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Usa, Sparatoria Università Las Vegas, è morto presunto colpevole

Usa, Sparatoria Università Las Vegas, è morto presunto colpevoleMilano, 6 dic. (askanews) – Il presunto colpevole è morto dopo le segnalazioni di un attentatore attivo presso l’Università del Nevada, a Las Vegas, secondo il dipartimento di polizia metropolitana. “Sembra che ci siano più vittime”, secondo il dipartimento sui social.

Intanto la tv americana Abc mostra le persone che escono dall’edificio dell’università con le mani alzate e dice che non ci sono indicazioni che ci sarebbero altri sospetti. Un testimone oculare ha detto ad Abc di non aver mai visto tanta polizia in vita sua, ovviamente percepito molto nervosismo e di non sapere se riuscirà a trovare il coraggio domani di andare all’università. La polizia universitaria ha detto che sono stati segnalati colpi di arma da fuoco alla Beam Hall e al sindacato studentesco della scuola.

Il presunto colpevole della sparatoria a Las Vegas negli Usa sarebbe stato localizzato e ucciso, ha reso noto la polizia locale sui social, consigliando alle persone di evitare la zona ed evacuare l’area. L’Università ha lanciato intanto l’allarme: “non è un’esercitazione”, invitando a scappare o nascondersi. Il campus dell’UNLV si trova a poca distanza da Las Vegas Strip, il vivace centro turistico della zona, e proprio di fronte all’aeroporto internazionale Harry Reid.

Guterres invoca l’articolo 99 della Carta Onu per la crisi a Gaza

Guterres invoca l’articolo 99 della Carta Onu per la crisi a GazaRoma, 6 dic. (askanews) – In una lettera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il segretario generale Antonio Guterres ha invocato l’articolo 99 della Carta dell’Onu, per portare all’attenzione del Consiglio la crisi nella Striscia di Gaza, “una questione che a mio avviso potrebbe aggravare le esistenti minacce al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.

Stando alla missiva riportata da Al Jazeera, Guterres ha scritto che “la situazione si sta rapidamente deteriorando fino a diventare una catastrofe con implicazioni potenzialmente irreversibili per i palestinesi nel loro insieme e per la pace e la sicurezza nella regione”. “Un simile esito deve essere evitato a tutti i costi – ha scritto Guterres – la comunità internazionale ha la responsabilità di usare tutta la propria influenza per scongiurare un’ulteriore escalation e mettere fine alla crisi. Invito i membri del Consiglio di sicurezza ad adoperarsi per scongiurare una catastrofe umanitaria. Rilancio il mio appello per la dichiarazione di un cessate il fuoco umanitario. E’ urgente”.

L’articolo 99 della Carta Onu recita che “il Segretario Generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.

Crosetto: attacchi indiscriminati da entrambi i fronti in conflitto a Gaza

Crosetto: attacchi indiscriminati da entrambi i fronti in conflitto a GazaRoma, 6 dic. (askanews) – “La condotta delle operazioni su entrambi i fronti non garantisce sufficiente discriminazione tra obiettivi militari e civili”: lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’informativa alla Camera sulle iniziative del governo sulla crisi a Gaza.

“La condotta delle operazioni su entrambi i fronti, seppur con dinamiche e motivazioni differenti, ha avuto conseguenze dirette sui civili”, ha sottolineato il ministro, per cui “i ragionamenti basati sul diritto internazionale umanitario sono corretti, necessari, indispensabili, ma purtroppo sembrano sterili nell’attuale contesto di Gaza”.“Hamas impiega tattiche e procedure criminali, quali l’utilizzo di infrastrutture civili, ospedali in primis, per fini bellici, e l’uso della popolazione civile spesso come scudo – ha spiegato – nel contempo i bombardamenti israeliani, per quanto preaanunciati e condotti con sistemi d’arma che vengono definiti ad elevata tecnologia e precisione, non garantiscono discriminazione tra obiettivi legittimi e illegittimi, a causa dell’elevata densità di popolazione e della necessità di colpire i tunnel di Hamas, i cui accessi sono stati realizzati nella gran parte all’interno di edifici pubblici e privati”.

“Da tutto ciò deriva un quadro drammatico che rende complessi, difficilissimi gli sforzi della comunità internazionale per alleviare le sofferenze della popolazione civile e porre fine al conflitto”, ha rimarcato. 

