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Guerra in Medio Oriente, il Papa: siamo testimoni di una tragedia. Tanti innocenti morti

Guerra in Medio Oriente, il Papa: siamo testimoni di una tragedia. Tanti innocenti mortiCittà del Vaticano, 9 nov. (askanews) – La Terra Santa è oggi un luogo di sofferenza e morte. A rivolgere nuovamente un pensiero alla tragedia che si sta consumando in Medio Oriente è stato Papa Francesco che ha ricevuto in Vaticano i partecipanti alla Consulta dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

“Desidero rivolgere insieme a voi il pensiero alla Terra Santa. – ha detto parlando nel corso dell’udienza – Siamo purtroppo testimoni di una tragedia che si consuma proprio nei luoghi in cui il Signore è vissuto, in cui ci ha insegnato attraverso la sua umanità ad amare, a perdonare e a fare del bene a tutti. E invece li vediamo dilaniati da sofferenze tremende che colpiscono soprattutto tanti innocenti morti”. “Per questo sono spiritualmente unito a voi”, ha concluso il Papa ricordando “il grande dolore della Chiesa Madre di Gerusalemme” e tornando ad “implorare il dono della pace”.

L’esercito israeliano: conquistata una roccaforte di Hamas a Jabalia

L’esercito israeliano: conquistata una roccaforte di Hamas a JabaliaRoma, 9 nov. (askanews) – Le forze di difesa israeliane affermano che le truppe della brigata di fanteria Nahal hanno conquistato una roccaforte di Hamas, nota come avamposto 17, a Jabalia occidentale dopo 10 ore di combattimento. Lo scrive il Times of Israel.

L’Idf (Israel Defense Forces) afferma che i soldati hanno combattuto contro i miliziani di Hamas e della Jihad islamica nella roccaforte sia “in superficie” sia “in un percorso sotterraneo nell’area”. Decine di combattenti sono stati uccisi e sono localizzate molte armi, pozzi e tunnel, anche uno vicino a un asilo che conduceva a un “ampio percorso sotterraneo”. Le truppe israeliane hanno anche trovato “significativi” piani di battaglia di Hamas nell’avamposto 17. Nella notte l’aeronautica militare israeliana ha condotto centinaia di attacchi contro obiettivi nemici nella Striscia di Gaza, aggiunge l’Idf.

Terrorismo, arrestato a Milano 37enne ricercato in Algeria. Era in metro e urlava “Allah Akbar”

Terrorismo, arrestato a Milano 37enne ricercato in Algeria. Era in metro e urlava “Allah Akbar”Milano, 9 nov. (askanews) – Un algerino di 37 anni, destinatario di un mandato di cattura internazionale per partecipazione ad associazione terroristica, è stato arrestato nei giorni scorsi a Milano. L’uomo è stato fermato in metropolitana dagli agenti della Polmetro per un controllo, mostrandosi particolarmente aggressivo e gridando ripetutamente “Allah Akbar” mentre tentava di afferrare dal proprio zaino un coltello con lama di oltre 12 cm. di lunghezza.

Dalle comparazioni foto-dattiloscopiche, condotte dalla Digos, è emerso che l’uomo, finora sconosciuto alle forze di polizia italiane, era ricercato dalle autorità algerine con l’accusa di far parte, fin dal 2015, delle milizie dello Stato Islamico ed impiegato nel teatro bellico siro-iracheno. L’uomo è stato portato a San Vittore in attesa del completamento delle procedure di estradizione che hanno già incassato il via libera da parte del Ministero della Giustizia.

M.O., Tajani a Parigi per Conferenza sulla crisi umanitaria a Gaza

M.O., Tajani a Parigi per Conferenza sulla crisi umanitaria a GazaParigi, 9 nov. (askanews) – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivato questa mattina a Parigi per partecipare a una Conferenza internazionale che riunisce i principali attori coinvolti nella risposta umanitaria a Gaza. L’evento è stato organizzato su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron nell’ambito della sesta edizione del Forum della Pace, che si terrà venerdì 10 e sabato 11 novembre.

La Conferenza umanitaria, che avrà luogo all’Eliseo, mira a fornire una risposta da parte della comunità internazionale ai bisogni e alla protezione della popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza e a riunire il sostegno internazionale sulla base delle necessità identificate dalle Nazioni Unite e in particolare dall’Unrwa. Secondo un programma fornito dalla presidenza francese, sono previsti, tra gli altri, gli interventi della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e del primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese Mohammad Shtayyeh.

Nella giornata di domani, Tajani parteciperà invece alla sessione iniziale del Forum della Pace, dedicata al Patto di Parigi per i Popoli e il Pianeta, alla presenza del presidente Macron, prima di fare ritorno in Italia.

