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Israele ha revocato il visto alla coordinatrice umanitaria dell’Onu per “pregiudizi”

Israele ha revocato il visto alla coordinatrice umanitaria dell’Onu per “pregiudizi”Roma, 6 dic. (askanews) – Israele ha revocato il visto a Lynn Hastings, vice coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente e coordinatore Onu per i territori palestinesi occupati, a causa dei “pregiudizi” delle Nazioni unite.

“Non rimarremo più in silenzio di fronte ai pregiudizi delle Nazioni Unite”, ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen aggiungendo che Hastings non si è pronunciata contro Hamas per gli atti commessi durante l’attacco del 7 ottobre. Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, ha detto che ad Hasting è stato revocato il visto la settimana scorsa. Tuttavia, Dujarric ha affermato che il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha “piena fiducia” in Hastings. “Posso solo ribadire la piena fiducia del segretario generale nella signora Hastings, nel modo in cui si è comportata e nel modo in cui ha svolto il suo lavoro”, ha detto Dujarric.

Trump: se rieletto sarò un dittatore solo per un giorno, per trivellare e chiudere i confini

Trump: se rieletto sarò un dittatore solo per un giorno, per trivellare e chiudere i confiniMilano, 6 dic. (askanews) – Donald Trump se rieletto si comporterà come un “dittatore”? “Solo il primo giorno, per trivellare, trivellare, trivellare e chiudere i confini”. L’ex presidente lo ha detto in una intervista a FoxNews, in cui ha attaccato duramente l’inviato speciale per il clima John Kerry: “Va fermato, sta distruggendo l’America”.

Quanto a Biden, “non credo che si candiderà, è in cattive condizioni fisiche. Non penso ce la faccia fisicamente, non è riuscito a sollevare una sedia da spiaggia che solleverebbe un bambino. E dal punto di vista mentale potrei dire che sta altrettanto male, se non peggio”.

Biden: tutto il mondo condanni gli stupri di Hamas del 7 ottobre

Biden: tutto il mondo condanni gli stupri di Hamas del 7 ottobreMilano, 6 dic. (askanews) – Il mondo intero condanni “senza equivoci e senza eccezioni” gli stupri commessi a danno delle donne israeliane dai miliziani di Hamas il 7 di ottobre. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden, parlando ad un evento a Boston.

Biden ha citato i racconti delle sopravvissute, con storie “orrende e di inimmaginabile crudeltà”, i rapporti sui “cadaveri profanati” e la volontà dei terroristi di Hamas di “infliggere quanto più dolore e sofferenza possibili alle donne e alle ragazza prima di ucciderle”: “Tutto ciò è spaventoso”, ha detto il presidente Usa.

L’esercito israeliano: abbiamo circondato Khan Younis, inizia la terza fase della guerra

L’esercito israeliano: abbiamo circondato Khan Younis, inizia la terza fase della guerraRoma, 5 dic. (askanews) – L’esercito israeliano sta circondando Khan Younis, la città più grande nel sud della Striscia di Gaza, lanciando la terza fase dell’operazione di terra contro il gruppo estremista palestinese Hamas. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, il generale Herzi Halevi.

“Dopo 60 giorni dall’inizio della guerra, le nostre forze stanno circondando l’area di Khan Younis nel sud di Gaza. Allo stesso tempo, stiamo operando per rafforzare i risultati nella parte settentrionale della Striscia”, ha detto Halevi, citato dal Times of Israel. Il generale ha quindi annunciato l’avvio della “terza fase” dell’operazione di terra: “Abbiamo catturato molte roccaforti di Hamas nel nord di Gaza, e ora stiamo operando contro i suoi centri di gravità nel sud. Stiamo operando con professionalità, allontanando in anticipo la popolazione dalle aree di combattimento. Stiamo colpendo Hamas sopra e sotto terra, dall’aria, da terra e dal mare”.

Blitz di Putin negli Emirati e in Arabia Saudita, focus su M.O.

Blitz di Putin negli Emirati e in Arabia Saudita, focus su M.O.Milano, 5 dic. (askanews) – “All’ordine del giorno la situazione in Medio Oriente alla luce dell’escalation del conflitto israelo-palestinese”. Con queste poche parole l’ufficio stampa del presidente della Federazione Russa inquadra la visita di Vladimir Putin negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita, in un momento delicatissimo del vicino conflitto. E proprio “con il Regno”, in base a quanto apprende askanews, “la Russia attribuisce grande importanza al mantenimento del dialogo politico nell’interesse del mantenimento della pace e della sicurezza in Medio Oriente e Nord Africa”.

