Lukashenko: Prigozhin non è più in Bielorussia, è in RussiaRoma, 6 lug. (askanews) – Il capo del gruppo mercenario Wagner non è più in Bielorussia, si trova a San Pietroburgo. L’ha sostenuto oggi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko incontrando esponenti della stampa estera a Minsk.
“Non vedo assolutamente alcun rischio dal dispiegamento della Wagner”, ha detto Lukashenko, secondo quanto riporta l’agenzia ufficiale BelTa, segnalando che i “combattenti Wagner sono nei loro campi permanenti dove si trovano dopo il loro ritiro per il recupero”. Invece, ha continuato Lukashenko, “quanto a Yevgeny Prigozhin, è a San Pietroburgo”, ha detto il presidente.”E dov’è questa mattina? Forse è andato a Mosca stamattina…”. Lukashenko ha anche dichiarato che intende incontrare prossimamente il capo dello stato russo Vladimir Putin e discutere la questione della compagnia militare Wagner, “poiché i leader dei nostri Paesi sono stati coinvolti in questo problema”. Secondo l’agenzia di stato Belta, Lukashenko ha detto che con Putin discuterà anche la questione “del funzionamento in futuro di questa divisione”.
Attacco a Leopoli con missili Kalibr: 4 morti e decine di feritiRoma, 6 lug. (askanews) – E’ stato un attacco “diretto” contro un immobile residenziale, realizzato con missili Kalibr, quello che ha provocato almeno quattro morti e decine di feriti a Leopoli. Lo hanno detto le autorità ucraine e il presidente Volodymyr Zelensky ha minacciato una risposta “forte” ai “terroristi russi”.
Il bilancio delle vittime confermate dell’attacco è quattro, secondo quanto ha annunciato il governatore Maksym Kozytsky su Telegram. “Il numero di quattro moerti è confermato, mentre 34 persone sono ferite. Circa 30 case e oltre 50 auto sono danneggiate”, ha scritto ancora Kozytsky. Dopo l’attacco missilistico, Zelensky ha pubblicato su Twitter un video ripreso da drone che a suo dire mostra i danni dell’attacco, e ha scritto: “Leopoli. Conseguenze dell’attacco notturno da parte dei terroristi russi. Sfortunatamente ci sono feriti e morti. Le mie condoglienze alle famiglie. Ci sarà assolutamente una risposta al nemico. Una risposta forte”.
Il Rapporto Ue sullo Stato di diritto, quali sono le raccomandazioni all’ItaliaBruxelles, 5 lug. (askanews) – Nel 2022 l’Italia ha compiuto dei “progressi significativi” nella digitalizzazione del suo sistema giudiziario, che comunque deve andare avanti, ma solo “qualche progresso” in una serie di altre aree, in cui sarà necessario “proseguire gli sforzi” per realizzare il pieno rispetto dello stato di diritto. E questo in particolare per quanto riguarda le norme contro i conflitti d’interesse, la regolamentazione delle lobby, la pratica delle donazioni tramite le fondazioni per il finanziamento dei partiti politici, la riforma della normativa sul reato di diffamazione, per evitare che venga usato contro i giornalisti e la protezione delle fonti, e la creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani.
E’ quanto si legge, in sintesi, riguardo all’Italia nell’ultimo rapporto della Commissione europea sullo Stato di diritto, relativo al 2022, che è stato pubblicato oggi a Bruxelles. Nel capitolo specifico delle raccomandazioni per paese contenute nel rapporto, l’Italia è invitata: 1) a “proseguire gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure”; 2) ad “adottare norme complessive sui conflitti di interesse e regolamenti sul lobbismo per istituire un registro operativo delle lobby”; 3) ad “affrontare in modo efficace e rapido la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche”, introducendo “un unico registro elettronico per le informazioni sui finanziamenti ai partiti e alle campagne elettorali”; 4) a “proseguire l’iter legislativo di riforma, e introdurre salvaguardie in materia di diffamazione, di tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee sulla tutela dei giornalisti”; 5) a “proseguire gli sforzi per stabilire un’istituzione nazionale per i diritti umani, tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite”.