Le truppe israeliane entrano a Jenin in Cisgiordania con bulldozer

Le truppe israeliane entrano a Jenin in Cisgiordania con bulldozerRoma, 9 nov. (askanews) – Le forze armate israeliane hanno attaccato la città di Jenin nella Cisgiordania occupata usando i bulldozer per distruggere le strade. Secondo Al Jazeera che cita l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità nazionale palestinese Wafa.

Soldati israeliani in un convoglio di circa 70 veicoli militari con quattro bulldozer hanno preso d’assalto Jenin nelle prime ore del mattino da diverse direzioni, supportati da elicotteri e aerei da ricognizione. Secondo Wafa, i cecchini israeliani si sono schierati sui tetti dei grattacieli. Intanto, 12 persone affiliate a gruppi sostenuti dall’Iran in Siria sono state uccise giovedì in due raid separati, un attacco americano e uno israeliano. Il primo è avvenuto sulla città orientale di Deir Ezzor: “Nove persone che lavoravano per gruppi sostenuti da Teheran sono state uccise negli attacchi statunitensi su siti utilizzati da gruppi filo-iraniani”, ha detto all’AFP Rami Abdel Rahman, che dirige l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

In un raid aereo separato su siti legati a Hezbollah, sono stati uccisi tre combattenti filo-iraniani vicino alla capitale siriana Damasco ad Akraba e Sayyida Zeinab, secondo la stessa fonte. Israele ha anche colpito i siti di difesa aerea siriani nella provincia meridionale di Sweida.

M.O., Tajani: sosteniamo Israele ma si impegni a difendere i civili

M.O., Tajani: sosteniamo Israele ma si impegni a difendere i civiliRoma, 9 nov. (askanews) – L’Italia arriva a Parigi, che ospita la conferenza internazionale per affrontare la situazione umanitaria a Gaza, con “grandissimo senso di responsabilità, con equilibrio, con impegno totale. Non siamo sonnambuli, non vo- gliamo precipitare ancora più in fondo nella guerra”, dice il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Corriere della Sera di ritorno dal G7 in Giappone.

“Ci siamo confrontati con i nostri alleati internazionali, Usa, Canada e Giappone. Abbiamo discusso con un incredibile senso di responsabilità e realismo. Noi europei, uniti. Il nostro messaggio è chiaro: condanniamo l’attacco terrorista del 7 ottobre, sosteniamo che Israele ha il pieno diritto a difendersi, ma chiediamo a tutti e quindi allo stesso Israele di difendere i civili, di permettere pause umanitarie nei combattimenti per aiutare la popolazione di Gaza. Chiediamo anche al governo di Israele di mettere un freno alle violenze di coloni estremisti nei territori palestinesi di Cisgiordania”. “Vogliamo che questa guerra finisca al più presto. Ma vogliamo anche che Israele elimini i gruppi terroristi di Hamas. Se Israele dovrà continuare le operazioni militari dovrà farlo rispettando la legge internazionale, proteggendo le popolazioni civili e organizzando tregue che possano servire al rilascio degli ostaggi e alla protezione di cittadini di Gaza – dice ancora Tajani – Speriamo di interpretare le aspirazioni, le posizioni, persino le ansie di questi due popoli. Per questo, per quanto oggi appaia impossibile, vogliamo lavorare alla formula ‘due popoli due Stati’. Non abbiamo alternativa”.

M.O., ministra spagnola Belarra: Israele fermi genocidio

M.O., ministra spagnola Belarra: Israele fermi genocidioRoma, 9 nov. (askanews) – “Lo Stato israeliano deve porre fine a questo genocidio pianificato contro il popolo palestinese”: lo ha dichiarato la ministra spagnola per i diritti sociali e l’Agenda 2030 Ione Belarra, leader di Podemos, in un a intervista ad al Jazeera.

“Perché – ha affermato, secondo la trascrizione del colloquio riportata sul sito dell’emittente satellitare qatarina – possiamo dare lezioni sui diritti umani in altri conflitti e non qui, mentre il mondo guarda con orrore? La morte di migliaia di bambini, le madri che gridano disperatamente perché assistono all’uccisione dei loro figli. C’è un silenzio assordante di tanti paesi e di tanti leader politici che potrebbero fare qualcosa. Parlo di ciò che conosco bene, ovvero l’Unione Europea. Sembra che l’ipocrisia dimostrata dalla Commissione europea sia inaccettabile”. “Chiedo al mio Paese e ad altri Paesi – ha detto ancora la leder di Podemos parlando del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – di interrompere le relazioni diplomatiche con Israele. Penso che questo manderebbe il giusto messaggio politico, ovvero che non vogliamo avere nulla a che fare con questo criminale di guerra come questo leader”.

