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Mosca: un drone non identificato si è schiantato all’aeroporto di Belgorod

Mosca: un drone non identificato si è schiantato all’aeroporto di Belgorod




Mosca: un drone non identificato si è schiantato all’aeroporto di Belgorod




















Roma, 11 apr. (askanews) – Un drone non identificato si è schiantato ieri pomeriggio nel territorio dell’aeroporto della città russa di Belgorod, vicino al confine con l’Ucraina, senza causare gravi danni: lo ha riferito oggi alla Ria Novosti un portavoce dei servizi di emergenza locali. “Il drone è caduto nel pomeriggio e ha danneggiato leggermente la recinzione dell’aeroporto”, ha detto il portavoce. Secondo la stessa fonte, le circostanze dell’incidente sono sotto indagine da parte delle autorità competenti.

Ue-Cina, Macron dopo la visita a Xi Jinping: l’Europa non può seguire gli Usa

Ue-Cina, Macron dopo la visita a Xi Jinping: l’Europa non può seguire gli Usa




Ue-Cina, Macron dopo la visita a Xi Jinping: l’Europa non può seguire gli Usa




















Roma, 11 apr. (askanews) – In un’intervista a Politico e a due giornalisti francesi – rilanciata dal Corriere della Sera – dopo un colloquio di circa sei ore con il presidente cinese Xi Jinping, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la sua teoria personale di una “autonomia strategica”, verosimilmente a guida francese, che consentirebbe all’Europa di diventare la “terza superpotenza” del mondo. Macron ha dichiarato che il “rischio maggiore” per l’Europa è quello di ritrovarsi “coinvolta in crisi che non le appartengono, ostacolando così la costruzione di una sua propria autonomia strategica”.

“Se ci lasciamo cogliere dal panico, finiremo col credere paradossalmente di essere semplici seguaci dell’America”, ha dichiarato Macron nel corso dell’intervista. “Gli europei devono trovare risposta a questa domanda: è nel nostro interesse precipitare la crisi di Taiwan? No. La cosa peggiore sarebbe proprio quella di pensare che noi, europei, dobbiamo accettare le consegne altrui su questo argomento e seguire le indicazioni fornite dall’America, provocando una reazione spropositata da parte della Cina”, ha insistito l’inquilino dell’Eliseo.

Al via le esercitazioni militari Filippine-Stati Uniti (dopo quelle della Cina intorno a Taiwan)

Al via le esercitazioni militari Filippine-Stati Uniti (dopo quelle della Cina intorno a Taiwan)




Al via le esercitazioni militari Filippine-Stati Uniti (dopo quelle della Cina intorno a Taiwan)




















Roma, 11 apr. (askanews) – Stati Uniti e Filippine stanno tenendo le loro più grandi esercitazioni militari congiunte all’indomani della conclusione di quelle organizzate su vasta scala dalla Cina intorno a Taiwan. Per tre giorni, l’esercito cinese ha provato i blocchi dell’isola in risposta all’incontro della presidente Tsai con il presidente della Camera degli Stati Uniti, Kevin McCarthy, la scorsa settimana. Funzionari filippini e statunitensi hanno affermato che le esercitazioni mostrano l’impegno dei due paesi per la pace e la stabilità nella regione indo-pacifica, che è aperta e libera.

Washington ha annunciato il mese scorso che la loro esercitazione annuale di Balikatan con le Filippine sarebbe stata la più grande di sempre, coinvolgendo più di 17.000 soldati, di cui 12.000 statunitensi. Le due settimane dell’operazione Balikatan vedranno anche le due forze armate eseguire un’esercitazione per far saltare in aria una finta nave da guerra bersaglio nel Mar Cinese Meridionale, una mossa che potrebbe provocare l’ira della Cina. Alle esercitazioni di Balikatan, che si protrarranno fino al 26 aprile, parteciperanno anche una dozzina di paesi della regione.L’Australia ha inviato 100 soldati, riferisce la Bbc. Il ruolo delle Filippine nella sicurezza nella regione è inoltre cresciuto. Molti analisti ritengono che un maggiore accesso degli Stati Uniti alle basi delle filippine potrebbe fornire piattaforme di lancio per operazioni di combattimento in caso di scontri armati su punti critici come Taiwan o il Mar Cinese Meridionale.

