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Modi chiude il G20, testimone a Lula (che invita Putin a Rio)

Modi chiude il G20, testimone a Lula (che invita Putin a Rio)Nuova Delhi, 10 set. (askanews) – Cala il sipario sul G20 di Nuova Delhi e Narendra Modi passa il testimone al presidente brasiliano Lula, che assumerà la presidenza da dicembre e la cui prima ‘uscita’ fa subito discutere. “Putin sarà invitato. Se io sono presidente del Brasile e lui viene in Brasile non c’è alcuna possibilità che venga arrestato”, ha assicurato, riferendosi al mandato di arresto emesso nei confronti del presidente russo dalla Corte penale internazionale. Per Lula “non possiamo lasciare che l’agenda delle discussioni del G20 sia ostaggio di questioni geopolitiche. Non abbiamo interesse a un G20 diviso”.

Lula, questa mattina, ha ricevuto da Modi il martelletto simbolo della presidenza e ha chiuso i lavori anticipando i temi della sua presidenza, che avrà il momento clou nel summit dei leader a novembre a Rio de Janeiro. “La presidenza brasiliana – ha spiegato – ha tre priorità: l’inclusione sociale e la lotta contro la fame; la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile; la riforma della governance delle istituzioni. Tutte queste priorità fanno parte del motto della presidenza brasiliana che recita ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile’. Verranno create due task force: l’Alleanza globale contro la fame e la povertà e la mobilitazione globale contro il cambiamento climatico”. Prima di passare la mano, però, Modi convocherà a novembre un nuovo vertice ‘virtuale’, per fare il punto sulle proposte raccolte nella due giorni di Nuova Delhi. Il summit, per il primo ministro indiano, è stato un “successo” che non era scontato. In particolare l’unità dei 20 rischiava di saltare sulla guerra in Ucraina. Sono state necessarie 15 bozze e oltre 200 ore di trattativa per arrivare all’accordo che è un compromesso con cui viene condannato “l’uso della forza” in Ucraina ma senza mai citare la Russia. Che infatti oggi gioisce, con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, secondo cui è stato “impedito all’Occidente di ucrainizzare l’agenda”. Per Kiev “non c’è nulla di cui andare fieri”, ma alla fine tutti si dicono contenti, a partire dagli Usa, secondo cui è stato fatto “un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di altri stati”. Per Giorgia Meloni quello raggiunto è “un compromesso ma comunque molto importante”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron sottolinea che “il G20 sostiene l’integrità territoriale nelle carte delle Nazioni Unite. Questo è l’opposto di ciò che sta facendo la Russia”.

Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerie

Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerieRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 2.012 persone sono morte e altre 2.059 sono rimaste ferite nel devastante terremoto che ha colpito nella notte di ieri il Marocco, secondo un bilancio fornito dal ministero dell’Interno, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti. Il numero delle vittime è comunque destinato ad aumentare ancora, quando i soccorritori riusciranno a raggiungere i villaggi di montagna più remoti colpiti dal sisma. Almeno 1.404 feriti, inoltre, versano in condizioni critiche e moltissimi tra loro rischiano la vita. Intanto, migliaia di persone hanno trascorso la notte in strada per paura di nuove scosse.

La medina di Marrakech è un cumulo di macerie, i villaggi intorno sono stati distrutti e c’è ancora moltissima gente sotto i detriti degli edifici crollati a causa dlela potenza del sisma. E’ questo lo scenario descritto alla Bbc da una testimone locale, una residente della città epicentro del sisma. “Nella vecchia medina, la maggior parte delle case, la maggior parte dei negozi, quasi tutto è andato distrutto. La medina è qualcos’altro adesso” rispetto a prima, ha detto la testimone, di nome Latifa. Ma non si tratta solo della città: le zone più colpite sono i villaggi oltre Marrakech, dove tanti devono ancora ricevere aiuti: “Le persone sono ancora sotto le macerie, le persone stanno ancora soffrendo e le persone stanno cercando di raggiungere altra gente in questi villaggi, ma non riescono ancora ad arrivarci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che più di 300.000 persone sono state colpite dalle forti scosse in tutto il paese. Il terremoto ha avuto una magnitudo pari a 7 sulla scala Richter, con epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.

Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: il titolare della Farnesina ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto. Le mura della Medina, la città vecchia, sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. Oltre a Marrakech, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione.

Il Marocco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, durante i quali la bandiera nazionale sventolerà a mezz’asta, ha riferito la corte reale. Le forze armate marocchine stanno dispiegando squadre di soccorso per fornire alle aree colpite acqua potabile pulita, scorte di cibo, tende e coperte. La televisione locale ha mostrato cumuli di macerie e tubi rotti che schiacciavano auto parcheggiate e bloccavano le strade di Marrakech, mentre i residenti si precipitavano in strada dopo il terremoto avvenuto alle 23:11 di venerdì. La tv di Stato ha mostrato persone avvolte in coperte che dormivano in strada, temendo ulteriori scosse di assestamento.

Il ministro degli Interni del Marocco ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica in un comunicato dicendo che “le autorità statali continuano a mobilitare tutte le risorse umane e logistiche necessarie, per dispiegare unità specializzate di primo soccorso, comprese squadre di ricerca e salvataggio”. Separatamente, l’esercito marocchino ha annunciato che il re Mohammed VI ha autorizzato le forze armate del Paese a intervenire e supervisionare gli aiuti. “Unità di risposta rapida, aerei, elicotteri, droni, centri tecnici e logistici sono stati dispiegati sul posto, con l’obiettivo di portare il supporto necessario alle aree e alle case colpite”, si legge in una nota.

Sisma in Marocco, notte in strada per migliaia di persone: oltre 2.000 morti

Sisma in Marocco, notte in strada per migliaia di persone: oltre 2.000 mortiRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 2.012 persone sono morte e altre 2.059 sono rimaste ferite nel devastante terremoto che ha colpito nella notte di ieri il Marocco, secondo un bilancio fornito dal ministero dell’Interno, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti. Il numero delle vittime è comunque destinato ad aumentare ancora, quando i soccorritori riusciranno a raggiungere i villaggi di montagna più remoti colpiti dal sisma. Almeno 1.404 feriti, inoltre, versano in condizioni critiche e moltissimi tra loro rischiano la vita. Intanto, migliaia di persone hanno trascorso la notte in strada per paura di nuove scosse.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che più di 300.000 persone sono state colpite dalle forti scosse in tutto il paese. Il terremoto ha avuto una magnitudo pari a 7 sulla scala Richter, con epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakesh, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale. Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: il titolare della Farnesina ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto.

Le mura della Medina, la città vecchia, sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakesh, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. Oltre a Marrakesh, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione. Il Marocco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, durante i quali la bandiera nazionale sventolerà a mezz’asta, ha riferito la corte reale. Le forze armate marocchine stanno dispiegando squadre di soccorso per fornire alle aree colpite acqua potabile pulita, scorte di cibo, tende e coperte.

La televisione locale ha mostrato cumuli di macerie e tubi rotti che schiacciavano auto parcheggiate e bloccavano le strade di Marrakech, mentre i residenti si precipitavano in strada dopo il terremoto avvenuto alle 23:11 di venerdì. La tv di Stato ha mostrato persone avvolte in coperte che dormivano in strada, temendo ulteriori scosse di assestamento. Il ministro degli Interni del Marocco ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica in un comunicato dicendo che “le autorità statali continuano a mobilitare tutte le risorse umane e logistiche necessarie, per dispiegare unità specializzate di primo soccorso, comprese squadre di ricerca e salvataggio”.

Separatamente, l’esercito marocchino ha annunciato che il re Mohammed VI ha autorizzato le forze armate del Paese a intervenire e supervisionare gli aiuti. “Unità di risposta rapida, aerei, elicotteri, droni, centri tecnici e logistici sono stati dispiegati sul posto, con l’obiettivo di portare il supporto necessario alle aree e alle case colpite”, si legge in una nota.

Il G20 trova l’accordo: condanna l’uso della forza in Ucraina ma non cita la Russia

Il G20 trova l’accordo: condanna l’uso della forza in Ucraina ma non cita la RussiaNuova Delhi, 9 set. (askanews) – L’obiettivo di Narendra Modi era chiudere (quasi a tutti i costi) il G20 con una dichiarazione comune ed è stato raggiunto. Il “prezzo” è un equilibrismo sulla guerra in Ucraina: condanna per l’uso della forza, ma senza mai citare la Russia. “E’ stata fatta la storia”, scrive trionfalmente su X il padrone di casa, mentre la Russia parla di “posizione equilibrata”. Volodymyr Zelensky al momento non commenta, ma per il Ministero degli Esteri di Kiev non c’è “nulla di cui andare fieri”.

