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Il presidente tedesco: “Mai creduto che avremmo dovuto proteggere l’Ucraina dagli Usa”

Il presidente tedesco: “Mai creduto che avremmo dovuto proteggere l’Ucraina dagli Usa”Roma, 1 mar. (askanews) – Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha criticato il suo omologo americano Donald Trump in termini aspri per il suo comportamento durante l’incontro di ieri sera con Volodymyr Zelensky allo Studio Ovale della Casa Bianca.


“La diplomazia fallisce quando i partner negoziali vengono umiliati di fronte al mondo intero”, ha detto Steinmeier alla DPA, l’agenzia di stampa tedesca, durante un volo per l’Uruguay. “La scena alla Casa Bianca di ieri mi ha tolto il fiato. Non avrei mai creduto che un giorno avremmo dovuto proteggere l’Ucraina dagli Stati Uniti”, ha aggiunto.

Turchia, il Pkk annuncia il cessate il fuoco a partire da oggi

Turchia, il Pkk annuncia il cessate il fuoco a partire da oggiRoma, 1 mar. (askanews) – Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha annunciato oggi un cessate il fuoco con la Turchia, rispondendo all’appello del suo leader e fondatore Abdhullah Ocalan, si legge in una nota.


“Per spianare la strada all’attuazione dell’appello di Apo alla pace e a una società democratica, dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi”, ha annunciato il comitato esecutivo del Pkk in un messaggio pubblicato dall’agenzia Anf, vicina al partito armato. “ACCETTIAMO IL CONTENUTO DELL’APPELLO COSÌ COM’È E DICHIARIAMO CHE LO RISPETTEREMO E LO ATTUEREMO”, afferma ulteriormente il Pkk a caratteri cubitali in un lungo testo scritto in turco.


Il PKK chiede la libertà per il suo fondatore, imprigionato per 26 anni al largo delle coste di Istanbul, che giovedì ha invitato il Partito a sciogliersi e deporre le armi. “Il leader Abdullah Ocalan deve poter vivere e lavorare in completa libertà fisica e stabilire relazioni senza ostacoli con chiunque voglia, compresi i suoi amici”, ritiene il PKK, concludendo, sempre a caratteri cubitali: “LA CHIAMATA (di Ocalan, ndr) NON È UNA FINE, MA UN NUOVO INIZIO”.

Rottura Trump-Zelensky, il presidente Usa: torni quando pronto per la pace

Rottura Trump-Zelensky, il presidente Usa: torni quando pronto per la paceRoma, 28 feb. (askanews) – Da quasi accordo a rottura nel giro di mezz’ora: il colloquio fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale della Casa Bianca ha messo in scena uno spettacolo raramente testimoniato dalla diretta televisiva nella storia della diplomazia.


La lavata di capo di Trump – e del suo vice, JD Vance, in un ruolo inedito per un titolare della carica – a un Zelensky che non si aspettava un simile attacco, almeno dalle dichiarazioni precedenti all’incontro, ha portato alla mancata conferenza stampa finale fra i due Presidenti e alla mancata firma dell’accordo sulle terre rare – e, facile immaginare, alla piena soddisfazione di Mosca. “State giocando con la vita di milioni di persone, state giocando con il rischio di una Terza Guerra Mondiale”, ha detto Trump, accusando il leader ucraino di mancanza di rispetto. “O fate un accordo o noi ci chiamiamo fuori”. Poi il verdetto con una dichiarazione postata su Truth: “torni quando sarà pronto per la pace”.


Zelensky ha iniziato ricordando le violazioni degli accordi di Minsk da parte di Mosca e le responsabilità dell’invasione da parte di Vladimir Putin, sottindentendo di non potersi fidare del Cremlino – forse non la tattica diplomatica migliore con l’inquilino della Casa Bianca. Ma a innescare lo sconto vero e proprio è stato Vance, che ha definito “irrispettoso” il “venire nello Studio Ovale per cercare di litigare davanti ai media americani” e al tentativo di obiezione di Zelensky è intervenuto Trump a rincarare la dose: “State giocando con la vita di milioni di persone, state giocando con il rischio di una Terza Guerra Mondiale e quello che state facendo è molto irrispettoso nei confronti del Paese, questo Paese che vi ha sostenuto molto più di quanto molti sostengono che avrebbe dovuto”.


