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Ucraina, Erdogan: Putin verrà in Turchia ad agosto

Ucraina, Erdogan: Putin verrà in Turchia ad agostoMilano, 8 lug. (askanews) – Vladimir Putin sarà in Turchia ad agosto e incontrerà Recep Tayyp Erdogan. Lo ha annunciato lo stesso presidente turco, durante la conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“Abbiamo sentito dalla parte ucraina dello scambio di prigionieri. Siamo in trattativa anche con la parte russa. Il mese prossimo il signor Putin visiterà la Turchia e avremo l’opportunità di discutere di questo nuovamente, faccia a faccia”, ha detto Erdogan.

Olanda, cade il governo Rutte: crisi su richiedenti asilo

Olanda, cade il governo Rutte: crisi su richiedenti asiloMilano, 7 lug. (askanews) – Cade il governo olandese, guidato – per il quarto mandato consecutivo – da Mark Rutte. La coalizione che assicurava la maggioranza al premier – riferiscono i media olandesi, citando fonti governative – non è stata in grado di raggiungere un accordo sulla gestione del numero dei richiedenti asilo che possono entrare in Olanda. Dopo un confronto durato giorni tra i memabri chiave del governo, riferiscono i media olandesi, la maggioranza non è stata in grado di raggiungere un compromesso.

La coalizione era composta dal partito del premier VVD (Partito popolare per la Libertà e la Demorazia), dal CDA (Cristiani Democratici), D66 (Democratici) e CU (Unione Cristiana).

Zelensky incontra Erdogan: con lui negoziati importanti

Zelensky incontra Erdogan: con lui negoziati importantiMilano, 7 lug. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, avendo con lui “negoziati molto importanti”. Lo scrive su Twitter lo stesso Zelensky.

Tra gli argomenti trattati, riferisce ancora, “la sicurezza: sia nella nostra regione del Mar Nero che in Europa in generale. Sono grato per il sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina. Formula di pace. Protezione dei nostri Paesi, della nostra gente e dei nostri interessi. Attenzione al vertice di Vilnius, che si sta preparando”. Inoltre, ha aggiunto Zelensky, “discuteremo separatamente della protezione e dello sviluppo dell’Iniziativa per i cereali del Mar Nero e di ulteriori sforzi per la sicurezza alimentare. Il mondo deve essere protetto da ogni tipo di terrore”, ha concluso.

Twitter accusa Meta di aver rubato segreti industriali per creare la nuova app Threads

Twitter accusa Meta di aver rubato segreti industriali per creare la nuova app ThreadsNew York, 7 lug. (askanews) – La piattaforma social Twitter ha accusato Meta, la casa madre di Facebook, di aver rubato segreti industriali collegati allo sviluppo della nuova app Threads, che a 16 ore dal suo lancio ha acquisito 30 milioni di utenti.

Il Ceo di Meta Mark Zuckerberg ha twittato un meme di Spider-Man comunemente usato per indicare somiglianze per rispondere alle accuse della app rivale. Un portavoce di Meta ha spiegato che “nessuno nel team di ingegneri di Threads è un ex dipendente di Twitter”, mentre l’avvocato di Twitter, in una lettera a Meta datata lo stesso giorno del lancio di Threads, non ha delineato casi o esempi specifici per quello che la proprietà della piattaforma ha definito “sistematica” e “illecita appropriazione indebita” di segreti industriali. La app di Zuckerberg è una sorta di clone di Twitter anche se manca ancora di alcune funzionalità e al momento non sta generando guadagni per l’azienda.

Honor lancia la serie 90, tra design e super batterie

Honor lancia la serie 90, tra design e super batterieParigi, 7 lug. (askanews) – Una fotocamera principale da 200megapixel e una super batteria per conquistare la fascia media del mercato. Honor ha annunciato l’arrivo in Europa della serie Honor 90. Un lancio in grande stile a Parigi, al Pavillon Gabriel, dietro agli Champs Elysées, per gli smartphone Honor 90 – presente nei due formati di memoria 8+256GB e 12+512GB – e Honor 90 Lite.

