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Stoltenberg a sorpresa a Kiev, Cremlino: Ucraina nella Nato serio pericolo

Stoltenberg a sorpresa a Kiev, Cremlino: Ucraina nella Nato serio pericoloRoma, 20 apr. (askanews) – Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è in visita a sorpresa a Kiev alla vigilia della riunione del gruppo di contatto per l’Ucraina a Ramstein, in Germania, dove si discuterà di ulteriori aiuti militari all’Ucraina. Il sottotesto è la controffensiva ucraina su cui si rincorrono voci discordanti, ma che sembra imminente, comunque da concretizzare entro l’estate. E Stoltenberg non si stanca di lanciare a rilanciare l’appello a fare di tutto per permettere all’Ucraina di prevalere, perchè “se Putin vince, sarà una tragedia”.

Il segretario dell’Alleanza atlantica è stato avvistato dalla stampa ucraina stamattina nel centro di Kiev, davanti al monumento in memoria dei militari ucraini caduti, su piazza San Michele. I primi scatti hanno fatto il giro del mondo: l’arrivo di Stoltenberg – la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina – è un evento di forte impatto simbolico, e possibilmente di peso anche concreto. Secondo il Financial Times, Stoltenberg è atteso dal presidente Volodymyr Zelensky, che insiste per ottenere chiare promesse per l’adesione alla Nato del suo Paese. All’inizio del mese il segretario ha ribadito che “la posizione Nato resta invariata e l’Ucraina diventerà un membro dell’Alleanza”. La vittoria ucraina va vista come “un primo passo” verso l’ingresso a pieno titolo nella Nato, ha aggiunto.

L’adesione dell’Ucraina alla Nato creerebbe “un pericolo serio e significativo” per la Russia, ha detto oggi il Cremlino, commentando la notizia dell’arrivo di Stoltenberg a Kiev. Secondo il portavoce Dmitri Peskov, evitare questo scenario è uno degli obiettivi della cosidetta Operazione militare speiciale, “perché altrimenti rappresenterà un pericolo serio e significativo per il nostro Paese, per la sicurezza del nostro Paese”. In vista della riunione di Ramstein, Olanda e Danimarca hanno annunciato la donazione di 14 carri armati Leopard a Kiev. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato il prelievo di un massimo di 325 milioni di dollari per assistenza alla difesa per l’Ucraina attraverso la legge sull’assistenza estera. La somma servirà per la fornitura di munizioni di artiglieria, l’aspetto ritenuto più critico da molti analisti in vista di una controffensiva ucraina, che sembra considerata inevitabile anche da Mosca. Le forze russe continuano infatti a costruire e rafforzare linee difensive nel Sud-Est ucraino, nel timore che un affondo delle truppe di Kiev possa spezzare il corridoio che permette ora la continuità territoriale tra Federazione russa e Crimea e lanci il tanto temuto assedio alla penisola sul Mar Nero annessa nel 2014.

Consiglio Atlantico Finlandia: Mar Baltico è “lago della Nato”

Consiglio Atlantico Finlandia: Mar Baltico è “lago della Nato”Helsinki, 20 apr. (askanews) – Il Mar Baltico in epoca sovietica era detto lago “russo”, oggi è “un lago della Nato, per essere onesti: dopo che la Svezia si unirà alla Nato, sarà un’area Nato unita e non divisa. È un grosso cambiamento”. Lo dice ad askanews senza incertezze Terhi Suominen, segretario generale del Consiglio Atlantico di Finlandia. Suominen è appena rientrata a Helsinki, reduce dalle cerimonie di ingresso della Finlandia nell’alleanza militare, avvenuto il 4 aprile.

