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La Cina: sosteniamo l’Europa nel promuovere i negoziati per la pace in Ucraina

La Cina: sosteniamo l’Europa nel promuovere i negoziati per la pace in UcrainaRoma, 19 apr. (askanews) – La Cina sostiene l’Europa nel suo sforzo per facilitare una pronta ripresa dei negoziati di pace sul conflitto ucraino e per creare un sistema di sicurezza sostenibile nel Continente, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. “La Cina sostiene la parte europea nel suo sforzo, basato sui propri interessi fondamentali e a lungo termine, per facilitare la rapida ripresa dei negoziati e per creare un sistema di sicurezza equilibrato e stabile in Europa, tenendo conto delle ragionevoli preoccupazioni di tutte le parti”, ha detto Wang durante un briefing alla stampa.

Il diplomatico cinese ha anche affermato che Macron e il presidente Xi Jinping si sono scambiati opinioni sulla questione ucraina durante la visita dell’inquilino dell’Eliseo a Pechino all’inizio di aprile. Durante la visita, Macron ha affermato che la Francia è pronta a lavorare a stretto contatto con la Cina per una soluzione della crisi ucraina il prima possibile. Ieri, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che Mosca non ha ricevuto alcun messaggio da Parigi in merito al suo piano di pace per l’Ucraina e non è ancora a conoscenza dell’esistenza di tale iniziativa, aggiungendo che qualsiasi idea che tenga conto della posizione della Russia sulla questione merita attenzione.

Eurostat: nell’eurozona l’inflazione si conferma in netta frenata (6,9% a marzo)

Eurostat: nell’eurozona l’inflazione si conferma in netta frenata (6,9% a marzo)Roma, 19 apr. (askanews) – Eurostat ha confermato il netto rallentamento dell’inflazione media dell’eurozona nel mese di marzo: la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è attestata al 6,9%, a fronte dell’8,5% che aveva segnato a febbraio. In base ai dati destagionalizzati, in un mese i prezzi sono aumentati dello 0,9% nell’insieme dell’Unione monetaria.

Ma le tabelle diffuse dall’ente di statistica comunitario confermano anche la persistenza di pressioni al rialzo sull’inflazione di fondo, cioè depurata da energia, alimentari e altre voci particolarmente volatili, che a differenza dell’indice generale ha continuato ad accelerare a marzo con un 5,7% annuo, a fronte del 5,6% di febbraio. In questo caso in un mese i prezzi sono saliti dell’1,3%. La dinamica dell’inflazione viene attentamente monitorata dalla Bce che dalla scorsa estate ha avviato una energica manovra di inasprimento monetario, in prima battuta mediante rialzi dei tassi di interesse proprio per contrastare il carovita, cercando di farlo tornare al suo obiettivo del 2%. Lunedì scorso la presidente della Bce, Christine Lagarde aveva sostenuto che la manovra di rialzo dei tassi “sta iniziando a funzionare” proprio in riferimento al calmieramento dell’inflazione.

La tregua in Sudan non regge, attacchi aerei a Khartoum

La tregua in Sudan non regge, attacchi aerei a KhartoumRoma, 19 apr. (askanews) – Non regge in Sudan la tregua tra le forze armate sudanesi, leali al presidente del Consiglio sovrano di transizione, il generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Rapid Suport Forces (RSF), le forze paramilitari comandate dal vice presidente, Mohamed Hamdan Dagalo. La capitale del Sudan Khartoum è stata scossa questa mattina da diversi attacchi aerei, nonostante la tregua umanitaria di 24 ore annunciata ieri dall’esercito e dalle forze paramilitari di supporto rapidi. Stando a quanto riferito dagli abitanti citati da Bloomberg, l’aviazione avrebbe colpito il comando generale dell’esercito, uffici delle forze paramilitari e l’area densamente popolata di Amarat.

