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Haavisto: grati a Italia ratifica rapida ingresso Nato Finlandia

Haavisto: grati a Italia ratifica rapida ingresso Nato FinlandiaHelsinki, 26 apr. (askanews) – “Siamo grati all’Italia, perché l’Italia è stata uno di quei Paesi che ha ratificato molto rapidamente” l’ingresso della Finlandia nella Nato. Il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto parla nelle sale di rappresentanza del ministero da lui guidato, dallo stile sobrio ed essenziale. La video intervista ad askanews è la prima rilasciata a un media italiano dopo lo storico ingresso della Finlandia nella Nato, il 4 aprile, dove lo stesso ministro ha avuto un importante ruolo. “Ovviamente l’innalzamento della bandiera finlandese davanti al quartier generale della NATO a Bruxelles è stata una grande festa non solo a Bruxelles, ma anche qui in Finlandia” dice Haavisto, concentrandosi anche sui sentimenti provati in un momento storico, sotto diversi aspetti: “Molti dei miei amici l’hanno festeggiato; mio fratello mi ha detto che anche lui stava alzando la bandiera qui in Finlandia perché si sentiva così emozionato per l’adesione della Finlandia alla NATO. La sensazione era che nonostante questo processo sia stato abbastanza rapido – se si guarda allo standard della NATO, abbiamo iniziato lo scorso maggio e ora siamo già membri, quindi è meno di un anno – nelle circostanze in cui l’Europa è in guerra, quando c’è un’aggressione russa contro l’Ucraina, ogni giorno sembrava abbastanza lungo mentre aspettavamo l’ultima ratifica”.

Nell’intervista Haavisto parla anche dei momenti complessi che l’hanno preceduto: “l’adesione della Finlandia” ha comunque dovuto attendere “le ultime ratifiche, fortunatamente arrivate da Ungheria e Turchia”, aggiunge. L’ingresso della Finlandia non risolve tuttavia la questione baltica per l’alleanza. Nella “pianificazione militare Nato intorno al Mar Baltico” è “molto difficile fare a meno della Svezia”, dice il ministro. Stoccolma, che inizialmente, secondo anche gli auspici finlandesi, sarebbe dovuta entrare ‘mano nella mano’ con Helsinki, è ancora in sala d’attesa. Ed è destinata a rimanervi finchè non si sbloccheranno i nullaosta di Ungheria e Turchia. E dopo che il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, in visita in Svezia, ha invitato la scorsa settimana Ankara e Budapest a ratificare “il prima possibile”, Haavisto spiega: “Allo stesso tempo ora che siamo membri della Nato, i nostri colleghi del Baltico, di Estonia, Lituania e Lettonia sono abbastanza interessati a cooperare più strettamente e probabilmente faremo parte della sorveglianza (del Baltico, ndr) in futuro. Ed è molto importante che anche noi, non solo pensiamo alla Nato come a un tutto, ma anche a diverse regioni della NATO” e in questo senso è importante un “rafforzamento della nostra cooperazione con la Svezia”.

Sono inoltre destinate ad aumentare le esercitazioni nell’area, mentre continua la guerra in Ucraina viene portata avanti dalla Russia di Vladimir Putin. “Ora che siamo membri della Nato, ci sono più esercitazioni militari, ovviamente ora in Svezia ci sono grandi esercitazioni in corso, ma daremo anche il benvenuto in Finlandia a diverse esercitazioni e ci saranno altre esercitazioni di questo tipo in futuro”, afferma Haavisto. Sui rapporti con l’Italia, oltre alla gratitudine espressa per la veloce luce verde all’ingresso del suo Paese nell’Alleanza, Haavisto ha raccontato ad askanews di aver telefonato al collega Antonio Tajani la scorsa settimana e di aver discusso “i risultati dell’incontro G7 di cui è parte l’Italia”, “degli aiuti italiani all’Ucraina” e di “ricostruzione”.

