Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Istituto di fisica di Mosca annulla incontro con Nobel Muratov

Istituto di fisica di Mosca annulla incontro con Nobel Muratov


Istituto di fisica di Mosca annulla incontro con Nobel Muratov – askanews.it



Istituto di fisica di Mosca annulla incontro con Nobel Muratov – askanews.it


















Milano, 23 mar. (askanews) – L’Istituto di fisica e tecnologia di Mosca (Università nazionale di ricerca) ha annullato un incontro con il premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, direttore del quotidiano Novaya Gazeta, sul quale scriveva Anna Politkovskaya. “A gennaio sono stato invitato a un incontro con gli studenti dell’Istituto: ho percepito che i problemi mi avrebbero seguito” ha dichiarato su Telegram. “Il 21 marzo l’annuncio dell’incontro, sul sito dell’università, è stato oggetto di vili critiche da parte di vari ultras. Il livello degli attacchi è comprensibile: uno dei nazionalisti estremi (Conosci questa razza? Camminano in mimetica, ma a Mosca) ha persino delineato le tesi del mio discorso “antipatriottico”, che non ho ancora nemmeno scritto… Con un tale talento, devi cercare i tartufi…”

L’incontro è stato annullato dopo che il suo annuncio è stato criticato sul canale Telegram pro-Cremlino Readovka, dove Muratov è stato definito un “russofobo” e Novaya Gazeta è stata indicata “agente straniero” benchè la pubblicazione non sia iscritta all’albo degli agenti stranieri, stilato dal ministero della giustizia russo, precisa il sito Meduza. Va notato che l’istituto di fisica è soggetto a sanzioni internazionali da parte di tutti i paesi dell’UE, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e di numerosi altri paesi a causa dell’invasione russa dell’Ucraina. Il rettore dell’università, Dmitry Livanov, ha spiegato: “Nonostante il grande interesse dei fisici nel comunicare con Dmitry (Muratov), l’annuncio dell’imminente evento ha causato una raffica di emozioni negative, e principalmente da persone esterne al mondo della fisica”.

Muratov è stato insignito del Nobel per la pace nel 2021, assieme alla giornalista filippina Maria Ressa. “È il premio ad Anna Politkovskaja, non il mio”, aveva commentato a caldo Muratov, raggiunto telefonicamente da askanews. “Questo premio è di Yuri Shchekochikhin, Igor Domnikov e di Stas Markelov” ha detto ad askanews pochi secondi dopo l’annuncio. “Questo premio è di Anastasija Baburova e di Natalia Estemirova. Ecco quello che sento e davvero io sento questo”. Muratov ha già subito in Russia un attacco fisico mentre si accingeva a prendere un treno da Mosca a Samara: è stato aggredito con una miscela di vernice rossa e acetone, che gli causato ustioni agli occhi. L’assalitore, mentre compiva il gesto, ha gridato a favore delle forze russe che combattono in Ucraina.

Livanov ha sottolineato separatamente che l’annullamento dell’incontro (lo definisce “rinvio” a tempo indeterminato) non è collegato a ostacoli legali alla comunicazione del giornalista con il pubblico studentesco. Il rettore dell’università ha concluso il suo commento sull’annullamento dell’incontro di Muratov con gli studenti con le parole “Non abbiamo paura di discussioni aperte e oneste su questioni complesse”. All’origine della creazione dell’istituto ci furono esponenti dell’Accademia delle scienze dell’URSS e premi Nobel come Kapitsa, Semyonov e Landau. Muratov non a caso nella sua risposta ha citato i “principi di Kapitsa”, ovvero il sistema “FisTekh” per attrarre studenti dotati e la loro successiva selezione. “Naturalmente, capisco il motivo per cui l’università ha notificato a me e agli studenti il rinvio dell’incontro. A proposito, questa situazione può essere utilizzata nella ricerca sulla natura dell’entropia…” ha aggiunto Muratov che sembra non ignorare un episodio importante della vita di Kapitsa, quando perse il favore di Stalin, e venne confinato nella sua dacha fino alla morte del “magnifico goergiano” nel 1953. Durante questo periodo Kapitsa si dedicò a ricerche sui fulmini globulari.

