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Ucraina, Kiev: il gruppo Wagner è tornato a Bakhmut

Ucraina, Kiev: il gruppo Wagner è tornato a BakhmutRoma, 27 set. (askanews) – Il gruppo dei mercenari della Wagner, che combatte con l’esercito russo, è tornato a Bakhmut, nell’est dell’Ucraina, teatro di sanguinosi scontri lo scorso inverno. Lo hanno riferito le forze ucraine all’emittente americana Cnn che le ha affiancate durante un assalto notturno.

“Sì anche Wagner è qui – ha detto un pilota di droni che si fa chiamare ‘Groove’ – sono tornati, hanno cambiato rapidamente i loro comandanti e sono tornati qui”, ha spiegato, sottolineando il cambio dei leader in campo dopo la morte di Yevgeny Prigozhin. Secondo Groove, la presenza del gruppo servirebbe in parte a compensare la carenza di personale da parte russa.

Il governo in Spagna: il Parlamento boccia il leader conservatore Feijóo, si avvicina l’ora di Pedro Sanchez

Il governo in Spagna: il Parlamento boccia il leader conservatore Feijóo, si avvicina l’ora di Pedro SanchezRoma, 27 set. (askanews) – Come previsto, Alberto Nunñez Feijóo esce sconfitto dal primo voto di investitura – e salvo sorprese dell’ultima ora, farà altrettanto venerdì: il Parlamento spagnolo ha bocciato l’investitura a presidente del governo del leader conservatore Alberto Nuñez Feijóo, che si è fermato a 172 voti (quelli con cui era entrato), quattro meno della maggioranza assoluta necessaria per approdare alla Moncloa.

Un esito di fatto scontato, dal momento che oltre ai voti del suo Partido Popular, di Vox e di due altre formazioni minori Feijóo non è riuscito a convincere nessuno della bontà del suo progetto politico: gli unici altri conservatori potenzialmente suscettibili, quelli del Partito nazionalista basco, gli hanno chiuso la porta in faccia. Per questo motivo, Feijóo è arrivato al dibattito di investitura presentandosi già come leader dell’opposizione, più che come candidato alla presidenza del goervno: ha dedicato la maggior parte del suo discorso non alle sue proposte di legislatura – in gran parte peraltro contrarie alla prassi del Pp nelle regioni in cui governa – ma a denunciare le eventuali concessioni del Partito socialista per confermare l’attuale coalizione. Una denuncia preventiva che ha il duplice scopo di rendere più difficile far accettare all’opinione pubblica l’amnistia agli indipendentisti catalani che questi hanno posto come condizione per un sì a Pedro Sanchez, e – se anche il premier uscente dovesse fallire – di posizionarsi come leader più coerente in vista delle successive elezioni, che si terrebbero a gennaio.

Una strategia che tuttavia non sembra promettere grandi risultati: da una parte, i sondaggi effettuati nelle ultime settimane dicono che oltre il 90% degli spagnoli non cambierebbe il proprio voto alle urne, il che lascia pensare che il risultato rimarrebbe sostanzialmente lo stesso; dall’altra, nulla garantisce a Feijóo che il Pp – proprio per questo motivo – non scelga un altro candidato. Dietro le quinte infatti il Pp madrileno – di gran lunga l’ala più potente del partito – si prepara da tempo a proporre sia la governatrice della comunità autonoma della capitale, Isabel Díaz Ayuso, sia il sindaco José Luís Martínez Almeida – due figure di popolarità ben maggiore anche se considerate troppo Madrid-centriche per una parte dell’elettorato.

Stando così le cose – e presumendo che il secondo voto non produca alcuna sorpresa – Feijóo getterà ufficialmente la spugna e sarà di nuovo re Felipe VI a dover procedere ad un nuovo incarico: il designato non potrà che essere Pedro Sanchez, che ha più volte assicurato che il nuovo governo progressista nascerà senza alcun dubbio. Quanto l’ottimismo prevalga sul realismo è difficile da stabilire: i negoziati con gli indipendentisti catalani sono ormai ben avviati, e a Barcellona si dà per scontato che l’amnistia è cosa fatta e si parla addirittura di referendum di autodeterminazione – che a Madrid è politicamente letale anche solo menzionare.