Il rapporto nota che “in Italia sono stati adottati due decreti legislativi per la riforma della giustizia civile e penale, per migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario, anche per quanto riguarda la lunghezza delle procedure”. Ma, aggiunge, “l’efficacia delle riforma resta da vedere”. Sulla digitalizzazione, il progresso è stato “significativo” nella giustizia civile, mentre “restano ancora da applicare pienamente” le nuove regole nella giustizia penale. Viene registrato positivamente il fatto che dal luglio 2022 l’Italia ha aggiornato la propria strategia nazionale contro la corruzione. Ma si sottolinea poi come resti, per l’integrità della vita pubblica, la “sfida” dei conflitti d’interesse, per regolare il quale non esistono norme nazionali complessive, sebbene vi sia “una nuova proposta legislativa in discussione al Parlamento”.
L’altro punto dolente, l’uso delle fondazioni per finanziare la politica attraverso donazioni, “rimane invariato, nonostante siano cominciate le discussioni su una proposta legislative in Parlamento”. E’ cominciato anche, si nota nel rapporto, il lavoro per la riforma delle regole sulla diffamazione e sulla protezione del segreto giornalistico e delle fonti.
Infine, il rapporto Ue sullo Stato di diritto sottolinea che, se da una parte è stata migliorata la legislazione sulle concessioni fiscali e finanziarie a vantaggio delle organizzazioni della società civile, “sono stati adottati diversi nuovi decreti che potrebbero avere un impatto negativo sul loro lavoro”.
Motorola, bilancio positivo il lancio di razr 40 ultraRoma, 5 lug. (askanews) – A poco più di un mese dal lancio globale, si consolida il successo di razr 40 ultra, l’innovativo pieghevole di Motorola che vanta il display esterno più grande sul mercato. In Cina, spiega una nota, il pubblico ha acquistato le 10.000 unità in stock nel giro di poche ore, ma l’Italia non è stata da meno: è andato sold out sull’e-commerce di Motorola in sole 2 ore il 1° giugno, il giorno del lancio.
Anche su Amazon l’accoglienza è stata molto positiva. In meno di 3 giorni dalla prima disponibilità sul mercato italiano i device disponibili erano già stati tutti acquistati. Da allora, ogni restock di razr 40 ultra sulla nota piattaforma e-commerce è sold out in meno di 2 giorni. “Con il lancio di questo nuovo device, un vero e proprio concentrato di innovazione e design, vogliamo essere protagonisti nel comparto dei pieghevoli, che storicamente Motorola ha creato e in cui crediamo. Il mercato ci sta dando ragione: razr 40 ultra, modello premium della nuova famiglia di foldable che abbiamo lanciato insieme a razr 40, ha infatti più che raddoppiato le vendite rispetto al suo predecessore razr 2022 nelle prime due settimane dal lancio,” afferma Carlo Barlocco, Executive Director, General Manager Italy e Head of EMEA B2B di Motorola. Motorola razr 40 ultra è lo smartphone pieghevole più sottile del settore. Alimentato dal potente Snapdragon 8+ Gen, vanta il display esterno più ampio di qualsiasi altro pieghevole.
Zelensky: i russi hanno messo “oggetti simili ad esplosivi” sui tetti della centrale di ZaporizhzhiaRoma, 5 lug. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha nuovamente paventato la possibilità che la Russia possa “simulare un attacco” alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, sostenendo che le truppe russe hanno collocato “oggetti simili ad esplosivi” sui tetti degli edifici del sito. Lo riferisce il Guardian.
Citando l’intelligence ucraina, Zelensky ha sostenuto che gli oggetti sono stati posizionati sul tetto di diverse unità di generazione della centrale elettrica attualmente sotto il controllo russo. Zelensky ha informato ieri il presidente francese, Emmanuel Macron sulle “pericolose provocazioni” della Russia nello stabilimento nel sud-est dell’Ucraina. Ha detto che lui e Macron hanno “concordato di mantenere la situazione sotto il massimo controllo insieme all’AIEA”, l’agenzia Onu per l’energia atomica.
Il Cremlino invece ribatte: esiste un rischio di “sabotaggio” della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte degli ucraini, le cui conseguenze potrebbero essere catastrofiche: lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, le cui dichiarazioni sono state riportate dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. “Sono state adottate tutte le misure per evitare questi rischio” ha concluso Peskov, che non ha fornito altri dettagli sulla natura del “sabotaggio”. Mosca e Kiev si accusano reciprocamente di voler mettere a rischio l’integrità dell’impianto, occupato attualmente dalle forze russe.
