Roma, 31 mar. (askanews) – “Non perdoneremo mai” chi ha commesso i crimini di Bucha, ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo account Telegram, in occasione dell’anniversario della liberazione del sobborgo di Kiev occupato dalle forze russe subito dopo l’invasione dell’Ucraina. “Bucha. 33 giorni di occupazione. Più di 1.400 morti, di cui 37 bambini. Più di 175 persone sono state trovate in fosse comuni e camere di tortura. 9.000 crimini di guerra russi. 365 giorni da quando è di nuovo una città ucraina libera. Un simbolo delle atrocità dell’esercito del paese occupante. Non perdoneremo mai. Puniremo ogni autore” di quei crimini, dice Zelensky nel suo messaggio.
A un anno dalla liberazione di Bucha, il sindaco del sobborgo di Kiev diventato simbolo delle atrocità compiute dalle forze russe, ha detto che è ora di chiudere la ferita e concentrarsi sulla ricostruzione. “C’è un incredibile desiderio di non permettere che ci siano ricordi visivi di quello che hanno fatto ir russi, di quello che si sono lasciati dietro”, ha dichiarato Anatoliy Fedoruk, riportato dal Guardian. La ricostruzione procede, “come in un vivace formicaio”. Bucha è anche “un simbolo del fatto che l’Ucraina sarà in grado di vincere questa guerra”, aveva detto il presidente Volodymyr Zelensky. Le autorità ucraine stimano a 1.137 il numero delle vittime civili nelle aree della regione di Kiev liberate un anno fa, di queste 461 uccise solo a Bucha.
Milano, 31 mar. (askanews) – La Finlandia al voto domenica 2 aprile, impegnata per le elezioni legislative che vedranno il rinnovo del Parlamento per il mandato 2023-2027. Urne aperte dalle 9 alle 20 finlandesi, ovvero dalle 8 alle 19 italiane. Il tutto mentre il Paese, il cui governo è stato guidato negli ultimi anni da una donna, Sanna Marin (Partito socialdemocratico finlandese), sta per aderire alla Nato con l’approvazione dei suoi 30 Stati membri. La premier ha guidato il Paese attraverso la pandemia di Covid, raccogliendo elogi internazionali e passa alla storia anche come il primo ministro che ha avviato il processo di candidatura all’Alleanza atlantica del suo Paese. E ora si trova in pole position ma senza certezza di riconferma.
Quanto alla Nato, la Finlandia era da tempo allineata militarmente con l’Occidente, ma non era un membro dell’alleanza militare. Tutto è cambiato all’inizio della primavera del 2022 dopo l’invasione russa dell’Ucraina, quando l’opinione pubblica finlandese si è improvvisamente spostata a favore dell’adesione. E Marin ha il merito non solo di aver saputo cogliere l’attimo, ma anche di aver spinto la Svezia nella stessa direzione. L’attuale governo di coalizione a cinque partiti di Sanna Marin comprende i socialdemocratici, il partito di centro, i verdi, l’alleanza di sinistra e il partito popolare svedese. Questi partiti controllavano 117 dei 200 seggi del parlamento finlandese. In questo periodo la premier è stata colpita solo da un piccolo scandalo per video personali di una serata di folli divertimenti trascorsa con le amiche, ma i finlandesi hanno dimostrato apertura mentale.
COME FUNZIONA IL VOTO I 200 deputati dell’Eduskunta (il Parlamento finlandese monocamerale con sede a Helsinki nella cosiddetta “eduskuntatalo”) sono eletti con sistema proporzionale a lista aperta in 13 collegi plurinominali, con seggi assegnati secondo il metodo Jefferson (mira a dare seggi ai partiti approssimativamente in proporzione al numero di voti ricevuti).
