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Il leader nordcoreano Kim Jong Un è arrivato in Russia

Il leader nordcoreano Kim Jong Un è arrivato in RussiaRoma, 12 set. (askanews) – Il leader nordcoreano Kim Jong-un è arrivato in Russia per un vertice con il presidente Vladimir Putin per discutere un possibile accordo per la fornitura di armi alla Corea del Nord per la guerra in Ucraina.

Il treno blindato di Kim è arrivato alla stazione di Khasan, la principale porta ferroviaria verso l’Estremo Oriente russo dalla Corea del Nord, ha riferito oggi l’agenzia di stampa giapponese Kyodo, citando una fonte ufficiale russa anonima. L’incontro tra i due leader dovrebbe svolgersi oggi pomeriggio a margine del Forum economico orientale nella città portuale russa di Vladivostok, dove Putin è già arrivato.

Dalle urne russe esce il controllo totale di ‘Russia Unita’

Dalle urne russe esce il controllo totale di ‘Russia Unita’Milano, 11 set. (askanews) – Le elezioni 2023, difficili da organizzare – e anche da decodificare – a causa della loro “complessità senza precedenti”, si sono svolte “dignitosamente” e sono state “pulite”, secondo Ella Pamfilova, capo della Commissione elettorale centrale russa, che sembra replicare direttamente all’Occidente e a Kiev che ha dichiarato il voto russo “una farsa”.

Sulla base dei risultati ufficiali russi delle votazioni, avvenute nel week end appena concluso, sono stati eletti i rappresentanti in 20 assemblee legislative locali delle Federazione russa, comprese quelle che in Russia vengono definite “nuove regioni”, ovvero le quattro regioni ucraine annesse da meno di un anno da Mosca. “SOSTEGNO ASSOLUTO A PUTIN” PER LE PRESIDENZIALI Le elezioni locali sono appena finite, ma il Cremlino guarda già avanti a marzo, alle presidenziali 2024 con fiducia di successo. Mosca rivendica una vittoria a tutto campo di Russia Unita, il partito di Putin. E Vladimir “Putin gode del sostegno assoluto della popolazione, non è il primo anno che lo dimostra”, ha detto il portavoce Dmitri Peskov. “Se Putin presenta la sua candidatura, è ovvio che nessuno può davvero competere con lui nella fase attuale”. Ma finora i preparativi per la campagna delle presidenziali non sono iniziati, a detta di Peskov. Si ricordi che Putin non si è recato al G20 nel week end ma è apparso sugli schermi russi, impegnato nel voto online per il sindaco di Mosca.

MOSCA, SOBYANIN, L’ASSO NELLA MANICA Ufficialmente Sergei Sobyanin ha ottenuto per la terza volta una vittoria schiacciante alle urne: 2,05 milioni di moscoviti hanno votato per lui, 76,39%, ovvero un record contro il suo precedente record nel 2018, quando comunque poco più del 70% dei moscoviti votò per lui. Va ricordato che il sindaco di Mosca giunge al suo quarto mandato ufficiale, mostrando una longevità politica su una poltrona complicata dove è arrivato nel 2010 eletto dall’assemblea locale, su proposta dell’allora presidente Dmitri Medvedev (l’elezione diretta dei governatori regionali è stata reintrodotta, su iniziativa di Medvedev, il primo giugno 2012). Sempre nel 2010 divenne il primo sindaco di Mosca a far parte del Consiglio di Sicurezza. Il 5 giugno 2013, Putin ha firmato un decreto in cui Sobyanin si dimetteva su sua richiesta e lo nominava sindaco ad interim fino alle elezioni anticipate dell’8 settembre 2013. L’8 settembre 2013 e 9 settembre 2018 è stato eletto al secondo e terzo mandato. IL CONTROLLO TOTALE DI RUSSIA UNITA Russia Unita ha ottenuto la maggioranza qualificata a tutti i livelli delle elezioni, ha dichiarato il segretario del Consiglio generale Andrei Turchak. “Si tratta di 2/3, che ci consente di prendere qualsiasi decisione a livello della regione e della sua capitale. Nelle elezioni a livello di assemblee legislative e centri amministrativi, abbiamo ottenuto più dell’80% dei mandati”, ha affermato Turchak. “Vorrei sottolineare in particolare che Russia Unita è l’unico partito politico che ha vinto con candidati alle elezioni a tutti i livelli: per il governo locale, le Duma cittadine, le assemblee legislative regionali, le elezioni suppletive alla Duma di Stato (Parlamento federale, ndr) in quattro distretti e elezioni governative”, ha detto Turchak.