Ucraina, Xi ha avvertito (privatamente) Putin contro l’uso di armi nucleariRoma, 5 lug. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha avvertito in maniera riservata il presidente russo Vladimir Putin contro il possibile uso di armi nucleari in Ucraina. Lo hanno affermato – secondo il Financial Times – funzionari occidentali e cinesi.
L’avvertimento del leader cinese sarebbe stato trasmesso, secondo quanto afferma il FT, durante la visita di stato di Xi a Mosca, la prima dopo la lunga chiusura cinese per il Covid. Pechino considera il fatto di aver distolto Putin dalle sue velate minacce di usare armi nucleari una chiave importante per accreditarsi rispetto alla sua politica di ristabilimento dei rapporti con l’Europa, un mercato considerato cruciale per l’economia cinese, dopo che la sua posizione di non condanna di Mosca aveva contribuito a rendere ancor più fredde le relazioni.
Le forze israeliane si ritirano: conclusa l’operazione a Jenin (il bilancio)Roma, 5 lug. (askanews) – Lanci di razzi palestinesi dalla Striscia di Gaza, almeno cinque, sono stati rilevati dalle forze israeliane che hanno colpito anche una postazione di Hamas, mentre i militari dello Stato ebraico si ritiravano da Jenin – in Cisgiordania – dopo aver realizzato una delle più pesanti operazioni in Cisgiordania da anni.
I razzi da Gaza sono stati per lo più intercettati, secondo fonti militari, e non ci sono state segnalazioni immediate di vittime. Israele ha detto che, come reazione, i suoi aerei hanno colpito un impianto di produzione di armi sotterraneo a. I media israeliani hanno citato un portavoce militare israeliano il quale ha affermato che tutte le truppe hanno lasciato Jenin e che l’operazione è stata completata.
Dodici palestinesi, la maggior parte dei quali non combattenti, sono stati uccisi nell’operazione, che secondo l’esercito israeliano mirava a distruggere le infrastrutture e le armi dei militanti nel campo profughi di Jenin. Quando l’esercito ha iniziato la ritirata, ha annunciato che un soldato israeliano è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
La giornalista russa indipendente Milashina picchiata in CeceniaRoma, 4 lug. (askanews) – La giornalista investigativa russa Elena Milashina, che lavora per il premiato giornale indipendente Novaya Gazeta, è stata picchiata oggi in Cecenia. Lo racconta oggi il New York Times, segnalando che la cronista si trovava a Grozny per coprire il processo a Zarema Musayeva, madre di attivisti in esilio.
Milashina e l’avvocato Alexander Nemov sono stati bloccati da auto mentre percorrevano le strade cittadine. Uomini mascherati li hanno picchiati con bastoni, hanno rubato i loro smartphone, oltre che altri equipaggiamenti e documenti, ha spiegato il giornale. La giornalista ha subito ferite alla testa, ha avuto le dita spezzate e ha ripetutamente perso conoscenza. Gli aggressori inoltre hanno versato su di lei un liquido colorato in un tentativo possibile di impedirle di apparire in pubblico. Invece Nemov è stato accoltellato alla gamba. “E’ stato il classico rapimento”, ha detto Milashina in un breve video postato sui socia. Un altro video mostra la giornalista in ospedale in Ossezia del Nord, dopo che è stata portata via dalla Cecenia per lei pericolosa.
Cosa succede a Jenin, l’Onu “allarmato” per la portata dell’operazione israelianaRoma, 4 lug. (askanews) – Le agenzie umanitarie dell’Onu hanno espresso allarme per la portata dell’operazione militare israeliana in corso nella città di Jenin, in Cisgiordania, dove sono stati uccisi 10 palestinesi, affermando che vi sono restrizioni all’accesso medico.
L’operazione, che ha coinvolto attacchi di droni e centinaia di truppe ed è una delle più grandi degli ultimi vent’anni, è entrata nella seconda giornata, provocando l’evacuazione di migliaia di persone dal campo profughi. “Siamo allarmati dalla portata delle operazioni aeree e di terra che si stanno svolgendo a Jenin, nella Cisgiordania occupata, e dagli attacchi aerei che colpiscono un campo profughi densamente popolato”, ha detto in un briefing Vanessa Huguenin, portavoce dell’ufficio umanitario delle Nazioni Unite, aggiungendo che tre minorenni figurano tra i palestinesi uccisi.