L’ufficio stampa di Putin spiega che con Riad “verranno presi in considerazione l’attuale difficile situazione nella zona del conflitto israelo-palestinese e le modalità per promuovere l’allentamento della tensione. Altri temi possibili sono la risoluzione della situazione in Siria e Yemen e la garanzia della stabilità nell’area del Golfo Persico”. Ma ci sono anche molte altre voci in cima all’agenda di Putin nel Golfo, di natura geostrategica, ma anche economica ed energetica. Oltre al fatto che oggi l’assistente presidenziale Ushakov ha detto che Putin vorrà illustrare il suo punto di vista sull’Ucraina e che il coordinamento tra la Federazione Russa e l’Arabia Saudita nel quadro dell’OPEC+ è una garanzia affidabile per il mantenimento della stabilità nel mercato petrolifero globale.

Ecco le due tappe: ARABIA SAUDITA

Putin incontrerà il principe ereditario e presidente del Consiglio dei ministri del Regno Mohammed bin Salman Al Saud: è il loro primo incontro quest’anno, ma sono stati stabiliti contatti regolari telefonicamente (hanno comunicato cinque volte nel 2023, compreso il 6 settembre). La conversazione precedente si è svolta a Riad durante la visita di stato di Putin in Arabia Saudita nell’ottobre 2019. “Si prevede di discutere le questioni relative all’ulteriore sviluppo della multiforme cooperazione bilaterale, anche nella sfera commerciale ed economica” dicono dall’ufficio stampa, tenuto conto che gli scambi commerciali tra Russia e Arabia Saudita nel periodo gennaio-settembre di quest’anno sono aumentati del 4,8% e ammontano a 1,35 miliardi di dollari. “È previsto uno scambio di opinioni sulle attuali questioni internazionali”, secondo quanto si apprende. “La Russia e l’Arabia Saudita interagiscono nel quadro dei principali formati multilaterali, tra cui l’ONU e il G20. Anche l’Arabia Saudita ha ricevuto l’invito a diventare membro a pieno titolo dei Brics a partire dal primo gennaio 2024”.

Ci sono poi settori che sono stati identificati come aree promettenti per il lavoro congiunto: agricoltura, energia (tradizionale e nucleare), industria, investimenti e spazio. “Intendiamo discutere in modo sostanziale della cooperazione nel campo energetico, compresa l’interazione nel quadro dell’OPEC+. Uno stretto coordinamento russo-saudita in questo formato è una garanzia affidabile del mantenimento di una situazione stabile e prevedibile nel mercato petrolifero globale”, dicono. “Si prevede inoltre di discutere le prospettive di realizzazione del grande progetto infrastrutturale del Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud”. EMIRATI ARABI UNITI “La cooperazione bilaterale è ampia e fruttuosa: il tono è dato dalla stretta comunicazione tra i capi dei nostri Stati”, spiegano dall’ufficio stampa del presidente russo. Putin avrà colloqui con il presidente Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Rapporto diretto per il quale esiste anche un documento che codifica il tutto: le disposizioni della Dichiarazione sul partenariato strategico firmata nel 2018. “I leader si scambieranno opinioni sulle attuali questioni internazionali, anche alla luce dell’adesione degli Emirati Arabi Uniti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (fino alla fine dell’anno)” si apprende. Non molti sanno che gli Emirati Arabi Uniti sono il principale partner economico estero della Russia nel mondo arabo. “I leader dovrebbero rivedere in modo sostanziale gli aspetti chiave della cooperazione commerciale bilaterale, che è attualmente in aumento” viene spiegato. “Nel 2022, gli scambi commerciali hanno rinnovato il loro massimo storico e hanno raggiunto il livello record di 9 miliardi di dollari nel periodo gennaio-settembre di quest’anno (8,8 miliardi di dollari, con un aumento del 63% rispetto ai dati dello stesso periodo dell’anno scorso). Ciò è notevolmente facilitato dal lavoro attivo della Commissione intergovernativa (co-presieduta da Denis Manturov). Una componente significativa delle relazioni Russia-Emirati è la cooperazione industriale. Dalla produzione congiunta di auto premium “Aurus” alle aziende petrolifere russe Lukoil, Gazprom, Novatek, che insieme alla compagnia nazionale di Abu Dhabi Adnoc, “stanno realizzando grandi progetti comuni”. Anche gli Emirati “hanno ricevuto un invito ad aderire all’associazione Brics come membro a pieno titolo dal primo gennaio, il che apre ulteriori opportunità per approfondire l’interazione russo-emirati sulla scena mondiale”, soprattutto tenendo conto dell’imminente presidenza nel 2024 della Russia in questa associazione.

