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Il G7 contro gli alleati della Russia: pagheranno un alto prezzo

Il G7 contro gli alleati della Russia: pagheranno un alto prezzoRoma, 18 apr. (askanews) – Gli Stati che forniranno assistenza alla Russia nella sua aggressione armata all’Ucraina pagheranno “un caro prezzo”. Nessuna ambiguità nella dichiarazione finale dei ministri degli Esteri del G7 riuniti a Karuizawa, in Giappone, riguardo alla guerra in Ucraina. Il Gruppo dei Sette grandi sta al fianco di Kiev, conferma l’impegno a rafforzare le sanzioni già attuate contro Mosca e per impedirne l’elusione, e condanna con la massima fermezza l’annuncio del Cremlino di trasferire armi nucleare in Bielorussia, Paese amico e alleato. Una scelta definita “inaccettabile” dai capi della diplomazia, che hanno concluso oggi i due giorni di lavoro nel paese asiatico.

“Ribadiamo il nostro appello a terze parti affinché cessino l’assistenza” alla Russia “o affronteranno gravi costi”, si legge nel documento approvato al termine dei colloqui. “Rafforzeremo il nostro coordinamento per prevenire e rispondere a terze parti che forniscono armi alla Russia e continueremo ad agire contro coloro che sostengono materialmente” Mosca, hanno aggiunto i ministri, confermando che non ci sarà “alcuna impunità per crimini di guerra e altre atrocità come gli attacchi della Russia contro i civili e le infrastrutture civili critiche”. Il G7, hanno sottolineato Antonio Tajani e i suoi colleghi di Francia, Giappone, Stati Uniti, Canada, Germania, Regno Unito, considera inoltre l’accordo sui cereali del Mar Nero di massima importanza ed esorta la Russia a non limitarne il periodo di validità. “Riconosciamo l’importanza fondamentale delle ‘Corsie di solidarietà’, della ‘Iniziativa per i cereali del Mar Nero’ e della ‘Iniziativa per i cereali dall’Ucraina’ per sostenere il ripristino del settore agricolo ucraino e per prevenire ulteriori shock del sistema alimentare. Chiediamo alla Russia di smettere di minacciare le forniture alimentari globali e consentire alla Black Sea Grain Initiative di operare al suo massimo potenziale e a tempo indeterminato”, hanno affermato i ministri nella loro dichiarazione.

I capi della diplomazia ritengono poi “inaccettabile” la “retorica nucleare irresponsabile” della Russia e la sua minaccia di dispiegare armi in Bielorussia. “Mentre Kiev si prepara a lanciare una controffensiva per riconquistare il suo territorio (…), sosteniamo l’Ucraina”, ha precisato a margine il segretario di Stato americano Antony Blinken. I ministri dei Paesi membri del G7 hanno messo in guardia Pechino dalle sue ambizioni militari nel Mar Cinese Meridionale e hanno sottolineato la loro immutata posizione nei confronti di Taiwan, nonostante le turbolenze legate alle recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron. Durante la sua visita in Cina all’inizio di aprile, il presidente francese ha detto ai media che l’Europa non dovrebbe essere coinvolta in “crisi che non sarebbero (le sue)”, facendo riferimento a Taiwan. Una dichiarazione che aveva irritato alcuni alleati della Francia, prima dell’incontro di Karuizawa. “Non c’è un cambiamento nelle posizioni di fondo dei membri del G7 su Taiwan”, hanno quindi assicurano i capi della diplomazia del gruppo, ritenendo “indispensabile” il mantenimento della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan.

A questo proposito, al termine dei lavori, è intervenuto anche il capo della diplomazia italiana Antonio Tajani. “Per quanto riguarda la situazione nel Mare” della Cina meridionale, “siamo per la stabilità e la pace”, ha detto il ministro. “Non credo sia opportuno né utile per la pace cambiare la situazione attuale. Credo che accendere nuovi focolai di conflitti politici non sia la cosa che chiedono i nostri cittadini. Quindi pur rispettando la Cina, riteniamo che alcune scelte non possono essere condivise”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. Roma, 18 apr. (askanews) – Nel tentativo di ridurre al minimo divergenze e sfumature delle posizioni nazionali nei confronti di Pechino, durante i due giorni di colloqui in Giappone, i ministri hanno deciso di adottare un linguaggio deciso nei confronti della Cina. Il loro testo della dichiarazione finale evoca così le “preoccupazioni” del G7 riguardo “alla continua e accelerata espansione dell’arsenale nucleare cinese”, e invita il gigante asiatico a lavorare per “la stabilità attraverso una maggiore trasparenza” sulle sue dotazioni. Blinken, a questo proposito, ha assicurato di non avere mai visto una così “grande convergenza” di vedute su Cina e Taiwan da parte del G7. Senza citare Pechino, inoltre, nel comunicato congiunto i ministri si impegnano a rafforzare la cooperazione contro la “coercizione economica” consistente nel limitare il commercio estero o gli investimenti per scopi politici.

