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Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato

Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato



Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato – askanews.it


Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – La Finlandia diventerà ufficialmente un membro della Nato domani, ha detto l’ufficio della presidenza finlandese.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato che la Finlandia entrerà a far parte dell’Alleanza domani. La bandiera della Finlandia sarà issata fuori dal quartier generale della Nato martedì quando il Paese diventerà il 31esimo membro dell’Alleanza atlantica, ha dichiarato Stoltenberg. “È una settimana storica. Domani daremo il benvenuto alla Finlandia come 31esimo membro della Nato”, ha detto il segretario generale che domani parlerà in conferenza stampa con il presidente finlandese Sauli Niinisto alle 15.00, nel corso della giornata della riunione dei ministri degli Esteri della Nato.

“Ritengo che anche la Svezia possa diventare membro a pieno titolo dell’Alleanza”, Stoccolma “ha mantenuto gli impegni contenuti nel memorandum” firmato con la Finlandia e la Turchia al summit di Madrid e per questo “credo che la sua adesione debba essere ratificata” anche dalla Turchia, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato che domani la Finlandia sarà membro effettivo della Nato. “Quando ci sono delle differenze, bisogna sedersi a un tavolo, consultarsi e andare avanti”, ha aggiunto sottolineando di “condividere alcune delle legittime preoccupazioni della Turchia sulla sicurezza”, ma la “Svezia e la Finlandia hanno concordato di lavorare insieme sulla lotta al terrorismo” e “su leggi più dure”.

L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire

L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire



L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire – askanews.it


L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Di colpo l’economia globale si ritrova a che fare con oltre un milione e mezzo di barili di petrolio in meno al giorno. E dopo l’impennata dei prezzi che questo sviluppo a sorpresa ha innescato fin dalle prime contrattazioni mattutine, ora gli analisti iniziano a interrogarsi sul dove potrebbero arrivare le quotazioni, ipotizzando anche un ritorno del barile a quota 100 dollari.

Nel corso del fine settimana 9 paesi di primo piano del cartello allargato degli esportatori di oro nero, chiamato Opec+, a cominciare dall’Arabia Saudita, primo produttore globale, hanno annunciato a stretto giro tra loro riduzioni dell’offerta che complessivamente dovrebbero raggiungere 1,6 milioni di barili al giorno, includendo quella recentemente annunciata dalla Russia (che partecipa all’Opec allargata). Nelle scorse settimane Mosca aveva deciso di ridurre la sua offerta di 0,5 milioni di barili in risposta alle sanzioni di Usa e Ue per la guerra in Ucraina. L’Arabia Saudita, di fatto leader dell’Opec, ha annunciato una riduzione analoga a quella russa. A questo si sono aggiunti altri sette componenti del cartello tra cui gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait.

Il tutto non potrà che peggiorare le relazioni già tese tra Stati Uniti e grandi esportatori di petrolio, specialmente quelli facente parte del blocco dei giganti emergenti come Riad, che erano già state deteriorate dagli attriti attorno alle sanzioni contro la Russia, con cui i sauditi cercano di mantenere buoni rapporti sia nell’ambito del blocco dei “Brics”, i giganti economici emergenti, sia per le strategie di controllo dei prezzi dei combustibili fossili. L’amministrazione Biden da molti mesi era in pressing sull’Opec e su Riad in particolare per ottenere dinamiche in senso opposto, ossia aumenti dell’offerta che contribuissero a calmierare i prezzi dell’energia.

Per tutta risposta riceve invece una manovra energica nella direzione contraria. E questo mentre si avvicina rapidamente la scadenza del mandato presidenziale e quindi le elezioni del 2024, in cui i prezzi dei carburanti possono avere effetti rilevanti sull’opinione pubblica Usa. La mossa di questa consistente pattuglia dell’Opec+ complica contestualmente il lavoro per le banche centrali di mezzo mondo, tra cui la stessa Federal Reserve americana e la Bce, che sembravano sul punto di bloccare le loro strette sui tassi di interesse volte a controllare l’inflazione. Ad oggi si stava infatti profilando un calmieramento del carovita favorito dai recenti cali dei prezzi petroliferi, ma questo scenario rischia di mutare improvvisamente.

