Threads oltre i 100 milioni di utenti, traffico Twitter rallentatoNew York, 10 lug. (askanews) – Threads, il nuovo social network di Meta Platforms lanciato il 5 luglio 2023 ha già superato i 100 milioni di iscritti dal suo debutto, provocando un notevole rallentamento del traffico sulla piattaforma rivale, Twitter.
Threads pubblicizzato come una “piazza pubblica” per le comunità “che non hanno mai veramente abbracciato Twitter”, sta facendo breccia tra gli utenti statunitensi hanno scelto di premiare la società di Zuckerberg, che in un post pubblicato lunedì ha ribadito “Non riesco a credere che siano arrivati qui a solo 5 giorni!”, chiarendo che non sono ancora state attivate promozioni. Nel weekend la rivalità con Elon Musk, proprietario di Twitter, si è inasprita, con scambi di messaggi non proprio lusinghieri. Se Threads sarà in grado di mantenere la sua base di utenti, potrebbe consolidare la sua posizione di vero concorrente per Twitter, che ha riportato quasi 238 milioni di utenti attivi giornalieri monetizzabili nel suo ultimo rapporto sugli utili trimestrali.
Polemiche dopo invito Opera Nizza a direttrice orchesta amica MeloniRoma, 10 lug. (askanews) – Diverse associazioni hanno denunciato l’arrivo all’Opera di Nizza della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, invitata ad esibirsi durante i festeggiamenti di fine anno. Figlia di Gabriele Venezi, ex politico appartenente al partito neofascista Forza Nuova, la musicista è vicina al Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni
Le associazioni hanno protestato lunedì contro l’arrivo a Nizza di un direttore d’orchestra definito “neofascista” e vicino al capo del governo italiano Giorgia Meloni. La città di Nizza ha invitato il direttore d’orchestra italiano Beatrice Venezi a dirigere la sua Orchestra Filarmonica per i tradizionali balletti di Natale e il Concerto di Capodanno. Riunite nel collettivo “Touscitoyens06”, le associazioni hanno manifestato in un comunicato la loro “opposizione” all’arrivo di “un direttore d’orchestra neofascista” e hanno chiesto al sindaco di Nizza Christian Estrosi e al direttore generale dell’Opera di “cancellare” quest’evento’. Già in aprile c’erano state proteste per l’invito alla Venezi all’opera di Limoges .
In una reazione inviata ad AFP, il direttore generale dell’Opéra de Nice, Bertrand Rossi, ha affermato che “la musica ha il potere di trascendere le divisioni e riunire le persone attorno a un’esperienza comune, è essenziale separare l’arte dalla politica. Come istituzione culturale, il nostro ruolo è promuovere la libera espressione artistica e creare un ambiente in cui tutti possano sentirsi a proprio agio e rispettati, indipendentemente dalle loro appartenenze politiche”, ha aggiunto, ricordando che la Venezi, “talentuosa direttrice d’orchestra di fama internazionale”, era già stata accolta a Nizza per un concerto nel 2022.
Il summit Nato di Vilnius, Kiev chiede un invito unanime all’adesione. Mosca avverte: reazione fermaRoma, 10 lug. (askanews) – L’Ucraina chiede un invito unanime da parte dei membri della Nato, che domani si riuniranno a Vilnius, affinché Kiev aderisca all’Alleanza: lo ha detto oggi il vice primo ministro Olga Stefanishyna.
“Vogliamo che tutti i 31 leader della Nato confermino che l’Ucraina è invitata ad aderire alla Nato”, ha detto Stefanishnya in un’intervista a European Pravda. “Prima verrà presa una decisione politica e poi definiremo i formati”, ha aggiunto. Stefanishnya ha detto che la presenza fisica di Zelensky a Vilnius questa settimana non è stata ancora decisa. “Sul tavolo davanti ai leader ci sono i documenti finali che si propone di adottare a seguito del vertice. Ora non sappiamo cosa conterranno questi documenti”, ha detto.
“Sicuramente non sentiremo ‘no’ a Vilnius, questa è la prima cosa. Ora la discussione riguarda che tipo di ‘sì’ sarà”, ha insistito la vicepremier. Dall’altro lato, Mosca fa sapere che l’adesione dell’Ucraina alla Nato avrà delle conseguenze molto negative per l’architettura della sicurezza europea. E’ quanto ha reso noto oggi il Cremlino, citato dalla Ria Novosti.