Poi alla domanda se condivide il punto di vista che sia l’Italia, sia la Finlandia, per motivi diversi, devono gestire confini molto impegnativi, il ministro risponde: “Condivido pienamente questa visione. L’Italia è uno di quei Paesi che conosce molto bene la situazione nordafricana, in particolare la Libia certamente. Dobbiamo dare ascolto con grande attenzione all’esperienza su questi temi. Noi (finlandesi) abbiamo un confine molto lungo con la Russia e abbiamo analizzato molto spesso gli sviluppi in Russia e abbiamo anche cercato di aumentare la nostra conoscenza, ma queste sono dinamiche interne. Penso che entrambi i Paesi (Italia e Finlandia, ndr) si prendono cura dei confini esterni della Nato e Ue”. (Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

Tajani: l’Italia avrà un ruolo da protagonista nella ricostruzione dell’Ucraina

Tajani: l’Italia avrà un ruolo da protagonista nella ricostruzione dell’UcrainaRoma, 26 apr. (askanews) – Alla conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina oggi a Roma “ci saranno mille imprese italiane e ucraine che lavoreranno insieme, l’Italia può avere un ruolo da protagonista” nella ricostruzione dell’Ucraina “esportando il proprio know-how” per dare “non solo sostegno militare”, ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani a Radio 24 e al Tg1.

L’Ucraina “sarà parte dell’Ue e del mercato interno dell’Ue, ogni anno le nostre imprese fanno affari per 220 miliardi di euro. Si tratta di un’azione di solidarietà e amicizia ma anche di fare business e investimenti e di avere investimenti di imprese ucraine, per esempio nel settore dell’acciaio c’è una grande collaborazione”, ha aggiunto. La Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina si apre oggi a Roma al Palazzo dei Congressi. Partecipano rappresentanti del mondo imprenditoriale, delle associazioni di categoria e delle principali istituzioni finanziarie internazionali, per raccogliere direttamente dalle autorità ucraine i fabbisogni necessari alla ricostruzione del Paese e consentire a governo, enti e imprese italiane di formulare proposte concrete per rispondere alle necessità di Kiev sia nel breve sia nel medio-lungo periodo.

Ucraina, Zelensky: la guerra deve finire con una “nuova Norimberga”

Ucraina, Zelensky: la guerra deve finire con una “nuova Norimberga”Roma, 26 apr. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymr Zelensky ha detto che “nessuno può sentirsi al sicuro” a meno che la Russia non venga sconfitta e ha chiesto che la guerra finisca con una “nuova Norimberga”. “Ogni manifestazione del terrore russo, ogni giorno di aggressione è un ulteriore argomento che tutto questo deve finire in un Tribunale – in una nuova Norimberga, contro il ruscismo, contro coloro che distruggono vite e persone, che usano missili contro i musei e bombe guidate contro le chiese. La Russia deve essere sconfitta. Il mondo non può avere nessun altro obiettivo”, ha scritto Zelensky.

Una nave con 1.687 stranieri in fuga dal Sudan è arrivata in Arabia Saudita

Una nave con 1.687 stranieri in fuga dal Sudan è arrivata in Arabia SauditaRoma, 26 apr. (askanews) – Un’imbarcazione che trasportava 1.687 civili in fuga dai combattimenti in Sudan e provenienti da più di 50 paesi è arrivata oggi in Arabia Saudita, ha comunicato il ministero degli Esteri. Tutti gli sfollati sono stati “trasportati da una delle navi del Regno, e il Regno desiderava soddisfare tutti i bisogni essenziali dei cittadini stranieri”, ha affermato il ministero saudita in una nota.

Tredici dei civili arrivati mercoledì sono sauditi, il resto proviene da paesi del Medio Oriente, Africa, Europa, Asia, Nord America e Centro America, secondo il comunicato del ministero degli Esteri.

Il Consiglio Ue ha adottato il pacchetto centrale del Green Deal

Il Consiglio Ue ha adottato il pacchetto centrale del Green DealBruxelles, 25 apr. (askanews) – Il Consiglio Ue ha adottato oggi definitivamente le cinque proposte legislative decisive del pacchetto “Fit for 55” contro il cambiamento climatico che erano state approvate a larga maggioranza dalla plenaria del Parlamento europeo il 18 aprile scorso a Strasburgo.

