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Usa, Biden,martedì colloqui su tetto del debito: “Sono un ottimista”

Usa, Biden,martedì colloqui su tetto del debito: “Sono un ottimista”New York, 15 mag. (askanews) – Il presidente Biden ha dichiarato domenica che crede di poter raggiungere un accordo sul tetto del debito con i leader del partito repubblicano, mentre incombe il rischio di un default. Alcune indiscrezioni dalla Casa Bianca vedono per martedì la ripresa dei colloqui tra i leader dei due partiti e il presidente americano

“Non è mai bello caratterizzare una trattativa nel mezzo di una trattativa”, ha detto ai giornalisti Biden, domenica, aggiungendo: “Resto ottimista perché sono un ottimista congenito. Ma penso davvero che ci sia un desiderio da parte loro e nostra di raggiungere un accordo. Penso che ce la faremo”. Il presidente è in attesa della proposta repubblicana sulla gestione di Medicaid e sugli aiuti governativi al mondo del lavoro. Intanto nell’agenda presidenziale è stato registrato l’incontro con il premier giapponese, alla vigilia dell’incontro del G7 che si terrà ad Hiroshima dal 19 al 21 maggio. L’appuntamento segnala che Biden parteciperà di presenza. La scorsa settimana aveva messo in dubbio il viaggio se non fosse stato approvato l’innalzamento del tetto del debito.

Von der Leyen: nuovo pacchetto contro raggiro delle sanzioni anti-Russia

Von der Leyen: nuovo pacchetto contro raggiro delle sanzioni anti-RussiaBruxelles, 15 mag. (askanews) – Il nuovo pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia, l’undicesimo, già presentato dalla Commissione europea e attualmente in discussione nel Consiglio Ue che deve approvarlo all’unanimità, è focalizzato soprattutto sulle misure contro l’aggiramento delle sanzioni già esistenti, attraverso i paesi terzi. Lo ha confermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, rispondendo ai giornalisti durante una conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, oggi a Bruxelles.

“Le nuove sanzioni sono ancora in cantiere, per così dire. In questo pacchetto di proposte in primo luogo c’è il divieto di raggiro. In effetti – ha spiegato von der Leyen – in alcuni paesi terzi c’è stata una impennata esponenziale nei flussi commerciali con l’Unione europea in questi ultimi mesi, e c’è una discrepanza tra quello che parte dell’Unione Europea, e che passa per la Russia, e quello poi finisce nei diversi paesi. Ecco perché ci stiamo chiedendo se sia opportuno, come deterrente, un eventuale divieto di transito” attraverso la Russia delle merci esportate dall’Ue verso paesi terzi. “Ci saranno in questo meccanismo vari dispositivi di controllo, perché vogliamo assicurarci che sia giustificato” il divieto di transito. “Ma questo è ancora in discussione, per ora, a livello di Stati membri”. “Poi – ha aggiunto la presidente della Commissione – c’è anche l’estensione del divieto di transito fisico attraverso la Russia, che è già applicato ai prodotti a duplice uso e agli armamenti, includendo anche le tecnologie avanzate, e componenti e carburanti per aerei”.

Infine, “c’è un secondo elemento che riguarda i paesi terzi che comprano direttamente dall’Unione europea, e che poi, potenzialmente, potrebbero consegnare i prodotti oggetto di sanzioni alla Russia: in questo caso noi mandiamo un chiaro messaggio che facciamo sul serio, che potremmo vietare l’eportazione di questi verso questi paesi terzi, se ci risulta che c’è un raggiro delle sanzioni con consegne alla Russia”, ha concluso von der Leyen.