Nella dichiarazione, “in relazione alla guerra in Ucraina”, si dice dunque che “in linea con la Carta delle Nazioni Unite, tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per cercare di acquisire territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato” e che “l’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile”. Quindi si chiede “a tutti gli Stati di sostenere i principi del diritto internazionale, compreso quello dell’integrità territoriale e della sovranità”. La Russia è citata quando si parla dell’accordo sul grano, che deve avere “piena, tempestiva ed efficace attuazione”, così come “la promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi”. Per il resto, nelle 37 pagine messe a punto in una lunghissima trattativa, si parla di economia con la preoccupazione per le “crisi a cascata” che causano problemi per la crescita economica globale, che è “inferiore alla media di lungo periodo” e “disomogenea”, con una “elevata” incertezza sulle prospettive. In questo contesto servono “politiche monetarie, fiscali, finanziarie e strutturali ben calibrate”, “politiche per promuovere la crescita” e “ridurre le disuguaglianze”. È anche una “necessità” la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio, “per migliorare tutte le sue funzioni attraverso un processo inclusivo e guidato dai membri”. Anche il Fondo monetario internazionale deve cambiare, ma restando “forte, basato sulle quote e dotato di risorse adeguate, al centro della rete di sicurezza finanziaria globale”. Di una riforma – passando alla politica – c’è bisogno anche per le Nazioni Unite che “devono essere reattive verso tutti i membri, fedeli alle finalità fondative e ai principi della sua Carta e adattate per esercitare il proprio mandato”.

Per l’ambiente è riconosciuta “la necessità di maggiori investimenti globali per raggiungere i nostri obiettivi climatici dell’accordo di Parigi” ed è garantito lo sforzo per “triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale attraverso obiettivi e politiche esistenti, nonché dimostrare ambizioni simili rispetto ad altre tecnologie a zero e a basse emissioni, comprese le tecnologie di abbattimento e rimozione, in linea con le circostanze nazionali entro il 2030”. Altro tema toccato quello delle migrazioni. I Paesi del G20 hanno riaffermato oggi il loro “impegno a sostenere i migranti, compresi i lavoratori migranti e i rifugiati”, nello sforzo “verso un mondo più inclusivo, in linea con le politiche nazionali, le legislazioni e le circostanze”, “garantendo il pieno rispetto dei diritti umani e delle loro libertà fondamentali indipendentemente dal loro status migratorio”. Riconosciuta anche “l’importanza di prevenire i flussi migratori irregolari e il traffico di migranti, come parte di un approccio globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare” e “di rispondere ai bisogni umanitari e alle cause profonde degli sfollamenti”.

Domani la chiusura del vertice, che ha visto oggi l”allargamento’ del formato all’Unione africana, diventata “membro permanente”. “Rafforzerà il G20 e rafforzerà anche la voce del Sud globale”, ha commentato Modi, mentre il presidente dell’UA Azali Assoumani ha ringraziato “di cuore” a “nome del continente africano”. (Dell’inviato Alberto Ferrarese)

Devastante sisma in Marocco, oltre mille il numero dei morti

Devastante sisma in Marocco, oltre mille il numero dei mortiRoma, 9 set. (askanews) – Si è aggravato a 1.037 morti e 1.204 feriti il bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco. Lo ha annunciato il ministero degli Interni di Rabat.

“Il bilancio delle vittime del terremoto è di 1.037 morti e di altri 1.204 feriti”, ha dichiarato l’emittente al Arabiya. Scene di panico, danni ingenti e un numero di vittime elevatissimo, destinato ad aumentare nelle prossime ore. E’ stata una notte da incubo quella vissuta dal Marocco, colpito da un terremoto devastante. Il sisma, di intensità pari a 7 sulla scala Richter, ha avuto il suo epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakesh, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese. Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto.