Il partito che ottiene il maggior numero di parlamentari in parlamento ha l’opportunità di formare un governo. Per fare ciò dovrà creare una coalizione con altri partiti, con almeno 101 parlamentari totali. I seggi aprono e chiudono domenica, ma il voto anticipato è già iniziato dal 22 al 28 marzo in varie località del paese e dal 22 al 25 marzo presso le ambasciate finlandesi. A differenza di altri paesi baltici, non esiste una soglia di sbarramento per entrare in Parlamento, ma se un partito ottiene più del 2% dei voti a livello nazionale, in futuro potrà beneficiare di finanziamenti statali.
DONNE AL GOVERNO In realtà le ultime elezioni generali dell’aprile 2019 non videro la vittoria di Sanna Marin, ma la salita al potere del primo ministro Antti Rinne, alla guida di una amministrazione rosso-verde. Tuttavia di Rinne ormai quasi non ci si ricorda, poichè travolto da uno scandalo (a causa delle polemiche sulla gestione di uno sciopero postale) dovette dimettersi, dopo meno di sei mesi in carica e fu sostituito appunto da Sanna Marin. Il cambio di leadership nel partito di centro ha portato a quell’ormai famoso governo (ora uscente) a guida femminile in Finlandia, dove tutti e cinque i leader del partito erano donne, con quattro di loro sotto i 35 anni (all’epoca): un evento a lungo al centro delle cronache di politica internazionale. GUIDA SEMPLICE AI PRINCIPALI PARTITI Dall’Alleanza di sinistra al Partito finlandese populista di estrema destra sono nove i partiti nell’ultimo Parlamento. Da sinistra a destra dopo Alleanza di sinistra con 16 deputati, veniva il Partito socialdemocratico con 40, Partito dei Verdi con 20, Partito popolare svedese e Åland con 10, il Partito di Centro con 31 Movimento ora con 1, Coalizione Nazionale di centro-destra con 38, Partito Cristiano Democratico con 5 e il partito dei finlandesi con 39. L’Alleanza di Sinistra è un gruppo con radici nel partito comunista e forti legami con il movimento operaio. Il Partito popolare svedese è un partito liberale che sostiene la minoranza di lingua svedese della Finlandia. Il Partito Cristiano Democratico è un piccolo partito socialmente conservatore con legami con gruppi religiosi cristiani. Il Partito di Centro ha radici nelle campagne e si avvantaggia del voto rurale, tradizionalmente forte. Ha ali liberali e tradizionaliste. La Coalizione Nazionale di centro-destra (NCP) è un partito liberale sul fronte economico per una fazione socialmente conservatrice. Il Partito dei finlandesi è un partito populista euroscettico di destra che si oppone all’immigrazione. Il Partito socialdemocratico è un partito di centrosinistra con forti legami con i sindacati finlandesi. Con Marin ha rafforzato le sue posizioni. Il Partito dei Verdi è incentrato sull’ambiente, fondato negli anni ’70 con una base di sostenitori in crescita tra i giovani elettori in città. CHI VINCERÀ? I socialdemocratici, il partito della coalizione nazionale e il partito dei finlandesi sono tutti in competizione per la premiership. Il partito che ottiene il maggior numero di deputati ha la prima possibilità di formare un governo e di solito prende il posto di Primo Ministro, ma i negoziati possono rivelarsi difficili e lunghi. Sia i socialdemocratici che il partito della coalizione nazionale hanno dichiarato di essere disposti a unirsi nello stesso governo se l’altro partito rivendicherà una vittoria nelle elezioni di questo aprile. I sondaggi hanno anche suggerito che questa è l’ipotetica coalizione più probabile dopo le elezioni. Marin però ha detto che il suo partito non si unirà a una coalizione con il partito dei finlandesi, definendolo “apertamente razzista”. Petteri Orpo del partito della coalizione nazionale, nel frattempo, non ha escluso una coalizione con il partito dei Finlandesi di Riikka Purra, ma ha negato che il suo partito stesse pianificando di formare un governo con loro, come recentemente suggerito da Marin.
