Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

In Perù è stato dichiarato lo stato d’emergenza alle frontiere per bloccare i migranti

In Perù è stato dichiarato lo stato d’emergenza alle frontiere per bloccare i migrantiRoma, 27 apr. (askanews) – La presidente del Perù Dina Boluarte ha dichiarato lo stato di emergenza alle frontiere ed ha ordinato il dispiegamento dell’esercito per rafforzare i posti di blocco e bloccare i flussi di migranti.

Centinaia di migranti che si sono recati in Cile, principalmente da Haiti e dal Venezuela secondo le Nazioni Unite, stanno cercando di lasciare il Paese e sono bloccati da settimane al confine tra la città peruviana di Tacna (sud) e Arica, nel nord del Cile. Mentre il Cile inasprisce i controlli sull’immigrazione, molti affermano di voler tornare a casa o spostarsi più a nord, negli Stati Uniti. Il governo peruviano ha già inviato 200 poliziotti per rafforzare i valichi di frontiera nel tentativo di frenare la criminalità transnazionale. Ieri, la presidente Dina Boluarte ha dichiarato che i soldati saranno schierati per rafforzare la polizia ai valichi di frontiera con Cile, Bolivia, Brasile, Ecuador e Colombia. “La polizia nazionale manterrà il controllo dell’ordine interno con il sostegno delle forze armate”, ha detto ai giornalisti.

Il governo non ha specificato cosa comporterebbe lo stato di emergenza in termini di restrizioni alle libertà individuali e pubbliche, né per quanto tempo rimarrà in vigore.

Cosa si sono detti (secondo Pechino) Xi e Zelensky nel colloquio telefonico

Cosa si sono detti (secondo Pechino) Xi e Zelensky nel colloquio telefonicoRoma, 26 apr. (askanews) – Dal giorno dell’incontro a Mosca di Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin, a marzo, da Pechino si continuava a ripetere che il leader cinese avrebbe sentito “al momento opportuno” anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Quel momento è venuto oggi: Xi ha avuto “su richiesta” una conversazione telefonica col leader di Kiev, la prima tra i due dall’invasione russa il 24 febbraio 2022 e la prima da quando la Cina ha presentato un “Position Paper” sulla crisi ucraina, con il quale si è proposta di fatto come mediatrice per una soluzione pacifica.

“Ho avuto un lungo e significativo colloquio telefonico con il presidente Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha scritto Zelensky su Twitter, tenendosi tutto sommato abbottonato sul coté più interessante, quello del conflitto con la Russia. La telefonata è stata seguita dalla nomina dell’ex ministro per le industrie strategiche Pavlo Riabikin ambasciatore “straordinario e plenipotenziario” a Pechino. Questo mentre la Cina comunicava l’invio del rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici Li Hui, che è stato anche ambasciatore cinese in Russia, come capo della delegazione in Ucraina e in altri paesi per consultazioni volte a una soluzione politica della crisi. Il canale, insomma, è stato aperto.

Nel comunicato rilanciato dai media di stato cinesi, sono stati forniti dettagli sulla posizione presentata da Xi al suo interlocutore ucraino. “Il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina”, hanno riferito i media cinesi. Xi Jinping ha sottolineato “che la complessa evoluzione della crisi ucraina ha avuto un forte impatto sulla situazione internazionale” e “la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e la sua posizione è quella di promuovere la pace e i colloqui”. Xi ha assicurato che Pechino “in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di grande paese responsabile non volterà lo sguardo altrove, non aggiungerà benzina al fuoco, non punterà a trarre vantaggio” dal conflitto. E ha aggiunto: “Il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile: non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Per questo motivo, tutte le parti coinvolte, alla luce anche dei rischi nucleari, “dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l’umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi”. Xi ha osservato che “la razionalità” e le voci per il dialogo “stanno aumentando”, quindi è il momento di “cogliere l’opportunità per mettere assieme condizioni favorevoli verso una soluzione politica della crisi”, e ha auspicato che “tutte le parti riflettano profondamente sulla crisi ucraina e cerchino insieme una via per la pace e la stabilità a lungo termine in Europa attraverso il dialogo”.