In H90 il nuovissimo sistema a tre fotocamere è composto da una fotocamera principale da 200 mp con un sensore da 1/1,4 pollici, una fotocamera ultragrandangolare e macro da 12 mp con un campo visivo di 112 gradi e una fotocamera di profondità da 2 mp che aiuta a misurare più accuratamente la distanza. Honor 90 introduce anche la nuova modalità Ritratto, che aiuta gli utenti a creare senza sforzo ritratti con dettagli del viso ben definiti. Nella parte anteriore, la fotocamera frontale da 50MP cattura selfie straordinari e ricchi di dettagli. Progettato per aiutare i vlogger a semplificare i loro flussi di lavoro, Honor 90 impiega anche l’intelligenza artificiale (AI) per il denoising dei video e la raccomandazione delle modalità video, oltre all’AI Vlog Assistant che consente agli utenti di generare un video di 15 secondi pronto per i social media con pochi tocchi.

Tra le frecce all’arco di Honor 90 un design accattivante ispirato all’alta moda e all’artigianato dei gioielli di lusso, e un corpo sottile e leggero. E soprattutto una incredibile durata della batteria abbinata a prestazioni veloci. Con una sola carica, lo smartphone può fornire fino a 19,5 ore di streaming video locale continuo. Quando la batteria è scarica, gli utenti possono ricaricarla al 45% con HONOR SuperCharge da 66W in soli 15 minuti, riducendo al minimo i tempi di inattività. “In Honor ci sforziamo di dare ai consumatori di tutto il mondo la possibilità di cogliere l’attimo e di condividere le loro emozioni”, ha dichiarato George Zhao, Ceo di HONOR Device Co. “Dalle straordinarie innovazioni della fotocamera e dalle soluzioni di visualizzazione incentrate sull’uomo, fino alle prestazioni velocissime consentite dall’hardware migliore della categoria e dal nostro MagicOS, la serie Honor 90 delizierà i consumatori di tutto il mondo con la sua esperienza eccezionale, e in particolare i creatori di contenuti che sono alla ricerca di un partner intelligente e affidabile con cui immortalare le loro vite emozionanti”.

A Parigi è stato lanciato anche Honor 90 Lite, un elegante multifunzione che vanta un incredibile sistema di fotocamere, un display e una serie di funzioni intelligenti per una migliore esperienza d’uso. I due smartphone sono già disponibili sui canali Honor e presto presso tutti i rivenditori della grande distribuzione.

Lagarde: l’inflazione nell’eurozona cala ma resta alta (e lancia un richiamo alle imprese)

Lagarde: l’inflazione nell’eurozona cala ma resta alta (e lancia un richiamo alle imprese)Roma, 7 lug. (askanews) – L’inflazione nell’eurozona ha iniziato una fase di moderazione “ma il livello resta superiore all’obiettivo del 2% che si ci siamo prefissati per il medio termine, e ci resterà nel 2024 e nel 2025, secondo le stime dei nostri tecnici”. Quindi alla Bce “abbiamo ancora del lavoro da fare per ridurre l’inflazione e raggiungere il nostro obiettivo”. Lo afferma la presidente dell’istituzione europea, Christine Lagarde in una intervista al quotidiano francese La Provence in vista degli incontri economici a Aix-en-Provence, ai quali interverrà questa sera.

Da segnalare il richiamo che Lagarde lancia le imprese. Da mesi la Bce rileva come le aziende abbiano approfittato della fase di alta inflazione per alzare contestualmente loro margini di profitto. La presidente Bce spiega che ora “una questione rilevante sarà sapere se le imprese ridurranno un po’ dei loro margini, per rispondere alle attese di aumento dei salari dei loro addetti e ridare loro potere d’acquisto, come generalmente avvenuto negli episodi inflazionistici precedenti, oppure se assisteremo a un doppio aumento, dei margini e dei salari”. Perché “degli aumenti simultanei dei margini e dei salari accrescerebbero i rischi di inflazione – ha avvertito – di fronte ai quali non resteremmo fermi”.

Come verrà gettata in mare l’acqua della centrale nucleare di Fukushima

Come verrà gettata in mare l’acqua della centrale nucleare di FukushimaRoma, 7 lug. (askanews) – Il rilascio di acque trattate dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro dal 2011 del più grave incidente atomico della storia dopo Chernobyl, inizierà in questa estate, dopo che Tokyo ha ottenuto anche un sostanziale avallo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).

