Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia

E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia


E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia – askanews.it



E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – La visita del re Carlo III d’Inghilterra in Francia, prevista per il 26-29 marzo, sarà rinviata. I governi francese e britannico hanno preso la decisione a seguito di una telefonata tra il presidente Emmanuel Macron e il re, rende noto l’Eliseo. Quella in Francia doveva essere la prima visita di Stato all’estero per il re Carlo III.

È stato riferito che la visita del monarca britannico in Francia, prevista per il 26-29 marzo, è stata rinviata a causa dell’ondata di proteste nel Paese contro l’innalzamento dell’età pensionabile. Ma non è stata precisata la nuova data della visita all’Eliseo. Prima dell’annuncio, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin aveva appena finito di assicurare il canale CNews: “Saremo pronti ad accogliere in ottime condizioni” il sovrano britannico.

All’inizio di marzo, il Palazzo dell’Eliseo ha annunciato che re Carlo III di Gran Bretagna avrebbe effettuato la sua prima visita di stato in Francia dal 26 al 29 marzo. È stato osservato che la visita riflette i “profondi legami storici” tra i Paesi e sarà “un onore per la Francia”. Era previsto che Macron avrebbe ospitato una cena ufficiale in onore del monarca britannico e di sua moglie Camilla alla Reggia di Versailles il 27 marzo. Successivamente, i media hanno riferito che il programma della visita del re Carlo III in Francia poteva essere modificato e la sua cena con il presidente Macron, prevista per lunedì, poteva non aver luogo alla Reggia di Versailles a causa delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni. Il sindacato francese aveva invitato ad “andare a Versailles” per protestare contro la visita del re. All’inizio della settimana, una fonte del tribunale britannico ha affermato che i disordini in Francia potrebbero avere conseguenze sulla prevista visita di stato.

Podolyak dice che “ci sono difficoltà per la telefonata tra Zelensky e Xi”

Podolyak dice che “ci sono difficoltà per la telefonata tra Zelensky e Xi”


Podolyak dice che “ci sono difficoltà per la telefonata tra Zelensky e Xi” – askanews.it



Podolyak dice che “ci sono difficoltà per la telefonata tra Zelensky e Xi” – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – L’ipotesi di un colloquio telefonico tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo omologo cinese Xi Jinping, dopo al visita a Mosca del leader di Pechino, è ancora sul tavolo, ma sta andando incontro ad alcune “difficoltà”. Lo ha spiegato il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, citato da Ukrainska Pravda.

“Ci sono piani. Sia l’Ufficio del Presidente che il ministero degli Esteri – sia Yermak che Kuleba – sono coinvolti nell’organizzazione”, ha precisato Podolyak. “Proponiamo di prendere l’iniziativa, perché oggi, a parte il presidente Zelensky, non c’è quasi nessuno che spieghi le conseguenze dell’errato svolgimento della guerra, perché il presidente pone abbastanza chiaramente tutti gli accenti tra i nostri partner, anche tra i paesi neutrali”, ha aggiunto. Allo stesso tempo, ha osservato Podolyak, ci sono alcune difficoltà nell’organizzazione dei negoziati tra i due leader, che sono legate alla mancanza di una posizione chiara della Cina riguardo alla risoluzione del conflitto tra l’Ucraina e la Federazione Russa. “È abbastanza difficile. C’è una domanda cui la Cina non ha ancora trovato una risposta politica. Cioè, se vuole affrontare la questione dell’accordo tra Russia e Ucraina o rimanere prudentemente in disparte. Da quello che ho inteso, la Cina stessa non l’ha ancora capito”, ha sottolineato.

Mosca, in metropolitana appaiono mappe autografate da Putin

Mosca, in metropolitana appaiono mappe autografate da Putin


Mosca, in metropolitana appaiono mappe autografate da Putin – askanews.it



Mosca, in metropolitana appaiono mappe autografate da Putin – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – Nella metropolitana di Mosca verranno appese più di 1200 mappe della sotterranea con la firma del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha annunciato il vicesindaco di Mosca, capo del dipartimento dei trasporti e dello sviluppo delle infrastrutture stradali, Maxim Liksutov, secondo Vechenjaja Moskva e altri media locali.