Le recenti tensioni su Borse e banche, innescate dalle crisi della Silicon Valley Bank negli Usa e del Credit Suisse in Europa erano inoltre considerati come equivalenti a ulteriori inasprimenti del quadro finanziario. E questo avrebbe potuto quindi favorire ulteriormente lo stop alle manovre delle banche centrali. Ora i balzi di oltre l’8% segnati oggi dalle quotazioni del petrolio e la prospettiva che continuino a galoppare spingono ovviamente nella direzione opposta. Nel pomeriggio il barile di Brent smorza solo leggermente i rialzi, segnando un più 5,31% a 84,13 dollari. In preapertura il West Texas Intermedie guadagna un 5,51% a 79,84 dollari. In un rapporto di analisi pubblicato ieri sera, la banca d’affari Goldman Sachs rileva come l’Opec+ disponga oggi di un potere di influenzare i prezzi “molto rilevante rispetto al passato, data la sua elevata quota sul mercato globale e l’inelasticità delle forniture non-Opec e della domanda”. In questo quadro, il cartello degli esportatori con la sua mossa a sorpresa “mostra l’intenzione di attuare strategie preventive sul mercato, come accaduto nell’ottobre dello scorso anno”. Ma a differenza di quanto avveniva alcuni mesi fa, rileva ancora Goldman, in questa fase la domanda globale di petrolio non è indebolita, invece è sostenuta sulla ripresa della Cina relativamente solida. La banca d’affari ha quindi rivisto il rialzo le sue previsioni sui prezzi del greggio e per il Brent ipotizza il raggiungimento di 95 dollari al barile per il dicembre di quest’anno e di 100 dollari per il dicembre del 2024. Era prevista una riunione del comitato ministeriale congiunto di monitoraggio dell’Opec+, solitamente deputato a fornire raccomandazioni ai delegati sulle strategie di offerta, che tuttavia a questo punto potrebbe risultare ampiamente superata. La mossa di questi Paesi dell’Opec+ si inserisce poi in un contesto ulteriore di tensione con gli Usa a causa di una particolare normativa all’esame del Congresso, battezzata “NOpec” – o No Oil Production and Export Cartels – che potrebbe spianare la strada a procedure Antitrust contro i paesi dell’Organizzaizone, che ha sede a Vienna. Altri attriti e non solo contro gli Usa, ma anche contro l’Ue vedono gli stati Opec+ fortemente critici sia in generale per le politiche green e di transizione energetica, che vogliono ridurre o azzerare l’uso di combustibili fossi, e che secondo i produttori stanno gravemente compromettendo gli investimenti in questo settore, e quindi le capacità di produzione future; sia opposti alle recenti spinte per imporre tassazioni supplementari sui cosiddetti extra utili a carico delle compagnie energetiche. Ma secondo ricostruzioni di stampa, quello che avrebbe finito per far decidere questi nove paesi a muoversi sarebbe stata la prospettiva di volatilità e possibili indebolimenti delle quotazioni conseguenti alle tensioni di Borsa seguiti alle crisi Svb e Credit Suisse.

Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova

Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova



Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova – askanews.it


Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – A seguito di un’esplosione in un caffè sull’argine Universitetskaya a San Pietroburgo, in cui è stato ucciso il corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), il numero delle vittime nella mattina è salito a 32 persone, che hanno riportato ferite anche gravi.

La polizia russa sta cercando una donna sospettata di aver consegnato la bomba che ha ucciso il noto blogger russo che sosteneva con fervore l’invasione dell’Ucraina: Fomin, 40 anni, è rimasto ucciso ieri mentre stava conducendo una discussione in un caffè sulle rive del fiume Neva, nel centro storico di San Pietroburgo. Lo riferiscono i media russi. Oltre 30 persone sono rimaste ferite dall’esplosione e 10 di loro rimangono in gravi condizioni, secondo le autorità. Tra loro ci sono nomi noti del fronte più oltranzista filorusso. Daria Trepova è considerata coinvolta nell’omicidio di Fomin ed è stata inserita nella lista dei ricercati. La banca dati del ministero dell’Interno russo riporta che è ricercata ai sensi del codice penale. Secondo il ministero, Daria Trepova è nata a San Pietroburgo il 16 febbraio 1997.