Con queste dichiarazioni, il presidente cinese sembra alludere ai segnali arrivati dalla recente visita a Pechino del presidente francese Emmanuel Macron, accompagnato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’inquilino dell’Eliseo ha detto di “contare” su Xi per lavorare a una soluzione pacifica. E, facendo riferimento alla crisi di Taiwan, in cui la Cina è parte in causa, ha affermato che l’Ue non si dovrebbe far coinvolgere e non dovrebbe essere “vassalla” degli Stati uniti. Le dichiarazioie del leader francese, che hanno suscitato polemiche in Occidente, non sono certamente passate inosservate in Cina. Xi ha insistito oggi che “continuerà a lavorare per la pace, a promuovere i colloqui e farà sforzi per fermare la guerra, per ottenere un cessate-il-fuoco e ripristinare la pace il prima possibile”.

Li Hui, ha chiarito il presidente, andrà “in Ucraina e in altri paesi per condurre una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi ucraina”. Inoltre, il leader cinese ha ricordato come Pechino abbia “fornito diversi carichi di assistenza umanitaria all’Ucraina e sia disposta a continuare a fornire assistenza nell’ambito delle sue capacità”. Zelensky – secondo la versione raccontata dai media pubblici cinesi – si è congratulato con Xi Jinping per la sua rielezione allo storico terzo mandato come leader della Cina e ha ribadito come l’Ucraina si attenga al principio dell’”Unica Cina”, per quanto riguarda la questione di Taiwan, e speri di mettere in campo una cooperazione globale con la Cina, aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali, oltre a lavorare insieme per mantenere la pace e la stabilità nel mondo. Inoltre, Zelensky avrebbe “accolto con favore” l’importante ruolo della Cina nel ripristinare la pace e risolvere la crisi attraverso mezzi diplomatici.

Tajani: il giornalista italiano Corrado Zunino ferito a Kherson, ma sta bene

Tajani: il giornalista italiano Corrado Zunino ferito a Kherson, ma sta beneRoma, 26 apr. (askanews) – “Corrado Zunino giornalista di Repubblica, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson, sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine”. Lo scrive su Twitter il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli EsteriáAntonioáTajani. “Ho informato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed espresso solidarietà e sostegno al Direttore Molinari. Seguiamo eventuali sviluppi”, ha aggiunto Tajani.

Appello di Kiev a Roma: aiutateci a ricostruire il nostro futuro

Appello di Kiev a Roma: aiutateci a ricostruire il nostro futuroRoma, 26 apr. (askanews) – La guerra non può essere “un ostacolo” alla ricostruzione dell’Ucraina devastata dall’invasione russa e l’Italia ha la grande “opportunità” di investire nel Paese, con le sue risorse migliori, “per costruire insieme un futuro di libertà e sicurezza”. Nel giorno della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina, Kiev chiama Roma a un ruolo da protagonista. Ed è molto più di un invito. E’ un vero e proprio appello quello che il governo ucraino nella sua interezza rivolge al governo e alle aziende italiane: “Venite anche se il conflitto è in corso”, sono state le parole – esplicite – della vice premier e ministra dell’Economia Julija Svyrydenko, membro della delegazione arrivata nella capitale e guidata dal premier Denys Shmyhal.

La Russia vuole ancora distruggere l’Ucraina, non cerca la pace e dopo un anno non ha cambiato progetto, ha sottolineato il primo ministro ucraino, descrivendo la situazione attuale. E mentre i soldati ucraini sono impegnati nella difesa del territorio, il governo sta provando a completare quello che il capo della diplomazia Dmytro Kuleba ha definito “un miracolo”. Kiev è impegnata a risolvere problemi commerciali, instaurare rapporti economici, portare avanti riforme, ha ricordato. Sta lavorando per attrarre investimenti esteri. E l’Italia non può che essere un partner privilegiato. “Aiutateci a costruire “un futuro sicuro per tutti noi”, sono state le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, collegato in video. “Siamo pronti a far rinascere” il Paese, “non lasceremo mai queste ferite aperte sulle nostre terre”. Moltissimo il lavoro da fare e la Conferenza di Roma ha fornito spunti interessanti sui possibili campi d’intervento: il settore energetico, le infrastrutture, la logistica, l’industria. E poi occorre modernizzare le forze armate ucraine, e corrispondere agli standard di sicurezza dell’Unione europea, di cui Kiev “entrerà presto a far parte”. Una buona base di partenza saranno i Memorandum d’intesa firmati oggi: tra gli altri, quello tra ministero degli Esteri ucraino e l’Ice, per attivare i rapporti, e quelli relativi alla protezione dell’ambiente, al settore dell’industria, all’ammodernamento delle ferrovie ucraine, al reparto agro-industriale e alla costruzione di centrali idroelettriche.

