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Arabia saudita-Iran firmano ripristino ufficiale delle relazioni

Arabia saudita-Iran firmano ripristino ufficiale delle relazioni




Arabia saudita-Iran firmano ripristino ufficiale delle relazioni – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – L’Arabia saudita e l’Iran hanno firmato oggi a Pechino il comunicato congiunto che segna l’ufficiale ripresa delle relazioni diplomatiche. Lo ha scritto su Twitter la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying.

“Congratulazioni! Arabia saudita e Iran hanno appena firmato un comunicato congiunto sulla ripresa delle relazioni diplomatiche con effetto immediato”, ha scritto Hua. I ministri degli Esteri di Iran e Arabia Saudita – due rivali storici in Medio Oriente – hanno avuto colloqui bilaterali per la prima volta dal 2016. Il principe Faisal bin Farhan al Saud e il ministro Hossein Amir-Abdollahian si sono incontrati a Pechino facendo seguito all’accordo raggiunto con la mediazione cinese il mese scorso per ripristinare le relazioni diplomatiche durante colloqui di livello inferiore.

L’Arabia Saudita aveva tagliato i rapporti con Teheran nel 2016 dopo che la folla aveva preso d’assalto la sua ambasciata nella capitale iraniana.

Von der Leyen a Pechino per sviluppare più legami fra l’Ue e la Cina

Von der Leyen a Pechino per sviluppare più legami fra l’Ue e la Cina




Von der Leyen a Pechino per sviluppare più legami fra l’Ue e la Cina – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Le relazioni tra l’Unione europea e la Cina sono diventate più complesse, quindi i negoziati sull’ulteriore sviluppo dei legami sono molto importanti. L’ha affermato oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, incontrando a Pechino il premier cinese Li Qiang durante la visita che sta svolgendo con il presidente francese Emmanuel Macron. “Le relazioni Ue-Cina sono diventate più complesse negli ultimi anni ed è importante discutere insieme tutti gli aspetti delle nostre relazioni odierne. Ciò aiuterà sia l’Unione europea che la Cina a navigare in un ambiente geopolitico complesso e instabile”, ha detto von der Leyen. Il premier cinese Li Qiang, ricevendo oggi a Pechino il presidente francese Emmanuel Macron, ha detto che la Cina tiene in grande considerazione le sue relazioni con Parigi e si aspetta un ulteriore rafforzamento di questi rapporti grazie alla visita del presidente transalpino. Li ha segnalato che Macron è stato il primo leader di un grande paese occidentale a essere ricevuto dalla Cina dopo l’inizio del terzo mandato di Xi Jinping come presidente cinese. “Questo dimostra l’importanza delle relazioni Cina-Francia”, ha detto il premier nelle sue osservazioni iniziali. Il primo ministro ha inoltre auspicato che il buon andamento della visita di tre giorni di Macron invii “segnali positivi” sulla collaborazione tra Cina e Francia e Cina ed Europa nel promuovere la pace e la stabilità nel mondo.

Macron ha segnalato nell’incontro di voler parlare di “Ucraina, ma anche di tutti i principali conflitti e delle situazioni difficili nel mondo”, giudicando “essenziale” la “capacità di condividere un’analisi comune e di costruire un percorso comune”. E’ il primo viaggio di Macron in Cina dal 2019. Parigi ha continuato a mantenere un buon livello di relazioni con Pechino, nonostante il contesto internazionale si sia fortemente deteriorato. Oggi il capo dello stato transalpino si è detto contrario a un “disaccoppiamento (economico) con la Cina, aggiungendo che Parigi intende “proattivamente continuare ad avere una relazione commerciale” con pechino

Macron è accompagnato da una delegazione di oltre 60 alti dirigenti di grandi imprese francesi come Airbus, EdF e L’Oreal.

L’ambasciatore cinese in Italia assicura: Pechino non armerà la Russia

L’ambasciatore cinese in Italia assicura: Pechino non armerà la Russia




L’ambasciatore cinese in Italia assicura: Pechino non armerà la Russia – askanews.it



















Roma, 6 apr. (askanews) – “Sulla questione ucraina, la Cina mantiene la comunicazione con le parti interessate, compresa l’Ucraina. In quanto grande Paese responsabile, la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e del dialogo e ha sempre insistito sulla promozione della pace e dei colloqui”. E’ quantro ha detto, in un’intervista al quotidiano La Stampa, l’ambasciatore di Pechino in Italia, Jia Guide.

