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Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna

Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna




Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna – askanews.it




















New York, 3 apr. (askanews) – Gli astronauti della NASA Christina Hammock Koch, Victor Glover e Reid Wiseman e l’astronauta canadese Jeremy Hansen saranno ingaggiati, dopo decenni, in un viaggio verso la Luna nel 2024. Ad annunciarlo è stata la stessa agenzia spaziale. I quattro membri dell’equipaggio sono stati nominati come parte della missione Artemis II intorno alla Luna. Il lancio, previsto per il prossimo anno, non prevede che i quattro atterrino sulla Luna, ma voleranno vicino al satellite naturale, testando molti dei sistemi necessari per le future missioni.

L’agenzia spaziale si sta affidando a un lander lunare costruito da SpaceX, la compagnia di Elon Musk, per portare i suoi astronauti sulla superficie lunare.

Attentato a San Pietroburgo, sarebbero due le persone arrestate

Attentato a San Pietroburgo, sarebbero due le persone arrestate




Attentato a San Pietroburgo, sarebbero due le persone arrestate – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il Comitato investigativo russo ha riqualificato l’indagine sull’esplosione che ha ucciso il blogger ultranazionalista russo Vladlen Tatarsky, pseudonimo di Maxim Fomin: ora indaga per atto terroristico, mentre inizialmente era stato aperto un fascicolo per omicidio con mezzi pericolosi per il pubblico.

Oggi è stata fermata Daria Trepova, una giovane donna accusata di avere consegnato al blogger la statuetta che conteneva l’esplosivo. Secondo il marito, Dmitry Rylov, è stata incastrata ed è stato arrestato anche un uomo, un conoscente dal nome Dmitry Kasintsev. Per l’attentato, il Cremlino ha puntato il dito contro i vertici ucraini, che sarebbero stati aiutati in Russia da collaboratori degli ambienti di opposizione vicini a Navalny.

L’Onu: almeno 501 bambini sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa

L’Onu: almeno 501 bambini sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa




L’Onu: almeno 501 bambini sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il numero di bambini uccisi nel conflitto in Ucraina dal febbraio 2022 è salito ad almeno 501. Lo ha annunciato l’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani (Ohchr) che ha proceduto oggi ad un ultimo aggiornamento sulle vittime dall’inizio dell’invasione russa.

“Questa è un altro tragico traguardo per i bambini e le famiglie ucraine. Dall’escalation della guerra nel febbraio 2022, almeno 501 bambini sono stati uccisi. Questo è solo il numero verificato dall’Onu. La cifra reale è probabilmente molto più alta e il bilancio delle famiglie colpite è inimmaginabile”, ha commentato Catherine Russell, direttrice esecutiva dell’Unicef. “Quasi 1.000 bambini sono rimasti feriti, lasciando loro ferite e cicatrici – sia visibili che invisibili – che potrebbero durare per tutta la vita. I bambini e le famiglie in Ucraina stanno pagando il prezzo più alto per questa guerra brutale. Dietro ogni numero c’è una famiglia lacerata e cambiata per sempre. È straziante”, ha aggiunto prima di concludere: “La guerra è sempre il peggior nemico dei bambini, sia in Ucraina che in innumerevoli altri conflitti nel mondo. Ogni bambino merita di crescere in un ambiente tranquillo”.

Usa: il pallone spia cinese ha raccolto informazioni da diversi siti militari americani

Usa: il pallone spia cinese ha raccolto informazioni da diversi siti militari americani




Usa: il pallone spia cinese ha raccolto informazioni da diversi siti militari americani – askanews.it




















New York, 3 apr. (askanews) – Il pallone spia cinese che ha sorvolato gli Stati Uniti alla fine di gennaio è stato in grado di raccogliere informazioni da diversi siti militari americani sensibili in febbraio, nonostante gli sforzi dell’amministrazione Biden per impedirlo. Lo riferisce NBC, che ha sentito due alti funzionari statunitensi e un ex alto funzionario della Casa Bianca.