Si tratta di un nuovo passaggio nella rappresentazione del leader russo, al quale basta ora, evidentemente, la propria grafia per rappresentarsi di fronte ai suoi connazionali e come fenomeno di coscienza di massa. E così l’autografo di Putin diventa non solo parola evocativa, ma icona in un luogo densamente frequentato, la metropolitana, e dotato di una certa sacralità storica. L’inaugurazione della nuova grande linea circolare (anello esterno) il primo marzo 2023, ha visto la presenza del leader russo che ha firmato lo schema dal vivo. Copie dello schema con il grosso autografo del leader del Cremlino saranno visibili anche nelle carrozze di alcuni treni.

Un salto evolutivo della raffigurazione del concetto del capo supremo – attualmente impegnato nella guerra in Ucraina – rispetto alla passata iconografia – in tempi meno bellicosi – che aveva già abituato a magliette, oggettistica e persino tavolette di cioccolata con il ritratto di Putin.

Arte digitale, ecosistemi naturali: a Milano Visioni diacroniche

Arte digitale, ecosistemi naturali: a Milano Visioni diacroniche


Arte digitale, ecosistemi naturali: a Milano Visioni diacroniche – askanews.it



Arte digitale, ecosistemi naturali: a Milano Visioni diacroniche – askanews.it


















Milano, 24 mar. (askanews) – Quattro artisti digitali dalla scena internazionale chiamati a ragionare sulla relazione tra natura e cultura e sul modo in cui il contemporaneo si confronta con gli ecosistemi naturali. Si tratta del progetto “Visioni diacroniche”, ideato dal Volvo Car Italia con BAM, Biblioteca degli alberi Milano – Fondazione Riccardo Catella. La curatela è affidata a Ilaria Bonacossa, direttrice del Museo Nazionale di Arte Digitale di Milano, insieme a Francesca Colombo, direttore generale culturale di BAM, che ci ha presentato il progetto.

“Queste quattro letture performative – ha detto Francesca Colombo – hanno lo scopo di invitare, con il linguaggio dell’arte contemporanea, a parlare di natura, di cultura e di sostenibilità con gli artisti del nostro tempo. L’idea di mettere insieme arte digitale contemporanea e natura nasce dal cuore di BAM, dai valori di BAM e nasce anche dalle sue potenzialità, perché c’è ancora molto da esplorare”. A ospitare gli appuntamenti è il Volvo Studio di Milano e per la casa automobilistica questo è uno dei modi con i quali si può affrontare il tema del cambiamento all’insegna della sostenibilità. “Un brand automobilistico – ci ha spiegato Chiara Angeli, direttore commerciale di Volvo Car Italia – quando intraprende questo percorso lo deve fare rivolgendosi non soltanto ai propri clienti, ma a tutti. Perché si tratta di un cambiamento epocale. E per farlo, secondo noi, bisogna utilizzare dei canali che toccano le corde del cuore, come la musica e l’arte”.

Primo protagonista di “Visioni diacroniche” l’artista saudita Ayman Zedani che mette al centro della propria pratica le sfide dell’antropocene, il ragionamento sul cambiamento climatico e le interazioni tra umano e non umano. “Penso – ha detto l’artista – che sia molto importante considerare il fatto che siamo parte di questo luogo, veniamo da questo luogo e per me ci sono molte connessioni tra arte e natura. Credo fortemente che noi siano un’espressione del nostro ambiente, non siamo entità separate, la natura non è al di fuori di noi, ma è dentro di noi. Per questo è importante prendere coscienza delle nostre parentele, dei nostri legami, delle cose che condividiamo”. Gli altri protagonisti di “Visioni diacroniche” saranno Natália Trejbalová, Trevor Paglen e Nazgol Ansarinia.

Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader

Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader


Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader – askanews.it



Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader – askanews.it



















Bruxelles, 24 mar. (askanews) – Un vertice Ue poco interlocutorio, una sorta di ‘brain storming’ fra i capi di Stato e di governo senza sorprese e nessuna vera, nuova decisione. Questo è stato il Consiglio europeo svoltosi oggi a Bruxelles, nella sua prima giornata che era dedicata a tutti i temi caldi, lasciando per domani i temi finanziari all’Eurosummit allargato a tutti i paesi Ue, con la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe.