Trump non ha parlato di garanzie di sicurezza – aveva dichiarato poco prima dell’incontro che “non ne sarebbero servite mote una volta firmato un accordo” – ma ha messo Zelensky davanti a quella che la Casa Bianca considera la verità obbiettiva: “Il vostro Paese è in guai grossi, non state vincendo, non state vincendo questa guerra. Stiamo cercando di risolvere un problema: non diteci cosa dobbiamo fare perché non siete nella posizione di dettarlo”. “Il problema è che io vi ho dato il potere di mostrarti un duro, e non credo che lo saresti senza gli Stati Uniti, e la vostra gente è molto coraggiosa, ma o farete un accordo o ce ne tiriamo fuori, e se ne saremo fuori dovrete combattere. Non penso che sarà bello, combatterete ma non avete in mano le carte per farlo. Una volta firmato quell’accordo, sarete in una posizione molto migliore, ma non state dimostrando alcuna gratitudine, e questa non è una bella cosa”, ha concluso ribattendo di nuovo sul tasto dell’ingratitudine.


A questo punto il colloquio si è concluso: la delegazione ucraina ha lasciato la Casa Bianca senza rilasciare dichiarazioni, mentre Trump non ha perso tempo per lanciare un’ultima stilettata tramite Truth Social: “Abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca oggi: abbiamo capito molte cose che non si sarebbero mai potute capire senza una conversazione sotto pressione. È incredibile quanto emerge attraverso l’emozione, e ho potuto stabilire che il Presidente

Trump: “Zelensky irrispettoso, torni quando sarà pronto per la pace”

Trump: “Zelensky irrispettoso, torni quando sarà pronto per la pace”Roma, 28 feb. (askanews) – “Abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca oggi: abbiamo capito molte cose che non si sarebbero mai potute capire senza una conversazione sotto pressione. È incredibile quanto emerge attraverso l’emozione, e ho potuto stabilire che il Presidente

Trump si arrabbia con Zelensky: o fate un accordo o noi siamo fuori

Trump si arrabbia con Zelensky: o fate un accordo o noi siamo fuoriRoma, 28 feb. (askanews) – Momenti di alta tensione all’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, sfociato in litigio con stampa e telecamere presenti. “O fate un accordo o noi ce ne tiriamo fuori”, ha detto irritato il presidente Usa, dopo aver rimproverato il collega ucraino con parole molto dure.


“State giocando col rischio di una Terza Guerra Mondiale”, ha affermato Trump rivolgendosi a Zelensky, arrivato a Washington per tentare di strappare all’ultimo minuto alcune garanzie di sicurezza in cambio della firma dell’accordo per lo sfruttamento delle terre rare e di altre risorse ucraine. “State giocando con le vite di milioni di persone. State giocando con la Terza Guerra Mondiale. State giocando con la Terza Guerra Mondiale, e quello che state facendo è molto irrispettoso nei confronti del Paese, di questo Paese”, ha insistito il capo dello Stato americano.


“Non sei in una buona posizione in questo momento”, ha rimproverato Trump a Zelensky, alzando la voce. “O fate un accordo o noi ce ne tiriamo fuori”

Guterres (Onu): lo stato palestinese deve includere Gaza e Cisgiordania

Guterres (Onu): lo stato palestinese deve includere Gaza e CisgiordaniaRoma, 28 feb. (askanews) – La Striscia di Gaza e la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, devono far parte di uno stato palestinese sovrano sotto un governo palestinese. Lo ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.


In un incontro con i media presso la sede dell’Onu, Guterres ha chiesto un “quadro politico chiaro” per garantire la stabilità e la ripresa a lungo termine nella regione. “Questo significa che Gaza resterà parte integrante di uno stato palestinese indipendente, democratico e sovrano, senza riduzioni del suo territorio o trasferimenti forzati della sua popolazione. Sia Gaza sia la Cisgiordania occupata (compresa Gerusalemme Est) devono essere trattate come un tutt’uno – politicamente, economicamente e amministrativamente – e governate da un governo palestinese accettato e sostenuto dal popolo palestinese”, ha affermato il segretario generale dell’Onu. “Significa impedire qualsiasi forma di pulizia etnica. Significa che non ci dovrebbe essere una presenza militare israeliana a lungo termine a Gaza”, ha dichiarato Guterres. Allo stesso tempo, il segretario generale dell’Onu ha riconosciuto che “le legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza” dovrebbero essere affrontate.