Essequibo, Brasile in allerta ha già preparato uno scenario di guerra

Essequibo, Brasile in allerta ha già preparato uno scenario di guerraMilano, 5 dic. (askanews) – Le tensioni sulla possibilità di un conflitto in Sud America sono aumentate dopo che il Venezuela ha approvato, con un referendum domenica, la proposta del suo governo di creare un nuovo Stato a Essequibo, la regione che comprende il 70% del territorio della Guyana ed è contesa da entrambi i Paesi. Lo riportano i media brasiliani.

Sebbene il Brasile ufficialmente consideri improbabile il conflitto, le Forze Armate hanno già preparato uno scenario per questa possibilità e aumentato il livello di allerta nella regione, come ha detto una fonte della presidenza Lula. È stata addirittura ampliata la presenza di militari brasiliani ai due confini con Venezuela e Guyana, con veicoli blindati. “C’è ancora un altro punto di tensione, con gli Stati Uniti: Washington progetta di installare basi militari a Essequibo – sostiene il portale brasiliano G1 in un podcast – e, la settimana scorsa, ha inviato militari di alto rango del Comando meridionale delle forze armate in Guyana per discutere della sicurezza del paese. In altre parole, il Paese non sarebbe solo nella disputa”.

Intanto il presidente del Venezuela, Nicolßs Maduro, strenuo alleato del Cremlino di Vladimir Putin, ha dichiarato lunedì che il paese cerca di “costruire consenso” e che “riuscirà a recuperare l’Essequibo”. Maduro, ad aprile ha ricevuto a Caracas il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, con il quale ha parlato a lungo di cooperazione strategica in vari settori, fra cui l’energia, la finanza e il commercio. Mentre in molti sostengono che da tempo le forze della Wagner sono presenti in Venezuela. Non vi sono indicazioni da parte del governo brasiliano per l’immediato avvio di un’operazione militare al confine con il Venezuela, ma uno stato di allerta e la valutazione che la diplomazia brasiliana dovrà alzare i toni per mediare la controversia: attualmente c’è una posizione di non intervenire sulla questione, si legge. Di per sé, il fatto che il Brasile sia già d’intralcio rende difficile una possibile invasione terrestre, data la neutralità del Brasile nella disputa e l’improbabilità che Maduro scelga uno scontro con il presidente Lula sulla questione.

Anche così, l’incursione in Guyana dovrebbe avvenire attraverso una foresta fitta e fitta, il che rende impossibile l’avanzata delle truppe. Ma una possibilità resta e sarebbe via mare.

Israele: siamo in una seconda fase della guerra. Accerchiato il campo profughi di Jabalia

Israele: siamo in una seconda fase della guerra. Accerchiato il campo profughi di JabaliaRoma, 5 dic. (askanews) – Mentre Israele afferma di aver preso il controllo di alcune postazioni militari di Hamas nel nord di Gaza, un alto portavoce del governo dello Stato ebraico ha detto oggi che la seconda fase della guerra con il movimento estremista palestinese si prospetta difficile.

“Stiamo andando avanti con la seconda fase adesso. Una seconda fase che sarà difficile militarmente”, ha commentato questa mattina, Eylon Levy, in un briefing alla stampa. Israele si attende combattimenti difficili, ma è aperto a “feedback costruttivi” sulla riduzione dei danni ai civili purché questi siano coerenti con il suo obiettivo di distruggere Hamas, ha aggiunto Levy. In particolare, le truppe israeliane hanno “completato l’accerchiamento” del campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, hanno confermato oggi le forze armate dello Stato ebraico, che stanno cercando di completare le operazioni offensive contro i militanti di Hamas nel nord dell’enclave palestinese. Il campo, il più grande di Gaza, è stato colpito da rinnovati attacchi israeliani negli ultimi giorni dopo la fine di una settimana di pausa umanitaria nel conflitto. In una dichiarazione, l’IDF ha affermato di aver “operato contro le roccaforti di Hamas a Jabalia”. “Le forze dell’IDF e dell’ISA (Agenzia per la Sicurezza) hanno condotto un raid mirato contro un centro di comando e controllo di Hamas”, è stato aggiunto.

