia ‘perderemmo anche i turchi e ci troveremmo nel giro di 3-4 anni un paese più incattivito’ alle porte dell’Europa.

Prima di questo l’arrivo di un nuovo leader potrebbe portare a ‘una ventata di aria fresca nelle relazioni turco-europee’, ‘faciliterebbe nuovi accordi, frenati oggi dalla figura di Erdogan’, ma nel medio e lungo periodo ‘non ci sarebbe un cambiamento strutturale’. Altro elemento è quello delle relazioni con gli Stati uniti, in cui ‘i problemi sono di lunga data, partendo dal sostegno palese di Washington al Pkk e alle milizie curde in Siria, la maggioranza dei turchi, quasi il 90%, considera gli Stati uniti il principale nemico della Turchia e al contrario tre quarti pensano che la Russia sia un Paese amico. Quindi al di là dell’impostazione personale di Kilicdaroglu diventa difficile adottare una politica filoamericana e antirussa: l’equilibrio tra le due potenze è nel pieno interesse di Ankara. La riconciliazione tra Usa e Turchia non dipende dall’esito delle elezioni – spiega ancora – La Turchia si percepisce come una grande potenza, intende recuperare quello status e come qualunque Paese abbia queste ambizioni non può non avere un atteggiamento ostile rispetto all’ ‘egemone’, cioè gli Stati uniti’.

Subentra in questo quadro a pieno titolo l’importanza della questione energetica: ‘Per la Turchia avere un ruolo centrale nel settore energetico e del transito delle merci è un obiettivo storico in termini strategici, sfruttare la posizione dell’Anatolia fa parte del progetto turco dalla dottrina kemalista come il piano di diventare ponte tra Est e Ovest. La Turchia sta portando avanti il progetto del Corridoio centrale, che si sovrappone alla nuova Via della Seta cinese, e che, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina ha aumentato esponenzialemnte il volume delle merci che vi transitano, collegando la Cina, il Kzakistan, il Mar Caspio e la Turchia’.

La scoperta dei nuovi maxigiacimenti nel Mar Nero non fa altro che aumentare e rafforzare questa visione: ‘Già nelle settimane prima delle elezioni le prime forniture dei nuovi giacimenti sono state pompate nelle abitazioni e secondo le stime in 5-6 anni Ankara dovrebbe riuscire a coprire un terzo dei prori consumi interni riducendo la dipendenza da Iran e Russia’. Ma, sottolinea Santoro, Ankara ‘non ha manifestato l’interesse a ridurre le forniture dai suoi partner, perché intende far affluire inAanatolia quanto più gas possibile per poi destinarlo ai mercati europei. In questa cornice si inserisce la proposta di Putin di costruire in Tracia orientale un hub dove far affluire il gas russo che non può più essere esportato via Nord stream: mescolato al gas dell’Azerbaigian e del Qatar, Ankara lo potrrebbe esportare verso l’Europa traendone ingenti benefici economici’ ribaltando nello stesso tempo ‘il rapporto di dipendenza, non più la Turchia dipendente dalle importanzioni di gas russo, ma la Russia dipendente da Ankara per le sue esportazioni’.

La Turchia quindi, indipendentemente dal prossimo presidente, ‘sta cercando di porsi come hub energetico’: ‘Se gran parte del gas che affluisce in Europa passa per la Turchia, quest’ultima acquisisce un potere di ricatto nei confronti di molti paesi europei tra cui l’Italia’, avverte Santoro. L’importanza della Turchia per l’Italia ‘sta aumentando esponenzialmente’, sia per la questione energetica, sia per quella migratoria e libica: ‘La presenza turca in Libia permette ad Ankara di interferire su forniture energetiche e sulla questioni migranti, non dimentichiamo poi la Tunisia, Paese a rischio collasso dove l’influenza turca è molto forte. E’ evidente come il potere di ricatto turco è potenzialmente alto, è un Paese con il quale dobbiamo giocoforza interloquire’.

(di Daniela Mogavero)

Usa, prezzi al consumo aprile +0,4% mensile, inflazione annua 4,9%

Usa, prezzi al consumo aprile +0,4% mensile, inflazione annua 4,9%New York, 10 mag. (askanews) – I prezzi al consumo negli Stati Uniti, in aprile sono saliti dello 0,4%, molto più del mese precedente quando si era segnato +0,1%. A riportarlo è il Dipartimento del lavoro. Anche gli analisti avevano pronosticato un rialzo dello 0,4%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,4%, anch’esso in linea con le attese.