Di certo, secondo Kiev, l’Ucraina ha bisogno di oltre 24 miliardi di dollari nel 2023 per almeno sei settori prioritari: energia, alloggi, sminamento, infrastrutture sociali, trasporti e piccole e medie imprese. L’obiettivo è “aiutare la gente a creare nuovo lavoro”. Un risultato che potrebbe essere ottenuto anche grazie a Sace, a cui Shmyhal ha espresso gratitudine per la decisione di stanziare un miliardo per le necessità primarie della popolazione. Simest, da parte sua, “darà investimenti diretti per creare nuove aziende in Ucraina”, ha commentato il premier. Tutti concordi – rappresentanti dei due governi e dirigenti delle oiltre 750 aziende presenti alla Conferenza – sul fatto che il momento di pensare alla ricostruzione dell’Ucraina è adesso. Le scelte fatte oggi “guideranno lo sviluppo economico nei prossimi anni”, ha detto la ministra Svyrydenko, citando i settori di interesse immediato per le aziende italiane: infrastrutture, tecnologia militare, metallurgia, area digitale ed informatica. Ricordando che il suo Paese è “leader globale nel settore agricolo” ed ha “capacità nel settore edile”, la vice premier ha quindi spiegato che “ricostruire le abitazioni” rase al suolo dai bombardamenti “sarà la nuova sfida”. Una considerazione condivisa da Zelensky, che ha allargato il campo: centinaia di scuole e ospedali sono stati completamente distrutti o gravemente danneggiati, ha ricordato il presidente. L’obiettivo di Kiev è ora ricostruirli con nuovi standard, moderni, “per far sì che la nostra gente possa vivere come vivono milioni di altre persone in sicurezza”, ha commentato Zelensky.

Un impegno a cui l’Italia potrà dare un contributo decisivo impiegando le sue risorse migliori, guardando alle “esigenze più immediate e al lungo periodo”, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Mettiamo a disposizione il meglio dell’Italia. Il saper fare di 4 milioni di piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo della seconda manifattura d’Europa, a dimostrazione che l’Italia sa essere solidale e sostenere chi è a noi vicino”, ha detto il ministro, che ha incassato – con la premier Giorgia Meloni – i ringraziamenti sentiti di tutta la delegazione ucraina arrivata a Roma. Un sentimento di riconoscenza espresso, a distanza, anche dallo stesso presidente ucraino. “Vorrei ringraziare tutti voi e personalmente la presidente Meloni per il suo sostegno”, ha detto Zelensky, invitato a Roma dalla presidente del Consiglio. “Grazie Giorgia per le tue parole, per il lavoro e per l’appoggio. Gloria all’Italia”. (di Corrado Accaputo)

Haavisto: la Finlandia non è più sola a difendere se stessa, ma anche tutti gli stati membri della Nato

Haavisto: la Finlandia non è più sola a difendere se stessa, ma anche tutti gli stati membri della NatoHelsinki, 26 apr. (askanews) – ‘Ciò che sta cambiando è che se qualcuno sta minacciando la Finlandia, in qualsiasi circostanza, non è solo la Finlandia a difendere se stessa, ma anche tutti gli stati membri della Nato ai sensi dell’articolo 5’. Il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto parla in una video intervista ad askanews – la prima rilasciata a un media italiano dopo lo storico ingresso della Finlandia nella Nato, il 4 aprile – che pubblichiamo di seguito per esteso.