NOVE PARTITI In totale, quest’anno sono stati eletti i rappresentanti di nove forze politiche, ha detto Pamfilova in un briefing presso il centro informazioni della commissione: “Russia Unita, Partito Comunista della Federazione Russa, Russia Giusta – Per la Verità, LDPR, Comunisti della Russia, Partito dei Pensionati, Partito Rodina, Partito dei Verdi e Gente Nuova”, ha elencato. KHAKASSIA, LA PICCOLA RIBELLIONE Ma secondo i dati presentati sul sito della Commissione Elettorale Centrale, Russia Unita ha vinto nelle liste dei partiti in tutte le regioni tranne la Khakassia: qui Russia Unita con il 36,41% dei voti ha perso la corsa contro il Partito Comunista della Federazione Russa (39,11%). Tuttavia tenendo conto della vittoria in quasi tutte le circoscrizioni elettorali uninominali, Russia Unita sarà comunque in grado di formare la maggioranza nel Consiglio Supremo della repubblica di Khakassia.

SI FA SPAZIO “GENTE NUOVA” Va inoltre notato il “successo” del partito Gente Nuova: sono riusciti a superare tutti i concorrenti in Yakutia nel consiglio regionale, ad eccezione di Russia Unita; il partito ha superato la barriera del 5% nelle regioni di Buriazia, Kalmykia, Arkhangelsk, Irkutsk, Kemerovo e Yaroslavl. I comunisti russi hanno mantenuto la rappresentanza nei parlamenti della regione di Ul’janovsk e dell’Okrug autonomo di Nenets, il Partito dei pensionati lavorerà nelle dume regionali di Vladimir e Yaroslavl. “Rodina” ha mantenuto il suo seggio nel parlamento dell’Okrug autonomo di Nenets, e i Verdi hanno vinto uno dei collegi elettorali in Bashkiria.

Russia, dalle urne esce il controllo totale di Russia Unita

Russia, dalle urne esce il controllo totale di Russia UnitaMilano, 11 set. (askanews) – Le elezioni 2023, difficili da organizzare – e anche da decodificare – a causa della loro “complessità senza precedenti”, si sono svolte “dignitosamente” e sono state “pulite”, secondo Ella Pamfilova, capo della Commissione elettorale centrale russa, che sembra replicare direttamente all’Occidente e a Kiev che ha dichiarato il voto russo “una farsa”.

Sulla base dei risultati ufficiali russi delle votazioni, avvenute nel week end appena concluso, sono stati eletti i rappresentanti in 20 assemblee legislative locali delle Federazione russa, comprese quelle che in Russia vengono definite “nuove regioni”, ovvero le quattro regioni ucraine annesse da meno di un anno da Mosca. “SOSTEGNO ASSOLUTO A PUTIN” PER LE PRESIDENZIALI

Le elezioni locali sono appena finite, ma il Cremlino guarda già avanti a marzo, alle presidenziali 2024 con fiducia di successo. Mosca rivendica una vittoria a tutto campo di Russia Unita, il partito di Putin. E Vladimir “Putin gode del sostegno assoluto della popolazione, non è il primo anno che lo dimostra”, ha detto il portavoce Dmitri Peskov. “Se Putin presenta la sua candidatura, è ovvio che nessuno può davvero competere con lui nella fase attuale”. Ma finora i preparativi per la campagna delle presidenziali non sono iniziati, a detta di Peskov. Si ricordi che Putin non si è recato al G20 nel week end ma è apparso sugli schermi russi, impegnato nel voto online per il sindaco di Mosca. MOSCA, SOBYANIN, L’ASSO NELLA MANICA

