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Sevastianov: 2 ore con il Papa, “sbagliate” forniture a Ucraina

Sevastianov: 2 ore con il Papa, “sbagliate” forniture a UcrainaMilano, 26 set. (askanews) – “Due ore di colloquio, dalle 15 alle 17 di ieri” con il Papa per Leonid Sevastianov, capo dei “Vecchi credenti” in Russia e interlocutore russo del Papa. Lo riferisce lo stesso Sevastianov ad askanews. “Abbiamo parlato per ore, un po’ di tutto ma soprattutto della crisi ucraina. Mi ha ringraziato molto per il mio aiuto per la comunicazione in Russia. Gli ho confidato la mia paura di sbagliare, ma lui mi ha confortato e mi ha detto che se sbaglio, mi corregge, ma non ho sbagliato sinora nelle comunicazioni”.

La posizione del Papa sarebbe che “il problema è che molti vorrebbero vedere il Papa come Winston Churchill, ma lui vuole solo seguire il Vangelo: per lui è solo il messaggio di Gesù che conta. Il Papa non giudica nessuno ma cerca di risolvere i problemi e per lui la cosa importante è che la Russia, l’America, l’Ucraina e l’Europa siano parte dello stesso mondo”. Poi Sebastianov riferisce che per Francesco siano “sbagliate le forniture di armi all’Ucraina”. La sua visione sarebbe “la stessa di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e in questo dice di non essere originale: serve una pace giusta per tutti e che bisogna iniziare i negoziati, altrimenti la guerra non finirà mai”.

Ad accompagnare Sevastianov anche durante i colloqui c’era sua moglie, la soprano russa Svetlana Kasyan. Francesco in passato ha incontrato più volte a Roma la coppia russa, con la primogenita.

Tiberiade Holding e Green House lanciano “Saicon 2020″

Tiberiade Holding e Green House lanciano “Saicon 2020″Roma, 26 set. (askanews) – Tiberiade Holding Spa, con una consolidata esperienza nella gestione dei servizi immobiliari tramite la controllata Polimnia Res, e Green House Srl, da anni operativa nel Real Estate, hanno lanciato la joint venture “Saicon 2020”, per offrire competenze, soluzioni e strumenti digitali innovativi alla gestione di servizi di property e facility management per uffici, condomini, retail, hotel, servizi sanitari, il tutto monitorato attraverso una un’apposita piattaforma web.

L’obiettivo a breve/medio termine del nuovo e qualificato player del settore è di gestire, solo a livello di condomini privati, oltre 2.000 edifici, corrispondenti a 5 milioni di metri quadri oltre che un consistente patrimonio in gestione nel terziario avanzato (sanitario, uffici, etc.). I servizi che Saicon 2020 è in grado di fornire spaziano dalla gestione condominiale a quella patrimoniale, amministrativa e tecnica dell’immobile con attenzione al facility energy ai servizi ausiliari alla persona (pulizie, reception, posta, gestione archivi e logistica, soluzioni di arredo intelligente e gestione del comfort ambientale). Il Cda è formato da Mario Cornegliani (Presidente), che vanta lunga esperienza imprenditoriale nel settore Real Estate; Valter Mainetti, AD di Sorgente Group e Presidente di Condotte 1880; Carlo Calì, Consigliere Delegato di Polimnia Res. Al Coo Pino Amadei, esperto in gestione di patrimoni immobiliari e servizi tecnologici connessi, è affidata la responsabilità operativa della Società.

L’integrazione tecnologica e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale di cui si avvale Saicon 2020 rappresentano l’evoluzione del mondo del property e facility, a cui si uniscono lo sviluppo dei servizi energetici finalizzati al risparmio dei consumi, la massimizzazione della redditività immobiliare, i servizi alla persona e l’analisi e gestione dei comfort condominiali. Per presidiare innovazione e ricerca è stato costituito un “Comitato Tecnico Scientifico”, riunitosi per la prima volta presso la sede romana della Fondazione Sorgente Group all’Aventino. Il Comitato è presieduto dal Prof. Valter Mainetti in rappresentanza del CdA di Saicon 2020 con il supporto dell’Ing. Carlo Petagna, Presidente di Sorgente SEIN ed è composto da esponenti del mondo universitario, della ricerca e dello sviluppo, tra i quali: il Prof. Oliviero Tronconi, Ordinario di tecnologia dell’architettura al Politecnico di Milano; il Prof. Andrea Ciaramella, Associato di tecnologia dell’architettura al Politecnico di Milano ed esperto di Real Estate; il Prof. Alessandro Neri, Prorettore Roma Tre con delega all’innovazione tecnologica e Ordinario di Telecomunicazioni Dipartimento di Ingegneria; l’Ing. Giovanni Bertucci, esperto di AI applicata alla gestione dell’energia; l’Ing. Giorgia Farella, componente del direttivo AssoEsco ed esperta in tecnologia applicata al risparmio energetico; il Dott. Fabio Angelico, esperto in gestione di patrimoni immobiliari.