L’ingresso è stato un evento storico e un cambiamento molto importante per il Paese, considerato un esempio di neutralità sino al cambio di passo deciso dopo lo shock provocato dall’invasione russa dell’Ucraina. E anche se non si è concretizzato quello che la Finlandia aveva auspicato, ovvero un ingresso “mano nella mano” di Helsinki e Stoccolma nell’alleanza militare, Suominen resta ancora “ottimista”: possibile che la Svezia entri nella Nato prima del vertice dell’alleanza di luglio a Vilnius “ma probabilmente subito dopo” le elezioni presidenziali in Turchia, previste il 14 maggio. In queste ore il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, durante una visita ufficiale in Svezia, ha sollecitato Budapest e Ankara a ratificare la richiesta di adesione alla Nato di Stoccolma, prima del vertice di luglio a Vilnius (11-12 luglio). “Non vedo l’ora di chiamare la Svezia ‘alleato della NATO’”, ha twittato Austin ieri pomeriggio.

Alla domanda “quando entrerà secondo lei la Svezia nella Nato?” Suominen afferma di pensare “che entrerà, difficile dire quando. Io credo che possa accadere prima del summit di Vilnius, l’11 e il 12 luglio. Alcune voci dicono che non avverrà entro il vertice, ma accadrà di sicuro. Prima o poi”. Poi incalzata su cosa dovrebbe accadere affinchè in particolare la Turchia dia luce verde, aggiunge: “Penso che la chiave di tutto sia nella testa del signor Recep Tayyip Erdogan. Abbiamo le elezioni in Turchia il 14 maggio. Quindi, vedremo che cosa accadrà in queste elezioni; la maggioranza si aspetta che non accada nulla prima del voto, ma probabilmente subito dopo. Vediamo come andranno le elezioni e il risultato di esse”. Intanto le esercitazioni militari attualmente in corso in Svezia sono una “preparazione” all’ingresso del Paese nell’Alleanza, che per ora ha lo status di “Paese invitato”. In questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica scorsa. “Ci sono diverse esercitazioni in corso: è la prima volta ad esempio che la Finlandia partecipa a quelle navali come Paese Nato. Quindi questo è un momento storico per la Nato, ma anche per la Finlandia. In Svezia ci sono diverse esercitazioni in corso, con migliaia di uomini: è una preparazione al fatto che la Svezia sarà un Paese Nato” dice Suominen. Per poi aggiungere sul significato di tali esercitazioni: “in primo luogo è un messaggio di solidarietà da parte della Nato alla Svezia e in secondo luogo la Svezia è già Paese invitato ad entrare nella Nato. Lo status è quindi quello di un Paese ‘quasi’ Nato. E quindi è come concretizzare che la Svezia diventerà Paese Nato”.

Al momento sono in corso esercitazioni navali nella parte meridionale del Paese e sull’isola strategicamente importante di Gotland, che non sono sicuramente sfuggite all’occhio attento della Russia. Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo sono effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. Interrogata sulla possibilità di future basi dell’Alleanza in Finlandia Suominen afferma: “difficile da prevedere, ma io credo che una (base) strategica sarebbe un segnale molto forte. Dobbiamo ricordare che l’ingresso della Finlandia nella Nato ha raddoppiato i confini diretti (dell’Alleanza) con la Russia. Quindi questo è già un segnale forte abbastanza. Ora questo è un confine della Nato con la Russia. Sulla parte finlandese, ma anche sulla parte russa: vuol dire che ci sono differenti disposizioni che sono in atto. Abbiamo in corso alcune esercitazioni nell’area finlandese, che per la prima volta si tengono come membri della Nato. È una nuova era”.

(Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

Migliaia per rara eclissi ibrida in Australia, Timor Est e Indonesia

Migliaia per rara eclissi ibrida in Australia, Timor Est e IndonesiaRoma, 20 apr. (askanews) – Oggi la Terra, la luna e il sole si allineano perfettamente, dando vita a un raro tipo di eclissi solare totale chiamata eclissi solare ibrida, in parte totale e in parte anulare. È un fenomeno che si verifica solo una manciata di volte ogni 100 anni ed è visibile nella sua forma perfetta soltanto in alcune parti dell’Australia, di Timor Est e dell’Indonesia ne avranno la vista migliore.

