Roma, 22 mar. (askanews) – La Federal Reserve ha deciso un nuovo aumento dei tassi di interesse negli Usa, limitandosi nuovamente a 25 punti base con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,75-5%. Il comunicato diffuso al termine del direttorio (Fomc) afferma inoltre che “un qualche inasprimento addizionale della linea potrebbe essere appropriato, per raggiungere un livello di politica monetaria sufficientemente restrittivo da far tornare l’inflazione al 2% nel corso del tempo”. La Federal Reserve ha inoltre ritoccato al ribasso le previsioni di crescita economica degli Usa su quest’anno e il prossimo: ora per il 2023 prevede una espansione dello 0,4%, cui dovrebbe seguire un più 1,2% nel 2024. Il dato del 2025 è stato all’opposto ritoccato a rialzo all’1,9%. Contestualmente la Fed ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione di quest’anno al 3,3%, mentre ha confermato quelle sul 2024 al 2,5% e quelle sul 2025 2,1%. Lo scorso dicembre la Fed prevedeva una crescita 2023 allo 0,5%, sul 2024 l’1,6% e sul 2025 all’1,8%; per l’inflazione stimava 3,1% quest’anno.
Roma, 22 mar. (askanews) – Il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha dichiarato che qualsiasi Paese europeo che fa parte della Corte penale internazionale (Cpi) dovrebbe arrestare il presidente russo Vladimir Putin se dovesse essere sul loro territorio. “Penso che chiunque sia parte del tribunale e abbia degli obblighi dovrebbe adempiere ai propri obblighi”, ha detto Blinken in risposta a una domanda del senatore repubblicano Lindsey Graham durante un’udienza della commissione per gli stanziamenti del Senato. Blinken, però, non si è espresso su cosa accadrebbe in caso Putin fosse su suolo americano e se, in quel caso, le autorità statunitensi consegnerebbero il presidente russo alla Corte penale internazionale. Blinken ha osservato che Washington non fa parte della Cpi non avendo adottato la Dichiarazione di Roma e poi ha aggiunto: “Non credo che abbia in programma di venire qui presto”.
Bruxelles, 22 mar. (askanews) – La Commissione europea ha adottato oggi a Bruxelles una nuova proposta di direttiva che dispone criteri comuni per contrastare il “greenwashing”, le rivendicazioni ingannevoli di qualità e prestazioni ecologiche dei prodotti e dei servizi offerti ai consumatori (“green claims”). La proposta mira ad assicurare una maggiore chiarezza per i consumatori sui e maggiori garanzie del fatto che un prodotto messo in vendita come “ecologico” lo sia effettivamente, e che siano più complete le informazioni per scegliere prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente.
La proposta mira a creare condizioni di parità, trasparenza e concorrenza leale per quanto riguarda le informazioni sulle prestazioni ambientali dei prodotti. Secondo una nota della Commissione, “a beneficiare di queste nuove norme saranno anche le imprese, poiché quelle che si sforzano realmente di migliorare la sostenibilità ambientale dei loro prodotti saranno più facilmente riconosciute e premiate dai consumatori, e potranno aumentare le loro vendite anziché dover far fronte a una concorrenza sleale” basata su false rivendicazioni. Uno studio della Commissione del 2020 ha rilevato che il 53,3% delle rivendicazioni ambientali nell’Ue esaminate erano vaghe, fuorvianti o infondate, e che il 40% dei “green claim” era del tutto infondato. La nota di Bruxelles sottolinea che “la mancanza di norme comuni per le imprese che presentano autodichiarazioni ambientali volontarie apre la strada al “greenwashing” e crea condizioni di disparità nel mercato dell’Ue, a scapito delle imprese realmente sostenibili”. Secondo la proposta, le imprese che scelgono di presentare una “autodichiarazione ambientale” riguardante i loro prodotti e servizi dovranno rispettare norme minime sulle modalità con cui queste dichiarazioni devono essere comprovate e comunicate.
La direttiva, spiega la nota della Commissione, riguarda le autodichiarazioni esplicite, come per esempio: “T-shirt realizzata con bottiglie di plastica riciclata”, “consegna con compensazione di CO2”, “imballaggio in plastica riciclata al 30%” o “protezione solare rispettosa degli oceani”. Sono comunque escluse dal campo di applicazione della direttiva le autodichiarazioni disciplinate dalle norme Ue già esistenti, come il marchio Ecolabel Ue, o il logo degli alimenti biologici, La legislazione in vigore garantisce già l’affidabilità di queste dichiarazioni regolamentate. Le autodichiarazioni che saranno oggetto delle future norme regolamentari dell’Ue saranno escluse per lo stesso motivo.