Tajani: sull’emergenza migranti occorre una strategia europea in Africa

Tajani: sull’emergenza migranti occorre una strategia europea in AfricaRotterdam, 15 mag. (askanews) – “Stiamo discutendo con tutti nostri alleati europei perché la questione migratoria deve prevedere una strategia a medio e lungo termine in Africa, per questo abbiamo parlato di un Piano Marshall e un Piano Mattei ma non basta l’Italia per affrontare l’emergenza, la situazione rischia di peggiorare di giorno in giorno”. È quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della sua visita a Rotterdam, in Olanda.

Secondo il ministro, “si deve lavorare insieme per trovare giuste soluzioni” alla crisi. “Continueremo a discutere e vediamo se durante la presidenza svedese si potranno raggiungere accordi per un piano europeo che non può non prevedere solidarietà europea per l’Italia”, ha aggiunto Tajani.

Pnrr, Gentiloni: priorità è modifica a piano Italia, non 3° rata

Pnrr, Gentiloni: priorità è modifica a piano Italia, non 3° rataBruxelles, 15 mag. (askanews) – Il pagamento della terza rata del Pnrr italiano sta subendo dei “ritardi tecnici” su cui la Commissione sta “lavorando bene” con il governo, per una rapida soluzione. Ma quel che è davvero importante sono le modifiche e aggiornamenti del Piano nazionale che il governo “giustamente” vuole introdurre, e che la Commissione aspetta “prontissima e flessibile”. Lo ha detto oggi a Bruxelles il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, parlando con i giornalisti italiani al termine della sua conferenza stampa sulle Previsioni econommiche di primavera dell’Esecutivo comunitario.

L’erogazione della terza rata dei fondi Ue, prevista inizalmente a fine febbraio, è stata rimandata di un mese per due volte di seguito, e non è ancora avvenuta a metà maggio, nonostante a fine aprile sembrasse una questione di ore. Che cosa sta succedendo? “Non so se dovesse essere una questione di ore”, ha risposto Gentiloni a questa domanda. “Io ho sempre detto e ripeto che si sta lavorando e si sta lavorando bene. C’è una buona collaborazione” con le autorità italiane, “si stanno finalizzando alcuni aspetti”.

“Non mi concentrerei troppo – ha osservato il commissario – sul fatto che possano esserci dei ritardi tecnici nella erogazione della terza rata”, ritardi “che comunque stiamo lavorando per risolvere rapidamente”. “Per un piano delle dimensioni di quello italiano, che giustamente il governo vuole rivedere, ritoccare e aggiornare, la sfida è quella di questo emendamento, chiamiamolo così”, ha sottolineato Gentiloni. La sfida, ha continuato, è quella “di poterlo discutere insieme il più presto possibile, perché sarà certamente un appuntamento importante”.

La Commissione ha inviato tutto gli Stati membri a presentare un novo capitolo “REPowerEU” nei loro Pnrr, con delle modifiche per tenere conto delle nuove condizioni e priorità determinate dalla guerra russa contro l’Ucraina, dalle sue conseguenze sui prezzi dell’energia e sugli approvvigionamenti, e dall’accelerazione della transizione energetica. “Quindi, più che la terza rata, io penso che una cosa prioritaria sia il lavoro sulle modifiche, sugli aggiustamenti” del Piano, “un lavoro su cui la Commissione è prontissima è flessibile, e non aspetta altro – ha concluso Gentiloni – che di potersi mettere a lavorare con le autorità italiane in questa prospettiva”.

L’inviato speciale cinese sarà a Kiev domani e mercoledì

L’inviato speciale cinese sarà a Kiev domani e mercoledìRoma, 15 mag. (askanews) – L’inviato speciale del governo cinese per gli Affari euroasiatici, Li Hui, sarà a Kiev domani e mercoledì. Lo ha detto oggi alla France presse una fonte del governo ucraino.

“Sarà a Kiev il 16 e il 17 maggio”, ha detto il funzionario. Dopo la tappa in Ucraina, Li, ex ambasciatore cinese in Russia, visiterà poi Polonia, Francia, Germania e Russia per favorire “una soluzione politica alla crisi tra Russia e Ucraina”, stando a quanto ribadito oggi dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin.

