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Israele difende la gestione della crisi umanitaria a Gaza

Israele difende la gestione della crisi umanitaria a GazaRoma, 7 dic. (askanews) – Israele ha difeso le misure adottate per consentire la distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza, di fronte alle dure e ripetute critiche alla sua gestione della crisi umanitaria sorta a seguito delle sue operazioni militari nel piccolo territorio palestinese. “Stiamo cercando di aumentare gli aiuti umanitari e oltre 60mila tonnellate di aiuti sono entrate attraverso Rafah”, il punto di passaggio con l’Egitto, ha dichiarato alla stampa Elad Goren, capo del Cogat, l’organismo del ministero della Difesa israeliano che supervisiona le attività civili nei Territori palestinesi.

Israele “non sarà un problema” per l’ingresso degli aiuti, che è una “questione logistica” che dipende dalle Nazioni Unite, ha aggiunto, sottolineando le condutture idriche riparate da Israele o con il suo supporto e l’allestimento di magazzini a Rafah per ospitare gli aiuti. Ha inoltre ricordato l’autorizzazione concessa nella notte dallo stato ebraico per l’ingresso di un “supplemento minimo di carburante” ritenuto “necessario per evitare un collasso umanitario”. Cibo, acqua, carburante e medicinali arrivano a Gaza solo dal 7 ottobre, mentre circa 1,8 milioni di persone, pari all’80 per cento della popolazione, hanno dovuto lasciare le loro case dall’inizio delle ostilità. Alcuni di questi sfollati sono fuggiti dagli intensi combattimenti nel nord verso il sud, che ora è anche un campo di battaglia.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha messo in guardia da “un serio rischio di collasso del sistema umanitario”, affermando che “la situazione si sta deteriorando rapidamente verso una catastrofe che potrebbe avere conseguenze irreversibili”. L’ong israeliana per i diritti umani B’Tselem ritiene che l’attuale crisi non sia solo “un effetto collaterale della guerra, ma il risultato diretto della politica di Israele”, volta a “fare pressione su Hamas”. “Chiudere i valichi e far entrare solo una piccola quantità di aiuti che non soddisfa le esigenze dei civili equivale ad affamare deliberatamente la popolazione”, cosa vietata dal diritto internazionale, ha sottolineato l’ong.

Ucraina in pieno inverno, al via campagna winter di Unhcr

Ucraina in pieno inverno, al via campagna winter di UnhcrRoma, 7 dic. (askanews) – Con quasi 4 milioni di sfollati interni e 6,3 milioni di persone fuggite e registrate come rifugiate in altri Paesi, l’Ucraina è piombata nel suo secondo inverno di guerra. Il crollo delle temperature e le forti nevicate verificatesi la scorsa settimana hanno reso ancora più grave una situazione già disastrosa, causando vittime tra i civili, interruzioni di corrente ed esponendo a rischi ulteriori le persone più vulnerabili. UNHCR ha in programma di assistere nel Paese 900 mila persone che hanno bisogno di aiuti urgenti per l’inverno. Fra queste, tantissime famiglie le cui case sono state danneggiate o distrutte da attacchi. Lo staff UNHCR nel Paese lavora, tra le altre cose, anche alla riparazione e isolamento termico delle strutture più colpite dai bombardamenti. Anastasiia Stryzhevska è una delle operatrici di UNHCR impegnate in Ucraina in questa fondamentale attività.

