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La Spagna al voto

La Spagna al votoRoma, 23 lug. (askanews) – “Todo o nada”, tutto o niente: a decidere della sorte politica del premier spagnolo Pedro Sanchez saranno i trentasei milioni di elettori che si recheranno domenica alle urne in una data estiva del tutto insolita, frutto della scelta del governo di fare ricorso al voto anticipato. Una scommessa – dovuta alla secca sconfitta del partito Socialista alle recenti amministrative – che Sanchez non dispera tuttavia di vincere. La maggior parte dei sondaggi vede infatti favorita la destra del Partido Popular, sia pure di stretto margine; ma a decidere le sorti della governabilità sarà il risultato delle forze minori, dato che nessuno dei due partiti principali ha i numeri per una maggioranza assoluta. Psoe e Pp sono accreditati di circa il 30% delle preferenze, un dato peraltro difficile da tradurre in seggi visto il sistema proporzionale corretto che – non casualmente – premia il voto urbano e i partiti a più ampia distribuzione nazionale, ma sicuramente sotto la soglia fatidica dei 176 deputati necessari.

LA SINISTRA Il Psoe arriva alle elezioni col fiato corto: malgrado i buoni risultati economici complessivi, il governo ha subito una costante erosione di consensi dovuta (come altrove) alla sequenza del Covid e del conflitto ucraino, e alcuni provvedimenti benintenzionati ma piuttosto pasticciati in materia di diritti non hanno aiutato. Piuttosto che sopportare una interminabile campagna elettorale di sei mesi, Sanchez ha quindi optato per il voto anticipato, sperando in tal modo di mobilitare un elettorato di sinistra apparso tutt’altro che entusiasta, anche di fronte alla minaccia dell’approdo dell’ultradestra di Vox al governo. Perché la scommessa abbia successo tuttavia Sanchez deve sperare non solo in un buon risultato del socialisti, ma anche della neonata coalizione Sumar (ovvero Podemos e altre formazioni minori della sinistra), varata per necessità elettorali ma che al momento viene data come terza forza, con un 14% dei consensi. La somma dei deputati potrebbe permettere al premier di riproporre la coalizione attualmente al governo, senza peraltro risolverne i problemi interni – come il peso dei partiti catalani e baschi, che potrebbero rivelarsi decisivi.

LA DESTRA Il Pp di Alberto Nuñez Feijoo è dato come favorito per la vittoria finale, sebbene in leggero calo stando agli ultimi sondaggi: ma l’ex governatore della Galizia ha dovuto rompere gli indugi ed esplicitare l’obbligo di un’intesa con Vox come condizione necessaria per poter governare, intesa già varata peraltro in diverse comunità autonome all’indomani delle amministrative. In generale, non si tratterebbe certo di una rivoluzione, dal momento che la differenza fra i due partiti è più formale che sostanziale; e tuttavia, non è scevra da rischi dal momento che una frazione dell’elettorato moderato – di cui Feijoó vorrebbe farsi portavoce – potrebbe rifuggire da un coinvolgimento diretto di Vox al governo, con un conseguente travaso di voti verso il Psoe (che di fatto è ormai un partito centrista a esclusiva vocazione governativa) o l’astensione; inoltre, potrebbe mobilitare l’elettorato di sinistra – il che è esattamente ciò che spera Sanchez. Per Vox, dato come quarta forza con un 13% dei voti – peraltro in netto calo rispetto alle ultime politiche – il voto è la grande occasione di istituzionalizzarsi e certificare l’opa su almeno una parte della base del Pp, che dopo aver rifagocitato Ciudadanos sperava di poter fare rientrare nei ranghi anche la sua ala più estrema e riconquistare in tal modo l’egemonia politica della destra. Per il resto, il programma di governo non sarebbe un problema: Vox, alfiere del nazionalismo “españolista”, vuole semplicemente quel che vorrebbe il Pp se non fosse costretto ad automoderarsi per non perdere quella parte del voto centrista necessario per assicurarsi la maggioranza.