Il fenomeno si può osservare anche se non al 100% anche Nuova Zelanda, Vietnam, Filippine e Papua Nuova Guinea. Il percorso dell’eclissi totale passa dall’Oceano Indiano all’Oceano Pacifico, principalmente sull’acqua e per coloro che potranno vederla, quella totale, durerà poco più di un minuto. Migliaia di persone si sono riversate in una remota città australiana per osservarla dal miglior punto di osservazione sulla Terra: il cielo sopra Exmouth, nell’Australia occidentale, si è oscurato per circa 60 secondi, quando la Luna ha proiettato un’ombra larga 40 chilometri sull’area.

Migranti, eurodeputati Fdi e Lega al voto contro i propri gruppi

Migranti, eurodeputati Fdi e Lega al voto contro i propri gruppiStrasburgo, 19 apr. (askanews) – A Strasburgo i capi delegazione di Fdi, Fi e Lega hanno annunciato che gli eurodeputati italiani dei partiti della maggioranza di governo voteranno, domani in plenaria, a favore del mandato negoziale del Parlamento europeo sul pacchetto di proposte Ue del “Patto” su immigrazione e asilo. A prima vista non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che a chiedere di bocciare il mandato negoziale, stamattina, sono stati proprio i gruppi politici di appartenenza di due delle tre delegazioni italiane, l’Ecr, in cui siedono gli eurodeputati di Fdi e il gruppo Id in cui militano i leghisti. á Nel comunicato dei tre capi delegazione italiani Carlo Fidanza (FdI-Ecr), Marco Campomenosi (Lega-ID) e Fulvio Martusciello (FI-Ppe) si osserva che il mandato negoziale, basato sui testi approvati dalla commissione europarlamentare competente (la commissione “Libe”, su Libertà civili, Giustizia e Affari interni) è “ancora fortemente insufficiente a rispondere alla sfida che l’immigrazione incontrollata pone di fronte all’intera Europa”. E, si aggiunge, “anche il superamento del Regolamento di Dublino, per quanto riguarda l’Italia non dà garanzie adeguate su un effettivo cambio di rotta rispetto allo status quo”. Tuttavia, affermano i tre capi delegazione, “siamo fiduciosi che l’avvio del negoziato con il Consiglio Ue consentirà al nostro governo di far valere con maggior forza la posizione italiana”. á Secondo il regolamento del Parlamento europeo, i mandati negoziali per avviare i “triloghi” (le trattative con il Consiglio Ue e la Commissione sulla legislazione Ue) possono essere approvati direttamente dalle commissioni parlamentari competenti, se non vi sono obiezioni da parte di almeno 71 eurodeputati (1/10 del totale). Questo è esattamente quello che è avvenuto stamattina, quando i gruppi Ecr e Id hanno contestato i mandati della commissione Libe, che saranno rimandati quindi al voto della plenaria domani.

I testi approvati dalla commissioneáLibe riguardano in particolare la legislazione sulla gestione dell’asilo e dell’immigrazione, le situazioni di crisi (quando ci sono forti aumenti dei flussi migratori) e di forza maggiore, lo “screening” per l’accertamento dell’identità nei confronti di cittadini di paesi terzi alle frontiere esterne, e lo status dei cittadini extracomunitari che sono soggiornanti di lungo periodo nell’Ue. Va notato che il mandato negoziale della commissione Libe, che con tutta probabilità dopo il voto di domani diventerà la posizione dell’intero Parlamento europeo, prevede un meccanismo di solidarietà nei confronti dei paesi in prima linea sulle rotte migratorie, che obbliga gli Stati membri a scegliere tra due possibilità: accettare i ricollocamenti dei migranti o contribuire finanziariamente e operativamente (per esempio organizzando i rimpatri) ad aiutare i paesi più esposti. E soprattutto, nei casi di crisi con forti afflussi di migranti, è prevista una dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Commissione, con l’attivazione di un meccanismo di ricollocamenti obbligatori.