Roma, 31 mar. (askanews) – La terza guerra mondiale con il ricorso alle armi nucleari “incombe all’orizzonte” e può essere scongiurata “solo con i negoziati, con trattative senza precondizioni”, lo ha detto il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, nel suo discorso alla nazione. L’Occidente “si prepara a invadere” il territorio della Bielorussia per “distruggere il paese”, ha detto il presidente della Repubblica di Bielorussia Alexander Lukashenko, rivolgendosi al popolo e al parlamento con un messaggio alla nazione. “La formazione di alcuni reggimenti …legioni è in pieno svolgimento per il successivo colpo di stato in Bielorussia. Verrà il momento… si stanno preparando a invadere il territorio della Bielorussia per distruggere il nostro paese”, ha aggiunto Lukashenko. L’Occidente – ha rimarcato – “sta cercando di trascinare la Bielorussia in guerra” e “i nostri vicini si stanno adoperando per questo”, con riferimento in particolare al riarmo della vicina Polonia.
Inoltre, il presidente ha detto che l’Occidente crea militanti tra i bielorussi fuggitivi. Allo stesso tempo, ha fatto riferimento a “terroristi” lanciati nel territorio della Bielorussia per compiere “sabotaggi” e atti di intimidazione, a suo dire, che starebbero cercando di creare cellule per coordinare le azioni di protesta e trasferendo denaro e armi. Il discorso arriva dopo l’annuncio che dispiegherà armi nucleari russe sarannno dispiegate in Bielorussia. La decisione di Minsk e Mosca di schierare armi nucleari sul territorio è stata presentata dal presidente russo Vladimir Putin.
Per Lukashenko, i piani della Russia di schierare armi nucleari tattiche in Bielorussia sono un’opportunità per “salvaguardare” il paese dalle minacce occidentali: “Nelle circostanze attuali e nella situazione politico-militare nel nostro Paese, ho intensificato i negoziati con il presidente russo Putin sulla restituzione delle armi nucleari alla Bielorussia. Vale a dire, sulla restituzione delle armi nucleari ritirate negli anni ’90”.
Roma, 31 mar. (askanews) – L’incriminazione di Donald Trump catapulta le elezioni del 2024 per la Casa Bianca in terra incognita, con la concreta possibilità che il principale candidato alla nomination repubblicana per le presidenziali decida di candidarsi per un nuovo mandato malgrado sotto processo. La decisione del grand giurì di Manhattan allunga l’ombra della ‘tempesta americana’ sulla campagna per le prossime presidenziali. Non a caso, sottolineano diversi media americani a poche ore dallo storico annuncio, diverse figure di peso in campo repubblicano si sono affrettate a criticare duramente l’accusa. In particolare, senza nominare Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis ha definito la mossa “antiamericana”. L’ex vicepresidente Mike Pence, parlando alla Cnn ha definito le accuse “un oltraggio”. Dichiarazioni lette come posizionamenti per evitare di inimicarsi l’elettorato fedele all’ex presidente.
Ma la messa in stato di accusa solleva interrogativi profondi per il futuro del Grand Old Party, anche perchè su Trump pesa la la possibilità di ulteriori accuse ad Atlanta e Washington. I sostenitori dell’ex presidente potrebbero risultare galvanizzati dal nuovo scenario, ma per il Gop il rischio di un indebolimento negli ‘swing states’ è una minaccia concreta. Trump è stato incriminato dal gran giurì di Manhattan con accuse connesse a pagamenti (130mila euro) alla pornostar Stormy Daniels per evitare che rivelasse durante la campagna elettorale per la Casa Bianca nel 2016 di avere avuto una relazione, o rapporti sessuali, con il candidato diversi anni prima. I dettagli non sono stati resi noti per ora, ma secondo i media americani, sono oltre 30 i capi di accusa contestati all’ex presidente, che dovrebbe consegnarsi martedì prossimo e che ha definito la vicenda “una persecuzione politica e ingerenza elettorale al livello più alto della storia”. Il gran giurì è formato da 23 cittadini, scelti a sorteggio, e può essere chiamato in caso di vicende particolarmente gravi a stabilire se le prove in mano alla procura sono base sufficiente per lanciare un procedimento penale.