‘La Finlandia ovviamente, porta come membro della Nato un lungo confine: quello con la Russia è lungo più di 1300 km: ora è un confine Nato-Russia’ precisa Haavisto. ‘La nostra volontà è quella di portare un confine pacifico alla Nato e mantenerlo pacifico e speriamo che il confine sia pacifico in futuro. E attualmente non ci sono tensioni militari al confine finlandese tra Finlandia e Russia. In realtà il nostro confine non permette al momento il turismo dalla Russia, a causa delle sanzioni, ma ammettiamo chi studia in Finlandia, chi lavora in Finlandia o ha parenti in Finlandia. Quindi il confine non è totalmente chiuso’. Un grande cambiamento, anche se molte cose restano le stesse. ‘Molte molte cose rimangono: siamo membri attivi dell’Unione Europea’ prosegue il ministro. ‘Abbiamo sempre detto che non siamo più politicamente neutrali da quando abbiamo aderito all’Unione Europea perché l’Unione Europea assume anche una posizione politica globale. Ora stiamo terminando il nostro non allineamento militare, unendoci alla Nato. Abbiamo una forte forza militare. Abbiamo un esercito di coscrizione, quindi tutti prestano servizio, abbiamo una grande riserva di 300.000 persone pronte nella nostra riserva’.

Già a dicembre la Finlandia ha dichiarato che avrebbe sostituito i suoi vecchi jet da combattimento F/A-18 con 64 aerei F-35 e sistemi d’arma: il paese utilizza più del 2% del suo Pil per le spese militari. askanews: Che cosa ha pensato e quali sentimenti prova e ha provato in un momento così storico come l’ingresso come 31esimo Paese membro della Nato?

Haavisto: ‘Ovviamente l’innalzamento della bandiera finlandese davanti al quartier generale della NATO a Bruxelles è stata una grande festa non solo a Bruxelles, ma anche qui in Finlandia’ dice Haavisto, concentrandosi anche sui sentimenti provati in un momento storico. ‘Molti dei miei amici l’hanno festeggiato; mio fratello mi ha detto che anche lui stava alzando la bandiera qui in Finlandia perché si sentiva così emozionato per l’adesione della Finlandia alla Nato. Nonostante questo processo sia stato abbastanza rapido – se si guarda allo standard della Nato, abbiamo iniziato lo scorso maggio e ora siamo già membri, quindi è meno di un anno – nelle circostanze in cui l’Europa è in guerra, quando c’è un’aggressione russa contro l’Ucraina, ogni giorno sembrava abbastanza lungo mentre aspettavamo l’ultima ratifica Siamo grati all’Italia, perché l’Italia è stata uno di quei Paesi che ha ratificato molto rapidamente’. Il ministro nota inoltre che ‘fortunatamente’ le ultime ratifiche sono arrivate anche da Ungheria e Turchia.

askanews: Cosa ci può dire dei rapporti con Paesi come l’Italia all’interno e al di fuori della Nato? Haavisto: ‘L’Italia è già un nostro buon partner già nel contesto dell’Unione Europea e siamo uno dei Paesi che guarda all’importante ruolo degli italiani nel Mediterraneo. L’Italia ha molti confini di migrazione e per i rifugiati. Vorrebbe condividere maggiormente con gli altri Paesi Ue la questione. Ho chiamato il vostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, per parlare dell’incontro del ministri degli Esteri Ue in Lussemburgo di lunedì (24 aprile, ndr): abbiamo discusso diverse questioni. Abbiamo discusso i risultati dell’incontro G7 di cui è parte l’Italia. Abbiamo discusso anche degli aiuti italiani all’Ucraina e abbiamo sentito che ci sono molti aiuti commerciali per la ricostruzione che arriveranno dall’Italia per l’Ucraina’, ha proseguito Haavisto. Nel corso del colloquio avvenuto giovedì i due ministri hanno parlato anche della questione migranti e della ‘attuale situazione in Sudan, dove entrambi i nostri Paesi – ha detto Haavisto – hanno propri connazionali in circostanze davvero difficili, a Khartoum e in altri luoghi in Sudan’.

askanews: Se c’è un punto in comune fra Finlandia e Italia è proprio quello di avere entrambi confini impegnativi, che richiedono molta attenzione. Condivide questo punto di vista?