Ufficialmente Sergei Sobyanin ha ottenuto per la terza volta una vittoria schiacciante alle urne: 2,05 milioni di moscoviti hanno votato per lui, 76,39%, ovvero un record contro il suo precedente record nel 2018, quando comunque poco più del 70% dei moscoviti votò per lui. Va ricordato che il sindaco di Mosca giunge al suo quarto mandato ufficiale, mostrando una longevità politica su una poltrona complicata dove è arrivato nel 2010 eletto dall’assemblea locale, su proposta dell’allora presidente Dmitri Medvedev (l’elezione diretta dei governatori regionali è stata reintrodotta, su iniziativa di Medvedev, il primo giugno 2012). Sempre nel 2010 divenne il primo sindaco di Mosca a far parte del Consiglio di Sicurezza. Il 5 giugno 2013, Putin ha firmato un decreto in cui Sobyanin si dimetteva su sua richiesta e lo nominava sindaco ad interim fino alle elezioni anticipate dell’8 settembre 2013. L’8 settembre 2013 e 9 settembre 2018 è stato eletto al secondo e terzo mandato. IL CONTROLLO TOTALE DI RUSSIA UNITA

Russia Unita ha ottenuto la maggioranza qualificata a tutti i livelli delle elezioni, ha dichiarato il segretario del Consiglio generale Andrei Turchak. “Si tratta di 2/3, che ci consente di prendere qualsiasi decisione a livello della regione e della sua capitale. Nelle elezioni a livello di assemblee legislative e centri amministrativi, abbiamo ottenuto più dell’80% dei mandati”, ha affermato Turchak. “Vorrei sottolineare in particolare che Russia Unita è l’unico partito politico che ha vinto con candidati alle elezioni a tutti i livelli: per il governo locale, le Duma cittadine, le assemblee legislative regionali, le elezioni suppletive alla Duma di Stato (Parlamento federale, ndr) in quattro distretti e elezioni governative”, ha detto Turchak. NOVE PARTITI In totale, quest’anno sono stati eletti i rappresentanti di nove forze politiche, ha detto Pamfilova in un briefing presso il centro informazioni della commissione: “Russia Unita, Partito Comunista della Federazione Russa, Russia Giusta – Per la Verità, LDPR, Comunisti della Russia, Partito dei Pensionati, Partito Rodina, Partito dei Verdi e Gente Nuova”, ha elencato. KHAKASSIA, LA PICCOLA RIBELLIONE Ma secondo i dati presentati sul sito della Commissione Elettorale Centrale, Russia Unita ha vinto nelle liste dei partiti in tutte le regioni tranne la Khakassia: qui Russia Unita con il 36,41% dei voti ha perso la corsa contro il Partito Comunista della Federazione Russa (39,11%). Tuttavia tenendo conto della vittoria in quasi tutte le circoscrizioni elettorali uninominali, Russia Unita sarà comunque in grado di formare la maggioranza nel Consiglio Supremo della repubblica di Khakassia. SI FA SPAZIO “GENTE NUOVA” Va inoltre notato il “successo” del partito Gente Nuova: sono riusciti a superare tutti i concorrenti in Yakutia nel consiglio regionale, ad eccezione di Russia Unita; il partito ha superato la barriera del 5% nelle regioni di Buriazia, Kalmykia, Arkhangelsk, Irkutsk, Kemerovo e Yaroslavl. I comunisti russi hanno mantenuto la rappresentanza nei parlamenti della regione di Ul’janovsk e dell’Okrug autonomo di Nenets, il Partito dei pensionati lavorerà nelle dume regionali di Vladimir e Yaroslavl. “Rodina” ha mantenuto il suo seggio nel parlamento dell’Okrug autonomo di Nenets, e i Verdi hanno vinto uno dei collegi elettorali in Bashkiria.

