Putin riceve Kim al cosmodromo di Vostochny: “Parleremo di tutto”Roma, 13 set. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il leader nordcoreano Kim Jong Un al suo arrivo al cosmodromo russo di Vostochny, nella regione dell’Amur. La stretta di mano tra i due leader ha avuto luogo all’ingresso principale dell’edificio di assemblaggio e collaudo del complesso tecnico unificato dei veicoli di lancio, ha riferito la Ria Novosti. “Grazie per averci invitato”, ha detto Kim a Putin mentre si salutavano.
Putin e Kim ispezioneranno il cosmodromo di Vostochny e poi terranno colloqui privati. “Discuteremo di tutto”, ha confermato il leader del Cremlino quando gli è stato chiesto se la cooperazione tecnico-militare sarà all’ordine del giorno dell’incontro. “Parleremo di tutte le questioni, lentamente. C’è tempo”, ha aggiunto Putin.
Quanto alla possibilità che la Russia aiuti Pyongyang a costruire satelliti, Putin ha precisato: “Ecco perché siamo venuti al cosmodromo di Vostochny”. “Il leader della RPDC mostra grande interesse per la tecnologia missilistica e sta cercando di sviluppare quella spaziale”, ha sottolineato ancora il leader del Cremlino.
Ue, cosa dirà von der Leyen nel suo ultimo discorso sullo stato dell’UnioneStrasburgo, 12 set. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, pronuncerà mercoledì 13 settembre a Strasburgo il suo ultimo “discorso sullo stato dell’Unione” di questa legislatura europarlamentare e del suo mandato alla guida dell’Esecutivo comunitario. Un discorso che sarà impostato sostanzialmente sull’imperativo di passare ora all’attuazione concreta, sul terreno, in questo scampolo di legislatura europea, delle molte decisioni legislative che sono state proposte e poi in gran parte adottate definitivamente in questi anni, soprattutto in campo ambientale, climatico, energetico e digitale. Restano, tuttavia, almeno due importantissime decisioni legislative che bisognerà cercare di portare in porto prima della fine della legislatura: il regolamento sull’intelligenza artificiale e il “Patto” su immigrazione e asilo.
Von der Leyen, a quanto hanno riferito nel pomeriggio fonti qualificate della Commissione, comincerà con una rivendicazione orgogliosa: quella di aver concretizzato il 92% degli impegni presi riguardo alla proposte (legislative e non legislative) che aveva annunciato, e che ora sono state approvate o sono nella fase finale dei negoziati con i co-legislatori: il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. Alla vigilia del discorso non è chiaro tuttavia, se questa percentuale si riferisca solo all’ultimo anno (ovvero agli impegni presi nell’ultimo discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2022), o a tutto il mandato di questa Commissione fino ad ora, dal primo dicembre 2019. Secondo uno studio appena pubblicato dal Parlamento europeo, infatti, se si guarda a tutto il mandato, la percentuale, pur restando elevata, è comunque più bassa: il 69%, ovvero 420 iniziative andate in porto rispetto alle 610 annunciate.
Secondo le fonti della Commissione, Von der Leyen rivendicherà in particolare i grandi progressi fatti per quanto riguarda la “doppia transizione” (il Green Deal su clima, energia e ambiente e la transizione digitale), nonché sulla cosiddetta “autonomia geostrategica” riguardo alle catene del valore (soprattutto su semiconduttori e materie prime strategiche), e anche sull’uguaglianza di genere. Per quanto riguarda quello che resta da fare nei prossimi mesi (il Parlamento europeo avrà la sua ultima plenaria nell’aprile 2024, prima delle elezioni di giugno), la presidente della Commissione metterà fortemente l’accento sull’intelligenza artificiale, sulle opportunità e i rischi che presenta, e chiederà che sia concluso in tempo il negoziato legislativo in corso su una proposta di regolamento presentata su questo tema dall’Esecutivo Ue.
Inoltre, von der Leyen sottolineerà che siccome gran parte delle iniziative legislative, soprattutto riguardo al Green Deal, sono ormai state presentate, il lavoro legislativo è ormai concluso e bisogna spostare ora il focus sull’attuazione delle norme. Il Green Deal, ricorderà la presidente della Commissione, ha un’importanza fondamentale per la competitività e per la transizione della nostra industria. E sarà necessario un “nuovo dialogo” con l’industria stessa e con i cittadini “per assicurare che l’attuazione sia fatta “in modo collaborativo”, hanno indicato le fonti. Bisognerà garantire, inoltre, che l’industria europea abbia accesso alle materie prime critiche, che resti competitiva, e che ci siano condizioni giuste di concorrenza internazionale soprattutto riguardo al “clean-tech” e al settore automotive, in particolare per i veicoli elettrici. In altre parole, dovrebbe essere ridotta al minimo la produzione di iniziative legislative da parte dei servizi della Commissione, che si concentreranno piuttosto sui rapporti e gli accordi con le autorità nazionali, sul monitoraggio e la valutazione dell’attuazione delle nuove norme, sulla riduzione del carico burocratico e la facilitazione degli investimenti per le imprese, sull’accelerazione delle procedure autorizzative e dei permessi (in particolare per le energie rinnovabili).