Queste sono esattamente le misure che rischiano di incontrare una forte opposizione in Consiglio Ue da parte di alcuni paesi dell’Europa centro orientale; e che stanno già spaccando l’unità dei due gruppi Ecr e Id, dove l’interesse da parte dell’Italia e degli altri paesi mediterranei all’obbligo di solidarietà da parte degli altri Stati membri va in rotta di collisione con le tradizionali posizioni radicali dei partiti di destra nei paesi dell’Est e del Nord, che esigono un’applicazione rigida del Regolamento di Dublino contro i “movimenti secondari” dei migranti, ma non vogliono sentir parlare in nessun caso di ricollocamenti obbligatori. Questa è la ragione, d’altra parte, per cui il governo Meloni fin dall’inizio del suo mandato ha sempre evitato il più possibile di parlare di ricollocamenti, puntando tutto invece sulle battaglie assolutamente necessarie, ma soprattutto non controverse all’interno della destra europea, contro i trafficanti, sulla “dimensione esterna”, sui corridoi umanitari. á La nota dei tre capi delegazione italiani fa ora ben sperare in un ruolo positivo del governo Meloni a favore del Patto Ue sull’immigrazione e asilo durante i negoziati del “trilogo”; al contrario di quanto avvenne nel biennio 2016-2018, quando il governo Conte 1, con Matteo Salvini ministro dell’Interno, fu totalmente assente dai negoziati in Consiglio Ue su un precedente tentativo di riforma del quadro legislativo sull’immigrazione e asilo e del regolamento di Dublino, fallito nonostante l’appoggio di una forte maggioranza dell’Europarlamento.

Sempre oggi a Strasburgo è successa poi un’altra cosa che ha confermato ancora una volta come il centrodestra (Ppe più Ecr e magari l’appoggio del gruppo Id) non disponga, in questa legislatura, di una maggioranza in seno al Parlamento europeo, e in particolare proprio sul tema dell’immigrazione. La plenaria doveva votare una risoluzione di iniziativa, non vincolante, che avrebbe espresso le priorità del Parlamento europeo per il bilancio annuale Ue del 2024, prima della presentazione del progetto finanziario da parte della Commissione europea e dell’inizio della procedura comunitaria di bilancio.

Il Ppe e l’Ecr (anche in prospettiva di una futura alleanza fra i due gruppi, caldeggiata dall’attuale presidente del Ppe Manfred Weber) hanno cercato di utilizzare questa occasione per capovolgere una tradizionale posizione politica dell’Ue, che è quella di non finanziare la costruzione di muri e barriere in funziona anti migranti alle frontiere esterne dell’Unione. á Si è votato prima l’emendamento 19 dell’Ecr, che parlava esplicitamente del finanziamento Ue dei muri alle frontiere: bocciato con 329 voti contro 279 e 26 astenuti. E’ stata poi la volta dell’emendamento 29 del Ppe, che non menzionava esplicitamente i muri ma lo faceva implicitamente, invitando la Commissione “a mobilitare immediatamente ingenti fondi Ue e risorse a sostegno degli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere”. Questo emendamento è passato con 322 voti contro 290 e 20 astensioni. A questo punto, però, il centro sinistra ha preso le sue contromisure, ed è crollata la maggioranza che si supponeva avrebbe approvato l’intero testo della risoluzione sulle priorità di bilancio per il 2024, che infatti è stato bocciato dall’Aula con 321 voti contro 210 e 105 astensioni. á A causa di questa bocciatura, la Commissione europea presenterà ora il suo progetto di bilancio per il 2024 senza poter prendere in considerazione le priorità del Parlamento, che non sono state espresse. Ma soprattutto, il messaggio è forte e chiaro per il governo italiano: l’Assemblea di Strasburgo è fortemente a favore di un Patto Ue sull’immigrazione che metta finalmente in campo delle soluzioni europee basate sulla solidarietà tra gli Stati membri, come i cinque paesi del Mediterraneo (chiamati “Med 5”) chiedono da anni. Opporsi a questa soluzione per evitare rotture con gli alleati di destra in Europa o per seguire la retorica anti immigrazione, invece di appoggiarla e magari cercare di migliorarla, non farebbe gli interessi dell’Italia. Per capire se il governo italiano ha colto il messaggio, bisognerà aspettare il voto di domani a Strasburgo, ma soprattutto il comportamento dell’Italia nei “triloghi” sul Patto Ue sull’immigrazione, che dovrebbero iniziare a giugno, con la speranza che si concludano entro la fine dell’anno. Magari con un voto su tutto il pacchetto a maggioranza qualificata, come prevede il Trattato Ue.