Ma se le discussioni sono state chiaramente dominate dalla guerra tra Russia e Ucraina e dalle ambizioni della Cina nell’area Asia-Pacifico, i ministri del G7 hanno toccato anche molte altre questioni e crisi politiche globali. I capi della diplomazia, ad esempio, hanno ingiunto alla Corea del Nord di “astenersi” da nuovi test nucleari e dal lancio di missili balistici. Ed hanno anche “condannato con forza” i combattimenti scoppiati da sabato in Sudan. I ministri hanno lanciato un appello per la “fine immediata” delle ostilità, mentre questi scontri tra l’esercito regolare e le forze paramilitari hanno già provocato quasi 200 morti, secondo un bilancio delle Nazioni unite. I ministri hanno anche chiesto la revoca “immediata” del divieto “inaccettabile” per le donne afgane di lavorare per le ong e l’Onu, emanato questo mese dal governo talebano in Afghanistan. Una richiesta che conferma la posizione della comunità internazionale su questo dossier, ma che è già stata respinta al mittente dal governo dei talebani, che non accetta intrusioni in quello che considera un “affare interno”. Con la conclusione dei lavori a Karuizawa, si attende adesso la riunione dei capi di Stato del G7, prevista a maggio a Hiroshima, la cui storia è profondamente segnata dalla bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti nel 1945. E non è un caso che nel testo dei ministri diffuso oggi ci sia spazio anche per l’impegno del gruppo a “rafforzare disarmo e non proliferazione” per “un mondo più sicuro e più stabile”. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha già espresso il desiderio di discutere lì con i suoi omologhi la possibilità di “un mondo senza armi nucleari”. Tuttavia, la dichiarazione di oggi contiene poche nuove informazioni sulla questione, citando “l’attuale difficile ambiente di sicurezza”.

Una metropoli di comunità: Fabio Novembre al Fuorisalone con IQOS

Una metropoli di comunità: Fabio Novembre al Fuorisalone con IQOSMilano, 18 apr. (askanews) – Una città avveniristica, immaginata come installazione immersiva, ma anche come spazio di comunità. È questo il progetto che il designer e architetto Fabio Novembre ha realizzato per lo spazio IQOS in occasione del Fuorisalone 2023, partendo dalla forma dell’ultimo dispositivo di nuova generazione di Philip Morris, a cui l’artista ha cambiato la scala.

“Mi sono semplicemente visualizzato questi 17 milioni di utilizzatori di IQOS nel mondo – ha detto Novembre ad askanews – e ho pensato che avevano qualcosa in comune, una passione che li unisce ed è bello ragionare sulle cose che uniscono le persone. Metropolis è veramente questo immaginare le persone unite da una passione comune, e queste passioni possono essere di qualunque tipo. Intanto diamo un credito a questi 17 milioni di persone che hanno abbandonato la combustione, quindi c’è un percorso evolutivo in atto e io sono assolutamente per l’evoluzione”. Per questi dispositivi IQOS ILUMA Novembre ha inoltre disegnato i pattern grafici, dando vita a una limited edition di accessori. E per Philip Morris si rinnova la relazione con la Design Week milanese e il Fuorisalone “Anche in questa edizione – ha spiegato Gianluca Iannelli, Head of Marketing & Digital di Philip Morris Italia – continuiamo con la tradizione degli ultimi anni, affiancandoci ad artisti e designer di fama internazionale. Nelle scorse edizioni abbiamo lavorato con artisti come Felice Limosani o la Truly Design Crew, e loro hanno sempre cercato di lasciarsi affascinare e ispirare dalla community di Iqos, una community che conta oltre due milioni di persone che hanno scelto di condividere la visione di Philip Morris, ossia quella di un futuro senza fumo”.

