L’Ue: la Cina chiarisca la sua posizione sugli Stati ex Urss. Pechino: rispettiamo lo status di Stati sovraniBruxelles, 24 apr. (askanews) – Oggi “valuteremo come comportarci con la Cina, come ricalibrare la nostra strategia. Abbiamo parlato molto con la Cina negli ultimi giorni, ma dovremo continuare a discuterne perché è una delle più importanti questioni della nostra politica estera”. Lo ha detto oggi a Lussemburgo l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, parlando con la stampa a la suo arrivo alla riunione del Consiglio Esteri.
“Non posso dirvi in anticipo – ha continuato l’Alto Rappresentante ai giornalisti – quale sarà il risultato della discussione, ma ci sarà sicuramente una posizione forte” sulla richiesta di “chiarire qual è il pensiero ufficiale del governo cinese circa la sovranità e l’indipendenza di certi Stati”. Il riferimento di Borrell è alle affermazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye, che nel fine settimana in un’intervista a una Tv francese ha sostenuto che la Crimea appartiene alla Russia e i paesi dell’ex Unione sovietica non hanno uno “status effettivo” di Stati sovrani nel diritto internazionale.
“Le affermazioni dell’ambasciatore cinese sulla sovranità e l’esistenza dei paesi che erano parte dell’Unione Sovietica – ha riferito l’Alto Rappresentante – sono qualcosa che discuteremo nel quadro della questione cinese. Il Consiglio comincerà a discutere per preparare la discussione dell’Unione europea, forse a giugno, quando rivedremo la nostra strategia Verso la Cina”, ha concluso Borrell. Oggi un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che “la Cina rispetta lo status di Stati sovrani di tutte le repubbliche dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica”. “L’Unione Sovietica era uno Stato federale e aveva lo status di soggetto di diritto internazionale nel suo insieme negli Affari esteri. Questo non nega il fatto che dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ogni membro della repubblica ha lo status di Stato sovrano”, ha aggiunto il portavoce, citato dal Global Times.
In Sudan evacuati i diplomatici, ma restano migliaia di stranieriRoma, 24 apr. (askanews) – Numerosi Stati stranieri hanno evacuato ieri il personale diplomatico dal Sudan nonostante i continui combattimenti tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari nella capitale Khartoum, che continuano a tenere in trappola milioni di civili. Ma decine di migliaia di stranieri restano al momento nel Paese. Nella notte anche l’Italia ha concluso la prima fase dell’evacuazione di propri cittadini dal Sudan, con la messa in sicurezza di oltre 100 connazionali, tra cui i membri del personale diplomatico.
Una persona è rimasta ferita quando un convoglio diplomatico francese è finito sotto il fuoco nella capitale, hanno detto i militari del Sudan, e anche un diplomatico egiziano è stato colpito e ferito, secondo il ministero degli Esteri egiziano. Intanto, centinaia di membri dello staff delle Nazioni Unite hanno iniziato un esodo di 19 ore su strada. I governi britannico, canadese e olandese hanno evacuato le loro ambasciate, hanno detto funzionari su Twitter, mentre il ministero della Difesa tedesco ha confermato di aver avviato una missione per far uscire i cittadini tedeschi. “Il nostro obiettivo, in questa pericolosa situazione in Sudan, è far uscire il maggior numero possibile di cittadini tedeschi da Khartoum”, ha affermato il ministero su Twitter. Più tardi, il comando tedesco delle operazioni congiunte ha dichiarato che il primo aereo di 101 sfollati era arrivato in Giordania. Funzionari diplomatici e militari francesi hanno detto che la loro evacuazione è “molto complicata” e potrebbe ancora incontrare “difficoltà”, aggiungendo che un aereo ha già lasciato il Sudan. L’esercito americano ha evacuato con successo i diplomatici americani e le loro famiglie durante la notte, ha detto sabato il presidente Biden. Elementi del SEAL Team 6 e del 3° gruppo delle forze speciali dell’esercito hanno preso parte all’evacuazione, ha precisato un funzionario della sicurezza. Gli americani sono stati trasportati in aereo su tre elicotteri MH-47 Chinook che sono volati prima da Gibuti e poi hanno fatto rifornimento in Etiopia, secondo un alto funzionario del Pentagono che ha informato i giornalisti sabato sera. Altri 16.000 cittadini americani che non lavorano per il governo, molti dei quali con doppia nazionalità, rimangono invece in Sudan. Sebbene i funzionari statunitensi abbiano affermato di non poterli evacuare perché il pericolo è troppo grande, stanno fornendo indicazioni sulle vie di fuga e altre informazioni logistiche. “Sono preoccupato per la sicurezza e la protezione dei cittadini statunitensi che hanno prestato servizio in missioni umanitarie o in altri modi in tutto il paese”, ha dichiarato ieri il senatore Christopher A. Coons, citato dal Washington Post. “Ci sono parecchi cittadini con doppia cittadinanza USA-sudanese nel paese, e le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e un certo numero di altri paesi faranno del loro meglio per aiutare a tornare al governo civile e porre fine ai combattimenti, e per sostenere una stabilizzazione in Sudan”.