L’IDF ha anche affermato di “aver preso il controllo delle postazioni militari chiave da cui sono stati effettuati attacchi contro le truppe dell’IDF”. Secondo quanto spiegato, armi e lanciatori sono stati localizzati “in complessi civili”, mentre alcuni “razzi sono stati trovati e distrutti nel giardino di una residenza nel nord della Striscia di Gaza”. “Almeno 60.000 persone a Gaza sono state costrette a trasferirsi nei rifugi dell’Unrwa già sovraffollati, molte delle quali sono state sfollate più volte” dall’inizio della guerra. Lo ha dichiarato il direttore dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, precisando che l’ordine di evacuazione israeliano scattato dopo la ripresa delle ostilità “ha costretto le persone in massa in meno di un terzo del territorio della Striscia di Gaza”, ovvero un centinaio di chilometri quadrati. La ripresa dei bombardamenti israeliani dopo la fine della tregua sono stati preceduti da “un nuovo ordine di evacuazione da Khan Yunis a Rafah”, “che ha causato panico, paura e ansia”, ha aggiunto Lazzarini.

Per quanto riguarda le vittime, l’IDF ritiene che il bilancio complessivo delle vittime di Gaza rivendicato da Hamas sia abbastanza accurato e che siano stati uccisi più civili che agenti di Hamas. Questo secondo quanto riportato da AP e AFP, che citano funzionari israeliani anonimi. I commenti sono emersi da un briefing ufficioso per i giornalisti stranieri condotto da ufficiali militari. Un ufficiale dell’IDF, citato dall’AP, afferma che almeno 15.000 palestinesi di Gaza sono morti dallo scoppio della guerra il 7 ottobre. L’esercito afferma di stimare che più di 5.000 dei morti di Gaza siano terroristi di Hamas. Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato oggi che finora sono state uccise circa 15.900 persone nella Striscia.

Cuba, muore Juanita sorella minore di Fidel Castro e spia della Cia

Cuba, muore Juanita sorella minore di Fidel Castro e spia della CiaMilano, 5 dic. (askanews) – La sorella minore del politico cubano Fidel Castro, Juanita Castro, è morta il 4 dicembre a Miami (Florida) all’età di 90 anni. Lo ha affermato la sua rappresentante Maria Antonietta Collins sui social.

“Questa è la notizia che non ho mai voluto dare, ma che come suo portavoce negli ultimi trent’anni della sua vita devo comunicare” ha scritto. “Oggi, a 90 anni, ci ha preceduto sulla strada della vita e della morte Juanita Castro, donna eccezionale, lottatrice instancabile per la causa della sua Cuba che amo tanto. Sua sorella Enma e la sua famiglia allargata chiedono privacy in questo momento così doloroso. Non ci saranno interviste e secondo la sua volontà il suo funerale sarà privato. Chiediamo le vostre preghiere per l’eterno riposo dell’anima”. Juanita Castro lasciò l’isola nel 1964, dopo di che criticò pubblicamente ripetutamente le autorità cubane. In seguito disse di aver collaborato con la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti dal 1961 (nome in codice Donna). In un libro descrisse Fidel come spietato, egoista e arrogante. “La conversione radicale di Fidel al comunismo non è avvenuta per convinzione politica ma semplicemente perché aveva bisogno del potere, che è l’unica cosa di cui si è sempre interessato. Senza i russi non sarebbe potuto andare avanti” ha scritto.

La sua collaborazione fu un raro successo durante la Guerra Fredda per i maestri dello spionaggio incaricati di rovesciare l’alleato tropicale dell’Unione Sovietica.

Hamas informato da spia su basi militari Israele per il 7 ottobre

Hamas informato da spia su basi militari Israele per il 7 ottobreRoma, 5 dic. (askanews) – Hamas aveva un probabilmente un informatore tra le fila dell’esercito israeliano. Secondo un documento presentato dall’esercito israeliano, i terroristi di Hamas in occasione del 7 ottobre disponevano di informazioni dettagliate sulla disposizione dei locali, sulle armi dei soldati e sul sistema di sicurezza della base israeliana attaccata, informazioni che solo una persona interna o molto vicina all’Idf poteva avere.

Hamas – dicono fonti di intelligence citate dal Guardian – aveva, innegabilmente, preparato meticolosamente il suo raid mortale. Il 7 ottobre i suoi miliziani hanno ucciso più di 1.200 persone, la stragrande maggioranza delle quali erano civili. Il movimento islamico aveva anche un informatore in Israele, che gli ha fornito i piani per una base militare vicino alla Striscia di Gaza. Tali dettagli non avrebbero potuto essere forniti senza “conoscenze interne”, secondo l’IDF, che ha recuperato numerosi documenti nei depositi nascosti di Hamas e sui corpi dei terroristi neutralizzati dopo il raid. Alcuni documenti sono stati presentati alla stampa questo lunedì. La maggior parte non può essere descritta in modo troppo preciso per non compromettere le operazioni in corso. Tuttavia, è stato rivelato un piano, originariamente scritto a mano, che descriveva nei dettagli come impadronirsi di un posto di comando israeliano al confine con la Striscia di Gaza. Elenca in dettaglio le armi a disposizione dei soldati, nonché il preciso sistema di sicurezza disegnato a mano.