La Cina è stata in grado di controllare il pallone in modo che potesse effettuare più passaggi su alcuni dei siti (a volte volando in formazioni a otto) e trasmettere le informazioni raccolte a Pechino in tempo reale, hanno detto i tre funzionari. Le informazioni erano principalmente segnali elettronici, che possono essere raccolti da sistemi d’arma o includere comunicazioni dal personale della base. Non sono state inviate immagini. I tre funzionari hanno dichiarato che la Cina avrebbe potuto raccogliere molte più informazioni da siti sensibili se non fosse stato per gli sforzi dell’amministrazione di aggirare potenziali obiettivi e oscurare la capacità del pallone di captare i loro segnali elettronici impedendo loro di trasmettere o emettere segnali. La Cina ha affermato ripetutamente che il pallone, entrato negli Usa il 28 gennaio, raccoglieva informazioni meteo.

Attentato a San Pietroburgo, il marito della giovane arrestata: Daria è stata incastrata

Attentato a San Pietroburgo, il marito della giovane arrestata: Daria è stata incastrata




Attentato a San Pietroburgo, il marito della giovane arrestata: Daria è stata incastrata – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Oltre a Daria Trepova, un’altra persona è stata arrestata nel caso dell’omicidio del blogger russo pro invasione dell’Ucraina Vladlen Tatarsky. Lo ha detto a The Insider il marito di Daria, Dmitry Rylov. Secondo lui, il nome del detenuto è Dmitry Kasintsev. Rylov ha detto che Kasintsev era un suo conoscente, Trepova era nel suo appartamento al momento dell’arresto. “Mi ha contattato nelle ultime 24 ore, ho perso i contatti con lei circa quattro o cinque ore fa”, ha detto Rylov. Secondo lui, Trepova è stata incastrata. “Dasha, in linea di principio, non è il tipo di persona che potrebbe uccidere chiunque. In realtà è stata usata”, ha dichiarato il marito. Quanto al conoscente “anche lui è stato trattenuto. Era Dmitry Kasintsev, non ne hanno scritto nei notiziari. Daria ha detto che era stata incastrata e sono completamente d’accordo: nessuno se lo aspettava. Per quanto ne so, era necessario consegnare questo busto, in cui c’era qualcosa. Pensavo fosse un dispositivo elettronico, non so cosa fosse, ma di certo non era un esplosivo. Ne abbiamo parlato almeno due volte. Daria non sarebbe stata in grado di farlo”.

In precedenza, il canale Shot Telegram, citando una fonte, ha riferito che le prime parole di Trepova dopo il suo arresto sono state: “Sono stata incastrata! Mi stavano solo usando!” Daria Trepova è stata arrestata questa mattina in un appartamento a San Pietroburgo. Secondo i dati preliminari, il giorno prima ha visto Tatarsky al caffè sull’argine Universitetskaya e gli ha regalato un busto, che è esploso. Tatarsky è morto, più 32 persone sono rimaste ferite. Il Comitato nazionale antiterrorismo ha riferito che l’omicidio di Tatarsky è stato pianificato dai servizi speciali ucraini “con il coinvolgimento di agenti della FBK”, il centro anti corruzione di Alexei Navalny e che Trepova è “un’attiva sostenitrice della squadra di Navalny”.

Giornalista WSJ ha presentato ricorso contro il suo arresto in Russia

Giornalista WSJ ha presentato ricorso contro il suo arresto in Russia




Giornalista WSJ ha presentato ricorso contro il suo arresto in Russia – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Il giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich, accusato di spionaggio in Russia e fermato dalle forze dell’ordine, ha presentato ricorso contro il suo arresto. Lo riporta il canale Telegram filo Cremlino Readovka.

Da Mosca è stato riferito che l’uomo stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso militare-industriale russo. Il tribunale Lefortovo di Mosca il 30 marzo ha confermato l’arresto di Gershkovich fino al 29 maggio e lo ha accusato di spionaggio.

Il ministero degli Esteri russo ha affermato che il segretario di stato Usa Antony Blinken in queste ore ha chiamato il collega Sergei Lavrov per discutere della detenzione del giornalista di Gershkovich. Lavrov ha affermato che Gershkovich “è stato colto in flagrante mentre cercava di ottenere informazioni segrete” e ha invitato gli Stati a “rispettare le decisioni delle autorità russe”. Blinken ha definito “inaccettabile” la detenzione del giornalista e ha chiesto il suo rilascio immediato. Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha chiesto oggi il “rilascio immediato” del giornalista americano.