L’adesione dell’Ucraina alla Nato avrà conseguenze molto negative per l’architettura di sicurezza europea, ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Conoscete la posizione assolutamente comprensibile e coerente della Russia secondo cui l’adesione dell’Ucraina alla Nato avrà conseguenze molto, molto, negative per l’intera architettura di sicurezza già semidistrutta in Europa e sarà un pericolo assoluto, una minaccia per il nostro Paese”, ha detto Peskov ai giornalisti.
L’adesione di Kiev richiederà una risposta abbastanza chiara e ferma da parte della Russia, ha aggiunto il portavoce russo.
La Nato si riunisce a Vilnius, con l’obiettivo di evitare divisioni sull’UcrainaVilnius, 10 lug. (askanews) – Con la volontà di evitare divisioni rispetto alla ripetuta richiesta di adesione dell’Ucraina, la Nato si riunisce a Vilnius ai massimi livelli da domani (11 e 12 luglio) in uno dei momenti più drammatici per gli equilibri internazionali dalla nascita dell’alleanza militare. Si tratta del quarto vertice Nato dall’aggressione russa contro Kiev iniziata il 24 febbraio 2022: il primo si tenne il giorno dopo l’inizio dell’invasione – il 25 febbraio 2022, seguito da incontri a Bruxelles e a Madrid – e l’intensificarsi degli incontri dimostra come la minaccia russa sul fianco est abbia costretto l’alleanza a rafforzare la cooperazione. Quarta è anche la proroga di Jens Stoltenberg come segretario generale dell’Alleanza: un altro anno per il norvegese (in carica dal 2014), che toglie dall’ordine del giorno del vertice una questione potenzialmente infiammabile, quella appunto della successione.
Il vertice sarà comunque un momento storico importante e vedrà riuniti i leader dell’Alleanza. Per l’Italia il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di seguito alcune della parole chiave di questo summit. VILNIUS A poche decine di chilometri dalla Bielorussia, Vilnius come sede del vertice racconta tutta la vicinanza alle minacce rappresentate in Europa da Mosca e dal suo più stretto alleato, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Ma rappresenta anche un baluardo dell’occidente su diverse questioni delicate, non solo russe: nel 2021 la Lituania ha visto ad esempio l’apertura di un ‘ufficio rappresentativo di Taiwan’, dopo il rifiuto categorico di Pechino di ammettere Taiwan nell’Oms. La reazione cinese alla scelta del Paese baltico è stata severa: riduzione della rappresentanza diplomatica del dragone e restrizioni commerciali. Ma l’ufficio resiste.
Va notato inoltre che la piccola Lituania, oggi una nazione di circa 2,8 milioni di abitanti, ha una lunga storia di resistenza rispetto alle mire espansionistiche di Mosca: le sue terre – già descritte da Tacito nel 98 d.C. nel ‘De origine et situ Germanorum’ – subirono nei secoli ripetute invasioni russe, repressioni e deportazioni particolarmente efferate, fino a quando alla fine del XX secolo hanno rappresentato un punto di svolta per la storia occidentale: nel 1990 fu la prima tra le repubbliche baltiche a dichiarare la propria indipendenza e svolse un ruolo determinante, quando l’esercito russo, su disposizione di Michail Gorbachev, sparò sui manifestanti lituani e contrappose i carri armati alla pacifica protesta lituana del gennaio 1991 (‘domenica di sangue’). E i legami tra Russia e Lituania – confinante con l’exclave di Kaliningrad e la Bielorussia – sono rimasti difficili dall’indipendenza, e in particolare da quando lo stato baltico è entrato a far parte dell’Unione Europea e della Nato nel 2004. UCRAINA Non unica questione, ma sicuramente tema chiave del vertice sono la guerra in Ucraina e le minacce per la sicurezza globale che ne conseguono. Alla luce dei ripetuti appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché Kiev riceva un invito nell’Alleanza, il vertice di Vilnius appare molto concentrato sulle future relazioni della Nato con l’Ucraina. Stoltenberg ha già chiarito che Kiev non diventerà membro mentre infuria la guerra e non dovrebbe esserci un invito formale. Ma non c’è una unanime visione sulla rapidità con cui l’Ucraina dovrebbe unirsi dopo la fine dei combattimenti. Tuttavia potrebbe essere altamente simbolico il lancio di un Consiglio Ucraina-Nato con la prima riunione presieduta proprio a Vilnius da Zelensky.