L’operazione, mai effettuata in precedenza in queste dimensioni, sta provocando alzate di scudi da parte di paesi vicini – a partire dalla Cina – o comunque affacciantisi sul Pacifico, ma anche l’opposizione all’interno dalle popolazioni locali delle aree limitrofe alla centrale, che vedono rischi per la salute e per l’economia, incentrata in particolare sull’agricoltura e sulla pesca. Ma, nel dettaglio, come avverrà questa operazione e quali rischi comporta?

L’ACQUA DI FUKUSHIMA L’incidente nucleare di Fukushima è conseguenza del devastante terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011, che provocò qualcosa come 20mila vittime concentrate lungo le coste nordorientali del Giappone. Il sistema di raffreddamento della più vecchia centrale nucleare giapponese fu danneggiato e nei nuclei di tre reattori ci fu il meltdown, lo scioglimento del nocciolo. Va chiarito che l’incidente di Fukushima, a 12 anni dagli eventi, è ancora in corso. Questo perché nei reattori permane il materiale fissile disciolto ad altissima concentrazione di radioattività, inavvicinabile dall’uomo e anche da gran parte dei robot. Questo va continuamente raffreddato e per tale operazione è necessaria molta acqua, che entra a contatto con il materiale radioattivo, contaminandosi a sua volta. Inoltre a questa va aggiunta l’acqua piovana che arriva nella centrale e quella che scorre naturalmente al di sotto da sottoporre a loro volta al trattamento.

L’acqua viene stoccata – dopo essere stata trattata – in una selva di silos, che ha sostituito il bosco che circondava precedentemente la centrale. Attualmente ci sono più di 1,3 milioni di metri cubi di acqua trattata e i 1.000 serbatoi sono praticamente pieni: ci si attende che non vi sia più spazio entro la fine del 2024. COME SI ELIMINA LA RADIOATTIVITA’ L’acqua di raffreddamento esce dai reattori fortemente contaminata. Per “ripulirla” è stato realizzato un sistema denominato ALPS (Advanced Liquid Processing System). Si tratta di un sistema di pompaggio e filtraggio dell’acqua che, attraverso una serie di reazioni chimiche, è in grado di eliminare 62 radionuclidi dall’acqua contaminata. Tuttavia, ALPS non ha la capacità di purificare pienamente l’acqua, perché non rimuove il trizio (idrogeno-3), un isotopo radioattivo dell’idrogeno, che è anche naturalmente prodotto in natura nell’atmosfera quando i raggi cosmici entrano in collisione con le molecole d’aria. Oltre a essere ovviamente un sottoprodotto delle centrali nucleari.

Il trizio ha il più basso impatto radiologico tra tutti i radionuclidi presenti in maniera naturale nell’acqua di mare. Ha un’emivita radioattiva – cioè il tempo necessario perché la metà venga smaltita – di poco più di 12 anni. Assorbito con l’acqua nel corpo umano, invece, ha un’emivita che va da sette a 14 giorni. E’ considerato dall’Aiea pericoloso per l’uomo solo a dosi molto elevate e – sempre secondo l’agenzia Onu – diverse centrali in tutto il mondo smaltiscono acqua contenente trizio a bassa quantità nelle loro normali operazioni. Comprese le centrali atomiche della Cina, che si oppone con più veemenza al rilascio delle acque di Fukushima. COME FUNZIONERA’ LO SMALTIMENTO A FUKUSHIMA? Non dobbiamo pensare a un’operazione a breve termine: secondo la Tepco (proprietaria dell’impianto), lo stoccaggio di acqua trattata arriverà a zero soltanto nel 2051 e verranno rilasciati 500 metri cubi di acqua al giorno. L’acqua che verrà gettata in mare sarà sottoposta a misurazioni della radioattività per due mesi, dopo essere stata inviata a un gruppo di serbatoi intermedi da 30mila metri cubi. Da lì verrà trasferita via tubi a un impianto di diluizione situato a un chilometro di distanza. In questa struttura verrà miscelato ad acqua marina, creano una diluizione che, secondo il piano giapponese, dovrebbe provocare un’esposizione al trizio per l’uomo pari a 0,00003-0,00004 millisievert/anno, rispetto ai 2,1 millisievert/anno della radiazione naturale (media giapponese per persona). In seguito, l’acqua verrà trasferita in un tunnel di un chilometro posto sul fondo marino fino a un punto di scarico, che si trova più di 10 metri sotto il livello dell’acqua. All’uscita si troverà un ulteriore punto di controllo dei livelli di trizio. PERCHE’ SERVE LIBERARE LO SPAZIO DAI SERBATOI La Tepco ha urgenza di liberare quanto più spazio possibile, oggi occupato dai silos per l’acqua, perché lì dovrà essere stoccato il materiale proveniente dalla rimozione dei residui del meltdown provenienti dall’interno dei reattori. Sostanzialmente, saranno necessari 81mila metri quadri. E’ questa l’operazione più difficile e del tutto inedita che occuperà i tecnici e gli esperti nei prossimi anni. Questi residui sono presso i reattori 1-2-3 della centrale, quelli andati in fusione con l’incidente, si parla di 880 tonnelate di melma radioattiva. Tokyo vuole iniziare i lavori entro quest’anno fiscale. Questi residui nei reattori presentano livelli di radioattività insostenibile, letale per l’organismo umano anche a esposizioni molto limitate. Per rimuoverli, la Tepco intende utilizzare un braccio robotico. Questa operazione sarà molto lunga e ormai è chiaro che il progetto di chiudere in un trentennio il decommissionamento della centrale è saltato.

