La Russia espelle due diplomatici dell’ambasciata UsaRoma, 14 set. (askanews) – Il primo e il secondo segretario dell’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca sono stati dichiarati “personae non gratae” e sono stati loro concessi sette giorni di tempo per lasciare la Russia. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Mosca. I due diplomatici americani a cui viene ingiunto di lasciare la Federazione russa entro una settimana tenevano i contatti con Robert Robertovich Shonov, di cittadinanza russa, accusato di avere trasmesso informazioni sul conflitto in Ucraina agli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri lo cita come “informatore dell’ambasciata statunitense a Mosca”.
Dopo aver dichiarato “personae non gratae” il primo e secondo segretario della sede diplomatica americana, il ministero degli Esteri di Mosca ha convocato l’ambasciatrice degli Stati Uniti in Russia, Lynne M. Tracy. Lo ha annunciato l’agenzia di stampa Ria Novosti.
La Bce alza ancora i tassi di un quarto di punto (rifinanziamento al 4,50%) ma potrebbe essere il piccoRoma, 14 set. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente alzato i tassi di interesse di riferimento dell’eurozona, di 0,25 punti percentuali. Si tratta del decimo aumento consecutivo da quando, nel luglio dello scorso anno, l’istituzione ha avviato la sua manovra di aumenti in risposta all’elevata inflazione. Inflazione le cui stime per il 2023 sono state riviste al rialzo: i tecnici dell’istituzione pronosticano 5,6% nel 2023.
La decisione delude le attese di chi sperava che l’indebolimento dell’economia avrebbe convinto il direttorio dell’istituzione monetaria a una pausa in questa manovra rialzista. Ma la Bce ha accompagnato la decisione con segnali che fanno capire che i tassi potrebbero aver raggiunto ormai il picco massimo, e che quindi non opererà ulteriori aumenti. “In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo”, recita infatti il comunicato diffuso al termine del direttorio.
Il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento raggiunge così il 4,50%, nuovo massimo storico. Nuovo massimo anche per il tasso sui depositi che le banche commerciali parcheggiano presso l’istituzione, che raggiunge il 4%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali sale al 4,75%, massimo dall’ottobre del 2007. “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio – prosegue la Bce – continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.
La Banca centrale europea ha però anche ritoccato al rialzo le previsioni di inflazione per l’area euro su quest’anno e il prossimo anno ma limato quelle sul 2025. Ora i tecnici dell’istituzione pronosticano 5,6% nel 2023, 3,2% nel 2024 e 2,1% nel 2025 (quasi in linea con il target della stessa istituzione). “La correzione al rialzo riflette principalmente l’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia”, spiega la Bce con un comunicato diffuso a seguito del Consiglio direttivo. Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia alimentari e altre componenti volatili ora la Bce prevede 5,1% nel 2023, 2,9% nel 2024 e 2,2% nel 2025.
Lo scorso 15 giugno, nelle precedenti previsioni indicavano una inflazione del 5,4% quest’anno, al 3% il prossimo e al 2,2% nel 2025 mentre per l’inflazione di fondo era atteso 5,1% quest’anno, 3% il prossimo e 2,3% del 2025.
Tunisi nega l’ingresso a una missione di eurodeputati, Strasburgo condannaStrasburgo, 14 set. (askanews) – La delegazione ad hoc per la Tunisia della commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo ha rilasciato oggi a Strasburgo una dichiarazione in cui condanna le autorità tunisine per il rifiuto che hanno opposto all’ingresso nel Paese di una missione di eurodeputati. “Condanniamo la decisione delle autorità tunisine di rifiutare l’ingresso alla delegazione della commissione Affari esteri del Parlamento europeo e chiediamo spiegazioni dettagliate. Questa condotta non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011”, si legge nella dichiarazione.
