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M.O., gli Stati Uniti hanno colpito siti iraniani in Siria

M.O., gli Stati Uniti hanno colpito siti iraniani in SiriaRoma, 13 nov. (askanews) – L’esercito statunitense ha dichiarato di aver effettuato attacchi aerei contro due basi iraniane nel sud-est della Siria, dopo i recenti attacchi contro il proprio personale militare in Siria e in Iraq.

Il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha dichiarato che gli attacchi sono stati condotti contro siti “utilizzati dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran (IRGC) e da gruppi affiliati all’Iran”. In una dichiarazione riportata dalla BBC ha affermato che “gli attacchi sono stati condotti contro una struttura di addestramento e un rifugio sicuro rispettivamente vicino alle città di Abu Kamal e Mayadin. Il Presidente non ha priorità più alta della sicurezza del personale statunitense e ha diretto l’azione di oggi per chiarire che gli Stati Uniti difenderanno se stessi, il loro personale e i loro interessi”.

Mercoledì scorso, gli Stati Uniti avevano lanciato un “attacco di autodifesa” contro quello che secondo loro era un deposito di armi utilizzato dall’IRGC e dai suoi affiliati nella regione di Maysulun, nella Siria orientale.

L’esercito israeliano: l’operazione si è estesa in profondità all’interno della città di Gaza

L’esercito israeliano: l’operazione si è estesa in profondità all’interno della città di GazaRoma, 13 nov. (askanews) – L’operazione di terra israeliana si è estesa in profondità all’interno della città di Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce dell’esercito, il contrammiraglio Daniel Hagari, in un briefing.

Le forze di fanteria e di ingegneria da combattimento hanno raggiunto la periferia del campo profughi di Al-Shati a Gaza, ha detto Hagari. Nel frattempo, le forze dell’esercito si sono coordinate con la Marina israeliana per fare irruzione nell’area del porto turistico di Gaza. “Stanno circondando completamente l’area”, ha detto Hagari, per il quale l’esercito israeliano sta “localizzando i lanciatori di razzi a lungo raggio puntati su Israele”.

Mentre distruggevano piattaforme di lancio anticarro, tunnel e infrastrutture del terrore, Hagari ha detto che le forze israeliane hanno arrestato presunti membri di Hamas, che sono stati riportati in Israele per le indagini.

M.O.,Borrel:l’Unione Europea chiede pausa umanitaria immediata

M.O.,Borrel:l’Unione Europea chiede pausa umanitaria immediataRoma, 12 nov. (askanews) – “La UE è seriamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza” e “si unisce alle richieste di una pausa immediata delle ostilità e della creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata, in modo che gli aiuti umanitari possano raggiungere in sicurezza la popolazione di Gaza”. Lo dichiara l’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrel.

“In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 26 ottobre – sottolinea Borrel- la Ue ribadisce il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario”. E “chiede un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e aiuti per raggiungere le persone bisognose attraverso tutte le misure necessarie, compresi i corridoi umanitari e le pause per i bisogni umanitari. A questo proposito, accogliamo con favore i risultati della conferenza umanitaria del 9 novembre tenutasi a Parigi”. L’UE, inoltre “rinnova l’appello ad Hamas per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. È fondamentale che al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) venga concesso l’accesso agli ostaggi”. E “condanna l’uso degli ospedali e dei civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento. Queste ostilità stanno avendo un grave impatto sugli ospedali e stanno causando un terribile tributo ai civili e al personale medico. L’UE sottolinea che il diritto internazionale umanitario prevede la protezione degli ospedali, delle forniture mediche e dei civili all’interno degli ospedali. Gli ospedali devono inoltre essere riforniti immediatamente delle forniture mediche più urgenti e i pazienti che necessitano di cure mediche urgenti devono essere evacuati in sicurezza. In questo contesto, esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione per garantire la protezione dei civili”.

“La Ue e i suoi Stati membri – conclude Borrell- continueranno a lavorare a stretto contatto con i partner internazionali, le Nazioni Unite e altre agenzie, nonché i paesi della regione per fornire un flusso sostenuto di assistenza e facilitare l’accesso a cibo, acqua, assistenza medica, carburante e riparo”.