I paesi dell’Europa orientale vorrebbero al vertice una road map per Kiev, altri diffidano di qualsiasi mossa che possa avvicinare l’alleanza alla guerra con la Russia. Zelensky stesso ha riconosciuto che è improbabile che Kiev possa aderire alla Nato mentre è in corso la guerra e da Mosca il leader del Cremlino Vladimir Putin ha minacciato un’azione non meglio specificata se l’Ucraina si unisse. Esiste però un dibattito interno sui tempi. Più paesi hanno sostenuto una proposta britannica per consentire a Kiev di saltare il cosiddetto programma Membership Action Plan (MAP) che stabilisce obiettivi politici, economici e militari che i candidati devono raggiungere e che altri Paesi dell’Europa orientale hanno dovuto passare prima di entrare. Resta la dichiarazione del vertice di Bucarest (2008), secondo cui l’Ucraina è destinata a diventare membro, ma senza offrire a Kiev un vero invito o calendario. A Bucarest, ricorda l’ambasciatore Stefano Stefanini, tracciando per askanews quello che ci si potrebbe aspettare, ‘la prima volta che si presentò questo problema, ci fu una discussione difficilissima che diede un segnale di divisione all’interno dell’Alleanza, perché l’Alleanza allora era divisa. Si risolse in una dichiarazione di principio, ovvero Ucraina e Georgia entreranno nella Nato, molto categorica, che fece infuriare Vladimir Putin e contemporaneamente diede una percezione di debolezza. Questo a Vilnius non succederà’.
Per qualcun altro è invece possibile che la NATO trovi una formulazione più forte rispetto al 2008 per sottolineare la prospettiva di Kiev di aderire all’Alleanza. Il tutto dopo il tour del capo di stato ucraino in Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Turchia. A Vilnius i leader dovrebbero discutere anche quali garanzie di sicurezza Kiev dovrebbe ottenere dopo la guerra, secondo impegni bilaterali con i paesi membri, compresi probabilmente aiuti militari e finanziari per dissuadere la Russia da un nuovo attacco. Ma Stoltenberg ha sottolineato che la Nato – ai sensi dell’articolo 5 del Trattato di Washington – fornirà garanzie di sicurezza a tutti gli effetti solo ai membri a pieno titolo dell’Alleanza. BOMBE A GRAPPOLO Gli Stati Uniti hanno annunciato venerdì che forniranno all’Ucraina le controverse bombe a grappolo, ordigni che presentano un rischio maggiore per la parte civile poiché si aprono nell’aria rilasciando ‘bombe’ più piccole su una vasta area. L’Ucraina ha promesso di usarle con attenzione, ma numerosi partner della Nato hanno espresso chiare perplessità. Comprese l’Italia e la Spagna. Anche il Canada e il Regno Unito hanno espresso preoccupazione mentre la Germania, che ha firmato il trattato di divieto, ha dichiarato che non fornirà le bombe all’Ucraina, ma ha mostrato comprensione per la posizioneáamericana. Di certo sarà tema molto dibattuto, anche nei corridoiádelávertice. IL FIANCO ORIENTALE Alla luce della minaccia rappresentata dalla Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina, i leader della Nato hanno approvato i piani per aumentare le forze dispiegate nell’ala orientale dell’Alleanza al vertice del giugno 2022. Per decenni la Nato non ha visto la necessità di piani di difesa su larga scala, ma con la guerra più sanguinosa in Europa dal 1945 che infuria, gli scenari rispetto a Mosca sono cambiati. La Nato alzerà anche gli obiettivi per lo stoccaggio di munizioni poiché Kiev sta consumando i proiettili molto più velocemente di quanto i paesi occidentali possano produrli. Allo stesso tempo, gli alleati mostreranno come intendono realizzare l’obiettivo concordato al vertice di Madrid dello scorso anno, di mettere in massima allerta oltre 300.000 soldati, rispetto ai 40.000 del passato, per contrastare la Russia. SVEZIA Sotto i riflettori a Vilnius ci sarà anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il principale ostacolo che ha bloccato sinora i tentativi della Svezia di aderire alla Nato insieme con la vicina Finlandia che ha fatto il suo ingresso ad aprile come 31esimo Paese membro. La Svezia sperava di diventare il 32esimo, ma la Turchia continua a bloccare la sua adesione, accusando Stoccolma di ospitare membri di gruppi militanti sul suo territorio e