Entro giugno l’India supererà la Cina per popolazione: 1,43 mld

Entro giugno l’India supererà la Cina per popolazione: 1,43 mldRoma, 19 apr. (askanews) – L’India è destinata a superare la Cina come Paese più popoloso del mondo entro la fine di giugno, secondo le stime delle Nazioni Unite annunciate oggi. L’aumento della popolazione pone enormi sfide a una nazione con infrastrutture limitate e arretrate e la mancanza di posti di lavoro per milioni di giovani (quasi la metà dei suoi abitanti ha meno di 25 anni).

La popolazione indiana sarà pari a 1,4286 miliardi, quasi tre milioni in più rispetto agli 1,4257 miliardi della Cina, a metà anno, secondo le previsioni del rapporto State of World Population del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. La Cina è stata considerata il Paese più popoloso del mondo dalla caduta dell’Impero Romano, ma l’anno scorso la sua popolazione è diminuita per la prima volta dal 1960, mentre quella dell’India ha continuato a crescere.

Secondo il Pew Research Center, il numero di persone in India è cresciuto di oltre un miliardo dal 1950, anno in cui le Nazioni Unite hanno iniziato a raccogliere dati sulla popolazione. La Cina ha messo fine alla sua rigorosa “politica del figlio unico”, imposta negli anni ’80 per i timori della sovrappopolazione, nel 2016 e ha iniziato a consentire alle coppie di avere tre figli nel 2021, ma nel Paese asiatico molti danno la colpa del calo dei tassi di natalità all’aumento del costo della vita, nonché al numero crescente di donne che entrano nel mondo del lavoro e cercano un’istruzione superiore. Il nuovo rapporto delle Nazioni Unite stima inoltre che la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,045 miliardi entro la metà del 2023. In Africa, la popolazione del continente dovrebbe aumentare da 1,4 a 3,9 miliardi di abitanti entro il 2100, con circa il 38% degli abitanti della Terra in quest’area rispetto a circa il 18% di oggi. La popolazione dell’intero Pianeta dovrebbe iniziare a diminuire solo nel 2090, dopo aver raggiunto il picco di 10,4 miliardi, secondo le Nazioni Unite.

La Cina: sosteniamo l’Europa nel promuovere i negoziati per la pace in Ucraina

La Cina: sosteniamo l’Europa nel promuovere i negoziati per la pace in UcrainaRoma, 19 apr. (askanews) – La Cina sostiene l’Europa nel suo sforzo per facilitare una pronta ripresa dei negoziati di pace sul conflitto ucraino e per creare un sistema di sicurezza sostenibile nel Continente, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. “La Cina sostiene la parte europea nel suo sforzo, basato sui propri interessi fondamentali e a lungo termine, per facilitare la rapida ripresa dei negoziati e per creare un sistema di sicurezza equilibrato e stabile in Europa, tenendo conto delle ragionevoli preoccupazioni di tutte le parti”, ha detto Wang durante un briefing alla stampa.