Netanyahu: potrebbe esserci un accordo per la liberazione ostaggi

Netanyahu: potrebbe esserci un accordo per la liberazione ostaggiMilano, 12 nov. (askanews) – “Potrebbe esserci” un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi rapiti in Israele il 7 ottobre. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una intervista a “Meet the Press” di NBC News pubblicata negli Stati Uniti. “Penso che meno ne parlo, più aumentano le possibilità che si concretizzi”, ha ammesso il capo del governo israeliano che è stato incalzato dai cronisti ha ribadito che “potrebbe esserci” e che qualsiasi accordo sarebbe “il risultato delle pressioni militari” su Gaza.

“Questa è l’unica cosa che potrebbe creare un accordo e se un accordo è disponibile. Ne parleremo quando sarà disponibile. Lo annunceremo se sarà possibile”. Netanyahu ha tagliato corto quando gli è stato chiesto se il governo israeliano sapesse dove si trovano gli ostaggi: “Sappiamo molto, ma non voglio andare oltre”.

Di Maio: lavoriami per evitare l’allargamento del conflitto in Medio Oriente

Di Maio: lavoriami per evitare l’allargamento del conflitto in Medio OrienteRoma, 12 nov. (askanews) – “Quando parlano le bombe per l’Ue è sempre più difficile, ma come Unione Europea stiamo facendo uno sforzo importante prima di tutto evitare uno spillover del conflitto e difendere i civili”: lo ha affermato il Rappresentante speciale dell’Ue per la regione del Golfo, Luigi di Maio, intervistato dal programma di Rai3 “In mezz’ora”.

“Abbiamo triplicato gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese e sostenuto le pause umanitarie, che sono piccoli passi che però sono necessari per aumentare le fiducia fra le parti”, ha spiegato Di Maio. “È dovere delle diplomazie non solo europee arrivare all’obiettivo di costruire un percorso di de-escalation e di pace: da una parte vi sono i Paesi arabi, che svolgono un ruolo cruciale, e dall’altra Biden che nella sua prima visita in Israele ha detto: cercate di non ripetere i nostri errori dopo l’11 settembre”, ha proseguito. “La regione ha vissuto una stagione di accordi, come gli accordi di Abramo, la normalizzazione fra Iran e Arabia saudita; questo processo ha costruito dei canali – compreso il dialogo fra Israele e Arabia saudita prima dell’attacco di Hamas: questi canali sono ancora li ed è attraverso di loro che si potrà evitare l’espandersi del conflitto e liberare gli ostaggi, e consentire anche un futuro per Gaza e per la regione”, ha concluso.

Erdogan: gli Usa non devono considerare Gaza come territorio isrealiano

Erdogan: gli Usa non devono considerare Gaza come territorio isrealianoRoma, 12 nov. (askanews) – Un accordo fra Turchia e Stati Uniti sulla Striscia di Gaza se Washington continua a considerare il Territorio costiero come israeliano: lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

Erdogan, che ha parlato al ritorno del vertice straordinario dei Paesi islamici svoltosi ieri a Riadh, ha aggiunto che non intende discutere la situazione mediorentale con il presidente statunitense Joe Biden: “Il Segretario di Stato Antony Blinken è stato qui in Turchia, credo che ora sarà Biden a riceverci”.

L’ospedale al-Quds di Gaza “non è più operativo”

L’ospedale al-Quds di Gaza “non è più operativo”Roma, 12 nov. (askanews) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha reso noto di aver perso il contatto con il proprio personale all’interno dell’ospedale di al-Shifa, nella Striscia di Gaza. L’Oms ha espresso “grave preoccupazione” per la sorte del personale medico e dei pazienti rimasti intrappolati all’interno dell’ospedale, e ha ribadito l’appello per un immediato cessate il fuoco. L’ospedale di al-Quds nella Striscia di Gaza, “non è più operativo”: lo ha reso noto la Mezzaluna Rosa palestinese, come riporta il quotidiano britannico The Guardian.

In un comunicato, l’organizzazione afferma che “la cessazione dei servizi è dovuta alla fine del combustibile e alla mancanza di energia elettrica”.