La proposta riguarda tutte le autodichiarazioni volontarie riguardanti gli impatti, gli aspetti o le prestazioni ambientali di un prodotto, di un servizio o dell’operatore stesso. Prima che le imprese possano comunicarle ai consumatori, le “autodichiarazioni ambientali” contemplate dalla proposta dovranno essere verificate in modo indipendente e convalidate da prove scientifiche. Nel quadro dell’analisi scientifica, le imprese dovranno identificare gli impatti ambientali che sono effettivamente pertinenti per i loro prodotti, come anche le eventuali compensazioni tra i vari impatti, per fornire un quadro completo e accurato.
Le nuove norme garantiranno che le autodichiarazioni siano comunicate in modo chiaro. Saranno vietate le autodichiarazioni o i marchi che utilizzano un punteggio aggregato dell’impatto ambientale complessivo del prodotto, tranne se rientrano nelle norme dell’Ue. I confronti tra prodotti o organizzazioni dovranno essere fondati su informazioni e dati equivalenti. La direttiva disciplinerà anche i marchi ambientali. La Commissione intende contrastare la creazione di nuovi marchi ambientali pubblici e privati. Attualmente esistono almeno 230 marchi diversi, cosa che genera confusione e sfiducia nei consumatori. Per controllare la proliferazione di questi marchi, non saranno consentiti nuovi sistemi pubblici di etichettatura ambientale, a meno che non siano sviluppati a livello dell’Ue, e qualsiasi nuovo sistema privato dovrà dimostrare di perseguire obiettivi ambientali più ambiziosi rispetto ai sistemi esistenti e ottenere un’approvazione preventiva. Esistono norme dettagliate riguardanti i marchi ambientali in generale, che devono essere affidabili, trasparenti, verificati in modo indipendente e periodicamente riesaminati. La proposta di direttiva sulle autodichiarazioni ambientali sarà ora sottoposta all’approvazione dei co-legislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio Ue.
Roma, 22 mar. (askanews) – Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha accusato oggi la Corte penale internazionale dell’Aia di “eseguire gli ordini” dell’Occidente, dopo il mandato di arresto spiccato nei giorni scorsi dal tribunale contro il presidente russo Vladimir Putin.
“La Corte penale internazionale è presieduta da un pubblico ministero che è un anglosassone naturalizzato e che, ovviamente, come abbiamo visto tutti, sta eseguendo gli ordini dei suoi padroni, che vietano a questo organismo di indagare sui crimini degli Stati membri della Nato e lo impostano perchè vada alla ricerca di pretesti falsi, fatti inesistenti, con l’obiettivo di portare avanti l’agenda del cosiddetto Occidente collettivo”, ha detto Lavrov, citato dall’agenzia di stampa Ria.
Roma, 22 mar. (askanews) – Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha accusato oggi la Corte penale internazionale dell’Aia di “eseguire gli ordini” dell’Occidente, dopo il mandato di arresto spiccato nei giorni scorsi dal tribunale contro il presidente russo Vladimir Putin.
“La Corte penale internazionale è presieduta da un pubblico ministero che è un anglosassone naturalizzato e che, ovviamente, come abbiamo visto tutti, sta eseguendo gli ordini dei suoi padroni, che vietano a questo organismo di indagare sui crimini degli Stati membri della Nato e lo impostano perchè vada alla ricerca di pretesti falsi, fatti inesistenti, con l’obiettivo di portare avanti l’agenda del cosiddetto Occidente collettivo”, ha detto Lavrov, citato dall’agenzia di stampa Ria.
Roma, 22 mar. (askanews) – Nel materiale riportato sulla Terra dalla sonda giapponese Hayabusa-2, atterrata sull’asteroide Ryugu, gli scienziati hanno rilevato la presenza di uno mattoni fondamentali della vita: si tratta dell’uracile, una delle basi azotate che compongono l’acido ribonucleico, cioè l’RNA. Lo rivela una nuova ricerca pubblicata Nature Communications. L’uracile è stato rinvenuto in 10 milligrammi di materiale simile a carbone proveniente dall’asteroide. La scoperta fornisce una prova a favore della teoria secondo la quale gli elementi fondamentali della vita potrebbero essere arrivata sulla Terra portata dagli asteroidi che vi si sono schiantati.