Sintetizzando i risultati del vertice, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella conferenza finale di questa sua prima giornata, ha aggiunto alcuni dati che possano riempire parzialmente il vuoto delle decisioni. ‘Prima di tutto – ha riferito – abbiamo avuto una intensa discussione con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, sulla lotta al cambiamento climatico e sul nostro tentativo di limitare il riscaldamento globale. In effetti, – ha ricordato – l’ultimo rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico, ndr), pubblicato lunedì scorso, è un importante monito sull’avanzamento del riscaldamento globale’. ‘Siamo consapevoli – ha continuato von der Leyen – del fatto che gli obiettivi a lungo termine sono importanti, ma è ancora più importante agire ora: dobbiamo intensificare e accelerare i nostri sforzi. Una buona notizia, anche se la situazione è difficile, è che l’Unione europea sta rispettando i programmi: abbiamo il nostro Green Deal ma abbiamo anche dei target chiari nel ‘Fit for Fifty Five’, e vogliamo gettare le basi per la neutralità climatica entro il 2050′.

‘Noi stiamo rispettando i tempi: secondo le cifre dell’Ipcc stiamo addirittura facendo di più del previsto, e questo è positivo e necessario: lo scorso anno le emissioni di gas serra sono aumentate dell’1% a livello globale, mentre nell’UE nonostante la crisi energetica siamo riusciti a ridurre le nostre emissioni del 2,5%’, ha rivendicato la presidente della Commissione. Il secondo punto che ha menzionato è naturalmente quello dell’Ucraina, che ha visto anche l’ormai usuale intervento in videoconferenza del presidente Volodomyr Zelensky. ‘E’ stato un dibattito intenso, positivo. Un argomento mi sta particolarmente a cuore – ha detto von der Leyen – è quello dei bambini ucraini deportati in Russia, che ci ricordano quanto siano bui questi tempi per la nostra storia. Deportare i bambini è un crimine di guerra. Oggi siamo a conoscenza di 16.200 bambini deportati, e soltanto trecento di questi sono tornati a casa. Queste azioni criminali giustificano appieno il mandato di arresto da parte del Tribunale penale internazionale’ contro il presidente russo Vladimir Putin.

La presidente della Commissione ha quindi annunciato un’iniziativa che ha preso, ‘in partenariato con il popolo ucraino con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, abbiamo lasciato un’iniziativa per riportare a casa questi bambini deportati dalla Russia. A questo fine organizzeremo una conferenza. E’ l’inizio di un duro lavoro, ma abbiamo intenzione di fare pressione internazionale: vogliamo adottare tutte le misure possibili per stabilire dove si trovino questi bambini. insieme agli organismi delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali competenti cercheremo di avere migliori informazioni, più complete, sui bambini che sono stati deportati in Russia, e questo include anche i bambini che poi successivamente sono stati adottati da famiglie russe’. All’Ucraina, ha proseguito von der Leyen, ‘continuiamo a dare tutto l’aiuto possibile: questa settimana abbiamo sborsato una nuova tranche di assistenza macro finanziaria di 1,5 miliardi di euro, con cui vogliamo aiutare l’Ucraina a continuare a funzionare mentre si sta difendendo’ dall’aggressione russa. ‘E stiamo anche intensificando il nostro sostegno militare a favore dell’Ucraina. In questo contesto sono particolarmente lieta dell’accordo raggiunto al Consiglio affari esteri’, lunedì scorso, ‘che dovrebbe portare alla fornitura di un milione di munizioni’ d’artiglieria ‘nel corso dei prossimi 12 mesi’.