Ecco come verrà gettata in mare l’acqua della centrale di Fukushima

Ecco come verrà gettata in mare l’acqua della centrale di FukushimaRoma, 7 lug. (askanews) – Il rilascio di acque trattate dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro dal 2011 del più grave incidente atomico della storia dopo Chernobyl, inizierà in questa estate, dopo che Tokyo ha ottenuto anche un sostanziale avallo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).

L’operazione, mai effettuata in precedenza in queste dimensioni, sta provocando alzate di scudi da parte di paesi vicini – a partire dalla Cina – o comunque affacciantisi sul Pacifico, ma anche l’opposizione all’interno dalle popolazioni locali delle aree limitrofe alla centrale, che vedono rischi per la salute e per l’economia, incentrata in particolare sull’agricoltura e sulla pesca. Ma, nel dettaglio, come avverrà questa operazione e quali rischi comporta?

L’ACQUA DI FUKUSHIMA L’incidente nucleare di Fukushima è conseguenza del devastante terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011, che provocò qualcosa come 20mila vittime concentrate lungo le coste nordorientali del Giappone. Il sistema di raffreddamento della più vecchia centrale nucleare giapponese fu danneggiato e nei nuclei di tre reattori ci fu il meltdown, lo scioglimento del nocciolo.

Va chiarito che l’incidente di Fukushima, a 12 anni dagli eventi, è ancora in corso. Questo perché nei reattori permane il materiale fissile disciolto ad altissima concentrazione di radioattività, inavvicinabile dall’uomo e anche da gran parte dei robot. Questo va continuamente raffreddato e per tale operazione è necessaria molta acqua, che entra a contatto con il materiale radioattivo, contaminandosi a sua volta. Inoltre a questa va aggiunta l’acqua piovana che arriva nella centrale e quella che scorre naturalmente al di sotto da sottoporre a loro volta al trattamento. L’acqua viene stoccata – dopo essere stata trattata – in una selva di silos, che ha sostituito il bosco che circondava precedentemente la centrale. Attualmente ci sono più di 1,3 milioni di metri cubi di acqua trattata e i 1.000 serbatoi sono praticamente pieni: ci si attende che non vi sia più spazio entro la fine del 2024.