In Marocco 2.300 vittime, attiva sul posto l’Ong Busf

In Marocco 2.300 vittime, attiva sul posto l’Ong BusfMilano, 11 set. (askanews) – La prima squadra dei Vigili del Fuoco Uniti Senza Frontiere (Bomberos Unidos Sin Fronteras, BUSF) è già al lavoro nell’area del sud del Marocco colpita dal terremoto di magnitudo 6,8 avvenuto sabato, che ha causato oltre 2.300 morti e migliaia di feriti. L’Organizzazione non governativa è attiva in ambito iberoamericano.

Dopo più di 13 ore di trasporto via mare e via terra, i vigili del fuoco di Huelva, Córdoba e Madrid hanno iniziato il loro lavoro ieri, domenica, come hanno confermato a Servimedia fonti della ONG. (fonte Servimedia)

Federlegno prevede chiusura 2023 a -3,3% per la filiera del legno-arredo

Federlegno prevede chiusura 2023 a -3,3% per la filiera del legno-arredoMilano, 11 set. (askanews) – Federlegnoarredo prevede una chiusura del 2023 negativa per la filiera a -3,3%, con l’export a -2,6% e il mercato nazionale a -3,8%. Lo comunica in una nota la federazione delle aziende del legno-arredo.

Le variazioni rilevate da Istat nei fatturati (-14,9%), nella produzione (-13,9%) del legno e nel fatturato (-0,1%) e nella produzione (-5,4%) di mobili nel primo semestre 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, sono il segno tangibile di un andamento del settore legno-arredo costretto a navigare a vista e a fare i conti con una situazione in continua evoluzione destinata a protrarsi sicuramente per tutto il 2023, se non oltre. Al diminuire della richiesta nel settore mobili sia corrisposto un arretramento anche nella produzione di legno, i cui fatturati, nell’ultimo biennio, sono risultati fortemente lievitati per i costi della materia prima e dell’energia. Motivo per cui, la diminuzione di fatturato può in parte essere intesa come conseguenza del recupero positivo dei prezzi delle commodity.

Anche nel confronto fra giugno ’22 e giugno ’23 si evince che è il legno a flettere in maniera più consistente in termini di fatturato (-17,1%) a cui va aggiunto un dato molto negativo anche sulla produzione che tocca il -13,9%. Il fatturato mobili registra un -0,8%, mentre la produzione segna un -5,1%. “Se la consistente flessione del fatturato del legno può essere in parte imputabile al rallentamento della crescita dei costi della materia prima e dell’energia sostenuta invece nel 2022 rispetto al 2021, discorso diverso è il dato sulla produzione dei mobili, indice soprattutto di un rallentamento della domanda e dell’export dei nostri prodotti anche oltre Oceano. Ovvio che – spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – questi due fattori incidano a loro volta anche sul settore legno che comincia a risentire di una riduzione della produzione, una volta esaurite le richieste del 2022, anno con performance al di sopra della norma”.

Situazione incerta che trova conferma anche nei dati del Monitor elaborati dal Centro studi FederlegnoArredo su un campione rappresentativo di aziende del settore che rappresenta in termini di fatturato il 18% della filiera, pari a circa 10 miliardi sui 56,5 totali. Nel primo semestre 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, la filiera legno-arredo, registra una contrazione complessiva del 5,9% con un trend negativo sia per il mercato italiano (-6,8%) che per l’export (-4,5%). A gravare maggiormente sull’andamento complessivo è il macrosistema legno, che flette del -12,6%, (-14% le vendite sul mercato nazionale e -8,3% l’export), pur con andamenti molto differenziati tra i diversi comparti: dai pannelli in forte contrazione alle coperture, strutture ed edifici in legno invece in crescita.