Si tratta di misure fondamentali per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra al 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990: la riforma e l’estensione del sistema europeo di scambio dei permessi di emissione (Ets), con l’inclusione piena del trasporto aereo e, per la prima volta, anche di una parte di quello marittimo; l’istituzione di un nuovo sistema “Ets 2” separato per i combustibili usati nel trasporto su strada e nel riscaldamento degli edifici; l’introduzione graduale del “meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere” (Cbam), ovvero di “dazi climatici” che si applicheranno a una serie di importazioni provenienti da paesi in cui non ci sono sistemi simili all’Ets; e il nuovo “Fondo sociale per il clima” contro la “povertà energetica”. Le emissioni dei settori economici coperti dall’Ets dovranno essere ridotte più del 62% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030. Le attuali quote gratuite concesse ad alcune industrie europee esportatrici verranno gradualmente eliminate fra il 2026 e il 2034, contemporaneamente all’introduzione, anch’essa graduale, dei dazi climatici del meccanismo Cbam.

Il nuovo sistema “Ets 2” per il trasporto su strada e gli edifici introdurrà le quote di emissioni anche in questi settori dal 2027 (o dal 2028 se i prezzi dell’energia saranno eccezionalmente elevati). Verrà inserito nel sistema Ets anche il settore marittimo, a cominciare dalle navi più grandi, e saranno rivedute le attuali modalità di partecipazione del trasporto aereo al sistema, eliminando gradualmente entro il 2026 le quote gratuite e promuovendo l’uso di combustibili alternativi. Un altro settore a cui verrà esteso l’Ets, a partire dal 2028, è quello degli inceneritori di rifiuti.

L’istituzione del nuovo meccanismo sui dazi climatici (definito a volte impropriamente “carbon tax alle frontiere”) mira a creare un “mercato del carbonio” mondiale, incentivando i paesi extraeuropei ad adottare misure equivalenti all’Ets (oggi nel mondo sono già attivi o stanno entrando in funzione sistemi simili in una ventina di giurisdizioni, tra cui Svizzera, Regno Unito, Messico, diversi Stati Usa, il Quebec in Canada, la Nuova Zelanda e la Cina). Allo stesso tempo, il nuovo meccanismo è volto a garantire che non vi sia una delocalizzazione della produzione delle imprese dell’Ue in paesi terzi con politiche climatiche meno ambiziose. I dazi climatici verranno introdotti gradualmente dal 2026 al 2034 e si applicheranno alle importazioni di ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed “emissioni indirette” (quelle imputabili all’elettricità di fonte fossile utilizzata nei processi produttivi). Gli importatori dovranno acquistare certificati sulle emissioni di carbonio corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per la produzione, applicando l’Ets, all’interno dell’Ue.

Il “Fondo sociale per il clima” (Scf) funzionerà a partire dal 2026, a beneficio delle famiglie vulnerabili, delle micro imprese e degli utenti dei trasporti che potrebbero essere particolarmente colpiti dalle conseguenze dell’introduzione dell’Ets 2 (si prevede un aumento del prezzo della benzina di circa 10 centesimi di euro e del gasolio di 12 centesimi al litro). Il Fondo sarà finanziato dall’Ue con i ricavi della messa all’asta delle quote dell’Ets 2 fino a un importo di 65 miliardi di Euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi di euro). Gli Stati membri decideranno i criteri per l’assegnazione e la gestione dei finanziamenti sul proprio territorio.

La Commissione europea ha accolto oggi con grande favore l’adozione definitiva dei nuovi regolamenti, che considera “essenziali per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050”, e che possono ora entrare in vigore.

“L’Ue – afferma la Commissione in una nota – dimostra ancora una volta la sua ferma volontà di trasformare la nostra economia e la nostra società per un futuro equo, verde e prospero. Con questa nuova legislazione sul clima, l’Unione europea continuerà a ridurre le proprie emissioni e a sostenere le imprese e i cittadini nella transizione”.