Gb, ex premier Johnson si scusa con famiglie vittime Covid

Gb, ex premier Johnson si scusa con famiglie vittime CovidRoma, 6 dic. (askanews) – Oggi l’ex primo ministro britannico Boris Johnson si è scusato con le famiglie delle vittime del Covid e ha ammesso di aver “sbagliato su alcuni punti” durante la sua udienza nell’ambito dell’inchiesta pubblica sulla pandemia.

“Sono profondamente dispiaciuto per il dolore, la perdita e la sofferenza” di queste vittime e delle loro famiglie, ha affermato Boris Johnson nell’introduzione a questa attesissima udienza. Queste scuse sono state però interrotte da quattro manifestanti che hanno detto “non vogliamo le sue scuse!”, prima di essere espulsi dalla sala. “Inevitabilmente abbiamo sbagliato su alcuni punti”, ha continuato l’ex capo del governo conservatore, affermando di assumersi la “responsabilità personale” delle decisioni prese all’epoca. “Penso che abbiamo fatto del nostro meglio… in circostanze molto difficili. (…) Ci sono cose che avremmo dovuto fare diversamente? Senza dubbio.”

Boris Johnson dovrà rispondere a domande difficili durante questa udienza prevista per due giorni, dopo le forti critiche degli ex collaboratori. Dall’inizio delle udienze a giugno, diversi consiglieri e scienziati hanno descritto un Primo Ministro sopraffatto, indeciso, con poca preoccupazione per le vittime quando è scoppiata la pandemia all’inizio del 2020, e un governo diviso e caotico. Molte le domande a cui trovare risposta: Boris Johnson ha impiegato troppo tempo per imporre un primo confinamento alla fine di marzo 2020? Aveva fatto il punto sulla pandemia? Ha eguito la scienza? Era indifferente alle vittime e soprattutto agli anziani?

“È stata una crisi sbagliata per le capacità del Primo Ministro”, ha detto alla commissione Lee Cain, ex direttore delle comunicazioni di Downing Street, alla fine di ottobre, raccontando di un Boris Johnson che respingeva le decisioni e cambiava continuamente idea, in base sull’ultima persona che gli aveva parlato. Le sue scuse sono già state respinte da Aamer Anwar, avvocato dell’associazione scozzese delle vittime del Covid, la Scottish Covid Bereaved. “Invece di risolvere la crisi”, Boris Johnson ha “presieduto un’orgia di narcisismo totalmente disgustosa”, ha detto ai giornalisti fuori dall’edificio dove si sta svolgendo l’udienza. “Ha permesso che i corpi si accumulassero e che gli anziani fossero trattati come rifiuti tossici”, ha aggiunto.

L’esercito di Israele ha trovato un grosso arsenale di Hamas

L’esercito di Israele ha trovato un grosso arsenale di HamasRoma, 6 dic. (askanews) – L’esercito israeliano ha reso noto di aver catturato uno dei principali arsenali di armi nella Striscia di Gaza, “nei pressi di una clinica e di una scuola”: è quanto riporta l’Agence France Presse.

Secondo quando reso noto dall’Idf sul suo canale Telegram l’arsenale conteneva “centinaia di razzi e lanciarazzi, missili a lungo raggio, droni ed ordigni esplosivi”, una “ulteriore prova dell’utilizzo cinico da parte di Hamas degli abitanti della Striscia di Gaza come scudi umani”.

L’Onu: nel mondo c’è il più alto numero di conflitti dalla Seconda Guerra Mondiale

L’Onu: nel mondo c’è il più alto numero di conflitti dalla Seconda Guerra MondialeRoma, 6 dic. (askanews) – Il numero di conflitti armati nel mondo è di 55, il più alto dalla Seconda guerra mondiale (1939-1945). Lo ha denunciato Volker Turk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhchr). “La situazione globale che sto descrivendo è desolante perché ora viviamo in tempi bui. Oggi ci sono 55 conflitti nel mondo, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale”, ha dichiarato Turk in una conferenza stampa a Ginevra. Secondo le Nazioni Unite, nei conflitti contemporanei fino al 90 per cento delle vittime sono civili, soprattutto donne e bambini. Le donne, in particolare, possono subire forme specifiche e devastanti di violenza sessuale, a volte usata sistematicamente per raggiungere obiettivi militari o politici. Inoltre, le donne continuano a essere sottorappresentate nei processi di pace formali, sebbene contribuiscano in molti modi informali alla risoluzione dei conflitti. Secondo le Nazioni Unite, attualmente ci sono 12 operazioni di peacekeeping (mantenimento della pace) in tutto il mondo, guidate dal Dipartimento per le Operazioni di Pace.