“Continuiamo a essere pronti e a insistere per il dialogo sulle questioni cruciali – prosegue la dichiarazione -, e ricordiamo che questo Parlamento ha sempre approvato l’agenda globale di cooperazione, compreso il rafforzamento della democrazia e il sostegno finanziario, come concordato nell’Accordo di associazione Ue-Tunisia”. “Rimaniamo convinti, come richiesto dall’Ue fin dal luglio 2021, che la terribile situazione economica e sociale in Tunisia, ulteriormente aggravata dalla crisi umanitaria, richieda urgentemente un dialogo nazionale globale, senza il quale le prospettive di uno sviluppo politico ed economico stabile in Tunisia rimangono cupe”, conclude la dichiarazione. La delegazione di eurodeputati che doveva recarsi in Tunisia era composta dal presidente della delegazione ad hoc, Michael Gahler (Ppe, tedesco) e da Dietmar Köster (S&D, tedesco), Salima Yenbou (Renew, Francese), Mounir Satouri (Verdi, Francese) ed Emmanuel Maurel (Sinistra, Francese).
Questa visita era prevista a seguito di una missione conoscitiva in Tunisia della commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo 0nell’aprile 2022, quando l’Assemblea aveva espresso preoccupazione per il regresso politico in corso in Tunisia sugli standard democratici e sui diritti umani. “È molto grave che il Governo tunisino abbia negato l’ingresso nel Paese a una delegazione di eurodeputati della commissione Affari esteri. Non si possono firmare accordi e memorandum (che noi, a ragione, abbiamo contestato sin dall’inizio) e poi vietare l’ingresso ai rappresentati dell’Unione Europea”, ha commentato il capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, Brando Benifei, precisando che la missione degli eurodeputatu “avrebbe dovuto incontrare membri della società civile, sindacati, ed esponenti della maggioranza, ma ovviamente anche dell’opposizione politica al presidente Kais Saied”.
“Pretendiamo immediatamente una condanna da parte dei vertici delle istituzioni europee: non si può accettare un simile comportamento da parte del governo tunisino”, conclude Benifei. La leader del gruppo S&D, Iratxe García, ha annunciato da parte sua che solleciterà una dichiarazione della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo (composta dai capigruppo più la presidente dell’Assemblea) in cui si chieda l’immediata sospensione del Memorandum d’intesa tra Ue e Tunisia. Iratxe García ha riferito anche che esorterà la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a sospendere immediatamente l’attuazione del Memorandum d’intesa. “Chiederò anche – ha annunciato in una nota – una valutazione della validità giuridica di questo accordo da parte dei servizi giuridici del Parlamento. Questa Assemblea ha sempre lavorato per la difesa dei diritti umani e deve agire su questa questione cruciale”.
Secondo la capogruppo S&D, “è tempo che il Ppe e il suo leader, Manfred Weber, riconoscano che questo Memorandum era un’idea sbagliata, se non illegale, fin dall’inizio, e la smettano di dire che si tratta di un modello da replicare”. “La decisione delle autorità tunisine di negare l’ingresso della missione della commissione Affari esteri dimostra ciò che affermiamo sin dalla firma del Memorandum d’Intesa tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente tunisino Saied: esternalizzare la gestione della migrazione è un errore politico, e dare soldi a un regime autoritario che viola i diritti umani e reprime ogni oppositore va contro i nostri valori”, conclude Iratxe Garcia.
Documentario su “Zucchero” in anteprima alla Festa del Cinema di RomaRoma, 14 set. (askanews) – Il film documentario “Zucchero – Sugar Fornaciari” di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano sarà presentato in anteprima sabato 21 ottobre alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Il film racconta lo straordinario artista attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal “World Wild Tour”, il suo ultimo tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo. “Zucchero è coerente nelle sue contraddizioni e per questo interessante – spiegano i registi – È un personaggio vibrante che mette assieme la cultura emiliana, a cui torna anche nelle canzoni che ha scritto in questi anni, e il luogo dove ha iniziato la carriera: la Versilia. L’Emilia è il ponte con gli Stati Uniti, con il blues e con quella cultura contadina che l’emigrazione ha sparso nel nuovo continente e che è tornata a noi e, ovviamente, a Zucchero attraverso la musica. Zucchero ha quindi messo in connessione la cultura rurale con quella nera e americana. Un’operazione rischiosa e dalla bassissima possibilità di successo che invece ha funzionato in tutto il mondo. Zucchero è figlio del ‘900, innovatore musicale del suo secolo e sapiente mescitore del suono delle origini alle tendenze musicali contemporanee”.
“Zucchero – Sugar Fornaciari”, una produzione K+, in collaborazione con Adler Entertainment e Ela Film, sarà nelle sale italiane il 23, 24 e 25 ottobre distribuito da Adler Entertainment.