Salvini chiama il filo-russo Georgescu nei guai in Romania, lui ringrazia

Salvini chiama il filo-russo Georgescu nei guai in Romania, lui ringraziaRoma, 28 feb. (askanews) – “Abbiamo avuto una grande conversazione telefonica con Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio italiano e leader della Lega. Matteo è un grande guerriero per la libertà e la democrazia in Italia e in Europa”. Lo ha affermato su X l’ex candidato alla presidenza della Romania, Calin Georgescu, di recente arrestato e poi messo sotto controllo giudiziario. “Grazie mille, Matteo, per le tue parole di sostegno. Sono sicuro che questo è l’inizio di una lunga amicizia”, ha aggiunto Georgescu. “Dopo la mia detenzione, ho ricevuto decine di telefonate da leader di tutto il mondo che guardano con orrore a ciò che sta accadendo alla democrazia in Romania”. “Tutti gli occhi”, ha concluso il politico romeno, “sulla Romania”.


C’è stato un videocollegamento, oggi, tra Salvini e Georgescu, il candidato filorusso e favorito alla vittoria delle elezioni presidenziali in Romania, che nei giorni scorsi era stato fermato e interrogato dalla Procura generale con l’accusa di finanziamenti illegali. Salvini ha ribadito la solidarietà della Lega per quello che è considerato “un attacco alla democrazia gravissimo e senza precedenti, uno schiaffo di stampo sovietico alla volontà popolare e alla libertà di pensiero e di parola”.

Salvini chiama il filo-russo Georgescu nei guai in Romania, lui ringrazia

Salvini chiama il filo-russo Georgescu nei guai in Romania, lui ringraziaRoma, 28 feb. (askanews) – “Abbiamo avuto una grande conversazione telefonica con Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio italiano e leader della Lega. Matteo è un grande guerriero per la libertà e la democrazia in Italia e in Europa”. Lo ha affermato su X l’ex candidato alla presidenza della Romania, Calin Georgescu, di recente arrestato e poi messo sotto controllo giudiziario. “Grazie mille, Matteo, per le tue parole di sostegno. Sono sicuro che questo è l’inizio di una lunga amicizia”, ha aggiunto Georgescu, “Dopo la mia detenzione, ho ricevuto decine di telefonate da leader di tutto il mondo che guardano con orrore a ciò che sta accadendo alla democrazia in Romania”. “Tutti gli occhi”, ha concluso il politico romeno, “sulla Romania”.


C’è stato un videocollegamento, oggi, tra Salvini e Georgescu il candidato filorusso e favorito alla vittoria delle elezioni presidenziali in Romania che nei giorni scorsi era stato fermato e interrogato dalla Procura generale con l’accusa di finanziamenti illegali. Salvini ha ribadito la solidarietà della Lega per quello che è considerato “un attacco alla democrazia gravissimo e senza precedenti, uno schiaffo di stampo sovietico alla volontà popolare e alla libertà di pensiero e di parola”.

Dopo lo choc Trump la Cina corteggia l’Europa

Dopo lo choc Trump la Cina corteggia l’EuropaRoma, 28 feb. (askanews) – Mentre i nuovi Stati Uniti di Donald Trump sono in rotta di collisione con i tradizionali alleati, la Cina cerca d’inserirsi con un serrato corteggiamento nei confronti degli europei. Dal ritorno alla Casa bianca del miliardario, con le minacce di dazi sia contro Pechino sia contro l’Europa, persino più pesanti per gli alleati, gli aerei diretti dalla Repubblica popolare alle capitali del Vecchio Continente sono piuttosto affollati di funzionari cinesi.


Donald Trump ha lanciato un negoziato diretto con la Russia per chiudere la guerra in Ucraina, senza coinvolgere Kiev e gli alleati europei, puntando anzi il dito contro di loro. Inoltre ha annunciato dazi fino al 25% contro i paesi europei e al 20% totali contro la Cina. Con una retorica che, paradossalmente, appare più feroce verso i tradizionali amici che verso il dichiarato concorrente globale. Questa politica ha scosso notevolmente i partner europei, mentre l’apparente luna di miele di Trump con il presidente russo Vladimir Putin preoccupa la Cina, la quale si era molto avvicinata a Mosca dopo l’invasione russa dell’Ucraina, non condannata da Pechino.