Usa, Time sceglie Taylor Swift come “Persona dell’anno” 2023

Usa, Time sceglie Taylor Swift come “Persona dell’anno” 2023Roma, 6 dic. (askanews) – La cantante e attrice statunitense Taylor Swift è la “Persona dell’anno” per il 2023, riconoscimento assegnato dalla rivista Time.

“Scegliere una persona che rappresenti gli otto miliardi di persone del pianeta non è un compito semplice. Abbiamo scelto una persona che rappresenta la gioia. Qualcuno che sta portando luce al mondo”, ha dichiarato Sam Jacobs, direttore della rivista, al programma “Today” della Nbc, “Era come il tempo, era ovunque”. Taylor Swift ha superato la concorrenza di altri otto finalisti annunciati questa settimana a “Today”: della short list facevano parte tra gli altri re Carlo III e Barbie. “I risultati ottenuti da Swift come artista – a livello culturale, critico e commerciale – sono così numerosi che elencarli sembra quasi superfluo”, ha sottolineato la rivista.

L’anno scorso, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il riconoscimento era stato assegnato a Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, e allo “spirito” di quella nazione. La rivista ha invece nominato Elon Musk persona dell’anno nel 2021. “Con un semplice gesto del suo dito, il mercato azionario si impenna o crolla”, aveva scritto la rivista all’epoca.

Nel 2020, Jo Biden e Kamala Harris – all’epoca presidente eletto e vicepresidente eletto – erano in copertina, mentre nel 2019 era toccato all’attivista climatica Greta Thunberg. Nel 2018 il titolo era invece andato a Jamal Khashoggi, ucciso all’interno del consolato saudita di Istanbul, e ad altri giornalisti.

Italia-Usa, da Transatlantic Award Gala di AmCham segnali di slancio

Italia-Usa, da Transatlantic Award Gala di AmCham segnali di slancioMilano, 6 dic. (askanews) – Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani premiato il 4 dicembre a Milano al”Transatlantic Award Gala Dinner” organizzato dall’American Chamber ha definito le relazioni transatlantiche “fondamentali” mentre “gli Stati Uniti, insieme all’Europa, sono la stella polare della nostra politica estera”. Il tono di tali relazioni risultava evidente durante la serata, con la tradizionale distesa di tavoli affollati dal fior fiore del business italoamericano e dal livello delle presenze. Un “momento magico” lo ha definito Mariangela Zappia, ambasciatore d’Italia negli Usa, intervenuta all’evento milanese. La capomissione ha ringraziato in inglese il collega Jack A. Markell, ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia la cui presenza era attesissima e rappresenta un importante e incoraggiante segnale. Lo stesso Tajani nel suo discorso ha ringraziato Markell per il suo “lavoro in Italia. Siamo molto contenti per questa cooperazione. Vogliamo lavorare con voi”.

Con un passato da governatore in uno stato chiave come il Delaware, Jack Markell proprio quest’anno, il 27 luglio, è stato confermato dal Senato americano Ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino, dopo essere stato Rappresentante Permanente degli Stati Uniti d’America presso l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) con il grado di Ambasciatore: a Parigi ha guidato l’impegno Usa all’interno dell’Organizzazione su temi cruciali quali la governance tecnologica, le infrastrutture sostenibili ed il coinvolgimento dei governi a livello statale, regionale e locale. Ai Transatlantic Award della AmCham ha preso la parola, trasmettendo tutto il suo entusiasmo per la sua attuale missione diplomatica. “Un piacere vederla qui con noi, ci è mancato signor Ambasciatore, ma lei è qui, ed è il migliore” ha detto Zappia. Oltre a sottolineare “le grandi opportunità per il nostro business” negli Usa. “Quando viaggio negli Stati Uniti, da Detroit a San Francisco, da Philadelphia a Boston, vedo che c’è un gigantesco potenziale che aspetta le nostre imprese, il nostro business, la nostra tecnologia”, ha dichiarato la capomissione. Il business italiano “è un po’ ovunque ma credo che possiamo fare ancora di più”. Rivolgendosi poi agli imprenditori e alle aziende italiane in sala, la diplomatica ha aggiunto: “Io credo che la vostra presenza negli Stati Uniti sia un catalizzatore, anche di qualcosa che dobbiamo migliorare: gli investimenti americani in Italia. C’è ancora un grande spazio da coprire. E sono sicura che lo possiamo fare insieme”.