Haavisto: ‘Condivido pienamente questa visione. L’Italia è uno di quei Paesi che conosce molto bene la situazione nordafricana, in particolare la Libia certamente. Dobbiamo dare ascolto molto attentamente all’esperienza italiana su questi temi. Noi (finlandesi) abbiamo un confine molto lungo con la Russia e abbiamo analizzato molto spesso gli sviluppi in Russia e abbiamo anche cercato di aumentare la nostra conoscenza, ma queste sono dinamiche interne. Penso che entrambi i Paesi (Italia e Finlandia, ndr) si prendono cura dei confini esterni della Nato e Ue’.

askanews: Sappiamo che non ci sono piani per una base Nato in Finlandia. Ma sicuramente c’è molto nel vostro futuro di Paese Nato e Paese Nato nel Mar Baltico, anche alla luce delle attuali esercitazioni in Svezia. Insomma, dopo il vostro ingresso, cosa verrà ora?

Haavisto: ‘Prima di tutto ora che siamo membri della NATO, uno dei problemi più acuti è ovviamente quello di coinvolgere la Svezia, anche come membro della NATO. Ci auguriamo che ciò accada prima del vertice di Vilnius in estate, perché quando si fa qualsiasi pianificazione militare nella Nato intorno al Mar Baltico e agli Stati del Mar Baltico, è molto difficile fare a meno della Svezia. La Svezia è una parte importante della difesa nordica, la Svezia è una parte molto importante della difesa del Mar Baltico. E allo stesso tempo, ora che siamo membri della NATO i nostri colleghi del Baltico, di Estonia, Lituania e Lettonia sono abbastanza interessati a cooperare più strettamente e probabilmente faremo parte della sorveglianza (del Baltico, ndr) in futuro. Ed è molto importante che anche noi, non solo pensiamo alla Nato come a un tutto, ma anche a diverse regioni della Nato, e che rafforziamo la nostra cooperazione con la Svezia. E ora che siamo membri della NATO, ci sono più esercitazioni militari, in Svezia ci sono grandi esercitazioni in corso, ma accoglieremo anche in Finlandia diverse esercitazioni e ci saranno più esercitazioni di questo tipo in futuro. Non stiamo parlando tanto di una base NATO permanente: sappiamo che il nostro paese è ben controllato dai nostri stessi militari ma, ovviamente, questi sono problemi che saranno poi risolti nella pianificazione militare della NATO in futuro’.

askanews: Cosa vi attendete dal summit di Vilnius a luglio?

Haavisto: ‘Il vertice di Vilnius in Lituania sarà una pietra miliare molto importante per la NATO. Penso che l’argomento chiave da discutere sia come continuare il nostro intenso sostegno all’Ucraina. La Finlandia ha già aiutato l’Ucraina con 14 pacchetti militari – per un valore di circa 1 miliardo di euro – e continueremo il nostro sostegno militare all’Ucraina. L’Ucraina avrà anche bisogno di ricostruzione, aiuti umanitari e quindi è importante che l’UE e la NATO siano coinvolte nel sostenere l’Ucraina. E poi c’è la questione indopacifica: la tensione tra Cina e Taiwan sarà discussa dagli Stati membri della Nato a Vilnius’.

askanews: Quando la guerra in Ucraina finalmente sarà conclusa, sarà il momento della ricostruzione. Cosa può fare la Finlandia in questo senso?

Haavisto: ‘La ricostruzione in Ucraina, ovviamente, è molto importante dopo gli effetti devastanti della guerra e tutto ciò che è stato distrutto. E penso che ci siano alcuni settori in cui la Finlandia potrebbe aggiungere qualcosa, prima di tutto abbiamo già lavorato attivamente nel settore energetico: piccoli generatori e altro sono stati forniti dalla Finlandia all’Ucraina. La nostra primo ministro e ora anche il nostro ministro dell’ambiente hanno visitato l’Ucraina e hanno offerto aiuto nel settore ambientale, con analisi ambientali e bonifiche. Poi anche sulla questione della sicurezza nucleare abbiamo visto tutti quei problemi intorno all’impianto nucleare di Zaporizhzhia: la sicurezza nucleare è sicuramente un argomento chiave in Ucraina. E infine la Finlandia è ben nota per il sistema scolastico, il sistema educativo e così via tutto quello che possiamo fare per sostenere il settore dell’istruzione in Ucraina. Abbiamo circa 50.000 rifugiati ucraini in Finlandia e ovviamente è nostro dovere aiutare queste persone. Sono ben accolti e apprezzati dalla società finlandese e abbiamo cercato di offrire loro una scuola adeguata qui in Finlandia’. (di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

Il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky

Il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino ZelenskyRoma, 26 apr. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riportano i media cinesi. Si tratta del primo colloquio del leader cinese con Zelensky dall’inizio del conflitto in Ucraina, nel febbraio 2022. Lo scorso marzo Xi era stato in visita a Mosca. Al momento dell’annuncio della visita in Russia, era stato ipotizzato un colloquio telefonico del presidente cinese con il leader ucraino, che non si era finora concretizzato.

Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di aver avuto oggi “un lungo e significativo” colloquio con il presidente cinese Xi Jinping. “Ho avuto un lungo e significativo colloquio telefonico con il presidente Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha scritto Zelensky su Twitter.

Malore in diretta tv, il presidente turco Erdogan cancella tutti gli impegni di oggi: riposerò a casa

Malore in diretta tv, il presidente turco Erdogan cancella tutti gli impegni di oggi: riposerò a casaRoma, 26 apr. (askanews) – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che sta affrontando l’elezione più combattuta dei suoi 20 anni di governo, ha annullato gli eventi della campagna presidenziale per tutta la giornata di oggi dopo aver accusato un malore nel corso di una trasmissione televisiva ieri sera. “Oggi riposerò a casa su consiglio dei nostri medici”, ha twittato Erdogan, aggiungendo che il malore è stato un “piccolo inconveniente dovuto al lavoro intenso”. Oggi erano previsti diversi impegni della campagna, come comizi in tre città turche dove verrà sostituito dal suo vicepresidente, Fuat Oktay.

Ieri sera, la trasmissione dove era ospite Erdogan sulla TV turca è stata interrotta per circa 20 minuti, in seguito al malore del capo di stato turco fuorionda. Erdogan è poi tornato davanti alle telecamere spiegando di aver sofferto di una “grave influenza intestinale” e di aver deciso di annullare l’intervista dopo aver svolto “un intenso lavoro di campagna” elettorale sia lunedì che martedì. Erdogan si prepara per le elezioni del 14 maggio in lotta con la coalizione di opposizione, composta da sei partiti, che appoggia Kemal Kiliçdaroglu, 74enne ex burocrate che è in testa nei sondaggi.

La Commissione Ue ha presentato la sua proposta di revisione del Patto di stabilità, ecco cosa prevede

La Commissione Ue ha presentato la sua proposta di revisione del Patto di stabilità, ecco cosa prevedeRoma, 26 apr. (askanews) – La Commissione europea ha presentato la sua proposta legislativa sulla revisione delle regole del Patto di stabilità e di crescita, che mette al centro piani di aggiustamento di medio termine con una durata almeno quadriennale, in cui il principale indicatore di controllo riguarda i livelli di spesa pubblica. Questo nuovo controllo semplificato sostituirà il precedente sistema articolato, che guardava a una molteplicità di voci tra cui la riduzione del debito-Pil e del disavanzo strutturale.

Per tutti i Paesi con livelli di deficit di bilancio sopra il 3% del Pil o di debito pubblico sopra il 60% del Pil – soglie limite che vengono mantenute nel Patto – la Commissione preparerà una “traiettoria tecnica” tagliata sul singolo paese e basato su un percorso della spesa netta, che, secondo quanto riporta un comunicato, punterà a incanalare il debito su una dinamica di “calo plausibile o a mantenerlo a livelli prudenti”, al tempo stesso assicurando che il deficit resti al di sotto del 3% del Pil. Alla fine del periodo di aggiustamento pluriennale, il livello di debito-Pil dovrà risultare inferiore a quello iniziale, non viene specificato esattamente di quanto, l’essenziale è che il debito non aumenti. Questo modifica in maniera drastica l’attuale regola che obbligherebbe a tagliare il debito per 1 ventesimo l’anno nella rate eccedente al 60% del Pil. I governi dovranno attenersi a queste traiettorie tecniche nel disegnare i piani di bilancio e spesa pluriennali, tenuto conto che vi saranno dei requisiti di salvaguardia prudenziali sulla loro attuazione. Innanzitutto con la nuova regola che prevede che ogni qualvolta il deficit di bilancio dovesse superare il 3% del Pil scatterà l’obbligo di operare un aggiustamento di bilancio di almeno lo 0,5% del Pil.