La Tunisia nega l’ingresso nel Paese a una delegazione dell’EuroparlamentoRoma, 14 set. (askanews) – La Tunisia ha negato l’ingresso a cinque membri della commissione Affari esteri del Parlamento europeo che avrebbero dovuto visitare il paese ieri sera nel corso di una missione ufficiale. “A questa delegazione non sarà permesso di entrare nel territorio nazionale”, ha scritto il governo tunisino in una lettera alla delegazione, secondo quanto si legge su Politico.
Il governo del presidente Kais Saied non ha motivato la sua decisione, ma due funzionari del Parlamento hanno affermato che Tunisi si sarebbe risentita per una conferenza stampa tenuta dagli eurodeputati a luglio in cui era stato criticato il Paese per il suo presunto arretramento. Il rifiuto potrebbe diventare motivo di imbarazzo per Ursula von der Leyen, che nel suo discorso di ieri sullo stato dell’Unione ha elogiato il controverso accordo raggiunto con la Tunisia per arginare i flussi migratori come modello per accordi simili con altri paesi.
Il vicepresidente del gruppo dei Socialisti e Democratici Pedro Marques ha descritto la decisione della Tunisia come “oltraggiosa” e ha esortato von der Leyen a cancellare l’accordo sui migranti. “Finanziare un regime autoritario che non rispetta i diritti umani e nega il dialogo democratico tra le istituzioni… è un enorme errore politico”, ha detto a Politico.
La Zecca celebra Dante con la terza moneta ispirata al ParadisoRoma, 14 set. (askanews) – Dopo l’Inferno e il Purgatorio, esce la moneta dedicata alla terza cantica della Divina Commedia, il Paradiso, emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La versione in oro e in argento della moneta completa la Serie dantesca istituita nel 2021 nell’ambito delle celebrazioni per il 700° Anniversario della scomparsa del Sommo Poeta.
Creata dall’artista incisore della Zecca dello Stato Claudia Momoni, la moneta nelle versioni in oro e in argento, presenta un dritto comune raffigurante il profilo di Dante Alighieri, particolare ispirato da un’opera di Sandro Botticelli (Collezione privata). Nel giro, la scritta “REPUBBLICA ITALIANA” chiusa da una stella. La moneta in oro, versione proof, ha un valore nominale di 20 euro e una tiratura di 1.500 pezzi. Sul rovescio, rappresentazione del Paradiso con il cielo, il sole e le stelle su cui si evidenzia, sopra un tetto di nuvole, un particolare degli “Angeli del Paradiso”, affresco di Giotto realizzato nella Cappella degli Scrovegni di Padova; nel giro, il verso “L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE” che chiude la Cantica del Paradiso. A destra, il valore “20 EURO”; a sinistra “2023”, anno di emissione della moneta; in basso, la “R”, identificativo della Zecca di Roma e la firma dell’autore “MOMONI”.
La moneta in argento, versione Fior di Conio, ha un valore nominale di 5 euro e una tiratura di 6.000 pezzi. Sul rovescio, rappresentazione del Paradiso con il cielo, il sole e le stelle su cui si evidenzia, sopra un tetto di nuvole, un particolare degli “Angeli del Paradiso”, affresco di Giotto realizzato nella Cappella degli Scrovegni di Padova; nel giro, il verso “L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE” che chiude la Cantica del Paradiso. A destra, il valore “5 EURO”; a sinistra “2023”, anno di emissione della moneta; in basso, la “R”, identificativo della Zecca di Roma e la firma dell’autore “MOMONI”. La presenza di elementi colorati caratterizza la versione in argento.
In Libano scontri in un campo profughi palestinese: 15 morti, 150 feritiRoma, 14 set. (askanews) – Almeno 15 persone sono morte e oltre 150 sono rimaste ferite a seguito di violenti scontri tra fazioni palestinesi nel campo profughi di Ein El Hilweh, nel sud del Libano, ha riferito oggi l’agenzia di stampa NNA.