Perchè in Antartide c’è stato un caldo record

Perchè in Antartide c’è stato un caldo recordRoma, 26 set. (askanews) – Un gruppo di studiosi ha identificato in un quadro meteo eccezionalmente raro potenziato dal cambiamento climatico la causa principale di un’ondata di caldo record registrata in Antartide nel 2022.

L’ondata di caldo in questione è stata rilevata in una regione dell’Antartide orientale conosciuta come “Dome C” dove il 18 marzo dell’anno scorso le temperature hanno raggiunto i 10 gradi sotto lo zero, ovvero 39 gradi in più rispetto alla media stagionale, facendo segnare l’ondata di caldo più estrema mai documentata sulla Terra. In precedenza, solo pochi casi di ondate di caldo superiori ai 35 gradi si sono verificate nelle regioni più fredde del pianeta, Siberia, Nord America e Antartide.

Metsola: auspico apertura negoziati per Ucraina in Ue a dicembre

Metsola: auspico apertura negoziati per Ucraina in Ue a dicembreRoma, 26 set. (askanews) – Per la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola i negoziati formali di adesione dell’Ucraina all’Ue dovrebbero iniziare già prima di Natale, dopo un’eventuale via libera dei Paesi membri che si riuniranno a dicembre. In un’intervista al Guardian, Metsola ha dichiarato che “se stanno andando veloci, dovremmo eguagliare quella velocità”, parlando dei vertici di Kiev.

Per riuscire a raggiungere l’obiettivo, spiega la presidente dell’Europarlamento l’Unione europea deve iniziare un grande cambiamento nelle regole economiche e relative all’allargamento e a tal proposito “niente è fuori dal tavolo”, inclusa la rimozione delle tariffe commerciali e l’accesso ai mercati interni Ue a Kiev prima dell’adesione a pieno titolo. L’Unione, aggiunge Metsola, ha bisogno di accelerare l’accesso all’Ucraina – e anche agli stati balcanici che hanno fatto domanda – per frenare il rischio di interferenza russa in questi territori ex sovietici. Per questo la presidente dell’Europarlamento si aspetta “un risultato concreto” al vertice di dicembre, perché “il segnale peggiore potrebbe essere che abbiamo dato a queste persone obiettivi e scadenze che non possiamo rispettare da soli”.

Lagarde (Bce): i governi continuino a ritirare le misure contro il caro-energia

Lagarde (Bce): i governi continuino a ritirare le misure contro il caro-energiaRoma, 25 set. (askanews) – I governi dei Paesi dell’area euro “devono continuare a ritirare le misure di aiuto collegate alla crisi energetica, mentre questa rientra, per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche sul medio termine”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde nelle sue dichiarazioni introduttive all’audizione periodica al Parlamento europeo. “Al tempo stesso le politiche di bilancio devono essere disegnate per assicurare Che l’economia dell’area euro sia più produttiva – ha aggiunto – e per far calare gradualmente gli elevati debiti pubblici”.

Libri, “Five Years After”: Forstchen firma l’apocalisse perfetta

Libri, “Five Years After”: Forstchen firma l’apocalisse perfettaMilano, 25 set. (askanews) – Così ben scritto che ci si sente protagonisti del libro. Il problema è che il thriller affronta il genere apocalittico, con temi e argomenti sempre più attuali mescolati nell’onda narrativa. “Five Years After” è l’ultima fatica di William R. Forstchen, autore capace di tenere il lettore incollato alla storia sino all’ultima pagina e ampiamente considerato uno dei massimi esperti di attacchi elettromagnetici (EMP). Un tema assolutamente attuale e per fortuna ancora nell’ambito delle ipotesi, seppure tirato in ballo diverse volte rispetto – ad esempio – all’attuale crisi generata dall’invasione russa dell’Ucraina.

Il volume riprende la fortunata serie di John Matherson e ripercorre la difficile situazione del protagonista mentre lotta per proteggere la fragile civiltà che ha contribuito a ricostruire proprio in seguito a un attacco EMP. La trama di “Five Years After” (edizioni Tor/Forge) è chiaramente apocalittica: la Repubblica della Nuova America è quasi crollata in potenze regionali, e il mondo sta lottando per mantenere una complessa stabilità, mentre i conflitti regionali si moltiplicano. Dopo aver tentato per diversi anni di condurre una vita tranquilla, Matherson viene a sapere che il presidente è malato; gli viene chiesto di prendere in mano le redini del governo.