Erdogan esce rafforzato dalla tornata elettorale di ieri, il duello con Kilicdaroglu il 28 maggio

Erdogan esce rafforzato dalla tornata elettorale di ieri, il duello con Kilicdaroglu il 28 maggioRoma, 15 mag. (askanews) – Bisognerà aspettare il 28 maggio per conoscere il nome del nuovo presidente turco. Nè il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan, né il principale sfidante, Kemal Kilicdaroglu, hanno superato la soglia del 50 per cento delle preferenze per l’elezione al primo turno. Erdogan, però, esce rafforzato dalla tornata elettorale di ieri: il suo partito, Akp, ha ottenuto la maggioranza in Parlamento insieme ai nazionalisti del Mhp, e nonostante i sondaggi che lo davano in calo e al di sotto del leader dell’opposizione, il capo di stato turco ha ottenuto il 49,4 per cento, secondo i dati finali ma non ufficiali, mentre Kilicdaroglu, probabilmente anche penalizzato da una coalizione di sei partiti fin troppo eterogenea al suo interno, si è fermato al 44,96 per cento. Ago della bilancia, e lo ha già sottolineato nella notte, sarà il candidato nazionalista Sinan Ogan che con il suo 5,2 per cento dei voti potrebbe spostare l’asticella in favore di uno o dell’altro contendente, ma ha già dichiarato di volere i curdi dell’Hdp, che appoggiano Kilicdaroglu, fuori dal gioco.

Intanto, si attende che lo spoglio venga completato: all’appello mancano ancora parte dei voti dei turchi all’estero, circa un 15 per cento. Erdogan ha ottenuto oltre il 56 per cento delle preferenze degli elettori che hanno votato fuori dalla Turchia, principalmente in Germania, Francia, Medio Oriente e Nord Africa. Kilicdaroglu ha raccolto consensi in parte dell’Europa, tra cui in Italia (oltre il 77 per cento), in Russia, in Nord America e in Brasile, collezionando un 41 per cento. Si annuncia quindi una battaglia all’ultimo voto in vista del ballottaggio del 28 maggio quando Erdogan e Kilicdaroglu si daranno nuovamente battaglia. Entrambi hanno dichiarato di accettare il secondo turno ed entrambi, nella notte hanno sostenuto che la volontà del popolo deve essere rispettata. Kilicdaroglu ha promesso di vincere al ballottaggio e ha accusato il partito di Erdogan di interferire con il conteggio e la comunicazione dei risultati, invitando i suoi sostenitori nel paese di 84 milioni a essere pazienti: “Nelle urne dove abbiamo registrato un alto numero di voti, stanno bloccando il sistema con continue contestazioni – ha denunciato Kilicdaroglu nel suo intervento dopo il voto – State bloccando la volontà della Turchia”. Erdogan, invece, affacciandosi dal balcone della sede dell’Akp ad Ankara ha dichiarato: “Non sappiamo ancora se le elezioni sono terminate a questo primo turno, ma se il popolo ci porta al secondo turno, noi lo rispetteremo. Lo spoglio continua all’estero”.