Von der Leyen parlerà inoltre “di biodiversità, della importanza degli agricoltori e di sicurezza alimentare” (un modo per prendere in conto le critiche e gli attacchi al Green Deal venuti non solo dai Conservatori e dall’estrema destra, ma anche dal “suo” Ppe riguardo alle norme sul ripristino della natura). Una parte del discorso riguarderà gli accordi commerciali, quelli già conclusi, da attuare o da rafforzare, e quelli ancora da concludere. Rispetto all’anno scorso, nel discorso ci si attende che vi sia molto meno spazio dedicato alla guerra russa in Ucraina, mentre il focus qui sarà spostato piuttosto su ciò che serve per poter arrivare all’adesione dell’Ucraina all’Ue. Quel che serve non solo da parte dell’Ucraina, ma anche da parte dell’Ue, le riforme necessarie per poter procedere a questo allargamento, al momento opportuno. Non mancherà, ovviamente, il capitolo immigrazione: von der Leyen evidenzierà che non si era mai arrivati, come oggi, così vicini a una possibile approvazione del Patto su migrazione e asilo da parte dei co-legislatori, dopo anni in cui era stato sostanzialmente bloccato in Consiglio Ue (la proposta del Patto era stata presentata il 23 settembre del 2020). L’immigrazione è un fenomeno strutturale, che non scomparirà comunque, e quindi va affrontato e gestito in modo strutturale: innanzitutto con il Patto, che però da solo non basta. Serviranno anche gli accordi con i paesi di provenienza e di transito, come il Memorandum d’intesa con la Tunisia, il rafforzamento della lotta ai trafficanti, e soprattutto servono lo sviluppo economico, il commercio e gli investimenti in quei paesi, in particolare attraverso le iniziative del “Global Gateway” dell’Ue, hanno concluso le fonti.
La Camera Usa apre formalmente l’indagine di impeachment nei confronti di BidenNew York, 12 set. (askanews) – “Oggi sto ordinando alla nostra commissione della Camera di aprire un’indagine formale di impeachment nei confronti del presidente Joe Biden. Questo passo logico darà alle nostre commissioni tutto il potere di raccogliere tutti i fatti e le risposte per il pubblico americano”, ha detto il presidente della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy in una conferenza stampa.
L’indagine sarà condotta dal deputato repubblicano James Comer che presiede il comitato di sorveglianza della Camera, in coordinamento con il presidente del comitato giudiziario Jim Jordan dell’Ohio e dal deputato Jason Smith del Missouri. L’impeachment concede ai repubblicani più potere su un’indagine che vuole provare come Biden, da vicepresidente, avrebbe tratto profitto dagli affari di suo figlio Hunter. I repubblicani al Senato continuano a restare scettici sul fatto che la Camera abbia prove sufficienti per giustificare un’indagine di impeachment.
La Commissione Ue propone nuove norme contro i ritardi dei pagamenti alle piccole e medie impreseStrasburgo, 12 set. (askanews) – La Commissione europea ha presentato questo pomeriggio a Strasburgo una serie di iniziative per rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese (Pmi), che rappresentano il 99% delle aziende nell’economia dell’Ue, e che sono “motori essenziali delle transizioni verde e digitale dell’Europa, ma continuano ad affrontare imprevedibilità e volatilità a causa di una serie di crisi negli ultimi anni”, come afferma l’Esecutivo comunitario in una nota.
Le iniziativa più importanti del pacchetto, che hanno natura legislativa, sono la proposta di regolamento sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e la proposta di direttiva che istituisce un “sistema fiscale delle sedi centrali” per le Pmi a carattere transfrontaliero. Le altre iniziative mirano a potenziare ulteriormente l’accesso delle Pmi ai finanziamenti, a migliorare il contesto imprenditoriale e a sostenere la crescita delle Pmi a media capitalizzazione, affinché possano sfruttare appieno il loro potenziale economico. Il nuovo Regolamento Ue sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali abroga e sostituisce la Direttiva del 2011 sui ritardi di pagamento, che non è stata abbastanza efficace a causa delle molte deroghe che prevedeva. I ritardi di pagamento (spesso da parte delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle aziende fornitrici di beni e servizi) sono “una pratica sleale che compromette il flusso di cassa delle Pmi e ostacola la competitività e la resilienza delle catene di fornitura”, ricorda la Commissione nella sua nota.