Nasrallah (Hezbollah): il fronte libanese continuerà a fare pressione su Israele

Nasrallah (Hezbollah): il fronte libanese continuerà a fare pressione su IsraeleRoma, 11 nov. (askanews) – Il fronte libanese “rimarrà un fronte di pressione” per Israele fino a quando durerà la guerra nella Striscia di Gaza, e questa “pressione deve continuare”, anche sull’amministrazione americana, l’unica che “può fermare” il conflitto. Un conflitto che secondo il leader del gruppo libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, non mira solo a “vendicare” l’attacco messo a segno da Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso, ma “a sottomettere i popoli della regione” e a “dire a tutti i palestinesi di dimenticare la loro terra e i loro luoghi santi”. Nel suo secondo discorso dall’inizio della guerra, tenuto in occasione della “giornata dei martiri Hezbollah” e nel giorno in cui per la prima volta Israele ha colpito più in profondità in territorio libanese rispetto agli scontri registrati al confine nell’ultimo mese, Nasrallah ha rimarcato che “il tempo non è a favore del nemico” e che sarà “il tempo ad aiutare a sconfiggere gli occupanti”.

ISRAELE VUOLE SOTTOMETTERE POPOLI REGIONE Secondo Nasrallah, il conflitto in corso nella Striscia di Gaza “dimostra che il nemico israeliano cerca vendetta senza limiti morali, legali o umanitari”, colpendo la popolazione civile e prendendo di mira “gli ospedali sotto false accuse”. Ma l’obiettivo di questa campagna, ha aggiunto, non è solo la vendetta, ma “la sottomissione dei palestinesi, dei libanesi, dei popoli della regione”. “Il nemico vuole spezzare la volontà di rivendicare diritti legittimi e vuole promuovere la cultura della resa e, attraverso i suoi crimini a Gaza, vuole dire a tutti i palestinesi di dimenticare la loro terra e i loro luoghi santi”, ha sostenuto il capo Hezbollah, rimarcando che “dal 1948 i massacri di Israele non hanno impedito ai palestinesi di rivendicare i propri diritti”. Nè la guerra in Libano del 1982 “ha portato i libanesi ad abbandonare la resistenza. Al contrario, è da quella data che ha avuto inizio la resistenza libanese”. Così, ha aggiunto, “dai brandelli dei bambini e degli anziani di Gaza partirà la resistenza”. PREMERE SU USA PER FERMARE CONFLITTO Ma “quelli che possono fermare questa aggressione” alla Striscia di Gaza “sono quelli che la guidano, sono gli americani”, ha ribadito il leader libanese, sottolineando come “la cosa più importante in questo momento sia il cambiamento dell’opinione pubblica mondiale riguardo ad Israele, che sta uccidendo migliaia di bambini e donne”. Una situazione che fa “l’interesse della resistenza e della popolazione di Gaza, soprattutto attraverso le manifestazioni a Washington, Londra, New York”.

“Il tempo mette pressione sul nemico e su quelli che proteggono il nemico”, ha sottolineato. VERTICE ARABO-ISLAMICO A RIAD Nasrallah ha tenuto il suo discorso mentre a Riad si teneva il vertice straordinario arabo-islamico, da cui “i popoli della regione e della Palestina si aspettano il minimo”. Ossia, ha detto il leader libanese, “adottare una posizione unitaria per chiedere agli americani di porre fine a questa offensiva e a questi crimini”. Quindi la provocazione: “Anche se Gaza continua a combattere, 57 Stati non potrebbero aprire un passaggio per fornire aiuti e curare i feriti?”. FRONTI IN YEMEN, IRAQ E SIRIA “Le speranze sono riposte nei fronti di supporto”, ha affermato Nasrallah, sottolineando che gli attacchi lanciati dal gruppo Houthi dello Yemen contro Israele, così come i raid messi a segno contro obiettivi Usa in Iraq e in Siria “hanno l’obiettivo di garantire la fine dell’aggressione contro Gaza”. Quindi rivolgendosi all’amministrazione Usa, ha dichiarato: “Se volete che cessino gli attacchi su questi fronti secondari, dovete fermare la guerra a Gaza”. FRONTE LIBANESE RIMANE DI PRESSIONE Riguardo al fronte libanese, Nasrallah ha sottolineato che “nell’ultima settimana c’è stata un’escalation in termini di numero di operazioni e di tipologia di armi utilizzate”, affermando che l’organizzazione ha usato “per la prima volta droni suicidi e razzi Burkan, che sono razzi che pesano dai 300 ai 500 chilogrammi ciascuno”. Nasrallah ha anche rivelato che Hezbollah ha inviato “droni da ricognizione” in Israele “su base giornaliera”, alcuni dei quali “hanno raggiunto Haifa”.

