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Il ministro israeliano Barkat: l’esercito ha già luce verde per entrare a Gaza

Il ministro israeliano Barkat: l’esercito ha già luce verde per entrare a GazaRoma, 19 ott. (askanews) – L’esercito israeliano ha “luce verde” per entrare nella Striscia di Gaza non appena sarà pronto: lo ha affermato il ministro dell’economia israeliano, Nir Barkat, intervistato dalla rete televisiva statunitense Abc.

“Faremo il possibile per riportare indietro vivi gli ostaggi, ma la prima ed ultima priorità è la distruzione di Hamas”, ha avvertito. L’esercito israeliano non è certo di quanti siano gli ostaggi ancora in vita, stimati fra 100 e 200: il numero totale di dispersi dopo l’attacco di Hamas è probabilmente superiore ai 203 dichiarati ufficialmente dalle autorità dello Stato ebraico, come riporta il quotidiano isdaeliano Ha’aretz.

Guerra in Medio Oriente, annullati a Parigi gli Mtv European Music Awards

Guerra in Medio Oriente, annullati a Parigi gli Mtv European Music AwardsRoma, 19 ott. (askanews) – Annullati per il conflitto in Israele gli Mtv European Music Awards 2023. La premiazione era prevista per il prossimo 5 novembre a Parigi ma, per motivi di sicurezza, gli organizzatori hanno deciso di cancellare la cerimonia.

“Data l’instabilità degli eventi mondiali – si legge in una nota di Paramount Global – abbiamo deciso di non andare avanti con gli MTV EMA del 2023 per estrema cautela nei confronti delle migliaia di dipendenti, membri dello staff, artisti, fan e partner che viaggiano da tutti gli angoli del mondo per raggiungere e dare vita allo spettacolo”. Taylor Swift, trionfatrice lo scorso anno ha ricevuto sette nomination, seguita da Olivia Rodrigo e Sza (sei). I Maneskin si sono aggiudicati quattro nomination, così come Doja Cat, Miley Cyrus e Nicki Minaj. Tra gli artisti che dovevano esibirsi c’erano Reneé Rapp, Sabrina Carpenter, David Guetta, Kid Laroi e Jung Kook della band K-pop BTS.

Il segretario generale dell’Onu Guterres chiede “cessate-il-fuoco umanitario immediato”

Il segretario generale dell’Onu Guterres chiede “cessate-il-fuoco umanitario immediato”Roma, 19 ott. (askanews) – Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha caldeggiato al Cairo un “accesso umanitario rapido e senza ostacoli” a Gaza, chiedendo un “cessate-il-fuoco umanitario immediato” nel tredicesimo giorno di guerra tra Israele e Hamas.

“Abbiamo bisogno di cibo, acqua, carburante e medicinali immediatamente, ne abbiamo bisogno in gran quantità e su base sostenibile”, ha dichiarato Guterres. “Quello che serve non è una piccola operazione ma uno sforzo sostenuto (…), gli operatori umanitari devono essere in grado di far arrivare gli aiuti nella Striscia di Gaza e distribuirli in modo sicuro”, ha aggiunto in una conferenza stampa.

M.O, padre Faltas: basta parole, è ora di porre fine alla guerra

M.O, padre Faltas: basta parole, è ora di porre fine alla guerraRoma, 19 ott. (askanews) – “Siamo ancora sotto guerra. La situazione è molto grave. Ci sono bombardamenti da entrambe le parti. Il mio appello è che la Comunità internazionale intervenga sul serio, adesso. Questo è il momento per finire questa guerra, per finirla una volta per tutte”. Lo ripete come un mantra, padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, interpellato da askanews a Gerusalemme.

“Sta morendo gente innocente, migliaia e migliaia di morti di entrambe le parti – dice – una cosa mai successa”. Cosa dovrebbe fare la Comunità internazionale? “Da cinquant’anni non si è interessata sul serio alla situazione mediorientale. Penso che sia arrivato il momento. Tutti vengono qua, ma occorre trovare una via di uscita”, conclude padre Faltas. “Anche il Papa sta facendo di tutto per arrivare a una pace, lo sta facendo dal 2014. Ma non basta”.

Il ministero della sanità di Gaza: da 7 ottobre uccisi 3.785 palestinesi, 1.524 erano bambini

Il ministero della sanità di Gaza: da 7 ottobre uccisi 3.785 palestinesi, 1.524 erano bambiniRoma, 19 ott. (askanews) – Almeno 3.785 palestinesi sono stati uccisi e 12.493 feriti negli attacchi israeliani su Gaza dal 7 ottobre. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Gaza.