“Il documento rilasciato da Pechino incorpora le legittime preoccupazioni di tutte le parti e propone 12 principi tra cui il cessate il fuoco e la cessazione della guerra, l’opposizione all’uso di armi nucleari, l’avvio di colloqui di pace e la risoluzione delle crisi umanitarie, che sono state ampiamente comprese e riconosciute dalla comunità internazionale. La crisi in Ucraina si trascina da più di un anno e il desiderio di pace della popolazione si fa sempre più forte. La Cina è disposta a collaborare con la comunità internazionale per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella soluzione politica della crisi ucraina”, ha sottolineato l’ambasciatore cinese. Quanto alle relazioni sino-russe, ha spiegato Jia Guide, “aderiscono al non allineamento, al non confronto, e al non prendere di mira terze parti”. “I due capi di stato hanno firmato congiuntamente una serie di documenti di cooperazione bilaterale nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura per la conservazione dei terreni boschivi, della scienza di base, della vigilanza del mercato e dei media. Quanto alla vendita di armi, i singoli media invece di diffondere voci prive di fondamento dovrebbero proporre soluzioni politiche della crisi Ucraina”, ha commentato l’ambasciatore.

Oggi in Francia nuovo sciopero nazionale contro la riforma delle pensioni

Oggi in Francia nuovo sciopero nazionale contro la riforma delle pensioni




Oggi in Francia nuovo sciopero nazionale contro la riforma delle pensioni – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Oggi in Francia tornano in piazza le manifestazioni contro la riforma delle pensioni.Una riunione tra sindacati e la premier Élisabeth Borne a palazzo di Matignon si è conclusa ieri con un fallimento e tutte le parti sono rimaste sulle loro posizioni. Cyril Chabanier, capo della CFTC (il sindacato cattolico) ha parlato a nome della lega intersindacale composta da otto sigle, invitando i francesi “a unirsi in massa ai cortei in tutta la Francia per dire no per l’undicesima volta a questa riforma ingiusta e brutale”.

Per Laurent Berger, capo della Confederazione francese democratica del lavoro (CFDT), la “crisi sociale si sta trasformando in una crisi democratica”.

Tajani: vogliamo che la Svezia entri nella Nato, la Turchia tolga la sua riserva

Tajani: vogliamo che la Svezia entri nella Nato, la Turchia tolga la sua riserva




Tajani: vogliamo che la Svezia entri nella Nato, la Turchia tolga la sua riserva – askanews.it



















Bruxelles, 5 apr. (askanews) – “Noi vogliamo che la Svezia entri a far parte della Nato, perché è giusto che sia così”, dopo l’adesione della Finlandia, che “rafforza la Nato”. Lo detto ai giornalisti oggi a Bruxelles, a margine della riunione ministeriale della Nato, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Per noi – ha continuato – non ci sono ovviamente problemi, e mi auguro che la Turchia alla fine sciolga la sua riserva” che sta ritardando la ratifica dell’adesione di Stoccolma. “L’aggressione della Russia all’Ucraina – ha rilevato il ministro – ha finito con il rafforzare e allargare l’Alleanza, che è un’alleanza di pace, e di protezione dell’indipendenza di tanti paesi che sono ai confini con la Federazione Russa” “Peraltro – ha osservato Tajani -, la Nato non è poi coinvolta direttamente nella guerra in Ucraina, non c’è una sua partecipazione. La Nato vigila soltanto sulla integrità dei suoi membri”.

Ma, ha sottolineato Tajani, “la sicurezza è una cosa globale, ed è giusto che” l’Alleanza “si occupi anche di quello che accade nell’Indo-Pacifico”, come è successo con la riunione di oggi a cui sono stati invitati anche gli Stati di questa regione (Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone). “Questo non significa – ha puntualizzato il ministro – voler snaturare la Nato, ma se l’obiettivo è quello di garantire la sicurezza, siccome il mondo è cambiato e la sicurezza è globale, ci sono tanti temi” che devono essere affrontati, e “per esempio quelli riguardanti la sicurezza cibernetica: non si può fare difesa contro gli attacchi cibernetici soltanto rimanendo all’interno dei propri confini; quindi e bisogna guardare anche al di là dei confini”.

“Questo è uno dei motivi per cui guardiamo con grande attenzione, e a volte anche con un po di preoccupazione, all’Indo-Pacifico”, ha concluso Tajani.