La nuova proposta (che essendo un regolamento è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, senza dover essere trasposta nel diritto nazionale attraverso una legge ad hoc, come avviene invece con le direttive) mantiene il limite massimo di pagamento di 30 giorni, già prevista dalle norme in vigore, ma elimina le ambiguità, con molte possibilità di deroghe (fino a 120 giorni), e colma le lacune giuridiche dell’attuale direttiva. Con le nuove norme, una deroga di 30 giorni al massimo sarà permessa solo in situazioni in cui sia “necessaria a causa della natura speciale del contratto” La nuova proposta garantisce inoltre il pagamento automatico degli interessi e delle compensazioni maturati in caso di ritardo e introduce nuove misure di esecuzione e di ricorso per tutelare le imprese dai cattivi pagatori. “Non devo ricordare – ha detto in italiano il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, in conferenza stampa oggi a Strasburgo – quanto importante il sistema delle Pmi per l’economia italiana; tra le economie europee è forse tra quelle in cui questa realtà è più determinante. E’ chiaro che si tratta di una sfida per tutti i paesi europei, compresa l’Italia: rispettare tempi stringenti ed evitare ritardi di pagamenti”.
“Penso – ha aggiunto Gentiloni – che sia una sfida condivisa dal punto di vista politico-culturale nel nostro paese, e penso che bisognerà attrezzarsi discutendo anche con le autorità europee per rendere – ha concluso – l’attuazione di questo regolamento credibile e praticabile”. L’altra proposta, la direttiva sul sistema fiscale della sede centrale per le Pmi, darà alle imprese che operano a livello transfrontaliero attraverso stabili organizzazioni la possibilità di interagire con una sola amministrazione fiscale, quella della sede centrale, invece di dover conformarsi a più sistemi fiscali. Secondo la Commissione, questa direttiva aumenterà la certezza e l’equità fiscale, e ridurrà i costi di conformità e le distorsioni del mercato che influenzano le decisioni aziendali, riducendo al minimo il rischio di doppia imposizione e di controversie fiscali.
La prevista diminuzione dei costi di adeguamento dovrebbe, in particolare, favorire gli investimenti e l’espansione transfrontaliera nell’Ue, afferma la Commissione, perché “le Pmi che operano in diversi Stati membri saranno in grado di massimizzare pienamente la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali senza essere ostacolate da inutili ostacoli di natura fiscale”.
Ucraina, il cardinale Zuppi in missione (voluta dal Papa) a Pechino da domani a venerdìRoma, 12 set. (askanews) – “Nei giorni 13 – 15 settembre 2023, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, si recherà a Pechino, quale Inviato del Santo Padre Francesco. La visita costituisce un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta”. Lo fa sapere l’ufficio stampa vaticano in un comunicato.
Il consigliere di Zelensky contro Onu e Aiea: sono organizzazioni fittizieRoma, 12 set. (askanews) – Il consigliere presidenziale ucraino Mikhail Podolyak ha lanciato una dura critica alle Nazioni Unite, all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e a diverse altre organizzazioni, definite “fittizie”.
“L’Onu è in realtà un’organizzazione del tutto inesistente, un gruppo di pressione che serve a far guadagnare soldi per una buona vecchiaia alle persone che ricoprono posizioni di rilievo al suo interno. Onu, Aiea, Croce Rossa, Amnesty International (…) sono tutte organizzazioni fittizie che intasano le nostre coscienze con valutazioni spazzatura”, ha dichiarato il consigliere di Zelensky Podolyak in un’intervista al quotidiano ucraino Novoye Izdanie. Ha aggiunto che se organizzazioni del genere non esistessero, molte cose sarebbero risolte “meglio e più velocemente”. Quella di Podolyak non è la prima dichiarazione sopra le righe da parte di responsabili ucraini.
Nell’ottobre 2022, il presidente del Paese, Vladimir Zelensky, ha sollevato dall’incarico l’ambasciatore ucraino in Kazakistan, Petr Vrublevsky, che aveva chiesto l’uccisione di “quanti più russi possibile”. A sua volta, l’ex ambasciatore ucraino a Berlino Andrei Melnik ha paragonato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a una “salsiccia di fegato offesa” nel maggio dello stesso anno, mentre a ottobre ha commentato il piano di pace Russia-Ucraina proposto dal miliardario Elon Musk, dicendo: “Fottiti, questa è la mia risposta diplomatica”.