Mosca, nelle ultime settimane, ha tenuto a riequilibrare, attivando varie comunicazioni con Pechino, compresa una telefonata tra Putin e il presidente cinese Xi Jinping. Oggi il numero uno del Consiglio di sicurezza russa Sergey Shoigu è volato a Pechino per incontrare Xi e rassicurarlo sulla saldezza dell’amicizia russo-cinese. Tuttavia, dal punto di vista di Pechino, la possibilità che si riapra una relazione con l’Unione europea è da cogliere sia per creare un equilibrio e tentare di mettere un cuneo nell’alleanza Usa-Europa, come Trump vorrebe fare in quella Russia-Cina, sia per garantirsi un mercato per le merci cinesi che sarà sempre più difficile vendere negli Usa, se Trump insisterà sulla guerra commerciale.


Per quanto riguarda l’Europa, la strategia del “de-risking”, che finora è stata applicata nei confronti della Cina, sembra oggi essere più necessaria nei confronti egli Stati uniti, ha detto un diplomatico europeo al South China Morning Post (SCMP). Questo mese, in diverse capitali europee si sono visti alti diplomatici cinesi, a partire dal ministro degli Esteri Wang Yi, che ha partecipato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, oltre che visitare Londra e Dublino.


“Nel corso degli anni, alcuni hanno detto che la Cina sta cercando di cambiare l’ordine e che vuole avviare un nuovo sistema”, ha dichiarato Wang alla Conferenza. “Adesso non se ne parla più molto, perché c’è un paese che si sta ritirando da trattati e organizzazioni internazionali e, credo, in Europa si possono sentire brividi quasi ogni giorno”, ha aggiunto, facendo riferimento agli Stati uniti e sottolineando che, invece, la Cina “cresce all’interno dell’ordine esistente”. A margine di quell’evento, Wang ha detto all’alta rappresentante della politica estera Ue Kaja Kallas che Pechino sostiene che Europa e Ucraina debbano avere un posto a tavola nei negoziati di pace. Una posizione, questa, ribadita in ogni occasione dai funzionari del ministero degli Esteri cinese. Altre visite sono state effettuate da due infuenti vice di Wang Yi, cioè la direttrice dell’informazione del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying e il viceministro esecutivo agli Esteri Ma Zhaoxu, entrambi diplomatici di lungo corso. Il messaggio che hanno trasmesso – secondo SCMP – è che la Cina è un partner più affidabile e costante rispetto all’imprevidibilità dell’America di Trump. Pechino, nel suo corteggiamento, sembrerebbe disposta anche a fare alcune concessioni. Mentre in passato proponeva una revoca contestuale delle sanzioni reciproche – cioè quelle attivate dall’Ue per le presunte violazioni dei diritti umani contro gli uiguri del Xinjiang e quelle imposte da Pechino in rappresaglia – ora propongono di revocare quattro cinque sanzioni per ognuna tolta dalla lista europea. Un altro aspetto è quello della questione ucraina. Dall’invasione russa, l’Europa ha puntato il dito contro Pechino per la mancata condanna di Mosca e per i rapporti stretti con la Russia. Ma ora sono cambiate diverse cose e la decisione degli Stati uniti di votare contro la risoluzione europea all’Onu sull’Ucraina, assieme alla Russia, alla Bielorussia, alla Corea del Nord, all’Ungheria e Israele, marca una differenza: la Cina si è astenuta, non ha votato “no”. Siamo inoltre nel 50mo anniversario dell’apertura delle relazioni tra Europa e Cina, quindi l’occasione potrebbe essere quella giusta. Il prossimo mese, il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, che in questo momento storico ha un ruolo particolarmente delicato, sarà in Cina, dove potrebbe presentare una lista di richieste, alle quali Pechino potrebbe a sua volta non opporre un rifiuto totale. In ballo ci sono questioni come la sovrapproduzione industriale cinese, il sostegno di Pechino alle sue imprese e le possibilità di accesso al mercato da parte delle imprese europee. Inoltre, diverse capitali europee sperano di attrarre investimenti cinesi Il corteggiamento cinese sta comunque avendo orecchie recettive in Europa. “L’Europa deve prendere le proprie decisioni in modo autonomo. E dobbiamo decidere quando la Cina può essere un partner e quando è un concorrente”, ha dichiarato recetentemente il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares al Financial Times. Un segnale potrebbe arrivare da eventuali contatti di vertice. L’ultimo summit Ue-Cina è stato nel 2023 a Pechino, ma al momento non c’è nulla di certo per un possibile vertice in Europa. Il presidente Xi Jinping non ha in programma viaggi in Europa – tranne Mosca a maggio – per tutto l’anno. Comunque sarebbero in corso sondaggi, mentre a dire del SCMP il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa dovrebbe recarsi a Pechino a luglio. Si sta ragionando sull’ipotesi che si unisca anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma la questione è delicata, perché la numero uno dell’esecutivo europeo è stata finora uno dei “falchi” anti-cinesi in ambito Ue.