Il diplomatico cinese ha anche affermato che Macron e il presidente Xi Jinping si sono scambiati opinioni sulla questione ucraina durante la visita dell’inquilino dell’Eliseo a Pechino all’inizio di aprile. Durante la visita, Macron ha affermato che la Francia è pronta a lavorare a stretto contatto con la Cina per una soluzione della crisi ucraina il prima possibile. Ieri, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che Mosca non ha ricevuto alcun messaggio da Parigi in merito al suo piano di pace per l’Ucraina e non è ancora a conoscenza dell’esistenza di tale iniziativa, aggiungendo che qualsiasi idea che tenga conto della posizione della Russia sulla questione merita attenzione.

Eurostat: nell’eurozona l’inflazione si conferma in netta frenata (6,9% a marzo)

Eurostat: nell’eurozona l’inflazione si conferma in netta frenata (6,9% a marzo)Roma, 19 apr. (askanews) – Eurostat ha confermato il netto rallentamento dell’inflazione media dell’eurozona nel mese di marzo: la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è attestata al 6,9%, a fronte dell’8,5% che aveva segnato a febbraio. In base ai dati destagionalizzati, in un mese i prezzi sono aumentati dello 0,9% nell’insieme dell’Unione monetaria.

Ma le tabelle diffuse dall’ente di statistica comunitario confermano anche la persistenza di pressioni al rialzo sull’inflazione di fondo, cioè depurata da energia, alimentari e altre voci particolarmente volatili, che a differenza dell’indice generale ha continuato ad accelerare a marzo con un 5,7% annuo, a fronte del 5,6% di febbraio. In questo caso in un mese i prezzi sono saliti dell’1,3%. La dinamica dell’inflazione viene attentamente monitorata dalla Bce che dalla scorsa estate ha avviato una energica manovra di inasprimento monetario, in prima battuta mediante rialzi dei tassi di interesse proprio per contrastare il carovita, cercando di farlo tornare al suo obiettivo del 2%. Lunedì scorso la presidente della Bce, Christine Lagarde aveva sostenuto che la manovra di rialzo dei tassi “sta iniziando a funzionare” proprio in riferimento al calmieramento dell’inflazione.

La tregua in Sudan non regge, attacchi aerei a Khartoum

La tregua in Sudan non regge, attacchi aerei a KhartoumRoma, 19 apr. (askanews) – Non regge in Sudan la tregua tra le forze armate sudanesi, leali al presidente del Consiglio sovrano di transizione, il generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Rapid Suport Forces (RSF), le forze paramilitari comandate dal vice presidente, Mohamed Hamdan Dagalo. La capitale del Sudan Khartoum è stata scossa questa mattina da diversi attacchi aerei, nonostante la tregua umanitaria di 24 ore annunciata ieri dall’esercito e dalle forze paramilitari di supporto rapidi. Stando a quanto riferito dagli abitanti citati da Bloomberg, l’aviazione avrebbe colpito il comando generale dell’esercito, uffici delle forze paramilitari e l’area densamente popolata di Amarat.

Secondo l’emittente Al-Arabiya, la difesa aerea sudanese starebbe prendendo di mira i siti e le rotte di rifornimento utilizzate dalle Forze di supporto rapido. “Tutta la nostra casa ha tremato”, ha detto a Bloomberg una residente ad Amarat, riferendo di tre esplosioni consecutive: “Non è stata un’esplosione normale”. Ieri esercito e forze paramilitari avevano annunciato una tregua di 24 ore per consentire l’evacuazione dei feriti e il passaggio sicuro dei civili dopo quattro giorni di scontri che hanno provocato almeno 185 morti e circa 1.800 feriti.