Putin accusa gli Usa di aver generato “l’odierna crisi”

Putin accusa gli Usa di aver generato “l’odierna crisi”




Putin accusa gli Usa di aver generato “l’odierna crisi” – askanews.it



















Milano, 5 apr. (askanews) – “Purtroppo, le relazioni tra Russia e Stati Uniti, da cui dipendono direttamente la sicurezza e la stabilità globale, stanno affrontando una profonda crisi”. Così Vladimir Putin che oggi accetta le credenziali di 17 Ambasciatori stranieri appena arrivati nella Sala di Alessandro del Gran Palazzo del Cremlino. “Vorrei esprimere la speranza che tutte le azioni che danneggiano le nostre relazioni (con l’UE) rimangano al passato e faremo di tutto per costruirle nel modo giusto, sia per la Russia che per le economie dei paesi membri. Ci auguriamo ancora che prevalga nel tempo la logica della collaborazione reciproca” ha detto Putin.

Il presidente russo Vladimir Putin ha quindi accusato gli Usa di sostenere le rivoluzioni colorate, anche in Ucraina, e questo a suo dire avrebbe portato alla crisi di oggi. “L’uso da parte degli Stati Uniti d’America nella loro politica estera di strumenti come il sostegno a … rivoluzioni colorate, il sostegno in questo senso al colpo di stato a Kiev nel 2014, alla fine ha portato all’odierna crisi ucraina”. Ovvero l’attuale guerra cominciata con l’invasione russa del 24 febbraio 2022. Putin ha inoltre detto che queste scelte “hanno reso un contributo negativo al degrado delle relazioni russo-americane”. Putin parlava durante la cerimonia delle credenziali incontrando i nuovi ambasciatori di Stati esteri, tra cui l’ambasciatrice degli Stati Uniti, e i nuovi capi missione di Ue, Siria, Danimarca, Norvegia, Iraq e Abkhazia. La cerimonia è stata trasmessa dai canali ufficiali russi.

Putin ha osservato che la Russia ha sempre sostenuto la costruzione di relazioni russo-americane “esclusivamente sui principi di uguaglianza, rispetto per la sovranità e gli interessi reciproci e non interferenza negli affari interni”. “Saremo guidati da questo anche in futuro”, ha detto il capo della Federazione Russa. Mentre Putin parlava, la camera della trasmissione in diretta tv della cerimonia insisteva sul volto della capo missione americana Lynn Tracy che impassibile, vestita di blu, ha ascoltato il discorso al Gran Palazzo del Cremlino. Putin pronunciando le parole in merito agli Usa si è rivolto direttamente a lei, affermando “e so che è possibile che non siate d’accordo con il mio punto di vista”, poi ha continuato: “ma non posso non dirlo oggi”, aggiungendo appunto poi il suo parere sulle responsabilità di quello che ha chiamato non “operazione speciale” ma “crisi”.

Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice”

Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice”




Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice” – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Pechino per una visita di Stato di tre giorni. Parlando con i giornalisti, il leader francese ha affermato che chiunque aiuti la Russia, “aggressore” nel conflitto ucraino, diventerebbe un “complice”. “Abbiamo deciso fin dall’inizio del conflitto di aiutare la vittima, e abbiamo anche chiarito che chiunque aiuti l’aggressore sarebbe un complice in violazione del diritto internazionale”, ha specificato Macron nella capitale cinese.

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia




A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – La sicurezza dell’Atlantico settentrionale passa ormai anche dall’Indo-Pacifico. Non ci sono più dubbi, su questo, a Bruxelles. Sia la Nato che l’Unione europea continuano a guardare con sempre maggiore attenzione al quadrante orientale come alla fonte della principale minaccia strategica globale del prossimo futuro. A preoccupare è, soprattutto, il rapporto tra la Cina e la Russia, che impone “un rafforzamento del partenariato strategico” con i Paesi dell’area: “in un mondo più pericoloso e meno prevedibile, è ancora più evidente che la sicurezza non sia una questione regionale, ma globale”, ha confermato oggi il leader della Nato, Jens Stoltenberg. Così, i leader dei Paesi dell’Indo-Pacifico saranno invitati a partecipare al summit della Nato a Vilnius, in Lituania, il prossimo 11 e 12 luglio, ha annunciato.