E monta la protesta sui social per la delusione dei risultati delle presidenziali da chi attendeva il cambiamento, subito. Secondo quanto scrive Al Jazeera alcuni cittadini turchi hanno espresso la loro rabbia contro gli elettori delle zone terremotate che hanno scelto comunque di votare per Erdogan. A Kahramanmaras, l’epicentro del terremoto, i risultati preliminari pubblicati dall’agenzia Anadolu hanno mostrato che oltre il 71 per cento dei voti sono andati al presidente uscente, contestato a lungo per la risposta al sisma. Risultato chiaro, a differenza di quello delle presidenziali, è stato quello delle politiche: l’Alleanza popolare, coalizione guidata dal partito del presidente, Giustizia e lo sviluppo (Akp) e che comprende il Partito del movimento nazionalista (Mhp), si è assicurata la maggioranza dei seggi in parlamento, anche se ne ha persi una ventina rispetto alle scorse elezioni. Secondo i dati preliminari, l’Akp ha ottenuto oltre il 35% dei voti, assicurandosi 266 seggi che salgono a 320 su 600 totali, insieme agli alleati. L’Alleanza nazionale, che riunisce i sei partiti di opposizione, ha ottenuto oltre il 35% delle preferenze. Il Partito repubblicano del popolo (Chp), principale formazione della coalizione di opposizione, ottiene 169 seggi. Ai seggi complessivi dell’Alleanza nazionale si potrebbero aggiungere i 10 punti percentuali del Partito democratico del popolo (Hdp) a maggioranza curda, che si è presentato sotto l’ombrello del Partito verde di sinistra. (di Daniela Mogavero)

Erdogan fa meglio del previsto, duello con Kilicdaroglu il 28 maggio

Erdogan fa meglio del previsto, duello con Kilicdaroglu il 28 maggioRoma, 15 mag. (askanews) – Bisognerà aspettare il 28 maggio per conoscere il nome del nuovo presidente turco. Nè il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan, né il principale sfidante, Kemal Kilicdaroglu, hanno superato la soglia del 50 per cento delle preferenze per l’elezione al primo turno. Erdogan, però, esce rafforzato dalla tornata elettorale di ieri: il suo partito, Akp, ha ottenuto la maggioranza in Parlamento insieme ai nazionalisti del Mhp, e nonostante i sondaggi che lo davano in calo e al di sotto del leader dell’opposizione, il capo di stato turco ha ottenuto il 49,4 per cento, secondo i dati finali ma non ufficiali, mentre Kilicdaroglu, probabilmente anche penalizzato da una coalizione di sei partiti fin troppo eterogenea al suo interno, si è fermato al 44,96 per cento. Ago della bilancia, e lo ha già sottolineato nella notte, sarà il candidato nazionalista Sinan Ogan che con il suo 5,2 per cento dei voti potrebbe spostare l’asticella in favore di uno o dell’altro contendente, ma ha già dichiarato di volere i curdi dell’Hdp, che appoggiano Kilicdaroglu, fuori dal gioco.

Intanto, si attende che lo spoglio venga completato: all’appello mancano ancora parte dei voti dei turchi all’estero, circa un 15 per cento. Erdogan ha ottenuto oltre il 56 per cento delle preferenze degli elettori che hanno votato fuori dalla Turchia, principalmente in Germania, Francia, Medio Oriente e Nord Africa. Kilicdaroglu ha raccolto consensi in parte dell’Europa, tra cui in Italia (oltre il 77 per cento), in Russia, in Nord America e in Brasile, collezionando un 41 per cento. Si annuncia quindi una battaglia all’ultimo voto in vista del ballottaggio del 28 maggio quando Erdogan e Kilicdaroglu si daranno nuovamente battaglia. Entrambi hanno dichiarato di accettare il secondo turno ed entrambi, nella notte hanno sostenuto che la volontà del popolo deve essere rispettata.

Kilicdaroglu ha promesso di vincere al ballottaggio e ha accusato il partito di Erdogan di interferire con il conteggio e la comunicazione dei risultati, invitando i suoi sostenitori nel paese di 84 milioni a essere pazienti: “Nelle urne dove abbiamo registrato un alto numero di voti, stanno bloccando il sistema con continue contestazioni – ha denunciato Kilicdaroglu nel suo intervento dopo il voto – State bloccando la volontà della Turchia”. Erdogan, invece, affacciandosi dal balcone della sede dell’Akp ad Ankara ha dichiarato: “Non sappiamo ancora se le elezioni sono terminate a questo primo turno, ma se il popolo ci porta al secondo turno, noi lo rispetteremo. Lo spoglio continua all’estero”. E monta la protesta sui social per la delusione dei risultati delle presidenziali da chi attendeva il cambiamento, subito. Secondo quanto scrive Al Jazeera alcuni cittadini turchi hanno espresso la loro rabbia contro gli elettori delle zone terremotate che hanno scelto comunque di votare per Erdogan. A Kahramanmaras, l’epicentro del terremoto, i risultati preliminari pubblicati dall’agenzia Anadolu hanno mostrato che oltre il 71 per cento dei voti sono andati al presidente uscente, contestato a lungo per la risposta al sisma.