‘Naturalmente dobbiamo anche intensificare la nostra capacità di produzione in Europa, se vogliamo raggiungere Questo obiettivo’, ha avvertito la presidente della Commissione, che ha annunciato a questo punto un’altra iniziativa: ‘Abbiamo parlato di come possiamo fare rapidi progressi in questo senso; la Commissione formulerà una proposta giuridica che consentirà di intensificare la produzione industriale di munizioni. Serve una proposta giuridica perché include anche un sostegno dal bilancio dell’Unione europea. Si tratta di ricostruire e ristrutturare la nostra capacità di produzione, e di accelerare anche la filiera di fornitura’. Von der Leyen ha poi segnalato un piccolo paradosso di cui si è parlato nel vertice Ue: l’impatto negativo che sta avendo sugli agricoltori di alcuni paesi membri ‘l’importante successo dei corridoi di solidarietà che hanno consentito all’Ucraina di esportare enormi quantitativi di cereali e altri prodotti agricoli. Si tratta di un corridoio che si affianca all’iniziativa per il Mar Nero’. ‘Dobbiamo aiutare gli agricoltori europei che subiscono le conseguenze delle grandi quantità di cereali che arrivano ora sul mercato e che hanno un impatto sui prezzi, proprio nei paesi che sono in prima linea e che aiutano di più per l’attuazione di questi corridoi, e che naturalmente non devono soffrire di più. Abbiamo mobilizzato pertanto – ha riferito von der Leyen – più di 56 milioni di euro dalla riserva agricola. Ma non basta: questo l’abbiamo capito oggi, e siamo grati alla Romania per la sua proposta di aumentare questo importo per gli agricoltori che si trovano in questi paesi’. La presidente della Commissione è passata quindi al tema della competitività economica e industriale, anche in risposta all’iniziativa americana dell’Ira (‘Inflation Reduction Act’). ‘La concorrenza a livello internazionale è molto dura, stiamo cercando di mantenere la nostra posizione. Attraverso i nostri contatti con i partner statunitensi siamo riusciti ad affrontare alcune delle principali preoccupazioni per i veicoli elettrici: ad esempio gli Stati Uniti sono d’accordo con noi che i produttori europei avranno accesso al mercato statunitense proprio come le loro controparti americane, e avranno anche le stesse agevolazioni fiscali. E le materie prime che vengono dall’Unione europea o che sono raffinate nell’Ue saranno trattate alla stessa stregua delle materie prime estratte o raffinate negli Stati Uniti, e per questo sarà negoziato un accordo specifico’. ‘Un altro accordo che abbiamo raggiunto con gli Stati Uniti è che ci sarà un dialogo trasparente sui sussidi per le tecnologie green, per fare in modo che i regimi che abbiamo dai due lati dell’Atlantico si rafforzino reciprocamente invece di farsi concorrenza. Ma per far fiorire la nostra industria verde naturalmente dobbiamo fare ancora molto nell’Unione europea. Ed è questo – ha sottolineato von der Leyen – che serve il piano industriale del Green Deal. Nell’ultimo vertice i leader hanno sostenuto espressamente ai principali pilastri del nostro piano industriale del Green Deal e quindi la Commissione ha presentato le sue proposte giuridiche concrete: il regolamento per l’industria a zero emissioni nette e quello sulle materie prime critiche. Le proposte formulate sono in linea con le conclusioni dei leader, e ora sta al Parlamento europeo e al Consiglio ue trovare un accordo rapido sulle queste proposte legislative’. La concorrenza globale, comunque, ‘non si limita