“Dobbiamo agire ed essere più fermi nonostante il fatto che Israele sia molto potente e abbia amici potenti”, ha aggiunto Belarra.

M.O., Pentagono: abbiamo colpito strutture iraniane in Siria

M.O., Pentagono: abbiamo colpito strutture iraniane in SiriaRoma, 9 nov. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno condotto un attacco aereo contro una struttura in uso alle forze iraniane e a “gruppi affiliati”. A rivendicare l’azione, in una dichiarazione ufficiale pubblicata sul sito del Pentagono, è stato il segretario alla Difesa Lloyd J. Austin. “Oggi, su ordine del presidente Biden, le forze militari statunitensi – ha annunciato – hanno condotto un attacco di autodifesa contro una struttura nella Siria orientale utilizzata dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (IRGC) e da gruppi affiliati. Questo attacco è stato condotto da due F-15 statunitensi contro un deposito di armi”.

“Questo attacco di autodifesa di precisione – ha proseguito Austin – è una risposta a una serie di attacchi contro il personale statunitense in Iraq e Siria da parte degli affiliati della Forza IRGC-Quds. Il presidente non ha priorità più alta della sicurezza del personale statunitense e ha diretto l’azione di oggi per chiarire che gli Stati Uniti difenderanno se stessi, il proprio personale e i propri interessi. Gli Stati Uniti sono pienamente pronti ad adottare ulteriori misure necessarie per proteggere la nostra popolazione e le nostre strutture”. “Esortiamo a evitare qualsiasi escalation. Il personale americano continuerà a condurre missioni anti-Isis in Iraq e Siria”, ha concluso.

Ucraina, Commissione Ue raccomanda avvio negoziati d’adesione

Ucraina, Commissione Ue raccomanda avvio negoziati d’adesioneBruxelles, 8 nov. (askanews) – La Commissione europea ha raccomandato oggi al Consiglio europeo l’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina, la Moldova e la Bosnia-Erzegovina, e ha concesso finalmente alla Georgia lo status di paese candidato. Le decisioni sono state prese questa mattina a Bruxelles dal collegio dei commissari, e annunciate poi in conferenza stampa nel pomeriggio dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Nonostante la guerra in corso, ha detto von der Leyen, “l’Ucraina ha completato oltre il 90% delle riforme che erano state raccomandate dalla Commissione”, completando quattro dei sette “step” che l’Esecutivo comunitario aveva indicato quando aveva concesso a Kiev lo status di candidato, per avere il via libera ai negoziati d’adesione. Sono stati apprezzati, in particolare, i progressi fatti nella riforma della giustizia e nella lotta alla corruzione e al riciclaggio del denaro. In una situazione simile è anche la la Moldova, che ha fatto molti progressi, in particolare per la riforma della giustizia, e la lotta al crimine organizzato e all’influenza eccessiva delle lobby, ha aggiunto von der Leyen.

Le raccomandazioni di aprire i negoziati per l’Ucraina e la Moldova, hanno puntualizzato fonti comunitarie, sono “incondizionate”, ovvero non sono accompagnate da nessuna nuova condizione. Tuttavia, la presidente della Commissione ha indicato che per entrambi i paesi sarà necessario completare tutte le riforme che erano state richieste con i sette “step”, prima che possa essere concordato il “quadro negoziale” tra i paesi candidati e il Consiglio Ue. L’inizio vero e proprio dei negoziati d’adesione, insomma, “dipenderà dalla velocità del completamento delle riforme restanti” che sono in corso nei due paesi candidati. Per l’Ucraina, ha detto von der Leyen, il restante 10% delle riforme ancora in sospeso potrà essere completato entro il mese di marzo. Ciò che resta da fare riguarda in particolare l’intensificazione della lotta alla corruzione, una regolamentazione delle lobby in linea con le norme Ue e la riduzione dell’influenza degli oligarchi sul potere politico, un rafforzamento della tutela soprattutto culturale (istruzione, media, uso delle lingue) delle minoranze nazionali ungherese, bulgara e rumena (ma non di quella russa, hanno precisato fonti della Commissione, almeno fino a che continua la guerra).