“QUESTO È UN ATTACCO AL NOSTRO PAESE COME NON SI È MAI VISTO PRIMA”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma social Truth Media. L’ex presidente si trova nella sua residenza di Mar a Lago. Il suo avvocato Joe Tacopini ha detto che è “pronto a combattere”. Resta da vedere come l’opinione pubblica statunitense reagirà alla vicenda. I sondaggi mostrano che Trump rimane il leader indiscusso per la nomination repubblicana e le notizie che anticipavano l’incriminazione non hanno intaccato questo primato. La speranza, e il calcolo, della campagna di Trump e dei suoi alleati è che il tutto rilanci la base fedele al “Make America Great Again”, relegando i potenziali rivali di Trump nella scomoda posizione di doverlo difendere o inimicarsi l’elettorato più attivo.
Roma, 31 mar. (askanews) – Il Parlamento turco ha approvato un disegno di legge che consente alla Finlandia di aderire alla Nato, aprendo la strada all’adesione di Helsinki all’alleanza di difesa occidentale mentre infuria la guerra in Ucraina. Il Parlamento turco è stato l’ultimo tra le assemblee dei 30 membri dell’alleanza a ratificare l’adesione della Finlandia, dopo che il Parlamento ungherese ha approvato un disegno di legge simile questa settimana. Il presidente, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato questo mese che la Finlandia si è assicurata la benedizione della Turchia dopo aver promesso di sostenere la repressione di gruppi visti da Ankara come terroristi e di liberalizzare le esportazioni di armi.
La Finlandia e la Svezia hanno chiesto di aderire all’alleanza militare transatlantica lo scorso anno in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Ma il processo è stato frenato da Turchia e Ungheria. I parlamenti di tutti i membri della Nato devono ratificare i nuovi arrivati. “La Finlandia aderirà formalmente alla nostra Alleanza nei prossimi giorni”, ha detto oggi il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo il via libera arrivato dal Parlamento turco. “Accolgo con favore il voto del parlamento turco sulla ratifica dell’adesione della Finlandia alla Nato. Tutti i 30 alleati della Nato hanno ora ratificato il protocollo di adesione. E ho appena parlato con il presidente Sauli Niinisto per congratularmi con lui”, ha detto Stoltenberg. Stoltenberg ha poi rimarcato che “tutti gli alleati concordano sul fatto che una rapida conclusione del processo di ratifica per la Svezia sia nell’interesse di tutti”. “Sono ansioso di accogliere quanto prima anche la Svezia come membro a pieno titolo della famiglia Nato”, ha concluso.
Milano, 31 mar. (askanews) – Una nuova notte di attacchi sull’Ucraina da parte delle forze russe viene descritta da diverse fonti ucraine. Secondo Oleg Sinegubov, capo dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv, Mosca ha lanciato ieri sera un attacco missilistico sul distretto Novobavar. In totale, in base a quanto riferito da Sinegubov, i russi hanno lanciato 9 missili contro la città usando il sistema di difesa aerea S300. A Kharkiv sono stati danneggiati una infrastruttura civile ed edifici residenziali privati. Alcuni dei razzi hanno colpito il suolo, altri sono esplosi in aria. A seguito dell’attacco missilistico, tre persone sono rimaste leggermente ferite. Non hanno richiesto il ricovero. Inoltre, sempre la scorsa notte, secondo la tv ucraina i russi hanno effettuato un attacco con droni iraniani “Shahed” contro infrastrutture critiche nel distretto di Izyum. Due civili di 44 e 66 anni sono rimasti feriti e ricoverati in ospedale. Nella giornata di ieri i russi hanno anche bombardato gli insediamenti di confine della regione di Kharkiv, nei distretti di Kupyan, Chuguyiv e Vovchan. In particolare, attacchi su Kozachiya Lopan, Kupyansk, Dvorichnaya, Strelecha e altre città e villaggi. Gli edifici residenziali e gli edifici commerciali sono stati danneggiati.