Secondo Christopher Maier, l’assistente segretario alla Difesa per le operazioni speciali e la guerra a bassa intensità, i dipartimenti di Stato e Difesa stanno lavorando per aiutare i cittadini americani che potrebbero voler lasciare il Sudan. “Uno di questi modi è rendere potenzialmente più praticabili le rotte via terra fuori dal Sudan”, ha affermato . “Quindi, il Dipartimento della Difesa sta attualmente valutando azioni che potrebbero includere l’uso di capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione per essere in grado di osservare le rotte e rilevare le minacce”. Grazie a un’operazione coordinata dall’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri, con assetti della Difesa e il supporto dell’intelligence, anche l’Italia ha messo in sicurezza oltre 100 connazionali, fra cui il personale diplomatico. Con il volo di un C130 dell’Aeronautica militare e un secondo volo di un AM400 spagnolo sono stati trasferiti a Gibuti 105 cittadini italiani e 31 stranieri, fra cui cittadini portoghesi, australiani, greci, britannici, svedesi. La lotta per l’evacuazione dei cittadini stranieri e del personale diplomatico ha fatto seguito al collasso del Sudan nel conflitto civile, dopo che le tensioni politiche tra generali rivali sono sfociate in violenze il 15 aprile. Protagoniste dello scontro, le RSF, un gruppo paramilitare le cui origini risalgono alle milizie Janjaweed che terrorizzavano il Darfur, e il generale Abdel Fattah al-Burhan, il comandante delle forze armate del Sudan e di fatto il capo di stato del paese.
Finora i combattimenti hanno provocato la morte di almeno 450 persone, secondo le Nazioni Unite, e il ministero della Sanità sudanese ha affermato che almeno altre 3.500 sono rimaste ferite. Il numero delle vittime è certamente sottostimato, poiché le ambulanze sono state spesso attaccate e gli operatori sanitari non sono stati in grado di raccogliere i corpi dalle strade.
Secondo la Cnn “Meloni bene nei primi 100 giorni, ma il problema migranti…”Roma, 24 apr. (askanews) – “La promessa elettorale chiave che ha portato al potere Giorgia Meloni e la sua coalizione di estrema destra nelle elezioni dello scorso settembre è stata quella di fare ciò che nessun altro aveva fatto prima: fermare i barconi di migranti che usano l’Italia come porta d’accesso all’Europa”, con la promessa di “impedire a tutte le barche di migranti di sbarcare sulle coste italiane, indipendentemente da chi ci fosse e da cosa le spingesse a rischiare la vita”. E’ quanto si legge oggi sul sito della Cnn, che dedica un’analisi ai primi 100 giorni di governo di Giorgia Meloni, “considerati un successo”.
La sua azione di governo, sostiene l’emittente, “non è stata neanche lontanamente di estrema destra come alcuni avevano temuto” e Meloni “è stata a suo agio con i leader mondiali globali”. I leader liberali europei avevano da guadagnare dalla prospettiva della promessa della Meloni di fermare le barche, e molti speravano che potesse farcela, sottolinea ancora la Cnn. “Conservatori come il leader ungherese Viktor Orban hanno annunciato la sua vittoria e l’hanno ringraziata per ‘proteggere i confini dell’Europa”. Meloni, insiste la Cnn, “è persino riuscita a mettere in riga gli astuti partner della coalizione Matteo Salvini e Silvio Berlusconi nonostante le divergenze sulla guerra in Ucraina” ed “ha superato diverse tempeste, tra cui l’ammissione di Berlusconi di aver riacceso la sua amicizia con Vladimir Putin dopo che Putin gli aveva mandato della vodka russa per il suo compleanno”. La premier ha inoltre “litigato con Salvini su come gestire la crisi energetica e il suo affetto per Putin”. E “alla fine di gennaio sembrava inarrestabile”. “Poi le barche hanno iniziato ad arrivare, e arrivare, e arrivare”. Al 21 aprile, ricorda l’emittente, sono arrivate “più di 35.000 persone, un numero più di tre volte superiore a quello dell’anno precedente”. “Al contrario, poco più di 4.000 persone sono giunte nel Regno Unito quest’anno in barca dalla Francia”.
