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Mosca ancora contro Mattarella: paragone tra Russia e Terzo Reich avrà conseguenze

Mosca ancora contro Mattarella: paragone tra Russia e Terzo Reich avrà conseguenzeRoma, 17 feb. (askanews) – Il paragone della Russia con il Terzo Reich, nell’anno dell’80esimo anniversario della Vittoria sovietica sui nazisti Guerra Patriottica, non può essere lasciato senza conseguenze e non lo sarà mai”, ha dichiarato la portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, tornando ieri sera in tv ad attaccare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Zakharova era ospite della trasmissione ‘Serata con Vladimir Solovyov’ su Rossiya-1 e oggi ha postato sul suo canale Telegram il proprio intervento.


“Nel corso di una conferenza presso un istituto scolastico, Mattarella ha affermato, in qualità di Presidente, di ritenere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Questo non può essere lasciato senza conseguenze e non lo sarà mai”, ha detto Zakharova ospite della trasmissione ‘Serata con Vladimir Solovyov’ su Rossiya-1. Zakharova ha sottolineato che queste parole sono state pronunciate dal “presidente di un Paese che storicamente è stato proprio tra quelli che hanno attaccato il nostro Paese” e che “purtroppo, è stata l’Italia il Paese in cui il fascismo ha avuto origine”, ha aggiunto la diplomatica. – Questo ci viene detto da una persona che non può non sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda guerra mondiale sotto bandiere e slogan nazisti. Su quali basi si dice questo nell’anno dell’80° anniversario della nostra vittoria?”.


“Abbiamo dato una risposta, che ha generato non solo un’ondata di russofobia e una presunta pseudo-difesa del presidente italiano. La gente ha creato una petizione speciale in cui comuni cittadini italiani, giornalisti, personaggi pubblici hanno iniziato a scrivere di scusarsi con i russi per queste parole indegne”, ha concluso Zakharova.

La Casa Bianca: “Miope” il no di Zelensky all’accordo sulle terre rare

La Casa Bianca: “Miope” il no di Zelensky all’accordo sulle terre rareRoma, 17 feb. (askanews) – Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha definito “miope” la decisione del Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy di rifiutare di firmare un accordo proposto che garantisce agli USA l’accesso ai minerali di terre rare in Ucraina.


Hughes ha affermato che l’accordo sui minerali consentirebbe ai contribuenti americani di “recuperare” i soldi inviati a Kiev, contribuendo anche alla crescita dell’economia ucraina e ha aggiunto che la Casa Bianca ritiene che “legami economici vincolanti con gli Stati Uniti saranno la migliore garanzia contro future aggressioni e parte integrante di una pace duratura”. “Non ho lasciato che i ministri firmassero un accordo rilevante perché, a mio avviso, non è pronto a proteggere noi, i nostri interessi”, ha detto Zelensky sabato a Monaco.


Una fonte citata da Ukrainska Pravda ha riferito che Zelenskyy e il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance non hanno discusso i dettagli del documento americano durante il loro incontro di venerdì alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. La fonte ha affermato che l’incontro è stato “molto buono” e “sostanziale”, e Vance ha chiaramente comunicato che il loro obiettivo principale con Trump era raggiungere una pace forte e duratura. Zelenskyy ha detto a Vance che la vera pace richiede che l’Ucraina assuma una “posizione forte” all’inizio dei negoziati, ha sottolineato che i negoziatori americani dovrebbero venire in Ucraina e che gli Stati Uniti, l’Ucraina e l’Europa devono essere al tavolo delle trattative con la Russia.


L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto che l’Ucraina ceda agli Stati Uniti il 50% della proprietà dei minerali di terre rare del paese. Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha rifiutato di firmare l’accordo. Il 13 febbraio, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent è arrivato a Kiev per discutere di partnership economica con l’Ucraina. Zelenskyy ha affermato che gli Stati Uniti avevano presentato a Kiev la prima bozza di un “accordo di partnership” che avrebbe previsto investimenti nelle risorse minerarie dell’Ucraina in cambio di ulteriore assistenza.

Hamas è pronto a trasferire il controllo di Gaza all’Autorità Palestinese

Hamas è pronto a trasferire il controllo di Gaza all’Autorità PalestineseRoma, 17 feb. (askanews) – Hamas ha annunciato di essere pronto a cedere il controllo della Striscia di Gaza all’Autorità Palestinese e al “Comitato governativo per l’amministrazione di Gaza”. E’ quanto ha riportato Sky News Arabia nella notte.