In assenza di effettivi dettagli, se Sanchez avesse effettivamente ricevuto dei segnali positivi riguardo alle sue proposte rimangono però da superare alcuni scogli che riguardano le rivalità e le divisioni all’interno della sua stessa coalizione, il cui punto debole è di fatto la saldezza a lungo termine. In primis, fra le sinistre di Sumar e Podemos non corre buonissimo sangue: Podemos accusa la formazione della vicepremier Yolanda Díaz di voler imporre la propria egemonia (di fatto, Podemos non ha avuto diritto di replica durante il dibattito di investitura: a parlare è stata una deputata di Sumar). Difficle però ipotizzare una rottura che possa andare a favore della destra: il rischio però potrebbe presentarsi in caso di un ritorno alle urne. I nazionalisti e indipendentisti baschi sono d’accordo nel non volere un governo sostenuto dall’ultradestra di Vox: ma incombono le elezioni regionali, e dunque l’ansia di differenziazione fra i conservatori del Pnv e i radicali di Bildu (anche in Euskadi,come in catalogna, gli assi nazionalismo/unionismo e destra/sinistra non coincidono). Un fattore che potrebbe incidere sul sostegno di lungo periodo della coalizione, almeno fino a che non saranno chiari gli equilibri interni alla comunità autonoma. Infine, gli indipendentisti catalani: Junts e Erc finora non hanno negoziato insieme, hanno forti problemi di equilibrio interno nel governo regionale a cui si aggiunge oltretutto il punto di vista – decisivo – di Carles Puigdemont, esiliato in Belgio. Anche in questo caso, l’ansia di differenziare le proprie posizioni potrebbe portare a richieste che Sanchez non sarebbe in grado di accettare politicamente. Per questo motivo negli ultimi giorni sono girate ipotesi di un team negoziale unificato, che per quanto logica peraltro al momento rimane solo un’ipotesi. Senza contare che nel caso di un’effettiva amnistia, il ritorno di Puigdemont nella’ran politica catalana rischia di provocare un terremoto nella coalizione al governo nella regione, guidata da Erc. Comunque sia, Sanchez ha dalla sua l’istituto della sfiducia costruttiva: una volta insediato, è molto difficile far cadere un governo – di fatto, lo steso Sanchez è stato l’unico a riuscirci – ma il margine di cui dispone il leader socialista è effettivamente esiguo, un paio di voti sopra la maggioranza assoluta: la stabilità rimane uno dei requisiti fondamentali e mantenere la pace nella coalizione potrebbe rivelarsi il compito più difficile. Per tutto questo tuttavia occorrerà attendere l’esito dei vari negoziati e il prossimo dibattito di investitura. Il tempo di fatto stringe, poiché il voto di oggi ha fatto scattare il cronometro istituzionale: se entro due mesi non vi sarà un nuovo governo, si tornerà alle urne.

Min. interni Gb: su diritto asilo convenzione Ginevra ‘obsoleta’

Min. interni Gb: su diritto asilo convenzione Ginevra ‘obsoleta’Roma, 27 set. (askanews) – Il ministro dell’Interno britannico Suella Braverman, che ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina una delle priorità della sua politica, sotto la guida del primo ministro Rishi Sunak, ha tenuto martedì 26 settembre un discorso all’American Enterprise Institute sulla crisi dei rifugiati in Europa. Di fronte a questo think tank neoconservatore, i cui membri esercitavano una grande influenza sulla politica degli Stati Uniti sotto l’amministrazione di George Bush, Suella Braverman ha osservato che il diritto d’asilo è stato notevolmente distorto dalla sua istituzione all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e che la Convenzione di Ginevra è ormai obsoleta, innescando polemiche nel Regno Unito e non solo. Dura la replica dell’alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi. Il problema, ha detto Grandi, “non è riformare o interpretare la Convenzione di Ginevra in senso più restrittivo, ma applicarla con più scrupolo”.

Dopo aver descritto la situazione di crisi che vive da diversi giorni l’Italia, di fronte al massiccio arrivo di immigrati clandestini sull’isola di Lampedusa, Suella Braverman ha stimato che il fenomeno non potrà che aumentare nei prossimi anni. L’economia e la demografia sono, secondo lei, i due maggiori determinanti dell’equilibrio del mondo odierno, ed entrambe spingeranno un numero sempre crescente di persone a intraprendere rotte migratorie. Il ministro dell’Interno britannico ha poi spiegato diffusamente il suo punto di vista sulla distinzione, secondo lei necessaria, che i paesi occidentali devono operare tra i rifugiati che possono legittimamente rivendicare il diritto di asilo, e gli altri migranti che sperano solo in una vita migliore di quella che è promesso loro nel paese d’origine. “Volere asilo o volere condizioni di vita migliori non è la stessa cosa! ha insistito. Cercare rifugio nel primo paese sicuro che raggiungi o fare shopping per scegliere la meta che preferisci non è la stessa cosa! Essere vittima della tratta, essere stato trasportato contro la propria volontà o venduto come schiavo sessuale, o pagare i trafficanti per essere portato in un paese sviluppato, non è la stessa cosa!