Da quel punto inizia la coinvolgente rappresentazione di Forstchen di una società post-attacco, dettagliata grazie ad anni di ricerche approfondite. “Dobbiamo vivere le nostre vite; dobbiamo divertirci… non farne un’ossessione”, dice Forstchen sul tema ipotetico degli attacchi a impulsi elettromagnetici, pur sottolineando che bisogna “pensare a una pianificazione di base”. L’autore da tempo sostiene infatti che serve una maggiore consapevolezza e preparazione contro un attacco EMP, che considera una minaccia molto reale.

Forstchen ha firmato numerosi bestseller del New York Times ed è professore di storia al Montreat College in Carolina del Nord. È autore di oltre 50 libri, inclusa appunto la serie One Second After.

Inchiesta Onu: i russi hanno perpetrato torture mortali in Ucraina

Inchiesta Onu: i russi hanno perpetrato torture mortali in UcrainaRoma, 25 set. (askanews) – I metodi di tortura adottati dalla Russia nelle zone occupate dell’Ucraina sono stati così brutali che alcune vittime sono morte. Lo ha denunciato il capo di un organismo investigativo incaricato dalle Nazioni Unite. Erik Mose, presidente della Commissione d’inchiesta sull’Ucraina, ha informato il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra che il suo team ha raccolto ulteriori prove che indicano che il ricorso alla tortura da parte delle forze armate russe nelle aree sotto il loro controllo è stato esteso e sistematico. “In alcuni casi, la tortura è stata inflitta con tale brutalità da causare la morte della vittima”, ha dichiarato. La commissione di Mose ha visitato alcune zone dell’Ucraina precedentemente controllate dalle forze russe, come Kherson e Zaporizhzhia: ha scoperto che la tortura è stata commessa principalmente nei centri di detenzione gestiti dalle autorità russe. La commissione aveva in precedenza affermato che le violazioni commesse dalle forze russe in Ucraina, compreso l’uso della tortura, possono costituire crimini contro l’umanità. La Russia nega di aver commesso atrocità o di aver preso di mira i civili in Ucraina. Mosca ha avuto l’opportunità di rispondere alle accuse durante l’udienza del Consiglio, ma nessun rappresentante russo ha partecipato.

Kiev: abbiamo ucciso il comandante della flotta russa del Mar Nero

Kiev: abbiamo ucciso il comandante della flotta russa del Mar NeroRoma, 25 set. (askanews) – La portata simbolica dell’attacco ucraino di venerdì contro il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli potrebbe assumere una nuova dimensione con l’annuncio di Kiev della morte del suo capo, l’ammiraglio Viktor Sokolov. La notizia non è stata per il momento confermata dalle autorità russe. Se così fosse, l’ammiraglio Sokolov sarebbe l’ufficiale russo di più alto grado a essere stato ucciso dall’inizio dell’intervento armato in Ucraina nel febbraio 2022. Secondo le cifre fornite dal deputato Andrei Guroulev, anche lui ex ufficiale generale, sei generali russi sono morti in combattimento.

Secondo Kiev, l’attacco di venerdì a Sebastopoli è avvenuto durante una “riunione dei leader della Marina russi”, alla quale l’ammiraglio Sokolov stava partecipando. Il 61enne ammiraglio, originario della Moldova, è stato nominato capo della Flotta del Mar Nero lo scorso settembre. Fonti occidentali sostengono che abbia deciso personalmente di colpire siti civili in Ucraina, una decisione che lo rende perseguibile per crimini di guerra.

Slovacchia al voto, test di tenuta anche per sostegno a Ucraina

Slovacchia al voto, test di tenuta anche per sostegno a UcrainaMilano, 25 set. (askanews) – Robert Fico, ex premier slovacco e protagonista dell’attuale – e ferocissima – campagna elettorale, ha annunciato dopo il voto di settembre presenterà una mozione di impeachment contro la presidente della Repubblica Slovacca Zuzana Caputova, esponente del partito liberale ed europeista Slovacchia Progressista. Si tratta dell’ennesimo segnale di come i toni di queste legislative che si terranno il 30 settembre si siano alzati, sullo sfondo della possibilità di un ritorno di Fico e del partito socialdemocratico slovacco, nazionalista e populista di sinistra, noto come Smer-Sd. Oltre a rappresentare un problema per il fronte occidentale che sostiene l’Ucraina invasa.