“Dopo 1 anno e 10 mesi di guerra, la situazione umanitaria nel Paese resta critica e l’inverno rappresenta un’emergenza nell’emergenza. Sono purtroppo moltissime le famiglie che vivono in case danneggiate ed esposte a temperature che si fanno ogni giorno più rigide, come abbiamo visto durante le nevicate della scorsa settimana – commenta Anastasiia Stryzhevska, Assistant Shelter Officer di UNHCR Ucraina. Una parte importante del nostro lavoro, durante i mesi invernali, consiste nel fornire alle famiglie colpite dalla guerra dei Kit Termici Rapidi che possono facilmente utilizzare per isolare le loro case e tenere lontano il freddo. Finora, 2300 famiglie hanno ricevuto questi kit, altre hanno ricevuto delle stufe, ma purtroppo sono ancora molte quelle che hanno bisogno di aiuto. Per questo facciamo appello alla generosità di tutti”. La situazione si va aggravando, a causa del freddo intenso, anche in Afghanistan, un Paese che conta 3,2 milioni di sfollati interni e che nelle ultime settimane sta registrando l’arrivo in massa di persone afghane dal Pakistan a seguito dell’annuncio nel quale si chiede agli stranieri privi di documenti di lasciare il Paese. Tale provvedimento ha avuto ripercussioni negative su centinaia di migliaia cittadini afghani, compresi i rifugiati registrati e altre persone con documenti validi, che sono rientrati forzatamente nelle ultime settimane. Le persone, soprattutto donne e bambini, che arrivano ai punti di frontiera all’interno dell’Afghanistan sono esauste e hanno bisogno di assistenza di emergenza. In alcune località, la temperatura minima ha già raggiunto i -4° C e questo mette a rischio i più fragili, soprattutto anziani e bambini. UNHCR ha già iniziato il suo programma di assistenza invernale nel Paese a beneficio sia degli sfollati che dei rimpatriati, inclusa l’assistenza economica diretta, la distribuzione di coperte, sacchi a pelo e altri beni di prima necessità, oltre all’assistenza per l’isolamento termico degli alloggi.

Complessivamente, il piano invernale dell’UNHCR mira a fornire assistenza a 4,7 milioni di persone in 8 Paesi: Afghanistan, Egitto, Giordania, Iran, Libano, Pakistan, Siria e Ucraina. Per la sua attuazione servono 267 milioni di dollari. Con la campagna “Fai sentire il tuo calore” UNHCR intende raccogliere fondi a sostegno delle famiglie vulnerabili e che rischiano di non sopravvivere al gelo. Ogni aiuto, piccolo o grande, può fare la differenza.

Azerbaigian celebra ruolo Heydar Aliyev con un concerto a Roma

Azerbaigian celebra ruolo Heydar Aliyev con un concerto a RomaRoma, 7 dic. (askanews) – Si è svolto negli incantevoli saloni di Palazzo della Cancelleria, proprietà esclusiva della Sede Apostolica a Roma, un concerto di musica classica dedicato al 100esimo anniversario del Leader Nazionale dell’Azerbaigian, Heydar Aliyev.

La serata è stata organizzata in collaborazione dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede e dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia ed è stata introdotta dalle parole dei due rappresentanti diplomatici azerbaigiani, Ilgar Mukhtarov per la Santa Sede e Rashad Aslanov per l’Italia. Nei discorsi sono stati evidenziati rispettivamente il ruolo chiave del Leader Nazionale nella creazione di uno stato dell’Azerbaigian moderno, indipendente e forte, che oggi è un partner internazionale affidabile e coerente, e l’influenza determinante dello stesso sulle relazioni con il Vaticano e con il Quirinale.

Nello specifico l’ambasciatore Ilgar Mukhtarov ha sottolineato come “dal 2023 ha iniziato ad operare l’Ambasciata residente della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, il che dimostra come, in coincidenza con il 31° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, i rapporti con la Santa Sede hanno raggiunto una nuova fase di sviluppo. Heydar Aliyev, personaggio di grande saggezza, ha dato un importante contributo al ripristino dell’indipendenza dell’Azerbaigian, al consolidamento della sua sovranità, all’aumento del suo ruolo sulla scena internazionale e al rafforzamento economico. Heydar Aliyev, che ha sempre attribuito grande importanza ai campi dell’istruzione e dell’arte, è il coautore del programma statale che consente a migliaia di giovani azerbaigiani di studiare in prestigiose università in Europa, America e nel mondo a spese dello Stato”. “Attualmente, la Fondazione Heydar Aliyev, che porta il nome del Leader Nazionale e sostiene la realizzazione delle sue idee umanitarie riguardanti l’istruzione, l’arte e la cultura, sotto la direzione del Primo Vicepresidente dell’Azerbaigian, Mehriban Aliyeva, è coinvolta nel restauro di numerosi monumenti di importanza religiosa e storica nei paesi dell’Europa e dell’America Latina e in altre importanti attività umanitarie. Il contributo dell’Azerbaigian alla protezione del patrimonio cristiano è anche la conferma del rispetto del nostro Paese verso i monumenti religiosi e del suo impegno per i valori del multiculturalismo – ha ricordato l’ambasciatore presso la Santa Sede – L’Azerbaigian, dove vivono in armonia rappresentanti di molte nazionalità e religioni, contribuisce alla conservazione del patrimonio culturale mondiale”.