affermando che deve reprimerli prima di poter aderire alla Nato. Gli alleati sperano che il presidente turco Tayyip Erdogan allenti la sua opposizione al vertice, ma non è chiaro se ciò accadrà. ‘Se la Svezia continua a rimanere a bocca asciutta – ha spiegato Stefanini – siamo di fronte a un problema Nato-Turchia che non potrebbe che rallegrare Putin: Recep Tayyip Erdogan con altri 5 anni davanti a lui, deve mollare sulla questione perché altrimenti, se continua ad avanzare motivi pretestuosi, si crea davvero un’incompatibilità tra Turchia e Nato. Ma Erdogan penso negozierà, come al solito’. BIDEN Ieri quando in Italia non erano ancora le 23.00 è atterrato a Londra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per incontrare re Carlo III e il primo ministro Rishi Sunak in una tappa alla volta del vertice di Vilnius. Stati Uniti e Regno Unito sono tra i più forti sostenitori occidentali di Kiev. Ma il capo di stato democratico ha smorzato le speranze dell’Ucraina alla vigilia del vertice: ‘Non credo che sia pronta per far parte della Nato’, ha detto in un’intervista alla Cnn. ERDOGAN In giornata previsto anche l’incontro tra i leader turco Recep Tayyip Erdogan e lo svedese Ulf Kristersson: si incontreranno a Vilnius per i negoziati finali sull’adesione della Svezia, alla vigilia del vertice. La Casa Bianca ha detto venerdì che si aspetta che la Svezia aderisca alla NATO ‘nel prossimo futuro’, giudicando ‘possibile’ che Turchia e Ungheria cambino atteggiamento proprio al vertice di Vilnius. Venerdì a Istanbul ricevendo il presidente ucraino Zelensky, Erdogan ha dichiarato che Kiev ‘merita’ di essere ammessa all’Alleanza. Zelensky aveva appena criticato la mancanza di unità all’interno dell’organizzazione sulle adesioni di Svezia e Ucraina.
Il Cremlino: Putin ha incontrato Prigozhin e i comandanti della Wagner (che restano “fedeli sostenitori”)Roma, 10 lug. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un incontro al Cremlino con il capo della compagnia di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, e altri comandanti del gruppo per discutere degli eventi del 24 giugno: lo ha annunciato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti.
“In effetti, il presidente ha tenuto un incontro del genere”, ha detto Peskov. “Ha invitato 35 persone. Tutti i comandanti del gruppo e la direzione della compagnia, incluso Prigozhin. Questo incontro si è svolto al Cremlino il 29 giugno ed è durato quasi tre ore”, ha detto Peskov in un briefing alla stampa. I dettagli dell’incontro sono riservati, ma sia i comandanti di Putin che quelli di Wagner hanno fornito una valutazione degli eventi del 24 giugno, ha detto il portavoce.
“L’unica cosa che possiamo dire è che il presidente ha dato una valutazione delle azioni della compagnia in prima linea durante l’operazione militare speciale, e ha anche dato la sua valutazione degli eventi del 24 giugno. Putin ha ascoltato le spiegazioni dei comandanti e ha offerto loro ulteriori opzioni di lavoro”, ha detto Peskov. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha anche detto che il procedimento penale aperto contro il capo della compagnia di mercenari russi Wagner, Yevgeny Prigozhin, per ammutinamento armato, è stato archiviato e che i combattenti del gruppo che avevano preso parte alla “marcia per la giustizia” non dovranno affrontare alcuna azione, in riconoscimento del loro precedente servizio alla Russia.
Sebbene Putin avesse precedentemente promesso di punire coloro che avevano partecipato all’ammutinamento, Peskov ha affermato che l’accordo raggiunto per il loro ritiro aveva “l’obiettivo più alto” di evitare scontri e spargimenti di sangue.
Il summit della Nato, a Vilnius si discuterà del rafforzamento delle basi: ecco i numeriVilnius, 10 lug. (askanews) – Il summit della Nato che si apre a Vilnius, in Lituania, da domani (11 e 12 luglio), alla presenza dei capi di Stato e di governo dei Paesi membri ha tra i suoi principali temi di discussione la ridefinizione del numero di militari impiegati nelle diverse basi Nato nel continente europeo, con uno sguardo di particolare attenzione al confine est con la Russia, ad oltre un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina.