Su base annuale, il dato è in aumento del 4,9%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, meno delle stime che si attestavano a +5%. Il dato è inferiore all’inflazione Cpi di marzo, quando si era assestato a +5%, il dato più basso degli ultimi due anni. Il dato “core” annuale è in crescita del 5,5%, leggermente inferiore al 5,6% registrato il mese scorso. Gli analisti attendevano un dato a +5,6%. I prezzi dell’energia sono saliti dello 0,6% rispetto al mese precedente; mentre invariati per due mesi consecutivi i prezzi dei generi alimentari. In febbraio avevano registrato un rialzo dello 0,4%. La media settimanale degli stipendi è salita dello 0,1% in aprile.

Kiev rivendica il successo della controffensiva su Bakhmut: enormi perdite per le forze russe

Kiev rivendica il successo della controffensiva su Bakhmut: enormi perdite per le forze russeMilano, 10 mag. (askanews) – L’esercito ucraino ha inflitto “enormi perdite” alle forze russe in una controffensiva riuscita vicino alla città – fortezza di Bakhmut. In un video condiviso su Telegram, Andriy Biletsky, capo della 3a brigata d’assalto dell’Ucraina, ha affermato che “le unità della 72a brigata della Federazione Russa sono state sconfitte”. Alla 72esima brigata che “scappava” aveva fatto riferimento ieri anche lo stesso capo dei mercenari russi Evgeny Prigozhin.

La “6a e l’8a compagnia di divisione” erano state “completamente distrutte” insieme a un numero significativo di veicoli corazzati da combattimento, ha aggiunto. Biletsky ha affermato che un “numero significativo di prigionieri” è stato preso e “anche la 3a unità d’assalto di Wagner ha subito pesanti perdite”. L’azione offensiva ha “liberato completamente” un’area larga 3 chilometri e profonda 2,6 chilometri dalle forze russe, ha detto. Il portavoce delle forze armate ucraine, Serhii Cherevatyi, ha aggiunto che la battaglia è “ancora in corso” ma che “il nemico sta subendo enormi perdite in quest’area”. Ha detto che 203 uomini sono stati uccisi e 216 feriti. Ha anche osservato che “non c’era carenza di proiettili, ma carenza di persone”.

Lufthansa, corte Ue: aiuti governo tedesco illegittimi

Lufthansa, corte Ue: aiuti governo tedesco illegittimiRoma, 10 mag. (askanews) – Gli aiuti del governo tedesco per salvare Lufthansa sono stati illegittimi. E’ quanto emerge dalla decisione della Corte Ue che, accogliendo un ricorso di Ryanair, Ryanair ha citato errori nella decisione delle autorità di regolamentazione della concorrenza dell’UE di approvare il pacchetto di salvataggio varato nel 2020 dall’esecutivo di Berlino.

Deutsche Lufthansa in un comunicato ha detto che analizzerà la sentenza e deciderà in seguito eventuali ulteriori azioni avendo già rimborsato interamente le misure di stabilizzazione approvate dalla Commissione europea e circa 92 milioni di euro di interessi.

Tunisia, attacco durante il pellegrinaggio alla sinagoga di Djerba: 4 morti nella sparatoria

Tunisia, attacco durante il pellegrinaggio alla sinagoga di Djerba: 4 morti nella sparatoriaRoma, 10 mag. (askanews) – Quattro persone sono morte in una sparatoria avvenuta durante il pellegrinaggio alla sinagoga la Ghriba a Djerba, in Tunisia. I feriti sono nove. Lo ha riferito il ministero dell’Interno di Tunisi. L’assalitore sarebbe un agente di sicurezza, che ha ucciso due persone che partecipavano all’annuale pellegrinaggio e un suo collega prima di essere a sua volta ucciso. Altri quattro visitatori della sinagoga e altri cinque agenti di sicurezza sono rimasti feriti.

L’attacco è avvenuto dopo che l’assalitore ha sparato a un collega e ha preso le sue munizioni. Si è poi recato alla sinagoga più antica dell’Africa, mentre centinaia di persone partecipavano al pellegrinaggio e ha fatto fuoco, colpendo pellegrini e agenti, prima di essere ucciso dalle guardie di sicurezza che cercavano di impedirgli di entrare nella sinagoga. La sinagoga era già stata bersaglio di un attentato suicida con un camion che aveva provocato 21 morti nel 2002. La sinagoga la Ghriba è una delle più antiche dell’Africa e migliaia di pellegrini vi si recano ogni anno.

Medio Oriente, escalation nella Striscia di Gaza: riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu

Medio Oriente, escalation nella Striscia di Gaza: riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza OnuRoma, 10 mag. (askanews) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà oggi per una sessione di emergenza per discutere dell’ultima escalation nella Striscia di Gaza. Sarà la quarta sessione di emergenza tenutasi per discutere del conflitto israelo-palestinese dall’insediamento del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu meno di cinque mesi fa. Nello stesso periodo, il Consiglio di sicurezza ha anche tenuto quattro delle sue riunioni mensili obbligatorie sul conflitto. L’incontro si svolgerà a porte chiuse alle 15 locali. È stato richiesto da Emirati Arabi Uniti, Cina e Francia, secondo i due diplomatici.