COME SI ELIMINA LA RADIOATTIVITA’ L’acqua di raffreddamento esce dai reattori fortemente contaminata. Per “ripulirla” è stato realizzato un sistema denominato ALPS (Advanced Liquid Processing System). Si tratta di un sistema di pompaggio e filtraggio dell’acqua che, attraverso una serie di reazioni chimiche, è in grado di eliminare 62 radionuclidi dall’acqua contaminata. Tuttavia, ALPS non ha la capacità di purificare pienamente l’acqua, perché non rimuove il trizio (idrogeno-3), un isotopo radioattivo dell’idrogeno, che è anche naturalmente prodotto in natura nell’atmosfera quando i raggi cosmici entrano in collisione con le molecole d’aria. Oltre a essere ovviamente un sottoprodotto delle centrali nucleari. Il trizio ha il più basso impatto radiologico tra tutti i radionuclidi presenti in maniera naturale nell’acqua di mare. Ha un’emivita radioattiva – cioè il tempo necessario perché la metà venga smaltita – di poco più di 12 anni. Assorbito con l’acqua nel corpo umano, invece, ha un’emivita che va da sette a 14 giorni. E’ considerato dall’Aiea pericoloso per l’uomo solo a dosi molto elevate e – sempre secondo l’agenzia Onu – diverse centrali in tutto il mondo smaltiscono acqua contenente trizio a bassa quantità nelle loro normali operazioni. Comprese le centrali atomiche della Cina, che si oppone con più veemenza al rilascio delle acque di Fukushima. COME FUNZIONERA’ LO SMALTIMENTO A FUKUSHIMA? Non dobbiamo pensare a un’operazione a breve termine: secondo la Tepco (proprietaria dell’impianto), lo stoccaggio di acqua trattata arriverà a zero soltanto nel 2051 e verranno rilasciati 500 metri cubi di acqua al giorno. L’acqua che verrà gettata in mare sarà sottoposta a misurazioni della radioattività per due mesi, dopo essere stata inviata a un gruppo di serbatoi intermedi da 30mila metri cubi. Da lì verrà trasferita via tubi a un impianto di diluizione situato a un chilometro di distanza. In questa struttura verrà miscelato ad acqua marina, creano una diluizione che, secondo il piano giapponese, dovrebbe provocare un’esposizione al trizio per l’uomo pari a 0,00003-0,00004 millisievert/anno, rispetto ai 2,1 millisievert/anno della radiazione naturale (media giapponese per persona). In seguito, l’acqua verrà trasferita in un tunnel di un chilometro posto sul fondo marino fino a un punto di scarico, che si trova più di 10 metri sotto il livello dell’acqua. All’uscita si troverà un ulteriore punto di controllo dei livelli di trizio. PERCHE’ SERVE LIBERARE LO SPAZIO DAI SERBATOI La Tepco ha urgenza di liberare quanto più spazio possibile, oggi occupato dai silos per l’acqua, perché lì dovrà essere stoccato il materiale proveniente dalla rimozione dei residui del meltdown provenienti dall’interno dei reattori. Sostanzialmente, saranno necessari 81mila metri quadri. E’ questa l’operazione più difficile e del tutto inedita che occuperà i tecnici e gli esperti nei prossimi anni. Questi residui sono presso i reattori 1-2-3 della centrale, quelli andati in fusione con l’incidente, si parla di 880 tonnelate di melma radioattiva. Tokyo vuole iniziare i lavori entro quest’anno fiscale. Questi residui nei reattori presentano livelli di radioattività insostenibile, letale per l’organismo umano anche a esposizioni molto limitate. Per rimuoverli, la Tepco intende utilizzare un braccio robotico. Questa operazione sarà molto lunga e ormai è chiaro che il progetto di chiudere in un trentennio il decommissionamento della centrale è saltato.

Von der Leyen: con il Chips Act l’Ue inventa il futuro

Von der Leyen: con il Chips Act l’Ue inventa il futuroBruxelles, 7 lug. (askanews) – L’Unione europea punta sulla ricerca, l’innovazione e lo sviluppo della capacità di produzione nel campo dei semiconduttori avanzati nel proprio territorio, con una rete di collaborazione transnazionale e con i fondi comunitari del programma di ricerca “Horizon” e del suo nuovo “Chips Act”, il regolamento che getta le basi di una politica industriale dell’Unione nel settore dei semiconduttori, approvato definitivamente nell’aprile scorso, che entrerà in vigore in autunno.

Lo ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante un punto stampa con il primo ministro belga, Alexander De Croo, in occasione di una visita alla sede dell’Imec (“Interuniversity Microelectronics Centre”) a Lovanio, la città della più antica e prestigiosa università del Belgio. L’Imec è un centro di ricerca e sviluppo attivo nel campo delle tecnologie digitali e in particolare della nanoelettronica. Von der Leyen ha definito il Belgio come “potenza dell’innovazione nel cuore dell’Europa” e l’Imec “campione dell’innovazione digitale, unico al mondo, nato nel cuore delle Fiandre, in una delle università più antiche d’Europa”.