IL VOTO L’attuale governo in carica è nato dalla volontà della stessa Caputova, che a fronte della crisi, ha incaricato Ludovit Odor, economista e vice governatore della Banca nazionale di Slovacchia, di istituire un governo di tecnici per guidare il paese sino alle legislative, anticipate di un anno dalla scadenza naturale della legislatura, prevista per il 2024. A monte una situazione trascinata e generata da importanti dissidi e frammentazioni interne.

È in questo contesto che sabato si vota – con seggi aperti tradizionalmente dalle 7 alle 22 – per rinnovare i 150 membri del Consiglio nazionale, con metodo proporzionale basato sul voto di preferenza e soglia di sbarramento al 5% per i partiti, al 7% per le coalizioni di due partiti e al 10% per le colaizioni di tre o più partiti. Per ora i sondaggi vedono in testa lo Smer, poco sopra il 20%. LE MINACCE DI FICO

Ma i sondaggi non danno garanzie e a quanto pare nessun partito è in grado di assicurarsi la maggioranza: creare un governo di coalizione potrebbe rivelarsi difficile e le minacce dell’ex premier potrebbero assumere peso. Lo Smer – fondato da Fico – sostiene che vi è stata una grave violazione della Costituzione della Repubblica slovacca da parte della Caputova. Proiettando così oltre l’esito delle urne il suo impegno nella politica slovacca che vorrebbe diversa. Se infatti dal 22 febbraio 2022, giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, Bratislava si è rivelata un fedele alleato del vicino orientale nella sua guerra di liberazione contro la Russia, Fico la pensa diversamente. “Siamo un paese pacifico. Non invieremo un solo proiettile in Ucraina”, sono state le sue dichiarazioni raccolte da Reuters. “La Russia non lascerà mai la Crimea, non lascerà mai i territori che controlla”, ha anche detto.

LA POSSIBILE INFLUENZA DI MOSCA La nube di tensione che incombe su queste elezioni si fa sempre più densa, quindi. Politico proprio oggi scrive che in una serie di incontri a Bratislava, la Commissione Europea e il governo slovacco hanno chiesto ai colossi dei social – Alphabet, TikTok e Meta – di stanziare risorse aggiuntive per reprimere l’incitamento all’odio, la disinformazione e la propaganda filo-russa in vista del voto del 30 settembre. “Crescono le preoccupazioni tra i regolatori europei e slovacchi che la disinformazione e l’ideologia pro-Cremlino si stiano diffondendo tra gli utenti dei social media locali, compresi i sostenitori di Robert Fico, il controverso ex primo ministro” scrive Politico. La Slovacchia alle urne è sotto il faro anche oltreoceano, dove il New York Times il 6 settembre registrava con preoccupazione che Fico è “favorito”, sottolineando già dal titolo che Bratislava “È uno dei più strenui alleati dell’Ucraina. Ma le elezioni potrebbero cambiare la situazione. Il voto in Slovacchia questo mese sarà un test dell’unità europea nei confronti dell’Ucraina e degli sforzi della Russia per indebolirla. Il favorito vuole fermare le forniture di armi a Kiev”. VISEGRAD Va notato inoltre che la Slovacchia è parte – e cuore – del Gruppo di Visegrad: con Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia in quanto alleati della NATO e Stati membri dell’UE, dovrebbero svolgere un ruolo importante nel rafforzamento dell’Europa centrale e dell’Alleanza transatlantica. Sin dalla prospettiva dell’iniziativa NATO 2030 per affrontare nuove minacce e sfide, anche da parte di una Russia e di una Cina più aggressive. Ma appunto il fronte si presenta sempre più sfaldato: la Polonia – anch’essa a ridosso di un voto chiave – è entrata in piena crisi diplomatica con Kiev in seguito alle dichiarazioni di Volodymyr Zelensky all’Onu e alla questione dello stop di Varsavia al grano ucraino; mentre l’Ungheria di Viktor Orban è già da tempo su posizioni dissonanti rispetto a quelle dell’Alleanza. Scrive Visegrad Insight con toni decisamente allarmati: “La Slovacchia si trova di fronte a una decisione tra il rafforzamento della sua fragile democrazia o la potenziale virata verso l’autocrazia, guidata dalla xenofobia, dall’allineamento con la Russia e dai leader illiberali, che sentono che è il loro momento di consolidare la loro presa sul sistema per un periodo molto lungo”. SVOLTE, CORRUZIONE E SFIDUCIA DEGLI ELETTORI La svolta antioccidentale di Fico è iniziata nel 2018, dopo la sua rimozione dall’incarico. E oggi spinge apertamente una politica estera antiamericana e filorussa. Va anche detto che l’uscita di scena di Fico da premier era stata preceduta da eventi decisamente infausti come l’assassinio del giornalista investigativo slovacco Jan Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnirova, dopo che Kuciak aveva rivelato quanto profondamente la polizia, il sistema giudiziario e i politici slovacchi fossero collusi con i criminali, inclusa la ‘Ndrangheta. La morte del reporter portò in piazza decine di migliaia di cittadini slovacchi. Ma oggi il quadro non sembra più roseo. Recenti sondaggi, realizzati dal Bratislava Policy Institute nell’ambito del progetto RevivEU, finanziato dall’UE, indicano sfiducia nelle istituzioni e mancanza di coesione. (di Cristina Giuliano)

