Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Nato, Zelensky: fiducioso che dopo la guerra Kiev sarà nell’Alleanza

Nato, Zelensky: fiducioso che dopo la guerra Kiev sarà nell’AlleanzaVilnius, 12 lug. (askanews) – “Sono fiducioso che con la fine della guerra, l’Ucraina entrerà finalmente nella Nato”: lo a detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante la conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al vertice dell’Alleanza a Vilnius.

“Sono grato al presidente americano Biden – ha aggiunto Zelensky – e a tutti gli americani per il loro sostegno”. Alla domanda su cosa intende discutere con Biden, Zelensky ha precisato: “Non ho in programma alcun argomento di discussione, anche se la sicurezza nell’Est Europa sarà al centro dei colloqui”.

Secondo il Cremlino la “Nato è una alleanza offensiva che promuove instabilità”

Secondo il Cremlino la “Nato è una alleanza offensiva che promuove instabilità”Roma, 12 lug. (askanews) – Il Cremlino definisce la Nato un’Alleanza offensiva che promuove instabilità e aggressione: lo ha dteto oggi il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti. “Questa (Nato) non è un’alleanza che è stata creata, concepita e progettata per garantire stabilità e sicurezza. Questa è un’alleanza offensiva. Questa è un’alleanza che porta instabilità, che porta aggressività”, ha detto Peskov durante il briefing di oggi alla stampa.

Zelensky al vertice Nato: chiediamo maggiore protezione per Ucraina

Zelensky al vertice Nato: chiediamo maggiore protezione per UcrainaVilnius, 12 lug. (askanews) – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiede “maggiore protezione per la nostra popolazione”, durante la conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al vertice dell’Alleanza a Vilnius.

Vladimir “Putin ha sottostimato l’unità della alleanza della Nato” aveva detto poco prima il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nella conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino. Stoltenberg ha parlato del programma per sostenere l’Ucraina e l’ha definita “mai così vicina alla Nato”.

Muore a 94 anni il grande scrittore Milan Kundera

Muore a 94 anni il grande scrittore Milan KunderaRoma, 12 lug. (askanews) – Lo scrittore Milan Kundera è morto all’età di 94 anni, ha annunciato mercoledì mattina la televisione ceca. Famoso in tutto il mondo per un’opera tradotta in quaranta lingue, Kundera è stato per molti versi uno scrittore misterioso. Come informazione biografica, si è accontentato di dichiarare: “Milan Kundera è nato in Cecoslovacchia. Nel 1975 si trasferisce in Francia”.

Nato il 1 aprile 1929 a Brno, in Cecoslovacchia, da padre musicologo e pianista, il romanziere fu prima poeta. La sua vita di scrittore si intreccia certo con la letteratura, ma anche con la storia di un secolo che ha visto crollare il comunismo dopo aver dominato le coscienze di gran parte dell’intellighenzia europea. Un dramma che sarà alla base della vocazione di Milan Kundera che nel 1967 pubblicò il suo primo romanzo “Lo scherzo”. Acclamato da Louis Aragon, che scrisse la prefazione quando il libro fu pubblicato in Francia nel 1968 (“questo romanzo che considero un’opera importante”), quest’opera potente in uno stile barocco e molto vivace esplora, attraverso il destino dell’uomo personaggi e femminili, uno dei temi fondamentali del suo lavoro: il confronto, insieme drammatico e comico, tra la vita intima dell’individuo, il suo carattere sfuggente e casuale e la finzione di un’ideologia collettiva, in questo caso il comunismo stalinista. Un crepacuore che l’autore ha vissuto dall’interno e che, in un certo senso, ha deciso il corso della sua vita.

Entusiasta comunista fin dall’età di 18 anni, quando si iscrisse al Partito dopo la presa del potere in Cecoslovacchia dopo la seconda guerra mondiale, Milan Kundera si rese ben presto conto dell’impostura del socialismo di Stato che imbriglia le coscienze, in particolare quella di scrittori e intellettuali costringendo loro di scrivere in una lingua morta; quello di un regime autoritario e livellatore che Kundera avrebbe poi descritto come kitsch per la sua entusiastica pesantezza e la sua fragorosa stupidità. Espulso dal partito per la prima volta nel 1956, Kundera fu reintegrato prima di essere definitivamente espulso nel 1970 dopo la sua attiva partecipazione alla Primavera di Praga del 1968. Kundera era allora membro dell’Unione degli Scrittori – prese parte all’opposizione di un regime che sarà normalizzato dall’intervento sovietico. Per essere un contestatore, tuttavia, Kundera non è un sessantottenne libertario alla moda. Contrariamente al lirismo pseudo-rivoluzionario parigino che pretendeva di fare tabula rasa del passato, il movimento praghese difendeva la cultura europea e le sue tradizioni minacciate dal sommario materialismo dell’ideologia pseudo-scientifica al potere. Dopo aver pubblicato Risibles amours (1971) La valse au adieux (1976) e La vita è altrove (1973) che gli valgono il premio del ranger Prix Médicis, Milan Kundera afferma di non voler più scrivere.