Il macrosistema arredamento, che rappresenta il 62% delle vendite totali, nei primi sei mesi del 2023 chiude più o meno in linea con il medesimo periodo del ’22 (-1,1%): l’andamento complessivo è determinato in particolare dalle minori esportazioni (-3,3%) che pesano per oltre la metà di quelle totali e che annullano l’effetto moderatamente positivo del mercato nazionale (+1,3%). Volgendo lo sguardo a fine 2023, la rilevazione indica una chiusura d’anno negativa per la nostra filiera a -3,3%, con l’export a -2,6% e il mercato nazionale a -3,8%. Per quanto riguarda il macrosistema arredamento le previsioni parlano di un andamento totale lievemente positivo (+0,2%) grazie alla maggior tenuta del mercato interno (+1,3%) rispetto all’export a -0,7%. Andamento negativo invece per il macrosistema legno (-8,5% totale) senza differenze sostanziali tra mercato nazionale (-8,6%) ed estero (-8,3%). “Non sorprende pertanto che, sempre secondo il nostro Monitor, il 39% delle imprese del legno-arredo stia rallentando gli investimenti data la situazione di incertezza a cui si aggiunge la difficoltà nel reperire risorse finanziarie a costi accessibili, a causa degli aumenti dei tassi di interesse e del calo degli affidamenti bancari alle imprese, che segna il minimo storico da oltre 20 anni. Nel primo semestre 2023 – spiega Feltrin – le imprese che dichiarano di risentire di un aggravio dei costi sono l’85%, e sale al 21% la quota di quelle che hanno subito un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2022, evidenziando una tendenza ancora in atto e in peggioramento. Le imprese (circa il 22%) iniziano a evidenziare maggiori difficoltà nell’accesso al credito e per ovviare alla scarsità di liquidità provano a cercare nuovi affidamenti in altri istituti. Il 25% sta valutando di ridurre gli affidamenti e sostenere la crescita con risorse diverse, anche apportate dai soci”. “Le nostre aziende – conclude Feltrin – sono pronte a rispondere all’ennesima sfida mettendo in atto le strategie per non subire tali conseguenze in modo passivo, ma risulta cruciale prevedere misure di sostegno agli investimenti per tutelare la competitività dell’intero settore”.

Cremlino: Putin non ha rivali se si candida a presidenziali 2024

Cremlino: Putin non ha rivali se si candida a presidenziali 2024Milano, 11 set. (askanews) – Vladimir “Putin gode del sostegno assoluto della popolazione, non è il primo anno che lo dimostra”. Le elezioni locali sono appena finite, ma il Cremlino guarda già avanti a marzo, alle presidenziali 2024 con fiducia di successo. “Se Putin presenta la sua candidatura, è ovvio che nessuno può davvero competere con lui nella fase attuale”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Ma finora i preparativi per la campagna non sono ancora iniziati, secondo Peskov in base ai canali ufficiali.

Mosca ha rivendicato una larga vittoria di Russia Unita, il partito di Putin alle elezioni locali organizzate anche nei territori annessi all’Ucraina, con oltre il 70% dei voti, considerate “una farsa” da Kiev e dai suoi alleati. La Commissione elettorale centrale russa ha dichiarato domenica sera che il partito Russia Unita del presidente russo è arrivato primo. Vittoria nel segno di Putin anche nella capitale russa, nel rinnovo del sindaco: l’uscente Sergey Sobyanin ha ottenuto il quarto mandato e vince le elezioni a sindaco di Mosca con il 76,39%, secondo i dati diffusi.