Hayabusa-2 è stato lanciato nel 2014 dall’agenzia spaziale giapponese JAXA nel 2014 ed è tornato nell’orbita della Terra alla fine del 2020, portando con sé una capsula contenente campioni raccolti sull’asteroide. Il materiale è stato poi diviso tra diversi team di ricerca internazionali. Tra i campioni questi team di ricerca sono stati in grado di trovare anche la prima goccia d’acqua scoperta in un asteroide vicino alla Terra. Il DNA a doppia elica è il modello in cui è scritto il codice genetico, l’RNA a filamento singolo rsappresente il messaggero , che trasvrive le istruzioni contenute nel DNA. Come il DNA, è costituito da basi: adenina, guanina, citosina e uracile. Gli scienziati avevano già trovato alcune o tutte queste basi in resti di asteroidi atterrati sulla Terra come meteoriti. Tuttavia, non erano in grado di accertare che le sostanze chimiche provenissero dallo spazio o fossero frutto di contaminazione terrestre.
Roma, 22 mar. (askanews) – La riforma delle pensioni “continuerà il suo percorso democratico”: lo ha ribadito il presidente francese Emmanuel Macron, intervistato dalla televisione di Stato francese. “Occorre aspettare il parere del Consiglio costituzionale, e dopo questa decisione promulgherò la legge” ha concluso Macron ricordando come questa sia stata “preparata dal governo, modificata dal Parlamento, votata dal Senato, approvata in commissione mista, e approvata dall’Assemblea Nazionale tramite ricorso all’articolo 49.3 da parte della maggioranza”. Macron ha insistito sulla necessità di far sì che la riforma delle pensioni “entri in vigore entro la fine dell’anno”.
Il Presidente ha tuttavia ammesso di non essere “riuscito a condividere la necessità della riforma”, criticando però i sindacati per non “aver proposto alcuna soluzione di compromesso”; inoltre, ha ribadito che il governo “non tollererà alcun eccesso” sebbene l’esecutivo “debba ascoltare una legittima irritazione che però non può essere violenta”.
Roma, 22 mar. (askanews) – “I russi stanno attaccando Zaporizhzhia. Gli edifici residenziali e l’isola di Khortytsia sono sotto il fuoco nemico”. Lo ha scritto su Twitter, Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky.
L’isola di Khortytsia è l’isola più grande del fiume Dnepr e si trova all’interno dei confini della città di Zaporizhzhia, attraverso la quale scorre il fiume. Zaporizhzhia è una delle regioni parzialmente occupate dell’Ucraina che la Federazione Russa ha affermato di aver annesso l’anno scorso. A Zaporizhia “un missile russo ha colpito un edificio a più piani. La Russia sta bombardando la città con ferocia bestiale. Le aree residenziali in cui vivono persone comuni e bambini vengono colpite. Lo Stato terrorista cerca di distruggere le nostre città, il nostro Stato, la nostra gente”, lo ha reso noto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram. Zelensky ha inoltre diffuso sul suo profilo il video, in cui si vede un missile colpire una palazzina.
“Questo – ha concluso – non può diventare ‘un’altra normale giornata’: il mondo ha bisogno di maggiore unità e determinazione per sconfiggere più rapidamente il territorio russo e proteggere le vite”.
Milano, 22 mar. (askanews) – “Per quanto riguarda la nostra reazione, ovviamente, ne terremo conto nel determinare le nostre azioni” future. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, sulle possibili forniture britanniche di proiettili all’uranio impoverito all’Ucraina.
Martedì, il ministro della Difesa britannico Annabel Goldie ha dichiarato che il paese fornirà all’Ucraina munizioni per carri armati all’uranio impoverito, compresi proiettili perforanti per i carri armati Challenger 2.
Roma, 22 mar. (askanews) – “In occasione della storica Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua – la prima in quasi 50 anni – l’OMS e l’UNICEF chiedono a tutte le nazioni di accelerare radicalmente le azioni per rendere i servizi idrici e igienici una realtà per tutti”. E’ quanto si legge in una nota, in cui si presentano numeri “sconcertanti”. “Nel mondo, 2 miliardi di persone non hanno acqua sicura da bere e 3,6 miliardi di persone – quasi la metà della popolazione mondiale – utilizza servizi igienici che lasciano i rifiuti umani non trattati. Milioni di bambini e famiglie non hanno servizi idrici e igienici adeguati, fra cui il sapone per lavare le mani. Le conseguenze spesso possono essere letali”, si legge.