“D’ora in poi – sottolinea l’Esecutivo comunitario -, gli Stati membri dovranno destinare tutte le entrate derivanti dallo scambio di quote di emissione a progetti climatici ed energetici, e ad affrontare gli aspetti sociali della transizione”. In particolare, “il nuovo Fondo sociale per il clima fornirà un sostegno finanziario dedicato agli Stati membri per aiutare i cittadini vulnerabili e le microimprese a investire in misure di efficienza energetica, e per garantire che nessuno sia lasciato indietro in questa transizione”.

“L’intero pacchetto ‘Fit for 55’ dedicato all’attuazione del Green Deal europeo – rileva ancora la Commissione – è in fase di completamento, dopo l’adozione formale il mese scorso degli standard sulle emissioni di CO2 per le auto, le norme sugli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni nei settori non coperti dall’Ets”.

Tra le proposte ancora non adottate del pacchetto “Fit for 55”, ricorda ancora l’Esecutivo Ue, “sono stati già raggiunti accordi provvisori tra i co-legislatori riguardo alla direttiva riveduta sull’efficienza energetica e alla direttiva sulle energie rinnovabili, sull’infrastruttura per i combustibili alternativi e sulla proposta ‘FuelEU Maritime’ per i carburanti sostenibili per il trasporto marittimo”, mentre sono ancora in corso negoziati interistituzionali sulla proposta “REFuelEU” per l’aviazione.

Alcuni italiani sono rimasti in Sudan

Alcuni italiani sono rimasti in SudanRoma, 24 apr. (askanews) – “Tutto si sta concludendo nel modo migliore, in Sudan sono rimasti alcuni italiani che non sono voluti partire, fanno parte di ong e qualche missionario che ha deciso di rimanere in Sudan, continueremo a seguire anche loro con grande attenzione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani da Ciampino, poco prima dell’atterraggio del primo aereo con i connazionali evacuati da Khartoum a causa dei combattimenti. Tajani ha poi specificato che oggi rientrano 83 italiani e 13 stranieri evacuati ieri da Khartoum.

Franco Masini, il coordinatore medico per Emergency del Centro Salam di Khartoum, il più grande ospedale di cardiochirurgia di tutta l’Africa, ha deciso di restare in Sudan, nonostante i combattimenti in corso, e con lui sono rimasti “altri 38 italiani, medici e infermieri”. “Non c’erano alternative – ha spiegato Masini al Corriere della Sera – che fine farebbero gli 81 pazienti che abbiamo in questo momento? Li lasciamo in mezzo alla battaglia? Dobbiamo restare”. Il coordinatore di Emergency ha spiegato che “sono partiti per l’Italia solo in sette, tre erano a fine missione, gli altri quattro sono amministrativi, perciò il loro contributo non era più essenziale, qui le banche ormai sono tutte chiuse”. Masini era grande amico di Gino Strada: “Oggi vi dico che qui a Khartoum Gino ci sarebbe servito moltissimo, lui aveva una capacità unica di rapportarsi con le diverse fazioni. Anche pensando a lui, ho deciso di restare”. Dall’inizio delle ostilità, il 15 aprile scorso, il personale vive accampato in ospedale: “Nessuno torna a casa, ogni tanto sentiamo gli spari qui vicino che arrivano dal ponte sul Nilo”. “Viveri ne abbiamo perché i nostri fornitori sudanesi malgrado i rischi sono venuti giorni fa con un carico. Ma se continuano i combattimenti, tra un mese i farmaci cominceranno a scarseggiare”, ha denunciato.

Ue, Tajani: nomina Di Maio decisa da Borrell, difficile modifica

Ue, Tajani: nomina Di Maio decisa da Borrell, difficile modificaBruxelles, 24 apr. (askanews) – “La nomina di Luigi Di Maio non è di nostra competenza, è una proposta che deve essere fatta dall’Alto Rappresentante; è una sua scelta, non è la scelta del governo. Lui ha avviato un iter che non è così facilmente modificabile. Però, ripeto, si tratta una scelta legittima”.

Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Lussemburgo, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri dell’Ue, a proposito dell’intenzione espressa dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, di nominare Di Maio Rappresentante Ue per la regione del Golfo.