LE ALTRE FORZE Pochi deputati, ma che possono fare la differenza: sono quelli degli indipendentisti catalani di Erc, Junts e della Cup, dei nazionalisti baschi del PNV e della sinistra radicale di Bildu, nonché delle altre formazioni regionali minori. Per loro, il voto è l’occasione di poter costringere il futuro governo di Madrid, quale che sia. a concessioni economiche – e nel caso catalano, politiche. A Barcellona tuttavia il fronte indipendentista non è affatto unito: se la sinistra di Erc insiste per un voto utile che fermi l’ascesa di Vox, i conservatori di Junts non considerano affatto la sopravvivenza di Sanchez una priorità, dato che nei fatti la differenza di atteggiamento fra Psoe e Pp, fatta salva una maggior teorica disponibilità al dialogo dei socialisti, si è rivelata minima. Il governo uscente ha sì instaurato un “tavolo di discussione”, sostenuto da Erc, che al momento tuttavia si è distinto solo per gli innumerevoli rinvii: per Junts – vicina alle posizioni dell’ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont – una semplice perdita di tempo. Infine, l’astensione: la data non aiuta di certo, mentre il voto postale ha fatto registrare un nuovo record fra gli elettori vacanzieri; se tradizionalmente la bassa affluenza favorisce la destra, percentuali inusitatamente alte potrebbero effettivamente indicare una mobilitazione a sinistra ma renderebbero i sondaggi – tarati su una partecipazione media – pressoché inutili. I seggi si apriranno alle 9 e si chiuderanno alle 20; i primi exit poll sono attesi per le 21 (ovvero le 20 alle Canarie) e lo scrutinio dovrebbe essere completato già nella notte.

Russia, Putin incontra Lukashenko: controffensiva Ucraina è fallita

Russia, Putin incontra Lukashenko: controffensiva Ucraina è fallitaRoma, 23 lug. (askanews) – La controffensiva ucraina “è fallita”. Lo ha sottolineato il presidente russo Vladimir Putin, che sta incontrato il leader bielorusso Alexander Lukashenko per colloqui a San Pietroburgo.

Secondo le agenzie di stampa russe, Lukashenko ha dichiarato: “Non c’è nessuna controffensiva”. Il presidente russo ha puntualizzato: “Esiste, ma è fallita”. L’Ucraina ha iniziato la sua controffensiva, attesa da tempo, il mese scorso, ma finora ha ottenuto solo piccoli progressi contro le forze russe ben radicate che controllano più di un sesto del suo territorio.

Il generale statunitense Mark Milley ha dichiarato martedì che l’offensiva ucraina è “tutt’altro che un fallimento”, ma sarà lunga, dura e sanguinosa.

Missili russi su Odessa, colpita anche la Cattedrale della Transfigurazione

Missili russi su Odessa, colpita anche la Cattedrale della TransfigurazioneMilano, 23 lug. (askanews) – Odessa sotto attacco russo. Raid missilistici russi hanno colpito la città nella notte, provocando ingenti danni anche anche storica Cattedrale della Trasfigurazione, rimasta parzialmente distrutta dopo i bombardamenti. Il raid che ha colpito il principale luogo di culto di Odessa, riferisce il Kiev Indipendent, ha anche provocato un morto e 18 feriti, compresi 4 bambini.

Per tutta questa settimana, l’esercito russo ha attaccato ripetutamente Odessa con missili e bombe che hanno colpito importanti infrastrutture, causando morti e feriti tra i civili. E’ così arrivata la condanna da parte dell’Unesco che all’inizio dell’anno aveva dichiarato il centro storico di Odessa patrimonio dell’umanità.

Elon Musk annuncia che l’uccellino non sarà più il logo di Twitter

Elon Musk annuncia che l’uccellino non sarà più il logo di TwitterRoma, 23 lug. (askanews) – Una rivoluzione nel mondo dei social network. Il proprietario di Twitter Elon Musk ha annunciato un cambio di nome e di identità visiva per la piattaforma. “Diremo addio al marchio Twitter e, a poco a poco, a tutti gli uccelli”, ha scritto su Twitter verso le 6 del mattino, in riferimento al logo emblematico del social network.