Principe William, visita inaspettata in Polonia su confine Ucraina

Principe William, visita inaspettata in Polonia su confine Ucraina


Principe William, visita inaspettata in Polonia su confine Ucraina – askanews.it



Principe William, visita inaspettata in Polonia su confine Ucraina – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Il principe William ha fatto una visita inaspettata in una base militare in Polonia vicino al confine con l’Ucraina. Lo scrive la BBC, mentre continua la polemica sui proiettili all’uranio impoverito che Londra ha promesso a Kiev. “Mi sono recato in Polonia per incontrare le truppe britanniche e polacche, dove ho sentito parlare del loro straordinario lavoro a sostegno dell’Ucraina” ha scritto sul suo profilo Twitter istituzionale. “Il mio messaggio a loro a nome di tutti noi, grazie!” ha aggiunto.

Ieri il Principe di Galles è arrivato a Rzeszów, nel sud-est della Polonia, dove ha incontrato l’esercito britannico e polacco e ha discusso del sostegno all’Ucraina. Questo è il primo viaggio di William in Polonia dopo aver visitato il paese nel 2017 con sua moglie. Come notato, la sua visita in Polonia è avvenuta su richiesta del governo britannico, sebbene lui stesso abbia dichiarato il suo sostegno all’Ucraina.

La visita del principe a Rzeszów è stata tenuta segreta per motivi di sicurezza fino a quando non è tornato a Varsavia, dove il principe William ha visitato un centro profughi ucraino e dove ha incontrato 300 donne e bambini che si trovavano lì. Il Principe di Galles resterà in Polonia per due giorni. I suoi piani di viaggio includono un incontro con il presidente della Polonia Andrzej Duda nel palazzo presidenziale e la deposizione di una corona presso la tomba del milite ignoto.

L’ambasciatore russo a Washington: l’Occidente porta il mondo verso l’Armageddon nucleare

L’ambasciatore russo a Washington: l’Occidente porta il mondo verso l’Armageddon nucleare


L’ambasciatore russo a Washington: l’Occidente porta il mondo verso l’Armageddon nucleare – askanews.it



L’ambasciatore russo a Washington: l’Occidente porta il mondo verso l’Armageddon nucleare – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – L’Occidente guidato dagli Stati Uniti, avendo deciso di fornire all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito, sta irrevocabilmente portando il mondo su una linea pericolosa, oltre la quale c’è un Armageddon nucleare: lo ha detto oggi l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov. “Sembra che l’Occidente illuminato, guidato da Washington, abbia irrevocabilmente deciso di portare l’umanità su una linea pericolosa, oltre la quale si profila sempre più chiaramente l’Armageddon nucleare”, ha spiegato Antonov, secondo quanto riporta la Ria Novosti.

Il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, ha dichiarato ieri, commentando la decisione del Regno Unito di consegnare proiettili all’uranio impoverito all’Ucraina, che questo tipo di munizioni è abbastanza comune ed è stato utilizzato per decenni. “È davvero difficile commentare questo tipo di assurdità. I funzionari statunitensi hanno toccato un nuovo minimo con le loro dichiarazioni irresponsabili”.