Risultato chiaro, a differenza di quello delle presidenziali, è stato quello delle politiche: l’Alleanza popolare, coalizione guidata dal partito del presidente, Giustizia e lo sviluppo (Akp) e che comprende il Partito del movimento nazionalista (Mhp), si è assicurata la maggioranza dei seggi in parlamento, anche se ne ha persi una ventina rispetto alle scorse elezioni. Secondo i dati preliminari, l’Akp ha ottenuto oltre il 35% dei voti, assicurandosi 266 seggi che salgono a 320 su 600 totali, insieme agli alleati. L’Alleanza nazionale, che riunisce i sei partiti di opposizione, ha ottenuto oltre il 35% delle preferenze. Il Partito repubblicano del popolo (Chp), principale formazione della coalizione di opposizione, ottiene 169 seggi. Ai seggi complessivi dell’Alleanza nazionale si potrebbero aggiungere i 10 punti percentuali del Partito democratico del popolo (Hdp) a maggioranza curda, che si è presentato sotto l’ombrello del Partito verde di sinistra.

Le relazioni pericolose di Prigozhin con i servizi ucraini

Le relazioni pericolose di Prigozhin con i servizi ucrainiRoma, 15 mag. (askanews) – Evegney Prigozhin avrebbe proposto all’Ucraina informazioni sulla posizione delle truppe russe, in cambio del ritiro dei militari ucraini dalla zona attorno a Bakhmut, dove sui suoi uomini del gruppo Wagner incombe il pericolo di un accerchiamento. E’ il Washington Post a rivelare le ‘relazioni pericolose’ di Prigozhin con i servizi militari di Kiev, clamoroso sviluppo tratto da documenti riservati trapelati di recente e ora analizzati anche in questo passaggio.

Il capo dei mercenari in prima linea sul fronte della battaglia più sanguinosa in oltre un anno di guerra accusa regolarmente – e in modo sempre più violento – i vertici della Difesa russa di non fornire alla sua compagnia militare privata le munizioni necessarie per fronteggiare le forze ucraine. Prigozhin negli ultimi giorni ha diffuso una serie di video, con toni sempre più violenti, in cui denuncia l’incompetenza dello Stato maggiore e del ministro della Difesa Sergey Shoigu, arrivando a fare allusioni offensive che sono parse dirette allo stesso Vladimir Putin. L’uomo conosciuto anche come ‘il cuoco di Putin’ per i suoi interessi nel mondo del catering ha molti nemici ai piani alti dello Stato russo ed è considerato del tutto dipendente dal presidente, che a questo punto però potrebbe vedere nell’offerta di Prigozhin ai servizi ucraini un atto di tradimento. Secondo il Post, Prigozhin ha trasmesso la proposta di scambio ai suoi contatti nella direzione dell’intelligence militare ucraina, con i quali ha mantenuto comunicazioni segrete durante la guerra: questo emerge da documenti dell’intelligence statunitense pubblicati sulla piattaforma Discord e solo ora emersi. Il documento trapelato non chiarisce quali posizioni delle truppe russe sarebbero state ‘offerte’. Due funzionari ucraini hanno confermato che Prigozhin ha parlato più volte con il primo direttorato dell’intelligence ucraina, noto GUR. Secondo uno di questi due interlocutori, la proposta è stata fatta più volte, ma Kiev l’ha rifiutata perché i funzionari non si fidano di Prigozhin e pensavano che le sue proposte potessero essere false. Un dubbio condiviso a Washington, secondo un funzionario americano.