Il Cremlino: nessun piano per una tregua pasquale in Ucraina

Il Cremlino: nessun piano per una tregua pasquale in Ucraina




Il Cremlino: nessun piano per una tregua pasquale in Ucraina




















Roma, 10 apr. (askanews) – Il Cremlino ha affermato che non ci sono piani per un cessate-il-fuoco pasquale in Ucraina. L’agenzia di stampa Tass ha citato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha detto che l’idea di una tregua di Pasqua “non è stata proposta da nessuno, non è stata avanzata”. “Finora non ci sono state iniziative in merito ma la nostra Settimana Santa è appena iniziata. Finora non ci sono state iniziative di questo tipo”, ha aggiunto. L’Istituto per lo studio della guerra ha avvertito di recente che la Russia potrebbe tentare di utilizzare l’imminente Pasqua ortodossa del 16 aprile per ritardare la controffensiva ucraina chiedendo un cessate-il-fuoco per rispetto della religione. Il thinktank con sede negli Stati Uniti ha affermato che il Cremlino in passato ha chiesto delle tregue in altre occasioni e che un cessate-il-fuoco a Pasqua gioverebbe in modo sproporzionato alle truppe russe.

Sei morti per la valanga in Alta Savoia in Francia

Sei morti per la valanga in Alta Savoia in Francia




Sei morti per la valanga in Alta Savoia in Francia



















Roma, 10 apr. (askanews) – Si è aggravato il bilancio delle vittime della valanga prodottasi domenica sul ghiacciaio dell’Armancette in Alta Savoia, in Francia, con un totale di sei morti. “Abbiamo appena trovato la sesta vittima”, ha detto all’Afp il procuratore Karline Bouisset. Si tratta “probabilmente” del compagno della donna di 39 anni trovata morta domenica, un uomo classe 1981, ha aggiunto il Gip. La coppia proveniva dalla periferia di Lione. La valanga dell’Armancette è la più mortale di questa stagione in Francia ed è costata la vita anche a due guide alpine.

Il Dalai Lama ha chiesto scusa per l’atteggiamento inappropriato con un bimbo

Il Dalai Lama ha chiesto scusa per l’atteggiamento inappropriato con un bimbo




Il Dalai Lama ha chiesto scusa per l’atteggiamento inappropriato con un bimbo




















Roma, 10 apr. (askanews) – Il Dalai Lama, leader spirituale tibetano, si è scusato con un ragazzino per avergli chiesto di “succhiargli la lingua” qualche settimana fa durante un’udienza di cui è emerso un video sui social. “Sua Santità desidera scusarsi con il ragazzo e la famiglia, così come con i suoi numerosi amici in tutto il mondo, per il dolore che le sue parole possono aver causato”, si legge in una nota pubblicata sul suo account di Twitter ufficiale. “Sua Santità spesso prende in giro le persone che incontra in modo innocente e giocoso, anche in pubblico e davanti alle telecamere. Si rammarica di questo incidente”, aggiunge la nota.

In un video diventato virale, l’87enne Dalai Lama fa la linguaccia al bambino evidentemente colto alla sprovvista, subito dopo avergli chiesto: “mi puoi succhiare la lingua?”, scatenando l’ilarità degli astanti. Il video è stato girato il 28 febbraio, durante un’udienza del Dalai Lama a McLeod Ganj, sobborgo di Dharamsala nel Nord dell’India, dove vive in esilio dal fallimento della rivolta tibetana del 1951 contro la Cina. Gli utenti di internet hanno definito il suo atteggiamento “disgustoso” e “assolutamente malsano”. Nel 2019 il Dalai Lama si scusò per aver detto che se una donna dovesse succedergli, dovrebbe essere “attraente”, dichiarazioni che, fatte in un’intervista alla Bbc, suscitarono polemiche. Il Dalai Lama incarna universalmente il movimento per l’autonomia tibetana, ma l’aura internazionale per cui ricevette il premio Nobel per la pace nel 1989 è molto diminuita così come lo è il numero di inviti a lui rivolti da leader, personalità e star di tutto il pianeta.

Manovre cinesi vicino a Taiwan, il caso della nave militare Usa

Manovre cinesi vicino a Taiwan, il caso della nave militare Usa




Manovre cinesi vicino a Taiwan, il caso della nave militare Usa



















Roma, 10 apr. (askanews) – Il comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare cinese è impegnato “con forze navali e aeree nella ricerca e nel monitoraggio della navigazione del cacciatorpediniere della marina statunitense USS Milius, entrato nella giornata di lunedì illegalmente nelle acque vicino alla barriera corallina cinese di Meiji nelle isole Nansha nel Mar cinese meridionale”. Lo segnala un tweet del quotidiano governativo Global Times, attribuendo la notizia a un portavoce delle forze armate di Pechino. Le Nansha sono quelle che a livello internazionale sono più note come isole Spratly, contese fra diverse nazioni, nel cui mare Washington rivendica libertà di navigazione.

La nave americana è passata entro 12 miglia nautiche dalla barriera corallina delle isole Nansha, rivendicata dalla Cina e da altri Paesi della regione. “Il cacciatorpediniere USS Milius ha condotto un’intrusione illegale nelle acque adiacenti al Meiji Reef nelle isole cinesi di Nansha, senza l’approvazione del governo cinese”, ha dichiarato Tian Junli, portavoce del Comando meridionale della Cina, aggiungendo che l’aeronautica militare di Pechino “ha seguito e effettuato la sorveglianza della nave”. Le manovre cinesi, iniziate sabato per tre giorni, mirano a protestare contro l’incontro di mercoledì scorso del presidente taiwanese Tsai Ing-wen con il presidente della Camera dei Rappresentanti americana, Kevin McCarthy.