Google, si apre processo antitrust su monopolio mercatoNew York, 12 set. (askanews) – Google e il Dipartimento di Giustizia americano da oggi esporranno le prime argomentazioni nel più grande processo antitrust mai celebarto negli Usa negli ultimi 20 anni. Il gigante della ricerca online è accusato di mantenere il dominio del mercato attraverso accordi illegali con alcune società di telefonia e con alcuni browser.
Il processo, che non prevede una giuria, è guidato dal giudice distrettuale americano Amit Mehta, che potrebbe ordinare lo scioglimento o modifiche sostanziali delle clausole con cui Google promuove il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia ha affermato che gli accordi di Google, con aziende come Apple e Samsung per rendere il suo motore di ricerca l’opzione predefinita su browser web e sui telefoni cellulari, hanno contribuito illegalmente a mantenere un monopolio in quel mercato. Google si è difeso dicendo di competere equamente per i contratti e che gli utenti possono facilmente abbandonare le impostazioni predefinite.
Google gestisce circa il 90% delle query di ricerca in tutto il mondo, supportando un’attività pubblicitaria di oltre 160 miliardi di dollari.
Putin boccia la pace: non durante controffensiva UcrainaMilano, 12 set. (askanews) – L’Ucraina avvierà i colloqui di pace solo quando avrà esaurito le risorse: così dice di ritenere il presidente russo Vladimir Putin, intervenuto a un forum economico nel Lontano oriente russo, a Vladivostok, nell’attesa dei colloqui con il leader nordcoreano Kim Jong-un – giunto in Russia – ai quali parteciperà anche il ministro della Difesa Sergei Shoigu, secondo il Cremlino. E che gli Usa hanno avvertito: Pyongyang potrebbe fornire armi a Mosca da utilizzare sul campo di battaglia in Ucraina.
Putin ha detto che molti potenziali mediatori gli hanno chiesto se la Russia fosse pronta a smettere di combattere, ma lui ha spiegato che la Russia difficilmente potrebbe smettere di combattere quando si trova ad affrontare una controffensiva ucraina. “Ebbene, come possiamo fermare le ostilità se l’altra parte sta conducendo una controffensiva. Cosa dovremmo fare? Contrattaccheranno e noi diremo: ‘ci fermiamo’. Non siamo trockisti”, ha detto Putin con chiara ironia. Secondo il leader del Cremlino la controffensiva dell’Ucraina contro le forze russe finora è fallita e l’esercito ucraino ha subito pesanti perdite. Ma “ho l’impressione che vogliano fare il passo più lungo possibile e poi, quando le loro risorse saranno vicine allo zero, ottenere la cessazione delle ostilità e avviare negoziati per ricostituire le loro risorse e ripristinare la capacità di combattimento”, ha detto Putin.
Putin si è inoltre detto “non certo” che i britannici capiscano cosa significhi il loro addestrare militari ucraini sul territorio britannico, destinati a “far saltare obiettivi in Russia”, dopo aver affermato con sicurezza che i sabotatori ucraini catturati in Russia “hanno ricevuto istruzioni dai servizi” di Sua Maestà. Se gli Stati Uniti – dice Putin – credono che l’Ucraina sia pronta per i negoziati, annullino il decreto di Volodymyr Zelensky che li vieta. Ha anche affermato che la decisione dell’Occidente di fornire all’Ucraina bombe a grappolo e munizioni all’uranio impoverito è un crimine, ma che sebbene tali forniture possano prolungare la guerra, non ne cambieranno l’esito finale. Oltre a criticare la decisione dell’Occidente di fornire all’Ucraina jet F-16.
E poi in merito alle voci su una possibile nuova mobilitazione di massa, Putin ha detto che ogni giorno tra i mille e i 1500 russi si arruolano. E a proposito di mobilitazione, oggi, si è parlato anche di “mobilitazione della Chiesa” russa, dall’altra parte del Paese, a San Pietroburgo. “Oggi dobbiamo mobilitare tutti: i militari, le forze politiche” ha detto il patriarca russo Kirill. “E, naturalmente, la Chiesa deve essere mobilitata: innanzitutto per pregare per le nostre autorità, l’esercito, ma anche per essere lì, in prima linea, come il nostro meraviglioso reggimento di sacerdoti, che lavorano e, purtroppo, muoiono, ma non lasciano la prima linea”, ha detto il primate prima della processione con le reliquie del principe Alexander Nevsky dopo la liturgia. Secondo Ria Novosti, “uno stendardo raffigurante l’immagine miracolosa di Gesù Cristo sarà portato dai credenti durante la processione nel Giorno della memoria delle reliquie del principe Nevsky, dopo di che saranno inviati nel Donbass, nella zona di guerra”. L’agenzia cita l’arciprete Alexander Pashko, sacerdote della cattedrale di Kazan. Cinque sacerdoti militari sono già morti al fronte, ha ricordato il patriarca.