Delle persone rimaste uccise 1.524 erano bambini e 1.000 donne, ha dichiarato il portavoce del ministero Ashraf al Qudra in una conferenza stampa. Al Qudra ha aggiunto che 44 operatori sanitari sono stati uccisi a Gaza, quattro ospedali sono fuori uso e 14 servizi sanitari di base hanno smesso di funzionare. “Non ci sono più scorte di medicinali in nessuno degli ospedali di Gaza”, ha aggiunto al Qudra, invitando la comunità internazionale ad accelerare la consegna degli aiuti a Gaza.

Polonia, Duda non ha fretta: non ha ancora dato incarico a Tusk

Polonia, Duda non ha fretta: non ha ancora dato incarico a TuskMilano, 19 ott. (askanews) – Andrzej Duda non sembra aver fretta. Dopo l’inequivocabile voto in Polonia domenica scorsa, non ha per ora incaricato il capo della coalizione vincente Donald Tusk di creare un governo e ha annunciato che solo la prossima settimana si terranno consultazioni con i gruppi parlamentari per la nomina dell’esecutivo, mentre il Sejm (la Dieta o Camera Bassa) non si riunirà prima dell’11 novembre. Difficile immaginare un inizio peggiore della convivenza con la nuova maggioranza politica e il presidente che proviene dalle fila del PiS (uscito sì come primo partito dalle legislative ma ormai realtà di minoranza rispetto alla coalizione composta da Coalizione Civica (Po, guidato da Donald Tusk), Terza via (Polonia 2050 – Partito popolare polacco) e Nuova Sinistra che insieme superno il 53%.

“Il presidente non viola la costituzione, anche se sembra ignorare i risultati delle elezioni parlamentari”, così oggi sulla stampa polacca l’incredulità di molti si trasforma in commento, con chiaro riferimento al fatto che in teoria il capo di stato dovrebbe dare l’incarico al partito vincente (il PiS). “È il modo in cui il PiS disprezza l’elettore”, afferma Gazeta Wyborcza. Nessuno in realtà può impedire a Duda di prolungare il momento di interregno fino all’ultimo minuto, anche se dal punto di vista del mandato presidenziale si tratta di una strategia con poca prospettiva. “Solo il Sejm verificherà la maggioranza effettiva” ha detto il ministro presidenziale Marcin Przydacz (nuovo deputato del PiS) in un’intervista a TVN24. Una specie di maledizione sulla realtà politica con l’augurio che il presidente Duda scopra durante queste consultazioni che è già stata formata una maggioranza parlamentare e che c’è un candidato a primo ministro. “È molto positivo che conduca queste consultazioni” ha detto Marek Sawicki del PSL. Mentre dall’ufficio di Duda si nega che sia stata presa la decisione di affidare all’uscente Mateusz Morawiecki la missione di formare il governo.

Ma quando si formerà il nuovo governo? Il presidente inviterà i rappresentanti di tutti i partiti alle consultazioni, ha annunciato la Cancelleria presidenziale sulla piattaforma X (ex Twitter) martedì e mercoledì prossimi (24 e 25 ottobre). “Gli incontri si terranno separatamente con ciascuno dei comitati elettorali”, afferma una nota. Intanto Marcin Mastalerek – che sarà ministro presso la Cancelleria del Presidente – ha promesso cooperazione tra il presidente Andrzej Duda e il primo ministro del governo formato dalla nuova maggioranza parlamentare, riconoscendo che è necessaria perché la Polonia funzioni bene. E alla domanda se Jaroslaw Kaczynski debba ritirarsi dalla politica, Mastalerek ha risposto “sì”.

Sicuramente una notizia che non creerà malcontento a Bruxelles e tra chi ha criticato più volte le politiche e la dialettica del presidente del partito conservatore. Ma c’è chi sostiene su Gazeta Wyborcza che sta facendo di tutto per garantire che il PiS sopravviva unito nell’opposizione, perché solo così manterranno un’arma affilata: il veto presidenziale al Sejm. (di Cristina Giuliano)

L’Europarlamento ha chiesto una “pausa umanitaria” nelle operazioni a Gaza

L’Europarlamento ha chiesto una “pausa umanitaria” nelle operazioni a GazaBruxelles, 19 ott. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo con 500 voti a favore, 21 contrari e 24 astensioni una risoluzione sugli attacchi terroristici di Hamas in Israele e la situazione umanitaria a Gaza, in cui chiede una “pausa umanitaria” alle operazioni militari in corso nella Striscia di Gaza. La plenaria ha utilizzato il termine “pausa umanitaria”, approvando un emendamento orale in questo senso, invece di “cessate il fuoco” (il termine usato dall’Onu), che sarebbe stato più divisivo.