Gli investigatori di Mosca indagheranno sul caso dell’esplosione al numero 25 dell’argine Universitetskaya. L’ordine arriva direttamente dal capo del comitato di indagine russo Alexander Bastrykin. Da Mosca dipendenti del Dipartimento investigativo criminale del Ministero degli affari interni della Federazione Russa sono arrivati a San Pietroburgo per aiutare nelle indagini, in base a un fascicolo aperto per omicidio. I notiziari russi affermano che la bomba era nascosta in un busto del blogger che la sospettata gli aveva regalato poco prima dell’esplosione. L’agenzia di stampa Interfax ha riportato del suo arresto domenica, ma in seguito ha affermato che era in fuga mentre sua madre e sua sorella venivano convocate per essere interrogate. Attualmente la casa di Daria Trepova continua a essere perquisita. Il suo telefono è spento.

Testimoni hanno affermato che la sospettata ha scritto e si è scambiata osservazioni con Fomin durante la discussione. La donna avrebbe dichiarato di aver fatto un busto del blogger ma le guardie le avevano chiesto di lasciarlo sulla porta, sospettando che potesse essere una bomba. Poi hanno scherzato e riso, lei è andata alla porta, ha afferrato il busto e lo ha presentato a Fomin-Tatarsky. Un video mostrerebbe Fomin-Tatarsky che scherzava sul busto e lo metteva sul tavolo poco prima dell’esplosione. L’evento era stato annunciato per il 2 aprile alle 17 locali, l’ingresso era gratuito. Nessuno ha rivendicato pubblicamente la responsabilità, ma i blogger militari e i commentatori “patriottici” hanno immediatamente incolpato l’Ucraina per l’attacco collegando all’assassinio dello scorso agosto della commentatrice televisiva nazionalista Darya Dugina, uccisa quando un ordigno esplosivo telecomandato piazzato nel suo SUV è esploso mentre lei stava guidando alla periferia di Mosca. Le autorità russe hanno incolpato l’intelligence militare ucraina per la morte di Dugina, ma Kiev ha negato il coinvolgimento. Il padre di Dugina, Alexander Dugin, un filosofo nazionalista e teorico politico che sostiene fortemente l’invasione dell’Ucraina, ha definito Tatarsky un “immortale” eroe morto per salvare il popolo russo.

La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze

La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze



La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze – askanews.it


La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – L’opposizione finlandese ha ottenuto la prevista vittoria e anche se la popolarità di Sdp (i social democratici di Sanna Marin) è aumentata, il “blocco di sinistra” nel suo insieme ha subito una sconfitta elettorale. Helsingin Sanomat, il quotidiano più letto nella capitale Helsinki titola: “La Finlandia ha girato a destra”, descrivendo il risultato di queste elezioni legislative, a ridosso dell’ingresso nella Nato per il paese che fino a un anno fa veniva considerato un esempio di neutralità ma che con la guerra in Ucraina ha vissuto un cambiamento di opinione pubblica così repentino da essere indicato da più parti come storico. Poi però in un’analisi HS aggiunge: “La Finlandia si è voltata a destra, ma solo dopo le trattative governative si capirà quanto”, scrive la testata. “All’inizio degli anni 2000, ci si lamentava che non c’era la volontà di separare i partiti finlandesi l’uno dall’altro. Tutti i principali partiti evitavano le linee estreme. Dopo le elezioni di domenica non ci si può più lamentare che non ci sono differenze”.