Intanto la giocatrice di basket americana Brittney Griner, che stava scontando una pena detentiva in Russia per traffico di droga ed è tornata in patria come parte di uno scambio di prigionieri, si è rivolta al presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Gli ha chiesto di fare tutto il possibile per liberare il giornalista del WSJ. “Per ogni americano rapito, dobbiamo combattere, e ogni americano restituito è una vittoria per tutti noi. Ecco perché possiamo invitare tutti i nostri sostenitori a celebrare le vittorie e sollecitare l’amministrazione a continuare a utilizzare tutti gli strumenti possibili per riportare a casa Evan e tutti gli americani ingiustamente detenuti”, ha affermato Greiner.

Gershkovich è un corrispondente del Wall Street Journal. La mattina del 30 marzo si è saputo che aveva smesso di comunicare con la redazione. I media statali hanno riferito, citando l’FSB, che il giornalista era stato arrestato perché sospettato di spionaggio. Il WSJ aveva detto il giorno prima che le forze di sicurezza russe hanno organizzato la sorveglianza di Gershkovich e registrato i suoi movimenti con una telecamera. Lo stesso giornalista suggerisce che il suo telefono fosse intercettato.

Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato

Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato



Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato – askanews.it


Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – La Finlandia diventerà ufficialmente un membro della Nato domani, ha detto l’ufficio della presidenza finlandese.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato che la Finlandia entrerà a far parte dell’Alleanza domani. La bandiera della Finlandia sarà issata fuori dal quartier generale della Nato martedì quando il Paese diventerà il 31esimo membro dell’Alleanza atlantica, ha dichiarato Stoltenberg. “È una settimana storica. Domani daremo il benvenuto alla Finlandia come 31esimo membro della Nato”, ha detto il segretario generale che domani parlerà in conferenza stampa con il presidente finlandese Sauli Niinisto alle 15.00, nel corso della giornata della riunione dei ministri degli Esteri della Nato.

“Ritengo che anche la Svezia possa diventare membro a pieno titolo dell’Alleanza”, Stoccolma “ha mantenuto gli impegni contenuti nel memorandum” firmato con la Finlandia e la Turchia al summit di Madrid e per questo “credo che la sua adesione debba essere ratificata” anche dalla Turchia, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato che domani la Finlandia sarà membro effettivo della Nato. “Quando ci sono delle differenze, bisogna sedersi a un tavolo, consultarsi e andare avanti”, ha aggiunto sottolineando di “condividere alcune delle legittime preoccupazioni della Turchia sulla sicurezza”, ma la “Svezia e la Finlandia hanno concordato di lavorare insieme sulla lotta al terrorismo” e “su leggi più dure”.

L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire

L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire



L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire – askanews.it


L’Opec+ taglia a sorpresa l’offerta di petrolio e i prezzi tornano a salire – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Di colpo l’economia globale si ritrova a che fare con oltre un milione e mezzo di barili di petrolio in meno al giorno. E dopo l’impennata dei prezzi che questo sviluppo a sorpresa ha innescato fin dalle prime contrattazioni mattutine, ora gli analisti iniziano a interrogarsi sul dove potrebbero arrivare le quotazioni, ipotizzando anche un ritorno del barile a quota 100 dollari.

Nel corso del fine settimana 9 paesi di primo piano del cartello allargato degli esportatori di oro nero, chiamato Opec+, a cominciare dall’Arabia Saudita, primo produttore globale, hanno annunciato a stretto giro tra loro riduzioni dell’offerta che complessivamente dovrebbero raggiungere 1,6 milioni di barili al giorno, includendo quella recentemente annunciata dalla Russia (che partecipa all’Opec allargata). Nelle scorse settimane Mosca aveva deciso di ridurre la sua offerta di 0,5 milioni di barili in risposta alle sanzioni di Usa e Ue per la guerra in Ucraina. L’Arabia Saudita, di fatto leader dell’Opec, ha annunciato una riduzione analoga a quella russa. A questo si sono aggiunti altri sette componenti del cartello tra cui gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait.

Il tutto non potrà che peggiorare le relazioni già tese tra Stati Uniti e grandi esportatori di petrolio, specialmente quelli facente parte del blocco dei giganti emergenti come Riad, che erano già state deteriorate dagli attriti attorno alle sanzioni contro la Russia, con cui i sauditi cercano di mantenere buoni rapporti sia nell’ambito del blocco dei “Brics”, i giganti economici emergenti, sia per le strategie di controllo dei prezzi dei combustibili fossili. L’amministrazione Biden da molti mesi era in pressing sull’Opec e su Riad in particolare per ottenere dinamiche in senso opposto, ossia aumenti dell’offerta che contribuissero a calmierare i prezzi dell’energia.