Secondo le fonti, la proposta di Hamas è stata trasmessa in una lettera ed è il risultato delle pressioni esercitate dall’Egitto sulla delegazione di Hamas arrivata mercoledì al Cairo. I media egiziani hanno riportato sabato che il governo del Cairo ha esercitato forti pressioni su Hamas affinché accettasse di istituire un comitato temporaneo per supervisionare l’attuazione del piano di ricostruzione della Striscia di Gaza.


Secondo fonti egiziane vicine ai negoziati, Hamas ha promesso ai funzionari egiziani che l’organizzazione sarà impegnata a rispettare il cessate il fuoco e che non sarà coinvolta nei lavori del comitato.

Tajani, non reagire in modo scomposto al nuovo corso Usa

Tajani, non reagire in modo scomposto al nuovo corso UsaRoma, 17 feb. (askanews) – “Di fronte a Trump stiamo ai fatti Chi reagisce inmodo scomposto poi corre il rischio di affondare» dice il ministro degli esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera.


Quando il mare si alza ½non ci si agita sulla barca, o davvero si rischia di affondare. Si tiene il timone e, uniti, si affronta la situazione”. Antonio Tajani, di ritorno da Monaco dove ha partecipato alla conferenza sulla Sicurezza che ha spaven- tato l’Europa di fronte ad un’America che sembra volerla mettere all’angolo, sembra molto meno agitato dei colleghi. “Ho visto troppa ansia e nervosismo”, dice il ministro degli Esteri, che ha incontrato per due volte il suo omologo Usa Marco Rubio e non ha tratto sensazioni così negative. Certo, quella che sta avvenendo in America è una rivoluzione vera, ma l’errore più grave che potrebbe fare l’Europa è quello di “reagire in modo scomposto”. Non bisogna insomma né “fare come Fracchia – dice ironicamente – e prostrarsi davanti a Trump, né atteggiarsi a miles gloriosus”. Bisogna invece “contare sulla propria forza”. Quale? Per Tajani è evidente: “Siamo noi europei che abbiamo imposto le sanzioni alla Russia, nessuno può pensare realisticamente che questo non conti al tavolo delle trattative. Nessuno può parlare a nome nostro. Quindi ci sarà sicuramente la nostra voce, anche perché il sostegno all’Ucraina dell’Europa non è mai mancato”. È però sull’atteggiamento di Donald Trump che si è scatenato il panico. Raccontano di giornate nervosissime a Monaco, di una riunione dei ministri degli Esteri organizzata addirittura ieri mattina alle 7 per preparare il vertice “d’emergenza” voluto da Macron per oggi, che ha creato qualche malumore tra gli esclusi e ha provocato qualche dubbio pure fra gli inclusi, quasi che fosse una mossa del presidente francese in chiave di rafforzamento personale.


Anche su questo il ministro degli Esteri consiglia calma, non farsi vedere agitati, non fare la voce troppo grossa e nemmeno mostrare terrore. Bisogna “stare ai fatti” e presentarsi davanti a Trump a parità di muscoli, per così dire. Intanto, aspettare per capire davvero cosa voglia ottenere, a partire dalla politica dei dazi, sulla quale anche l’Europa ha i suoi argomenti da mettere sul tavolo, a cominciare dal fatto che è il primo mercato mondiale. Il secondo, è rafforzare la propria difesa. Un po’ perché gli Usa lo chiedono a gran voce da tempo, essendo davvero sbilanciato il contributo alla Nato tra America e alleati, un po’ perché in futuro potrebbero aprirsi fronti diversi e l’Europa deve poter essere all’altezza. In questo, sarebbe molto positivo il risultato che si potrebbe ottenere “scorporando le spese militari dal Patto di stabilità” e magari con una sorta di eurobond europei o con altri strumenti del genere. E l’altro grande obiettivo è quello di saper presentare proposte alternative a quelle degli Stati Uniti, che “restano il nostro alleato e un Paese amico”. Per capirsi, se Trump parla di Gaza come terra da trasformare in riviera, l’Europa non può solo dire no ma deve fare una propria proposta. E “noi ci stiamo già lavorando, perché la via è quella di essere protagonisti”. Anche offrendo contingenti in ambito Onu sia a Gaza che nel prossimo eventuale spazio di contro

Tajani, non reagire in modo scomposto a nuovo corso Usa

Tajani, non reagire in modo scomposto a nuovo corso UsaRoma, 17 feb. (askanews) – «Di fronte a Trump stiamo ai fatti Chi reagisce inmodo scomposto poi corre il rischio di affondare» dice il ministro degli esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera.


