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La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina

La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina


La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina – askanews.it



La Slovacchia ha consegnato i primi 4 caccia MiG-29 all’Ucraina – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – La Slovacchia ha consegnato i primi quattro caccia MiG-29 all’Ucraina. I primi quattro caccia MiG-29 sono stati consegnati in sicurezza alle forze armate ucraine. Il trasferimento è stato effettuato da piloti ucraini, con l’ausilio dell’aeronautica militare slovacca, personale ucraino e altri componenti che hanno garantito la sicurezza del trasferimento e la documentazione necessaria.

“Grazie a tutti i soggetti coinvolti per il fantastico lavoro professionale. La Slovacchia è dalla parte giusta, e con questo gesto, noi come Paese ci siamo scritti in lettere maiuscole nella storia del mondo moderno, che parlano di aiuto tempestivo, sincera solidarietà e grandezza della nazione”, ha affermato il ministro della Difesa Jaroslav Nad e ha ribadito che si sta fornendo all’Ucraina attrezzature non necessarie a Bratislava. Nelle prossime settimane il resto degli aerei verrà consegnato all’Ucraina, ma per ragioni operative il dipartimento non fornirà ulteriori dettagli. Il loro trasferimento sarà confermato subito dopo il loro sicuro passaggio di consegne alla parte ucraina, come in questo caso.

Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale

Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale


Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale – askanews.it



Ungheria: non consegneremmo Putin alla Corte penale internazionale – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Se il presidente russo Vladimir Putin entrasse in territorio ungherese il governo di Budapest non lo consegnerebbe alla Corte Penale internazionale in mancanza di una legge che lo permetta: lo hanno reso noto fonti dell’esecutivo ungherese.

Pur essendo Paese firmatario dello Statuto di Roma, infatti, l’Ungheria ritiene che in mancanza di modifiche legali l’applicazione del mandato d’arresto emesso nei confronti del presidente russo violerebbe la stessa Costituzione ungherese. Budapest fra l’altro ha ribadito che l’iniziativa della Cpi “va nel senso di una escalation piuttosto che in quello della pace” e che da questo punto di vista è “spiacevole”, ricordando inoltre che né la Russia né gli Stati Uniti sono Paesi firmatari dello Statuto.

D’altronde i precedenti in materia non sono incoraggianti: l’ex presidente sudanese Omar al Bashir si era recato in visita in diversi Paesi firmatari, malgrado un analogo mandato di arresto emesso nei suoi confronti, senza alcun problema.

Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia

Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia


Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia – askanews.it



Ue: garantire il ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina in Russia – askanews.it


















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – “Il Consiglio europeo condanna con la massima fermezza la violenza sessuale e di genere. La Russia deve garantire immediatamente il ritorno sicuro degli ucraini trasferiti o deportati con la forza in Russia, in particolare i bambini”. E’ quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo sull’Ucraina, appena adottate.

“In tale contesto, il Consiglio europeo prende atto dei mandati d’arresto recentemente emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente della Russia e del suo commissario per i diritti dei minori, per il crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegali di bambini ucraini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”, si legge nel documento. L’Unione europea è anche “fermamente impegnata a garantire la piena responsabilità per i crimini di guerra e gli altri crimini più gravi commessi in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, anche attraverso l’istituzione di un meccanismo adeguato per il perseguimento del crimine di aggressione, che è di preoccupazione per la comunità internazionale nel suo complesso. In tale contesto, il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo per creare il nuovo Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina (ICPA) all’Aia, che sarà collegato all’attuale squadra investigativa comune sostenuta da Eurojust. Ribadisce il proprio sostegno alle indagini del procuratore della Corte penale internazionale. Il Consiglio europeo accoglie con favore i prossimi negoziati su una nuova convenzione sulla cooperazione internazionale nelle indagini e nel perseguimento di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altri crimini internazionali”.

Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario

Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario


Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario – askanews.it



Ue: pieno sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – “L’Unione europea sostiene fermamente e pienamente l’Ucraina e continuerà a fornire un forte sostegno politico, economico, militare, finanziario e umanitario all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario”. E’ quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo sull’Ucraina, appena approvate.

“L’Unione europea e gli Stati membri – si legge nel documento – stanno intensificando gli sforzi per contribuire a soddisfare le pressanti esigenze militari e di difesa dell’Ucraina. Tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri, il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo in seno al Consiglio di fornire urgentemente all’Ucraina munizioni terra-terra e di artiglieria e, se richiesto, missili, anche attraverso appalti congiunti e la mobilitazione di finanziamenti adeguati, anche attraverso lo strumento europeo per la pace, al fine di fornire 1 milione di munizioni di artiglieria in uno sforzo congiunto entro i prossimi dodici mesi, fatto salvo il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri”.

Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi

Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi


Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi – askanews.it



Francia, pensioni, duri scontri sui grandi Boulevards a Parigi – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – La manifestazione contro la riforma delle pensioni in corso a Parigi sta diventando molto dura. Mentre i sindacati parlano di una partecipazione superiore alle 800.000 unità scontri tra manifestanti e forze dell’ordinesono in corso lungo il percorso del corte sui grands boulevardes, all’altezza del Museo Grévin . Alcuni ‘casseurs’ hanno lanciato sampietrini e altri oggetti contro la polizia che ha risposto sparando lacrimogeni.

I manifestanti hanno anche dato fuoco a cassonetti e a diversi mucchi di rifiuti accumulatisi nella strade dopo giorni e giorno di sciopero dei netturbini. Secondo la polizia tra i manifestanti è presente anche un gruppo di circa un ‘migliaio’ di black block, attrezzati con caschi, maschere e occhiali per proteggersi dai fumogeni.

Record di manifestanti in diverse città in Francia contro la riforma delle pensioni

Record di manifestanti in diverse città in Francia contro la riforma delle pensioni


Record di manifestanti in diverse città in Francia contro la riforma delle pensioni – askanews.it



Record di manifestanti in diverse città in Francia contro la riforma delle pensioni – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – La nona giornata di manifestazioni e scoperi contro la riforma delle pensioni in Francia fa segnare nuovi record di partecipazione in diverse città mentre a Parigi la manifestazione in corso è molto tesa e la polizia ha fatto ricorso ai gas lacrimongeni.A Bordeaux, Strasburgo, Tolone e Rouen è stato battuto il record di persone che hanno scelto di scendere in piazza e anche Brest si avvicina a superarlo.

Sul fronte della politica, la giornata di agitazione vede un rinnovato protagonismo del leade della sinistra Jean-Luc Mélenchon, che ha parlato a Marsiglia. Melenchon ha invitato a “mantenere la calma e a non farsi intimidire” e ha accusato il presidente Macron di giocare alla “strategia della paralisi, della provocazione e del caos”. Il leader di France Insoumise ha quindi invitato tutti a “gettare le proprie forze nella battaglia” contro la riforma delle pensioni, e si è detto certo certo che “il cosiddetto affanno del movimento non si verificherà, (…) la gente non cederà no, anche se parli con loro in modo così arrogante, non abbasseranno la test”.

TikTok messo al bando sui dispositivi dei parlamentari Gb

TikTok messo al bando sui dispositivi dei parlamentari Gb


TikTok messo al bando sui dispositivi dei parlamentari Gb – askanews.it



TikTok messo al bando sui dispositivi dei parlamentari Gb – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Il parlamento britannico ha messo al bando dai dispositivi dei suoi membri e dei funzionari l’app di TikTok di proprietà della compagnia cinese ByteDance. Lo ha reso noto oggi la BBC. Il divieto – che colpisce i membri della Camera dei Comuni e della Camera dei Lord – segue una decisione del governo britannico di rimuovere TikTok dai dispositivi ufficiali. Un portavoce del parlamento britannico ha dichiarato all’agenzia di stampa Ap che TikTok “sarà bloccato da tutti i dispositivi parlamentari e dalla più ampia rete parlamentare”. “La sicurezza informatica – ha aggiunto – è una priorità assoluta per il Parlamento, tuttavia non commentiamo dettagli specifici dei nostri controlli, politiche o incidenti di sicurezza informatica o fisica”.

Il Consiglio Ue: il ritiro della Russia dall’Ucraina sia immediato e incondizionato

Il Consiglio Ue: il ritiro della Russia dall’Ucraina sia immediato e incondizionato


Il Consiglio Ue: il ritiro della Russia dall’Ucraina sia immediato e incondizionato – askanews.it



Il Consiglio Ue: il ritiro della Russia dall’Ucraina sia immediato e incondizionato – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – I membri del Consiglio europeo confermano “il loro pieno impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e dei suoi principi, in un momento in cui questi sono violati dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”, “rimangono determinati ad affrontare l’impatto globale dell’aggressione russa” e ribadiscono “la richiesta che la Federazione Russa ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale”. E’ quanto si legge nel resoconto dell’incontro di stamani a Bruxelles con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

I leader e Guterres hanno anche discusso della ‘Black Sea Grain Initiative’ che – insieme alle corsie di solidarietà dell’Ue e l’iniziativa ucraina ‘Grano dall’Ucraina – sono “fondamentali per rafforzare la sicurezza alimentare globale”.

Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace

Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace


Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace – askanews.it



Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace – askanews.it



















Città del Vaticano, 23 mar. (askanews) – La pace è tra i principi ispiratori dell’Unione europea e, malgrado “molteplici alleanze, interessi, strategie” dei vari paesi che la compongono, occorre rilanciare congiuntamente “un impegno coeso”, basato su “un principio etico-politico”, secondo il quale “la guerra non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti”. Lo ha detto stamane Papa Francesco, che ha citato il drammatico conflitto in Ucraina, parlando in Vaticano ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea (COMECE).