Anche Zaporizhzhia – sede della ben nota centrale nucleare – e la sua periferia sono finiti sotto il fuoco russo questa notte: le truppe russe hanno lanciato una serie di attacchi missilistici che hanno danneggiato infrastrutture ed edifici residenziali, riferiscono fonti ucraine. Non ci sono morti o feriti. Ci sono state 30 segnalazioni per distruzione di case (appartamenti) e infrastrutture a seguito di bombardamenti da parte di personale militare russo. Il segretario del consiglio comunale di Zaporizhzhia, Anatoliy Kurtev, ha scritto che i russi hanno colpito di nuovo Zaporizhzhia questa notte. Non ci sono state vittime. Il capo dell’amministrazione regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha scritto che il 30 marzo i russi hanno ucciso un residente della regione, a Bakhmut. Altre 6 persone nella regione sono rimaste ferite. Mentre secondo l’amministrazione regionale di Kherson i russi hanno attaccato insediamenti pacifici nella regione 64 volte. Hanno sparato 243 proiettili da mortai, lanciarazzi, artiglieria, carri armati, droni e aerei. L’esercito russo ha attaccato i quartieri residenziali di Kherson 9 volte. A causa dei bombardamenti, in città sono stati danneggiati edifici privati e condomini. Ieri una persona è stata uccisa e altre due sono rimaste ferite nella regione di Kherson a causa dell’aggressione russa.
Roma, 31 mar. (askanews) – L’incriminazione di Donald Trump catapulta le elezioni del 2024 per la Casa Bianca in terra incognita, con la concreta possibilità che il principale candidato alla nomination repubblicana per le presidenziali decida di candidarsi per un nuovo mandato malgrado sotto processo. La decisione del grand giurì di Manhattan allunga l’ombra della ‘tempesta americana’ sulla campagna per le prossime presidenziali. Non a caso, sottolineano diversi media americani a poche ore dallo storico annuncio, diverse figure di peso in campo repubblicano si sono affrettate a criticare duramente l’accusa. In particolare, senza nominare Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis ha definito la mossa “antiamericana”. L’ex vicepresidente Mike Pence, parlando alla Cnn ha definito le accuse “un oltraggio”. Dichiarazioni lette come posizionamenti per evitare di inimicarsi l’elettorato fedele all’ex presidente.
Ma la messa in stato di accusa solleva interrogativi profondi per il futuro del Grand Old Party, anche perchè su Trump pesa la la possibilità di ulteriori accuse ad Atlanta e Washington. I sostenitori dell’ex presidente potrebbero risultare galvanizzati dal nuovo scenario, ma per il Gop il rischio di un indebolimento negli ‘swing states’ è una minaccia concreta. Trump è stato incriminato dal gran giurì di Manhattan con accuse di violazioni connesse a pagamenti (130mila euro) alla pornostar Stormy Daniels per evitare che rivelasse durante la campagna elettorale per la Casa Bianca nel 2016 di avere avuto una relazione, o rapporti sessuali, con il candidato diversi anni prima. I dettagli non sono stati resi noti per ora, ma secondo i media americani, sono oltre 30 i capi di accusa contestati all’ex presidente, che dovrebbe consegnarsi martedì prossimo e che ha definito la vicenda “una persecuzione politica e ingerenza elettorale al livello più alto della storia”. Il gran giurì è formato da 23 cittadini, scelti a sorteggio, e può essere chiamato in caso di vicende particolarmente gravi a stabilire se le prove in mano alla procura sono base sufficiente per lanciare un procedimento penale.
“QUESTO È UN ATTACCO AL NOSTRO PAESE COME NON SI È MAI VISTO PRIMA”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma social Truth Media. L’ex presidente si trova nella sua residenza di Mar a Lago. Il suo avvocato Joe Tacopini ha detto che è “pronto a combattere”. Resta da vedere come l’opinione pubblica statunitense reagirà alla vicenda. I sondaggi mostrano che Trump rimane il leader indiscusso per la nomination repubblicana e le notizie che anticipavano l’incriminazione non hanno intaccato questo primato. La speranza, e il calcolo, della campagna di Trump e dei suoi alleati è che il tutto rilanci la base fedele al “Make America Great Again”, relegando i potenziali rivali di Trump nella scomoda posizione di doverlo difendere o inimicarsi l’elettorato più attivo.