Nel frattempo, se il Consiglio europeo del 15 dicembre seguirà le raccomandazioni di oggi dando il suo via libera, il “lavoro tecnico” per preparare i negoziati d’adesione “potrà proseguire immediatamente”, hanno indicato fonti qualificate della Commissione, con la partenza per Kiev della squadra di funzionari dell’Esecutivo comunitario “lo stesso 15 dicembre”. Questo lavoro tecnico consiste principalmente nel processo di “screening”, in cui bisogna valutare tutta la legislazione del paese candidato e confrontarla con il cosiddetto “acquis” comunitario (40 mila pagine di misure legislative e regolamentari, più la giurisprudenza della Corte europea di giustizia). Tutte le normative divergenti del paese candidato vanno allineate a quelle dell’Ue. Questo processo dura normalmente da uno a due anni, ma fonti qualificate dell’Ue hanno affermato la volontà, in questi due casi, di andare avanti il più rapidamente possibile, stimando di “poterlo fare in sei mesi”.

Anche per quanto riguarda la Bosnia-Erzegovina, la Commissione raccomanda l’apertura dei negoziati di adesione, ma in questo caso condizionata al “raggiungimento del necessario grado di conformità con i criteri di adesione”, ha precisato von der Leyen. “Stiamo spalancando la porta e invitando la Bosnia-Erzegovina a varcare la soglia”, ha detto la presidente della Commissione, ma nonostante i progressi nella lotta al crimine organizzato, al riciclaggio del denaro e al terrorismo, ci sono preoccupazioni per le diverse leggi incostituzionali approvate dai rappresentanti della “Repubblica serba”, un’entità all’interno della Bosnia. Per la Georgia, infine, la Commissione raccomanda al Consiglio di concedere lo status di candidato all’adesione, come aveva fatto in precedenza per Ucraina e Moldova nel giugno 2022, chiedendo al Paese di continuare a fare progressi nell’attuazione delle 12 riforme prioritarie individuate l’anno scorso. Durante la sua conferenza stampa, Von der Leyen ha sottolineato in particolare il “momentum”, la forte spinta all’allargamento che viene dall’attuale situazione geopolitica in particolare per Ucraina, Moldova e Georgia, e la necessità di completarlo al più presto come interesse sia dei paesi candidati che dell’Ue. “L’Ucraina – ha ricordato la presidente della Commissione – continua ad affrontare enormi difficoltà e tragedie provocate dalla guerra di aggressione della Russia, eppure gli ucraini stanno riformando profondamente il loro paese, anche se stanno combattendo una guerra che per loro è una minaccia esistenziale”. “L’allargamento – ha continuato – è una politica vitale per l’Unione europea. Completare la nostra Unione è l’appello della storia, l’orizzonte naturale della nostra Unione, è l’orizzonte naturale dell’Ue. Sappiamo tutti che ci legano la geografia, la storia e i valori comuni”; inoltre, “completare la nostra Unione ha anche una logica economica geopolitica” e sappiamo dalle esperienze precedenti che “ci sono enormi benefici per i paesi che hanno aderito all’Ue e per la stessa Ue. In sostanza, è una vittoria per tutti”. “L’obiettivo della Russia – ha ricordato ancora von der Leyen – era di cancellare l’Ucraina dalla carta geografica. Se ci fosse riuscita, possiamo immaginare che cosa questo avrebbe significato per la sicurezza dell’Ue. E’ bene che la Russia abbia mancato questo obiettivo strategico. Al contrario, ora l’Ucraina come nazione è più forte che mai. Ed è importante stabilizzare la sua democrazia, restare al suo fianco, e assicurare che possa superare questa massiccia aggressione, la guerra scatenata dalla Russia”. “Più in generale, se si guarda a tutti i paesi candidati all’adesione all’Ue, questo – ha rilevato la presidente della Commissione – è un momento decisivo. Sono paesi che devono fare una scelta, decidere chiaramente da che parte stare. E’ evidente, quando si viaggia nella regione, che i paesi candidati sono molto chiari sul fatto che vogliono aderire all’Ue, perché vedono la differenza”. “Ci sono diversi paesi che vogliono interferire in questo processo, ma noi abbiamo il compito di continuare il nostro lavoro e dare” ai paesi candidati “la forza di cui hanno bisogno nel loro percorso verso l’adesione”, ha concluso von der Leyen.

Guterres (Onu) ancora contro le operazioni israeliane a Gaza

Guterres (Onu) ancora contro le operazioni israeliane a GazaRoma, 8 nov. (askanews) – Il numero di civili rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dimostra che c’è qualcosa “chiaramente di sbagliato” nelle operazioni militari israeliane. Lo ha detto alla Reuters il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Sono oltre 10.000 le persone rimaste uccise a Gaza dal 7 ottobre scorso, di cui oltre la metà sono donne e bambini, secondo il bilancio fornito dal ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata dal gruppo estremista Hamas.