Petteri Orpo, già in diverse posizioni governative, tra le quali ministro delle finanze finlandese e vicepremier, ieri sera si è dichiarato vincitore delle elezioni parlamentari: la sua Coalizione Nazionale di centro-destra (NCP) è un partito liberale sul fronte economico per una fazione socialmente conservatrice. Supporta le politiche di libero mercato, l’imprenditorialità e la crescita economica, sostenendo anche il benessere sociale e le libertà individuali. Sposato e con due figli, Orpo è anche un ufficiale di riserva della forza di difesa nazionale finlandese. Ed è indubbio che il suo partito ha guadagnato consensi, mentre la Finlandia era ed è alle prese con l’aumento del costo della vita e una crisi energetica generata dalla guerra della Russia in Ucraina. Le elezioni parlamentari sono diventate una lotta serrata tra tre grandi partiti: la Coalizione (20,8%, 48 seggi), Perussuomalaiset (il partito dei finlandesi, 20,1%, 46 seggi) e Sdp (19,9%, 43 seggi) che hanno chiaramente aumentato il loro elettorato. Riikka Purra, presidente dei nazionalisti di Perussuomalaiset, si è congratulata con la Coalizione e con Orpo. Nel suo discorso nella notte ha ringraziato i sostenitori del partito. “Cari finlandesi, sapete cosa avete fatto? Avete ottenuto il miglior risultato elettorale di questo partito da sempre”, ha gridato Purra – che ha raccolto un totale di 42.589 voti – ai membri del suo partito. Ma pure l’Sdp emerge in un certo senso come vincitore delle elezioni: il partito della premier uscente è riuscito ad aumentare i propri consensi. È relativamente raro. Marin ha assicurato di essere soddisfatta del risultato. “Questo è un grande giorno perché abbiamo fatto bene alle elezioni. La democrazia ha parlato e abbiamo motivo di essere contenti di questo risultato”, ha detto alla folla del suo partito, escludendo però la collaborazione con Purra.

Il Centro, l’Alleanza di Sinistra e i Verdi invece sono rimasti delusi dal loro risultato. Il Centro perde 8 seggi, i Verdi 7 e l’Alleanza di Sinistra 5. Il sostegno al Centro è rimasto all’11,3%, che dà al partito 23 seggi in parlamento. La sinistra è scesa al 7,1% e i Verdi al 7%. I Verdi ottengono 13 seggi in parlamento, l’Alleanza di Sinistra 11. Forse la sconfitta peggiore è quella dei Verdi che hanno perso seggi in molti collegi elettorali, ma il peggior crollo si può considerare quello a Helsinki. Nelle elezioni parlamentari del 2019, il partito era il più numeroso nel collegio elettorale della capitale, ma in queste elezioni i Verdi sono scesi al terzo posto. La presidente del partito Maria Ohisalo ha ammesso durante la notte delle elezioni che il risultato dei Verdi è una grande delusione. E ora? Si apre una fase di difficili negoziati. Ufficialmente, il governo inizia a formarsi quando il presidente del partito con il maggior numero di parlamentari invita tutti i partiti a eleggere un funzionario governativo (il 14 aprile). La Coalizione ha annunciato che la questione più importante nelle trattative di governo è l’economia, cioè l’aggiustamento dei conti pubblici. Per questo motivo, la cooperazione con il partito dei finlandesi sarebbe più facile che con Sdp.

Comunque con una quota di voti del venti per cento ciascuno, nessun partito cambierà enormemente la Finlandia in quattro anni, anche se è quello del primo ministro. La Finlandia rimane uno stato sociale, anche se più povero di altri paesi nordici. Il clima, la cooperazione allo sviluppo e la politica sull’immigrazione cambieranno almeno in parte se ci saranno finlandesi di Purra nel governo. E la Finlandia forse potrebbe spostarsi verso il modello danese. Ma quello che non può cambiare è la posizione geografica del Paese, con un lunghissimo confine con la Russia e una guerra ucraina che continua a minacciare l’Europa.

La Finlandia ha virato a destra, elettori in cerca di certezze

La Finlandia ha virato a destra, elettori in cerca di certezze



La Finlandia ha virato a destra, elettori in cerca di certezze – askanews.it


La Finlandia ha virato a destra, elettori in cerca di certezze – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – L’opposizione finlandese ha ottenuto la prevista vittoria e anche se la popolarità di Sdp (i social democratici di Sanna Marin) è aumentata, il “blocco di sinistra” nel suo insieme ha subito una sconfitta elettorale. Helsingin Sanomat, il quotidiano più letto nella capitale Helsinki titola: “La Finlandia ha girato a destra”, descrivendo il risultato di queste elezioni legislative, a ridosso dell’ingresso nella Nato per il paese che fino a un anno fa veniva considerato un esempio di neutralità ma che con la guerra in Ucraina ha vissuto un cambiamento di opinione pubblica così repentino da essere indicato da più parti come storico. Poi però in un’analisi HS aggiunge: “La Finlandia si è voltata a destra, ma solo dopo le trattative governative si capirà quanto”, scrive la testata. “All’inizio degli anni 2000, ci si lamentava che non c’era la volontà di separare i partiti finlandesi l’uno dall’altro. Tutti i principali partiti evitavano le linee estreme. Dopo le elezioni di domenica non ci si può più lamentare che non ci sono differenze”.