Il miliardario non ha ancora svelato il nuovo logo che sostituirà il famoso uccellino blu. Ma “se entro stasera sarà pubblicato un logo X abbastanza buono, domani sarà diffuso in tutto il mondo”, ha assicurato alla sua comunità di fan. “X” si riferisce al nuovo nome ufficiale di Twitter, X Corp. Intorno alle 7 del mattino, Elon Musk ha finalmente svelato un video che mostrava una scintillante lettera “X”. Ma questo non ha impedito agli utenti di dare sfogo alla loro immaginazione e di inventare il proprio logo. Con questo cambio di logo, Elon Musk, proprietario di Twitter dall’ottobre 2022, continua a imporre il suo marchio sul social network. Questo nonostante la crescente insoddisfazione di utenti e inserzionisti. Da quando ne ha assunto il controllo a ottobre, il magnate dell’economia si è alienato gran parte degli utenti di internet monetizzando alcuni dei servizi precedentemente gratuiti del social network, come ad esempio la certificazione degli account.

Tajani: 16 mln Fondo migrazioni per progetti in Libia e Niger

Tajani: 16 mln Fondo migrazioni per progetti in Libia e NigerRoma, 22 lug. (askanews) – Sedici milioni di euro dal Fondo Migrazioni 2023 per progetti concreti per la gestione dei flussi migratori e da realizzare in Niger e Libia. Un nuovo e concreto segnale dell’impegno del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nel partenariato con i Paesi africani per contribuire alla gestione dei flussi migratori e intensificare il contrasto al traffico di esseri umani. Lo annuncia il ministero degli Esteri in una nota alla vigilia della prima la prima Conferenza internazionale su sviluppo e migrazion’ organizzata su iniziativa del presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni e che si svolgerà domani alla Farnesina.

Su indicazione del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, è stata aggiornata la programmazione del Fondo Migrazioni 2023 che punta in particolare a rafforzare l’azione dell’Italia lungo la rotta del Mediterraneo Centrale: a tal fine è stato avviato un pacchetto di interventi da attuarsi in Libia e Niger attraverso un finanziamento della Farnesina a favore di OIM, UNHCR ed UNICEF. Nello specifico, è stato disposto uno stanziamento di 16 milioni di euro, di cui 8,5 milioni per tre progetti in Libia, e 7,5 milioni per tre progetti in Niger. Tra i vari interventi previsti, saranno realizzate attività di formazione per le Autorità locali al fine di innalzarne la capacità di gestione del fenomeno migratorio, nel rispetto degli standard di tutela dei diritti umani, corsi di formazione in loco per migranti e comunità ospitanti, attuazione di rimpatri volontari assistiti. In Libia saranno anche svolte attività a sostegno del sistema scolastico, che consentiranno di creare nuove opportunità di educazione per i migranti e le comunità che li ospitano.

Il vice premier Tajani ha dichiarato: “Con questo nuovo pacchetto di interventi, il governo conferma di voler rafforzare l’impegno nella lotta al traffico di migranti e all’immigrazione irregolare nel Mediterraneo Centrale. Sosterremo le capacità operative di Libia e Niger per combattere i trafficanti, offrendo concrete alternative e formazione per i giovani. Allo stesso tempo rilanceremo il rapporto tra Italia e Africa in un settore che richiede la piena collaborazione di tutti gli Stati interessati dal fenomeno migratorio”.

Domenica Spagna al voto, la grande scommessa di Pedro Sanchez contro la destra favorita

Domenica Spagna al voto, la grande scommessa di Pedro Sanchez contro la destra favoritaRoma, 22 lug. (askanews) – “Todo o nada”, tutto o niente: a decidere della sorte politica del premier spagnolo Pedro Sanchez saranno i trentasei milioni di elettori che si recheranno domenica alle urne in una data estiva del tutto insolita, frutto della scelta del governo di fare ricorso al voto anticipato. Una scommessa – dovuta alla secca sconfitta del partito Socialista alle recenti amministrative – che Sanchez non dispera tuttavia di vincere.

