Le famiglie degli ostaggi chiedono un incontro con NetanyahuRoma, 28 ott. (askanews) – I media israeliani fra cui Haaretz, Ynet e The Times of Israel riportano che le famiglie degli ostaggi hanno chiesto di incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, e altri membri del gabinetto di guerra israeliano dopo “questa notte che è stata la peggiore di tutte le notti”, come si legge in un comunicato.Dopo una notte segnata da bombardamenti di intensità senza precedenti e da incursioni di terra israeliane nella Striscia di Gaza, le famiglie lamentano “l’ansia, la frustrazione e soprattutto l’enorme rabbia per cui nessun membro del gabinetto di guerra si è preso la briga di incontrare le famiglie dei rapiti per spiegare loro una cosa: se l’operazione di terra ha messo in pericolo la sicurezza dei 229 ostaggi di Hamas a Gaza”.
Tajani: l’Italia si è astenuta all’Onu perchè mancava la condanna di HamasRoma, 28 ott. (askanews) – “L’Italia si è astenuta sulla risoluzione Onu perchè non conteneva la condanna di Hamas e non era chiara sul diritto di Israele all’autodifesa, alcuni punti non coincidevano con la posizione italiana”. Lo ha spiegato questa mattina ad Agorà su RaiTre il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Ci siamo astenuti perchè vogliamo ci sia una sospensione e una pausa umanitaria per permettere di far uscire i civili e far entrare gli aiuti umanitari ma non possiamo non tutelare il diritto di Israele ad esistere”, ha aggiunto. “La de-escalation è difficile ma non bisogna mai cessare di usare la via diplomatica perchè è importante utilizzarla come strumento per l’obiettivo finale, continuando a parlare e cercare di convincere i paesi arabi a lavorare per questo: l’Italia è tornata protagonista in questa fase ed è in contatto con i principali interlocutori”.
“C’è una buona notizia: ho parlato con il nostro console a Gerusalemme che è riuscito a entrare in collegamento con gli italiani che sono nella striscia di Gaza e non stanno correndo pericoli” ha poi detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ad Agorà.
“Sono 14 italiani e 5 loro familiari palestinesi, grazie al lavoro del consolato siamo entrati in contatto con loro – ha aggiunto – stanno bene, compatibilmente con la situazione difficile, nonostante il black out dei collegamenti. Seguiamo i nostri concittadini che speriamo possano uscire quanto prima dal valico di Rafa, loro si trovano vicini alla zona e questa mattina ci hanno detto che lì non ci sono combattimenti ed esplosioni”.
Tajani: i 14 italiani a Gaza stanno bene, sono vicini al valico di RafaRoma, 28 ott. (askanews) – “C’è una buona notizia: ho parlato con il nostro console a Gerusalemmeche è riuscito a entrare in collegamento con gli italiani che sono nella striscia di Gaza e non stanno correndo pericoli”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ad Agorà.
“Sono 14 italiani e 5 loro familiari palestinesi, grazie al lavoro del consolato siamo entrati in contatto con loro – ha aggiunto – stanno bene, compatibilmente con la situazione difficile, nonostante il black out dei collegamenti. Seguiamo i nostri concittadini che speriamo possano uscire quanto prima dal valico di Rafa, loro si trovano vicini alla zona e questa mattina ci hanno detto che lì non ci sono combattimenti ed esplosioni”.
L’attacco di Israele a Gaza: bombardamenti e incursioniMilano, 28 ott. (askanews) – Nella sera di venerdì 27 ottobre, poco prima dell’inizio dello Shabbath, le forze militari israeliane hanno lanciato incursioni nella Striscia di Gaza, prima con pesanti bombardamenti aerei, poi con incursioni di terra. Il tutto dopo che Gaza era stata isolata dal resto del mondo con il blocco dei cellulari e di Internet, oltre che delle forniture elettriche. Dalle tv internazionali arrivano quindi immagini una città al buio illuminata da frequenti esplosioni. Le forze israeliane hanno annunciato un’espansione delle operazioni di terra, ma hanno fatto anche sapere che non si tratta delle massiccia invasione della Striscia.
Mentre le operazioni militari erano in corso, l’Assemblea generale dell’Onu ha votato la risoluzione proposta dalla Giordania per un immediato cessate il fuoco, e ha respinto la formulazione del Canada che conteneva la condanna degli attacchi di Hamas. Il voto dell’Onu ha scatenato la reazione di Israele, che ha parlato delle Nazioni Unite come del tutto delegittimate. Hamas invece ha chiesto di attuare il cessate-il-fuoco contenuto nella risoluzione. La battaglia in corso ha anche fatto crollare le già flebili iniziative diplomatiche che erano in corso, soprattutto per lo scambio di ostaggi e prigionieri. Hamas ha fatto sapere che dopo l’attacco israeliano ogni dialogo è interrotto.