La guerra in Ucraina e la Finlandia nella Nato, come è cambiato il Mar Baltico

La guerra in Ucraina e la Finlandia nella Nato, come è cambiato il Mar BalticoHelsinki, 19 apr. (askanews) – “È una cosa fantastica” l’ingresso della Finlandia nella Nato, “per quanto riguarda la sicurezza della regione e del Paese: un’ampia maggioranza del popolo finlandese sostiene l’ingresso. Tutto è cambiato quando la Russia ha attaccato l’Ucraina”. Questo il commento, rilasciato ai microfoni di askanews dall’ambasciatore finlandese in Estonia Vesa Vasara. Il diplomatico si trova a Helsinki per l’arrivo del nuovo ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna che si è recato in queste ore in Finlandia per il suo primo viaggio ufficiale: ennesima dimostrazione del rafforzamento dell’asse baltico lungo il fronte orientale. Tsahkna ha incontrato il collega Pekka Haavisto, reduce dalla storica cerimonia a Bruxelles del 4 aprile, culminata con la bandiera finlandese issata davanti alla sede dell’alleanza militare.

“La visita del ministro degli Esteri estone in Finlandia all’inizio del suo mandato è un riflesso degli stretti legami tra Finlandia ed Estonia”, ha affermato Haavisto in un comunicato. E di fatto percorre quel complicato, e ora moltiplicato, confine nord orientale Nato con la Russia che comincia con la Norvegia (197 km) ma che si estende – dopo l’ingresso della Finlandia nell’alleanza militare – per altri 1850 chilometri: tra la Finlandia e la Russia descrive una linea di demarcazione di 1.340 km, tra l’Estonia e la Russia di 294 km (delineato per la prima volta nel 1918, quando l’Estonia dichiarò la sua indipendenza dalla Russia) mentre il confine tra la Lettonia e la Russia si estende per 217 km. Ma il confine riguarda anche il Mar Baltico: in questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica (e per la prima volta da quando la Finlandia è entrata ufficialmente nell’alleanza di difesa all’inizio di questo mese): l’FGS Mecklenburg-Vorpommern della Marina tedesca e l’NRP Bartolomeu Dias della Marina portoghese fanno entrambe parte dello Standing Nato Maritime Group 1 (SNMG1), un’unità navale di risposta immediata della NATO.

Il tutto poco prima che nella vicina Svezia iniziasse lunedì 17 aprile la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni: Aurora 23, che simula il respingimento di un attacco alla Svezia e la ricezione di aiuti esteri e si concentra sulla Svezia meridionale e sull’isola strategicamente importante di Gotland. Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo verranno effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. “Il Baltico in passato fu un ‘lago’ russo, oggi è un ‘lago’ della Nato” afferma una fonte a Helsinki, facendo riferimento al passato zarista, ma anche specificando che questo oggi è anche il risultato della reazione psicologica della società e della politica e dello spostamento repentino di Paesi tradizionalmente neutrali (come Finlandia e Svezia, appunto), in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

“Stiamo ricevendo grandi truppe, quindi ci sarà molto traffico (militare) sulle strade pubbliche”, ha detto il generale di brigata Stefan Andersson, che guida l’esercitazione, a Dagens Nyheter: una dichiarazione ampiamente ripresa dalla stampa finlandese. “Gli Stati Uniti partecipano ad Aurora 23 con, tra l’altro, 700 marines, attraverso il confine terrestre dalla Norvegia” scrive Ilta Sanomat. “I missili antiaerei Patriot recentemente acquisiti dalla Svezia saranno portati a proteggere la capitale Stoccolma in connessione con l’esercitazione militare. Un dettaglio interessante dell’esercitazione militare è l’annuncio del lancio trasmesso dalla radio svedese il 24 aprile. L’annuncio trasmesso sul canale P4 su tutto il territorio nazionale testa il flusso di informazioni in caso di una possibile situazione reale” aggiunge. Al momento, l’adesione della Svezia alla NATO, a differenza della vicina Finlandia, è ancora ostaggio delle mancate ratifiche di Turchia e Ungheria. E sarà al centro del vertice Nato dell’11 e 12 luglio a Vilnius, a riprova proprio del fatto che tutto è cambiato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.

(Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

Speciale Finlandia, confine e Mar Baltico dove “tutto è cambiato”

Speciale Finlandia, confine e Mar Baltico dove “tutto è cambiato”Helsinki, 19 apr. (askanews) – “È una cosa fantastica” l’ingresso della Finlandia nella Nato, “per quanto riguarda la sicurezza della regione e del Paese: un’ampia maggioranza del popolo finlandese sostiene l’ingresso. Tutto è cambiato quando la Russia ha attaccato l’Ucraina”. Questo il commento, rilasciato ai microfoni di askanews dall’ambasciatore finlandese in Estonia Vesa Vasara. Il diplomatico si trova a Helsinki per l’arrivo del nuovo ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna che si è recato in queste ore in Finlandia per il suo primo viaggio ufficiale: ennesima dimostrazione del rafforzamento dell’asse baltico lungo il fronte orientale. Tsahkna ha incontrato il collega Pekka Haavisto, reduce dalla storica cerimonia a Bruxelles del 4 aprile, culminata con la bandiera finlandese issata davanti alla sede dell’alleanza militare.

“La visita del ministro degli Esteri estone in Finlandia all’inizio del suo mandato è un riflesso degli stretti legami tra Finlandia ed Estonia”, ha affermato Haavisto in un comunicato. E di fatto percorre quel complicato, e ora moltiplicato, confine nord orientale Nato con la Russia che comincia con la Norvegia (197 km) ma che si estende – dopo l’ingresso della Finlandia nell’alleanza militare – per altri 1850 chilometri: tra la Finlandia e la Russia descrive una linea di demarcazione di 1.340 km, tra l’Estonia e la Russia di 294 km (delineato per la prima volta nel 1918, quando l’Estonia dichiarò la sua indipendenza dalla Russia) mentre il confine tra la Lettonia e la Russia si estende per 217 km. Ma il confine riguarda anche il Mar Batico: in questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica (e per la prima volta da quando la Finlandia è entrata ufficialmente nell’alleanza di difesa all’inizio di questo mese): l’FGS Mecklenburg-Vorpommern della Marina tedesca e l’NRP Bartolomeu Dias della Marina portoghese fanno entrambe parte dello Standing Nato Maritime Group 1 (SNMG1), un’unità navale di risposta immediata della NATO. Il tutto poco prima che nella vicina Svezia iniziasse lunedì 17 aprile la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni: Aurora 23, che simula il respingimento di un attacco alla Svezia e la ricezione di aiuti esteri e si concentra sulla Svezia meridionale e sull’isola strategicamente importante di Gotland.

Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo verranno effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. “Il Baltico in passato fu un ‘lago’ russo, oggi è un ‘lago’ della Nato” afferma una fonte a Helsinki, facendo riferimento al passato zarista, ma anche specificando che questo oggi è anche il risultato della reazione psicologica della società e della politica e dello spostamento repentino di Paesi tradizionalmente neutrali (come Finlandia e Svezia, appunto), in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. “Stiamo ricevendo grandi truppe, quindi ci sarà molto traffico (militare) sulle strade pubbliche”, ha detto il generale di brigata Stefan Andersson, che guida l’esercitazione, a Dagens Nyheter: una dichiarazione ampiamente ripresa dalla stampa finlandese. “Gli Stati Uniti partecipano ad Aurora 23 con, tra l’altro, 700 marines, attraverso il confine terrestre dalla Norvegia” scrive Ilta Sanomat. “I missili antiaerei Patriot recentemente acquisiti dalla Svezia saranno portati a proteggere la capitale Stoccolma in connessione con l’esercitazione militare. Un dettaglio interessante dell’esercitazione militare è l’annuncio del lancio trasmesso dalla radio svedese il 24 aprile. L’annuncio trasmesso sul canale P4 su tutto il territorio nazionale testa il flusso di informazioni in caso di una possibile situazione reale” aggiunge.

Al momento, l’adesione della Svezia alla NATO, a differenza della vicina Finlandia, è ancora ostaggio delle mancate ratifiche di Turchia e Ungheria. E sarà al centro del vertice Nato dell’11 e 12 luglio a Vilnius, a riprova proprio del fatto che tutto è cambiato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. (Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)