Le mura della città vecchia sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakesh, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. In una località della provincia di Al-Haouz, epicentro del terremoto, una famiglia è rimasta intrappolata tra le macerie dopo che la loro casa è crollata, secondo quanto riportato dai media. Oltre a Marrakesh, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione. Il ministro degli Interni, Abdelouafi Laftit, ha affermato in una conferenza stampa, che molte delle vittime si trovano in aree remote del Paese. Il sisma, ha precisato, ha colpito anche una regione scarsamente popolata nelle montagne dell’Atlante e ci sono notizie di famiglie intrappolate sotto le macerie delle loro case.

Gli ospedali di Marrakesh hanno registrato un afflusso di feriti molto consistente e le autorità hanno invitato i residenti a donare il sangue. Le autorità marocchine, i militari e i servizi di emergenza stanno lavorando per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto, ha detto Laftit, che ha ricordato anche diversi danni materiali, compreso il crollo di numerose case e altri edifici. Le forze armate, le autorità locali, i servizi di sicurezza e la protezione civile in tutte le regioni colpite continuano a mobilitarsi e a sfruttare tutti i mezzi e le capacità per fornire l’assistenza necessaria e valutare i danni, ha aggiunto il Ministro. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che circa 200 italiani si trovavano nell’area al momento del terremoto. Sono stati contattati dall’Unità di crisi e “al momento non si registrano vittime né feriti”, ha precisato il ministro, che ha assicurato tutta l’assistenza possibile dei nostri canali diplomatici ai connazionali che intendono lasciare il Paese. D’altra parte, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, impegnata a Nuova Delhi al vertice del G20, ha assicurato la “piena disponibilità” dell’Italia a fornire ogni aiuto necessario. Lo stesso Tajani ha precisato di avere già contattato il capo della Protezione civile, pronto ad intervenire se ci sarà una richiesta in tal senso da parte del governo del Marocco.

Assicurazioni in tal senso sono arrivate anche dai vertici dell’Unione europea, “pronta a fornire al Paese l’assistenza di cui ha bisogno”. Messaggi di solidarietà e vicinanza sono arrivati da numerosi leader mondiali. Tra questi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il leader del cremlino Vladimir Putin. L’Unione africana, infine, ha espresso “grande dolore” per le “tragiche conseguenze” del sisma. Secondo l’aggiornamento del ministero dell’Interno marocchino, le province più colpite sono state Al Haouz e Taroudant. Numerosi decessi si contano al momento anche a Chichaoua, Ouarzazate, Marrakesh, Azilal, Agadir Idaoutnan, Grande Casablanca e Yusufiyah. L’Istituto Geografico Nazionale spagnolo ha confermato infine che il terremoto è stato registrato in numerose aree del sud della Spagna, come Huelva, Malaga e le Isole Canarie. Tremori della terra sono stati avvertiti anche in Portogallo, secondo alcune testimonianze della popolazione locale.

Ucraina, la dichiarazione finale del G20: no all’uso della forza per acquisire territori

Ucraina, la dichiarazione finale del G20: no all’uso della forza per acquisire territoriNuova Delhi, 9 set. (askanews) – “Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, ricordando la discussione di Bali, abbiamo ribadito le nostre posizioni nazionali e le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dall’Assemblea Generale dell’Onu e ha sottolineato che tutti gli Stati devono agire in modo coerente con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite nella sua interezza. In linea con la Carta delle Nazioni Unite, tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per cercare di acquisire territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato. L’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale del G20 di Nuova Delhi.

“Chiediamo a tutti gli Stati di sostenere i principi del diritto internazionale, compreso quello dell’integrità territoriale e della sovranità, il diritto internazionale umanitario e il sistema multilaterale che salvaguarda la pace e la stabilità”. E’ quanto si legge nelal dichiarazione finale del G20 di Nuova Delhi. “La risoluzione pacifica dei conflitti”, “così come la diplomazia e il dialogo sono fondamentali”, si aggiunge.