Per Israele invece è il momento di scatenare la rabbia per gli attacchi del 7 ottobre e dall’entourage di Netanyahu si parla senza mezzi termini della volontà di mettere sotto pressione Hamas con i bombardamenti. Ma gli islamisti hanno voluto replicare: la resistenza è pronta – hanno fatto sapere – in caso di invasione di terra.
M.O., l’attacco di Israele a Gaza: bombardamenti e incursioniMilano, 28 ott. (askanews) – Nella sera di venerdì 27 ottobre, poco prima dell’inizio dello Shabbath, le forze militari israeliane hanno lanciato incursioni nella Striscia di Gaza, prima con pesanti bombardamenti aerei, poi con incursioni di terra. Il tutto dopo che Gaza era stata isolata dal resto del mondo con il blocco dei cellulari e di Internet, oltre che delle forniture elettriche. Dalle tv internazionali arrivano quindi immagini una città al buio illuminata da frequenti esplosioni. Le forze israeliane hanno annunciato un’espansione delle operazioni di terra, ma hanno fatto anche sapere che non si tratta delle massiccia invasione della Striscia.
Mentre le operazioni militari erano in corso, l’Assemblea generale dell’Onu ha votato la risoluzione proposta dalla Giordania per un immediato cessate il fuoco, e ha respinto la formulazione del Canada che conteneva la condanna degli attacchi di Hamas. Il voto dell’Onu ha scatenato la reazione di Israele, che ha parlato delle Nazioni Unite come del tutto delegittimate. Hamas invece ha chiesto di attuare il cessate-il-fuoco contenuto nella risoluzione. La battaglia in corso ha anche fatto crollare le già flebili iniziative diplomatiche che erano in corso, soprattutto per lo scambio di ostaggi e prigionieri. Hamas ha fatto sapere che dopo l’attacco israeliano ogni dialogo è interrotto.
Per Israele invece è il momento di scatenare la rabbia per gli attacchi del 7 ottobre e dall’entourage di Netanyahu si parla senza mezzi termini della volontà di mettere sotto pressione Hamas con i bombardamenti. Ma gli islamisti hanno voluto replicare: la resistenza è pronta – hanno fatto sapere – in caso di invasione di terra.
Guerra in Medio Oriente, Idf: il quartier generale di Hamas è sotto l’ospedale di Shifa a GazaRoma, 27 ott. (askanews) – Un portavoce dell’Idf, Israel Defense Forces, citato da Haaretz afferma che il quartier generale di Hamas è situato sotto l’ospedale centrale di Shifa a Gaza. In un briefing per i giornalisti dei media internazionali, il principale portavoce delle forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha affermato che la principale base operativa di Hamas si trova sotto l’ospedale di Shifa a Gaza City.
Hagari ha spiegato che Hamas ha diversi complessi sotterranei sotto Shifa – il più grande ospedale della Striscia di Gaza – che vengono utilizzati dai leader del gruppo per dirigere gli attacchi contro Israele. “Abbiamo prove concrete che centinaia di terroristi si sono riversati nell’ospedale per nascondersi dopo i massacri del 7 ottobre”, ha affermato. Hagari ha aggiunto che Israele ha informazioni secondo cui ci sono diversi tunnel che conducono alla base sotterranea dall’esterno dell’ospedale, in modo che gli uomini di Hamas non abbiano bisogno di entrare nell’ospedale per raggiungerla. Ma, ha inoltre aggiunto, al complesso sotterraneo si accede anche da uno dei reparti.
Inoltre, secondo l’Idf, la sicurezza interna di Hamas ha un centro di comando all’interno dell’ospedale di Shifa, da cui dirige il lancio di razzi su Israele e immagazzina armi. Hagari ha affermato inoltre che l’infrastruttura energetica dell’ospedale viene utilizzata anche dalla base sotterranea di Hamas. Hagari ha quindi accusato Hamas di utilizzare l’ospedale – con 1.500 letti e circa 4.000 dipendenti – come scudo umano. Il portavoce ha spiegato che le informazioni sull’uso dell’ospedale da parte di Hamas si basano su un’ampia gamma di fonti di intelligence raccolte dalla direzione dell’intelligence militare e dall’agenzia di sicurezza Shin Bet. Infine ha affermato che le informazioni sono già state fornite agli alleati.