L’amministrazione del presidente russo Putin puntava a una vittoria schiacciante del partito al potere Russia Unita per dare slancio alle elezioni presidenziali del prossimo marzo. Il portavoce del Cremlino Peskov aveva preannunciato giovedì che Putin intendeva votare per l’elezione del sindaco di Mosca. L’oppositore russo Alexei Navalny dal carcere aveva chiesto di votare in queste elezioni “per qualsiasi candidato contro Russia Unita”. Senza il riconoscimento dell’Occidente, la Russia ha proclamato nel settembre 2022 l’annessione di quattro territori ucraini che controlla solo parzialmente – Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk -, a seguito di “referendum” non riconosciuti dalla comunità internazionale.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva criticato il voto affermando: “Le elezioni farsa della Russia nelle aree occupate dell’Ucraina sono illegittime”. Ciò ha scatenato la reazione dell’ambasciata russa negli Stati Uniti, che ha accusato Washington di intromettersi negli affari interni di Mosca. Le elezioni si sono svolte anche in Crimea – sotto occupazione illegale russa dal 2014 – parallelamente alle elezioni locali nella stessa Russia. Riferimenti alla guerra in corso comunque non sono mancati. A partire dal logo scelto per le elezioni che vede una lettera “V” latina composta con il tricolore russo. La stessa lettera che insieme con la “Z” svettava sui carri armati che entravano in Ucraina il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione. In questo caso la V dovrebbe richiamare la parola “vybory” ossia elezioni, ma ovviamente il sottotesto (della necessaria volontà di Mosca di vittoria nell’invasione) è più che leggibile per qualsiasi russo.

Russia rivendica larga vittoria Putin in territori ucraini annessi

Russia rivendica larga vittoria Putin in territori ucraini annessiMilano, 11 set. (askanews) – Mosca rivendica la vittoria di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin alle elezioni locali organizzate nei territori annessi all’Ucraina, con oltre il 70% dei voti, considerati “una farsa” da Kiev e dai suoi alleati. La Commissione elettorale centrale russa ha dichiarato domenica sera che il partito Russia Unita del presidente russo è arrivato primo. Vittoria nel segno di Putin anche nella capitale russa, nel rinnovo del sindaco: l’uscente Sergey Sobyanin ha ottenuto il quarto mandato e vince le elezioni a sindaco di Mosca con il 76,39%, secondo i dati diffusi.

Senza il riconoscimento dell’Occidente, la Russia ha proclamato nel settembre 2022 l’annessione di quattro territori ucraini che controlla solo parzialmente – Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk -, a seguito di “referendum” non riconosciuti dalla comunità internazionale. Il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva criticato il voto affermando: “Le elezioni farsa della Russia nelle aree occupate dell’Ucraina sono illegittime”. Ciò ha scatenato la reazione dell’ambasciata russa negli Stati Uniti, che ha accusato Washington di intromettersi negli affari interni di Mosca. Le elezioni si sono svolte anche in Crimea – sotto occupazione illegale russa dal 2014 – parallelamente alle elezioni locali nella stessa Russia.

L’amministrazione del presidente russo Putin puntava a una vittoria schiacciante del partito al potere Russia Unita per dare slancio alle elezioni presidenziali del prossimo marzo. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva preannunciato giovedì che Putin intendeva votare per l’elezione del sindaco di Mosca. L’oppositore russo Alexei Navalny dal carcere aveva chiesto di votare in queste elezioni “per qualsiasi candidato contro Russia Unita”. Riferimenti alla guerra in corso comunque non sono mancati. A partire dal logo scelto per le elezioni che vede una lettera “V” latina composta con il tricolore russo. La stessa lettera che insieme con la “Z” svettava sui carri armati che entravano in Ucraina il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione. In questo caso la V dovrebbe richiamare la parola “vybory” ossia elezioni, ma ovviamente il sottotesto (della necessaria volontà di Mosca di vittoria nell’invasione) è più che leggibile per qualsiasi russo.

Modi chiude il G20 di Nuova Delhi e passa il testimone a Lula (che invita Putin a Rio)

Modi chiude il G20 di Nuova Delhi e passa il testimone a Lula (che invita Putin a Rio)Nuova Delhi, 10 set. (askanews) – Cala il sipario sul G20 di Nuova Delhi e Narendra Modi passa il testimone al presidente brasiliano Lula, che assumerà la presidenza da dicembre e la cui prima ‘uscita’ fa subito discutere. “Putin sarà invitato. Se io sono presidente del Brasile e lui viene in Brasile non c’è alcuna possibilità che venga arrestato”, ha assicurato, riferendosi al mandato di arresto emesso nei confronti del presidente russo dalla Corte penale internazionale. Per Lula “non possiamo lasciare che l’agenda delle discussioni del G20 sia ostaggio di questioni geopolitiche. Non abbiamo interesse a un G20 diviso”.