La Nato, infatti, ha rafforzato la sua presenza nella parte orientale dell’Alleanza, con otto gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. Si tratta del più grande rafforzamento di difesa collettiva della Nato da una generazione a questa parte. In Bulgaria, l’Italia è la Nazione al comando. Sono presenti 945 militari. In Estonia, (a comando Regno Unito), sono 1373 le unità. In Ungheria, 1054 soldati; in Lettonia, 1.840; in Lituania (Germania al comando), 1805 unità; in Polonia (a guida Usa) sono 1033 i militari, mentre in Romania (sotto il comando francese) ci sono 574 soldati. Infine, in Slovacchia (a guida Repubblica Ceca) sono dispiegati 1056 militari. Gli otto gruppi tattici lungo il confine est sono dunque composti da un totale di oltre 10.200 soldati. A Vilnius si discuterà del rafforzamento delle basi Nato, con un innalzamento delle unità impiegate, passando da un grado di battaglione a brigata.
Oltre agli otto gruppi tattici multinazionali, la Nato è fortemente impegnata in altre due missioni: la Kfor, che consiste nel contribuire a mantenere un ambiente sicuro e la libertà di movimento per tutte le comunità del Kosovo, come previsto dalla risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nello svolgimento delle sue attività, la Nato coopera e assiste le Nazioni Unite, l’Unione Europea e altri attori internazionali. Qui sono presenti 4.511 militari, grazie al contributo di 27 Nazioni. L’Italia è il maggior contribuente con 852 unità. E la missione Nato in Iraq (NMI). Al vertice NATO di Bruxelles del luglio 2018, i leader alleati hanno lanciato la Missione NATO Iraq, a seguito di una richiesta e su invito del governo iracheno. La missione è stata istituita a Baghdad nell’ottobre 2018. Il suo attuale comandante è il generale di divisione José Antonio Agüero Martínez, spagnolo.
La Missione NATO in Iraq è una missione non di combattimento, ma di consulenza e sviluppo delle capacità che assiste l’Iraq nella costruzione di istituzioni e forze di sicurezza più sostenibili, trasparenti, inclusive ed efficaci, in modo che esse stesse siano in grado di stabilizzare il Paese, combattere il terrorismo e prevenire il ritorno di Daesh.
Attacco russo a Orikhiv: 4 morti. L’inviato di Mosca a Vienna: negoziati di pace al momento impossibiliRoma, 10 lug. (askanews) – Quattro persone sono morte e 11 sono rimaste ferite dopo che la Russia ha bombardato una zona residenziale della città in prima linea di Orikhiv, nella regione ucraina di Zaporizhzhia, mentre era in corso la distribuzione di aiuti umanitari: lo ha riferito oggi il governatore della regione a Reuters.
Yuriy Malashko ha detto che tra le persone uccise c’erano tre donne e un uomo, tutti sulla quarantina. Ha aggiunto che la Russia ha effettuato 36 attacchi mirati su 10 insediamenti della regione di Zaporizhzhia. Intanto, Konstantin Gavrilov, capo della delegazione russa ai colloqui sulla sicurezza militare e sul controllo degli armamenti a Vienna, ha dichiarato che i negoziati per una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina sono al momento impossibili.
“I negoziati sono al momento semplicemente impossibili. Se gli americani lo volessero, costringerebbero gli ucraini a sedersi al tavolo dei negoziati”, ha detto Gavrilov all’emittente Rossiya 24.
A Vilnius si discuterà rafforzamento basi Nato: ecco i numeriVilnius, 10 lug. (askanews) – Il summit della Nato che si apre a Vilnius, in Lituania, alla presenza dei capi di Stato e di governo dei Paesi membri ha tra i suoi principali temi di discussione la ridefinizione del numero di militari impiegati nelle diverse basi Nato nel continente europeo, con uno sguardo di particolare attenzione al confine est con la Russia, ad oltre un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina.
La Nato, infatti, ha rafforzato la sua presenza nella parte orientale dell’Alleanza, con otto gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. Si tratta del più grande rafforzamento di difesa collettiva della Nato da una generazione a questa parte. In Bulgaria, l’Italia è la Nazione al comando. Sono presenti 945 militari. In Estonia, (a comando Regno Unito), sono 1.373 le unità. In Ungheria, 1.054 soldati; in Lettonia, 1.840; in Lituania (Germania al comando), 1805 unità; in Polonia (a guida Usa) sono 1.033 i militari, mentre in Romania (sotto il comando francese) ci sono 574 soldati. Infine, in Slovacchia (a guida Repubblica Ceca) sono dispiegati 1.056 militari. Gli otto gruppi tattici lungo il confine est sono dunque composti da un totale di oltre 10.200 soldati.