I membri del Consiglio saranno informati sull’escalation dall’inviato dell’Onu per il Medio Oriente Tor Wennesland, ma non è prevista alcuna risoluzione al termine della riunione, sempre secondo le stesse fonti.

Trump condannato nel processo Carroll: aggressione sessuale e diffamazione. L’avvocato: battaglia in appello

Trump condannato nel processo Carroll: aggressione sessuale e diffamazione. L’avvocato: battaglia in appelloRoma, 9 mag. (askanews) – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato giudicato responsabile di “aggressione sessuale” da un tribunale civile di New York che doveva stabilire se avesse commesso uno stupro nel 1996 della giornalista E. Jean Carroll nel 1996, che lo accusava anche di diffamazione. “Questo verdetto è una vergogna”, ha reagito Donald Trump. “Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna”, ha detto sul suo network Truth Social. I nove giurati hanno stabilito che Donald Trump non è stato responsabile di uno “stupro” come accusato dall’ex editorialista E. Jean Carroll, bensì di aggressione sessuale. Il tribunale civile federale di Manhattan ha anche stabilito che Donald Trump dovrà pagare circa 5 milioni di dollari di danni.

Donald Trump “è convinto di non poter avere un giusto processo a New York, ma è forte ed è pronto a dare battaglia in appello”, ha spiegato Joe Tacopina, l’avvocato dell’ex presidente degli Stati Uniti, commentando con i giornalisti la sentenza del tribunale di New York.

Simest (Gruppo Cdp), assemblea approva bilancio d’esercizio 2022

Simest (Gruppo Cdp), assemblea approva bilancio d’esercizio 2022Roma, 9 mag. (askanews) – L’Assemblea degli azionisti di Simest(Gruppo Cdp), riunitasi oggi sotto la presidenza di Pasquale Salzano, ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2022.

La società guidata da Regina Corradini D’Arienzo – si legge in una nota – nel corso del 2022 ha confermato il proprio ruolo a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane, anche nel contesto della complessa congiuntura economica. Attraverso le risorse proprie e l’utilizzo degli strumenti agevolativi gestiti in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Simest ha mobilitato risorse per 1,7 miliardi di euro, mettendo a disposizione delle aziende la liquidità necessaria ad attivare investimenti per 2,1 miliardi di euro in 89 Paesi nel mondo, con un aumento del 400% rispetto al periodo pre-Covid. Le imprese servite sono state circa 4mila, di cui il 96 per cento PMI, con una componente significativa – il 40 per cento – proveniente dal Sud Italia. Nel corso dell’anno: – a valere sul Fondo 394/81 – gestito in convenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – sono stati attivati complessivamente finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione per 512 milioni di euro. Tra gli strumenti a disposizione delle imprese italiane, sono state introdotte le nuove operatività “Ucraina export” e “Ucraina import” al fine di supportare le Pmi e Mid Cap colpite dagli effetti della crisi in Ucraina.

– è proseguita l’attività a valere sulle risorse Pnrr-NextGenerationEU, strettamente connessa alla transizione digitale ed ecologica, con l’esaurimento delle risorse stanziate pari a 1,2 miliardi di euro. – relativamente ai prestiti partecipativi, sono state realizzate operazioni di ingresso nel capitale delle imprese per 133 milioni di euro, di cui: 70 milioni di euro a valere su risorse proprie, 33 milioni di euro a valere su risorse del Fondo di Venture Capital – gestito in convenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – e 31 milioni di euro relativi a contributi in conto interessi. Tali operazioni hanno permesso alle imprese servite di attivare investimenti per 490 milioni di euro in 13 Paesi nel mondo, con un effetto leva di circa 4 volte le risorse impegnate.

– l’operatività del Fondo di Venture Capital è stata ampliata a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle start up e delle PMI innovative, con destinazione di 200 milioni di euro di cui il 25% per operazioni di co-investimento diretto con CDP Venture Capital Sgr e il 75% per la sottoscrizione del Fondo di Fondi Internazionale gestito da CDP Venture Capital Sgr. – attraverso gli strumenti di Credito Acquirente e di Credito Fornitore a valere sul Fondo 295/73 – gestito in convenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – sono state realizzate operazioni di sostegno all’export per oltre 500 milioni di euro.

La Società – conclude la nota – ha chiuso l’anno con un utile lordo di circa 4,5 milioni di euro, confermando la propria solidità finanziaria con un patrimonio netto di 310 milioni di euro.