Per tutta risposta riceve invece una manovra energica nella direzione contraria. E questo mentre si avvicina rapidamente la scadenza del mandato presidenziale e quindi le elezioni del 2024, in cui i prezzi dei carburanti possono avere effetti rilevanti sull’opinione pubblica Usa. La mossa di questa consistente pattuglia dell’Opec+ complica contestualmente il lavoro per le banche centrali di mezzo mondo, tra cui la stessa Federal Reserve americana e la Bce, che sembravano sul punto di bloccare le loro strette sui tassi di interesse volte a controllare l’inflazione. Ad oggi si stava infatti profilando un calmieramento del carovita favorito dai recenti cali dei prezzi petroliferi, ma questo scenario rischia di mutare improvvisamente.

Le recenti tensioni su Borse e banche, innescate dalle crisi della Silicon Valley Bank negli Usa e del Credit Suisse in Europa erano inoltre considerati come equivalenti a ulteriori inasprimenti del quadro finanziario. E questo avrebbe potuto quindi favorire ulteriormente lo stop alle manovre delle banche centrali. Ora i balzi di oltre l’8% segnati oggi dalle quotazioni del petrolio e la prospettiva che continuino a galoppare spingono ovviamente nella direzione opposta. Nel pomeriggio il barile di Brent smorza solo leggermente i rialzi, segnando un più 5,31% a 84,13 dollari. In preapertura il West Texas Intermedie guadagna un 5,51% a 79,84 dollari. In un rapporto di analisi pubblicato ieri sera, la banca d’affari Goldman Sachs rileva come l’Opec+ disponga oggi di un potere di influenzare i prezzi “molto rilevante rispetto al passato, data la sua elevata quota sul mercato globale e l’inelasticità delle forniture non-Opec e della domanda”. In questo quadro, il cartello degli esportatori con la sua mossa a sorpresa “mostra l’intenzione di attuare strategie preventive sul mercato, come accaduto nell’ottobre dello scorso anno”. Ma a differenza di quanto avveniva alcuni mesi fa, rileva ancora Goldman, in questa fase la domanda globale di petrolio non è indebolita, invece è sostenuta sulla ripresa della Cina relativamente solida. La banca d’affari ha quindi rivisto il rialzo le sue previsioni sui prezzi del greggio e per il Brent ipotizza il raggiungimento di 95 dollari al barile per il dicembre di quest’anno e di 100 dollari per il dicembre del 2024. Era prevista una riunione del comitato ministeriale congiunto di monitoraggio dell’Opec+, solitamente deputato a fornire raccomandazioni ai delegati sulle strategie di offerta, che tuttavia a questo punto potrebbe risultare ampiamente superata. La mossa di questi Paesi dell’Opec+ si inserisce poi in un contesto ulteriore di tensione con gli Usa a causa di una particolare normativa all’esame del Congresso, battezzata “NOpec” – o No Oil Production and Export Cartels – che potrebbe spianare la strada a procedure Antitrust contro i paesi dell’Organizzaizone, che ha sede a Vienna. Altri attriti e non solo contro gli Usa, ma anche contro l’Ue vedono gli stati Opec+ fortemente critici sia in generale per le politiche green e di transizione energetica, che vogliono ridurre o azzerare l’uso di combustibili fossi, e che secondo i produttori stanno gravemente compromettendo gli investimenti in questo settore, e quindi le capacità di produzione future; sia opposti alle recenti spinte per imporre tassazioni supplementari sui cosiddetti extra utili a carico delle compagnie energetiche. Ma secondo ricostruzioni di stampa, quello che avrebbe finito per far decidere questi nove paesi a muoversi sarebbe stata la prospettiva di volatilità e possibili indebolimenti delle quotazioni conseguenti alle tensioni di Borsa seguiti alle crisi Svb e Credit Suisse.

Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova

Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova



Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova – askanews.it


Esplosione a Pietroburgo, polizia russa a caccia di Daria Trepova – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – A seguito di un’esplosione in un caffè sull’argine Universitetskaya a San Pietroburgo, in cui è stato ucciso il corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), il numero delle vittime nella mattina è salito a 32 persone, che hanno riportato ferite anche gravi.

La polizia russa sta cercando una donna sospettata di aver consegnato la bomba che ha ucciso il noto blogger russo che sosteneva con fervore l’invasione dell’Ucraina: Fomin, 40 anni, è rimasto ucciso ieri mentre stava conducendo una discussione in un caffè sulle rive del fiume Neva, nel centro storico di San Pietroburgo. Lo riferiscono i media russi. Oltre 30 persone sono rimaste ferite dall’esplosione e 10 di loro rimangono in gravi condizioni, secondo le autorità. Tra loro ci sono nomi noti del fronte più oltranzista filorusso. Daria Trepova è considerata coinvolta nell’omicidio di Fomin ed è stata inserita nella lista dei ricercati. La banca dati del ministero dell’Interno russo riporta che è ricercata ai sensi del codice penale. Secondo il ministero, Daria Trepova è nata a San Pietroburgo il 16 febbraio 1997.

Gli investigatori di Mosca indagheranno sul caso dell’esplosione al numero 25 dell’argine Universitetskaya. L’ordine arriva direttamente dal capo del comitato di indagine russo Alexander Bastrykin. Da Mosca dipendenti del Dipartimento investigativo criminale del Ministero degli affari interni della Federazione Russa sono arrivati a San Pietroburgo per aiutare nelle indagini, in base a un fascicolo aperto per omicidio. I notiziari russi affermano che la bomba era nascosta in un busto del blogger che la sospettata gli aveva regalato poco prima dell’esplosione. L’agenzia di stampa Interfax ha riportato del suo arresto domenica, ma in seguito ha affermato che era in fuga mentre sua madre e sua sorella venivano convocate per essere interrogate. Attualmente la casa di Daria Trepova continua a essere perquisita. Il suo telefono è spento.

Testimoni hanno affermato che la sospettata ha scritto e si è scambiata osservazioni con Fomin durante la discussione. La donna avrebbe dichiarato di aver fatto un busto del blogger ma le guardie le avevano chiesto di lasciarlo sulla porta, sospettando che potesse essere una bomba. Poi hanno scherzato e riso, lei è andata alla porta, ha afferrato il busto e lo ha presentato a Fomin-Tatarsky. Un video mostrerebbe Fomin-Tatarsky che scherzava sul busto e lo metteva sul tavolo poco prima dell’esplosione. L’evento era stato annunciato per il 2 aprile alle 17 locali, l’ingresso era gratuito. Nessuno ha rivendicato pubblicamente la responsabilità, ma i blogger militari e i commentatori “patriottici” hanno immediatamente incolpato l’Ucraina per l’attacco collegando all’assassinio dello scorso agosto della commentatrice televisiva nazionalista Darya Dugina, uccisa quando un ordigno esplosivo telecomandato piazzato nel suo SUV è esploso mentre lei stava guidando alla periferia di Mosca. Le autorità russe hanno incolpato l’intelligence militare ucraina per la morte di Dugina, ma Kiev ha negato il coinvolgimento. Il padre di Dugina, Alexander Dugin, un filosofo nazionalista e teorico politico che sostiene fortemente l’invasione dell’Ucraina, ha definito Tatarsky un “immortale” eroe morto per salvare il popolo russo.

La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze

La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze



La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze – askanews.it


La Finlandia ha virato a destra, gli elettori sono in cerca di certezze – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – L’opposizione finlandese ha ottenuto la prevista vittoria e anche se la popolarità di Sdp (i social democratici di Sanna Marin) è aumentata, il “blocco di sinistra” nel suo insieme ha subito una sconfitta elettorale. Helsingin Sanomat, il quotidiano più letto nella capitale Helsinki titola: “La Finlandia ha girato a destra”, descrivendo il risultato di queste elezioni legislative, a ridosso dell’ingresso nella Nato per il paese che fino a un anno fa veniva considerato un esempio di neutralità ma che con la guerra in Ucraina ha vissuto un cambiamento di opinione pubblica così repentino da essere indicato da più parti come storico. Poi però in un’analisi HS aggiunge: “La Finlandia si è voltata a destra, ma solo dopo le trattative governative si capirà quanto”, scrive la testata. “All’inizio degli anni 2000, ci si lamentava che non c’era la volontà di separare i partiti finlandesi l’uno dall’altro. Tutti i principali partiti evitavano le linee estreme. Dopo le elezioni di domenica non ci si può più lamentare che non ci sono differenze”.