L’Imec, ha aggiunto, significa “inventare il futuro”, perché “da tempo ha capito come costruire una leadership tecnologica di livello mondiale, attraverso l’innovazione ma anche attraverso la collaborazione”, ed è diventato “un partner indispensabile per l’industria globale dei semiconduttori, sempre alla ricerca della prossima frontiera”. L’Unione europea ha contribuito a quest’impresa, ha ricordato la presidente della Commissione, fornendo nell’ultimo decennio oltre 300 milioni di euro di investimenti dai programmi di riecerca “Horizon”. Ma ora, ha sottolineato von der Leyen, “stiamo sostanzialmente aprendo un nuovo capitolo con il ‘Chips Act’. Vogliamo fare dell’Europa un leader globale nella ricerca, nella progettazione, nel collaudo e nella produzione di semiconduttori”.

“Il Chips Act – ha rilevato la presidente della Commissione – entrerà formalmente in vigore solo questo autunno, ma sta già generando uno slancio straordinario” nella mobilitazione degli investimenti. “Da quando lo abbiamo, nel febbraio dello scorso anno, sono stati annunciati oltre 90 miliardi di euro di investimenti industriali in Europa; ad esempio, 12 miliardi di euro per un impianto di confezionamento e collaudo di semiconduttori in Polonia, 30 miliardi di euro per due fabbriche uniche nel loro genere a Magdeburgo, in Germania. Ma vediamo anche investimenti a Dublino, Catania, Grenoble e Dresda”. Il riferimento a Catania è alla StMicroeletronics, che produrrà wafer di carburo di silicio e che ha ricevuto una sovvenzione diretta di 292,5 milioni di euro dal Pnrr per sostenere un investimento pari a 730 milioni di euro.

Secondo von der Leyen, “il Chips Act sta inviando un messaggio molto potente: fornisce opportunità concrete di finanziamento per costruire capacità lungo l’intera catena del valore. E si basa sui punti di forza europei, come la ricerca e la sperimentazione leader a livello mondiale condotte presso l’Imec”, che è “un’attrazione chiave per gli investitori che hanno bisogno di ricercare e testare le loro innovazioni prima della produzione di massa”. Ma l’Imec costituisce un modello anche per la collaborazione europea, con “una solida rete che si estende in tutta l’Unione e in effetti in tutto il mondo”, e che è in fase di rafforzamento, “dalla Spagna alla Romania, dall’Irlanda alla Finlandia”. Ad esempio, è in corso una collaborazione con partner tedeschi, francesi e finlandesi sui semiconduttori d’avanguardia per l’intelligenza artificiale”. Nel contesto geopolitico, ha sottolineato infine la presidente della Commissione, “i chip sono essenziali per le nostre transizioni verdi e digitali e per le nostre economie. La nostra economia non funzionerebbe senza chip. Quindi dobbiamo ridurre la nostra dipendenza da troppo pochi fornitori dall’Asia orientale. Dobbiamo attivamente ridurre i rischi delle nostre catene di approvvigionamento per i chip: è fondamentale. E dobbiamo promuovere la progettazione, i test e la produzione qui in Europa. Per questo, il Chips Act è il punto di svolta. E i campioni dell’innovazione come Imec – ha concluso von der Leyen – sono una risorsa vitale per la nostra sicurezza economica”.

Zelensky domani in Turchia, incontrerà Erdogan. In agenda la situazione in Ucraina e l’accordo sul grano

Zelensky domani in Turchia, incontrerà Erdogan. In agenda la situazione in Ucraina e l’accordo sul granoRoma, 6 lug. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà in visita in Turchia per incontrare l’omologo Recep Tayyip Erdogan prima del vertice della Nato in programma la settimana prossima a Vilnius: è quanto riporta la stampa turca, citando fonti diplomatiche.

Nel corso della sua visita ad Istanbul, Zelensky e l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan discuteranno della situazione in Ucraina e della proroga dell’accordo sull’export del grano attraverso il Mar Nero: è quanto riporta la stampa turca, citando fonti governative di Ankara. Il programma della visita prevede sia un incontro fra due delegazioni guidate dei rispettivi presidenti che un faccia a faccia fra Erdogan e Zelensky.