Secondo l’emittente Al-Arabiya, la difesa aerea sudanese starebbe prendendo di mira i siti e le rotte di rifornimento utilizzate dalle Forze di supporto rapido. “Tutta la nostra casa ha tremato”, ha detto a Bloomberg una residente ad Amarat, riferendo di tre esplosioni consecutive: “Non è stata un’esplosione normale”. Ieri esercito e forze paramilitari avevano annunciato una tregua di 24 ore per consentire l’evacuazione dei feriti e il passaggio sicuro dei civili dopo quattro giorni di scontri che hanno provocato almeno 185 morti e circa 1.800 feriti.

La guerra in Ucraina e la Finlandia nella Nato, come è cambiato il Mar Baltico

La guerra in Ucraina e la Finlandia nella Nato, come è cambiato il Mar BalticoHelsinki, 19 apr. (askanews) – “È una cosa fantastica” l’ingresso della Finlandia nella Nato, “per quanto riguarda la sicurezza della regione e del Paese: un’ampia maggioranza del popolo finlandese sostiene l’ingresso. Tutto è cambiato quando la Russia ha attaccato l’Ucraina”. Questo il commento, rilasciato ai microfoni di askanews dall’ambasciatore finlandese in Estonia Vesa Vasara. Il diplomatico si trova a Helsinki per l’arrivo del nuovo ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna che si è recato in queste ore in Finlandia per il suo primo viaggio ufficiale: ennesima dimostrazione del rafforzamento dell’asse baltico lungo il fronte orientale. Tsahkna ha incontrato il collega Pekka Haavisto, reduce dalla storica cerimonia a Bruxelles del 4 aprile, culminata con la bandiera finlandese issata davanti alla sede dell’alleanza militare.

“La visita del ministro degli Esteri estone in Finlandia all’inizio del suo mandato è un riflesso degli stretti legami tra Finlandia ed Estonia”, ha affermato Haavisto in un comunicato. E di fatto percorre quel complicato, e ora moltiplicato, confine nord orientale Nato con la Russia che comincia con la Norvegia (197 km) ma che si estende – dopo l’ingresso della Finlandia nell’alleanza militare – per altri 1850 chilometri: tra la Finlandia e la Russia descrive una linea di demarcazione di 1.340 km, tra l’Estonia e la Russia di 294 km (delineato per la prima volta nel 1918, quando l’Estonia dichiarò la sua indipendenza dalla Russia) mentre il confine tra la Lettonia e la Russia si estende per 217 km. Ma il confine riguarda anche il Mar Baltico: in questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica (e per la prima volta da quando la Finlandia è entrata ufficialmente nell’alleanza di difesa all’inizio di questo mese): l’FGS Mecklenburg-Vorpommern della Marina tedesca e l’NRP Bartolomeu Dias della Marina portoghese fanno entrambe parte dello Standing Nato Maritime Group 1 (SNMG1), un’unità navale di risposta immediata della NATO.

Il tutto poco prima che nella vicina Svezia iniziasse lunedì 17 aprile la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni: Aurora 23, che simula il respingimento di un attacco alla Svezia e la ricezione di aiuti esteri e si concentra sulla Svezia meridionale e sull’isola strategicamente importante di Gotland. Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo verranno effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. “Il Baltico in passato fu un ‘lago’ russo, oggi è un ‘lago’ della Nato” afferma una fonte a Helsinki, facendo riferimento al passato zarista, ma anche specificando che questo oggi è anche il risultato della reazione psicologica della società e della politica e dello spostamento repentino di Paesi tradizionalmente neutrali (come Finlandia e Svezia, appunto), in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