Tra gli ospiti per il lato americano c’era anche Tracy Roberts-Pounds, console generale degli Stati Uniti a Napoli seduta a una tavolo che durante la serata è stato definito “campano”. Oltre a Tajani, a rappresentare le istituzioni italiane c’era la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli e il viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini. “In un momento storico così geo-politicamente complesso, l’American Chamber of Commerce in Italy testimonia plasticamente quanto le solide relazioni diplomatiche ed economiche fra Stati Uniti d’America e Italia generino risultati incoraggianti nell’ottica di un futuro positivo e propositivo”, ha affermato Luca Arnaboldi, presidente di AmCham Italy. “Grazie al coinvolgimento e alla sensibilizzazione delle principali aziende internazionali, attente a tutti quei cambiamenti che vedono inclusione, ambiente e sostenibilità al centro di un approccio del fare sempre più innovativo, oggi è possibile guardare a un domani promettente e fecondo. Le attività commerciali transatlantiche sono ulteriormente cresciute, gli Stati Uniti sono tra i più significativi investitori nel nostro Paese, dimostrando come l’Italia diventi sempre più capace di integrarsi, anche nel mercato nordamericano con numeri in perenne crescita e consolidamento. Un grazie speciale anche alle Istituzioni Americane e Italiane che ci supportano costantemente ed efficacemente nel nostro impegno a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per gli interessi americani in Italia nel nostro Paese e di quelli italiani negli USA, nell’auspicio solenne che il 2024 possa essere un anno di pace, prosperità e sviluppo sostenibile”.

Proprio l’ambasciatore Zappia ha ricordato inoltre “l’importanza del legame straordinario che abbiamo. E’ un legame fortissimo perché siamo alleati. Perché siamo alleati della prima ora, e in queste ore stiamo vedendo come questa alleanza sia cruciale. Ma siamo anche Paesi alleati e partner nell’economia, nel commercio, e mai come in questo momento io credo dobbiamo approfittare di una sorta di momento magico di queste relazioni”. (di Cristina Giuliano)

Il Presidente della Croce rossa: a Gaza “sofferenze intollerabili

Il Presidente della Croce rossa: a Gaza “sofferenze intollerabiliRoma, 6 dic. (askanews) – In un video pubblicato sul suo account X, la presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), Mirjana Spoljaric, ha denunciato un “livello intollerabile di sofferenza umana”. “È inaccettabile che i civili non abbiano un posto dove andare a Gaza. Con l’assedio militare in atto, al momento non è possibile nemmeno una risposta umanitaria adeguata”.

Colpita dalla sua visita all’ospedale europeo di Gaza, la presidente del CICR testimonia: “Le cose che ho visto lì vanno oltre qualsiasi cosa possa essere descritta. Ciò che mi ha scioccato di più sono stati i bambini che hanno riportato ferite terribili e che hanno perso i genitori e non avevano nessuno che si prendesse cura di loro”. “Come attore neutrale, il CICR è pronto a sostenere nuovi accordi umanitari”, ribadisce Mirjana Spoljaric in un appello, raro per questa organizzazione internazionale storicamente nota per la sua discrezione, poiché il CICR, nel contesto dei conflitti, svolge spesso il ruolo di intermediario tra le parti.

Ue-Cina, domani vertice a Pechino, europei sulla difensiva

Ue-Cina, domani vertice a Pechino, europei sulla difensivaBruxelles, 6 dic. (askanews) – Si svolgerà domani a Pechino il primo vertice Ue-Cina “in presenza” dall’epoca della pandemia di Covid, dopo quello che si tenne in videoconferenza il primo aprile del 2022. Sarà anche il primo Summit tra Pechino e i leader delle istituzioni Ue, dopo che, nel luglio scorso, per la prima volta il Consiglio europeo ha dedicato una buona parte della propria agenda a una discussione strategica sulle relazioni con la Cina, e dopo la decisione della Commissione europea, due mesi fa, di lanciare un’inchiesta anti sussidi sui veicoli elettrici cinesi. Il programma dell’incontro prevede innanzitutto una discussione, non facile, sulle relazioni economiche e commerciali tra l’Unione e la Cina, poi sulla guerra russa in Ucraina (con la problematica delle sanzioni contro Mosca e del loro aggiramento, che l’Ue vuole evitare) e sulla situazione sempre più drammatica in Medio Oriente (dove gli europei vorrebbero un maggiore ruolo diplomatico di Pechino per promuovere la de-escalation), e infine verranno evocate le sfide globali e regionali, in particolare il cambiamento climatico, la protezione della biodiversità e la politica sanitaria (prevenzione delle pandemie), in cui la collaborazione della Cina è essenziale per contribuire alle soluzioni dei problemi.