Lula, questa mattina, ha ricevuto da Modi il martelletto simbolo della presidenza e ha chiuso i lavori anticipando i temi della sua presidenza, che avrà il momento clou nel summit dei leader a novembre a Rio de Janeiro. “La presidenza brasiliana – ha spiegato – ha tre priorità: l’inclusione sociale e la lotta contro la fame; la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile; la riforma della governance delle istituzioni. Tutte queste priorità fanno parte del motto della presidenza brasiliana che recita ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile’. Verranno create due task force: l’Alleanza globale contro la fame e la povertà e la mobilitazione globale contro il cambiamento climatico”. Prima di passare la mano, però, Modi convocherà a novembre un nuovo vertice ‘virtuale’, per fare il punto sulle proposte raccolte nella due giorni di Nuova Delhi. Il summit, per il primo ministro indiano, è stato un “successo” che non era scontato. In particolare l’unità dei 20 rischiava di saltare sulla guerra in Ucraina. Sono state necessarie 15 bozze e oltre 200 ore di trattativa per arrivare all’accordo che è un compromesso con cui viene condannato “l’uso della forza” in Ucraina ma senza mai citare la Russia. Che infatti oggi gioisce, con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, secondo cui è stato “impedito all’Occidente di ucrainizzare l’agenda”. Per Kiev “non c’è nulla di cui andare fieri”, ma alla fine tutti si dicono contenti, a partire dagli Usa, secondo cui è stato fatto “un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di altri stati”. Per Giorgia Meloni quello raggiunto è “un compromesso ma comunque molto importante”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron sottolinea che “il G20 sostiene l’integrità territoriale nelle carte delle Nazioni Unite. Questo è l’opposto di ciò che sta facendo la Russia”.

(Dell’inviato Alberto Ferrarese)

Modi chiude il G20, testimone a Lula (che invita Putin a Rio)

Modi chiude il G20, testimone a Lula (che invita Putin a Rio)Nuova Delhi, 10 set. (askanews) – Cala il sipario sul G20 di Nuova Delhi e Narendra Modi passa il testimone al presidente brasiliano Lula, che assumerà la presidenza da dicembre e la cui prima ‘uscita’ fa subito discutere. “Putin sarà invitato. Se io sono presidente del Brasile e lui viene in Brasile non c’è alcuna possibilità che venga arrestato”, ha assicurato, riferendosi al mandato di arresto emesso nei confronti del presidente russo dalla Corte penale internazionale. Per Lula “non possiamo lasciare che l’agenda delle discussioni del G20 sia ostaggio di questioni geopolitiche. Non abbiamo interesse a un G20 diviso”.