“Ogni anno almeno 1,4 milioni di persone – molte delle quali bambini – muoiono per cause prevenibili legate ad acqua non sicura e scarsi servizi igienici. Adesso, per esempio, il colera si sta diffondendo in paesi che non avevano avuto epidemie da decenni”, precisano Unicef e Oms. “Metà di tutte le strutture di assistenza sanitaria – dove le pratiche igieniche corrette sono particolarmente importanti – non dispongono di acqua e sapone o di soluzioni igienizzanti per le mani a base di alcol”. Le conseguenze sociali ed economiche dell’inadeguatezza dei servizi idrici e igienici sono “altrettanto devastanti”, si afferte. “Senza questi servizi fondamentali, le persone si ammalano, i bambini non imparano – soprattutto le bambine – e intere comunità possono essere sfollate a causa della scarsità d’acqua”, commentano Unicef e Oms.
Allo stesso tempo, i benefici dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, sia per i singoli individui che per le società, sono incommensurabili, si legge ancora. “Questi servizi sono fondamentali per uno sviluppo sano dei bambini e per sostenere il benessere degli adulti. Offrono inoltre un percorso per un più ampio progresso sociale ed economico, sostenendo la salute e la produttività delle comunità”. “Tutti noi abbiamo il diritto all’acqua sicura, a servizi igienici adeguati, eppure molti ne sono privi. Collettivamente, il mondo deve almeno quadruplicare gli attuali tassi di progresso per raggiungere l’accesso universale a servizi idrici e igienici gestiti in modo sicuro entro il 2030. I progressi devono essere ancora più rapidi nei contesti fragili e nei Paesi più poveri, per proteggere la salute e il futuro delle persone. Fortunatamente, abbiamo soluzioni possibili e l’opportunità storica di tradurle in azioni”, insistono Unicef e Oms, che esortano i governi a intraprendere le seguenti azioni:
– Sviluppare un piano per aumentare l’impegno politico nei confronti dell’acqua potabile e dei servizi igienici gestiti in modo sicuro, anche attraverso la sensibilizzazione dei leader a tutti i livelli di governo e il coinvolgimento dei gruppi della società civile; – Sviluppare una strategia per rafforzare la governance e le istituzioni necessarie per fornire questi servizi, ad esempio istituendo agenzie di regolamentazione autonome che applichino standard basati sulla salute e pubblichino regolarmente i risultati
– Sviluppare obiettivi politici chiari per orientare le decisioni di finanziamento e di spesa per i servizi idrici e igienici; – Sviluppare strategie di finanziamento e di spesa che tengano conto delle esigenze delle diverse regioni e dei diversi gruppi di popolazione; – Aumentare la spesa pubblica per i servizi idrici e igienici per riconoscerne il valore come bene pubblico; – Incoraggiare i fornitori a migliorare le prestazioni per soddisfare gli utenti e recuperare i costi, ad esempio riducendo le interruzioni del servizio e le perdite d’acqua e migliorando le strutture tariffarie e l’efficienza della raccolta. – Sviluppare un piano per la creazione di una forza lavoro più forte, più diversificata e più equilibrata dal punto di vista del genere, con maggiori competenze nel settore dei servizi idrici e igienici; – Costruire istituzioni solide e competenti e una forza lavoro capace e motivata. – Sostenere la crescita della fornitura di servizi professionalizzati, in particolare nei sistemi piccoli e rurali, fornendo lo sviluppo delle capacità del personale sottopagato e non adeguatamente formato. – Sostenere l’istituzionalizzazione della raccolta e del monitoraggio dei dati all’interno dei sistemi nazionali; – Utilizzare metodologie coerenti per la raccolta e il monitoraggio dei dati. – Condividere e utilizzare in modo trasparente le informazioni raccolte per orientare i processi decisionali. – Sviluppare politiche e regolamenti governativi di supporto che incoraggino l’innovazione e la sperimentazione nel settore dei servizi idrici e igienici. – Promuovere la collaborazione tra governo, gruppi della società civile e attori del settore privato per sviluppare e implementare nuove soluzioni. “Investimenti e azioni decisive su servizi idrici e igienici possono esser trasformativi. La chiave per sbloccare l’accesso universale ai servizi idrici e igienici è qui – dobbiamo solo coglierla”, concludono Unicef e Oms.