Secondo un recente sondaggio, il sostegno al partito Fratelli d’Italia di Meloni – che ha vinto le elezioni con il 34 per cento dei voti – è sceso a poco più del 29 per cento nei sondaggi d’opinione. “Alcuni pensano che nessuno si sarebbe mai aspettato che riuscisse a fermare le barche, quindi il calo dei sondaggi riflette altri problemi, tra cui il suo continuo sostegno all’Ucraina e il suo rapporto con la Cina”, spiega la Cnn. Dichiarando lo stato di emergenza sulla crisi dei migranti, insiste ancora l’emittente, Meloni consentirà “misure estremamente dure per gestire gli arrivi”, tra cui “consentire alle autorità che normalmente gestiscono i disastri naturali di rimpatriare rapidamente i migranti”.
La sua vittoria elettorale è stata “un momento sorprendente nella politica italiana, non solo per la rapida ascesa del suo partito dalle frange di destra”. Ma la gente “si è espressa” ed “ha voluto lei e tutto ciò che rappresentava”. “Ora”, conclude la Cnn, “la domanda nella mente di tutti è se potrà dare seguito alle sue promesse agli elettori”.
Soldati ucraini superano il fiume Dnepr a Kherson. In Crimea i russi respingono un attacco con i droniMilano, 24 apr. (askanews) – Alcuni uomini delle forze ucraine avrebbero saltato il fiume Dnepr, di fronte a Kherson. Lo sostiene l’Institute for the Study of War, che analizza le dinamiche della guerra in corso in Ucraina. Secondo l’ISW queste avanguardie starebbero già combattendo alla periferia di Oleshky, zona che sembrava impossibile da espugnare.
La flotta russa del Mar Nero ha respinto un attacco di droni al porto di Sebastopoli in Crimea nelle prime ore di oggi, ha dichiarato il governatore della città insediato a Mosca sull’app di messaggistica Telegram. “Secondo le ultime informazioni: un drone di superficie è stato distrutto … il secondo è esploso da solo”, ha scritto il governatore Mikhail Razvozhaev. “Ora la città è tranquilla ma tutte le forze e i servizi restano in allerta”. Nessun danno è stato segnalato, secondo Razvozhaev. Sebastopoli, insieme al resto della penisola di Crimea, è stata dichiarata annessa alla Russia nel 2014 ma è riconosciuta a livello internazionale come parte dell’Ucraina. Non ci sono state reazioni immediate dall’Ucraina. Kiev non rivendica quasi mai pubblicamente la responsabilità di attacchi all’interno della Russia e sul territorio ucraino controllato dalla Russia.
Le ultime esplosioni a Sebastopoli erano state udite a febbraio, secondo i media ucraini, quando le difese aeree russe avevano abbattuto un drone sopra la centrale termica di Balaklava.
Meloni: sono stati evacuati dal Sudan tutti gli italianiMilano, 24 apr. (askanews) – “Dopo una giornata di trepidante attesa, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L’Italia non lascia nessuno indietro. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile, in piena zona di combattimento, il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all’Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai servizi di sicurezza. Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra, all’apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile, il Sudan ha bisogno di pace”. Lo ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una nota diffusa nella tarda serata di ieri.
Triennale Milano: nella Design Week oltre 77mila visitatoriMilano, 24 apr. (askanews) – Triennale Milano ha registrato oltre 77.300 visitatori durante la Milano Design Week, dal 15 al 23 aprile 2023. Un dato che supera il risultato dell’edizione di giugno 2022 e conferma la risposta positiva del pubblico all’offerta di Triennale.