Il sisma in Marocco, la testimonianza degli italiani che vivono a Marrakesh: le case sono implose

Il sisma in Marocco, la testimonianza degli italiani che vivono a Marrakesh: le case sono imploseMilano, 9 set. (askanews) – Il racconto del sisma che ha devastato il Marocco causando centinaia di morti, fatto da alcuni italiani che vivono e lavorano a Marrakesh, tra paura e danni. La Farnesina ha fatto sapere che tutti i nostri connazionali stanno bene. Giancarlo Passaro, titolare del locale La Bottega, racconta ad askanews la notte di paura. “Verso le 11 meno un quarto, abbiamo sentito una grossissima scossa, ha iniziato tutto a tremare, mi trovavo nel locale che gestisco che è nella città nuova, all’improvviso i miei collaboratori e i clienti hanno iniziato a correre in strada. Il locale si trova davanti alla chiesa cattolica, il campanile ha iniziato a oscillare. Ci siamo trovati tutti in strada, non abbiamo gli stessi problemi della medina perché abbiamo più spazio. In medina le strade sono strette con le case una attaccata all’altra. Le mura della città sono danneggiate e molte case sono implose. Poi c’è stata anche una scossa di assestamento, nessuno è rientrato, siamo stati fuori, io sono rientrato a casa molto tardi e non abbiamo dormito. Abbiamo paura che arrivi ancora qualcosa, è stata una brutta esperienza. Grazie a Dio stiamo tutti bene, ma è ancora difficile comunicare perché le linee sono interrotte”. Molti italiani stanno usando i social network per comunicare ad amici e parenti la situazione nel paese nord africano, proprio perchè non è facile telefonare. Mauro Parmesani, imprenditore e titolare del riad Infinity Sea House, racconta la situazione: “Il mio riad è non ha avuto danni perchè l’ho costruito con doppio muro e ha tenuto tutto, ma alcune zone di Marrakesh sono danneggiate e grossi problemi ci sono nei villaggi di montagna dove ci sono le case in terra essiccata che sono crollate. Nel momento del sisma i miei clienti sono comunque usciti in strada per qualche ora ma poi sono rientrati. Stamattina sono partiti perché era finito il soggiorno e l’aeroporto è funzionante. Sono sicuro che nella città verrà ripulito tutto rapidamente, perché l’intervento della famiglia reale è molto incisivo e credo che presto tutto sarà in ordine. In ogni caso nessuno degli italiani che vivono qui ha avuto danni o problemi”.

G20, il primo ministro indiano Modi annuncia l’accordo sulla “dichiarazione congiunta” finale

G20, il primo ministro indiano Modi annuncia l’accordo sulla “dichiarazione congiunta” finaleRoma, 9 set. (askanews) – Il primo ministro indiano Narendra Modi – il cui paese detiene quest’anno la presidenza del G20 – ha annunciato pubblicamente che è stato raggiunto un accordo per una dichiarazione congiunta finale del vertice in corso a Nuova Delhi.

“Amici, ho appena ricevuto una bella notizia. Grazie al duro lavoro dei nostri team e alla vostra collaborazione, il vertice dei leader del G20 di Nuova Delhi ha concordato una dichiarazione congiunta”, ha detto il premier indiano. “La presidenza indiana del G20 – ha rivendicato – è stata la più ambiziosa nella storia del G20. 73 risultati (linee di impegno) e 39 documenti allegati (documenti della presidenza, esclusi i documenti sui risultati del gruppo di lavoro). Con 112 risultati e documenti della presidenza, abbiamo più di ha raddoppiato il lavoro sostanziale delle presidenze precedenti. La presidenza indiana del G20 è stata la più ambiziosa e orientata all’azione tra tutte le presidenze del G20”.

Il devastante sisma in Marocco, la solidarietà e l’offerta di aiuti dai leader mondiali

Il devastante sisma in Marocco, la solidarietà e l’offerta di aiuti dai leader mondialiRoma, 9 set. (askanews) – A poche ore dal sisma che ha colpito il Marocco, provocando centinaia di morti e feriti, i leader mondiali hanno inviato messaggio di solidarietà e vicinanza al re Mohammed VI e al popolo marocchino.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con “dolore” il tragico bilancio del sisma. Meloni – si legge in una nota – ha espresso “vicinanza e solidarietà” al primo ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la “piena disponibilità” dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza. Messaggi di vicinanza e disponibilità a fornire tutto “l’aiuto necessario” sono stati espresi anche dai vertici dell’Unione europea. “L’Ue è pronta a sostenere il Marocco in questi momenti difficili”, ha confermato il presidente del Consiglio ue Chasrles Michel. “Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime, ai feriti ai quali auguro una pronta guarigione, e ai primi soccorritori che stanno svolgendo un lavoro ammirevole”, ha scritto su X, la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. E mentre la leader del Partlamento Ue Roberta Metsola si è detta vicina al popolo marocchino “in questo momento difficile e tragico”, l’alto rappresentante Josep Borrell ha confermato che l’Ue è “pronta a fornire al Marocco l’assistenza di cui ha bisogno”.Il presidente francese Emmanuel Macron si è detto “devastato” dalla notizia e ha aggiunto che il suo Paese è “pronto ad aiutare con i primi soccorsi”. In una dichiarazione del Cremlino, il presidente Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze, affermando che la Russia condivide “il dolore e il lutto dell’amichevole popolo marocchino”.