Grossi (Aiea): lo stato di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia è precario

Grossi (Aiea): lo stato di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia è precario


Grossi (Aiea): lo stato di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia è precario – askanews.it



Grossi (Aiea): lo stato di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia è precario – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – Il direttore dell’agenzia nucleare delle Nazioni Unite (Aiea), Rafael Grossi, ha dichiarato che la situazione nella centrale elettrica ucraina di Zaporizhzhia “rimane pericolosa” a seguito di un attacco missilistico russo questo mese che ha disconnesso l’impianto dalla rete. La più grande centrale nucleare d’Europa ha bisogno di una fornitura di elettricità affidabile per far funzionare le pompe che fanno circolare l’acqua per raffreddare i reattori e le piscine che contengono combustibile nucleare. Dall’attacco russo del 9 marzo, l’impianto ha fatto affidamento su un’unica linea elettrica di riserva che rimane “disconnessa e in riparazione”, secondo Grossi. “La sicurezza nucleare allo ZNPP rimane in uno stato precario”, ha detto il capo dell’Agenzia internazionale per l’Energia atomica.

La mancanza di accesso alla rete dell’impianto e i necessari lavori di riparazione sulla sua ultima linea elettrica di emergenza potrebbero causare una completa perdita di energia, rendendolo dipendente dai generatori diesel per la settima volta da quando la Russia ne ha preso il controllo un anno fa, ha precisato Grossi. “Chiedo ancora una volta un impegno di tutte le parti per garantire la sicurezza nucleare e la protezione della centrale”, ha insistito. “La situazione nello stabilimento rimane pericolosa. Il team della Missione di supporto e assistenza IAEA a Zaporizhzhya (ISAMZ) attualmente presente presso l’impianto è stato informato che il ripristino della linea era stato programmato per il 5, il 10 e poi il 13 marzo ma non è stato possibile. L’ultima data di riconnessione è prevista per (oggi, ndr) il 23 marzo”.

Medvedev: l’arresto di Putin in Germania sarebbe una dichiarazione di guerra

Medvedev: l’arresto di Putin in Germania sarebbe una dichiarazione di guerra


Medvedev: l’arresto di Putin in Germania sarebbe una dichiarazione di guerra – askanews.it



Medvedev: l’arresto di Putin in Germania sarebbe una dichiarazione di guerra – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha affermato che se la Germania decide di attuare la decisione della Corte penale internazionale (CPI) sull’”arresto” del presidente russo Vladimir Putin, ciò equivarrà a dichiarare guerra alla Russia. Il ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann aveva affermato che il mandato di “arresto” di Putin sarebbe stato valido in Germania dopo una richiesta della Corte penale internazionale. L’ordine è stato sostenuto anche dal cancelliere Olaf Scholz, che, durante la sua visita in Giappone, ha affermato che “nessuno è al di sopra della legge”.

“Alcuni idioti, idioti come il ministro della Giustizia tedesco, dicono: ‘Bene, se viene, lo arrestiamo.’.. Capite cosa significa? Immaginiamo… il capo in carica di uno Stato nucleare arriva in un territorio, diciamo, della Germania e viene arrestato. Che cos’è? Una dichiarazione di guerra alla Federazione Russa!” ha detto Medvedev in un’intervista ai principali media russi, tra cui la Ria Novosti. Medvedev ha detto che la Russia in una situazione del genere userebbe i mezzi a sua disposizione per prendere di mira “il Bundestag, l’ufficio del cancelliere e così via” ed ha sottolineato che decisioni come quella presa dalla Corte penale internazionale creano un enorme potenziale negativo.

Dopo il caso Svb la Fed vuole rafforzate la vigilanza e le regole

Dopo il caso Svb la Fed vuole rafforzate la vigilanza e le regole


Dopo il caso Svb la Fed vuole rafforzate la vigilanza e le regole – askanews.it



Dopo il caso Svb la Fed vuole rafforzate la vigilanza e le regole – askanews.it


















Roma, 22 mar. (askanews) – Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e di altre banche negli Usa “è chiaro che dobbiamo rafforzare la vigilanza e le regole”. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jay Powell nella conferenza stampa al termine del Fomc, il direttorio sulla politica monetaria in cui inevitabilmente buona parte delle domande riguardavano la tempesta che si è scatenata dopo il caso Svb.