“In questi giorni in Triennale – ha detto Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano – abbiamo assistito a una straordinaria presenza di visitatori, italiani e internazionali, in larga parte giovani, che hanno accolto con entusiasmo e interesse la nostra proposta di mostre, installazioni, incontri ed eventi. Grande protagonista è stato il Museo del Design Italiano, riaperto per il nostro centenario con un nuovo allestimento e una nuova selezione di oggetti, insieme alla retrospettiva dedicata ad Angelo Mangiarotti, a Casa Lana e alla mostra Ettore Sottsass. La Parola e a tutte le altre esposizioni e iniziative che hanno reso Triennale uno degli hub di questa Milano Design Week”. Oltre al Museo del Design Italiano, il pubblico ha potuto visitare 12 mostre: Text, a cura di Marco Sammicheli (fino al 17 settembre); Droog30. Design or Non-design?, coprodotta con Nieuwe Instituut di Rotterdam e a cura di Maria Cristina Didero e Richard Hutten; Lisa Ponti. Disegni e voci, a cura di Damiano Gullì e Salvatore Licitra (fino al 7 maggio); Angelo Mangiarotti. Quando le strutture prendono forma, a cura di Fulvio Irace; l’allestimento permanente di Casa Lana di Ettore Sottsass, con la mostra Ettore Sottsass. La Parola a cura di Marco Sammicheli (fino al 3 settembre); Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori, presentata nell’ambito del partenariato con Fondation Cartier pour l’art contemporain (fino al 14 maggio); OUR BAMBOO. Exploring Materials by Japan Creative di Japan Creative; Mother-of-Pearl Tables di Duson Gallery Seoul; FUTURE73 VISIONS di Timberland; Made by Fire di Moravian Gallery in Brno; EVERYTHING IS GONNA BE ALRIGHT di Meritalia; Tashkent Modernism. Index di ACDF – Arts and Culture Development Foundation under the Cabinet of Ministers of the Republic of Uzbekistan.
La Milano Design Week ha rappresentato anche l’occasione per Triennale di ricordare Fernando Campana con una speciale installazione: un omaggio a una delle più importanti figure del design contemporaneo. Sono state inoltre presentate le installazioni Terra-cotta, Plastic Pots and Chai and Chinese Hibiscus di Lorenzo Vitturi, in collaborazione con Lavazza Group (fino al 2 ottobre), Falena di Nico Vascellari, donata dall’artista e prodotta con il supporto di gloª (fino al 2 luglio), e Aperta parentesi di Franco Mazzucchelli (fino al 26 aprile). Alla programmazione espositiva si sono aggiunti gli appuntamenti del public program e la serata di musica nel Giardino Giancarlo De Carlo, che si è svolta martedì 18 aprile.
Salone Mobile, Feltrin: successo certifica valore del nostro saper fareMilano, 23 apr. (askanews) – “Gli espositori hanno investito bene le loro risorse, i visitatori hanno investito bene il loro tempo. Lo dicono i numeri, lo dice l’entusiasmo che si è respirato durante la settimana e lo dice la massiccia presenza della stampa e delle istituzioni con cui abbiamo condiviso temi fondamentali per il legno-arredo come formazione, internazionalizzazione, sostenibilità e filiera corta con legname made in Italy”. Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo sintetizza così il successo del Salone del Mobile che “si è confermato ancora una volta come l’unica fiera del design che vanta la maggioranza di espositori italiani capace di attirare visitatori, in maggioranza stranieri: il risultato migliore che certifica il valore del nostro saper fare”. “Ma quest’anno, lasciatemelo dire, al di là dei numeri e dell’evidente soddisfazione di tutti, il risultato di cui dobbiamo andare più fieri, aziende e Salone, è quello di aver fatto una scelta strategica vincente – sottolinea Feltrin – pensando a Euroluce come a un modello di fiera innovativo e molto democratico, apprezzato da espositori e visitatori, a cui ci ispireremo non soltanto noi per l’appuntamento di aprile 2024, ma a cui, sono convinto, si ispireranno tutte le fiere del mondo. Ma nel mondo, solo il Salone è il Salone”.