Intanto – e non resterà un caso isolato – una parte dei lavori odierni della ministeriale Esteri dei Paesi membri dell’Alleanza è stata dedicata alle relazioni con i Paesi dell’Indo-Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea. Insieme all’Unione europea. Le conseguenze della guerra della Russia contro l’Ucraina “sono globali”: il conflitto ha mostrato “chiaramente” le sue “ramificazioni”, ha spiegato il leader della Nato incontrando i ministri dei Paesi partner nella regione. Ciò che sta accadendo in Europa interessa l’Indo-Pacifico e viceversa, ha sottolineato, avvertendo soprattutto sul rischio che quanto sta accadendo oggi nel Vecchio continente “potrebbe succedere domani nell’Asia orientale”. E “il fatto che Cina e Russia siano sempre più vicine tra loro rende ancora più importante per noi stare insieme come partner e alleati Nato”. Insomma, secondo i Paesi dell’Alleanza atlantica, l’Indo-Pacifico rappresenta una regione che può avere un “impatto diretto sulla sicurezza euro-atlantica”. E in questo quadro, la Cina rappresenta un attore con cui confrontarsi. In ogni senso: cercando di limitare le conseguenze delle sue azioni sulla sicurezza globale con iniziative economiche, diplomatiche e di soft power, ma anche costruendo con Pechino un percorso “costruttivo” comune. “Abbiamo bisogno della Cina per affrontare e risolvere i problemi globali”, ha detto non a caso l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla sede della Nato. Ma “la Cina deve comportarsi come un attore responsabile”, “soprattutto nei confronti della crisi ucraina, che rappresenta una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite”, ha avvertito nel giorno dell’arrivo nella capitale cinese della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e del presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi avranno domani un incontro con Xi Jinping.

L’inquilino dell’Eliseo non è il primo leader europeo a recarsi a Pechino negli ultimi mesi. Due settimane fa era stato preceduto dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. E prima di loro, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, già nel novembre scorso, si era recato in Cina (tra qualche polemica) per incontrare Xi. Missioni, che al di là del tentativo di Bruxelles di compattare il fronte europeo al cospetto del gigante asiatico, hanno confermato sensibilità diverse, seppur nella convinzione condivisa che Pechino era e resta un interlocutore – economico e finanziario, in primis – con cui fare i conti. E magari qualche fruttuoso contratto. D’altra parte, lo stesso nuovo Concetto strategico della Nato indica per la prima volta la Cina come attore statale da attenzionare nell’ottica di una protezione degli interessi e della sicurezza globale, assieme a Federazione russa, terrorismo, Medio Oriente e Africa del Nord. Così come la progressiva ascesa di Pechino sulla scena internazionale preoccupa non poco l’Unione europea, al punto che delle relazioni tra Cina e Russia l’Ue discuterà proprio con i paesi della regione dell’Indo-Pacifico durante un incontro a Stoccolma a metà maggio. “Siamo attenti a questo sviluppo”, ha detto oggi il ministro degli Esteri svedese Tobia Billström in riferimento all’amicizia russo-cinese, ed è per questo che, come presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue, “la Svezia convocherà un incontro tra i ministri degli Esteri dell’Unione europea e quelli della regione dell’Indo-Pacifico, a Stoccolma il 13 maggio”. La Cina, ha concluso Billström, sarà “uno degli argomenti” su cui riflettere e trovare un terreno comune. “È importante che l’Unione europea comprenda le tensioni che si stanno accumulando nella nell’Indo-Pacifico, ma anche le possibilità di cooperazione tra l’Ue e i paesi della regione”. (di Corrado Accaputo)

Scozia, arrestato il marito dell’ex premier Sturgeon

Scozia, arrestato il marito dell’ex premier Sturgeon




Scozia, arrestato il marito dell’ex premier Sturgeon – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Il marito dell’ex primo ministro scozzese Nicola Sturgeon è stato arrestato in relazione a un’indagine sul finanziamento del Partito Nazionale Scozzese (Snp). Peter Murrell, 58 anni, è stato preso in custodia dalla polizia questa mattina, si legge sulla Bbc. La polizia scozzese ha affermato che gli agenti hanno effettuato perquisizioni presso “diversi indirizzi come parte delle indagini”.

Il mese scorso Murrell si era dimesso da amministratore delegato del partito, incarico che aveva ricoperto dal 1999. È sposato con la Nicola Sturgeon dal 2010. Quest’ultima si è dimessa da primo ministro il mese scorso. Il suo incarico è stato prelevato da Humza Yousaf.

Finlandia, Sanna Marin lascerà la presidenza del suo partito: gli ultimi anni sono stati “difficili”

Finlandia, Sanna Marin lascerà la presidenza del suo partito: gli ultimi anni sono stati “difficili”




Finlandia, Sanna Marin lascerà la presidenza del suo partito: gli ultimi anni sono stati “difficili” – askanews.it



















Milano, 5 apr. (askanews) – Sanna Marin lascerà in autunno la presidenza del suo partito la Sdp, il partito sacialdemocratico finlandese. Marin non si candiderà alla presidenza Sdp alla riunione organizzata il prossimo settembre. Marin ne ha parlato oggi in un conferenza stampa trasmessa dai media finlandesi.

Secondo Marin, ci sono molte ragioni per la decisione. Ha detto che gli ultimi anni sono stati difficili per lei personalmente e che la sua resistenza era stata messa a dura prova.