Ma i suoi ammiratori e amici lo convinsero a continuare e lo invitarono in Francia nel 1975. Andò a insegnare all’Università di Rennes e nel 1981 François Mitterrand gli concesse la nazionalità francese, contemporaneamente a Julio Cortazar. Ben presto scelse Parigi come sua “seconda città natale”. Nel 1984, ha riscosso un grande successo con L’insostenibile leggerezza dell’essere”, in particolare grazie all’adattamento nel 1988 del suo romanzo per il cinema di Philippe Kaufman e Jean-Claude Carrière. Un romanzo ispirato al tema nietzscheano del rifiuto dello spirito di pesantezza e che esplora il conflitto che può esistere, in ciascuno di noi, tra il desiderio di autenticità e il dovere di lucidità.

Zelensky ringrazia la Germania che invierà a Kiev “lanciatori e missili Patriot”

Zelensky ringrazia la Germania che invierà a Kiev “lanciatori e missili Patriot”Roma, 12 lug. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha ringraziato la Germania sul suo canale Telegram per aver accettato di inviare più lanciatori e missili Patriot in Ucraina dopo aver parlato con il cancelliere Olaf Scholz al vertice Nato a Vilnius.

“Abbiamo continuato la conversazione sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina sulla strada per la Nato con il cancelliere Scholz. Grazie per il vostro sostegno!”, ha scritto Zelensky in un messaggio sui social. “C’è un accordo su ulteriori lanciatori e missili Patriot dalla Germania. Questo è molto importante per proteggere la vita in Ucraina dal terrore russo! Sono grato per la disponibilità della Germania a sostenere a lungo termine l’Ucraina e la nostra difesa della libertà. I programmi di sostegno a lungo termine sono il miglior segnale per tutti nel mondo che la nostra Europa rimarrà uno spazio di sicurezza e di pace”, ha commentato il presidente ucraino.

Stoltenberg: le sfide che la Nato deve affrontare sono globali, “mantenere la nostra unità”

Stoltenberg: le sfide che la Nato deve affrontare sono globali, “mantenere la nostra unità”Vilnius, 12 lug. (askanews) – “Le sfide che dobbiamo affrontare sono globali: la guerra in Ucraina ha ramificazioni globali e quindi dobbiamo mantenere la nostra unità”. Lo ha sottolineato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg durante l’incontro del consiglio nord Atlantico a livello di capi di stato e di governo, con Svezia, Ue e partner dell’Indo Pacifico.

Così Stoltenberg avvia la seconda giornata di summit NATO a Vilnius, che vede come appuntamento chiave il discorso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden all’università della capitale del Paese Baltico; alle 11.35 italiane una conferenza stampa congiunta di Stoltenberg con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Nato, discorso di Biden per chiudere summit con appello a unità

Nato, discorso di Biden per chiudere summit con appello a unitàVilnius, 12 lug. (askanews) – C’è grande attesa a Vilnius per il discorso del presidente americano Joe Biden all’università della capitale lituana. Il capo di Stato Usa ha ricevuto un calorosissimo benvenuto da quando è arrivato e la gente continua ad essere assiepata attorno al suo albergo.

Biden non potrà non sottolineare le vittorie ottenute dalla diplomazia americana. Il vertice NATO di Vilnius, nonostante le polemiche di ieri sollevate dal leader di Kiev Volodymyr Zelensky e le posizioni decise di alcuni Paesi dell’Europa orientale, sta dimostrando – proprio grazie all’azione aggregante Usa – unità interna in una Europa comunque stanca della guerra in Ucraina. Il discorso di Biden arriva sulla scia della nuova assistenza anche militare all’Ucraina e il ruolo diplomatico giocato dagli Stati Uniti nell’introdurre la Svezia nell’alleanza militare nonostante le posizioni iniziali della Turchia e le polemiche sollevate dall’Ungheria.