Petteri Orpo, già in diverse posizioni governative, tra le quali ministro delle finanze finlandese e vicepremier, ieri sera si è dichiarato vincitore delle elezioni parlamentari: la sua Coalizione Nazionale di centro-destra (NCP) è un partito liberale sul fronte economico per una fazione socialmente conservatrice. Supporta le politiche di libero mercato, l’imprenditorialità e la crescita economica, sostenendo anche il benessere sociale e le libertà individuali. Sposato e con due figli, Orpo è anche un ufficiale di riserva della forza di difesa nazionale finlandese. Ed è indubbio che il suo partito ha guadagnato consensi, mentre la Finlandia era ed è alle prese con l’aumento del costo della vita e una crisi energetica generata dalla guerra della Russia in Ucraina. Le elezioni parlamentari sono diventate una lotta serrata tra tre grandi partiti: la Coalizione (20,8%, 48 seggi), Perussuomalaiset (il partito dei finlandesi, 20,1%, 46 seggi) e Sdp (19,9%, 43 seggi) che hanno chiaramente aumentato il loro elettorato. Riikka Purra, presidente dei nazionalisti di Perussuomalaiset, si è congratulata con la Coalizione e con Orpo. Nel suo discorso nella notte ha ringraziato i sostenitori del partito. “Cari finlandesi, sapete cosa avete fatto? Avete ottenuto il miglior risultato elettorale di questo partito da sempre”, ha gridato Purra – che ha raccolto un totale di 42.589 voti – ai membri del suo partito.

Ma pure l’Sdp emerge in un certo senso come vincitore delle elezioni: il partito della premier uscente è riuscito ad aumentare i propri consensi. È relativamente raro. Marin ha assicurato di essere soddisfatta del risultato. “Questo è un grande giorno perché abbiamo fatto bene alle elezioni. La democrazia ha parlato e abbiamo motivo di essere contenti di questo risultato”, ha detto alla folla del suo partito, escludendo però la collaborazione con Purra. Il Centro, l’Alleanza di Sinistra e i Verdi invece sono rimasti delusi dal loro risultato. Il Centro perde 8 seggi, i Verdi 7 e l’Alleanza di Sinistra 5. Il sostegno al Centro è rimasto all’11,3%, che dà al partito 23 seggi in parlamento. La sinistra è scesa al 7,1% e i Verdi al 7%. I Verdi ottengono 13 seggi in parlamento, l’Alleanza di Sinistra 11.

Forse la sconfitta peggiore è quella dei Verdi che hanno perso seggi in molti collegi elettorali, ma il peggior crollo si può considerare quello a Helsinki. Nelle elezioni parlamentari del 2019, il partito era il più numeroso nel collegio elettorale della capitale, ma in queste elezioni i Verdi sono scesi al terzo posto. La presidente del partito Maria Ohisalo ha ammesso durante la notte delle elezioni che il risultato dei Verdi è una grande delusione. E ora? Si apre una fase di difficili negoziati. Ufficialmente, il governo inizia a formarsi quando il presidente del partito con il maggior numero di parlamentari invita tutti i partiti a eleggere un funzionario governativo (il 14 aprile). La Coalizione ha annunciato che la questione più importante nelle trattative di governo è l’economia, cioè l’aggiustamento dei conti pubblici. Per questo motivo, la cooperazione con il partito dei finlandesi sarebbe più facile che con Sdp.

Comunque con una quota di voti del venti per cento ciascuno, nessun partito cambierà enormemente la Finlandia in quattro anni, anche se è quello del primo ministro. La Finlandia rimane uno stato sociale, anche se più povero di altri paesi nordici. Il clima, la cooperazione allo sviluppo e la politica sull’immigrazione cambieranno almeno in parte se ci saranno finlandesi di Purra nel governo. E la Finlandia forse potrebbe spostarsi verso il modello danese. Ma quello che non può campbiare è la posizione geografica del Paese, con un lunghissimo confine con la Russia e una guerra ucraina che continua a minacciare l’Europa.