Salone Mobile, Porro: successo internazionale, superate le atteseMilano, 23 apr. (askanews) – “La 61esima edizione del Salone del Mobile.Milano è stata un successo internazionale ed è grande la soddisfazione per aver superato le attese. Le presenze rappresentano un risultato eccezionale per il quale abbiamo lavorato duramente, in modo profondo e radicale per dare nuovi sensi e valori alla visita in fiera e nuove esperienze ai visitatori che ci hanno raggiunto”. Così Maria Porro, presidente del Salone del Mobile di Milano, commenta la 61esima edizione del Salone del Mobile, che si è chiusa dopo sei giorni con un incremento del 15% delle presenze.
“Da questa edizione abbiamo tratto diverse lezioni importanti: abbiamo imparato che si può riprogettare un evento grandissimo come il Salone per traghettarlo nel futuro, che si può vincere la partita della sostenibilità quando tutto il sistema rimane coeso, che si possono immaginare e utilizzare nuovi contenuti per generare conoscenza, crescita, valore”, sottolinea Porro che ha firmato una edizione rinnovata che ha visto ripensare il layout della manifestazione che si è svolta per la prima volta su un solo piano. “Siamo soddisfatti di come siamo riusciti a mettere al centro il visitatore, che con facilità ha gestito i propri percorsi e incontrato le aziende desiderate, dell’opportunità data agli espositori di presentarsi e raccontarsi non solo al target di riferimento, ma anche ai nuovi interlocutori con cui sono venuti in contatto grazie al nuovo layout, di aver proposto a chiunque si trovasse in fiera momenti di conoscenza e crescita grazie ai tanti talk e tavole rotonde e alle mostre di Euroluce – afferma Porro – Abbiamo investito sulla qualità e dimostrato la voglia di continuare a produrre innovazione e ‘raccontare le storie’ delle nostre aziende e dei nostri prodotti. Siamo stati ancora una volta il motore che ha riacceso la città”. Alla fine di questa sei giorni di manifestazione, aperta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Porro ha espresso i suoi ringraziamenti per quanti hanno reso possibile i risultati raggiunti, a partire da Ice, “che ci ha supportato nell’apertura verso nuovi mercati come quello indiano”, e passando per le aziende “che si sono messe in gioco e hanno scommesso sulle nuove proposte, gli organizzatori, gli allestitori, i curatori che, insieme, hanno creduto nella Manifestazione”. “Confidiamo che tutti abbiano percepito l’entusiasmo e la volontà di offrire un’esperienza nuova, globale e consapevole – conclude – in cui quello che ha contato sono le idee e lo scambio culturale, consci che pensare al futuro e anche alle nuove generazioni con il SaloneSatellite sia la via per costruire valore nel tempo”.
Salone Mobile 2023 supera 307mila presente (+15%), Cina primo Paese esteroMilano, 23 apr. (askanews) – La 61esima edizione del Salone del Mobile di Milano si è chiusa con un incremento del 15% dei visitatori rispetto all’edizione 2022 con 307.418 presenze, in sei giorni, da 181 Paesi. Significativo il 65% di buyer e operatori di settore provenienti dall’estero e il grande ritorno della Cina, dopo la pausa imposta dalle restrizioni per il Covid: il Paese del Dragone è tornato a essere, infatti, il primo Paese dopo l’Italia, seguita da Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna con Brasile e India a pari merito.
Per gli organizzatori questi numeri “sanciscono il successo del nuovo format della manifestazione, confermando la forza catalizzatrice dell’evento”. In questa formula totalmente rinnovata del Salone firmato Maria Porro hanno trovato spazio oltre 2.000 espositori, di cui il 34% esteri da 37 Paesi, tra cui 550 giovani designer da 31 Paesi e 28 scuole e università di design da 18 nazioni differenti. Appuntamento alla prossima edizione a Milano dal 16 al 21 aprile 2024.
Di Maio possibile inviato speciale Ue per il Golfo Persico, la Lega (e non solo) insorge: scelta oltraggiosaRoma, 23 apr. (askanews) – A quanto pare – sono indiscrezioni stampa confermate indirettamente dalle reazioni politiche – l’ex ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio è stato indicato dall’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri Josep Borrell come inviato Ue per il Golfo Persico. La Lega (e non solo) è letteralmente insorta contro Bruxelles, gridando all’oltraggio. Anche se non tutto è ancora certo: “Per quanto riguarda l’inviato speciale dell’UE per il Golfo, non abbiamo annunciato nulla. La procedura per la scelta e la nomina dell’inviato non è ancora stata completata e, poiché questa procedura è una questione interna riservata al Consiglio, non la commenteremmo pubblicamente, né parteciperemmo alle speculazioni dei media”, ha riferito l’Ufficio del portavoce dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri Josep Borrell, interpellato sulla notizia anticipata dal Corriere sull’indicazione dell’ex ministro degli esteri Luigi Di Maio. “Comunicheremo su questa posizione una volta che tutte le decisioni saranno state finalizzate e adottate” ha aggiunto la stessa fonte.