Lula, questa mattina, ha ricevuto da Modi il martelletto simbolo della presidenza e ha chiuso i lavori anticipando i temi della sua presidenza, che avrà il momento clou nel summit dei leader a novembre a Rio de Janeiro. “La presidenza brasiliana – ha spiegato – ha tre priorità: l’inclusione sociale e la lotta contro la fame; la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile; la riforma della governance delle istituzioni. Tutte queste priorità fanno parte del motto della presidenza brasiliana che recita ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile’. Verranno create due task force: l’Alleanza globale contro la fame e la povertà e la mobilitazione globale contro il cambiamento climatico”. Prima di passare la mano, però, Modi convocherà a novembre un nuovo vertice ‘virtuale’, per fare il punto sulle proposte raccolte nella due giorni di Nuova Delhi. Il summit, per il primo ministro indiano, è stato un “successo” che non era scontato. In particolare l’unità dei 20 rischiava di saltare sulla guerra in Ucraina. Sono state necessarie 15 bozze e oltre 200 ore di trattativa per arrivare all’accordo che è un compromesso con cui viene condannato “l’uso della forza” in Ucraina ma senza mai citare la Russia. Che infatti oggi gioisce, con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, secondo cui è stato “impedito all’Occidente di ucrainizzare l’agenda”. Per Kiev “non c’è nulla di cui andare fieri”, ma alla fine tutti si dicono contenti, a partire dagli Usa, secondo cui è stato fatto “un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di altri stati”. Per Giorgia Meloni quello raggiunto è “un compromesso ma comunque molto importante”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron sottolinea che “il G20 sostiene l’integrità territoriale nelle carte delle Nazioni Unite. Questo è l’opposto di ciò che sta facendo la Russia”.

Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerie

Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerieRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 2.012 persone sono morte e altre 2.059 sono rimaste ferite nel devastante terremoto che ha colpito nella notte di ieri il Marocco, secondo un bilancio fornito dal ministero dell’Interno, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti. Il numero delle vittime è comunque destinato ad aumentare ancora, quando i soccorritori riusciranno a raggiungere i villaggi di montagna più remoti colpiti dal sisma. Almeno 1.404 feriti, inoltre, versano in condizioni critiche e moltissimi tra loro rischiano la vita. Intanto, migliaia di persone hanno trascorso la notte in strada per paura di nuove scosse.

La medina di Marrakech è un cumulo di macerie, i villaggi intorno sono stati distrutti e c’è ancora moltissima gente sotto i detriti degli edifici crollati a causa dlela potenza del sisma. E’ questo lo scenario descritto alla Bbc da una testimone locale, una residente della città epicentro del sisma. “Nella vecchia medina, la maggior parte delle case, la maggior parte dei negozi, quasi tutto è andato distrutto. La medina è qualcos’altro adesso” rispetto a prima, ha detto la testimone, di nome Latifa. Ma non si tratta solo della città: le zone più colpite sono i villaggi oltre Marrakech, dove tanti devono ancora ricevere aiuti: “Le persone sono ancora sotto le macerie, le persone stanno ancora soffrendo e le persone stanno cercando di raggiungere altra gente in questi villaggi, ma non riescono ancora ad arrivarci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che più di 300.000 persone sono state colpite dalle forti scosse in tutto il paese. Il terremoto ha avuto una magnitudo pari a 7 sulla scala Richter, con epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.

Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: il titolare della Farnesina ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto. Le mura della Medina, la città vecchia, sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. Oltre a Marrakech, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione.

Il Marocco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, durante i quali la bandiera nazionale sventolerà a mezz’asta, ha riferito la corte reale. Le forze armate marocchine stanno dispiegando squadre di soccorso per fornire alle aree colpite acqua potabile pulita, scorte di cibo, tende e coperte. La televisione locale ha mostrato cumuli di macerie e tubi rotti che schiacciavano auto parcheggiate e bloccavano le strade di Marrakech, mentre i residenti si precipitavano in strada dopo il terremoto avvenuto alle 23:11 di venerdì. La tv di Stato ha mostrato persone avvolte in coperte che dormivano in strada, temendo ulteriori scosse di assestamento.

Il ministro degli Interni del Marocco ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica in un comunicato dicendo che “le autorità statali continuano a mobilitare tutte le risorse umane e logistiche necessarie, per dispiegare unità specializzate di primo soccorso, comprese squadre di ricerca e salvataggio”. Separatamente, l’esercito marocchino ha annunciato che il re Mohammed VI ha autorizzato le forze armate del Paese a intervenire e supervisionare gli aiuti. “Unità di risposta rapida, aerei, elicotteri, droni, centri tecnici e logistici sono stati dispiegati sul posto, con l’obiettivo di portare il supporto necessario alle aree e alle case colpite”, si legge in una nota.