Le acque della centrale nucleare di Fukushima finiranno nell’oceano. L’Aiea dà l’ok, ma sale la protestaRoma, 4 lug. (askanews) – L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha approvato il piano giapponese – contestato da popolazioni locali e dai Paesi limitrofi – per il rilascio nell’oceano delle acque a bassa contaminazione provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, l’impianto teatro dal 2011 del più grave incidente atomico dai tempi di Chernobyl.
Il direttore generale dell’Aiea Rafael Mariano Grossi ha tenuto una conferenza stampa a Tokyo per annunciare la pubblicazione di un rapporto, condotto nell’arco di due anni, sul programma del Giappone di espellere l’acqua, trattata con un sistema avanzato di trattamento dei liquidi (ALPS), nell’Oceano Pacifico a partire da questa estate. Sulla base della sua valutazione completa, l’Aiea ha concluso che l’approccio e le attività per lo scarico delle acque trattate ALPS adottate dal Giappone sono coerenti con gli standard di sicurezza internazionali pertinenti”, ha scritto Grossi nella prefazione al rapporto. “L’Aiea – ha proseguito Grossi – continuerà a fornire trasparenza alla comunità internazionale, consentendo a tutte le parti interessate di fare affidamento su fatti e scienza verificati per informare la loro comprensione della questione durante tutto il processo”. Per il capo Aiea il rilascio delle acque di Fukushima avrà un “impatto trascurabile” sull’ambiente.
L’Aiea aprirà domani un ufficio a Fukushima per monitorare eil processo “per i decenni a venire”, ha detto, aggiungendo che visiterà l’area intorno all’impianto per parlare con i leader locali e i pescatori, i quali hanno espresso da tempo preoccupazioni per gli effetti sulla salute e sulle prospettive economiche di una regione che ha sofferto il doppio disastro dello tsunami/incidente nucleare del 2011. Il governo giapponese ha annunciato nel 2021 l’intenzione di scaricare dall’impianto di Fukushima l’acqua utilizzata per raffreddare materiali altamente radioattivi e poi trattata per rimuovere le sostanze nocive. L’acqua viene generata su base continuativa e immagazzinata in oltre mille serbatoi presso il sito, in quanto non può essere portata fuori dai locali dell’impianto. L’operatore dell’impianto Tokyo Electric Power Co. (Tepco) ha affermato che lo spazio di stoccaggio si esaurirà presto.
Il rapporto finale dell’Aiea si basa su un’analisi in loco completata a giugno. Il Giappone ora spera che la valutazione dell’AIEA plachi l’opposizione nei paesi vicini, Cina e Corea del Sud in particolare. Oggi l’ambasciatore cinese in Giappone, Wu Jianghao, ha detto ai giornalisti che non ci sono precedenti per il rilascio di acque radioattive in un oceano dopo un incidente nucleare. “La parte giapponese afferma che le centrali nucleari di tutto il mondo scaricano acque, ma è la prima volta che si tratta di acqua esposta al nocciolo fuso di un reattore nucleare”, ha detto Wu.
In Corea del Sud, il rilascio dell’acqua è diventato una questione di crescente preoccupazione tra il pubblico e una questione di divisione tra il partito del presidente Yoon Suk-yeol, che persegue una linea morbida nei confronti di Tokyo, e l’opposizione. Nelle ultime settimane si sono svolte proteste contro il rilascio delle acque davanti all’ambasciata giapponese a Seoul. L’opposizione ha anche invitato Yoon a spingere Tokyo per ottenere dati più dettagliati su eventuali elementi potenzialmente pericolosi che l’acqua potrebbe contenere. Le nazioni insulari nel Pacifico si sono unite alla protesta. Il Forum delle Isole del Pacifico, un gruppo regionale guidato dall’ex primo ministro delle Isole Cook Henry Puna, ha sottolineato in un comunicato di giugno che il forum è “pienamente impegnato ad affrontare le forti preoccupazioni per il significato della potenziale minaccia di contaminazione nucleare per la salute e la sicurezza della sua gente e delle sue prospettive”.