Francesco ha voluto indicare “due punti focali, che corrispondono ai due grandi ‘sogni’ dei padri fondatori dell’Europa: il sogno dell’unità e il sogno della pace”. Per quanto riguarda quest’ultimo ha affermato che “la storia di oggi ha bisogno di uomini e donne animati dal sogno di un’Europa unita al servizio della pace. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa ha vissuto il più lungo periodo di pace della sua storia. – ha ricordato – Nel mondo però si sono susseguite diverse guerre. Nei decenni scorsi alcune guerre si sono trascinate per anni, fino ad oggi, tanto che si può parlare ormai di una terza guerra mondiale. La guerra in Ucraina – ha sottolineato Francesco nel suo discorso – è vicina, e ha scosso la pace europea. Le nazioni confinanti si sono prodigate nell’accoglienza dei profughi; tutti i popoli europei partecipano all’impegno di solidarietà con il popolo ucraino. A questa corale risposta sul piano della carità dovrebbe corrispondere – ma è chiaro che non è né facile né scontato – un impegno coeso per la pace”, ha voluto sottolineare ancora. Una “sfida è molto complessa”, non si è nascosto il Papa, “perché i Paesi dell’Unione Europea sono coinvolti in molteplici alleanze, interessi, strategie, una serie di forze che è difficile far convergere in un unico progetto. Tuttavia, un principio dovrebbe essere condiviso da tutti con chiarezza e determinazione: la guerra non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti”, ha detto richiamando l’enciclica “Fratelli tutti”.

“Se i Paesi dell’Europa di oggi non condividono questo principio etico-politico, – ha proseguito Papa Francesco – allora vuol dire che si sono allontanati dal sogno originario. Se invece lo condividono, devono impegnarsi ad attuarlo, con tutta la fatica e la complessità che la situazione storica richiede. Perché la guerra è un fallimento della politica e dell’umanità”.

Francia, paese torna in piazza contro la riforma delle pensioni

Francia, paese torna in piazza contro la riforma delle pensioni


Francia, paese torna in piazza contro la riforma delle pensioni – askanews.it



Francia, paese torna in piazza contro la riforma delle pensioni – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – All’indomani delle dichiarazioni in televisione del presidente Macron, che ha ribadito di voler andare avanti col suo progetto di riforma delle pensioni perchè è nell’interesse del paese, la Francia torna in piazza. Sono previsti scioperi e manifestazioni in tutto il paese in quello che il nono grande giorno di mobilitazione.

Per il nono giorno di mobilitazione contro la riforma delle pensioni, i sindacati sperano ancora una volta di radunare massicci cortei in tutto il Paese, capitalizzando la rabbia generata dall’uso del 49.3, l’articolo di legge che ha permesso al governo di far passare alla camera il disegno di riforma senza passare dal voto. Manifestazioni sono previste in molte città, tra cui Bordeaux, Lione, Lille, Nantes, Strasburgo e Montpellier. A Parigi, i manifestanti percorreranno un percorso ben noto. i partecipanti partiranno alle 14:00 da Place de la Bastille, nell’11° arrondissement della capitale. Si dirigeranno quindi verso Place de la République, passando per Boulevard Beaumarchais e Boulevard du Temple. Il corteo si diramerà poi verso l’Opéra Garnier, suo capolinea, imboccando Boulevard Saint-Martin, per passare davanti a Porte Saint-Denis, Bonne Nouvelle, e imboccare Boulevard des Italiens. Questo percorso era già stato percorso, in senso inverso, il 7 marzo scorso.

Dopo diverse serate di mobilitazioni segnate da violenze, i sindacati sperano di rilanciare la protesta contro la riforma per piegare l’esecutivo, nonostante il voto finale del Parlamento. Le manifestazioni sono state decisamente meno partecipate dall’inizio di marzo: dopo un picco il 7 del mese, sabato 11 marzo in tutta la Francia sono stati contati solo 368.000 manifestanti, secondo la polizia, e un milione secondo la CGT. Si tratta del dato più basso da metà gennaio. Mercoledì 15 nel Paese era stato osservato un rimbalzo limitato, ma le cifre sono rimaste al di sotto dei primi giorni di mobilitazione. A Parigi il picco si è registrato sabato 11 febbraio, con 93mila manifestanti. Un livello che non è mai stato raggiunto da allora: tra il 7 e il 15 marzo la dimensione del corteo è stata dimezzata, secondo la polizia e la CGT. I sindacati sperano di invertire la tendenza questo giovedì: “Ci sarà molta gente, ne sono sicuro”, ha detto Philippe Martinez, questa domenica, su BFMTV. “Vogliamo che gli scioperi si moltiplichino e ci siano sempre più rinnovabili”, ha aggiunto il capo della CGT, ritenendo che “questo è ciò che sta cominciando ad accadere” sul campo. Di fronte al rischio di straripamenti, il ministero dell’Interno mobiliterà 5.000 poliziotti e gendarmi nella capitale, mentre sono attese tra le 40.000 e le 70.000 persone, secondo fonti di polizia citate da AFP.