Un discorso che non riguarda soltanto la scena mondiale, ma è anche in vista di una campagna elettorale in cerca della rielezione del 2024 per Biden, incentrata sulla guarigione delle divisioni in patria e all’estero.

Nato, Stoltenberg: sfide globali, “mantenere la nostra unità”

Nato, Stoltenberg: sfide globali, “mantenere la nostra unità”Vilnius, 12 lug. (askanews) – “Le sfide che dobbiamo affrontare sono globali: la guerra in Ucraina ha ramificazioni globali e quindi dobbiamo mantenere la nostra unità”. Lo ha sottolineato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg durante l’incontro del consiglio nord Atlantico a livello di capi di stato e di governo, con Svezia, Ue e partner dell’Indo Pacifico.

Così Stoltenberg avvia la seconda giornata di summit NATO a Vilnius, che vede come appuntamento chiave il discorso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden all’università della capitale del Paese Baltico; alle 11.35 italiane una conferenza stampa congiunta di Stoltenberg con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Nato: non possiamo escludere attacco contro sovranità alleati

Nato: non possiamo escludere attacco contro sovranità alleatiVilnius, 11 lug. (askanews) – “Non possiamo escludere la possibilità di un attacco contro la sovranità e l’integrità territoriale degli alleati”. Lo si legge nelle conclusioni del Vertice di Vilnius, in un documento approvato dai capi di Stato e di governo dei Paesi Nato, che parla anche di una “nuova generazione di piani di difesa regionale”.

“Dal 2014, e in particolare al vertice di Madrid del 2022, abbiamo preso decisioni per rafforzare la nostra posizione e stabilire una chiara traiettoria per un adattamento militare accelerato.áOggi abbiamo concordato misure significative per migliorare ulteriormente la deterrenza e l’assetto difensivo della NATO in tutti i settori, compreso il rafforzamento delle difese avanzate e la capacità dell’Alleanza di rafforzare rapidamente qualsiasi alleato che si trova sotto minaccia. Attueremo pienamente queste misure e negheremo a qualsiasi potenziale avversario ogni possibile opportunità di aggressione”.

Parlamento Ue alla resa dei conti su ripristino della natura

Parlamento Ue alla resa dei conti su ripristino della naturaStrasburgo, 11 lug. (askanews) – Polarizzazione estrema e scontro epocale tra le forze politiche al Parlamento europeo, che voterà domani a mezzogiorno sul regolamento Ue per il ripristino della natura.

Un testo che il Ppe, appoggiato dai Conservatori (Ecr) e dall’estrema destra (Id), chiede alla Commissione europea di ritirare, perché tanto mal concepito da essere inemendabile, mentre i gruppi dei Socialisti e Democratici (S&D), della Sinistra, dei Verdi e la maggioranza (il 70% circa) dei liberali di Renew lo difendono strenuamente, pronti anche a dolorosi compromessi al ribasso pur di salvarlo. In due ore e mezzo di acceso dibattito, la plenaria ha visto oggi scambi di accuse e recriminazioni senza precedenti tra gli eurodeputati dei due schieramenti.

Il regolamento, che è già stato prima annacquato e poi approvato in prima lettura (posizione negoziale) dal Consiglio Ue dell’Ambiente il 20 giugno a maggioranza qualificata (senza il sostegno di Italia, Olanda, Belgio, Polonia, Austria, Finlandia e Svezia), prevede sostanzialmente di dare attuazione agli impegni che i paesi Ue hanno preso nella Conferenza di Montreal del dicembre scorso sulla biodiversità. Secondo la proposta, gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a ridurre il declino della biodiversità ripristinando almeno il 20% degli habitat naturali degradati sul proprio territorio entro il 2030, con l’obiettivo di arrivare al 50% entro il 2050. Secondo il Ppe e la destra, il regolamento significherebbe una minaccia grave per la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto le piccole e medie, per la produzione di cibo, con conseguenze sulla sicurezza alimentare, sulle catene di approvvigionamento del settore, e sui prezzi agroalimentari, che aumenterebbero, ma solo per arricchire la distribuzione, mentre gli agricoltori, obbligati ad attuare sempre nuovi obiettivi ambientali senza avere alcun nuovo sostegno economico, sarebbero lasciati soli a lottare, in più, contro adempimenti burocratici sempre più pesanti, come sta già succedendo, d’altra parte, con gli “eco-schemi” della nuova Pac (Politica agricola comune), entrata in vigore solo a gennaio.