“Stiamo ricevendo grandi truppe, quindi ci sarà molto traffico (militare) sulle strade pubbliche”, ha detto il generale di brigata Stefan Andersson, che guida l’esercitazione, a Dagens Nyheter: una dichiarazione ampiamente ripresa dalla stampa finlandese. “Gli Stati Uniti partecipano ad Aurora 23 con, tra l’altro, 700 marines, attraverso il confine terrestre dalla Norvegia” scrive Ilta Sanomat. “I missili antiaerei Patriot recentemente acquisiti dalla Svezia saranno portati a proteggere la capitale Stoccolma in connessione con l’esercitazione militare. Un dettaglio interessante dell’esercitazione militare è l’annuncio del lancio trasmesso dalla radio svedese il 24 aprile. L’annuncio trasmesso sul canale P4 su tutto il territorio nazionale testa il flusso di informazioni in caso di una possibile situazione reale” aggiunge. Al momento, l’adesione della Svezia alla NATO, a differenza della vicina Finlandia, è ancora ostaggio delle mancate ratifiche di Turchia e Ungheria. E sarà al centro del vertice Nato dell’11 e 12 luglio a Vilnius, a riprova proprio del fatto che tutto è cambiato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.

(Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

Speciale Finlandia, confine e Mar Baltico dove “tutto è cambiato”

Speciale Finlandia, confine e Mar Baltico dove “tutto è cambiato”Helsinki, 19 apr. (askanews) – “È una cosa fantastica” l’ingresso della Finlandia nella Nato, “per quanto riguarda la sicurezza della regione e del Paese: un’ampia maggioranza del popolo finlandese sostiene l’ingresso. Tutto è cambiato quando la Russia ha attaccato l’Ucraina”. Questo il commento, rilasciato ai microfoni di askanews dall’ambasciatore finlandese in Estonia Vesa Vasara. Il diplomatico si trova a Helsinki per l’arrivo del nuovo ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna che si è recato in queste ore in Finlandia per il suo primo viaggio ufficiale: ennesima dimostrazione del rafforzamento dell’asse baltico lungo il fronte orientale. Tsahkna ha incontrato il collega Pekka Haavisto, reduce dalla storica cerimonia a Bruxelles del 4 aprile, culminata con la bandiera finlandese issata davanti alla sede dell’alleanza militare.

“La visita del ministro degli Esteri estone in Finlandia all’inizio del suo mandato è un riflesso degli stretti legami tra Finlandia ed Estonia”, ha affermato Haavisto in un comunicato. E di fatto percorre quel complicato, e ora moltiplicato, confine nord orientale Nato con la Russia che comincia con la Norvegia (197 km) ma che si estende – dopo l’ingresso della Finlandia nell’alleanza militare – per altri 1850 chilometri: tra la Finlandia e la Russia descrive una linea di demarcazione di 1.340 km, tra l’Estonia e la Russia di 294 km (delineato per la prima volta nel 1918, quando l’Estonia dichiarò la sua indipendenza dalla Russia) mentre il confine tra la Lettonia e la Russia si estende per 217 km. Ma il confine riguarda anche il Mar Batico: in questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica (e per la prima volta da quando la Finlandia è entrata ufficialmente nell’alleanza di difesa all’inizio di questo mese): l’FGS Mecklenburg-Vorpommern della Marina tedesca e l’NRP Bartolomeu Dias della Marina portoghese fanno entrambe parte dello Standing Nato Maritime Group 1 (SNMG1), un’unità navale di risposta immediata della NATO. Il tutto poco prima che nella vicina Svezia iniziasse lunedì 17 aprile la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni: Aurora 23, che simula il respingimento di un attacco alla Svezia e la ricezione di aiuti esteri e si concentra sulla Svezia meridionale e sull’isola strategicamente importante di Gotland.

Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo verranno effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. “Il Baltico in passato fu un ‘lago’ russo, oggi è un ‘lago’ della Nato” afferma una fonte a Helsinki, facendo riferimento al passato zarista, ma anche specificando che questo oggi è anche il risultato della reazione psicologica della società e della politica e dello spostamento repentino di Paesi tradizionalmente neutrali (come Finlandia e Svezia, appunto), in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. “Stiamo ricevendo grandi truppe, quindi ci sarà molto traffico (militare) sulle strade pubbliche”, ha detto il generale di brigata Stefan Andersson, che guida l’esercitazione, a Dagens Nyheter: una dichiarazione ampiamente ripresa dalla stampa finlandese. “Gli Stati Uniti partecipano ad Aurora 23 con, tra l’altro, 700 marines, attraverso il confine terrestre dalla Norvegia” scrive Ilta Sanomat. “I missili antiaerei Patriot recentemente acquisiti dalla Svezia saranno portati a proteggere la capitale Stoccolma in connessione con l’esercitazione militare. Un dettaglio interessante dell’esercitazione militare è l’annuncio del lancio trasmesso dalla radio svedese il 24 aprile. L’annuncio trasmesso sul canale P4 su tutto il territorio nazionale testa il flusso di informazioni in caso di una possibile situazione reale” aggiunge.

Al momento, l’adesione della Svezia alla NATO, a differenza della vicina Finlandia, è ancora ostaggio delle mancate ratifiche di Turchia e Ungheria. E sarà al centro del vertice Nato dell’11 e 12 luglio a Vilnius, a riprova proprio del fatto che tutto è cambiato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. (Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

Bugie sulla vittoria rubata a Trump, Fox News paga maxi risarcimento di 787 milioni di dollari

Bugie sulla vittoria rubata a Trump, Fox News paga maxi risarcimento di 787 milioni di dollariRoma, 19 apr. (askanews) – “Siamo lieti di aver raggiunto una soluzione della nostra disputa con Dominion Voting Systems”, così un comunicato Fox News ha annunciato l’accordo per evitare una causa per diffamazione con il pagamento di un maxi risarcimento di 787,5 milioni di dollari alla società di software che ha registrato i voti elettronici nelle presidenziali del 2020, vinte da Joe Biden, accusata falsamente di aver truccato le elezioni rubando la vittoria a Trump. Il tycoon Rupert Murdoch, 92 anni, ha così preferito pagare subito centinaia di milioni di dollari evitando testimonianze umilianti in aula in cui i conduttori di Fox News avrebbero dovuto ammettere di aver trasmesso bugie. L’accordo evita anche che ai presentatori dì doversi scusare in onda.

Fox News ha spiegato che “prende atto della sentenza del tribunale che ha ritenuto false alcune affermazioni su Dominion”, in riferimento al provvedimento del giudice del tribunale del Delaware del 31 marzo scorso per cui era “chiaro che nessuna affermazione su Dominion nelle elezioni del 2020 era vera”.

New York, un garage multipiano è crollato a Manhattan: cinque feriti e un morto

New York, un garage multipiano è crollato a Manhattan: cinque feriti e un mortoRoma, 19 apr. (askanews) – Un garage multipiano è crollato a Manhattan provocando la morte di una persona ed il ferimento di almeno cinque, secondo quanto riferito alla Cnn dal capo dipartimento dei vigili del fuoco. In base alle prime ricostruzioni, si è trattato di un collasso strutturale dell’edificio.

Secondo quanto spiegato dai funzionari di emergenza di New York, e riferito da Cbs News, l’edificio di quattro piani che ospitava il garage si è “completamente sfondato, crollato, fino al pavimento della cantina”. Quel che resta della struttura è completamente instabile e a rischio. I soccorritori hanno inviato cani robot e droni per verificare che non ci fosse nessuno intrappolato nelle macchine o tra le macerie. Il crollo è avvenuto intorno alle 4 della mattina, all’interno dell’edificio c’erano sei persone al lavoro e la persona deceduta sarebbe una di loro.