al settore delle tecnologie pulite: dobbiamo agire su altri diversi fronti e ne abbiamo parlato in modo approfondito per diverse ore’ durante il vertice. ‘Innanzitutto dobbiamo sfruttare meglio il nostro mercato unico, eliminare le barriere che ancora esistono, poi dobbiamo approfondire l’Unione dei mercati dei capitali e ultimare finalizzare anche l’Unione bancaria. Questo – ha rilevato la presidente della Commissione – è essenziale per sbloccare la grande quantità di investimenti privati che è necessaria’. Inoltre, ‘abbiamo bisogno di grandi investimenti pubblici in infrastrutture e in progetti innovativi’; ma le finanze pubbliche, ha avvertito von der Leyen, devono essere ‘sostenibili’. Questo è ‘il tema delle regole che devono essere adatte a questa sfida: in altre parole, della riforma del nostro quadro di governance economica europea’, ovvero del Patto di stabilità. Bisogna poi ‘rafforzare la spesa nella ricerca e sviluppo, perché l’innovazione è la chiave del successo nel mercato unico. Abbiamo da più di 20 anni l’obiettivo di investire il 3% del Pil in ricerca e sviluppo, ma ci siamo ancora: siamo arrivati al 2,3%. I nostri principali concorrenti hanno investimenti molto più elevati. Quindi accolgo con grande favore l’iniziativa della Presidenza svedese’ di turno del Consiglio Ue ‘di discutere di un aumento di questo obiettivo, e di come possiamo migliorare e accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo’, ha aggiunto la presidente della Commissione. C’è poi il punto, che ‘è stato oggetto di una lunga discussione’ ma di portata troppo ampia per poter arrivare a conclusioni oggi, ‘delle competenze professionali che sono fondamentale per il nostro mercato interno per il nostro successo economico. Dobbiamo effettivamente diventare più bravi ad attirare personale qualificato’, ha indicato von der Leyen E poi naturalmente ci sono i problemi delle materie prime e del rafforzamento delle catene di fornitura attraverso nuovi accordi di libero scambio. Infine, all’ultimo punto, il Consiglio europeo ha brevemente affrontato il tema dell’immigrazione, dove non c’erano decisioni da prendere. ‘Com’è noto, – ha ricordato la presidente della Commissione – avevo scritto una lettera al Consiglio europeo subito prima del vertice, in cui avevo elencato tutte le nostre attività svolte dall’ultimo Consiglio europeo di febbraio proprio per affrontare il problema dell’immigrazione. Ho menzionato anche tutte le nostre misure operative. E qui l’attenzione era ed è, prima di tutto, lavorare per rafforzare il confine tra Bulgaria e Turchia’. C’è stato ‘il lancio di due progetti pilota sulla gestione delle frontiere, su come gestiamo alla frontiera i migranti che arrivano, non solo in Bulgaria ma anche in Romania; e per mostrare le migliori pratiche di gestione delle frontiere con procedure rapide di asilo o di rimpatrio’. Inoltre, ‘stiamo lavorando con i nostri partner dei Balcani occidentali, in questo caso principalmente attraverso l’agenzia Frontex, che ora ha dispiegato le sue guardie di frontiera nella regione ‘Stiamo rafforzando le capacità di ricerca e soccorso in mare dei partner nordafricani. A ciò si aggiungono maggiori sforzi nella lotta contro i trafficanti. Infine, stiamo intensificando la cooperazione con i paesi terzi sui rimpatri’, ha concluso von der Leyen, negli unici tre punti che ha citato che possono riferirsi anche, ma non solo, alla rotta del Mediterraneo centrale, che interessa direttamente l’Italia.