Zelensky da Trump, sprint finale su terre rare e garanzie di sicurezza

Zelensky da Trump, sprint finale su terre rare e garanzie di sicurezzaRoma, 28 feb. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontra oggi Donald Trump a Washington, dove è arrivato ieri sera e dove firmerà l’accordo con gli Usa sullo sfruttamento delle terre rare e di altre risorse naturali, che Kiev vede come una leva per garantirsi ulteriori aiuti militari americani e qualche forma di garanzia di sicurezza per il dopo-tregua. Alle ore 11 locali, le 17 in Italia, Zelensky arriverà alla Casa Bianca per un bilaterale, seguito da un pranzo che l’agenda presidenziale statunitense fissa alle ore 11.35, poi la conferenza stampa alle 19 italiane, le 13 nella capitale federale statunitense. Tempi stretti, che potrebbero indicare un accordo già strutturato, malgrado le incertezze dei giorni scorsi, non del tutto chiarite.


Mercoledì, il premier ucraino Denys Shmyhal ha dichiarato che l’intesa preliminare prevede la creazione di un “fondo di investimento” per la ricostruzione dell’Ucraina. Kiev e Washington gestirebbero il fondo a “parità di condizioni”, contribuendo al 50% dei futuri proventi delle risorse minerarie, del petrolio e del gas di proprietà dello Stato ucraino; il fondo investirebbe poi in progetti in Ucraina stessa. Zelensky ha confermato l’idea del fondo, ma ha dichiarato anche è “troppo presto per parlare di soldi”. Il New York Times ha riferito di una bozza di documento secondo cui gli Stati Uniti possederanno la quota massima del fondo consentito dalla legge statunitense, ma non necessariamente tutto. Inizialmente l’amministrazione Trump aveva chiesto all’Ucraina 500 miliardi di dollari in ricchezze minerarie, una richiesta respinta da Zelensky e poi abbandonata.


Zelensky ha anche spinto affinché l’accordo includesse una solida garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti, ma ieri Trump ha suggerito che l’accordo stesso sarebbe servito come “backstop”, ovvero come assicurazione che gli Usa veglieranno sul rispetto dei patti (e suoi propri interessi). Un simile ragionamento sembra ispirare la proposta fatta dal Cremlino di cedere agli Usa diritti di proprietà sullo sfruttamento delle terre rare nei territori ucraini dichiarati annessi e che Mosca non ha nessuna intenzione di rimettere sul piatto. A questo punto è sembrato far riferimento Trump quando ha detto, alla prima riunione del suo governo, che “Putin è un tipo scaltro” e Kiev deve scordarsi l’ingresso nella Nato. Nelle regioni occupate, che la Russia chiama “nuovi territori” è racchiusa circa la metà delle terre rare ucraine.


La ricaduta dell’incontro di oggi e i risultati di quello, ieri, tra il premier britannico Keith Starmer e il presidente Trump alla Casa Bianca saranno al centro del vertice ristretto a Londra tra leader europei, che prevede anche la partecipazione di Zelensky. Ieri Trump ha ammorbidito i toni nei confronti del leader ucraino, mostrandosi sorpreso quando gli hanno chiesto se lo considera davvero “un dittatore”, come ha affermato nei giorni scorsi: “davvero ho detto questo?”, ha esclamato.