Migranti, Germania: comuni al collasso, serve soluzione europea

Migranti, Germania: comuni al collasso, serve soluzione europeaRoma, 25 set. (askanews) – Per risolvere la crisi migratoria serve “una soluzione europea”. Dopo le aspre polemiche tra Berlino e Roma, la Germania torna sul dossier migranti, chiedendo a gran voce “una normativa comune in materia di asilo e rifugiati”. Parlano all’unisono le ministre degli Esteri Annalena Baerbock e dell’Interno Nancy Faeser: è necessario creare norme chiare alle frontiere esterne “affinché le persone si distribuiscano alla fine in Europa in modo ordinato”. Anche perché i comuni tedeschi sono al collasso: la situazione è sempre più “tesa” e molti “hanno raggiunto i limiti”, ha precisato la responsabile degli Affari esteri.

Nei primi otto mesi di quest’anno, la Germania ha ricevuto oltre 200.000 richieste di asilo. Berlino, secondo quanto fatto trapelare da Saskia Esken, presidente del Spd, il partito socialdemocratico del cancelliere tedesco Olaf Scholz, ritiene di assumersi “molte più responsabilità di quanto dovrebbe”, ricevendo tutti quei migranti che non sarebbero registrati in Italia, ma messi “sulla strada della Germania”. E allora l’accordo raggiunto in estate per riformare il sistema di asilo dell’Ue necessita di essere attuato rapidamente, ha spiegato Baerbock. Per avere “regole chiare” è “necessaria l’approvazione del Parlamento europeo e della Commissione europea entro la fine dell’anno”, ha detto, criticando poi il fatto che la Commissione europea voglia aggiungere all’accordo un cosiddetto regolamento anticrisi. Secondo la ministra, il “regolamento creerà ancora una volta incentivi per inviare i rifugiati in Germania senza registrazione”. Una circostanza, hanno notato il governo e i leader di alcuni lander, che Berlino non può più permettersi né accettare. Da parte sua Faeser ha respinto la proposta del leader della CSU Markus Söder di imporre un limite massimo annuale per i profughi, pari a circa 200.000 persone. Il diritto internazionale si oppone, ha detto ieri sera all’emittente ARD, facendo riferimento, tra l’altro, alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Con i limiti massimi non si fa altro che ingannare la gente facendogli credere che le cose stanno migliorando, ha spiegato la ministra, perorando la causa di “una soluzione europea”.

Un intervento rapido e rigoroso per una soluzione della crisi migratoria è stato chiesto anche dal primo ministro della Sassonia, Michael Kretschmer: in Germania “la situazione è drammatica”, ha detto. Secondo Kretschmer, citato dall’emittente Ard, sarebbero necessari controlli ospedalieri per poter tenere la situazione sotto controllo e poter allontanare le persone dal Paese. “Non abbiamo altra scelta”, ha detto, non risparmiando critiche al governo federale per quella che ha inteso come una lunga esitazione. “È da un anno che parliamo a porte chiuse con il governo federale, ma non è successo nulla”, ha commentato, facendo riferimento anche a rimpatri e paesi di origine sicuri come questioni rimaste irrisolte. “Dobbiamo inviare un segnale chiaro agli stati nordafricani e alle popolazioni locali: non ha senso partire”, ha commentato. Intanto, giovedì è atteso a Berlino il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che sarà ricevuto dalla sua omologa Baerbock. Questa sera il titolare della Farnesina sarà invece a Parigi, per un incontro con Catherine Colonna, dopo l’apertura di Emmanuel Macron e la sua proposta di aumentare i fondi destinati ai Paesi di transito, in primis Tunisia e Algeria, subito accolta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Come ha riconosciuto anche il Presidente Macron, sull’emergenza migratoria c’è un dovere di solidarietà europea, perché l’emergenza che il nostro Paese sta vivendo è un’emergenza europea, non solo italiana”, ha osservato Tajani. “Per questo”, ha continuato, “stiamo intensificando le interlocuzioni coi nostri partner europei”.