Il complottista filo-Trump Tucker Carlson deve lasciare Fox News

Il complottista filo-Trump Tucker Carlson deve lasciare Fox NewsNew York, 2 apr. (askanews) – Il conduttore di Fox News Tucker Carlson lascerà immediatamente la rete via cavo. Ad annunciarlo è stata la stessa Fox. La notizia è arrivata a pochi giorni dall’accordo da 787,5 milioni di dollari stipulato dalla rete con Dominion Voting Systems a seguito della causa per diffazione intentata dalla società che gestisce i sistemi di voto. Carlson è stato tra i maggiori propagatori dell’idea complottista che le elezioni del 2020 fossero truccate.

“FOX News Media e Tucker Carlson hanno deciso di separarsi”, ha dichiarato la società televisiva aggiungendo ringraziamenti “per il suo servizio alla rete come conduttore e prima ancora come collaboratore”. L’ultima puntata del programma di Carson era andata in onda venerdì e il conduttore aveva annunciato che sarebbe tornato lunedì. Fox non ha risposto sulla possibilità che la partenza del conduttore sia collegata al caso Dominion.

In Cina l’intelligenza artificiale sarà di regime

In Cina l’intelligenza artificiale sarà di regimeRoma, 24 apr. (askanews) – L’intelligenza artificiale in Cina deve essere in linea con le direttive del Partito comunista cinese. E’ sostanzialmente questo il senso delle nuove regolamentazioni emesse dall’Amministrazione del cyberspazio della Cina, che vengono a regolare il nuovo settore dei chatbot a nove mesi dal lancio di ChatGPT. Lo racconta oggi il New York Times.

I regolamenti prevedono che le compagnie che forniscono questi servizi debbano attenersi alle regole di censura stabilite dal Pcc, evitare qualsiasi materiale che metta in cattiva luce i leader cinesi o il Partito. L’intelligenza artificiale, inoltre, deve rispecchiare i “valori base del socialismo” e evitare informazioni che minino “il potere statale” o l’unità nazionale cinese. Inoltre le compagnie dovranno rispettare le norme sulla proprietà intellettuale e registrare i loro algoritmi con i regolatori.

Dopo il lancio di ChatGPT, che ha avuto una grande risonanza globale, anche le Big-Tech cinesi hanno cominciato a svelare i loro sistemi a intelligenza artificiale. Alibaba ha lanciato SenseTime per il riconoscimento facciale e Baidu ha lanciato il suo sistema IA Ernie integrato nel motore di ricerca. Alcune startup cinesi, inoltre, stanno lavorando a un’alternativa al chatbot sviluppato da OpenAI. ChatGPT è al momento bloccato in Cina.

C’è una crepa alla base del reattore 1 della centrale di Fukushima

C’è una crepa alla base del reattore 1 della centrale di FukushimaRoma, 24 apr. (askanews) – La TEPCO, compagnia elettrica proprietaria della centrale nucleare di Fukushima-1 teatro nel 2011 del peggiore disastro nucleare dopo quello di Cernobyl, ha riferito oggi in una riunione dell’Autorità di regolamentazione nucleare giapponese che è molto probabile l’esistenza di un buco nella parte inferiore del reattore dell’unità 1 della centrale. Lo ha riportato la televisione pubblica nipponica NHK. Gli esperti ritengono che il buco sia stato prodotto dal calore dei detriti di combustibile nucleare fuso. Alla fine del mese scorso, TEPCO ha inserito un robot all’interno delle pareti di contenimento dell’unità 1 e ha fotografato la situazione direttamente sotto il reattore per la prima volta dall’incidente. Da queste immagini emerge una zona scura che, secondo le analisi, è con tutta probabilità un foro. Inoltre, le riprese hanno confermato che l’acqua di raffreddamento nel reattore cade violentemente appena sotto la parte centrale del fondo del reattore. Immediatamente dopo che lo tsunami ha colpito l’Unità 1, è diventato impossibile raffreddare il combustibile nucleare, e si presume che la maggior parte si sia fusa in un breve periodo di tempo e abbia sfondato il fondo del reattore. TEPCO si è riservata di condurre analisi più dettagliate. (Foto di repertorio).