L’uccisione del blogger nazionalista Tatarsky per Mosca è un “omicidio di alto profilo”

L’uccisione del blogger nazionalista Tatarsky per Mosca è un “omicidio di alto profilo”



L’uccisione del blogger nazionalista Tatarsky per Mosca è un “omicidio di alto profilo” – askanews.it


L’uccisione del blogger nazionalista Tatarsky per Mosca è un “omicidio di alto profilo” – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – L’uccisione del blogger nazionalista russo Vladlen Tatarsky, al secolo Maxim Fomin, noto per la corrispondenza di guerra e per le sue posizioni a favore dell’invasione russa dell’Ucraina, è indagata come un “omicidio di alto profilo”, hanno riferito le autorità. Tatarsky è morto ieri in un’esplosione in un caffè di San Pietroburgo.

Altre 32 persone sono state ricoverate per le ferite riportate e sei sono in condizioni critiche, ha annunciato il ministero della Salute. I video pubblicati sui social media hanno mostrato un’esplosione e persone ferite per strada. Secondo le prime ricostruzioni Tatarsky, che aveva oltre 500mila follower sul suo canale, era ospite di un evento organizzato dal locale quando la bomba è esplosa. Secondo fonti ufficiali citate dai media statali russi, a Tatarsky è stata regalata una statuetta in una scatola, al cui interno era nascosta una bomba.

Russia, si indaga per “omicidio” per morte blogger nazionalista

Russia, si indaga per “omicidio” per morte blogger nazionalista



Russia, si indaga per “omicidio” per morte blogger nazionalista – askanews.it


Russia, si indaga per “omicidio” per morte blogger nazionalista – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – L’uccisione del blogger nazionalista russo Vladlen Tatarsky, al secolo Maxim Fomin, noto per la corrispondenza di guerra e per le sue posizioni a favore dell’invasione russa dell’Ucraina, è indagata come un “omicidio di alto profilo”, hanno riferito le autorità. Tatarsky è morto ieri in un’esplosione in un caffè di San Pietroburgo.

Altre 32 persone sono state ricoverate per le ferite riportate e sei sono in condizioni critiche, ha annunciato il ministero della Salute. I video pubblicati sui social media hanno mostrato un’esplosione e persone ferite per strada. Secondo le prime ricostruzioni Tatarsky, che aveva oltre 500mila follower sul suo canale, era ospite di un evento organizzato dal locale quando la bomba è esplosa. Secondo fonti ufficiali citate dai media statali russi, a Tatarsky è stata regalata una statuetta in una scatola, al cui interno era nascosta una bomba.

In Finlandia il centro-destra vince le elezioni. La destra è seconda

In Finlandia il centro-destra vince le elezioni. La destra è seconda



In Finlandia il centro-destra vince le elezioni. La destra è seconda – askanews.it


In Finlandia il centro-destra vince le elezioni. La destra è seconda – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il Partito di Coalizione Nazionale di cendro-destra di Petteri Orpo ha vinto le elezioni in Finlandia, con il 20,8% dei voti, precedendo il partito populista di destra di Riikka Purra (20,1%) e i socialdemocraciti della ex premier Sanna Marin (19,9%).

“Abbiamo ottenuto il mandato più ampio. I finlandesi vogliono un cambiamento e ora inizierò i negoziati, negoziati aperti con tutte le parti”, ha dichiarato Orpo, che ora avrà il compito di scegliere gli interlocutori per costruire una coalizione di governo. Marin ha invece ammesso la sconfitta: “Congratulazioni al vincitore delle elezioni, congratulazioni al Partito della Coalizione Nazionale, congratulazioni al Partito dei Finlandesi. La democrazia ha parlato”, ha detto ai sostenitori.

“Congratulazioni al mio amico Petteri Orpo per aver vinto le elezioni in Finlandia! In questo momento cruciale verso la NATO, il popolo finlandese sa che il nostro impegno a proteggere i valori condivisi in Europa non potrà che rafforzarsi. Più forti insieme”. Così su Twitter la presidente del Europarlamento Roberta Metsola.