La maggior parte dei sondaggi vede infatti favorita la destra del Partido Popular, sia pure di stretto margine; ma a decidere le sorti della governabilità sarà il risultato delle forze minori, dato che nessuno dei due partiti principali ha i numeri per una maggioranza assoluta. Psoe e Pp sono accreditati di circa il 30% delle preferenze, un dato peraltro difficile da tradurre in seggi visto il sistema proporzionale corretto che – non casualmente – premia il voto urbano e i partiti a più ampia distribuzione nazionale, ma sicuramente sotto la soglia fatidica dei 176 deputati necessari. LA SINISTRA

Il Psoe arriva alle elezioni col fiato corto: malgrado i buoni risultati economici complessivi, il governo ha subito una costante erosione di consensi dovuta (come altrove) alla sequenza del Covid e del conflitto ucraino, e alcuni provvedimenti benintenzionati ma piuttosto pasticciati in materia di diritti non hanno aiutato. Piuttosto che sopportare una interminabile campagna elettorale di sei mesi, Sanchez ha quindi optato per il voto anticipato, sperando in tal modo di mobilitare un elettorato di sinistra apparso tutt’altro che entusiasta, anche di fronte alla minaccia dell’approdo dell’ultradestra di Vox al governo. Perché la scommessa abbia successo tuttavia Sanchez deve sperare non solo in un buon risultato del socialisti, ma anche della neonata coalizione Sumar (ovvero Podemos e altre formazioni minori della sinistra), varata per necessità elettorali ma che al momento viene data come terza forza, con un 14% dei consensi. La somma dei deputati potrebbe permettere al premier di riproporre la coalizione attualmente al governo, senza peraltro risolverne i problemi interni – come il peso dei partiti catalani e baschi, che potrebbero rivelarsi decisivi.

LA DESTRA Il Pp di Alberto Nuñez Feijoo è dato come favorito per la vittoria finale, sebbene in leggero calo stando agli ultimi sondaggi: ma l’ex governatore della Galizia ha dovuto rompere gli indugi ed esplicitare l’obbligo di un’intesa con Vox come condizione necessaria per poter governare, intesa già varata peraltro in diverse comunità autonome all’indomani delle amministrative. In generale, non si tratterebbe certo di una rivoluzione, dal momento che la differenza fra i due partiti è più formale che sostanziale; e tuttavia, non è scevra da rischi dal momento che una frazione dell’elettorato moderato – di cui Feijoó vorrebbe farsi portavoce – potrebbe rifuggire da un coinvolgimento diretto di Vox al governo, con un conseguente travaso di voti verso il Psoe (che di fatto è ormai un partito centrista a esclusiva vocazione governativa) o l’astensione; inoltre, potrebbe mobilitare l’elettorato di sinistra – il che è esattamente ciò che spera Sanchez.

Per Vox, dato come quarta forza con un 13% dei voti – peraltro in netto calo rispetto alle ultime politiche – il voto è la grande occasione di istituzionalizzarsi e certificare l’opa su almeno una parte della base del Pp, che dopo aver rifagocitato Ciudadanos sperava di poter fare rientrare nei ranghi anche la sua ala più estrema e riconquistare in tal modo l’egemonia politica della destra. Per il resto, il programma di governo non sarebbe un problema: Vox, alfiere del nazionalismo “españolista”, vuole semplicemente quel che vorrebbe il Pp se non fosse costretto ad automoderarsi per non perdere quella parte del voto centrista necessario per assicurarsi la maggioranza. LE ALTRE FORZE Pochi deputati, ma che possono fare la differenza: sono quelli degli indipendentisti catalani di Erc, Junts e della Cup, dei nazionalisti baschi del PNV e della sinistra radicale di Bildu, nonché delle altre formazioni regionali minori. Per loro, il voto è l’occasione di poter costringere il futuro governo di Madrid, quale che sia. a concessioni economiche – e nel caso catalano, politiche. A Barcellona tuttavia il fronte indipendentista non è affatto unito: se la sinistra di Erc insiste per un voto utile che fermi l’ascesa di Vox, i conservatori di Junts non considerano affatto la sopravvivenza di Sanchez una priorità, dato che nei fatti la differenza di atteggiamento fra Psoe e Pp, fatta salva una maggior teorica disponibilità al dialogo dei socialisti, si è rivelata minima. Il governo uscente ha sì instaurato un “tavolo di discussione”, sostenuto da Erc, che al momento tuttavia si è distinto solo per gli innumerevoli rinvii: per Junts – vicina alle posizioni dell’ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont – una semplice perdita di tempo. Infine, l’astensione: la data non aiuta di certo, mentre il voto postale ha fatto registrare un nuovo record fra gli elettori vacanzieri; se tradizionalmente la bassa affluenza favorisce la destra, percentuali inusitatamente alte potrebbero effettivamente indicare una mobilitazione a sinistra ma renderebbero i sondaggi – tarati su una partecipazione media – pressoché inutili. I seggi si apriranno alle 9 e si chiuderanno alle 20; i primi exit poll sono attesi per le 21 (ovvero le 20 alle Canarie) e lo scrutinio dovrebbe essere completato già nella notte.