Sono previste clausole di sospensione generali e specifiche per Paese, che consentiranno deviazioni dei piani di spesa nel caso di gravi sviluppi dell’economia o di circostanze eccezionali. Allo scopo di incentivare riforme che vadano nella direzione delle priorità fissate dall’Unione europea (come sulla transizione verde, digitale o la Difesa), gli Stati membri potranno vedersi riconoscere un aggiustamento più graduale della dinamica dei conti, con un allungamento dei piani da 4 fino a 7 anni, ma i paesi che si vedono riconoscere un periodo supplementare dovranno effettuare il grosso della correzione nei primi quattro anni del piano. La proposta, riporta ancora il comunicato, prevede anche un rafforzamento dei meccanismi di controllo tra cui il fatto che per tutti gli Stati che si trovano di fronte a “sfide consistenti” sul debito pubblico, eventuali deviazioni dal percorso di aggiustamento concordato porteranno all’apertura automatica di una procedura per deficit eccessivo. Viene così superata la precedente attivazione della procedura per deficit eccessivo basata sul debito (scatterà solo se il Paese non rispetta la traiettoria concordata).

La mancata attuazione del piano di riforme e investimenti, in base al quale è stato allungato il periodo di aggiustamento dei conti, porterà invece ad un accorciamento dello stesso. Infine, ricordando che il Consiglio europeo aveva appoggiato i propositi di completare la revisione di queste regole antro la fine del 2023, la Commissione esorta Parlamento europeo e Consiglio a raggiungere un accordo sulla proposta odierna “il prima possibile”.

Finlandia, Haavisto: la Svezia è importante nella difesa del Baltico, difficile per la Nato farne a meno

Finlandia, Haavisto: la Svezia è importante nella difesa del Baltico, difficile per la Nato farne a menoHelsinki, 26 apr. (askanews) – Nella “pianificazione militare nella Nato intorno al Mar Baltico” è “molto difficile fare a meno della Svezia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto in una video intervista in esclusiva ad askanews, la prima rilasciata a un media italiano dopo lo storico ingresso della Finlandia nella Nato, il 4 aprile, dove lo stesso ministro ha avuto un importante ruolo. “La Svezia è una parte importante della difesa del Nord, la Svezia è una parte molto importante della difesa del Mar Baltico”.

Nell’intervista Haavisto spiega: “Allo stesso tempo ora che siamo membri della NATO i nostri colleghi del Baltico, di Estonia, Lituania e Lettonia sono abbastanza interessati a cooperare più strettamente e probabilmente faremo parte della sorveglianza (del Baltico, ndr) in futuro. Ed è molto importante che anche noi, non solo pensiamo alla Nato come un tutto, ma anche a diverse regioni della NATO, e che rafforziamo la nostra cooperazione con la Svezia”. Il ministro considera “uno dei problemi più stringenti” ovviamente quello di coinvolgere la Svezia anche come membro della NATO”, dice. “Ci auguriamo che ciò accada prima del vertice (Nato, ndr) di Vilnius in estate, perché quando si fa qualsiasi pianificazione militare nella Nato intorno al Mar Baltico e agli Stati del Mar Baltico, è molto difficile fare a meno della Svezia”.

Eurofighters Nato hanno intercettato tre caccia russi sopra il Mar Baltico

Eurofighters Nato hanno intercettato tre caccia russi sopra il Mar BalticoRoma, 26 apr. (askanews) – Aerei della Nato hanno intercettato tre caccia russi che volavano sul Mar Baltico, nello spazio internazionale, senza rispondere ai segnali. “Eurofighters tedeschi e britannici sono stati allertati per identificare tre aerei militari russi. Due SU-27 Flanker e un IL-20 russi volavano nuovamente senza segnali transponder nello spazio aereo internazionale sopra il mar Baltico”, ha reso noto l’aeronautica tedesca, aggiungendo diverse immagini su Twitter. La missione degli Eurofighters si inquadra nell’ambito dell’azione di sorveglianza della Nato nello spazio aereo dei Paesi baltici.