Suella Braverman ha poi sviluppato l’idea che il diritto internazionale relativo ai richiedenti asilo “non è più adatto ai nostri tempi”, ritenendo che “la crescita di questo diritto crea incentivi molto forti per l’immigrazione clandestina”. Ricordando che lo status di rifugiato è stato introdotto nel diritto internazionale umanitario dalla Convenzione di Ginevra del 1951, ha dichiarato: “queste disposizioni sono state create dopo la Seconda Guerra Mondiale per consentire alle persone di fuggire dalle persecuzioni e dall’olocausto, e hanno rappresentato un incredibile passo avanti per il tempo!” Ma Suella Braverman ha anche chiarito che la Convenzione di Ginevra è stata concepita inizialmente per applicarsi “all’interno dell’Europa”. E che “70 anni dopo, viviamo in un mondo completamente diverso”. Secondo lei, la definizione giuridica di rifugiato è troppo flessibile e crea confusione. Ha citato la Convenzione di Ginevra, che intende così proteggere chiunque fugga dal proprio Paese perché “teme di essere perseguitato a causa della sua razza, della sua religione, della sua nazionalità, della sua appartenenza ad un certo gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.

“Si è verificato uno spostamento, per effetto dell’interpretazione fornita dalla giurisprudenza da allora, dalla nozione di persecuzione verso qualcosa che è più simile alla discriminazione. E un secondo spostamento, dall’idea di paura certa verso solo paura probabile o plausibile” analizza Suella Braverman. “Quindi sempre più persone possono oggi avere diritto allo status di rifugiato”. Il ministro britannico ha aggiunto: “Sarò molto chiaro, ci sono vaste parti del mondo dove è estremamente difficile essere omosessuali o essere donna. E quando le persone sono perseguitate, è giusto che offriamo loro rifugio. Ma il nostro sistema di asilo non è sostenibile a lungo termine se, infatti, il semplice fatto di essere omosessuale o di essere donna e di temere discriminazioni nel proprio Paese di origine è sufficiente per beneficiare di una protezione.”

Come era prevedibile, i commenti di Suella Braverman hanno scatenato una cascata di proteste, a cominciare da quella dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, che ha risposto con un comunicato stampa al ministro. L’Alto Commissario Filippo Grandi ha scritto al relatore: “l’urgenza non è riformare o interpretare la Convenzione di Ginevra in senso più restrittivo, ma applicarla con più scrupolo”. Ma è stata più specificamente la frase di Suella Braverman sui gay a innescare il problema. Il cantante britannico Elton John si è indignato in un messaggio pubblicato su Instagram. Si è detto “molto preoccupato per le dichiarazioni” del ministro. “ignorare il pericolo reale affrontato dalle comunità LGBTQ+ rischia di legittimare ulteriormente l’odio e la violenza contro di loro”, ha aggiunto il musicista in questa dichiarazione co-firmata dal marito David Furllong e dalla Elton Fondazione John Aids. Anche l’opposizione laburista ha criticato la ministra, tramite la deputata Yvette Cooper, che l’ha accusata di aver “rinunciato a riparare il caos provocato dai conservatori” sul diritto d’asilo e di cercare, con la Convenzione di Ginevra, “qualcun altro da incolpare”.

Il Cremlino: Usa e Gb sono coinvolti “in qualche modo” nell’attacco al Nord Stream

Il Cremlino: Usa e Gb sono coinvolti “in qualche modo” nell’attacco al Nord StreamRoma, 27 set. (askanews) – L’attacco terroristico ai gasdotti Nord Stream è stato “in qualche modo” organizzato dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria.

Ieri il giornalista investigativo americano Seymour Hersh ha pubblicato un articolo sulla piattaforma Substack in cui afferma che gli Stati Uniti, responsabili dell’attacco, non hanno lasciato tracce e che nessuna informazione sulla missione è stata inserita in nessun computer negli Stati Uniti. Interpellato oggi sull’articolo nel corso del briefing, Peskov ha detto: “Non è così tanto importante chi ha scritto su quali macchine da scrivere meccaniche, è importante che de facto un simile attacco terroristico contro un’infrastruttura energetica critica, che appartiene ad una joint venture internazionale, è stato in qualche modo organizzato dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, naturalmente. E sono in qualche modo coinvolti in questo attacco terroristico”.