Quando il mare si alza «non ci si agita sulla barca, o davvero si ri- schia di affondare. Si tiene il timone e, uniti, si affronta la situazione». Antonio Tajani, di ritorno da Monaco dove ha partecipato alla conferenza sulla Sicurezza che ha spaven- tato l’Europa di fronte ad un’America che sembra voler- la mettere all’angolo, sembra molto meno agitato dei colle- ghi. «Ho visto troppa ansia e nervosismo», dice il ministro degli Esteri, che ha incontrato per due volte il suo omologo Usa Marco Rubio e non ha tratto sensazioni così negati- ve. Certo, quella che sta avve- nendo in America è una rivo- luzione vera, ma l’errore più grave che potrebbe fare l’Eu- ropa è quello di «reagire in modo scomposto». Non biso- gna insomma né «fare come Fracchia—dice ironicamente — e prostrarsi davanti a Trump, né atteggiarsi a miles gloriosus». Bisogna invece «contare sulla propria forza». Quale? Per Tajani è eviden- te: «Siamo noi europei che abbiamo imposto le sanzioni alla Russia, nessuno può pen- sare realisticamente che que- sto non conti al tavolo delle trattative. Nessuno può parla- re a nome nostro. Quindi ci sarà sicuramente la nostra vo- ce, anche perché il sostegno all’Ucraina dell’Europa non è mai mancato». È però sull’atteggiamento di Donald Trump che si è sca- tenato il panico. Raccontano di giornate nervosissime a Monaco, di una riunione dei ministri degli Esteri organiz- zata addirittura ieri mattina alle 7 per preparare il vertice «d’emergenza» voluto da Ma- cron per oggi, che ha creato qualche malumore tra gli esclusi e ha provocato qual- che dubbio pure fra gli inclu- si, quasi che fosse una mossa del presidente francese in chiave di rafforzamento per- sonale.


Anche su questo il ministro degli Esteri consiglia calma, non farsi vedere agitati, non fare la voce troppo grossa e nemmeno mostrare terrore. Bisogna «stare ai fatti» e pre- sentarsi davanti a Trump a pa- rità di muscoli, per così dire. Intanto, aspettare per capire davvero cosa voglia ottenere, a partire dalla politica dei da- zi, sulla quale anche l’Europa ha i suoi argomenti da mette- re sul tavolo, a cominciare dal fatto che è il primo mercato mondiale. Il secondo, è raf- forzare la propria difesa. Un po’ perché gli Usa lo chiedono a gran voce da tempo, essen- do davvero sbilanciato il con- tributo alla Nato tra America e alleati, un po’ perché in futuro potrebbero aprirsi fronti di- versi e l’Europa deve poter es- sere all’altezza. In questo, sarebbe molto positivo il risultato che si potrebbe ottenere «scorporan- do le spese militari dal Patto di stabilità» e magari con una sorta di eurobond europei o con altri strumenti del gene- re. E l’altro grande obiettivo è quello di saper presentare proposte alternative a quelle degli Stati Uniti, che «restano il nostro alleato e un Paese amico». Per capirsi, se Trump parla di Gaza come terra da trasformare in riviera, l’Euro- pa non può solo dire no ma deve fare una propria propo- sta. E «noi ci stiamo già lavo- rando, perché la via è quella di essere protagonisti». An- che offrendo contingenti in ambito Onu sia a Gaza che nel prossimo eventuale spazio di contro

Riunione a Parigi per rispondere all’accelerazione di Trump sull’Ucraina

Riunione a Parigi per rispondere all’accelerazione di Trump sull’UcrainaRoma, 17 feb. (askanews) – Diversi capi di governo europei si incontrano oggi a Parigi per fronteggiare “l’accelerazione” dell’amministrazione americana sul dossier Ucraina e definire una risposta comune per rafforzare la sicurezza del Vecchio Continente.


L’incontro avviene pochi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha telefonato al suo omologo russo Vladimir Putin e ha deciso di negoziare direttamente sull’Ucraina in un prossimo vertice in Arabia Saudita. Trump ieri ha affermato che un incontro con Putin potrebbe aver luogo “molto presto”.Uno sviluppo che arriva all’indomani della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, dove il discorso – quasi unanimente considerato ostile – del vice presidente statunitense J.D. Vance nei confronti dei suoi alleati ha lasciato di stucco gli europei. “Riteniamo che, a seguito dell’accelerazione della questione ucraina e anche di quanto affermano i leader americani, gli europei debbano fare di più, meglio e in modo coerente per la nostra sicurezza collettiva”, ha sottolineato ieri un consigliere del presidente francese Emmanuel Macron.