La Croce rossa entra a Gaza. Al Jazeera: avanzano colloqui per il rilascio degli ostaggi israelianiRoma, 27 ott. (askanews) – Al Jazeera, l’emittente con sede in Qatar, riferisce che stanno avanzando i colloqui su un accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza, che includerebbe un cessate il fuoco.
Intanto, un’équipe medica della Croce Rossa è entrata nella Striscia di Gaza per la prima volta dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, ha annunciato venerdì un portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). Lo riporta Afp ripresa da media internazionali. Secondo il CICR, questa squadra che accompagna un convoglio umanitario composto da diversi camion di aiuti, comprende diversi medici specializzati in ferite di guerra.
Drone nella città egiziana di Taba. Israele: rilevata una minaccia aerea nell’area del Mar RossoRoma, 27 ott. (askanews) – Un drone è caduto sulla città egiziana di Taba, al confine con la Striscia di Gaza.
Il portavoce dell’esercito egiziano ha precisato in una nota che è stato “un drone non identificato” a cadere nei pressi di un ospedale della città di Taba, al confine con la Striscia di Gaza, e non un missile come riferito inizialmente. Lo riporta il sito egiziano Al-Ahram, precisando che le sei le persone rimaste ferite sono già state dimesse dall’ospedale. E secondo Israele la minaccia arriva dal mar Rosso: “Nelle ultime ore è stata rilevata una minaccia aerea nella zona del Mar Rosso. Sono stati fatti decollare i caccia per fronteggiare la minaccia e sono in corso indagini”, ha detto il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, citato dal Times of Israel, sottolineando: “A nostro giudizio l’impatto che c’è stato in Egitto ha origine da questa minaccia. Israele collaborerà con Egitto e Stati Uniti e rafforzerà la difesa contro le minacce provenienti dall’area del Mar Rosso”. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno riferito di aver intercettato missili lanciati dallo Yemen che avrebbero potuto colpire Israele.
Guerra in Medio Oriente, nuovo raid di terra dell’esercito israeliano a GazaRoma, 27 ott. (askanews) – L’esercito israeliano ha effettuato un’incursione con carri armati e truppe nella Striscia di Gaza, colpendo membri e siti di Hamas. Come precisato dal Times of Israel, è la seconda notte consecutiva che le forze israeliane lanciano un’operazione di terra circoscritta nell’enclave palestinese in vista della più vasta offensiva terrestre.
L’esercito ha precisato che il raid è stato lanciato nella parte orientale di Gaza City con fanteria, genieri e forze corazzate, a cui droni ed elicotteri da combattimento hanno fornito copertura aerea. Le forze israeliane hanno lasciato l’area dopo diverse ore e ci sono stati feriti.
Vertice Ue, von der Leyen: Hamas ha causato crisi umanitaria di GazaBruxelles, 27 ott. (askanews) – Nella discussione al Consiglio europeo di Bruxelles sul conflitto in corso in Israele e a Gaza, “la posizione generale è stata molto chiara: Israele è una democrazia attaccata da Hamas, un’organizzazione terroristica. Israele ha il diritto all’autodifesa, in linea con il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale. I leader hanno lanciato un forte appello affinché Hamas rilasci immediatamente gli ostaggi senza alcuna precondizione”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa alla fine della prima giornata del vertice Ue di Bruxelles.
Secondo von der Leyen, nella discussione dei leader “è stato chiaro che con le sue attività terroristiche Hamas sta danneggiando anche il popolo palestinese. Hamas ha provocato una crisi umanitaria a Gaza”, ha affermato ancora la presidente della Commissione. “Per la Commissione – ha aggiunto poi von der Leyen – è molto importante continuare a intensificare i nostri sforzi per affrontare la crisi umanitaria a Gaza; gli aiuti devono raggiungere Gaza senza ostacoli e rapidamente. Aiuti per 56 tonnellate sono stati portati in Egitto con i due primi voli del ponte aereo umanitario e sono stati ora consegnati a Gaza. Questo è importante, ma ovviamente serve di più: avremo i prossimi due voli giovedì e venerdì, altri sono previsti nei giorni successivi”.
“Inoltre – ha continuato la presidente della Commissione – stiamo procedendo rapidamente con l’attuazione degli ulteriori aiuti umanitari per altri 50 milioni per Gaza. Gli aiuti umanitari erano inizialmente previsti per 25 milioni, ma una settimana fa circa li abbiamo triplicati arrivando a 75 milioni di euro; ora questi ulteriori 50 milioni di aiuti devono essere realizzati”. “Domani firmeremo contratti per 40 milioni di euro con le agenzie dell’Oni, e gli altri 10 milioni serviranno per i voli del ponte aereo umanitario”, ha concluso von der Leyen.