Un altro documento, descritto dall’IDF come una “lista di controllo degli ostaggi”, prevede di il piano di sequestrare varie persone “uccidendo coloro che causano problemi o tentano di scappare”. Il documento raccomanda di usare espressioni ebraiche, tradotte foneticamente dall’arabo con parole come “alza le mani e allarga le gambe” o “togliti i vestiti”. Secondo gli esperti intervistati dal quotidiano britannico, i dettagli delle informazioni suggeriscono che questo attacco era stato preparato da anni. I computer e i notebook recuperati mostrano la pianificazione di Hamas. Ma anche indicazioni sui luoghi militari e sui punti chiave da presidiare nel centro di Israele in caso di sfondamento nel cuore dello Stato ebraico. I miliziani portavano con sé telefoni con SIM locali, nonché walkie-talkie israeliani, ma anche un trasmettitore radio con batteria solare.

L’esercito israeliano ha anche recuperato una mappa di una parte di Gaza, crivellata di fori di proiettile, che ha rivelato siti militari di Hamas precedentemente sconosciuti.

Ucraina, oggi Zelensky in video “classificato” ai senatori Usa

Ucraina, oggi Zelensky in video “classificato” ai senatori UsaMilano, 5 dic. (askanews) – “Perché se l’Ucraina cade, Putin non si fermerà”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rivolgerà in video ai senatori Usa durante un briefing riservato: il tutto dopo che l’amministrazione Biden ha sollecitato il Congresso ad approvare la richiesta di quasi 106 miliardi di dollari della Casa Bianca per fondi per le guerre in Ucraina, Israele e altre esigenze di sicurezza. “Esorto ogni singolo senatore a pensare a dove siamo in questo momento storico: la sicurezza nazionale americana è in gioco in tutto il mondo, in Europa, in Medio Oriente, nell’Indo-Pacifico” ha dichiarato in aula il leader della maggioranza Usa al Senato Chuck Schumer, secondo quanto trasmesso dalle tv americane.

“L’amministrazione ha invitato il presidente Zelensky a parlare ai senatori in video classificato: fa parte del nostro briefing riservato (di oggi, ndr), così potremo sentire direttamente da lui esattamente la posta in gioco in questa votazione. Ho chiesto a tutti i senatori, a tutti i senatori (ha ripetuto Schumer) di partecipare a questo importante briefing”, ha detto il senatore democratico. Schumer ha spiegato che se Kiev cadesse, non soltanto il presidente russo si sentirebbe più forte e autorizzato a continuare nel riprendersi pezzi dell’ex Urss, ma anche altri esponenti di regimi autoritari ne uscirebbero ringalluzziti e si entrerebbe in “un’era di declino”. “I dittatori, gli autocrati stanno conducendo una guerra contro la democrazia, contro i nostri valori, contro il nostro modo di vivere: ecco perché approvare è così importante, perché determineremo la traiettoria della democrazia per gli anni a venire. Siamo in un momento storico stasera” ha aggiunto.

Il senatore Schumer ha presentato un disegno di legge con l’obiettivo di avanzare la richiesta di aiuti supplementari di emergenza per l’Ucraina, Israele, l’Indo-Pacifico e la sicurezza delle frontiere, chiedendo che “disaccordi sull’immigrazione” non “ci impediscano di fare quello che dobbiamo fare per la sicurezza dell’America”. Intanto sono in corso colloqui sulla componente relativa alla sicurezza delle frontiere del disegno di legge, che ne ha bloccato del pacchettol’esame e l’approvazione sia al Senato che alla Camera.

La difficile accoglienza a Capitol Hill del pacchetto voluto dal presidente Usa Joe Biden, è infatti legato non soltanto al crescente scetticismo del GOP sull’entità dell’assistenza per l’Ucraina, ma anche al fatto che i repubblicani favorevoli ai finanziamenti stanno insistendo su cambiamenti nella politica di confine tra Stati Uniti e Messico, per fermare il flusso di migranti e usano le loro posizioni in merito come condizione per l’assistenza a Kiev.