Gli scontri sono scoppiati questa mattina presto ed hanno visto contrapporsi uomini di al Fatah ad altre fazioni palestinesi al culmine di tensioni che covano ormai da tempo, ha riferito l’agenzia di stampa. I militanti, secondo quanto spiegato, hanno fatto uso di armi come mitragliatrici e granate con propulsione a razzo. Ein El Hilweh, situato vicino alla città di Sidone, è il campo profughi più grande del Libano.
Tajani: l’emergenza migranti può peggiorare, ora serve un piano con Ue, G20 e OnuRoma, 14 set. (askanews) – Gli sbarchi record a Lampedusa, il flusso ininterrotto di migranti di questi giorni sono solo la punta dell’iceberg: secondo quanto spiegato in un’intervista al Corriere della Sera dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, la situazione può “perfino peggiorare” nei prossimi mesi. E l’Italia “come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento europeo Metsola che la presidente della Commissione von der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale”. “Non possiamo essere lasciati soli”, ha commentato Tajani.
“O prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel”, ha insistito Tajani.
Migranti, Tajani: situazione peggiorerà, ora piano con Ue, G20 e OnuRoma, 14 set. (askanews) – Gli sbarchi record a Lampedusa, il flusso ininterrotto di migranti di questi giorni sono solo la punta dell’iceberg: secondo quanto spiegato in un’intervista al Corriere della Sera dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, la situazione può “perfino peggiorare” nei prossimi mesi. E l’Italia “come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento europeo Metsola che la presidente della Commissione von der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale”. “Non possiamo essere lasciati soli”, ha commentato Tajani.
“O prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel”, ha insistito Tajani.
Tutte le sfide dell’Ue: cosa ha detto Von der Leyen davanti al Parlamento europeoStrasburgo, 13 set. (askanews) – Mario Draghi chiamato a redigere un rapporto sulla competitività dell’industria europea, da mantenere durante la transizione verde “a qualunque costo” (“whatever it takes”, come disse l’ex presidente della Bce quando con una frase salvò l’euro dagli attacchi dei mercati); un nuovo rappresentante speciale dell’Ue per le Pmi e una nuova proposta per ridurre del 25%, in tutti gli Stati membri, gli obblighi di “reporting” delle imprese, oberate dalla burocrazia. E poi i problemi del mercato del lavoro (penuria di manodopera e di competenze) e dell’ormai persistente alta inflazione. Insieme alla notizia dell’apertura di una indagine anti-sovvenzioni sulle auto elettriche cinesi, sono questi gli annunci e le sfide più importanti per l’industria che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha indicato nella parte dedicata all’economia del discorso su “lo stato dell’Unione” pronunciato oggi a Strasburgo davanti alla plenaria del Parlamento europeo.
“Vedo – ha affermato von der Leyen – tre grandi sfide economiche per il nostro settore industriale nel prossimo anno: la carenza di manodopera e competenze, l’inflazione e la necessità di facilitare il funzionamento delle nostre imprese”. “La prima di queste sfide – ha spiegato – riguarda il nostro mercato del lavoro. Non abbiamo dimenticato i primi giorni della pandemia, quando tutti prevedevano una nuova ondata di disoccupazione di massa simile a quella avvenuta negli anni ’30. Ma noi abbiamo sfidato questa previsione. Grazie al programma ‘Sure’, la prima iniziativa europea sulla riduzione dell’orario di lavoro (col finanziamento dei sistemi nazionali di cassa integrazione, ndr), abbiamo salvato 40 milioni di posti di lavoro. Questa – ha sottolineato von der Leyen – è l’economia sociale di mercato europea in azione. E possiamo esserne orgogliosi”.”Abbiamo poi riavviato subito il nostro motore economico – ha ricordato la presidente della Commissione – grazie a ‘NextGenerationEU’. E oggi stiamo vedendo i risultati: l’Europa è vicina alla piena occupazione. Non ci sono milioni di persone in cerca di lavoro, ma milioni di posti di lavoro in cerca di persone che possano occuparli”.