Nella risoluzione, il Parlamento “condanna fermamente” gli attacchi terroristici di Hamas e riconosce “il diritto di Israele di difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario”. La risoluzione chiede che l’assistenza umanitaria a Gaza sia intensificata, garantendo al contempo che nessun fondo dell’Ue finanzi direttamente o indirettamente il terrorismo.

Gli eurodeputati chiedono anche che l’intero Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran e l’Hezbollah libanese siano inclusi nella lista Ue dei gruppi terroristici. Sul recente bombardamento dell’ospedale episcopale Al Ahli di Gaza, gli europarlamentari hanno approvato un’emendamento orale, aggiunto durante il voto di oggi, in cui si dicono “profondamente addolorati per la perdita di centinaia di vite innocenti”, chiedono “un’indagine indipendente ai sensi del diritto internazionale, per stabilire se si sia trattato di un attacco deliberato”, e che “i responsabili siano chiamati a risponderne, in quanto crimine di guerra”.

M.O, Unifil: scontri a fuoco su linea blu, caschi blu restano

M.O, Unifil: scontri a fuoco su linea blu, caschi blu restanoRoma, 19 ott. (askanews) – “La situazione è sempre tesa con scambi a fuoco tra i due paesi (Libano e Israele, ndr). Scontri a fuoco quotidiani che oramai si ripetono da 10 giorni a questa parte. E’ una escalation molto localizzata di scontri a fuoco che avvengono nella zona vicina alla linea blu” che segna il confine provvisorio tra Israele e Libano: lo riferisce il portavoce di Unifil, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, Andrea Tenenti, contattato da askanews a Naqoura, il quartier generale di Unifil.

Su un possibile ritiro dei caschi blu, paventato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto qualche giorno fa, all’indomani del lancio di un missile proprio nella base Unifil, Tenenti risponde: “Non c’è stata nessuna richiesta ufficiale, siamo ancora tutti qua. Quando gli scontri si intensificano andiamo nei rifugi – prosegue il portavoce – altrimenti i caschi blu continuano la loro attività quotidiana lungo la linea blu”.

Ucciso il capo delle forze di sicurezza nazionale di Hamas

Ucciso il capo delle forze di sicurezza nazionale di HamasMilano, 19 ott. (askanews) – Secondo media vicini ad Hamas, un attacco aereo israeliano su Gaza ha ucciso il leader delle forze di sicurezza nazionale di Hamas, Jehad Mheisen. Anche i membri della sua famiglia sarebbero stati uccisi, riferisce la Reuters. Un attacco aereo israeliano ha ucciso Jehad Mheisen, il capo delle forze di sicurezza nazionali guidate da Hamas, e membri della sua famiglia a Gaza, ha detto Hamas secondo Al Arabiya. Si dice che anche molti membri della famiglia di Mheisen siano stati uccisi nell’attacco. L’informazione non è stata confermata da fonti indipendenti. L’esercito israeliano (Idf) ha riferito di aver ucciso diversi membri di alto rango di vari gruppi militanti in attacchi aerei nella Striscia di Gaza.

Domani riapre il valico di Rafah, sale tensione con il Libano

Domani riapre il valico di Rafah, sale tensione con il LibanoRoma, 19 ott. (askanews) – Mentre Israele aggiorna il numero di ostaggi in mano ad Hamas, 203 tenuti prigionieri a Gaza, e il conflitto entra nel suo 13esimo giorno, proseguono i raid israeliani sulla Striscia e i lanci di razzi al confine con il Libano, fronte caldo che preoccupa anche Washington. E se sul fronte diplomatico non mancano gli appelli a una tregua e al ritorno alla diplomazia, con l’attesa visita del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in Egitto, sul campo si lavora per la riapertura del valico di Rafah, già da domani, con l’obiettivo di far arrivare a Gaza i necessari aiuti umanitari alla popolazione. Accordo mediato dal presidente americano Joe Biden e annunciato dopo la visita lampo di ieri a Tel Aviv.