A questo incontro, che si presenta come informale, saranno presenti oltre a Macron il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i capi di governo di Germania, Regno Unito, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca. Oltre a loro il presidente del Consiglio europeo, la presidente della Commissione europea e il segretario generale della Nato.“Riteniamo che, a seguito dell’accelerazione della questione ucraina e anche di quanto affermano i leader americani, gli europei debbano fare di più, meglio e in modo coerente per la nostra sicurezza collettiva”, ha sottolineato ieri un consigliere del presidente francese Emmanuel Macron.  A questo incontro, che si presenta come informale, saranno presenti oltre a Macron il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i capi di governo di Germania, Regno Unito, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca. Oltre a loro il presidente del Consiglio europeo, la presidente della Commissione europea e il segretario generale della Nato.


 

La Russia afferma di aver abbattuto nella notte 40 droni ucraini

La Russia afferma di aver abbattuto nella notte 40 droni ucrainiRoma, 17 feb. (askanews) – La Russia ha dichiarato di aver abbattuto nella notte 90 droni ucraini, quasi 40 dei quali sul Mare d’Azov, oltre a un missile da crociera antinave Neptune, senza menzionare alcuna vittima.


“Ieri sera i sistemi di difesa antiaerea hanno intercettato e distrutto 90 droni ucraini”, ha dichiarato il ministero della Difesa russo su Telegram. Dichiarazione che arriva mentre i presidenti di Stati Uniti e Russia – Donald Trump e Vladimir Putin – hanno affermato di voler negoziare una soluzione al conflitto il prima possibile.

Ucraina, Starmer: “Gb pronta a inviare truppe, se necessario”

Ucraina, Starmer: “Gb pronta a inviare truppe, se necessario”Roma, 17 feb. (askanews) – Il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di essere pronto a inviare truppe in Ucraina, se fosse necessario a garantire la sicurezza della Gran Bretagna e dell’Europa.


Il Regno Unito sta svolgendo un ruolo di primo piano nel sostenere Kiev nel conflitto contro la Russia e questo “significa anche che siamo pronti e disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina inviando le nostre truppe sul campo, se necessario”, ha scritto Starmer sul quotidiano Daily Telegraph.

Ue, domani da Macron sette Paesi europei con von der Leyen e Costa

Ue, domani da Macron sette Paesi europei con von der Leyen e CostaMilano, 16 feb. (askanews) – È confermata la presenza domani al vertice di Parigi della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa. Vertice con cui il presidente francese Emmanuel Macron cerca di avviare consultazioni tra i leader europei sulla situazione in Ucraina e sulle questioni di sicurezza in Europa.


Nel pomeriggio di lunedì 17 febbraio all’Eliseo Macron avrà dunque un incontro informale con i capi di governo di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, nonché con il presidente del Consiglio europeo, il presidente della Commissione europea e il segretario generale della NATO. Le loro discussioni, spiega un portavoce della Commissione, “potranno poi proseguire in altri formati, con l’obiettivo di riunire tutti i partner interessati alla pace e alla sicurezza in Europa”.

Zelensky: drone su Mykolaiv, oltre 100mila persone al freddo. La Russia non si prepara alla pace

Zelensky: drone su Mykolaiv, oltre 100mila persone al freddo. La Russia non si prepara alla paceRoma, 16 feb. (askanews) – “Oggi, più di 100mila persone a Mykolaiv sono rimaste senza riscaldamento dopo che un drone russo Shahed ha colpito l’infrastruttura critica della città. Una normale città ucraina. Normali infrastrutture civili. Non ha nulla a che fare con le ostilità o la situazione in prima linea. Questa è un’altra chiara dimostrazione che i russi stanno muovendo guerra al nostro popolo e alla vita stessa in Ucraina. E stanno combattendo vilmente, senza allentare la pressione. Coloro che cercano sinceramente la pace e si preparano ai negoziati non agiscono in questo modo”, lo scrive sui suoi profili social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


“Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente per ripristinare il riscaldamento a Mykolaiv”, aggiunge il presidente ucraino, sottolineando: “Continueremo a lavorare con i nostri partner per rafforzare le difese contro tali attacchi. E tutti i partner devono lavorare insieme a tutti i livelli per impedire alla Russia di prolungare questa guerra o di rendere permanente la minaccia alla vita”. “La Russia – avverte Zelensky – deve essere spinta a raggiungere la pace. Il recente attacco Shahed al rifugio della centrale nucleare di Chernobyl, questo attacco a Mykolaiv e tutti gli altri attacchi russi simili devono essere affrontati con una forte risposta, con un coordinamento più forte tra tutti i partner e sforzi unificati per costringere la Russia alla pace”.