A Vilnius si discuterà del rafforzamento delle basi Nato, con un innalzamento delle unità impiegate, passando da un grado di battaglione a brigata. Oltre agli otto gruppi tattici multinazionali, la Nato è fortemente impegnata in altre due missioni: la Kfor, che consiste nel contribuire a mantenere un ambiente sicuro e la libertà di movimento per tutte le comunità del Kosovo, come previsto dalla risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nello svolgimento delle sue attività, la Nato coopera e assiste le Nazioni Unite, l’Unione Europea e altri attori internazionali. Qui sono presenti 4.511 militari, grazie al contributo di 27 Nazioni. L’Italia è il maggior contribuente con 852 unità.
Missione Nato Iraq (NMI) Al vertice NATO di Bruxelles del luglio 2018, i leader alleati hanno lanciato la Missione NATO Iraq, a seguito di una richiesta e su invito del governo iracheno. La missione è stata istituita a Baghdad nell’ottobre 2018. Il suo attuale comandante è il generale di divisione José Antonio Agüero Martínez, spagnolo. La Missione NATO in Iraq è una missione non di combattimento, ma di consulenza e sviluppo delle capacità che assiste l’Iraq nella costruzione di istituzioni e forze di sicurezza più sostenibili, trasparenti, inclusive ed efficaci, in modo che esse stesse siano in grado di stabilizzare il Paese, combattere il terrorismo e prevenire il ritorno di Daesh.
A tal fine, la NATO fornisce consulenza ai funzionari iracheni competenti in materia di difesa e sicurezza del Ministero della Difesa, dell’Ufficio del Consigliere per la Sicurezza Nazionale e del Centro Operativo Nazionale del Primo Ministro. La missione fornisce inoltre consulenza alle istituzioni irachene di formazione militare professionale nell’area di Baghdad. Le autorità irachene hanno identificato una serie di obiettivi primari per la cooperazione con l’NMI. Questi includono l’educazione alla sicurezza, la logistica, la difesa informatica e il buon governo.
Nato si riunisce a Vilnius, puntando a evitare divisioni su UcrainaVilnius, 10 lug. (askanews) – Con la volontà di evitare divisioni rispetto alla ripetuta richiesta di adesione dell’Ucraina, la Nato si riunisce a Vilnius ai massimi livelli da domani (11 e 12 luglio) in uno dei momenti più drammatici per gli equilibri internazionali dalla nascita dell’alleanza militare. Si tratta del quarto vertice Nato dall’aggressione russa contro Kiev iniziata il 24 febbraio 2022: il primo si tenne il giorno dopo l’inizio dell’invasione – il 25 febbraio 2022, seguito da incontri a Bruxelles e a Madrid – e l’intensificarsi degli incontri dimostra come la minaccia russa sul fianco est abbia costretto l’alleanza a rafforzare la cooperazione. Quarta è anche la proroga di Jens Stoltenberg come segretario generale dell’Alleanza: un altro anno per il norvegese (in carica dal 2014), che toglie dall’ordine del giorno del vertice una questione potenzialmente infiammabile, quella appunto della successione.
Il vertice sarà comunque un momento storico importante e vedrà riuniti i leader dell’Alleanza. Per l’Italia il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di seguito alcune della parole chiave di questo summit. VILNIUS A poche decine di chilometri dalla Bielorussia, Vilnius come sede del vertice racconta tutta la vicinanza alle minacce rappresentate in Europa da Mosca e dal suo più stretto alleato, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Ma rappresenta anche un baluardo dell’occidente su diverse questioni delicate, non solo russe: nel 2021 la Lituania ha visto ad esempio l’apertura di un “ufficio rappresentativo di Taiwan”, dopo il rifiuto categorico di Pechino di ammettere Taiwan nell’Oms. La reazione cinese alla scelta del Paese baltico è stata severa: riduzione della rappresentanza diplomatica del dragone e restrizioni commerciali. Ma l’ufficio resiste.