Razov lascia Roma: relazioni molto difficili ma italiani bendisposti

Razov lascia Roma: relazioni molto difficili ma italiani bendispostiRoma, 19 apr. (askanews) – “L’ultimo anno e mezzo si è davvero rivelato molto difficile nelle relazioni tra i nostri paesi. Tuttavia, ci sono stati tempi peggiori: ricordate la partecipazione dell’Italia fascista all’aggressione contro l’URSS. Sono sicuro che ci saranno tempi migliori, più adeguati agli interessi fondamentali dei popoli dei nostri paesi, alle esigenze della cooperazione economica, dell’interazione culturale”: così l’ambasciatore russo Sergey Razov nella sua intervista di fine missione in Italia alle agenzie di stampa russe. Il diplomatico russo, capo missione a Roma per quasi dieci anni e al centro di tensioni e polemiche dopo l’invasione dell’Ucraina, afferma che “tuttavia, anche nel quadro di una mutevole situazione politica, qui abbiamo sempre sentito un atteggiamento bendisposto, amichevole degli italiani comuni nei confronti dei nostri cittadini, che hanno contraccambiato questa simpatia”.

L’ambasciatore insiste su quella che a suo avviso è una dualità nell’approccio italiano alla Russia, quello governativo e quello della “gente comune”. “Le relazioni interstatali sono preservate: diplomatiche, economiche, consolari e di altro tipo. I canali di comunicazione bilaterali sono mantenuti, sebbene su scala molto più limitata rispetto a prima”, dichiara Razov, dicendo che dell’Italia gli resterà un “quadro a mosaico”: “le bellezze naturali, il più ricco patrimonio storico e culturale, la cucina originale, la tradizionale apertura e ospitalità degli italiani” e allo stesso tempo ha richiamato l’attenzione su “un debito pubblico elevato per gli standard europei, un deficit di bilancio, inflazione, un afflusso di migranti illegali, una diminuzione della natalità”. “Con questa diversità l’Italia rimarrà impressa nella memoria. Quella di un paese che ha aderito incondizionatamente alle devastanti sanzioni contro la Russia e alla fornitura di armi all’Ucraina (contro la volontà di metà della popolazione). E allo stesso tempo, un paese i cui cittadini amano la Russia, la sua cultura, tratta i russi con simpatia immutabile. In questo caso, il secondo aspetto, forse, supera il primo”, conclude Razov.

Migranti, Hahn: ok stato emergenza in Italia, ma serve Patto Ue

Migranti, Hahn: ok stato emergenza in Italia, ma serve Patto UeStrasburgo (Francia), 18 apr. (askanews) – La dichiarazione dello stato di emergenza sui migranti da parte del governo italiano, motivata dal forte aumento degli arrivi nei primi tre mesi dell’anno, potrà servire ad aumentare le capacità di accoglienza del Paese con delle procedure più rapide, e a gestire meglio le sfide che l’Italia sta affrontando. Ma “nessun paese membro può gestire l’immigrazione da solo”, si tratta di una questione che riguarda tutta l’Ue, e che fa affrontata ricorrendo alla solidarietà tra i Paesi membri e approvando finalmente il Patto Ue sull’immigrazione e l’asilo, che offre soluzioni strutturali in una dimensione europea.

È quanto ha detto, in sintesi, il commissario Ue al Bilancio, Joahnnes Hahn, nel su intervento a nome della Commissione, questa sera a Strasburgo, durante il dibattito in plenaria del Parlamento europeo sul “bisogno di solidarietà europea per salvare vite nel Mediterraneo, e in particolare in Italia”. “Oggi in agenda – ha esordito Hahn – c’è la solidarietà: con le persone, con esseri umani che fuggono dalla persecuzione a causa del colore della pelle, o che non hanno altra scelta che un viaggio pericoloso sperando di trovare una vita migliore. Dobbiamo trattare tutti costoro con dignità e umanità, quelli che hanno una prospettiva di ottenere l’asilo come quelli che dovranno essere rimpatriati. Ma la solidarietà ci deve essere anche tra i paesi di destinazione” dei migranti, “e quelli che alle frontiere gestiscono grandi numeri dei flussi in arrivo”.