In un’intervista al Washington Post, a Zelensky viene chiesto di questi contatti con Prigozhin e il presidente ucraino risponde che “questa è una questione di intelligence”. Il leader ucraino si è lamentato della diffusione pubblica di informazioni riservate, ritenendola favorevole alla Russia, perchè ne risulta l’impressione di contatti con il nemico. Sia la Bbc che diversi siti di notizie hanno fatto notare che il sito del Post ha tolto a un certo punto la parte considerata inopportuna da Zelensky, salvo poi re-integrarla. Altri documenti che dovevano restare segreti rivelano che i funzionari del ministero della Difesa russa si chiedono in privato come rispondere alle critiche di Prigozhin. Vi si parla di una lotta di potere tra Prigozhin e alti funzionari, tra cui il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.

Sempre secondo i materiali visionati dal Post, Prigohzin ha portato avanti una relazione segreta con l’intelligence ucraina su più fronti: oltre alle telefonate, anche con incontri di persona con ufficiali del GUR in un paese africano non meglio specificato.

Le relazioni pericolose di Prigozhin con i servizi ucraini

Le relazioni pericolose di Prigozhin con i servizi ucrainiRoma, 15 mag. (askanews) – Evegney Prigozhin avrebbe proposto all’Ucraina informazioni sulla posizione delle truppe russe, in cambio del ritiro dei militari ucraini dalla zona attorno a Bakhmut, dove sui suoi uomini del gruppo Wagner incombe il pericolo di un accerchiamento. E’ il Washington Post a rivelare le ‘relazioni pericolose’ di Prigozhin con i servizi militari di Kiev, clamoroso sviluppo tratto da documenti riservati trapelati di recente e ora analizzati anche in questo passaggio.

Il capo dei mercenari in prima linea sul fronte della battaglia più sanguinosa in oltre un anno di guerra accusa regolarmente – e in modo sempre più violento – i vertici della Difesa russa di non fornire alla sua compagnia militare privata le munizioni necessarie per fronteggiare le forze ucraine. Prigozhin negli ultimi giorni ha diffuso una serie di video, con toni sempre più violenti, in cui denuncia l’incompetenza dello Stato maggiore e del ministro della Difesa Sergey Shoigu, arrivando a fare allusioni offensive che sono parse dirette allo stesso Vladimir Putin. L’uomo conosciuto anche come ‘il cuoco di Putin’ per i suoi interessi nel mondo del catering ha molti nemici ai piani alti dello Stato russo ed è considerato del tutto dipendente dal presidente, che a questo punto però potrebbe vedere nell’offerta di Prigozhin ai servizi ucraini un atto di tradimento. Secondo il Post, Prigozhin ha trasmesso la proposta di scambio ai suoi contatti nella direzione dell’intelligence militare ucraina, con i quali ha mantenuto comunicazioni segrete durante la guerra: questo emerge da documenti dell’intelligence statunitense pubblicati sulla piattaforma Discord e solo ora emersi. Il documento trapelato non chiarisce quali posizioni delle truppe russe sarebbero state ‘offerte’.

Due funzionari ucraini hanno confermato che Prigozhin ha parlato più volte con il primo direttorato dell’intelligence ucraina, noto GUR. Secondo uno di questi due interlocutori, la proposta è stata fatta più volte, ma Kiev l’ha rifiutata perché i funzionari non si fidano di Prigozhin e pensavano che le sue proposte potessero essere false. Un dubbio condiviso a Washington, secondo un funzionario americano. In un’intervista al Washington Post, a Zelensky viene chiesto di questi contatti con Prigozhin e il presidente ucraino risponde che “questa è una questione di intelligence”. Il leader ucraino si è lamentato della diffusione pubblica di informazioni riservate, ritenendola favorevole alla Russia, perchè ne risulta l’impressione di contatti con il nemico. Sia la Bbc che diversi siti di notizie hanno fatto notare che il sito del Post ha tolto a un certo punto la parte considerata inopportuna da Zelensky, salvo poi re-integrarla.