“La carenza di manodopera e di competenze – ha sottolineato von der Leyen – è a livelli record, qui (in Europa, ndr) e in tutte le principali economie. Il 74% delle Pmi riferisce di dover affrontare carenze di competenze. Nel pieno della stagione turistica, ristoranti e bar in Europa operano con orari ridotti perché non riescono a trovare personale. Gli ospedali rinviano le cure a causa della carenza di infermieri. E due terzi delle aziende europee cercano specialisti in tecnologie informatiche”. “Allo stesso tempo – ha continuato -, milioni di genitori, soprattutto le madri, lottano per conciliare la vita professionale e familiare perché non riescono a trovare una soluzione per la cura dei propri figli. Otto milioni di giovani sono disoccupati e non seguono corsi di istruzione o formazione. I loro sogni, le loro stesse vite, sono in stato di sospensione. E questo non solo provoca grandi sofferenze a queste persone, ma è anche uno dei principali ostacoli alla nostra competitività. Perché la carenza di manodopera ostacola la capacità di innovare, crescere e prosperare”.
“Dobbiamo quindi migliorare l’accesso al mercato del lavoro, soprattutto per i giovani e per le donne. E abbiamo bisogno – ha osservato la presidente della Commissione – di immigrazione di manodopera qualificata. Dobbiamo anche fornire una risposta ai profondi cambiamenti tecnologici, sociali e demografici”, comprese “le nuove sfide legate all’intelligenza artificiale”. “Per questo, dovremmo fare affidamento sulle competenze delle imprese e dei sindacati, i nostri partner nella contrattazione collettiva”, e quindi, ha annunciato la presidente della Commissione, “organizzeremo l’anno prossimo un nuovo vertice delle parti sociali a Val Duchesse”, una residenza storica nella regione di Bruxelles in cui si svolsero i negoziati per il Trattato di Roma sul mercato unico.
“La seconda grande sfida economica”, secondo von der Leyen, “è la persistenza di un’inflazione elevata. Christine Lagarde e la Banca Centrale europea stanno lavorando instancabilmente per frenare l’inflazione, ma sappiamo che il ritorno all’obiettivo di medio termine della Bce (l’inflazione al 2%, ndr) richiederà tempo”. Tuttavia, ha rilevato la presidente della Commissione, “la buona notizia è che l’Europa ha iniziato a ridurre i prezzi dell’energia. Non abbiamo dimenticato che Putin ha deliberatamente utilizzato il gas come arma, né dimenticato i timori di un blackout diffuso e di una crisi energetica come quella degli anni ’70”. “Molti pensavano – ha ricordato ancora von der Leyen – che non avremmo avuto abbastanza energie per superare l’inverno. Ma ce l’abbiamo fatta, perché siamo rimasti uniti e abbiamo messo in comune la nostra domanda e i nostri acquisti di energia”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto, rivendicando qui un altro successo dell’Ue -, a differenza degli anni ’70, abbiamo sfruttato la crisi per investire massicciamente nelle energie rinnovabili e accelerare la transizione pulita. Abbiamo approfittato della massa critica europea per abbassare i prezzi e garantire il nostro approvvigionamento” di gas. “Un anno fa il prezzo del gas in Europa superava i 300 euro per MWh Oggi siamo a circa 35 euro. Dobbiamo quindi cercare di replicare questo modello di successo in altri settori come quello delle materie prime critiche o dell’idrogeno verde”. La terza sfida, infine, è quella di cercare di “facilitare l’attività delle imprese europee”. In particolare “le piccole imprese non hanno la capacità di far fronte alla complessità amministrativa. Oppure sono ostacolate dalla lunghezza delle procedure. Ciò spesso significa che riescono a fare di meno nel tempo a loro disposizione e perdono opportunità di crescita. Ecco perché entro la fine dell’anno – ha annunciato la presidente della Commissione – nomineremo un rappresentante dell’Ue per le Pmi sotto la mia diretta autorità”. “Vogliamo – ha spiegato von der Leyen – che le piccole e medie imprese ci raccontino direttamente quali difficoltà incontrano quotidianamente. Per ogni nuovo testo legislativo effettuiamo un controllo di competitività, affidato a un comitato indipendente. E il mese prossimo presenteremo le prime proposte legislative per ridurre del 25% gli obblighi di rendicontazione a livello europeo”. “Il compito non sarà facile”, ha riconosciuto la presidente della Commissione. “Questa è un’impresa che tutte le istituzioni europee devono portare avanti collettivamente. Dobbiamo quindi collaborare con gli Stati membri affinché l’obiettivo del 25% venga raggiunto a livello nazionale”, ha concluso.