“La domanda che ci siamo posti tutti in questa prima settimana è: come è potuto succedere?”, ha detto, ribadendo che la Fed ha avviato una revisione approfondita sulla attività di vigilanza condotta su Svb. “La vigilanza c’era. Eppure è accaduto – ha detto -. Il management Svb ha fallito gravemente. Non si sono messi a riparo dal rischio. Sappiamo che la banca ha assistito a un bank run rapido, senza precedenti sui depositi, che erano molto concentrati”. “Per quanto ci riguarda stiamo facendo una revisione sulla vigilanza, con cui intendiamo identificare cosa sia andato male, cosa si sia sbagliato. Lo troveremo e poi daremo una valutazione su cosa si debba cambiare. A questo stadio – ha aggiunto – sarebbe inappropriato per me dare il mio parere”. Powell, che ha spiegato di non essere coinvolto personalmente in questa revisione, invece ha ribadito che quelle di Svb “non sono debolezze diffuse nel sistema bancario Usa, ma sono legate soprattutto ai depositi non garantiti”. E ha assicurato: con le misure messe in campo assieme al Tesoro “tutti i depositi sono al sicuro”.

Intanto, a dispetto di queste tensioni la Fed ha deciso un nuovo aumento dei tassi di interesse negli Usa, limitandosi nuovamente a 25 punti base con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,75-5%. Il comunicato diffuso al termine del Fomc afferma inoltre che “un qualche inasprimento addizionale della linea potrebbe essere appropriato, per raggiungere un livello di politica monetaria sufficientemente restrittivo da far tornare l’inflazione al 2% nel corso del tempo”. Segnali che fanno capire che il picco è ormai vicinissimo. Scenario confermato dalle previsioni della stessa Fed: indicano un ultimo rialzo dei tassi quest’anno, peraltro limitato con cui il riferimento mediano salirebbe al 5,1%. Sul 2024 la Fed si attende che i tassi calino al 4,3% e sul 2025 al 3,1%. Il dato di quest’anno è confermato rispetto alle previsioni dello scorso dicembre, mentre quello del 2024 è leggermente superiore (a dicembre stimava 4,1%), infine il dato 2025 è confermato.

Volatilità a Wall Street, con una dinamica altalenante dopo le decisioni, mentre il dollaro è marcatamente calato sui minimi da inizio febbraio sull’euro, brevemente salito sopra 1,09 sul biglietto verde.

Fioritura anticipata record per i ciliegi del Giappone

Fioritura anticipata record per i ciliegi del Giappone


Fioritura anticipata record per i ciliegi del Giappone – askanews.it



Fioritura anticipata record per i ciliegi del Giappone – askanews.it


















Roma, 22 mar. (askanews) – I fiori di ciliegio – “sakura” – sono arrivati alla piena fioritura al centro di Tokyo. Secondo l’Agenzia meteorologica giapponese Kishocho la data di oggi si classifica al secondo posto nello storico come anticipo della fioritura piena. Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa Kyodo.

Il Kishocho utilizza come punto di riferimento uno specifico albero, di tipo “Somei Yoshino”, che si trova all’interno del santuario shinto Yasukuni di Tokyo. Quando l’80 per cento dei fiori su questo albero sono fioriti, viene dichiarata la piena fioritura. Quest’anno è avvenuta nove giorni prima della media e cinque giorni prima rispetto al 2022. La fioritura di quest’anno eguaglia il 2020 e il 2021. Le osservazioni sono iniziate nel 1953.

L’agenzia ritiene che la fioritura degli alberi nella capitale sia stata accelerata dalle temperature che sono salite a circa 20 gradi in diverse occasioni da quando è iniziata la fioritura martedì della scorsa settimana. In tutto il Giappone i ciliegi stanno fiorendo prima del solito quest’anno con scene simili in città a Fukuoka, Osaka e Nagoya.