“Nel 1997, la visita del Leader Nazionale in Vaticano e l’incontro con Sua Santità il Papa hanno gettato le basi per una nuova fase nelle relazioni Azerbaigian-Vaticano. Le visite in Azerbaigian di Papa Giovanni Paolo II nel 2012 e di Papa Francesco nel 2016, hanno dato un ulteriore impulso allo sviluppo di queste relazioni di cooperazione di successo. Inoltre, la visita del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev in Vaticano nel 2020 e la visita del Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, nel Paese nel luglio di quest’anno, sono tra i fattori che caratterizzano le relazioni tra l’Azerbaigian e la Santa Sede”, ha concluso. L’ambasciatore Rashad Aslanov ha evidenziato che “in politica interna, grazie ad Heydar Aliyev l’Azerbaigian percorse passi determinanti per il rafforzamento delle istituzioni democratiche, scegliendo la strada della creazione di uno stato legale e democratico. A lui anche fa riferimento la ‘strategia petrolifera’ del Paese, e la firma, nel 1994, del ‘Contratto del Secolo’. Anche oggi, mentre il paese ha avviato da anni una diversificazione economica, l’Azerbaigian continua a contribuire alla sicurezza energetica dell’Europa fornendo risorse energetiche tramite una rete di oleodotti e gasdotti strategici, tra cui il Baku-Tbilisi-Ceyhan e, grazie al TAP, rappresenta oggi anche un fornitore importante di gas per l’Europa e l’Italia”.

“In politica estera il ruolo di Heydar Aliyev è stato determinante, e se oggi possiamo parlare di un partenariato strategico tra Italia ed Azerbaigian, lo si deve proprio a quanto avviato in questa direzione dal Leader Nazionale. Nel 1997 egli fu il primo presidente azerbaigiano a visitare l’Italia, sostenendo l’apertura dell’ambasciata azerbaigiana e avviando rapporti diretti tra l’Italia e l’Azerbaigian indipendente”, ha aggiunto. L’ambasciatore Aslanov ha poi ringraziato “la posizione dell’Italia, che in tutti gli anni più difficili vissuti dall’Azerbaigian, con circa il 20% del territorio militarmente occupato, 1 milione di profughi e rifugiati, distruzione e massacri, ha sempre avuto una posizione equa, di aderenza al diritto internazionale e alla sovranità degli stati, sempre dalla parte della realtà. Anche quando l’Azerbaigian era lontano dal poter contribuire alla sicurezza energetica dell’Europa e dell’Italia, anche allora l’Italia era dalla parte della giustizia. Oggi le relazioni bilaterali spaziano dal settore commerciale ed economico, a quello degli investimenti, culturale ed accademico, come la creazione dell’Università Italo-Azerbaigiana a Baku”. L’ambasciatore ha poi concluso ricordando che “l’agenda dell’Azerbaigian oggi ha come priorità il raggiungimento della pace nel più breve tempo possibile, ed assicurare alla regione stabilità e benessere. Il nostro è uno stato multiculturale, dove etnie e religioni diverse convivono pacificamente e siamo certi di poter estendere con orgoglio questo modello in tutta l’area e nei rapporti con tutti i nostri vicini”. Ad esibirsi durante la serata la violoncellista Lala Marelli e la pianista Angelica Seminara, con un ampio repertorio che ha spaziato tra classici internazionali, italiani ed azerbaigiani. A latere del concerto sono state esposte una serie di fotografie del Leader Nazionale in momenti fondamentali della sua vita, relativi alle relazioni con la Santa Sede e con l’Italia. Molti i partecipanti, esponenti del mondo politico, imprenditoriale, culturale ed accademico, che al termine del concerto si sono intrattenuti in un piacevole ricevimento.