Aziende tech Usa alla Casa Bianca: garantiremo sicurezza sulla IA

Aziende tech Usa alla Casa Bianca: garantiremo sicurezza sulla IAMilano, 21 lug. (askanews) – Le aziende tech statunitensi, nel corso di un incontro alla Casa Bianca, si sono impegnate a promuovere la sicurezza e la trasparenza nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. I dirigenti di Amazon, Anthropic, Google, Inflection AI, Meta, Microsoft e OpenAI, riferisce l’FT, hanno assunto impegni volontari “per contribuire allo sviluppo sicuro, protetto e trasparente della tecnologia AI”.

Gli impegni includono l’accettazione di test di sicurezza interni ed esterni sui sistemi di IA prima che vengano rilasciati al pubblico.

La Russia all’Onu: rientriamo nell’accordo sul grano se le nostre richieste saranno rispettate

La Russia all’Onu: rientriamo nell’accordo sul grano se le nostre richieste saranno rispettateRoma, 21 lug. (askanews) – La Russia è pronta a considerare di rientrare nell’accordo sulle esportazioni di grano nel Mar Nero, se tutti i principi concordati saranno attuati, ha dichiarato il vice rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite Dmitry Polyanskiy.

“Non ci opponiamo all’accordo in quanto tale, e… siamo pronti a considerare la possibilità di rientrarvi, ma solo a una condizione: se ci sarà una piena presa in considerazione, la cosa più importante è che ci sia un’attuazione di tutti i principi precedentemente concordati della partecipazione della Russia a questo accordo”, ha detto Polyanskiy durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’Ucraina.

Federal Reserve lancia nuovo servizio pagamenti istantanei FedNow

Federal Reserve lancia nuovo servizio pagamenti istantanei FedNowNew York, 21 lug. (askanews) – La Federal Reserve ha lanciato un nuovo servizio di pagamenti istantanei chiamato FedNow, che consentirà un flusso di denaro più rapido per le aziende e per i privati. FedNow consentirà un accesso istantaneo alle buste paga, al pagamento delle bollette last minute o di inviare pagamenti governativi a privati, si prevede che il sistema migliorerà il flusso di denaro attraverso l’economia statunitense.

“I vantaggi per privati e aziende includeranno la possibilità per una persona di ricevere immediatamente uno stipendio o per un’azienda di accedere istantaneamente ai fondi quando li riceve”, ha detto Jerome Powell introducendo il nuovo strumento. Tra i 35 enti, cooperative di credito e istituti bancari che hanno aderito a FedNow ci sono JPMorgan Chase e Well Fargo, due delle quattro maggiori banche degli Stati Uniti. Non è chiaro, secondo CNBC se vi sarà un addebito del servizio.

Zaki: la revoca del divieto di viaggio arriva domenica, arrivo tra 2 giorni

Zaki: la revoca del divieto di viaggio arriva domenica, arrivo tra 2 giorniRoma, 21 lug. (askanews) – “C’è un leggero cambiamento nei piani poiché è venuto alla nostra attenzione che i documenti ufficiali per revocare il divieto di viaggio saranno finalizzati domenica a mezzogiorno. Quindi, dopo dovremo viaggiare per assicurarci che la mia situazione legale sia chiara al 100%. Stai tranquilla Bologna, arrivo tra un paio di giorni, dobbiamo solo aspettare altri due giorni”, scrive Patrick Zaki sul suo account Twitter annunciando che il suo rientro in Italia è rinviato per ragioni burocratiche.