Va notato inoltre che la piccola Lituania, oggi una nazione di circa 2,8 milioni di abitanti, ha una lunga storia di resistenza rispetto alle mire espansionistiche di Mosca: le sue terre – già descritte da Tacito nel 98 d.C. nel “De origine et situ Germanorum” – subirono nei secoli ripetute invasioni russe, repressioni e deportazioni particolarmente efferate, fino a quando alla fine del XX secolo hanno rappresentato un punto di svolta per la storia occidentale: nel 1990 fu la prima tra le repubbliche baltiche a dichiarare la propria indipendenza e svolse un ruolo determinante, quando l’esercito russo, su disposizione di Michail Gorbachev, sparò sui manifestanti lituani e contrappose i carri armati alla pacifica protesta lituana del gennaio 1991 (“domenica di sangue”). E i legami tra Russia e Lituania – confinante con l’exclave di Kaliningrad e la Bielorussia – sono rimasti difficili dall’indipendenza, e in particolare da quando lo stato baltico è entrato a far parte dell’Unione Europea e della Nato nel 2004. UCRAINA Non unica questione, ma sicuramente tema chiave del vertice sono la guerra in Ucraina e le minacce per la sicurezza globale che ne conseguono. Alla luce dei ripetuti appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché Kiev riceva un invito nell’Alleanza, il vertice di Vilnius appare molto concentrato sulle future relazioni della Nato con l’Ucraina. Stoltenberg ha già chiarito che Kiev non diventerà membro mentre infuria la guerra e non dovrebbe esserci un invito formale. Ma non c’è una unanime visione sulla rapidità con cui l’Ucraina dovrebbe unirsi dopo la fine dei combattimenti. Tuttavia potrebbe essere altamente simbolico il lancio di un Consiglio Ucraina-Nato con la prima riunione presieduta proprio a Vilnius da Zelensky.
I paesi dell’Europa orientale vorrebbero al vertice una road map per Kiev, altri diffidano di qualsiasi mossa che possa avvicinare l’alleanza alla guerra con la Russia. Zelensky stesso ha riconosciuto che è improbabile che Kiev possa aderire alla Nato mentre è in corso la guerra e da Mosca il leader del Cremlino Vladimir Putin ha minacciato un’azione non meglio specificata se l’Ucraina si unisse. Esiste però un dibattito interno sui tempi. Più paesi hanno sostenuto una proposta britannica per consentire a Kiev di saltare il cosiddetto programma Membership Action Plan (MAP) che stabilisce obiettivi politici, economici e militari che i candidati devono raggiungere e che altri Paesi dell’Europa orientale hanno dovuto passare prima di entrare. Resta la dichiarazione del vertice di Bucarest (2008), secondo cui l’Ucraina è destinata a diventare membro, ma senza offrire a Kiev un vero invito o calendario. A Bucarest, ricorda l’ambasciatore Stefano Stefanini, tracciando per askanews quello che ci si potrebbe aspettare, ‘la prima volta che si presentò questo problema, ci fu una discussione difficilissima che diede un segnale di divisione all’interno dell’Alleanza, perché l’Alleanza allora era divisa. Si risolse in una dichiarazione di principio, ovvero Ucraina e Georgia entreranno nella Nato, molto categorica, che fece infuriare Vladimir Putin e contemporaneamente diede una percezione di debolezza. Questo a Vilnius non succederà’.