Ad agosto prosegue il calo dei prestiti alle imprese e alle famiglie dell’eurozona

Ad agosto prosegue il calo dei prestiti alle imprese e alle famiglie dell’eurozonaRoma, 27 set. (askanews) – Prosegue la contrazione del credito bancario nell’eurozona, innescata dalla stretta monetaria operata dalla Banca centrale europea. Ad agosto i prestiti alle famiglie hanno registrato una dinamica di calo dell’1 per cento su base annua, secondo l’ultima rilevazione della Bce, dopo il meno 1,3 per cento già registrato a luglio.

I prestiti bancari alle imprese non finanziarie hanno segnato un meno 0,6 per cento su base annua, dopo il -2,2% di luglio. E secondo la Bce il generale aggregato monetario M3 ha mostrato una accentuazione del calo, al meno 1,3 per cento annuo ad agosto dal meno 0,4 per cento di luglio. Questi dati vanno tenuti presenti perché diversi esponenti della stessa Bce hanno più volte affermato che, per assumere le prossime decisioni, un fattore sotto particolare attenzione sarà proprio la forza della trasmissione della politica monetaria sull’economia reale e sul credito.

Secondo un rapporto ucraino al G7 i droni Shahed iraniani hanno componenti europee

Secondo un rapporto ucraino al G7 i droni Shahed iraniani hanno componenti europeeRoma, 27 set. (askanews) – I droni kamikaze iraniani utilizzati dalla Russia negli attacchi alle città ucraine sono pieni di componenti europei, secondo un documento segreto inviato da Kiev ai suoi alleati occidentali in cui si chiede che missili a lungo raggio attacchino i siti di produzione in Russia, Iran e Siria.

In un documento di 47 pagine presentato dal governo ucraino ai governi del G7 in agosto, si afferma che nei tre mesi precedenti ci sono stati più di 600 raid sulle città utilizzando velivoli senza pilota (UAV) contenenti tecnologia occidentale. Secondo il rapporto ottenuto dal Guardian, 52 componenti elettrici prodotti da aziende occidentali sono stati rinvenuti nel drone Shahed-131 e altri 57 nel modello Shahed-136, che ha un’autonomia di volo di 2.000 km e una velocità di crociera di 180 km/h. Cinque società europee, tra cui una filiale polacca di una multinazionale britannica, vengono nominate come i produttori originali dei componenti identificati. “Tra i produttori ci sono aziende con sede nei paesi della coalizione delle sanzioni: Stati Uniti, Svizzera, Paesi Bassi, Germania, Canada, Giappone e Polonia”, si afferma inoltre. Secondo il rapporto, l`Iran avrebbe già diversificato la propria produzione utilizzando una fabbrica siriana nel porto di Novorossiysk ma la produzione di droni si starebbe spostando in Russia, nella regione centrale tartara di Alabuga, anche se Teheran continua a fornire i componenti.

In Iraq un incendio durante un matrimonio provoca 100 morti e oltre 150 feriti

In Iraq un incendio durante un matrimonio provoca 100 morti e oltre 150 feritiRoma, 27 set. (askanews) – Un incendio scoppiato durante un matrimonio in Iraq ha fatto almeno 100 morti e si segnalano oltre 150 feriti. Lo riferiscono le autorità sanitarie.

L’incendio in una sala per feste a Hamdaniyah, una cittadina nella provincia di Ninive, nel nord del paese. Il bilancio è stato dato dall’agenzia di stampa Ina specificando che si tratta di una valutazione ‘preliminare’ e quindi ancora provvisoria. Il bilancio è stato confermato all’agenzia Afp dal portavoce del ministero della salute Saif al-Badr. Secondo le prime ricostruzioni durante la festa di matrimonio sarebbero stati usati fuochi di artificio.

Gli sceneggiatori Usa interrompono lo sciopero da oggi

Gli sceneggiatori Usa interrompono lo sciopero da oggiRoma, 27 set. (askanews) – LA WRITERS Guild of America /WGA), il sindacato degli sceneggiatori di Hollywood, dichiara che lo sciopero terminerà da oggi dopo aver votato a favore dell’accordo triennale con l’alleanza dei produttori cinematografici e televisivi. Gli sceneggiatori erano in sciopero da circa cinque mesi.

“Il Consiglio WGAW e il Consiglio WGAE hanno anche votato per revocare l’ordine restrittivo e porre fine allo sciopero a partire dalle 00:01 PT/3:01 ET di mercoledì 27 settembre. Ciò consente agli scrittori di tornare al lavoro durante il processo di ratifica, ma non pregiudica il diritto dei membri di prendere una decisione finale sull’approvazione del contratto”, si legge nel comunicato. La WGA ha dichiarato di aver raggiunto un accordo provvisorio con l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi su un nuovo accordo triennale. Il comitato negoziale, il consiglio direttivo della WGAW e il consiglio della WGAE hanno votato all’unanimità per raccomandare l’accordo, che ora andrà ai membri del sindacato per un voto di ratifica.