Il primo ministro ad interim spagnolo, Pedro Sanchez, ha scritto su X: “Tutta la mia solidarietà e il mio sostegno al popolo del Marocco in seguito a questo terribile terremoto”. Mentre il turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso le sue condoglianze al popolo marocchino, aggiungendo che il suo Paese – che è stato colpito da un forte terremoto all’inizio di quest’anno – è pronto a offrire sostegno. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha manifestato la sua solidarietà al Marocco, inviando al Marocco le sue “più sentite condoglianze”, “in questo tragico momento”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, da parte sua, “ha dato istruzioni per fornire tutta l’assistenza necessaria al popolo marocchino”, secondo un comunicato del suo ufficio.

Anche il primo ministro indiano Narendra Modi, in apertura dei lavori del G20 a Nuova Delhi, si è detto “estremamente addolorato per la perdita di vite umane a causa del terremoto in Marocco” ed ha confermato la disponibilità dell’India a offrire tutta l’assistenza possibile al Marocco in questo momento difficile”. L’Unione africana, infine, ha espresso “grande dolore” per le “tragiche conseguenze” del sisma.

Sisma a Marrakesh, la testimonianza degli italiani: tremava tutto

Sisma a Marrakesh, la testimonianza degli italiani: tremava tuttoMilano, 9 set. (askanews) – Il racconto del sisma che ha devastato il Marocco causando centinaia di morti, fatto da alcuni italiani che vivono e lavorano a Marrakesh, tra paura e danni. La Farnesina ha fatto sapere che tutti i nostri connazionali stanno bene. Giancarlo Passaro, titolare del locale La Bottega, racconta ad askanews la notte di paura. “Verso le 11 meno un quarto, abbiamo sentito una grossissima scossa, ha iniziato tutto a tremare, mi trovavo nel locale che gestisco che è nella città nuova, all’improvviso i miei collaboratori e i clienti hanno iniziato a correre in strada. Il locale si trova davanti alla chiesa cattolica, il campanile ha iniziato a oscillare. Ci siamo trovati tutti in strada, non abbiamo gli stessi problemi della medina perchè abbiamo più spazio. In medina le strade sono strette con le case una attaccata all’altra. Le mura della città sono danneggiate e molte case sono implose. Poi c’è stata anche una scossa di assestamento, nessuno è rientrato, siamo stati fuori, io sono rientrato a casa molto tardi e non abbiamo dormito. Abbiamo paura che arrivi ancora qualcosa, è stata una brutta esperienza. Grazie a Dio stiamo tutti bene, ma è ancora difficile comunicare perchè le linee sono interrotte”. Molti italiani stanno usando i social network per comunicare ad amici e parenti la situazione nel paese nord africano, proprio perchè non è facile telefonare.

Mauro Parmesani, imprenditore e titolare del riad Infinity Sea House, racconta la situazione: “Il mio riad è non ha avuto danni perchè l’ho costruito con doppio muro e ha tenuto tutto, ma alcune zone di Marrakesh sono danneggiate e grossi problemi ci sono nei villaggi di montagna dove ci sono le case in terra essiccata che sono crollate. Nel momento del sisma i miei clienti sono comunque usciti in strada per qualche ora ma poi sono rientrati. Stamattina sono partiti perchè era finito il soggiorno e l’aeroporto è funzionante. Sono sicuro che nella città verrà ripulito tutto rapidamente, perchè l’intervento della famiglia reale è molto incisivo e credo che presto tutto sarà in ordine. In ogni caso nessuno degli italiani che vivono qui ha avuto danni o problemi”.