Per qualcun altro è invece possibile che la NATO trovi una formulazione più forte rispetto al 2008 per sottolineare la prospettiva di Kiev di aderire all’Alleanza. Il tutto dopo il tour del capo di stato ucraino in Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Turchia. A Vilnius i leader dovrebbero discutere anche quali garanzie di sicurezza Kiev dovrebbe ottenere dopo la guerra, secondo impegni bilaterali con i paesi membri, compresi probabilmente aiuti militari e finanziari per dissuadere la Russia da un nuovo attacco. Ma Stoltenberg ha sottolineato che la Nato – ai sensi dell’articolo 5 del Trattato di Washington – fornirà garanzie di sicurezza a tutti gli effetti solo ai membri a pieno titolo dell’Alleanza. IL FIANCO ORIENTALE Alla luce della minaccia rappresentata dalla Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina, i leader della Nato hanno approvato i piani per aumentare le forze dispiegate nell’ala orientale dell’Alleanza al vertice del giugno 2022. Per decenni la Nato non ha visto la necessità di piani di difesa su larga scala, ma con la guerra più sanguinosa in Europa dal 1945 che infuria, gli scenari rispetto a Mosca sono cambiati. La Nato alzerà anche gli obiettivi per lo stoccaggio di munizioni poiché Kiev sta consumando i proiettili molto più velocemente di quanto i paesi occidentali possano produrli. Allo stesso tempo, gli alleati mostreranno come intendono realizzare l’obiettivo concordato al vertice di Madrid dello scorso anno, di mettere in massima allerta oltre 300.000 soldati, rispetto ai 40.000 del passato, per contrastare la Russia. BOMBE A GRAPPOLO Gli Stati Uniti hanno annunciato venerdì che forniranno all’Ucraina le controverse bombe a grappolo, ordigni che presentano un rischio maggiore per la parte civile poiché si aprono nell’aria rilasciando ‘bombe’ più piccole su una vasta area. L’Ucraina ha promesso di usarle con attenzione, ma numerosi partner della Nato hanno espresso chiare perplessità. Comprese l’Italia e la Spagna. Anche il Canada e il Regno Unito hanno espresso preoccupazione mentre la Germania, che ha firmato il trattato di divieto, ha dichiarato che non fornirà le bombe all’Ucraina, ma ha mostrato comprensione per la posizione americana. Di certo sarà tema molto dibattuto, anche nei corridoi del vertice. SVEZIA Sotto i riflettori a Vilnius ci sarà anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il principale ostacolo che ha bloccato sinora i tentativi della Svezia di aderire alla Nato insieme con la vicina Finlandia che ha fatto il suo ingresso ad aprile come 31esimo Paese membro. La Svezia sperava di diventare il 32esimo, ma la Turchia continua a bloccare la sua adesione, accusando Stoccolma di ospitare membri di gruppi militanti sul suo territorio e affermando che deve reprimerli prima di poter aderire alla Nato. Gli alleati sperano che il presidente turco Tayyip Erdogan allenti la sua opposizione al vertice, ma non è chiaro se ciò accadrà. ‘Se la Svezia continua a rimanere a bocca asciutta – ha spiegato Stefanini – siamo di fronte a un problema Nato-Turchia che non potrebbe che rallegrare Putin: Recep Tayyip Erdogan con altri 5 anni davanti a lui, deve mollare sulla questione perché altrimenti, se continua ad avanzare motivi pretestuosi, si crea davvero un’incompatibilità tra Turchia e Nato. Ma Erdogan penso negozierà, come al solito’. BIDEN Ieri quando in Italia non erano ancora le 23.00 è atterrato a Londra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per incontrare re Carlo III e il primo ministro Rishi Sunak in una tappa alla volta del vertice di Vilnius. Stati Uniti e Regno Unito sono tra i più forti sostenitori occidentali di Kiev. Ma il capo di stato democratico ha smorzato le speranze dell’Ucraina alla vigilia del vertice: ‘Non credo che sia pronta per far parte della Nato’, ha detto in un’intervista alla Cnn. ERDOGAN In giornata previsto anche l’incontro tra i leader turco Recep Tayyip Erdogan e lo svedese Ulf Kristersson: si incontreranno a Vilnius per i negoziati finali sull’adesione della Svezia, alla vigilia del vertice. La Casa Bianca ha detto venerdì che si aspetta che la Svezia aderisca alla NATO ‘nel prossimo futuro’, giudicando ‘possibile’ che Turchia e Ungheria cambino atteggiamento proprio al vertice di Vilnius. Venerdì a Istanbul ricevendo il presidente ucraino Zelensky, Erdogan ha dichiarato che Kiev ‘merita’ di essere ammessa all’Alleanza. Zelensky aveva appena criticato la mancanza di unità all’interno dell’organizzazione sulle adesioni di Svezia e Ucraina.
Biden: rinviamo la valutazione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato a dopo la fine della guerra con la RussiaRoma, 9 lug. (askanews) – L’adesione dell’Ucraina alla Nato potrà essere valutata dopo la fine della guerra con la Russia. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un’intervista alla Cnn.
“Non credo che ci sia unanimità nella Nato sull’opportunità o meno di far entrare l’Ucraina ora, in questo momento, nel mezzo di una guerra”, ha detto Biden. “Penso che dobbiamo tracciare un percorso razionale – ha aggiunto il presidente Usa – affinché l’Ucraina possa qualificarsi per poter entrare nella Nato”.