Giudice New York: Trump ha ripetutamente commesso frode

Giudice New York: Trump ha ripetutamente commesso frodeRoma, 27 set. (askanews) – Donald Trump ha “ripetutamente” travisato la sua ricchezza – fino a 3,6 miliardi di dollari (3 miliardi di sterline) – ingannando banche e assicuratori, ha stabilito un giudice di New York.

La decisione risolve una questione fondamentale nella causa civile avanzata dal procuratore generale di New York contro l’ex presidente. “I documenti qui contengono chiaramente valutazioni fraudolente che gli imputati hanno utilizzato negli affari”, ha scritto il giudice.

È un duro colpo per Trump in vista del processo civile, che inizierà lunedì. Il procuratore generale Letitia James ha citato in giudizio Trump lo scorso settembre, accusando lui, i suoi due figli adulti e la Trump Organization di aver mentito sul loro patrimonio netto e sul valore patrimoniale tra il 2011 e il 2021.

La signora James ha affermato che Trump e i suoi coimputati hanno emesso documenti aziendali e rendiconti finanziari falsi per ottenere condizioni migliori sui prestiti bancari e pagare meno tasse. . Il processo senza giuria inizierà il 2 ottobre e durerà almeno fino a dicembre.

In una fase preliminare del caso nota come giudizio sommario, la signora James aveva chiesto al giudice Arthur Engoron del tribunale dello stato di New York a Manhattan di pronunciarsi sulle sue affermazioni. Ha sostenuto che la constatazione che alcuni fatti fossero fuori discussione avrebbe accelerato il processo. Gli avvocati difensori di Trump hanno chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che il pubblico non è stato danneggiato dalle azioni di Trump e che i prestiti in questione sono avvenuti molto tempo fa. Trump aveva precedentemente liquidato il caso di New York come un’altra “caccia alle streghe” politica portata avanti da un pubblico ministero prevenuto nei suoi confronti. Nell’ambito della decisione di martedì, il giudice Engoron ha ordinato alla Trump Organization di annullare le sue licenze commerciali a New York e di raccomandare osservatori indipendenti per supervisionare tale scioglimento. Ha anche negato la richiesta di archiviare il caso e ha multato separatamente cinque avvocati di Trump di 7.500 dollari ciascuno per aver avanzato argomentazioni già respinte dalla corte. Venerdì, durante le discussioni relative al caso, un avvocato dell’ufficio della signora James ha detto che l’ex presidente aveva firmato dichiarazioni che gonfiavano eccessivamente le valutazioni offerte dai periti assunti dalla sua azienda. L’avvocato di Trump, Christopher Kise, nel frattempo, ha sostenuto che ciò dimostra che Trump era un “genio degli investimenti” e “un maestro nel trovare valore dove gli altri non vedono nulla”. Il giudice Engoron ha affermato che il comportamento di Trump è andato ben oltre il semplice vantarsi delle sue ricchezze e che lui e la sua azienda hanno ripetutamente mentito sui propri affari finanziari. “Nel mondo degli imputati, gli appartamenti con canone regolamentato valgono quanto gli appartamenti non regolamentati; i terreni vincolati valgono quanto i terreni non vincolati; le restrizioni possono evaporare nel nulla”, ha scritto. “Questo è un mondo fantastico, non il mondo reale.”

In un video della Difesa russa compare il comandante Sokolov, dato per morto

In un video della Difesa russa compare il comandante Sokolov, dato per mortoRoma, 26 set. (askanews) – Il comandante della flotta russa del Mar Nero, l’ammiraglio Viktor Sokolov, dato per morto da fonti ucraine nell’attacco alla base di Sebastopoli di venerdì scorso, è ‘comparso’ oggi al consiglio del ministero della Difesa russo, secondo un video distribuito dal dicastero.

Sulle schermate dei vari partecipanti, mostrate in modalità galleria, sono visibili le iniziali dei corpi di appartenza dei vari alti gradi convocati. Il video diffuso riguarda l’intervento introduttivo del ministro della Difesa Sergey Shoigu, circa otto minuti, e più volte vengono mostrati i collegati da remoto, tra cui Sokolov, nessuno di loro però prende la parola. Secondo le fonti ucraine, Sokolov sarebbe morto nell’attacco di venerdì scorso al quartier generale della Flotta. Nel complesso, 34 ufficiali russi sarebbero stati uccisi.