Kirill dice che “in Ucraina ‘forze del male’ hanno scatenato la lotta contro di noi”Milano, 12 set. (askanews) – Il patriarca russo ortodosso Kirill ha invitato gli ortodossi a “difendere la Patria”, come ha fatto Alexander Nevsky (1220-1263), famoso per le epiche gesta militari ed eroe nazionale russo. “Oggi la Russia si trova di fronte al compito più importante: uscire vittoriosa dalla lotta che le forze del male stanno scatenando contro di noi” ha detto durante le celebrazioni a San Pietroburgo legate alla figura di Nevsky. “E non dobbiamo affatto minimizzare la complessità del momento che stiamo vivendo. Oggi dobbiamo mobilitare tutti: i militari, le forze politiche. E, naturalmente, la Chiesa deve essere mobilitata: innanzitutto per pregare per le nostre autorità, l’esercito, ma anche per essere lì, in prima linea, come il nostro meraviglioso reggimento di sacerdoti, che lavorano e, purtroppo, muoiono, ma non lasciano la prima linea”, ha detto il primate prima della processione con le reliquie del principe Alexander Nevsky dopo la liturgia.
Secondo Ria Novosti, “uno stendardo raffigurante l’immagine miracolosa di Gesù Cristo sarà portato dai credenti durante la processione nel Giorno della memoria delle reliquie del principe Nevsky, dopo di che saranno inviati nel Donbass, nella zona di guerra”. L’agenzia cita l’arciprete Alexander Pashko, sacerdote della cattedrale di Kazan. Cinque sacerdoti militari sono già morti al fronte, ha ricordato il patriarca.
In Marocco arrivano i soccorritori stranieri: almeno 2.862 le vittimeRoma, 12 set. (askanews) – Il bilancio delle vittime del terremoto in Marocco ha superato le 2.800 persone, mentre un numero limitato di squadre di soccorso straniere si è unito alla crescente corsa contro il tempo per trovare eventuali superstiti sulle montagne dell’Atlante, dove molti villaggi rimangono inaccessibili.
Le autorità marocchine, ricorda oggi il Guardian, hanno affermato di avere “risposto favorevolmente” alle offerte di aiuto delle squadre di ricerca e soccorso di Spagna, Qatar, Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti, ma non hanno ancora accettato ulteriori proposte di aiuto da altri paesi nonostante la natura urgente della situazione. Italia, Francia e Turchia, tra gli altri, hanno offerta la loro disponibilità immediata a fornire assistenza. L’agenzia di stampa statale marocchina ha affermato che le autorità di Rabat “hanno effettuato una valutazione precisa dei bisogni sul campo, dato che il mancato coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente”. Il re del Marocco Mohammed VI nel frattempo ha ringraziato i paesi amici per le loro offerte di aiuto. Il terremoto di magnitudo 6,8 di venerdì ha colpito anche un gruppo isolato di villaggi montuosi a 45 miglia a sud di Marrakech e ha scosso le infrastrutture fino alla costa settentrionale del paese.
La TV di stato ha riferito che il bilancio delle vittime è salito a 2.862, con 2.562 feriti, e ci sono aspettative che il bilancio possa aumentare man mano che le squadre di soccorso raggiungono questi villaggi remoti in alta montagna. Le riprese dei droni dei canali televisivi locali hanno mostrato le tradizionali case di mattoni di fango completamente rase al suolo. “Finora non abbiamo trovato superstiti, solo morti sepolti sotto le macerieà l’odore dei cadaveri è molto, molto forte. Non abbiamo ancora né elettricità né acqua”, ha detto Aziz, un abitante di un villaggio di Ijoukak, vicino all’epicentro del terremoto, citato dal Guardian, confermando che gli aiuti e gli operatori d’emergenza sono finalmente arrivati nell’area. Ma i borghi sulle colline intorno a Ijoukak rimangono inaccessibili. “Anche i muli e gli asini non sono riusciti ad arrivare lassù perché ci sono enormi massi che bloccano le strade”, ha spiegato.