Per la prima volta, dopo tre anni di stop per la pandemia, i parchi amministrati dal governo metropolitano di Tokyo, come il Parco di Ueno, hanno consentito alle persone di riunirsi per i consueti picnic che si svolgono nella stagione della fioritura dei ciliegi, gli “hanami”.

La Fed alza i tassi di interesse dello 0,25% e segnala che è vicina al picco

La Fed alza i tassi di interesse dello 0,25% e segnala che è vicina al picco


La Fed alza i tassi di interesse dello 0,25% e segnala che è vicina al picco – askanews.it



La Fed alza i tassi di interesse dello 0,25% e segnala che è vicina al picco – askanews.it


















Roma, 22 mar. (askanews) – La Federal Reserve ha deciso un nuovo aumento dei tassi di interesse negli Usa, limitandosi nuovamente a 25 punti base con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,75-5%. Il comunicato diffuso al termine del direttorio (Fomc) afferma inoltre che “un qualche inasprimento addizionale della linea potrebbe essere appropriato, per raggiungere un livello di politica monetaria sufficientemente restrittivo da far tornare l’inflazione al 2% nel corso del tempo”. La Federal Reserve ha inoltre ritoccato al ribasso le previsioni di crescita economica degli Usa su quest’anno e il prossimo: ora per il 2023 prevede una espansione dello 0,4%, cui dovrebbe seguire un più 1,2% nel 2024. Il dato del 2025 è stato all’opposto ritoccato a rialzo all’1,9%. Contestualmente la Fed ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione di quest’anno al 3,3%, mentre ha confermato quelle sul 2024 al 2,5% e quelle sul 2025 2,1%. Lo scorso dicembre la Fed prevedeva una crescita 2023 allo 0,5%, sul 2024 l’1,6% e sul 2025 all’1,8%; per l’inflazione stimava 3,1% quest’anno.

Gli Usa: i Paesi Ue dovrebbero arrestare Putin se fosse sul loro territorio

Gli Usa: i Paesi Ue dovrebbero arrestare Putin se fosse sul loro territorio


Gli Usa: i Paesi Ue dovrebbero arrestare Putin se fosse sul loro territorio – askanews.it



Gli Usa: i Paesi Ue dovrebbero arrestare Putin se fosse sul loro territorio – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha dichiarato che qualsiasi Paese europeo che fa parte della Corte penale internazionale (Cpi) dovrebbe arrestare il presidente russo Vladimir Putin se dovesse essere sul loro territorio. “Penso che chiunque sia parte del tribunale e abbia degli obblighi dovrebbe adempiere ai propri obblighi”, ha detto Blinken in risposta a una domanda del senatore repubblicano Lindsey Graham durante un’udienza della commissione per gli stanziamenti del Senato. Blinken, però, non si è espresso su cosa accadrebbe in caso Putin fosse su suolo americano e se, in quel caso, le autorità statunitensi consegnerebbero il presidente russo alla Corte penale internazionale. Blinken ha osservato che Washington non fa parte della Cpi non avendo adottato la Dichiarazione di Roma e poi ha aggiunto: “Non credo che abbia in programma di venire qui presto”.

La Commissione Ue in campo contro le false etichette green

La Commissione Ue in campo contro le false etichette green


La Commissione Ue in campo contro le false etichette green – askanews.it



La Commissione Ue in campo contro le false etichette green – askanews.it



















Bruxelles, 22 mar. (askanews) – La Commissione europea ha adottato oggi a Bruxelles una nuova proposta di direttiva che dispone criteri comuni per contrastare il “greenwashing”, le rivendicazioni ingannevoli di qualità e prestazioni ecologiche dei prodotti e dei servizi offerti ai consumatori (“green claims”). La proposta mira ad assicurare una maggiore chiarezza per i consumatori sui e maggiori garanzie del fatto che un prodotto messo in vendita come “ecologico” lo sia effettivamente, e che siano più complete le informazioni per scegliere prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente.