Cina denuncia la “diffamazione” delle Vie della Seta dopo ritiro Italia

Cina denuncia la “diffamazione” delle Vie della Seta dopo ritiro ItaliaRoma, 7 dic. (askanews) – La Cina denuncia la “diffamazione” del suo progetto infrastrutturale delle Vie della Seta dopo il ritiro dell’Italia. “La Cina si oppone fermamente alla diffamazione e all’indebolimento della cooperazione sulla costruzione congiunta della Belt and Road”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Pechino, ha aggiunto, si oppone anche al “confronto e alla divisione tra i campi che causano la separazione”, ha aggiunto Wang, riportato dai media cinesi.

Il Ministero degli Esteri non ha commentato direttamente la decisione dell’Italia di ritirarsi dall’iniziativa Belt and Road Initiative (BRI) tradotta in Occidente come Vie della Seta. Ma Wang ha indicato gli oltre 150 paesi partecipanti come prova del fatto che si tratta del “prodotto pubblico internazionale più popolare e della più grande piattaforma di cooperazione internazionale oggi al mondo”. Ha inoltre osservato che l’Italia ha inviato rappresentanti al forum BRI di Pechino in ottobre.

Xi: la Cina e l’Ue insieme per rispondere alle sfide globali e garantire stabilità

Xi: la Cina e l’Ue insieme per rispondere alle sfide globali e garantire stabilitàRoma, 7 dic. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato a Pechino il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo riporta China Xinuha News, aggiungendo che la Cina ha esortato l’Unione europea a compiere sforzi congiunti per una crescita delle relazioni bilaterali. Il presidente cinese Xi Jinping ha invitato l’Unione europea a “rispondere insieme alle sfide globali e a lavorare insieme per promuovere la stabilità e la prosperità nel mondo”, riferiscono i media locali.

Nel corso di un incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, Xi ha aggiunto che Pechino e l’Ue “dovrebbero essere partner in una cooperazione reciprocamente vantaggiosa”. Il presidente cinese ha sottolineato anche l’importanza della “fiducia politica” tra i due partner. Ue e Cina dovrebbero evitare vari tipi di interferenze, ha aggiunto il presidente cinese nel corso del dialogo con von der Leyen e Michel. Secondo Xi le due parti devono intensificare il dialogo e la cooperazione per il bene dei popoli e unire le forze per affrontare le sfide globali e promuovere la stabilità e la prosperità in tutto il mondo.

Russia, il Consiglio della Federazione: presidenziali il 17 marzo 2024. Putin si prepara alla rielezione

Russia, il Consiglio della Federazione: presidenziali il 17 marzo 2024. Putin si prepara alla rielezioneRoma, 7 dic. (askanews) – Il Consiglio della Federazione, il Senato russo, ha fissato le prossime elezioni presidenziali in Russia per il 17 marzo 2024, con una risoluzione adottata dalla Camera alta.

Al di là della necessaria quanto formale procedura parlamentare, l’annuncio apre ufficialmente la campagna elettorale che porterà con ogni probabilità alla rielezione di Vladimir Putin. Si attende che il presidente russo annunci la candidatura a un quinto mandato presidenziale durante la conferenza stampa di fine anno, il 14 dicembre.

Borrell sostiene la decisione di Guterres di invocare per Gaza l’articolo 99 della Carta Onu: agire subito

Borrell sostiene la decisione di Guterres di invocare per Gaza l’articolo 99 della Carta Onu: agire subitoRoma, 7 dic. (askanews) – Il responsabile della politica estera dell’UE Josep Borrell ha appoggiato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nella sua decisione di invocare l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite. Borrell ha scritto su X: “Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve agire immediatamente per evitare il totale collasso della situazione umanitaria a Gaza”.