Nasrallah ha quindi definito “un evento di grande importanza” il drone arrivato nei giorni scorsi nella città israeliana di Eilat: “Israele era confuso nel determinare l’origine di questo drone, se provenisse dallo Yemen, dall’Iraq o altrove. Alla fine hanno accusato una cellula di Hezbollah in Siria. Quindi hanno bombardato la Siria e lì abbiamo perso diversi martiri”. Sarebbero sette i miliziani rimasti uccisi nell’attacco lanciato da Israele nei pressi di Homs. Alla luce di questi sviluppi, ha spiegato, “la nostra politica in questo scontro è che sia il campo di battaglia a decidere, non spetta a me annunciare una misura che poi i fratelli attuano. Sono i fratelli che conducono l’azione sul campo e noi poi facciamo la nostra valutazione”.

“Siamo impegnati in una battaglia di resilienza, pazienza e accumulo di risultati e punti”, ha affermato Nasrallah, secondo cui “il tempo non è a favore del nemico” messo sotto pressione da una serie di fattori, tra cui “il timore di un’espansione dei fronti, la pressione economica diretta e indiretta, la popolazione sfollata e la pressione delle famiglie dei prigionieri a Gaza”. “Tutti questi fattori alla fine porteranno alla sconfitta del nemico – ha concluso – questa pressione deve continuare”.

”Fermare l’aggressione israeliana contro Gaza” (lo chiedono i leader arabo-islamici)

”Fermare l’aggressione israeliana contro Gaza” (lo chiedono i leader arabo-islamici)Roma, 11 nov. (askanews) – Nella dichiarazione finale del vertice straordinario arabo-islamico di Riad sul conflitto in corso tra Israele e il gruppo estremista palestinese Hamas, si legge che i leader che hanno partecipato si sono concentrati sulla “aggressione israeliana contro Gaza”. Lo ha dichiarato la Lega Araba in un comunicato congiunto con l’Organizzazione della Cooperazione Islamica (Oic). La dichiarazione ha inoltre chiesto la fine dell’assedio di Gaza e l’introduzione di aiuti umanitari. I Paesi hanno poi sollecitato alla comunità internazionale di fermare le esportazioni di armi verso Israele.

Inizialmente era prevista la partecipazione dei soli 22 membri della Lega Araba, ma l’incontro è stato poi allargato all’Oic, un’associazione più ampia di 57 Stati a maggioranza musulmana a cui appartengono i Paesi della Lega Araba.

Iniziato in Gran Bretagna il distacco delle macchine che tengono in vita Indi Gregory

Iniziato in Gran Bretagna il distacco delle macchine che tengono in vita Indi GregoryRoma, 11 nov. (askanews) – E’ iniziato nell’ hospice per malati terminali dove è stata trasferita dall’ospedale Queen Medical Service per ordine della Corte di Appello di Londra, il distacco progressivo delle macchine vitali che tengono in vita Indi Gregory, la piccola di otto mesi in fin di vita per il cui trasferimento all’ospedale Bambino Gesù di Roma è tornata a fare appello ieri la premier Giorgia Meloni dopo che lunedì il Governo le aveva riconosciuto la cittadinanza italiana. Al capezzale della piccola Indi nell’hospice i due genitori “disperati per il dolore e indignati per il compoprtamento della magistratura inglese”.

Lo riferisce al telefono l’avvocato italiani della famiglia Gregory Simone Pillon. “Ora – dice ad Askanews- tutto dipende dalla sua capacità di resistenza. Se resiste ancora qualche giorno potranno essere ancora possibili nuove iniziative per tentare di salvarla. Finora tutto è stato inutile infrangendosi nel muro che è stato eretto dalla magistratura inglese”. La Corte inglese aveva dato tempo fino a lunedì per procedere al distacco delle macchine che tengono in vita Indi, raccomandando però di ridurre al minimo le sofferenza della neonata. Da qui la decisione dell’avvio già oggi delle procedure di distacco “che comunque – ribadisce Pillon- possono anche durare alcuni giorni”.