Gli europei solleveranno anche, come si sono ripromessi di fare sistematicamente in questi incontri, i temi di particolare preoccupazione riguardanti la situazione dei diritti umani in Cina, e le tensioni con Taiwan e nel Mar Cinese orientale e meridionale. Il vertice comincerà alle 11 con l’incontro (seguito da un pranzo di lavoro) tra il presidente cinese Xi Jinping e i tre rappresentanti dell’Ue, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l’Alto Rappresentante per la Politica estera Josep Borrell. I leader europei incontreranno poi alle 15 il primo ministro cinese Li Qiang. Alle 20 ci sarà la conferenza stampa finale di Michel e von der Leyen.

Non sono previste invece né una conferenza stampa congiunta delle due parti, né un comunicato congiunto con le conclusioni finali del vertice: a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto complesse e difficili siano le relazioni attuali tra l’Ue e la Cina. In campo economico e commerciale pesano le azioni anti sussidi iniziate dall’Ue riguardo alle importazioni di veicoli elettrici, turbine eoliche, apparecchiature fotovoltaiche, tecnologie medicali, più la disputa in corso davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) sul blocco delle importazioni cinesi dalla Lituania, per le quali l’Ue accusa Pechino di “coercizione” contro Vilnius (punita per aver aperto un ufficio diplomatico a Taiwan). C’è poi la questione dell’eccessiva dipendenza dell’Unione dalla Cina per l’approvvigionamento di materie prime e per le catene del valore di molte produzioni europee, in particolare nel campo, sempre più sensibile, delle tecnologie verdi. E resta il problema degli ostacoli per l’accesso agli appalti che le società europee incontrano in Cina, che il congelamento dell’accordo sugli investimenti (Cai), firmato alla fine del 2020, non ha certo risolto.

Riguardo alla guerra in Ucraina, l’Ue continuerà a chiedere alla leadership cinese di usare la propria influenza sulla Russia per far cessare l’aggressione, di difendere l’ordine internazionale basato sulle regole, e di impegnarsi per evitare che la Russia aggiri le sanzioni (anche ricorrendo a forniture e servizi di imprese cinesi). Sul clima gli europei chiederanno alla Cina (che vorrebbe continuare a essere trattata come un paese in via di sviluppo) un’azione più ambiziosa che includa l’eliminazione graduale dei carburanti fossili e la riduzione delle emissioni di metano, il rispetto degli impegni di Parigi e un impegno alla neutralità climatica entro il 2050, come quello già assunto dall’Unione.

Riguardo alla salute, i leader dell’Ue spingeranno affinché Pechino rafforzi la sua partecipazione nella cooperazione mondiale per la prevenzione delle pandemie e per la preparazione adeguata alle crisi sanitarie che trascendono le frontiere nazionali, come ha dimostrato la pandemia di Covid-19. In generale, l’obiettivo è quello di perseguire una relazione “costruttiva e stabile”, nonostante i molti punti in cui pesano le differenze, se non le divergenze di posizioni, visto anche il carattere “sistemico” della rivalità fra Cina e Ue in campo economico e geopolitico (la definizione di “rivale sistemico” nei riguardi di Pechino è stata coniata dagli europei). L’impressione è che gli europei siano sulla difensiva: dopo aver teorizzato la necessità di affrontare il “rivale sistemico” cinese, sempre più “assertivo”, con una strategia di “de-risking” (riduzione del rischio), soprattutto riguardo alle dipendenze eccessive nelle catene del valore, rassicurando allo stesso tempo Pechino sulla propria volontà di non procedere a un “de-coupling” (rottura delle relazioni), l’Ue comincia ora a sentire il rischio di un indebolimento della propria influenza geopolitica, soprattutto nei riguardi del cosiddetto “Global South”, che si aggraverebbe in caso di aumento delle divergenze, se non di una vera e propria confrontazione con Pechino, a tutto vantaggio del “nemico” russo. L’Europa deve spiegare perciò ai cinesi che il “de-risking” non è concepito su misura contro di loro, ma per qualunque situazione di dipendenza economica eccessiva da paesi terzi; che le iniziative anti-sovvenzioni contro le importazioni dalla Cina, in particolare quelle dei veicoli elettrici, sono perfettamente in linea con le regole della Wto; che, infine, la leadership di Pechino ha tempo e modo per indurre quella dozzina di imprese cinesi (attive nelle tecnologie “duali” o nelle alte tecnologie sensibili) sospettate di aggirare più o meno direttamente le sanzioni contro la Russia, ad agire nella giusta direzione per evitare di essere prese di mira dal prossimo pacchetto (il 12esimo) di sanzioni europee. (di Lorenzo Consoli)