L’articolo 99 della Carta Onu recita che “il Segretario Generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. In una lettera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il segretario generale Antonio Guterres ha invocato l’articolo 99 della Carta dell’Onu, per portare all’attenzione del Consiglio la crisi nella Striscia di Gaza, “una questione che a mio avviso potrebbe aggravare le esistenti minacce al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.Stando alla missiva riportata da Al Jazeera, Guterres ha scritto che “la situazione si sta rapidamente deteriorando fino a diventare una catastrofe con implicazioni potenzialmente irreversibili per i palestinesi nel loro insieme e per la pace e la sicurezza nella regione”. “Un simile esito deve essere evitato a tutti i costi – ha scritto Guterres – la comunità internazionale ha la responsabilità di usare tutta la propria influenza per scongiurare un’ulteriore escalation e mettere fine alla crisi. Invito i membri del Consiglio di sicurezza ad adoperarsi per scongiurare una catastrofe umanitaria. Rilancio il mio appello per la dichiarazione di un cessate il fuoco umanitario. E’ urgente”.

Guerra in Medio Oriente, l’esercito israeliano: avanziamo a Sud e a Nord di Gaza

Guerra in Medio Oriente, l’esercito israeliano: avanziamo a Sud e a Nord di GazaRoma, 7 dic. (askanews) – Le Forze di difesa israeliane affermano che la 98esima divisione sta continuando ad avanzare a Khan Younis, nel sud di Gaza, mentre l’aeronautica sta conducendo attacchi su decine di obiettivi di Hamas.

L’Idf ha riferito anche che due agenti di Hamas sono saltati fuori da un tunnel e hanno aperto il fuoco contro le forze dell’unità Duvdevan, che hanno risposto uccidendo gli uomini armati e distruggendo l’accesso al tunnel. Nel nord di Gaza, la 460esima Brigata è avanzata nel campo di Jabaliya, catturando uno dei principali avamposti di Hamas nell’area. Sono stati trovati numerosi tunnel e armi, e diversi miliziani di Hamas sono stati uccisi. La marina militare ha continuato ad assistere le forze di terra, con attacchi e bombardamenti sugli avamposti di Hamas lungo la costa.

I repubblicani al Senato Usa bloccano le proposte di aiuto a Israele e all’Ucraina

I repubblicani al Senato Usa bloccano le proposte di aiuto a Israele e all’UcrainaMilano, 7 dic. (askanews) – I repubblicani al Senato americano hanno bloccato la proposta di aiuti d’emergenza a Ucraina, Israele e Taiwan, perché è stato rimosso l’allegato sulla riforma dell’immigrazione, secondo quanto si apprende dalla diretta proposta dai media Usa.

Il voto è stato di 49 a favore e 51 contrari. I senatori conservatori avevano chiesto che la riforma sull’immigrazione fosse parte della risoluzione. Poiché è stata rimossa, hanno votato per non procedere con il pacchetto di aiuti da 106 miliardi di dollari. La misura è in fase di stallo da diverse settimane a causa di un’impasse sulle disposizioni in materia di sicurezza delle frontiere.

Il rifiuto del pacchetto di aiuti di emergenza rappresenta una sconfitta significativa per il presidente Joe Biden. Egli ha avvertito il Congresso e ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin non rinuncerà alla vittoria in Ucraina, ma potrebbe arrivare al punto di attaccare un paese della Nato.

Sparatoria a Bruxelles, 4 feriti, 1 grave, 1 da delegazione svedese

Sparatoria a Bruxelles, 4 feriti, 1 grave, 1 da delegazione svedeseMilano, 6 dic. (askanews) – Quattro persone sono rimaste ferite in una sparatoria a Bruxelles, secondo la polizia. Il parlamentare svedese dell’UE Tomas Tobé afferma che uno dei suoi è tra i feriti. La polizia belga ha dichiarato al quotidiano Le Soir che non si tratta di un atto terroristico.

“Uno dei nostri dipendenti è rimasto ferito in una sparatoria a Bruxelles. Terribilmente. La persona in questione è in cura in questo momento, le sue condizioni non sono considerate critiche”, scrive Tobé su X/Twitter. Le condizioni di un altro dei feriti invece sono gravi e sarebbe in pericolo di vita. Gli autori della sparatoria avevano già lasciato la scena quando la polizia è arrivata alle 19.30 locali in Avenue de la Toison d’Or.

I colpi sono stati sparati in una trafficata via dello shopping nel centro della città, vicino al famoso Le Hotel. La polizia ritiene che la sparatoria sia legata ad una disfida tra bande, come sostiene anche il sindaco Christos Doulkeridis, secondo il Bruxelles Times.