In più, il centro destra denuncia un presunto divieto di produzione sul 10% dei terreni agricoli (per tutelare la biodiversità) e gli obblighi previsti dal regolamento che cozzerebbero con le esigenze dell’aumento della produzione di energia rinnovabile, in particolare obbligando allo smantellamento dei più vecchi impianti idroelettrici e vietando installazioni eoliche o solari nelle sone protette. L’altra parte dell’Aula respinge come basate su “fake news” ed esagerazioni, diffuse scientemente e in malafede, gran parte di queste critiche. Secondo il fronte ambientalista, quello che sta succedendo è frutto di una spregiudicata strumentalizzazione politica da parte del presidente del Ppe, il tedesco Manfred Weber, che non ha niente a che vedere con i contenuti reali del regolamento.

Weber sta facendo una scommessa azzardata sul fatto che, cavalcando e rappresentando il malcontento di alcune forze produttive del mondo industriale e agricolo contro il Green Deal di Ursula von der Leyen, anch’essa del Ppe, sarà possibile rafforzare e coagulare tutto il centro-destra in un’alleanza strategica “modello Meloni” con i Conservatori, con la parte più conservatrice (soprattutto gli olandesi) dei Liberali di Renew e con l’appoggio esterno, ma immancabile nelle battaglie anti ambientaliste, dell’estrema destra. In vista delle elezioni europee dell’anno prossimo, il Ppe si propone sostanzialmente di sostituire Renew come gruppo-pivot del Parlamento europeo, quello che oggi decide con i suoi spostamenti se vincono alleanze liberal conservatrici con il centro destra o maggioranze social-ambientaliste con il centro sinistra e i Verdi. Sarebbe la fine dell’attuale “maggioranza Ursula”, basata proprio su Ppe, S&D e Renew, con l’appoggio esterno dei Verdi (e anche del M5s). Per questo il Ppe si è ritirato (fatto quanto mai insolito) dai negoziati sugli emendamenti per il regolamento sul ripristino della natura, e insiste nel chiedere il semplice rigetto del testo. Su questo Weber ha già ottenuto tre vittorie, con la bocciatura del regolamento nelle commissioni europarlamentari Agricoltura, Pesca e Ambiente. Ma il voto in plenaria è un’altra cosa, nessuno può prevederne il risultato, e la maggioranza in un senso o nell’altro sarà basata su pochissimi voti di differenza, forse meno di 10. Al voto in aula domani si comincerà con la proposta di rigetto puro e semplice del testo presentato dalla Commissione. Se passerà il rigetto, non potrà cominciare il negoziato a tre con il Consiglio Ue e la Commissione (“trilogo”) e bisognerà passare alla seconda lettura, con il rischio di una nuova bocciatura dell’Europarlamento che comporterebbe il ritiro inevitabile della proposta. La Commissione potrebbe anche decidere in qualsiasi momento di ritirare il testo, ma il commissario all’Ambiente, Viginius Sinkievicius, ha assicurato di non avere l’intenzione di farlo, perché “un compromesso è ancora possibile” e perché si perderebbero altrimenti “almeno altri tre anni” prima di poter avere un nuovo regolamento, troppo a ridosso del 2030. L’altra possibilità è che il rigetto non passi. A quel punto, si voterà in blocco un pacchetto di emendamenti presentato dal gruppo Renew che riprende integralmente la posizione negoziale approvata dal Consiglio Ue (in cui ci sono 10 governi a guida Ppe). Se, come è probabile, il pacchetto a questo punto venisse approvato, si sarebbe già sulla buona strada per un accordo veloce nel “trilogo” con il Consigio Ue. Tutti i gruppi del fronte ambientalista (Verdi, Sinistra, Socialisti e Democratici e lo stesso Renew, o almeno la sua maggioranza) hanno annunciato oggi che voteranno a favore di questo compromesso, molti a malincuore, vista la riduzione delle ambizioni che comporta, in particolare con la rimozione di diversi obiettivi obbligatori. A questo punto, potranno essere votati anche altri 130 emendamenti, presentati dai diversi gruppi per rafforzare in senso ambientalista il testo di compromesso, ma con poche probabilità, enlla maggiora parte dei casi, di raccogliere ancora la maggioranza necessaria.