“L’Italia – ha riferito il commissario – ha registrato più di 30mila arrivi nei primi tre mesi di quest’anno, con un aumento di quasi il 300% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Più di 1.500 persone sono arrivate solamente la settimana scorsa, molte sull’Isola di Lampedusa. Le coste di Lampedusa sono anche le costa dell’Unione europea, le persone che arrivano lì – ha ricordato – sono una responsabilità condivisa”. “Noi sosteniamo l’Italia come Unione europea; abbiamo potuto ricollocare 950 persone, i 2/3 delle quali dall’Italia, e molte da Lampedusa, grazie al meccanismo di solidarietà volontario creato nel giugno scorso. Vogliamo che gli Stati membri ricollichino meglio e più rapidamente” queste persone. “La Commissione – ha aggiunto Hahn – incoraggia i paesi membri ad accelerare e a intensificare i propri sforzi”.

“Noi – ha continuato il commissario – sosteniamo l’Italia con i nostri fondi: l’Italia è il beneficiario principale dei finanziamenti Ue” in questo settore, “ha ricevuto quasi due miliardi di euro dal 2015 dal nostro Fondo per l’asilo e l’immigrazione”. Inoltre, “la Commissione ora sta discutendo con l’Italia di eventuali altre misure di finanziamento d’emergenza aggiuntive”. E poi, ha evidenziato ancora Hahn, “sosteniamo l’Italia tramite le nostre agenzie, che cooperano strettamente con la polizia e la guardia costiera italiane, in stretto contatto e giorno dopo giorno. Abbiamo 200 persone per l’Agenzia dell’asilo europea, anche a Lampedusa, dove aiutano i migranti a comunicare con le autorità. E inoltre abbiamo con l’Agenzia Frontex più di 300 persone, sei navi pattugliatrici, due aerei e un elicottero”, che “pattugliano il mare alla ricerca di imbarcazioni in difficolaà, per intervenire a soccorrerle. Frontex – ha sottolineato – ha salvato più di 50.000 vite in mare”.

Non meno importante è poi il fatto che “aiutiamo l’Italia con le nostre politiche: stiamo attuando – ha riferito ancora il commissario – il piano d’azione per il Mediterraneo centrale, lanciato a novembre. In questo piano continuiamo a costruire forti partenariati nell’ambito delle migrazioni con i paesi di origine, di transito e di destinazione”. In particolare, oggi, “per sostenere l’Italia dobbiamo rafforzare il nostro partenariato con la Tunisia, che fino a ora è stato il paese principale di partenza verso l’Italia quest’anno: nel corso di questo mese – ha annunciato Hahn- la commissaria europea Ylva Johansson”, responsabile per gli Affari interni, “andrà in Tunisia per lanciare un partenariato volto a lottare contro i trafficanti, e per lavorare assieme per evitare le partenze e le morti in mare, e per aumentare i rimpatri. Ma anche per fornire alternative credibili ai viaggi della morte, lanciando con la Tunisia un ‘partenariato per i talenti’”. Il commissario ha parlato infine della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del governo italiano, che è stata decisa “per affrontare l’aumento degli arrivi. Comprendiamo – ha osservato – che l’obiettivo principale di questa decisione è quello di aumentare le capacità di accoglienza con delle procedure più rapide nelle circostanze attuali. Ci attendiamo che lo stato di emergenza aiuti ad affrontare le vere sfide che l’Italia sta affrontando; ma al contempo – ha avvertito Hahn -nessun paese membro può gestire l’immigrazione da solo, e nessuna misura politica da sola può gestire il problema migratorio”. “In generale, abbiamo bisogno di una politica migratoria europea complessiva. In breve – ha rilevato il commissario – abbiamo bisogno del Patto” sull’immigrazione e l’asilo. Il Patto era stato proposto dalla Commissione 2020, e da allora è rimasto a lungo congelato nei negoziati tra gli Stati membri. Solo recentemente ci sono stati dei passi avanti parziali in Consiglio Ue, e soprattutto all’Europarlamento, dove c’è stato un accordo nella commissione competente (quella per le Libertà pubbliche, la Giustizia e gli Affari interni) per il mandato negoziale dell’Assemblea. Hahn ha quindi ringraziato il Parlamento europeo “per aver adottato un ulteriore passo avanti verso questo Patto, verso una vera politica migratoria europea. I negoziati con il Parlamento e il Consiglio Ue – ha riferito – sono stati avviati questa mattina riguardo alle procedure d’asilo, dopo che erano stati lanciati i negoziati sulla base dati Eurodac all’inizio dell’anno, e prima di iniziare a negoziare, spero la prossima settimana sullo ‘screening’ dei migranti”. “Questo mostra che l’Europa può andare e sta andando avanti sul tema dell’immigrazione e dell’asilo; la solidarietà con le persone bisognose è necessaria, ed è necessaria la solidarietà nei confronti dei paesi membri in difficoltà: possiamo e dobbiamo fare entrambe le cose. Lancio un appello a tutti voi – ha concluso il commissario rivolto agli europarlamenteri – affinché facciate quanto in vostro potere perché si possa raggiungere un accordo sul Patto prima della fine di questa legislatura”, tra poco più di un anno.