Oggi il vertice ministeriale sui Balcani occidentali. Tajani: da Italia azione a tutto campo

Oggi il vertice ministeriale sui Balcani occidentali. Tajani: da Italia azione a tutto campo



Oggi il vertice ministeriale sui Balcani occidentali. Tajani: da Italia azione a tutto campo – askanews.it


Oggi il vertice ministeriale sui Balcani occidentali. Tajani: da Italia azione a tutto campo – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, presiede oggi a Roma la Riunione Ministeriale sui Balcani Occidentali, alla quale prenderanno parte il commissario europeo per il Vicinato e l’allargamento, Oliver Varhelyi, il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström, in qualità di presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, e i ministri degli Esteri di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia.

“Il governo italiano ha voluto dispiegare un’azione di politica estera a tutto campo nei Balcani Occidentali nella consapevolezza che qui si decide il futuro dell’Europa”, ha sottolineato il vicepremier, secondo il quale “dobbiamo accelerare il processo di integrazione europea dei Paesi della regione”. “La riunione che ho voluto ospitare a Roma”, ha proseguito, “serve inoltre a favorire il dialogo e la cooperazione regionale. C’è una forte domanda di Italia in questa regione, e il governo è in prima linea al fianco dei nostri amici balcanici”. Dopo un primo confronto tra i ministri degli Esteri sul percorso di integrazione europea dei Paesi dei Balcani Occidentali, si terrà una discussione sulle modalità con cui rafforzare la cooperazione tra i Paesi della regione e l’Unione europea. Nel pomeriggio, i lavori proseguiranno con alcune tavole rotonde a livello di esperti sui temi del cambiamento climatico, della conservazione del patrimonio culturale e dell’innovazione tecnologica nel settore agroalimentare.

Sempre nel pomeriggio del 3 aprile, il vicepremier Tajani, insieme al Ministro degli Esteri svedese Billström, aprirà un Convegno organizzato dalla Farnesina insieme all’Istituto Affari Internazionali e dall’Osservatorio Balcani, Caucaso e Transeuropa dal titolo “New vision for the Western Balkans: EU accession and regional security”, che proseguirà nella mattinata del 4 aprile. L’evento – che vedrà la partecipazione dei Ministri dei sei Paesi dei Balcani occidentali e di rappresentanti dell’UE, esperti ed esponenti della società civile – intende promuovere uno scambio informale sulle prospettive politiche ed economiche di medio termine della regione balcanica e su iniziative concrete di cooperazione tra i Paesi della regione e i membri dell’UE.

La Wagner annuncia di aver preso Bakhmut ma l’esercito di Kiev smentisce

La Wagner annuncia di aver preso Bakhmut ma l’esercito di Kiev smentisce



La Wagner annuncia di aver preso Bakhmut ma l’esercito di Kiev smentisce – askanews.it


La Wagner annuncia di aver preso Bakhmut ma l’esercito di Kiev smentisce – askanews.it



















Roma, 3 apr. (askanews) – La bandiera russa è stata issata sul municipio di Bakhmut, teatro di duri combattimenti nelle ultime settimane tra ucraini e russi: lo ha rivendicato nella notte Yevgeny Prigozhin, fondatore della compagnia militare privata Wagner, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “2 aprile, 23:00 precise. Dietro di me c’è l’edificio dell’amministrazione comunale” di Bakhmut: “Questa bandiera russa è per Vladlen Tatarsky”, il blogger russo ucciso domenica in un’esplosione a San Pietroburgo, “Su questa bandiera è scritto ‘In grata memoria’. Tecnicamente abbiamo catturato Bakhmut”, ha detto Prigozhin, citato dal canale Telegram del suo servizio stampa. Prigozhin ha sottolineato che i comandanti delle unità russe che hanno catturato il municipio e l’intero quartiere centrale “porteranno e collocheranno le bandiere. L’avversario resta nei blocchi occidentali”, ha aggiunto.

Lo Stato Maggiore di Kiev ha però smentito la circostanza: “Il nemico prosegue nel suo assalto a Bakhmout, ma i difensori ucraini difendono coraggiosamente la città, respingendo numerosi attacchi”, ha scritto l’Esercito ucraino su Facebook.