E i grattacieli di Fabio Novembre sono una delle possibili manifestazioni di questa visione.

Secondo Al Arabiya sono ripresi gli scontri a Khartoum

Secondo Al Arabiya sono ripresi gli scontri a KhartoumRoma, 18 apr. (askanews) – Sono ripresi a Khartoum gli scontri tra esercito e forze paramilitari, scoppiati sabato scorso e costati finora la vita ad almeno 185 persone. Secondo quanto riferito dall’emittente araba Al Arabiya, aerei dell’esercito sudanese stanno sorvolando la capitale, prendendo di mira i siti delle forze di supporto rapido, e sono in corso combattimenti nei pressi del Palazzo presidenziale e della sede del comando generale dell’esercito.

Scontri sono in corso anche nei pressi dell’aeroporto internazionale di Khartoum e in altre aeree della vicina città di Omdurman, a nord-ovest della capitale.

G7: l’accordo sul grano è essenziale, la Russia non ne limiti la validità

G7: l’accordo sul grano è essenziale, la Russia non ne limiti la validitàRoma, 18 apr. (askanews) – Il G7 considera l’accordo sui cereali del Mar Nero di massima importanza ed esorta la Russia a non limitarne il periodo di validità: è quanto si legge nella dichiarazione finale dei ministri degli Esteri del G7, che si sono riuniti a Karuizawa, in Giappone. “Riconosciamo l’importanza fondamentale delle ‘Corsie di solidarietà’, della ‘Iniziativa per i cereali del Mar Nero’ e della ‘Iniziativa per i cereali dall’Ucraina per sostenere il ripristino del settore agricolo ucraino e per prevenire ulteriori shock del sistema alimentare. Chiediamo alla Russia di smettere di minacciare le forniture alimentari globali e consentire alla Black Sea Grain Initiative di operare al suo massimo potenziale e a tempo indeterminato”, hanno affermato i ministri.

La Black Sea Grain Initiative è stata mediata dalle Nazioni Unite e dalla Turchia tra Russia e Ucraina nel luglio 2022 per facilitare le esportazioni di prodotti agricoli dai porti del Mar Nero durante il conflitto. Da allora l’accordo è stato prorogato due volte.

Il G7: chi aiuta la Russia in Ucraina pagherà “un prezzo pesante”

Il G7: chi aiuta la Russia in Ucraina pagherà “un prezzo pesante”Roma, 18 apr. (askanews) – Gli Stati che forniranno assistenza alla Russia nella sua aggressione armata all’Ucraina pagheranno “un prezzo pesante”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale dei ministri degli Esteri del Gruppo riuniti a Karuizawa, in Giappone, che si impegnano a rafforzare l’attuazione delle sanzioni a Mosca.

“Ribadiamo il nostro appello a terze parti affinché cessino l’assistenza” alla Russia “o affronteranno gravi costi”, si legge. “Rafforzeremo il nostro coordinamento per prevenire e rispondere a terze parti che forniscono armi alla Russia e continueremo ad agire contro coloro che sostengono materialmente” Mosca, hanno aggiunto i ministri. I capi della diplomazia, inoltre, hanno definito inaccettabile l’intenzione della Russia di inviare proprie armi nucleari in Bielorussia.

Vladimir Putin ha visitato le truppe russe nella regione di Kherson

Vladimir Putin ha visitato le truppe russe nella regione di KhersonRoma, 18 apr. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin si è recato in visita al personale militare russo di stanza nella regione di Kherson: lo ha reso noto il servizio stampa del Cremlino in una nota citata dalla Ria Novosti.

“Vladimir Putin presso lo staff del gruppo militare Dnepr nella regione di Kherson ha ascoltato i rapporti del comandante delle truppe aviotrasportate, il colonnello generale Mikhail Teplinsky, del comandante del gruppo di truppe Dnepr, il colonnello generale Oleg Makarevich e altri capi militari”, secondo la dichiarazione.

Ucraina, Putin in visita a truppe nella regione di Kherson

Ucraina, Putin in visita a truppe nella regione di KhersonRoma, 18 apr. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin si è recato in visita al personale militare russo di stanza nella regione di Kherson: lo ha reso noto il servizio stampa del Cremlino in una nota citata dalla Ria Novosti.