La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina

La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina


La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina – askanews.it



La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – La Slovacchia ha consegnato i primi quattro caccia MiG-29 all’Ucraina. I primi quattro caccia MiG-29 sono stati consegnati in sicurezza alle forze armate ucraine. Il trasferimento è stato effettuato da piloti ucraini, con l’ausilio dell’aeronautica militare slovacca, personale ucraino e altri componenti che hanno garantito la sicurezza del trasferimento e la documentazione necessaria.

“Grazie a tutti i soggetti coinvolti per il fantastico lavoro professionale. La Slovacchia è dalla parte giusta, e con questo gesto, noi come Paese ci siamo scritti in lettere maiuscole nella storia del mondo moderno, che parlano di aiuto tempestivo, sincera solidarietà e grandezza della nazione”, ha affermato il ministro della Difesa Jaroslav Nad e ha ribadito che si sta fornendo all’Ucraina attrezzature non necessarie a Bratislava. Nelle prossime settimane il resto degli aerei verrà consegnato all’Ucraina, ma per ragioni operative il dipartimento non fornirà ulteriori dettagli. Il loro trasferimento sarà confermato subito dopo il loro sicuro passaggio di consegne alla parte ucraina, come in questo caso.

Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale

Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale


Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale – askanews.it



Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Se il presidente russo Vladimir Putin entrasse in territorio ungherese il governo di Budapest non lo consegnerebbe alla Corte Penale internazionale in mancanza di una legge che lo permetta: lo hanno reso noto fonti dell’esecutivo ungherese.

Pur essendo Paese firmatario dello Statuto di Roma, infatti, l’Ungheria ritiene che in mancanza di modifiche legali l’applicazione del mandato d’arresto emesso nei confronti del presidente russo violerebbe la stessa Costituzione ungherese. Budapest fra l’altro ha ribadito che l’iniziativa della Cpi “va nel senso di una escalation piuttosto che in quello della pace” e che da questo punto di vista è “spiacevole”, ricordando inoltre che né la Russia né gli Stati Uniti sono Paesi firmatari dello Statuto.

D’altronde i precedenti in materia non sono incoraggianti: l’ex presidente sudanese Omar al Bashir si era recato in visita in diversi Paesi firmatari, malgrado un analogo mandato di arresto emesso nei suoi confronti, senza alcun problema.

Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia

Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia


Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia – askanews.it



Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia – askanews.it


















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – “Il Consiglio europeo condanna con la massima fermezza la violenza sessuale e di genere. La Russia deve garantire immediatamente il ritorno sicuro degli ucraini trasferiti o deportati con la forza in Russia, in particolare i bambini”. E’ quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo sull’Ucraina, appena adottate.

“In tale contesto, il Consiglio europeo prende atto dei mandati d’arresto recentemente emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente della Russia e del suo commissario per i diritti dei minori, per il crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegali di bambini ucraini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”, si legge nel documento. L’Unione europea è anche “fermamente impegnata a garantire la piena responsabilità per i crimini di guerra e gli altri crimini più gravi commessi in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, anche attraverso l’istituzione di un meccanismo adeguato per il perseguimento del crimine di aggressione, che è di preoccupazione per la comunità internazionale nel suo complesso. In tale contesto, il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo per creare il nuovo Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina (ICPA) all’Aia, che sarà collegato all’attuale squadra investigativa comune sostenuta da Eurojust. Ribadisce il proprio sostegno alle indagini del procuratore della Corte penale internazionale. Il Consiglio europeo accoglie con favore i prossimi negoziati su una nuova convenzione sulla cooperazione internazionale nelle indagini e nel perseguimento di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altri crimini internazionali”.

Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario

Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario


Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario – askanews.it



Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – “L’Unione europea sostiene fermamente e pienamente l’Ucraina e continuerà a fornire un forte sostegno politico, economico, militare, finanziario e umanitario all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario”. E’ quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo sull’Ucraina, appena approvate.

“L’Unione europea e gli Stati membri – si legge nel documento – stanno intensificando gli sforzi per contribuire a soddisfare le pressanti esigenze militari e di difesa dell’Ucraina. Tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri, il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo in seno al Consiglio di fornire urgentemente all’Ucraina munizioni terra-terra e di artiglieria e, se richiesto, missili, anche attraverso appalti congiunti e la mobilitazione di finanziamenti adeguati, anche attraverso lo strumento europeo per la pace, al fine di fornire 1 milione di munizioni di artiglieria in uno sforzo congiunto entro i prossimi dodici mesi, fatto salvo il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri”.

Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi

Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi


Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi – askanews.it



Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – La manifestazione contro la riforma delle pensioni in corso a Parigi sta diventando molto dura. Mentre i sindacati parlano di una partecipazione superiore alle 800.000 unità scontri tra manifestanti e forze dell’ordinesono in corso lungo il percorso del corte sui grands boulevardes, all’altezza del Museo Grévin . Alcuni ‘casseurs’ hanno lanciato sampietrini e altri oggetti contro la polizia che ha risposto sparando lacrimogeni.

I manifestanti hanno anche dato fuoco a cassonetti e a diversi mucchi di rifiuti accumulatisi nella strade dopo giorni e giorno di sciopero dei netturbini. Secondo la polizia tra i manifestanti è presente anche un gruppo di circa un ‘migliaio’ di black block, attrezzati con caschi, maschere e occhiali per proteggersi dai fumogeni.