Milano, 31 mar. (askanews) – Il Gran Giurì di Manhattan, a New York, ha votato a favore dell’incriminazione di Donald Trump. E’ la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti deve affrontare un’accusa penale. Lo riporta il New York Times citando persone informate sui fatti.
Le accuse precise non sono ancora note, ma il caso ruota attorno a un presunto pagamento in nero ad una porno star, Stormy Daniels, durante la campagna elettorale del 2016 per la Casa Bianca. La Procura dovrà ora prendere accordi con i legali di Trump per la prima udienza in cui gli verrà contestato il capo di imputazione.
Questo “è un attacco al nostro Paese”, è “una persecuzione politica”, e “stanno cercando di avere un impatto sulle elezioni” sono state le prime parole dell’ex presidente, riferite da un giornalista dell’emittente televisiva Abc che lo ha intervistato telefonicamente. Trump si è anche dichiarato “completamente innocente”. L’incriminazione è destinata ad avere ripercussioni nella competizione elettorale per la Casa Bianca. Trump, che ha già annunciato la sua ricandidatura, ha dichiarato nei giorni scorsi che rimarrà nella corsa presidenziale del 2024 indipendentemente da eventuali accuse penali. Tra chi vota repubblicano, in questo momento Trump è il favorito, secondo un sondaggio, con il 54% degli elettori che lo sosterrebbe.
Trump aveva dichiarato il 18 marzo scorso che sarebbe stato arrestato la settimana successiva, invitando i suoi sostenitori a manifestare per “riprendersi la nazione” e ha poi in un’altra occasione parlato di potenziale “morte e distruzione” se fosse stato incriminato, come poi in effetti è successo ieri, dall’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan.
Roma, 30 mar. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sulla coscrizione primaverile, in base al quale 147mila persone saranno richiamate nelle forze armate russe dal 1 aprile al 15 luglio. Lo ha indicato il portale ufficiale di informazioni legali. “Da eseguire dal 1 aprile al 15 luglio 2023, la coscrizione di cittadini russi di età compresa tra 18 e 27 anni che non sono nella riserva e sono soggetti al servizio militare… la coscrizione per il servizio militare riguarda 147mila persone”, si legge nel decreto.
Il governo, le autorità regionali e le commissioni di coscrizione sono state incaricate di garantire l’attuazione delle attività relative alla leva.
Roma, 30 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti sono preoccupati per la detenzione di un giornalista del Wall Street Journal, cittadino statunitense, in Russia per sospetto spionaggio e sono in contatto con il quotidiano. Lo ha annunciato il segretario di stato americano Antony Blinken.
“Siamo profondamente preoccupati per la detenzione da parte della Russia di un cittadino giornalista statunitense, largamente riportata dai media. Siamo in contatto con il Wall Street Journal su questa situazione”, ha dichiarato Blinken in una nota. A inizio giornata, il tribunale distrettuale di Lefortovo di Mosca ha dichiarato di aver deciso di arrestare il corrispondente dell’ufficio di Mosca del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, con l’accusa di spionaggio. Il Wall Street Journal nega ogni accusa. L’amministrazione Biden continua a sollecitare i cittadini statunitensi in Russia a partire immediatamente, ha aggiunto Blinken.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti è stato in contatto diretto con il governo russo in merito alla detenzione del giornalista americano Evan Gershkovich e sta lavorando per garantirgli accesso consolare. Lo ha indicato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. “Ieri sera, i funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato hanno parlato con il datore di lavoro del signor Gershkovich, il Wall Street Journal. L’amministrazione è stata anche in contatto con la sua famiglia. Inoltre, il Dipartimento di Stato è stato in contatto diretto con il governo russo su questa questione, compreso il lavoro attivo per garantire l’accesso consolare al signor Gershkovich”, ha dichiarato Jean-Pierre in un comunicato stampa.