Altri documenti che dovevano restare segreti rivelano che i funzionari del ministero della Difesa russa si chiedono in privato come rispondere alle critiche di Prigozhin. Vi si parla di una lotta di potere tra Prigozhin e alti funzionari, tra cui il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Sempre secondo i materiali visionati dal Post, Prigohzin ha portato avanti una relazione segreta con l’intelligence ucraina su più fronti: oltre alle telefonate, anche con incontri di persona con ufficiali del GUR in un paese africano non meglio specificato.

L’Ue alza le stime di crescita dell’Italia (nel 2023 +1,2% e nel 2024 +1,1%)

L’Ue alza le stime di crescita dell’Italia (nel 2023 +1,2% e nel 2024 +1,1%)Roma, 15 mag. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica sull’Italia, su cui ora indica un più 1,2% quest’anno, cui dovrebbe seguire un più 1,1% nel 2024, dopo la crescita del 3,7% sul 2022. Nelle previsioni di questo inverno, pubblicate lo scorso 13 febbraio, l’esecutivo comunitario stimava una crescita 2023 dell’Italia allo 0,8% e un più 1% sul 2024.

La Commissione europea ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione sull’area euro, Italia inclusa. Ora per quest’anno l’esecutivo comunitario si attende un carovita medio dell’Unione valutaria al 5,8%, mentre sul 2024 prevede un 2,8%. Tre mesi fa la commissione, che invece allora aveva ritoccato al ribasso queste stime, prevedeva una inflazione 2023 al 5,6% e un dato 2024 al 2,5%. Sull’Italia la Commissione ha confermato la previsione di una inflazione armonizzata al 6,1% quest’anno, cui dovrebbe seguire un 2,9% nel 2024. Tre mesi fa prevedeva il 2,6% sul 2024.

Tornando all’insieme dell’eurozona, va sottolineato che la Commissione europea prevede che l’inflazione di fondo – cioè l’indice dei prezzi al consumo depurato da energia, alimentari e altre componenti volatili – registri una dinamica superiore all’inflazione totale sia quest’anno che il prossimo: rispettivamente con il 6,1% e il 3,2%. Questi ultimi dati potrebbero risultare particolarmente problematici agli occhi della Bce, che sta cercando con la sua manovra di inasprimento monetario di far calare l’inflazione. L’istituzione ha ripetutamente spiegato che sta monitorando attentamente l’andamento dell’inflazione di fondo. L’obiettivo ufficiale è riportare l’inflazione al 2%.

Restano orientate al miglioramento le prospettive del mercato del lavoro in Italia: la Commissione europea prevede che quest’anno il tasso disoccupazione cali al 7,8%, dall’8,1% del 2022 e che nel 2024 si limi ulteriormente al 7,7%. Secondo le ultime previsioni dell’esecutivo comunitario, dopo il balzo del 3,8% del 2022, la crescita dell’occupazione nella Penisola dovrebbe attenuarsi ma proseguire con un più 0,8% quest’anno e più 0,6% il prossimo. Quest’anno l’incidenza del deficit di bilancio dell’Italia rispetto al Pil dovrebbe quasi dimezzarsi, al 4,5% a fronte dell’8% segnato nel 2022, mentre nel 2024 dovrebbe attenuarsi al 3,7%. Sono le stime fornite dalla Commissione europea nelle sue previsioni economiche primaverili.

Per il debito pubblico, Bruxelles prevede una attenuazione dell’incidenza al 140,4% del Pil quest’anno, dal 144,4% del 2022, e un livello quasi invariato al 140,3% nel 2024.