La proposta mira a creare condizioni di parità, trasparenza e concorrenza leale per quanto riguarda le informazioni sulle prestazioni ambientali dei prodotti. Secondo una nota della Commissione, “a beneficiare di queste nuove norme saranno anche le imprese, poiché quelle che si sforzano realmente di migliorare la sostenibilità ambientale dei loro prodotti saranno più facilmente riconosciute e premiate dai consumatori, e potranno aumentare le loro vendite anziché dover far fronte a una concorrenza sleale” basata su false rivendicazioni. Uno studio della Commissione del 2020 ha rilevato che il 53,3% delle rivendicazioni ambientali nell’Ue esaminate erano vaghe, fuorvianti o infondate, e che il 40% dei “green claim” era del tutto infondato. La nota di Bruxelles sottolinea che “la mancanza di norme comuni per le imprese che presentano autodichiarazioni ambientali volontarie apre la strada al “greenwashing” e crea condizioni di disparità nel mercato dell’Ue, a scapito delle imprese realmente sostenibili”. Secondo la proposta, le imprese che scelgono di presentare una “autodichiarazione ambientale” riguardante i loro prodotti e servizi dovranno rispettare norme minime sulle modalità con cui queste dichiarazioni devono essere comprovate e comunicate.

La direttiva, spiega la nota della Commissione, riguarda le autodichiarazioni esplicite, come per esempio: “T-shirt realizzata con bottiglie di plastica riciclata”, “consegna con compensazione di CO2”, “imballaggio in plastica riciclata al 30%” o “protezione solare rispettosa degli oceani”. Sono comunque escluse dal campo di applicazione della direttiva le autodichiarazioni disciplinate dalle norme Ue già esistenti, come il marchio Ecolabel Ue, o il logo degli alimenti biologici, La legislazione in vigore garantisce già l’affidabilità di queste dichiarazioni regolamentate. Le autodichiarazioni che saranno oggetto delle future norme regolamentari dell’Ue saranno escluse per lo stesso motivo.

La proposta riguarda tutte le autodichiarazioni volontarie riguardanti gli impatti, gli aspetti o le prestazioni ambientali di un prodotto, di un servizio o dell’operatore stesso. Prima che le imprese possano comunicarle ai consumatori, le “autodichiarazioni ambientali” contemplate dalla proposta dovranno essere verificate in modo indipendente e convalidate da prove scientifiche. Nel quadro dell’analisi scientifica, le imprese dovranno identificare gli impatti ambientali che sono effettivamente pertinenti per i loro prodotti, come anche le eventuali compensazioni tra i vari impatti, per fornire un quadro completo e accurato.

Le nuove norme garantiranno che le autodichiarazioni siano comunicate in modo chiaro. Saranno vietate le autodichiarazioni o i marchi che utilizzano un punteggio aggregato dell’impatto ambientale complessivo del prodotto, tranne se rientrano nelle norme dell’Ue. I confronti tra prodotti o organizzazioni dovranno essere fondati su informazioni e dati equivalenti. La direttiva disciplinerà anche i marchi ambientali. La Commissione intende contrastare la creazione di nuovi marchi ambientali pubblici e privati. Attualmente esistono almeno 230 marchi diversi, cosa che genera confusione e sfiducia nei consumatori. Per controllare la proliferazione di questi marchi, non saranno consentiti nuovi sistemi pubblici di etichettatura ambientale, a meno che non siano sviluppati a livello dell’Ue, e qualsiasi nuovo sistema privato dovrà dimostrare di perseguire obiettivi ambientali più ambiziosi rispetto ai sistemi esistenti e ottenere un’approvazione preventiva. Esistono norme dettagliate riguardanti i marchi ambientali in generale, che devono essere affidabili, trasparenti, verificati in modo indipendente e periodicamente riesaminati. La proposta di direttiva sulle autodichiarazioni ambientali sarà ora sottoposta all’approvazione dei co-legislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio Ue.