Ma la possibilità, comunque, ha già fatto scattare le reazioni politiche nostrane. “Gli italiani hanno votato: hanno scelto e continuano a scegliere il centrodestra, non sinistra o grillini. Quella di Bruxelles è una indicazione vergognosa, un insulto all’Italia ed a migliaia di diplomatici in gamba”, così fonti della Lega hanno commentato subito le indiscrezioni stampa, per poi ribadirle. “La scelta di Josep Borrell di indicare, in una lettera inviata agli Stati membri, Luigi Di Maio per l’incarico di inviato Ue per il Golfo Persico, è politicamente oltraggiosa”, così in una nota i senatori della Lega in commissione Esteri e Difesa Marco Dreosto, Andrea Paganella e Stefania Pucciarelli. “Una decisione che – aggiungono i senatori leghisti – rappresenta, inoltre, un affronto alla volontà degli italiani che lo scorso 25 settembre si sono chiaramente espressi scegliendo il centrodestra e non grillini o Dem”. “Inaccettabile che Bruxelles indichi Di Maio come inviato speciale dell’Ue per il Golfo Persico. Abbiamo fior fiore di diplomatici in Italia, ma in Europa che fanno? Nonostante la scelta democratica di milioni di italiani per un governo di centrodestra, i burocrati si ostinano a pescare dal mazzo di grillini e Pd. È semplicemente vergognoso”, così in una nota il deputato della Lega e vicesegretario del partito Andrea Crippa, membro della commissione Affari Esteri. Altrettanto forte la critica del forzista Maurizio Gasparri: “L’ipotesi di Borrell, alto esponente Ue, che definisce Di Maio adatto a fare il rappresentante europeo nel Golfo è assurda e vergognosa. Squalifica chi la propone e l’Unione europea stessa. Di Maio è del tutto inadeguato”, lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, aggiungendo: “Il solo fatto di prenderlo in considerazione mette nel ridicolo chi lo fa. Basta con questi incapaci acchiappa poltrone. Di Stefano grillino ex sottosegretario avrebbe avuto un incarico violando le leggi sul conflitto di interessi. E ora Di Maio ambisce a ruoli che non è in grado di svolgere. Chi può impedisca questo sconcio. Lo diremo in tutte le sedi. Il Golfo richiede persone serie non nullità come Di Maio”. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto a Mezz’Ora In più su Rai Tre, per quanto non entusiasta, stempera: quella di indicare Luigi Di Maio come inviato dell’Unione europea nel Golfo “è una scelta di Borrell, legittima, ma non è Di Maio il candidato del governo italiano. Si era candidato prima della nascita del governo”. Quindi “è una scelta dell’Alto rappresentante, non è una scelta del governo italiano, è nelle sue facoltà”. Commenti positivi alla scelta arrivano sparuti. “Se la notizia sarà confermata, faccio i migliori auguri di buon lavoro a Luigi Di Maio nel suo nuovo incarico di inviato Ue nel golfo. L’ho apprezzato come vicepresidente della Camera e nello stile osservato da ministro di governi che ho sempre frontalmente avversato”, così su Twitter Gianfranco Rotondi, presidente di “Verde è Popolare”. “Buon lavoro a Luigi Di Maio scelto da Borrell come delegato dell”UE per il Golfo. Avere un italiano li è sempre una buona notizia per il nostro Paese”, lo scrive sui social il deputato di Azione – IV Ettore Rosato. “Se l’Europa sceglie un italiano come proprio inviato speciale è senz’altro una buona notizia per il Sistema Paese. A meno che non vogliamo esportare ancora una volta le nostre piccole beghe a livello comunitario”, ha sottolineato il senatore Pier Ferdinando Casini, concludendo: “Buon lavoro al nostro ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio”.