“Vladimir Putin presso lo staff del gruppo militare Dnepr nella regione di Kherson ha ascoltato i rapporti del comandante delle truppe aviotrasportate, il colonnello generale Mikhail Teplinsky, del comandante del gruppo di truppe Dnepr, il colonnello generale Oleg Makarevich e altri capi militari”, secondo la dichiarazione.

Francia, Macron: questa riforma delle pensioni era necessaria

Francia, Macron: questa riforma delle pensioni era necessariaRoma, 17 apr. (askanews) – “Adottata in conformità a quanto prevede la nostra Costituzione, questa riforma era necessaria”. Lo ha detto il presidente Emmanuel Macron rivolgendosi ai francesi in riferimento alla controversa riforma delle pensioni.”Questa riforma è accettata? Ovviamente no”, ha detto Macron. “Nessuno può rimanere sordo a questa richiesta di giustizia sociale”, ha aggiunto il presidente prima di proporre di aprire tre grandi progetti, a cominciare da quello del lavoro.

Lavrov: la Russia vuole vedere la rapida fine della guerra in Ucraina

Lavrov: la Russia vuole vedere la rapida fine della guerra in UcrainaRoma, 17 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato di voler vedere una rapida fine della guerra in Ucraina. Parlando oggi in conferenza stampa con il suo omologo brasiliano Mauro Vieira, Lavrov ha affermato che Mosca ha “un interesse” affinché il conflitto finisca il prima possibile. Ha anche ringraziato il Brasile per la sua “comprensione della genesi della situazione in Ucraina”. La Russia ha spesso ripetuto che qualsiasi fine del conflitto deve riconoscere nuove “realtà” politiche – compreso il riconoscimento delle quattro aree dell’Ucraina che ha annesso in un’iniziativa giudicata illegale da Kiev e l’Occidente.

Ex comandanti del Gruppo Wagner confessano: in Ucraina abbiamo ucciso anche bambini

Ex comandanti del Gruppo Wagner confessano: in Ucraina abbiamo ucciso anche bambiniRoma, 17 apr. (askanews) – Vertici del Gruppo Wagner hanno fornito racconti dettagliati sulla brutale uccisione di persone in Ucraina, compresa l’esecuzione di oltre venti bambini e ragazzi e la detonazione di una fossa che conteneva oltre 50 prigionieri feriti. Confessioni contenute in un video pubblicato oggi. Gli ex comandanti dei mercenari filorussi hanno raccontato che gli ordini provenivano sia da Prigozhin che dai comandanti dei reparti. Prigozhin ha inoltre approvato i metodi terroristici e la brutalità degli omicidi.

“Ho eseguito l’ordine con le mie stesse mani – ho ucciso bambini (…) Ci è stato ordinato di fare fuori tutti (…) Abbiamo ucciso chiunque: donne, uomini, pensionati e bambini, compresi i più piccoli, di cinque anni”, ha raccontato l’ex prigioniero russo Azamat Uldarov. L’ex comandante Alexei Savichev ha affermato che dopo lo scambio di prigionieri di guerra nel febbraio 2023, gli ufficiali russi hanno dato ordine di “sparare senza proferire parola” a chiunque avesse più di 15 anni. Circa 10 ragazzi sono stati giustiziati insieme ad altri. Savichev ha anche rivelato che la mancata obbedienza agli ordini, inclusa l’uccisione di civili, ha provocato l’esecuzione mediante fucilazione. Dopo la pubblicazione delle testimonianze, il capo dell’Ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha affermato che non ci sono state abbastanza confessioni e che è necessaria una punizione “dura ed equa”. “I terroristi russi hanno confessato l’assassinio di bambini ucraini a Bakhmut e Soledar. Si tratta di criminali di guerra del Gruppo Wagner, ma questo fa luce sui crimini dell’esercito russo in Ucraina. Rapiscono i nostri figli e li uccidono (…) Appureremo tutti i fatti sui crimini e troveremo tutti coloro che li hanno commessi. Stiamo facendo di tutto per riportare indietro i nostri figli”, ha scritto su Telegram. Gulagu.net ha intervistato ex prigionieri russi reclutati da Wagner. Sia Uldarov sia Savichev sono stati graziati personalmente dal presidente russo Vladimir Putin tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2022, e il progetto afferma che entrambi sono “al 100% in Russia”.