In Argentina otto persone saranno processate con l’accusa di omicidio per la morte di Maradona

In Argentina otto persone saranno processate con l’accusa di omicidio per la morte di MaradonaRoma, 18 apr. (askanews) – Otto operatori sanitari saranno processati per le loro presunte responsabilità nella morte del leggendario calciatore Diego Armando Maraona, icona del Napoli e della nazionale argentina, avvenuta nel 2020. Lo ha stabilito una corte d’appello nel Paese sudamericano, come riferiscono i media argentini. Respingendo i ricorsi della difesa, la Corte d’Appello e Garanzie di San Isidro ha condannato il neurochirurgo e medico di famiglia Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e altri sei operatori sanitari a dover affrontare un processo con l’accusa di “omicidio premeditato semplice”, come richiesto dai pm e giudici investiti del caso l’anno scorso.

Anche il coordinatore infermieristico Mariano Perroni, gli infermieri Ricardo Almiron e Gisella Madrid, lo psicologo Carlos Diaz, il coordinatore medico Nancy Forlini e l’operatore clinico Pedro Pablo Di Spagna saranno sul banco degli imputati per il processo, che dovrebbe iniziare nel 2024. Tutti gli imputati rischiano tra gli otto e i 25 anni di carcere se giudicati colpevoli. Gli avvocati della difesa avevano chiesto un’accusa più leggera in appello, “omicidio colposo” (con una pena minore da uno a cinque anni di reclusione), ma i giudici Carlos Fabian Blanco, Gustavo Adrian Herbel ed Ernesto Garcia Maanon hanno confermato il capo di imputazione ipotizzato dai pubblici ministeri. Gli avvocati della difesa possono ancora appellarsi alla Corte di cassazione della provincia di Buenos Aires. Nessuna data è stata fissata per il processo agli otto imputati per la morte di Maradona, che secondo i pm sarebbe stata causata dalle “omissioni” delle sue badanti che lo hanno abbandonato “al suo destino” durante il ricovero domiciliare. Maradona, il più grande e famoso calciatore argentino di tutti i tempi, è morto all’età di 60 anni il 25 novembre 2020, mentre si stava riprendendo da un intervento chirurgico al cervello per un coagulo di sangue. El Pibe de Oro – che per decenni aveva lottato contro la dipendenza da cocaina e alcol – è stato trovato morto a letto due settimane dopo l’operazione, in una casa in affitto in un quartiere privato di San Andres, dove era stato portato dopo essere stato dimesso dall’ospedale. In seguito si scoprì che era morto per un attacco di cuore. Un gruppo di 20 esperti medici convocato dal pubblico ministero argentino ha concluso nel 2021 che la terapia di Maradona era stata contraddistinta da “carenze e irregolarità”. Ha detto che il calciatore “avrebbe avuto maggiori possibilità di sopravvivenza” con cure adeguate in una struttura medica adeguata.