L’obiettivo è di simulare una “chiusura” del territorio di 23 milioni di abitanti rivendicato da Pechino, ha spiegato l’esercito cinese. E in particolare un “blocco aereo”, secondo la televisione di Stato Cctv. Il Comando orientale dell’Esercito popolare cinese ha detto che Shandong, una delle due portaerei cinesi, “ha partecipato all’esercitazione di oggi”. Taiwan ha dichiarato di aver rilevato nella giornata di oggi 11 navi da guerra cinesi e 59 aerei intorno all’isola. Durante il fine settimana aerei da combattimento e navi da guerra hanno simulato bombardamenti mirati contro l’isola, nell’ambito di questa operazione denominata “Joint Sword” e denunciata da Taiwan.

Ucraina, Pentagono indaga sulla fuga di notizie riservate

Ucraina, Pentagono indaga sulla fuga di notizie riservate




Ucraina, Pentagono indaga sulla fuga di notizie riservate



















Roma, 10 apr. (askanews) – Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha avviato una indagine per valutare l’impatto che i documenti di intelligence sulla guerra in Ucraina recentemente trapelati potrebbero avere sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e sui suoi alleati e partner, mentre va a caccia della fonte della fuga di notizie. Lo scrive il quotidiano inglese Guardian nel suo aggiornamento online.

“Il Dipartimento della Difesa continua a esaminare e valutare la validità dei documenti fotografati che circolano sui siti di social media e che sembrano contenere materiale sensibile e altamente classificato”, ha fatto sapere il Pentagono in una nota. Secondo il Guardian funzionari statunitensi hanno affermato che l’indagine è nelle sue fasi iniziali e coloro che la gestiscono non hanno escluso la possibilità che elementi filo-russi siano dietro la fuga di notizie, che è vista come una delle più gravi violazioni della sicurezza dopo le rivelazioni di WikiLeaks che risalgono al 2013.

Isole Spratly, Marina militare cinese: nave Usa entrata illegalmente

Isole Spratly, Marina militare cinese: nave Usa entrata illegalmente




Isole Spratly, Marina militare cinese: nave Usa entrata illegalmente




















Roma, 10 apr. (askanews) – Il comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare cinese è impegnato “con forze navali e aeree nella ricerca e nel monitoraggio della navigazione del cacciatorpediniere della marina statunitense USS Milius, entrato nella giornata di lunedì illegalmente nelle acque vicino alla barriera corallina cinese di Meiji nelle isole Nansha nel Mar cinese meridionale”. Lo segnala un tweet del quotidiano governativo Global Times, attribuendo la notizia a un portavoce delle forze armate di Pechino. Le Nansha sono quelle che a livello internazionale sono più note come isole Spratly, contese fra diverse nazioni, nel cui mare Washington rivendica libertà di navigazione.

Portavoce Kiev contro la Santa Sede: equipara vittime e aggressori

Portavoce Kiev contro la Santa Sede: equipara vittime e aggressori




Portavoce Kiev contro la Santa Sede: equipara vittime e aggressori




















Roma, 8 apr. (askanews) – Il governo ucraino punta il dito sulla Santa Sede e accusa il Vaticano di alimentare una equiparazione fra “vittima” e “aggressore”. In un post pubblicato su Facebook dal portavoce del Ministero degli Esteri di Kiev, Oleg Nikolenko, si legge un commento alla processione del Venerdì Santo. “Ieri, Venerdì Santo, si è svolto a Roma – ha scritto l’esponente governativo ucraino – un grande evento religioso: la Processione della Croce. Simboleggia la vittoria del bene sul male, la luce sulle tenebre, la fede sulla disperazione. Siamo profondamente grati a Papa Francesco per la sua preoccupazione per l’Ucraina e gli ucraini. Purtroppo, siamo costretti ad affermare che la processione di quest’anno è stata ancora una volta offuscata dal tentativo di equiparare la vittima e l’aggressore”.

Secondo Nikolenko “la partecipazione congiunta di un ucraino e un russo distorce la realtà in cui la Russia ha fatto cadere gli ucraini, incarnando un genocidio contro di loro. Più che altro, tale passo mina i principi della giustizia e della moralità umana comune, scredita il concetto di pace e fratellanza. I tentativi di segnare l’uguaglianza tra l’Ucraina che soffre e la Russia non favoriscono la riconciliazione. La riconciliazione può arrivare solo dopo la vittoria ucraina, la punizione di tutti i delinquenti russi, il pentimento per le sofferenze causate e chiedere perdono agli ucraini”.