Non pubblicamente, ma la Casa Bianca ha esortato Israele a non lanciare una campagna militare contro Hezbollah, mentre Washington lavora per impedire che l’attuale guerra non si estenda oltre Gaza, secondo il Times of Israel che cita due funzionari a conoscenza della questione. Già Axios martedì sera aveva scritto che l’amministrazione Biden sta discutendo la possibilità di usare la forza militare se Hezbollah dovesse unirisi attivamente al conflitto a Gaza e attaccasse Israele con il suo arsenale di razzi. Secondo Cnn, il conflitto sta costringendo a una nuova valutazione delle priorità immediate di politica estera dell’amministrazione Usa, con la realtà che la rinnovata violenza in Medio Oriente occuperà ora la maggior parte del tempo del presidente, almeno nel breve termine. Le ostilità proseguono senza sosta: nella notte, l’esercito israeliano ha attaccato obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano in risposta al fuoco anticarro verso il territorio israeliano e ha condotto un’azione mirata in Cisgiordania in cui sono morti sette palestinesi e decine sono stati arrestati, tra cui un alto funzionario di Hamas in Cisgiordania, Sheikh Hassan Yousef.A sud della Striscia di Gaza si lavora per riaprire il valico di Rafah e ripristinare le strade: oggi sono stati inviati macchinati appositi per consentire, probabilmente già da domani il passaggio dei primi 20 camion di aiuti. Passaggio autorizzato dopo l’accordo tra il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il primo ministro Benjamin Netanyahu annunciato da Biden: “Ha accettato di far passare fino a 20 camion per cominciare”, ha detto il presidente americano dall’Air Force One chiarendo, però, che i civili non potranno evacuare da Gaza attraverso Rafah.

“Al-Sisi merita un vero elogio perché è stato molto accomodante”, ha detto Biden, aggiungendo che il presidente egiziano è stato “onesto” e “molto collaborativo”. Il presidente americano ha però avvertito sugli aiuti: “Se Hamas li confisca, non li lascia passareà allora finirà” l’apertura del valico. Più di 200 camion e circa 3.000 tonnellate di aiuti sono posizionati presso o nelle vicinanze del valico di Rafah, ha affermato il capo della Mezzaluna Rossa per il Nord Sinai, Khalid Zayed. Dal canto suo Israele, ha fatto sapere che “non ostacolerà” le consegne di cibo, acqua o medicine dall’Egitto, purché siano limitate ai civili nel sud della Striscia di Gaza e non vadano ai terroristi di Hamas”. Si aggrava ancora, di giorno in giorno, il bilancio delle vittime: il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che a Gaza sono state uccise 3.478 persone e più di 12.000 sono rimaste ferite, soprattutto donne, bambini e anziani. Dal lato israeliano si parla di oltre 1.400 morti in Israele, la maggior parte civili uccisi durante l’incursione di Hamas il 7 ottobre. Sul fronte diplomatico, mentre il re di Giordania e Guterres sono diretti al Cairo, la Cina ha affermato che “l’attuale priorità è che le parti interessate cessino il fuoco e pongano fine alla guerra il prima possibile, rispettino seriamente il diritto internazionale umanitario e facciano il loro meglio per proteggere i civili e prevenire maggiori disastri umanitari”. La portavoce del ministero degli Affari Esteri cinese, Mao Ning, ha aggiunto che “la comunità internazionale, in particolare le influenti potenze extraterritoriali, dovrebbe svolgere un ruolo in questo senso”.

Parole confermate dal presidente cinese Xi Jinping nell’incontro a Pechino con il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly, a cui ha detto di voler collaborare per arrivare a “maggiore stabilità” in Medio Oriente. Anche Mosca auspica che continuino i tentativi di dialogo, ma mette in guardia dal gettare le colpe sull’Iran: “Stiamo osservando i tentativi di dare la colpa di tutto all’Iran e li consideriamo piuttosto provocatori. La leadership iraniana, credo, ha assunto una posizione abbastanza responsabile ed equilibrata e ha chiesto di impedire che questo conflitto si estenda all’intera regione e ai paesi vicini”, ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov da Pyongyang, secondo Ria novosti.

“Per quanto riguarda la Striscia di Gaza, il rischio che questa crisi si trasformi in un conflitto a livello regionale è piuttosto serio”, ha aggiunto. (di Daniela Mogavero)