Petteri Orpo, già in diverse posizioni governative, tra le quali ministro delle finanze finlandese e vicepremier, ieri sera si è dichiarato vincitore delle elezioni parlamentari: la sua Coalizione Nazionale di centro-destra (NCP) è un partito liberale sul fronte economico per una fazione socialmente conservatrice. Supporta le politiche di libero mercato, l’imprenditorialità e la crescita economica, sostenendo anche il benessere sociale e le libertà individuali. Sposato e con due figli, Orpo è anche un ufficiale di riserva della forza di difesa nazionale finlandese. Ed è indubbio che il suo partito ha guadagnato consensi, mentre la Finlandia era ed è alle prese con l’aumento del costo della vita e una crisi energetica generata dalla guerra della Russia in Ucraina. Le elezioni parlamentari sono diventate una lotta serrata tra tre grandi partiti: la Coalizione (20,8%, 48 seggi), Perussuomalaiset (il partito dei finlandesi, 20,1%, 46 seggi) e Sdp (19,9%, 43 seggi) che hanno chiaramente aumentato il loro elettorato. Riikka Purra, presidente dei nazionalisti di Perussuomalaiset, si è congratulata con la Coalizione e con Orpo. Nel suo discorso nella notte ha ringraziato i sostenitori del partito. “Cari finlandesi, sapete cosa avete fatto? Avete ottenuto il miglior risultato elettorale di questo partito da sempre”, ha gridato Purra – che ha raccolto un totale di 42.589 voti – ai membri del suo partito. Ma pure l’Sdp emerge in un certo senso come vincitore delle elezioni: il partito della premier uscente è riuscito ad aumentare i propri consensi. È relativamente raro. Marin ha assicurato di essere soddisfatta del risultato. “Questo è un grande giorno perché abbiamo fatto bene alle elezioni. La democrazia ha parlato e abbiamo motivo di essere contenti di questo risultato”, ha detto alla folla del suo partito, escludendo però la collaborazione con Purra.

Il Centro, l’Alleanza di Sinistra e i Verdi invece sono rimasti delusi dal loro risultato. Il Centro perde 8 seggi, i Verdi 7 e l’Alleanza di Sinistra 5. Il sostegno al Centro è rimasto all’11,3%, che dà al partito 23 seggi in parlamento. La sinistra è scesa al 7,1% e i Verdi al 7%. I Verdi ottengono 13 seggi in parlamento, l’Alleanza di Sinistra 11. Forse la sconfitta peggiore è quella dei Verdi che hanno perso seggi in molti collegi elettorali, ma il peggior crollo si può considerare quello a Helsinki. Nelle elezioni parlamentari del 2019, il partito era il più numeroso nel collegio elettorale della capitale, ma in queste elezioni i Verdi sono scesi al terzo posto. La presidente del partito Maria Ohisalo ha ammesso durante la notte delle elezioni che il risultato dei Verdi è una grande delusione. E ora? Si apre una fase di difficili negoziati. Ufficialmente, il governo inizia a formarsi quando il presidente del partito con il maggior numero di parlamentari invita tutti i partiti a eleggere un funzionario governativo (il 14 aprile). La Coalizione ha annunciato che la questione più importante nelle trattative di governo è l’economia, cioè l’aggiustamento dei conti pubblici. Per questo motivo, la cooperazione con il partito dei finlandesi sarebbe più facile che con Sdp.

Comunque con una quota di voti del venti per cento ciascuno, nessun partito cambierà enormemente la Finlandia in quattro anni, anche se è quello del primo ministro. La Finlandia rimane uno stato sociale, anche se più povero di altri paesi nordici. Il clima, la cooperazione allo sviluppo e la politica sull’immigrazione cambieranno almeno in parte se ci saranno finlandesi di Purra nel governo. E la Finlandia forse potrebbe spostarsi verso il modello danese. Ma quello che non può cambiare è la posizione geografica del Paese, con un lunghissimo confine con la Russia e una guerra ucraina che continua a minacciare l’Europa.